IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / L’anno scolastico è finito, o meglio, è formalmente finito in giugno , ma è stato interrotto di fatto dal contagio del Coronavirus. Per mesi le scuole sono rimaste chiuse e si è cercato di supplire con la didattica a distanza per la quale la maggioranza dei docenti non era pronta e meno che mai erano pronti gli allievi che in un numero significativo soprattutto al Sud non possedevano un pc o un tablet di cui disporre.
Se fossero possibili delle verifiche serie, si vedrebbe che le la didattica a distanza è stata insufficiente e discontinua , in ogni caso incapace di stabilire un rapporto adeguato tra discente e docente. Forse la questa grave crisi ad uscirne con le ossa massacrate è in particolare proprio la scuola . Una cosa paragonabile al ‘68 i cui danni si sono prolungati per cinquant’anni, come predisse Renzo De Felice. Ad una settimana dagli Esami di Maturità non è ancora chiaro come si debbano svolgere, ma soprattutto non si sa come riprendere la scuola a settembre. La follia delle gabbie in plexiglass nelle aule sembra essere tramontata, ma le distanze di sicurezza restano un problema che va affrontato. .Scrivere a quaglieni@gmail.com
La manifestazione antirazzista che si è tenuta quasi nel rispetto delle norme no Covid in piazza Castello, forse non merita la macchia che le attribuisce il giornale. Se fossi stato a Torino, sarei intervenuto anch’io perché il razzismo di ogni tipo va sempre condannato.
Ora ancora più vivo nel volume scritto da Sarah Scaparone ‘Un storia di cibo al giorno. Diario di una quarantena solidale”
Cibo e solidarietà possono costituire un binomio assolutamente indissolubile, tanto più attuale nel periodo che ci siamo appena lasciati alle spalle, quello dell’emergenza da Covid 19. E possono diventare anche un momento di condivisione e riflessione letteraria, attraverso un libro come quello intitolato “Una storia di cibo al giorno. Diario di una quarantena solidale”.
delle iniziative raggruppate sotto l’incipit “IL CAAT HA UN CUORE GRANDE”, la donazione di oltre tre quintali di prodotti ortofrutticoli freschi a favore dei Frati Minori Piemonte Onlus, che offrono ogni giorno centinaia di pasti ai senza fissa dimora e poveri presenti sul territorio urbano torinese. Ed ha partecipato all’iniziativa Torino Solidale, che rappresenta la rete di solidarietà messa in atto dal Comune di Torino per le fasce più in difficoltà dal punto di vista economico in epoca di emergenza sanitaria da Covid 19.
di una decisione clamorosa del tutto “ad personam”, si potrebbe dire con un linguaggio del recente passato. Di norma gli statuti si rispettano o si cambiano perché si rivelano inadeguati al di là delle persone. Può essere discutibile che uno statuto preveda dei limiti di mandato, ma chi lo scrisse e lo approvò avrà avuto qualche valido motivo per stabilire i due mandati. Chi ha fatto bene, di norma, va confermato, anche se lo statuto del Museo si rivelava oggi inconsapevolmente del tutto in linea con i due mandati tanto cari ai grillini. Ma a ribadirlo e’ rimasta solo la capo gruppo dei 5 Stelle in Comune. Si pone una domanda d’obbligo: se invece della Christillin ci fosse stato un altro presidente, cosa sarebbe accaduto? Una mia cara amica che ricopre ruoli di vertice nell’ambito della cultura italiana mi ha scritto di dubitare che se non ci fosse stato “uno di famiglia”, il trattamento di favore sarebbe stato concesso così facilmente. Sembra che circoli anche la notizia che la signora Christillin possa essere una candidata sindaco di Torino per il 2021. Vedremo nei prossimi mesi cosa succederà, ma sicuramente è un’ipotesi che non si può escludere. Lei dichiarò una volta ai giornali che avrebbe aiutato ad attaccare i francobolli per la campagna elettorale del Sindaco Chiamparino. Di strada da allora ne ha fatta tanta e potrebbe adesso ambire a sedersi lei stessa sulla poltrona più alta di Palazzo civico e, magari, tra dieci anni ottenere la deroga al limite di mandato per ricandidarsi una terza volta a furor di popolo come sindaca.