Ricordo quanto ero confusa quando una cara amica, vedendomi fare il famoso gesto della mano di pigna o tulipano, mi disse: “Amore, sei già una vera italiana”.
In quel momento non capivo nemmeno cosa volesse dire. Succede che sono tanti i gesti, le parole, i cibi e le abitudini che noi argentini abbiamo preso come parte della nostra cultura, ma che in realtà abbiamo ereditato dalla comunità italiana. Anche se non vorrei cadere nel cliché di riferirmi automaticamente al cibo italiano, mi vengono subito in mente mia nonna e la sua bagna cauda a quella tavola enorme con tutta la famiglia presente, come piace a lei. Così faceva sua nonna ma anche tanti suoi vicini e amici, ognuno con una piccola variazione a seconda della regione dell’Argentina in cui si trova. La “pizza di buenos aires”, il “vitel toné” e il ”turron” (torrone) . Con le sue varianti, protagonisti delle tavole di Natale e della festa del 25 in cui si continua a mangiare tutto il giorno. Si finisce sempre per bere un amaro, tradizione che molti amici piemontesi mantengono quando vado a mangiare fuori con loro.
Succede che gli italiani ci hanno lasciato in eredità non solo la gastronomia, ma anche il culto, la festa che si fa attorno al cibo. Anzi , i nostri nonni si sono presi la responsabilità di spiegarci il motivo, di renderci più grati e di non dimenticare la storia. Tornando sull’argomento precedente, trovo interessante approfondire l’impatto che ha avuto la lingua italiana parlata e i suoi gesti, proprio come ha modificato la nostra lingua. É il caso del Lunfardo ( proveniente dall’italiano parlato in Lombardia)e del Cocoliche (una fusione tra lo spagnolo e i dialetti parlati dagli immigrati del nord e del sud) usati ancora oggi nel linguaggio colloquiale.
Anche le espressioni artistiche come la musica e l’architettura portate dagli immigrati hanno lasciato il segno. Vale la pena ricordare che all’inizio del 1917, durante il mandato dell’ex presidente Yrigoyen, l’insegnamento dell’italiano fu decretato come obbligatorio negli ultimi due anni delle scuole superiori.
È grazie a quella ricettività da parte di entrambi gli Stati e alla componente storica, certamente, che oggi entrambi i paesi hanno tali relazioni bilaterali e un legame fraterno.
Bernardita Feldman