SPETTACOLI- Pagina 31

Gianni Amelio “sbanda” tra i bianchi letti del “suo” ospedale

Sugli schermi “Campo di battaglia”, in concorso a Venezia

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

Sono lontane le trincee, è lontana la guerra delle decimazioni e degli assalti alla baionetta, dei gas mortiferi, la Grande Guerra – siamo avvertiti: è il 1918, l’anno della vittoria -, soltanto nella scena iniziale la macchina da presa si libera a indugiare, supponiamo al termine di una battaglia cruenta, su un mucchio di cadaveri mentre un soldato li circonda per rubare una moneta o un tozzo di pane, quello che tenevano in tasca nel loro ultimo istante: mentre all’improvviso la mano di un vivo s’alza a urlare la propria vita che continua a resistere.

Non è quello il campo di battaglia che interessa a Gianni Amelio nel film presentato in concorso a Venezia e ora sugli schermi (film decisamente imperfetto ma comunque da vedere, nato dalle pagine della “Sfida” di Carlo Patriarca, sceneggiato dal regista con Alberto Taraglio, tra i produttori Marco Bellocchio), il suo “Campo di battaglia” è il claustrofobico reparto d’un ospedale, dove su lettini bianchi ben allineati si dibattono feriti gravi e quanti stanno per morire. Vi sono anche quegli autolesionisti che si sono feriti ad esempio a un piede – il trucco c’era, non rimaneva che smascherarlo – pur di non tornare a combattere tra le montagne, “vigliacchi” contro cui combatte Stefano, ufficiale medico, rampollo di una abbiente famiglia alto borghese, patriottismo calato nel sangue, un padre che dispone dall’oggi al domani tra le alte gerarchie militari, una casa elegante e una divisa impeccabile, principi di estrema obbedienza e di valori affermati, quasi un investigatore chiamato a indagare senza nessuna pietà. Valori riconquistati anche con la pena di morte, fucilazione al petto davanti a tutti i compagni schierati.

Opera anche tra quei letti bianchi Giulio, amico sin dall’infanzia di Stefano, guarda a quei malati, a tutti i malati, con occhio assai più benevolo, corpi malati nel fisico e nello spirito, li osserva con comprensione e con compassione, vorrebbe trovare per essi un aiuto (“qui non muore nessuno”). S’è ricavato un piccolo ambulatorio in una soffitta dell’ospedale, lì ha modo di riaffermare il suo amore per la biologia. C’è anche Anna, una crocerossina che fa tanto “Addio alle armi”, compagna di studi di entrambi, un’eccellenza ma non accettata, in tutta la chiusura di un’epoca, dai rappresentanti maschili ad esercitare come medico. È lei la prima ad accorgersi che qualcuno la notte agisce sullo stato di alcuni malati, lo manipola, ci si aggrava e si tende allo stesso tempo al miglioramento, si rischia di tornare a combattere e si invoca anche l’amputazione di una mano pur di poter tornare a casa.

Amelio guarda a questa umanità, in questa prima parte, a questi orrori di una guerra – di tutte le guerre – con mano estremamente sicura, piccoli frammenti che vengono a comporre una tragedia intera, la macchina da presa che fruga tra visi e corpi, tra ferite e bende sporche di sangue, costruisce un altro “campo” che tuttavia ci riporta con la memoria, allo stesso modo, al cinema potente di Rosi e di Avati, persino a quello insuperato, tragicissimo nei suoi risvolti che tutti abbiamo ammirato, del Monicelli della “Grande Guerra”. Una prima parte serrata, carica di punti a cui guardare, su cui pensare. Però a questo punto il film sbanda su una scrittura innanzitutto per nulla convincente, allorché un morbo cattura non soltanto i militari ma altresì centinaia e centinaia di civili tra questi piccoli paesi sperduti su al nord. La spagnola (circolano le mascherine: passato e presente ci mettono poco a mescolarsi) mostra i suoi primi effetti: ma viene a indebolire e a pasticciare di parecchio quanto di solido si è in precedenza costruito e portato avanti per più di un’ora di racconto: pecche non da poco, non ultima la morte troppo teatrale tanto da suonare falsa di Giulio, non ultime le parole, “qui non muore nessuno”, di cui Anna si impadronisce, mentre tranquillizza un povero ragazzino terrorizzato da quanto gli sta succedendo intorno. Un corpo estraneo, un qualche cosa di posticcio, quasi un’altra storia. Posticcio come quel pranzo di fidanzamento in casa di Stefano, che ci poteva proprio essere risparmiato.

Alla prima parte, ai propri aspetti più che positivi, appartiene la gran babele dei dialetti che circola tra quei feriti, alle loro storie, ai loro desideri di fuga, alle paure, al loro non essere comprensibili, un disperato tentativo di trincerarsi davanti al potere dei maggiori, appartengono i disegni e le interpretazioni di Alessandro Borghi (Giulio) e Gabriel Montesi (Stefano), forse questi ancor più bravo del suo collega, un militare d’altro tempo ancorato alle tradizioni e alle leggi, un muoversi e un agire esattissimi, un attore che ci auguriamo di vedere di più sul grande schermo. Appartiene la rappresentazione muta di quella guerra che sentiamo ma che rimane tragicamente “fuori”.

In piazza San Carlo le note di Ludovico Einaudi risuonano per MiTo

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Le note di Ludovico Einaudi risuoneranno in piazza San Carlo domenica 8 settembre per Mito Settembre Musica

Sabato 7 settembre al teatro Carignano alle ore 17 si è tenuto per Mito Settembre Musica “Drink Jazz Suite, una mitologia alcoolicaMartini & Rossi, di e con Stefano Massini, accompagnato da Emanuele Cisi al sassofono, Eleonora Strino  alla chitarra, Marco Micheli al contrabbasso e Enzo Zirilli alle percussioni. Stefano Massini, scrittore, drammaturgo e narratore,  è l’unico autore italiano ad aver vinto un Tony Award, premio Oscar del teatro americano. i suoi testi sono tradotti in più  di trenta lingue e sono messi in scena dalla Cina alla Corea, dal Sud Africa al Cile, l’Iran, l’Austria. Lo spettatore italiano lo ha scoperto in TV a Piazzapulita e in altri programmi televisivi come Ricomincio daRai tre, che ha condotto  per due stagioni sulla RAI. Emanuele Cisi, nato a Torino nel 1994, è stato al primo posto nella categoria “Nuovi talenti” nella top Jazz di Musica Jazz, Eleonora Strino è membro dei quartetti di Dado Moroni e Emanuele Cisi, del trio di Greg Cohen e del gruppo The Great Guitarist con Ulf Wakenius e Martin Taylor. Mentre Marco Micheli si è diplomato in contrabbasso al Conservatorio di Lucca, Enzo Zirilli, nato a Torino, studia pianoforte e percussioni nel conservatorio subalpino, ma il suo percorso inizia  con il jazzofonista Larry Nocella.

Importante appuntamento domenica sera, alle ore 21, in piazza San Carlo, con “ In a time reimagened” con Ludovico Einaudi al pianoforte.

“Ho pensato in a Time Lapse – spiega Ludovico Einaudi- un po’ per il decennale1994ena festeggiato e un po’ perché credo sia un progetto ancora molto attuale, con diversi brani diventati miei classici, come “Experience” che suono spesso. A seconda dell’organico con cui scelgo di suonare, lo ricucio e lo reinventoogni volta “ afferma il compositore.

Suonare in piazza San Carlo assumerà un  significato particolare per Ludovico Einaudi perché questa piazza fa parte della storia del suo rapporto con Torino. È una delle sue piazze preferite per quanto riguarda l’architettura pulita e lo stile. Ludovico Einaudi è  un artista fra i più pop di Mito Settembre Musica,  ma ha sempre mantenuto ottimi rapporti con la musica classica, in particolare barocca e non è  da escludere che un suo prossimo progetto sia quello di suonare lungo le rive del Po.

Mara Martellotta

“Sdeng”, ovvero Meccanismi Sonori

“SDENG – Meccanismi Sonori” in scena dal 6 all’8 settembre dalle 18 alle 24 presso Palazzo Atelier, a San Raffaele Cimena Alto

 

A San Raffaele Cimena dal 6 all’8 settembre si tiene una performance dal titolo “Sdeng Meccanismi sonori” con la partecipazione di Andrea Bartolone e Paolo Valgrande. “Sdeng”, ovvero Meccanismi Sonori, vedrà impegnati i due artisti in un’installazione sonora interattiva, un’opera d’arte multidimensionale, dove oggetti e materiali di varia natura, spesso frutto di ritrovamenti fortuiti, si incontrano e prendono forma nel processo creativo per raccontare storie e visioni. Si tratta di un’esposizione acustica nella quale i visitato potranno vivere stimolanti esperienze sonore. Sdeng avrà luogo il 6/7/8 settembre dalle 18 alle 24 a Palazzo Atelier, a San Raffaele Cimena Alto.

Le competenze di Paolo Valgrande si sviluppano inizialmente nella lavorazione dei metalli preziosi. In seguito l’interesse artistico si focalizza sull’acciaio, l’alluminio, il rame e l’ottone, oltre a oggetti di varia natura, spesso oggetto di ritrovamenti. I materiali nel processo creativo diventano un’installazione dove suono e movimento dialogano con lo spazio e il tempo. Le sue creazioni vivono attraverso l’unione di materiali e tecnologie, provenienti da epoche e storie diverse.

Andrea Bartolone, disegnatore e fumettista, è nativo di Monza, classe 1975, dopo aver frequentato lo studio artistico del Professor Enzo Sciabolino per l’apprendistato alla scultura, seguì molti corsi di grafica e di fumetto, diplomandosi al liceo artistico nella città di Torino. È inoltre autore di un libro intitolato “L’ombra della parola”, che tratta una storia composta da tante piccole storie in cui si raccontano i personaggi. Il testo è accompagnato da disegni e illustrazioni che, spesso, travalicano il fumetto. Propone una mescolanza di tecniche e di idee che si accompagnano ai sentimenti di un artista, spesso autobiografici, anche se ambientati in altri tempi.

 

Mara Martellotta

Al via l’edizione 2024 di MITO Settembre Musica

Venerdì 6 settembre

 

 

Al via a Torino, con la Nona Sinfonia di Beethoven, in piazza San Carlo, venerdì 6 settembre alle ore 21, l’edizione 2024 di MITO Settembre Musica, che vedrà impegnati l’Orchestra del Coro del Teatro Regio, il Coro di voci bianche del Regio, il cui direttore è Michele Spotti, soprano Salomè Jicia, contralto Teresa Iervolino, tenore Omar Mancini, basso Adolfo Corrado. Maestro del Coro è Ulisse Trabacchin, Maestro del Coro di voci bianche è Claudio Fenoglio. L’orchestra del Regio è l’erede di complesso fondato alla fine dell’Ottocento da Arturo Toscanini, sotto la cui direzione vennero eseguiti numerosi concerti e molte storiche produzioni operistiche. l’Orchestra ha in particolare eseguito la prima italiana de “Il crepuscolo degli dei” di Wagner e della “Salomè” di Strauss, nonché le prime assolute di “Manon Lescaut” e della “Bohème” di Puccini. Nel corso della sua lunga storia ha dimostrato una duttilità ad affrontare il grande repertorio, così come molti titoli del Novecento, quali il “Gargantua” di Corghi e “Leggenda di Solbiati”. L’Orchestra si è esibita con i solisti più celebri, e alla guida del complesso si sono alternati direttori di fama internazionale quali Roberto Abbado, Maag, Bartoletti, Bychkov, Campanella, Dantone, Gelmetti, Gergiev, Ogwood, Luisi, Mariotti, Muti, Oren, Pidò e Noseda, che dal 2007 al 2018 ha ricoperto il ruolo di direttore musicale del Teatro Regio. Ha inoltre accompagnato grandi compagnie di balletto come quella del Bolshoj di Mosca e del Marinskj di San Pietroburgo. Il Coro Teatro Regio di Torino è stato fondato a fine Ottocento e ricostruito nel 1945, dopo il secondo conflitto mondiale. Oggi è uno dei maggiori Cori teatrali europei. Sotto la guida di Bruno Cason (1994-2002) ha raggiunto un alto livello internazionale dimostrato dall’esecuzione dell’Otello di Verdi sotto la bacchetta di Claudio Abbado, e dall’invito da parte di Bychkov a Colonia per l’incisione della Messa da Requiem di Verdi, e nel 2012 per un concerto di Brahms con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. Infine, il Coro di voci bianche del Teatro Regio di Torino è nato nel 1997 dalla collaborazione tra Teatro Regio e Conservatorio di Torino, ed è stato diretto fin dalla sua fondazione da Claudio Marino Moretti, cui si è avvicendato Claudio Fenoglio nel 2008, e si è esibito per la prima volta al Regio in occasione del Concerto di Natale del 1997.

Come concerto di apertura di MITO Settembre Musica edizione 2024 è stata scelta la Nona Sinfonia in re minore op.125 per soli coro e orchestra di Beethoven, nota anche come “Sinfonia corale”, l’ultima del compositore, eseguita per la prima volta il 7 maggio 1824 in un teatro viennese. Ai primi tre movimenti sinfonici ha fatto seguito un quarto che include il Coro sui versi de “Ode alla gioia” di Schiller. Proprio il tema del finale, adattato da Herbert von Carajan, è stato adottato nel 1972 come inno europeo.

 

Mara Martellotta

“Questo ragazzo è troppo giovane per cantare il blues”

Music Tales, la rubrica musicale 

“Questo ragazzo è troppo giovane per cantare il blues

Quindi addio strada di mattoni gialli

Dove ululano i cani della società

Non puoi piantarmi nel tuo attico

Sto tornando al mio aratro”

Che dire?

 Del buon Elton John sappiamo molte cose; classe 1947, cantante compositore pianista di origini britanniche.

Il nome scelto come artista è legato ai musicisti Elton  Dean e Elton Hercules Baldry.

Un pessimo rapporto con il padre Stanley, castrante fin dalla prima infanzia.

Ma oggi voglio darvi qualche curiosità magari un po’ meno battuta.

Ha condiviso l’ultima apparizione live di John Lennon sei anni prima della sua tragica morte, lei non è salito sul palco con lui al Madison Square Garden il 28 novembre 1974 dopo aver perso una scommessa circa il successo di una canzone registrata insieme.

Nei primi anni 80, in occasione del 21º compleanno del principe Andrew, Elton fu invitato al castello di Windsor e ballò con la principessa Anna, ma la curiosità che pochi sanno è che la regina Elisabetta si avvicinò e chiese educatamente di potersi unire e formarono un piccolo cerchio ballando rock around the clock!

Elton è molto celebre per il suo look eccentrico e soprattutto per i suoi originalissimi occhiali l’oggetto però a cui dal massimo rispetto e visibilità durante le sue esibizioni è sempre il pianoforte di turno tanto che spesso ha battezzato con i nomi di celebri cantanti femminili.

Elton John ha sempre stimato l’arte di David Bowie ma dopo una forte amicizia si era rotto qualcosa tra di loro quando però nel 2016 Bowie è scomparso, Elton John ha onorato il suo genio e la sua memoria con una performance pubblica di  “space oddity” dichiarando: “credo che abbia affrontato con la massima dignità quello quello che gli stava succedendo. Non immaginavo assolutamente che avesse il cancro. Non c’era modo migliore per uscire di scena, ha dimostrato tutta la sua classe”.

Il brano che ho scelto è “goodbye Yelow Brick Road”.

Il titolo ‘Goodbye Yellow Brick Road’ è un riferimento al film classico del 1939 ‘Il mago di Oz’.

è incentrato principalmente sul narratore (Elton John), che richiede un cambiamento da tutta la fama, lo sfarzo e il glamour associati alla sua carriera. Vuole passare da questo a una vita più semplice in cui può essere veramente realizzato.

Il narratore sta salutando la ‘strada di mattoni gialli’ che è un simbolo di ricchezza e fama, perché vuole riprendere il controllo della sua vita. Non vuole che la fama e la fortuna lo definiscano e preferisce tornare alle sue radici agricole dove può vivere una vita più pacifica.

Nella seconda strofa in cui lo scrittore menziona la possibilità di ottenere una sostituzione, sembra che Bernie potrebbe essere stato l’unico a chiedere una deriva dalla fama mentre Elton non lo era. Così gli chiede di trovare qualcuno che lo sostituisca e scriva le sue canzoni poiché ci sono molti che vorrebbero questa opportunità. Ma se entrambi volessero rinunciare alla fama, allora potrebbe essere che stessero dicendo che non sarebbe stato difficile trovare una coppia che li sostituisse.

In ogni caso, lo scrittore è determinato a riprendere il controllo della sua vita anche se questo significa rinunciare alla sua fama per accontentarsi di una vita di basso profilo.

È fondamentalmente rappresentativo di un individuo che gode di una vita più edificante, anche se nel contesto di questa canzone possiamo dire che punta alle idee di materialismo e fama. E questo è lo stile di vita di alta classe e da celebrità che il cantante sta apparentemente vivendo. Quindi, per farla breve, quello a cui sta dicendo ‘addio’ è quel particolare aspetto della sua esistenza.

Spero vi piaccia,

      Buon ascolto e lunga vita alla bella musica

https://www.youtube.com/watch?v=wy709iNG6i8

 

CHIARA DE CARLO

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere!

Todays, gran finale con i Massive Attack

Si è appena conclusa l’edizione 2024 di TODAYS, in scena a Torino dal 23 agosto al 2 settembre. L’ultimo concerto sul Main Stagedel Parco della Confluenza è stato quello sold-out dei MASSIVE ATTACK. La formazione di Robert “3D” Del Naja e Grant “Daddy G” Marshall, con un live che ha incantato il pubblico torinese, ha chiuso la serie di concerti al Parco della Confluenza che – insieme agli eventi diffusi nella Circoscrizione 6 della Città – hanno registrato in totale, negli 11 giorni di attività, 24mila presenze. Di queste, 2500 hanno preso parte agli eventi off, senza considerare il flusso delle attività all’aperto in aree pubbliche della città.

 

“Il bilancio del nuovo Todays Festival è positivo e siamo soddisfatti della buona riuscita degli eventi – dichiarano gli assessori ai Grandi eventi e alla Cultura Domenico Carretta e Rosanna Purchia. – Abbiamo deciso di osare, affidando l’organizzazione del festival tramite un bando pubblico ed estendendo la programmazione su più giorni rispetto agli scorsi anni. È stata una scommessa e una corsa contro il tempo per promuovere e far conoscere gli eventi e ringraziamo la Fondazione Reverse per l’impegno investito nell’organizzazione. Questa nuova edizione rappresenta un banco di prova importante, che ci permetterà di migliorare ulteriormente la formula per i prossimi anni, ma la partecipazione di tanti appassionati, giovani e famiglie ci dimostra che la scelta di sperimentare è stata vincente. Da domani, il nostro impegno sarà rivolto a garantire che il Todays Festival continui a crescere, affermandosi sempre più come un punto di riferimento musicale e culturale per Torino e non solo”.

 

“Siamo molto soddisfatti di questa edizione di Todaysdichiarano Fabio e Alessio Boasi di Fondazione Reverse. – Lavorare a un progetto di questa portata è statoper noi una sfida stimolante. Il pubblico ha risposto in maniera positiva: abbiamo registrato un’ottima affluenza, con alcune date che hanno superato le nostre aspettative e altre che, come avevamo previsto, hanno attirato un pubblico più di nicchia. Ci siamo impegnati per portare agli spettatori una line up di altissima qualità e un’esperienza indimenticabile. Per questo abbiamo dato grande importanza alla location, ai servizi, all’impianto audio e alla sostenibilità, mettendo al centro il pubblico, grazie anche al lavoro in sinergia con la Città di Torino e la Fondazione per la Cultura”.

I 24 artisti del Main Stage hanno radunato un nutritopubblico di appassionati per uno degli eventi più attesi della stagione dei festival italiani. Dal rock all’elettronica, dal pop di matrice internazionale alle sonorità più urban, fino a quelle più sperimentali: una confluenza di musiche e culture, in una location – quella delParco della Confluenza – che sin dal nome ha ben racchiuso lo spirito del festival.

A inaugurare gli appuntamenti dei grandi live al Parco della Confluenza, domenica 25 agosto, JEREMIAH FRAITES, Bab L’Bluz, Addict Ameba e Sasso, per una prima giornata a ingresso libero ; lunedì 26 agosto sul palco LCD SOUNDSYSTEM con Nation of Language, Khompa feat. Akasha e Giulia’s Mother; martedì 27 agosto è st in ata la volta di ARLO PARKS che si è esibita dopo Tangerine Dream, English Teacher, Birthh e Giøve; giovedì 29 agosto sul palco gli OVERMONO, Yellow Days, C’mon Tigre; venerdì 30 agosto le performance di THE JESUS AND MARY CHAIN, Fast Animals and Slow Kids, Elephant Brain e Brucherò nei Pascoli; il 31 agosto l’headliner è stato MAHMOOD, che a Torino ha concluso il suo tour estivo, preceduto da Jupiter & Okwess e A Toys Orchestra; a chiudere in bellezza il festival, lunedì 2 settembre i MASSIVE ATTACK.

Per LCD Soundsystem, Arlo Parks e English Teacher, quella di TODAYS è stata l’unica data nel nostro Paese, mentre per The Jesus and Mary Chain e Overmonol’appuntamento è stato l’unico nel Nord Italia, a conferma dell’eccezionalità della line up del festival e dell’attesa da parte del pubblico per questa edizione.

Attraverso un questionario somministrato a campione agli spettatori (che comprendeva indicatori quali la mobilità, la provenienza geografica, l’esperienza generale in area concerti, la partecipazione agli eventi off) è emerso che quasi il 70% degli intervistati ha partecipato al festival per la prima volta quest’anno; il 60% circa degli spettatori proviene dalla città di Torino, mentre il restante 40% è arrivato a TODAYS dal resto della regione e da tutta Italia. L’esperienza del festival è stata positiva per la maggior parte delle intervistate e degli intervistati, con particolare gradimento per la location del Main Stage al Parco della Confluenza e dei suoi servizi, oltre che della line-up che si è alternata sul palco. Tra gli aspetti più interessanti di questa edizione, il dato sulla somministrazione di acqua gratuita per il pubblico, per un totale di 10mila litri, con un risparmio di oltre 5 quintali di plastica.

Ma non solo concerti al Main Stage del Parco della Confluenza: TODAYS è stato un vero e proprio festival diffuso in moltissimi altri luoghi e realtà della Città. I partecipanti registrati agli eventi off sono stati oltre 2500, oltre a quelli, non conteggiati, agli appuntamenti totalmente gratuiti organizzati negli spazi aperti dalla scuola di circo Flic.

 

Dagli eventi di preview TOnights Spirit curated by JAZZ:RE:FOUND, andati in scena a Le Roi Music Hall il 23 e 24 agosto, al coinvolgimento di numerosi altri partner:SEEYOUSOUND INTERNATIONAL MUSIC FILM FESTIVAL – che porta ogni inverno a Torino il cinema più audace e innovativo del panorama mondiale incentrato sul rapporto tra pellicola e musica – con proiezioni esclusive di film a tema musicale in scena al Teatro Monterosa (che mai aveva visto in agosto un’affluenza così nutrita)prima dei concerti del Main Stage; FLIC SCUOLA DI CIRCO con incursioni circensi e spettacoli; SOUNZONE, prima community di produttori musicali in Europa, con un contest, laboratori e panel; DOJO,collettivo nato nel 2017 con l’obiettivo di promuovere e sostenere la scena rap e hip-hop in Italia, punto di riferimento nel panorama musicale italiano, particolarmente nel circuito del freestyle con sede nella città di Torino, con i suoi format Regio Freestyle, NAV Vol.11 e Verbal Jungle Show; MOCAMBO che ha ospitato “Barriera (ri)ascolta”, dedicato agli artisti emergenti del quartiere e ha fatto conoscere ai giovani torinesi questa realtà cittadina appena nata.

(foto archivio Lori Barozzino)

Film Commission Torino Piemonte alla Settimana Internazionale della Critica

Sono tre i progetti realizzati con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte presentati alla mostra del Cinema di Venezia: ‘Anywhere Anytime’ in concorso, il cortometraggio ‘Dark Globe’ in apertura di Sic@Sic e il cortometraggio “Domenica sera” di Matteo Tortone.

“Anywhere Anytime” è opera prima del regista torinese di origine iraniana Milad Tangshir e verrà presentato in anteprima mondiale alla 39esima settimana internazionale della critica, unico film italiano in concorso.

Il lungometraggio, realizzato a Torino interamente per 5 settimane nell’estate 2023, sarà uno dei 7 progetti della sezione autonoma e parallela del sindacato nazionale critici cinematografici italiani, nell’ambito della mostra internazionale d’Arte Cinematografica della biennale di Venezia, in programma fino al 7 settembre. Prodotto da Young Films, Vivo Film, RAI Cinema e realizzato con il contributo del PR Fers Piemonte 2021-2027, bando Piemonte film tv fund e con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte ha un’ambientazione interamente torinese, impiegando sul set una troupe quasi interamente composta da professionisti e maestranze locali.

Protagonista della vicenda è un giovane immigrato di 18 anni di nome Issa, interpretato da un attore non professionista come il resto del cast, che perde il suo lavoro e trova un impiego finalmente come rider. Venendo derubato della sua bicicletta già il primo giorno si ritrova costretto alla ricerca in varie zone della città, tra Porta Palazzo e la periferia di Barriera di Milano, nella speranza di ritrovare il suo strumento di lavoro.

Ad aprire la 39esima Sic giovedì 29 agosto è stato un altro progetto piemontese, il cortometraggio “Dark Globe”, diretto da Donato Sansone, prodotto dalla torinese Base Zero di Enrico Bisi e Stefano Cravero, realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte Short Film Fund. Secondo il regista il progetto è un affresco del mondo di oggi e della follia globale, realizzato tecnicamente con disegno su carta e un’azione di stop motion verso la quale si sta sprofondando tra guerra, cambiamento climatico e sovrappopolazione.

Venerdì 6 settembre sarà la volta di ‘Domenica sera’ di Matteo Tortone, cortometraggio realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte-Short Film Fund, che chiuderà la settimana di critica cinematografica, raccontando la storia del giovane ultras Alex! Del suo incontro con la giovane rapper Nemy, delle loro solitudini che attraversano la città a bordo di un’auto rubata.

MARA MARTELLOTTA

Per TorinoDanza debuttano gli spettacoli “Into the Hairy” e in prima nazionale “Scarbo”

‘Into the Hairy’è  il frutto della collaborazione tra la coreografa Sharon Eyal e l’artista Gai Beharz, il compositore gallese Koreless, che ha creato la colonna sonora dello spettacolo e Christian Dior Couture per i costumi di Maria Grazia Chiuri. Questo lavoro andrà in scena dal 3 al 5 ottobre 2024 alle 20.45 presso la Sala Grande delle Fonderie Teatrali Limone di Moncalieri e Sharon Eyal conferma l’unicità,  l’originalità del proprio gesto, dimostrando la sua capacità di concentrare, attraverso un linguaggio del tutto personale, la tensione emotiva e la forza espressiva che attraversano i corpi dei danzatori.

Sharon Eyal crea mondi ultrastilizzati popolati da creature sensuali e irraggiungibili. I ballerini in  ‘Into the Hairy’ non appaiono interamente umani, pur manifestando una carnalitàdisturbante. I loro corpi sono longilinei e slanciati, avvolti da tutine in lycra per enfatizzare le linee della coreografia. Insieme  a Gai Behar, cocreatore di questo lavoro, Sharon Eyal trasforma ilcorpo in un oggetto di indefinibile desiderio, mescolando il balletto classico con la danza dei club underground. Lo stile è quello che da sempre contraddistingue il duo Eyal Behar, movimento,  musica  e spazio si intersecano, la danza esce dai suoi canoni tradizionali e viene spinta ben oltre i suoi confini, creando una sorta di rituale laico dai toni ancestrali che dà vita a un’esperienza unica.

Sharon Eyal nasce a Gerusalemme nel 1971 e entra a far parte della Batsheva Dancs Company nel 1990, diventandone direttrice artistica associata tra il 2003 e il 2004. Gai Behar è  curatore di eventi artistici multidisciplinari a Tel Aviv. Koreless è il nome d’arte dell’artista, produttore e compositore e performance LewisRoberts.

LEV Dance Company

3,4,5 ottobre ore 20.45 Fonderie Limone Moncalieri Sala Grande

 

Il 4 ottobre, alle 19.30, debutterà in prima nazionale per Torinodanza Festival alle Fonderie Teatrali Limone di Moncalieri ‘Scarbo’, spettacolo molto apprezzato a livello internazionale,  firmato dal coreografo Ioannis Mandafounis, nuovo direttore artistico della Dresden Frankfurt Company, eseguito dalla danzatrice e artista poliedrica Manon Parent. Il titolo di questo lavoro è preso a prestito da una composizione per pianoforte di Maurice Ravel, le cui note saranno eseguite dal vivo dal pianista torinese Gabriele Carcano, insieme a quelle di Claude Debussy.

Lo spettacolo esplora il ruolo della narrazione nell’ambito della danza contemporanea in termini di funzione, forma e significato. La danzatrice è  al centro di questa narrativa, che riguarda l’interazione tra corpo, anima e emozione. Più lei danza, più  il pubblico è attratto dal suo mondo interiore,  ricco di tristezza, rabbia, gioia, impotenza e forza, emozioni evocate attraverso movimenti immediati e senza filtri. Manon Parent fa vibrare ogni fibra del suo corpo seguendo ogni frequenza emotiva, contribuendo a generare una forma di intimità condivisa che è il cuore di Scarbo. Durante lo spettacolo il pubblico è libero di decidere se gli stati d’animo espressi siano reali o immaginari, memoria del passato o racconto di una storia profondamente personale.

Il dialogo ritmico tra danza, musica e colore crea un’atmosfera che trasporta il pubblico in un film d’arte.

 

Mara Martellotta

Underground Cinefest al Cineteatro Baretti dal 26 settembre al 5 ottobre

Il primo Festival che inaugurerà la stagione cinematografica autunnale torinese

 

Sarà un autunno ricco di proposte teatrali e cinematografiche quello torinese a partire dal mese di settembre. Il primo festival sarà il Torino Underground Cinefest, in programma al Cineteatro Baretti dal 26 settembre al 5 ottobre prossimi, per la sua undicesima edizione ricca di novità. Nuovo è il direttore artistico  il critico Alessandro Amato, fino all’anno scorso curatore della sezione documentari del festival.  L’ideatore del festival e storico direttore artistico, Mauro Russo Rouge, resta in organizzazione con un ruolo più organizzativo.

Primo ospite sarà il regista sardo Bonifacio Angius che rappresenta, secondo Amato, la libertà espressiva sempre ricercata nel festival.  A lui verrà dedicata una retrospettiva dei tre film lungometraggi e una masterclass sulla sua carriera.  Il Festival si aprirà venerdì  26 settembre  alle 20.45 con “Perfidia”, esordio che compie dieci anni;  sabato 28, sempre alla stessa ora verrà  proiettato il film “Ovunque proteggimi” e domenica sarà la volta di un doppio appuntamento,  alle 19 l’incontro con Angius e alle 20.45 la proiezione del suo ultimo film “I giganti”.

Già annunciata la proiezione prevista martedì 1 ottobre, sempre alle 20.45, di “Benson, la vita è un nemico” di Maurizio Scarcella, una fotografia sull’esistenza di un personaggio avventuroso e solitario, straordinario che ha vissuto più  vite, di  cui una legata alla scena underground  romana degli anni Ottanta e Novanta e una seconda in cui è diventato un famoso fenomeno di Internet recitando con Verdone in “Maledetto il giorno che t’ho incontrato”. Venerdì 4 ottobre sarà la volta della proiezione  di “Peter Doherty: Stranger in my own skin”, un documentario biografico sul musicista tra i più iconici della propria generazione, riferimento del rock britannico dagli anni Novanta ai Duemila.

Una delle novità di quest’anno è data dal “Premio Streen” per la sezione documentari. Il portale per lo streaming di cinema d’autore e indipendente, nato nel 2023 a Torino, sceglierà un titoloche entrerà nel catalogo della piattaforma,  suscitando l’attenzione del mondo cinematografico underground e degli abbonati.

 

Mara Martellotta

Dal 6 al 22 settembre la diciottesima edizione di MITO

Il festival di musica classica che unisce Milano e Torino

 

Ruota attorno al tema ‘MOTI’ la diciottesima edizione del Festival di musica classica che unisce Milano e Torino in un ricco calendario di concerti: “ MOTI non è solo un gioco di parole con MiTo, ma vuole essere un modo per fare di questo Festival un catalizzatore di idee, pensieri ed esperienze in movimento”. MOTI allude ai “moti dell’anima” di Leonardo, le espressioni del volto che traducono in segni visibili pensieri e sentimenti più intimi, proiettandoli sul piano della creatività musicale. Moti dell’anima, delle idee, delle persone. MITOSettembre Musica si inaugurerà venerdì 6 settembre per concludersi domenica 22 settembre prossimo. Questa edizione non proporrà un solo tema, ma perimetri con percorsi tematici al loro interno. La volontà dietro questa scelta è quella di riprodurre la complessità o il caos del presente, senza però confondere il pubblico affezionato alla formula di MITO, ma piuttosto di esporre ogni spettatore a stimoli, provocazioni, riflessioni, idee in una progettualità che non sia soltanto intrattenimento colto. Si tratta di una proposta di festival più in linea con i tempi, che intende segnare il passaggio da uno stato solido a uno liquido (o forse gassoso), che ogni spettatore possa respirare per ossigenare il proprio spirito. Rispetto alle edizioni precedenti, il Festival propone un numero minore di eventi fortemente diversificati fra le due città per mettere in moto gli spettatori e creare una sorta di “pubblico di MITO” attraverso uno scambio più stretto tra Milano e Torino.

“Che impresa!” è il progetto affidato a Stefano Massini,accompagnato da Emanuele Cisi, che ha scelto due storiche aziende di Torino e di Milano per proporre una riflessione su quale impatto queste abbiano avuto e continuino ad avere sulla città e sui cittadini. Sono la Martini & Rossi e la Campari.

Non è questa l’unica novità del Festival MITOSettembre Musica 2024. “Musica su due piedi” vedrà il tifoso di calcio seduto accanto all’appassionato di musica, per creare un cortocircuito tra la dimensione sportiva e quella della musica contemporanea. Protagoniste due leggendarie squadre di calcio, il Torino e il Milan. Vi sarà poi un omaggio al grande compositore nativo di Lucca, nel centesimo anniversario della scomparsa con “Puccini, la musica e il mondo”. Tre iconcerti che si terranno in piazza San Carlo a Torino. A inaugurare il Festival la Nona Sinfonia di Beethoven interpretata dai complessi del Teatro Regio diretti dal giovane Michele Spotti. Ludovico Einaudi e i 100 cellos di Giovanni Sollima, insieme a Enrico Melozzi, saranno i protagonisti delle altre due serate. Un rilievo particolare nella programmazione è dato proprio ai giovani interpreti italiani, molti già affermati a livello internazionale , sollecitati in proposte musicali inconsuete e spesso aperte alla lingua del presente. Con loro e grazie a loro si metteranno in moto i diversi eventi futuri del Festival, finalizzati a un’apertura nuova e radiosa al futuro.

MITO nasce dal gemellaggio culturale tra Milano e Torino, avvenuto nel 2007, grazie all’astensione della prestigiosa esperienza torinese del Festival Settembre Musica. Nel mese di settembre, le due città diventano una grandissima platea ricca di un’offerta musicale che invade piazze, teatri, auditorium, cortili e chiese a prezzi accessibili.

Il Festival si pone infatti come avanguardia nei processi di integrazione tra le due città e come esempio di vitalità culturale.

Info: MITO Settembre Musica – Tel: 011 01124703

Sito: www.mitosettembremusica.it

 

Mara Martellotta