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Trasporto disabili, avviato il confronto

I RISULTATI DEL PRIMO TAVOLO  TRA 5T E LA  CONSULTA PER LE PERSONE IN DIFFICOLTÀ E IL COMITATO PER LA GARANZIA DEL TRASPORTO  SCOLASTICO DISABILI  

A seguito delle proteste della settimana scorsa in cui i genitori degli alunni con disabilità hanno consegnato  ai vertici della 5T, società partecipata addetta al trasporto disabili, una serie di pacchi con le foto e  i nomi dei propri figli, si è svolto venerdì 22 ottobre presso la loro sede di via Bertola 34 a Torino un  primo tavolo di confronto per affrontare le gravi criticità emerse durante la ripresa del servizio in  concomitanza con l’inizio del nuovo anno scolastico. Pur apprezzando la disponibilità dimostrata in questa occasione da 5T, i disservizi oggetto dell’incontro continuano a essere un problema quotidiano viste le numerose segnalazioni che senza sosta arrivano all’indirizzo del Comitato per la Garanzia del Trasporto Scolastico Disabili Torino. È notizia di lunedì un mancato passaggio e il centralino che non ha risposto alle chiamate degli utenti.

Tra i punti centrali di cui si è discusso durante l’incontro c’è stato la richiesta avanzata dai rappresentanti dei genitori di rendere più precisi gli orari di entrata e di ingresso a scuola che devono  assolutamente rispettare gli orari di frequenza scolastica di ciascun utente, al fine di garantire l’effettivo diritto allo studio. La mancanza di affidabilità degli orari che ha comportato notevoli disagi a tutti gli studenti e alle rispettive famiglie secondo 5T è da attribuire alla provvisorietà degli orari dei 110 istituti scolastici e all’inserimento di 30 nuovi studenti, ma specialmente su questo aspetto la sensazione è che in realtà ci sia una certa impreparazione da parte della società nel gestire il  servizio richiesto a causa della totale inesperienza e della mancata analisi preventiva dei bisogni  degli utenti.

Ad oggi inoltre i mezzi a disposizione non risultano assolutamente sufficienti, soprattutto a fronte dell’inserimento dei 30 nuovi studenti.

Tale mancanza di mezzi sta creando molteplici problemi, causando da una parte una riduzione dei tempi di frequenza scolastica di molti utenti rispetto agli orari richiesti dalle scuole, dall’altra tempi di percorrenza irragionevolmente lunghi in proporzione alle distanze effettive, considerando inoltre le disabilità degli utenti del servizio. I rappresentanti dei genitori hanno quindi richiesto alla 5T di provvedere immediatamente ad un confronto con l’Amministrazione Comunale al fine di esplicitare tale necessità e chiedere un numero maggiore di mezzi messi a disposizione per il servizio, nel rispetto di quanto previsto nel relativo contratto di appalto.

Su questo versante anche se ci sono possibilità di trattativa con 5T, c’è ancora tantissimo lavoro da  fare tant’è che nell’elenco delle richieste dei genitori si segnala soprattutto l’urgenza di una  maggiore comunicazione con 5T durante lo svolgimento del trasporto stesso visto che sino ad oggi  di fatto la comunicazione tramite il call center è risultata profondamente deficitaria.

Il bilancio dell’incontro è affidato a Luisa Albano, uno dei genitori presenti: “Il primo punto da  difendere per noi è che l’orario di scuola non è negoziabile, quindi i ragazzi devono entrare secondo  gli orari previsti dalla scuola, non dieci minuti prima, non dieci minuti dopo;  di questo problema anche 5T ha preso coscienza e quindi provvederà a modificare gli orari, chiedendo la collaborazione del  vettore per riuscire a ottimizzare il servizio al meglio. Abbiamo chiesto inoltre in che tempi tutto ciò  sarebbe accaduto, ma non hanno saputo rispondere. Hanno promesso una nuova riorganizzazione del call center in modo che ci sia sempre la possibilità  di contattarli per sapere dove si trovi il bambino e conoscere variazioni o disdette rispetto al  programma. Creeranno una linea dedicata per le scuole e vogliono sperimentare un nuovo modo di  comunicazione diretto con i genitori tramite la creazione di un canale Telegram per cui diventerà  prioritario rispondere alle richieste immediate delle famiglie. Si sono presi anche l’impegno di  contattare tutti gli utenti attraverso un sondaggio per capire meglio le esigenze di ogni singolo  ragazzo – quindi chi non può stare tanto su un pulmino o chi ha delle esigenze particolari – oltre a  darsi un appuntamento quindicinale con i genitori per fare il punto della situazione sul servizio”.  

Le note dolenti secondo l’Avv. Leda Pascale, un altro genitore presente sono che “usciamo da questo confronto senza  avere alcuna data rispetto alla quale verranno risolte le problematiche che abbiamo sollevato e abbiamo solo una scadenza quindicinale per eventuale aggiornamenti. Non abbiamo ancora contezza di quanti siano i mezzi dati in dotazione alla 5T e quanti siano effettivamente su strada per tale servizio, e se tale numero coincida con quanto previsto dall’appalto assegnato. La 5T ha dichiarato che andrà a chiedere ulteriori mezzi al Comune, ma quando lo farà realmente? Abbiamo ulteriormente richiesto che vengano rivisti i tempi di percorrenza e i percorsi delle linee attualmente gestiti tramite un software perché è necessario che ci sia l’intervento umano in quanto non sono gestibili altrimenti in base alle patologie, alle difficoltà e anche alle distanze rispetto alla scuola. Sarà prevista, ma siamo sempre nell’ambito dei piani futuri, una sorta di carta di identità del bambino per capire ed agevolare le caratteristiche di ogni utente e quindi cercare di ottimizzare il servizio anche a livello di accompagnatori piuttosto che degli autisti nella serenità e del rispetto dei bambini”.  

 

“La Consulta per le Persone in difficoltà – ha dichiarato poi il Direttore Giovanni Ferrero – vigilerà affinché tutti i punti indicati come prioritari durante il recente tavolo di confronto siano rispettati da 5T nella loro risoluzione ed eserciterà una funzione di controllo costante su tutti i soggetti che devono garantire il diritto allo studio agli alunni con disabilità, a partire dal tema essenziale della loro cura e trasporto. Accogliamo con favore la volontà di 5T di porre rimedio nel più breve tempo possibile alle inefficienze riscontrate, ma in ogni caso saremo sempre presenti al fianco delle  famiglie del Comitato per la Garanzia del Trasporto Scolastico Disabili Torino in tutti i futuri confronti  messi in programma per dare aggiornamenti e continuare a migliorare il servizio di 5T al fine di  portare il servizio di trasporto disabili al più alto livello di efficienza possibile”.   

In conclusione i rappresentati delle famiglie del Comitato per la Garanzia del Trasporto Scolastico  Disabili Torino dichiarano che “non è più tollerabile una situazione di grave disagio come quella  verificatasi nell’ultimo mese e, ribadendo la necessità di una profonda e rapida revisione del  servizio, chiedono che vengano messi in campo nel breve periodo tutte le necessarie modifiche per  rendere effettivamente rispettato e tutelato il diritto allo studio dei propri figli, dal momento che il  servizio è ormai operativo da più di un mese”.  

L’appuntamento per il prossimo confronto sarà venerdì 6 novembre.

 

Tv ma soprattutto servizi online: il boom con la pandemia

In media gli italiani trascorrono tre ore e 23 minuti per la fruizione di contenuti online, insieme alla televisione diventano 8

Sarebbero all’incirca 8 le ore che gli italiani hanno trascorso ogni giorno, nel periodo della pandemia, davanti a televisione, videogiochi e servizi streaming di musica e video. Prima dell’insorgere del Covid-19, il dato era di cinque ore e 30 minuti, ovvero il 43% in meno.

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Fondazione CRT apre il primo “cantiere” per la formazione gratuita di leadership

Al via “Talenti per la Comunità”, un progetto pioneristico in Italia per laureati ad alto potenziale

 

 La Fondazione CRT apre il primo “cantiere” nazionale per la formazione gratuita di nuove leadership, con l’apporto scientifico, unico in Italia, della Scuola di Politica “Vivere nella Comunità” fondata da Pellegrino Capaldo, Sabino Cassese e Marcello Presicci.

 

Questo pionieristico progetto si chiama “Talenti per la Comunità: costruire nuove leadership”, e offrirà a giovani laureati under 36 – da selezionare su scala nazionale tramite bando – gli strumenti, le conoscenze e le competenze per promuovere e gestire processi di crescita sociale, civile, economica, culturale sui territori.

 

“Talenti per la Comunità” trae origine da una delle dieci idee per un futuro più sostenibile, inclusivo e orientato alla creazione di valore sociale, emerse dagli “Stati Generali” della Fondazione CRT: il lungo percorso di ascolto-partecipato con il coinvolgimento di un migliaio di stakeholder nel Nord Ovest, tra Sindaci, rappresentanti di istituzioni e fondazioni, opinion leader, protagonisti del mondo della cultura, delle Università, dell’economia, del terzo settore, del volontariato, della ricerca, dell’innovazione.

 

In un’epoca come quella attuale, caratterizzata dal venir meno dei luoghi tradizionali di costruzione delle future classi dirigenti, offrire nuovi modelli di leadership basati su idealità condivise, sul merito e sul talento è un contributo fondamentale non solo per l’innovazione sociale e territoriale, ma per la stessa vita democratica. Questa nuova sfida nel trentennale della Fondazione CRT è un ulteriore investimento nel capitale umano, la risorsa che, prima e più di ogni altra, alimenta il cambiamento attorno al bene comune”, afferma il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia.

 

Coltiviamo il primo nucleo della next generation dei civil servants: giovani ad alto potenziale in termini di passione civile, conoscenze e competenze, pronti a contribuire all’empowerment del Paese in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, il Green Deal europeo e il PNRR italiano”, dichiara il Segretario Generale della Fondazione CRT Massimo Lapucci.

 

“Talenti per la Comunità” è realizzato in collaborazione con il “Consorzio Aaster” guidato dal sociologo Aldo Bonomi, il “Cottino Social Impact Campus” e il Consorzio sociale “Il filo da tessere”.

 

Il corso multidisciplinare mixerà lezioni in presenza e a distanza, con workshop, approfondimenti di case histories e attività sul campo. Saranno formate figure con una visione internazionale, capaci di progettare, coordinare e mobilitare risorse, a partire da quelle europee, valutare la sostenibilità e l’impatto degli interventi, anche attraverso la leva dei Big Data, comunicare i territori, accompagnare la digital transformation.

 

Ulteriori informazioni sul sito www.fondazionecrt.it

La Regione: “Duplicati i fondi per i più fragili”

FAMIGLIA, L’ASSESSORE CAUCINO: «LA REGIONE NON LASCIA, MA “RADDOPPIA”. 

 

Maxi intervento a favore dei nuclei famigliari piemontesi. Anche grazie alle risorse statali, via libera a 2 milioni e 290mila euro a disposizione dei 44 centri sparsi su tutto il Piemonte e per i 48 Enti gestori, per sostenere i più fragili. E con un accordo con Comune di Torino e San Vincenzo, la Regione sosterrà il call center h24 dedicato alle mamme con bambini. 

Il sostegno alle famiglie. Concreto, tangibile. Soprattutto a quelle più fragili, spesso «invisibili». L’assessore regionale al Welfare, Chiara Caucino, ci crede molto e ha voluto approfittare dell’aumento dei fondi statali per le politiche per la famiglia per rilanciare, proporzionalmente, altrettanto con le risorse regionali: complessivamente arriveranno 2 milioni e 290 mila euro di cui 1 milione e 840 mila da Roma e 455mila dalla Regione. Lo scorso anno la somma era stata ben più contenuta, con un contributo statale di 861,600 euro e 281mila euro da piazza Castello.

Le risorse, come deciso dalla giunta su proposta di Caucinoverranno impiegate su tre fronti: il primo riguarda i 44 centri per le famiglie sparsi per tutto il Piemonte (vedi allegato, con l’elenco dei Centri). Si tratta di servizi istituiti dalla Regione per affiancare le famiglie nel loro ruolo educativo, sociale e di cura in tutti i passaggi evolutivi del ciclo di vita, sostenendo in particolare la genitorialità a fronte di eventi critici inaspettati. I Centri per le famiglie sono realizzati dai Comuni, in raccordo con i consultori familiari, con lo scopo di fornire informazioni e favorire iniziative sociali di mutuo aiuto, in collegamento e raccordo con gli enti gestori delle funzioni socio-assistenziali. Tali strutture forniscono informazioni, consulenza e servizi, per sostenere le famiglie, sia nella formulazione del proprio fabbisogno, sia nella ricerca della risposta più adeguata, attraverso la rete dei servizi territoriali.

Ma la novità, voluta esplicitamente da Caucino, è che quest’anno partirà un progetto in tutta la Regione per allestire centri sostegno aggiuntivo per famiglie con figli 0-6 anni. Non solo: verrà realizzata una carta che illustrerà – relativamente a quella fascia di età – tutti i servizi disponibili per i bimbi sul proprio territorio di appartenenza.

Il secondo filone di intervento riguarda, invece, un tema molto delicato e sentito: il sostegno a chi ha adottato minori sopra i 12 anni o con disabilità comprovata. Si tratta – il Piemonte è l’unica Regione in Italia ad averlo fatto – di circa 100 ragazzi che sono già stati analizzati e schedati in modo da rendere più efficace e mirato il sostegno. Il servizio sarà somministrato dai 48 Enti gestori piemontesi. (in questo link la è possibile consultare l’elenco di ogni Asl e provincia: http://www.regione.piemonte.it/cgi-bin/polsoc/ricerca/enti/index.cgi )

Due le novità introdotte quest’anno: sostegno a interventi per famiglie con figli adolescenti in accompagnamento e implementazione e abbellimento dei luoghi che accolgono gli incontri tra genitori e figli in spazio neutro per far sì che il «bello» contribuisca al benessere psicofisico e sociale di ragazzi e famiglie.

La terza iniziativa – non meno importante – è l’intervento, in forma di sostegno economico, a favore del call center (in collaborazione con i Gruppi di volontariato vincenziano e con il Comune di Torino) dedicato alle mamme con figli che hanno bisogno di un sostegno, anche immediato. Tanto che il servizio è attivo 24 ore su 24. Si tratta di realtà molto delicate, donne per lo più sole, senza una rete di sostegno e di solidarietà che spesso necessitano di un supporto nella gestione del proprio bambino.

«Il sostegno alle famiglie, in particolare quelle più fragili – spiega l’assessore regionale al Welfare, Chiara Caucino – è sempre stato al centro della mia azione politica, così come quello alla genitorialità. Per questo sono estremamente orgogliosa del risultato ottenuto con questa delibera appena approvata, che viene incontro a chi ha davvero bisogno di una mano concreta. Penso alle tante mamme in difficoltà, penso a chi ha subito le gravi conseguenze, economiche, psicologiche e anche sociali della pandemia da Covid19 e che oggi meritano di essere sostenute con ogni mezzo a disposizione. Ebbene queste famiglie sappiano che nonostante le enormi difficoltà che stiamo vivendo e che vivremo la Regione sarà sempre al loro fianco, per aiutarle e sostenerle con pragmatismo e concretezza».

Inclusività e partecipazione culturale Prende il via a Torino Museo Fuori!

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Un laboratorio multiculturale per un dialogo tra il museo e la città

18 professionisti, 3 squadre, 2 musei e 9 giorni di ideazione, creazione e progettazione. L’obiettivo: immaginare e realizzare nuovi dispositivi di mediazione culturale e interculturale, che favoriscano l’integrazione sociale.

 

Una maratona creativa alla scoperta dei luoghi della cultura che restituisce le collezioni museali alla cittadinanza per promuovere la partecipazione culturale e l’integrazione civica. È il principio alla base di Museo Fuori! Laboratorio multiculturale per un dialogo tra il museo e la città, evento nato dalla collaborazione tra Generazione PonteMuseomix Italia e BAM! Strategie Culturali nell’ambito del progetto Ritorno al Futuro, sostenuto dal bando CIVICA 2019 della Compagnia di San Paolo.

In programma a Torino dal 16 al 24 ottobre, questo speciale format coinvolgerà 18 partecipanti con diverse competenze (dalla mediazione culturale al content creator, dalla programmazione al design e al making) che, divisi in tre squadre, avranno l’obiettivo di ideare, mettere a punto e presentare al pubblico il “prototipo”, uno strumento mediazione – digitale o fisico – che porti le collezioni museali fuori dalle mura, confrontandosi sui temi proposti dai musei e dalle organizzazioni culturali coinvolte. Il punto di partenza saranno le collezioni di due importanti musei torinesi: il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano e il Museo di Arti Decorative – Fondazione Accorsi-Ometto. I temi su cui lavorare ad esempio proporranno gli oggetti delle collezioni museali come ponti tra culture diverse e faranno riflettere sulla storia dell’uomo, dei luoghi, sulle conquiste e lo sviluppo della società come frutto di una coralità che oggi è importante ricreare.

Al via la terza edizione di EcommerceWeek

Una settimana di corsi e dibattiti sulle ultime novità dell’ecosistema e-commerce e retail

Dal 18 al 22 ottobre 2021 cinque giorni di corsi, plenarie e workshop dedicati ai mutamenti del mondo ecommerce, omnichannel e new retail

Organizzata dall’e-commerce agency torinese, Jusan Network, prende il via in formato digitale la terza edizione di Ecommerce Week, una settimana di apprendimento digitale rivolta al commercio online e offline.Ceo, manager, esperti di comunicazione, retail, omnichannel, social media, storytelling, infrastrutture, ricercatori e giornalisti si ritrovano per analizzare le nuove dinamiche di mercato, come è cambiato il consumatore, le nuove abitudini di acquisto, il prossimo futuro della vendita nei settori fashion, luxury, beauty, automotive, food&grocery, tech.
Il focus della cinque giorni sarà Tech&Humans, uno studio sul rapporto che lega imprescindibilmente la tecnologia con gli esseri umani e come il digitale impatta sul qualsiasi tipo di azienda e di business. Oggi la connessione è più rilevante che mai.L’asset più importante per qualsiasi attività e impresa sono le persone e la tecnologia. Potenziare il processo di trasformazione digitale e comprendere i benefici dell’innovazione sono fattori determinanti nelle nuove modalità operative delle imprese. La tecnologia è un facilitatore che affianca l’essere umano – afferma Samuele Camatari, CEO Jusan Network e Newesis, organizzatore dell’evento. L’intelligenza artificiale o meglio l’intelligenza aumentata, machine learning non vanno a sostituire l’essere umano ma aiutano a costruire nuovi modelli di business, nuove applicazioni e nuove attività intorno alle persone. EcommerceWeek dedica la sua terza edizione proprio al rapporto tra tecnologia e gli esseri umani sapendo che il freno dello sviluppo economico in Italia è il mindset digitale.

Ecommerce Week propone un viaggio formativo di cinque giorni (18-22 ottobre) completamente gratuito per tutti gli imprenditori, commercianti e chiunque abbia voglia di imparare a destreggiarsi nelle vie labirintiche del mondo dell’e-commerce e retail fisico. L’evento sarà presentato unicamente online tramite la piattaforma di streaming Novares.live, alla quale si accede dal sito ufficiale dell’evento.
Stiamo vivendo una rivoluzione globale e un boom dell’e-commerce. A livello mondo stiamo assistendo ad una veloce trasformazione delle abitudini e dei comportamenti dei consumatori, degli stili di vita. Durante la 3° Edizione di EcommerceWeek vedremo l’impatto del Covid sulla domanda di beni e servizi, il ruolo della tecnologia, l’impatto dei cambiamenti sul consumatore, sulla produzione, sulla vendita, il ruolo dei negozi fisici e come cambia il rapporto e la relazione con l’utente finale.
Affronteremo il tema dell’economia digitale, del carattere di inclusività che la tecnologia deve avere, di come migliorare le connessioni sul territorio nazionale e a livello mondo, di come creare servizi digitali sicuri e veloci, dell’importanza della cybersecurity per proteggere i servizi online e i dati, del ruolo fondamentale della digitalizzazione e dei processi di innovazione che debbano rispettare un’etica è mettere al centro l’essere umano.

La prossima normalità sarà vendere in tutto il mondo e dalle ultime indagini di mercato è chiaro che lo shopping etico è destinato a diventare una preoccupazione per consumatori, produttori e rivenditori. Il 56% degli italiani non comprerebbe più da un brand non etico e pagherebbe +25% un prodotto etico; quindi, è giunto il momento per tutti i rivenditori di guidare i processi di vendita in materia di etica partendo dalla catena di approvvigionamento. Ed è il tempo che le aziende anticipino le nuove tendenze esplorando nuove iniziative commerciali.
Dal 18 al 22 ottobre durante la terza Edizione di EcommerceWeek verranno presentate le aspettative dei consumatori, le grandi opportunità di crescita per i brand, i giusti approcci digitali che le aziende (produttori e rivenditori) possono sfruttare per connettersi con il consumatore moderno rendendo più facile l’interazione e più duratura la loro relazione. Potremo scoprire come ottimizzare l’espansione internazionale, come promuovere nuovi prodotti, come diversificare i canali di vendita, come attrare un nuovo pubblico sfruttando la comunicazione e i canali social, e quali nuove funzionalità per creare nuove esperienze utente proficue e coinvolgenti. Ecommerce Week risponde a questo forte cambiamento promuovendo l’innovazione e l’imprenditorialità, il dialogo tra le aziende e i consumatori, considerando fondamentale l’uguaglianza, la prossimità e l’inclusività. Non bastano solo competenze tecniche, ma serve una visione globale, servono soluzioni tattiche e d’impatto, che reinventino l’esperienza del consumatore, anticipi le prossime tendenze per andare oltre ciò che è possibile.

Dati, numeri, case study, novità, esempi pratici e consigli su trasformazione digitale, multicanalità, innovazioni marketing, big data, AI, pagamenti, verranno esposti nella cinque giorni ricca di corsi e workshop da rappresentanti di colossi tra cui: Lacoste, Maserati, Samsung, Vodafone, Acqua di Parma, Collistar, Moschino (AEFFE Group), Stella McCartney, L’Oréal, Al Tayer. Presenti enti e istituzioni come: Camera di Commercio Torino, Regione Piemonte, CC Unione Industriale Torino, Assintel.
Presenti influencer e rappresentanti dei più noti e in voga social network come: Twitter, TikTok.
Ecommerce Week è divenuto il più importante Virtual Ecommerce Summit in Italia. A dimostrarlo sono i numeri di EcommerceWeek, che ad oggi conta: 2 Edizioni, 14 giornate di formazione gratuita, 52 corsi erogati, 65 Brand coinvolti, 60 Relatori, 50.000 persone formate durante le 2 edizioni, 320.000 visualizzazioni dei corsi.
JUSAN NETWORK Da quasi vent’anni, Jusan Network, organizzatrice dell’evento, opera nel mondo dello sviluppo e-commerce, comunicazione, marketing e social media.
Jusan Network lavora a supporto delle grandi e piccole aziende nei settori B2B e B2C, per grandi istituzioni ed enti governativi sia italiani che internazionali. All’avanguardia in tutto ciò che pertiene al mondo digitale, Jusan è promotrice di diverse iniziative volte a favorire la diffusione della cultura del commercio elettronico in Italia, tra cui EcommerceDay, EcommerceTalk, EcommerceGuru, EcommerceCommunity.

 

Website: ecommerceweek.it
Mail: ecommerceweek@jusan.it
Facebook: facebook.com/JusanNetwork
Instagram: instagram.com/ecommerceguru.it/
Twitter: twitter.com/ecommerceguruit/
#EcommerceWeek

Intervengono a EcommerceWeek :
Richard Simonin – Vice Chairman Of The Board – Al Tayer Group (da Dubai)
Annachiara Favretto – Senior Director of Controlling for North and Central America – Lacoste (da USA)
Samuele Camatari – Founder e CEO Jusan & Newesis, Docente e Formatore
Elisa Weltert – Brand Manager Maserati
Rauno De Pasquale – CTO – Newesis
Luca Buratti – eBusiness & CMR Manager – Acqua di Parma
Rauno De Pasquale – CTO – Newesis
Donato Di Nella – Head of Corporate Sales – Vodafone
Francesco Vallone – International Business Development Manager – Bolton Group, Collistar
Enrico Del Bolgia – HR Director Consumer Product Division – L’Oréal
Gionata Galdenzi – Ecommerce Manager – AEFFE Group (Alberta Ferretti, Pollini, Moschino, Philosophy di Lorenzo Serafini, Custo Barcelona)
Francesco Del Bosco – Head of Global Ecommerce & Omnichannel – Santoni
Marco Boccalini – World Ecommerce Manager – Mr&Mrs
Simone Tomassetti – Strategic Partnership Southen Europe, Benelux e Scandinavia – Twitter
Maurizio Pimpinella – Presidente – A.P.S.P
Conte Besostri Grimaldi di Bellino Pietro Carlo– CEO & Founder – Azienda Agricola Conte Besostri
Francesca Bardelli – Responsabile della comunicazione web USA e Russia – Nonino
Giuseppe Giglio – CEO – Giglio.com
Antonio De Carolis – Presidente – Club Dirigenti Vendite & Marketing
Laura Martini – Marketing & Business Development Director – Leasys
Federica Cascia – Brand, Marketing & CX Strategy Lead – Samsung (da USA)
Nicola Cavalleri – Digital Manager – Dolce Gabbana
Luca Peyron – Teologo, autore, docente – Università Cattolica
Paolo Baracchino – Head of Sales – Blumarine – Blufin
Daniele Valle – Vicepresidente Commissione Cultura – Consiglio Regionale del Piemonte
Manuela Vellone – Pay & Reward Co-Ordinator Europe – Stella McCartney
Sergio Rosso – Presidente – Asili Notturni Umberto I
Chen Ming – Presidente – ANGI
Giancarlo Banchieri – Membro del Consiglio e della Giunta – Camera di Commercio di Torino
Ester Liquori – Founder & CEO – You are My Guide
Alessandro Donadio – HR Innovation Leader – EY
Jayant Narayan – Manager, Global Al Action Alliance – World Economic Forum
Giuseppina Violante – Vice President Emea Portfolio & Business Growth Luxury Coty Italia – Coty

 

Conferenza Ucid: filantropia, innovazione e impatto sociale. Ospite d’eccezione la Fondazione Cottino

Si parlerà di filantropia, di innovazione e di impatto sociale nel corso della conferenza promossa dalla sezione torinese dell’UCID il 18 ottobre prossimo. Ospite d’eccezione la Fondazione Cottino

La sezione di Torino dell’UCID , gruppo Interregionale Piemonte e Valle d’Aosta, promuove un incontro in programma lunedì 18 ottobre prossimo, alle 20.45, dal titolo “Dalla filantropia all’innovazione sino all’impatto sociale: insieme sulla strada verso un futuro migliore”. L’incontro si terrà nel Salotto delle Idee in corso Palestro 14, a Torino,
Si tratta di un’occasione di dialogo con la Fondazione Cottino, in cui intervengono Cristina Di Bari, vicepresidente della Fondazione stessa, e Giuseppe Dell’Erba, direttore generale. A moderare l’incontro sarà Marco Lazzarino, vicepresidente della sezione di Torino dell’Ucid.
La Fondazione Cottino crea e promuove la passione e l’azione imprenditoriale, diffondendo la conoscenza e le nuove frontiere del sapere. L’ingegner Giovanni Cottino, il suo fondatore, classe 1927, è stato premiato Torinese dell’anno 2020 dalla Camera di Commercio di Torino, che ha riconosciuto non soltanto il ruolo primario rivestito dalla Fondazione omonima nell’innovazione sociale e nella ricerca, ma ha anche voluto premiare la sua personalità e la sua capacità imprenditoriale, rivestendo egli stesso un ruolo centrale nell’innovazione sociale torinese.
La Fondazione Cottino, nata nel 2002, si è anche distinta in attività e impiego di risorse in ambito dell’education, attraverso il progetto “Cottino Impact Campus”, iniziativa capace di ben interpretare l’anima della Fondazione, con l’obiettivo di promuovere cultura e impatto, creando accademici e innovatori a livello nazionale e internazionale in grado di ideare nuove visioni del mondo più giuste e sostenibili.
Un’altra significativa iniziativa di solidarietà promossa dalla Fondazione Cottino è stata quella di intervenire nel periodo dell’emergenza pandemica, attraverso l’attivazione di un network filantropico e imprenditoriale sul territorio piemontese, volto all’acquisto di beni di prima necessità a condizioni economiche di favore, quali pasta, riso, farina, uova, caffè in scatola, affiancando a tali prodotti anche quelli a sostegno dell’igiene e della casa, per cercare di arginare nuove povertà he l’emergenza pandemica ha creato nel territorio urbano. Questa iniziativa ha fatto parte del più ampio progetto di “Torino Solidale”.

Mara Martellotta

Fondazione per la Ricerca sul Cancro: nel 2020 sono stati destinati all’Istituto di Candiolo oltre 18 milioni di euro

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Presentato il Bilancio Sociale e di Sostenibilità dal Presidente Allegra Agnelli: “Nel 2021 abbiamo tagliato il traguardo dei 35 anni di attività e, nonostante l’emergenza Covid, non ci è mai mancato l’appoggio dei nostri sostenitori”.

In corso i lavori per un ulteriore importante ampliamento dell’Istituto.

La sfida epocale del Covid non ha frenato l’impegno della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro: nel 2020 sono stati destinati all’Istituto di Candiolo IRCSS per la ricerca e la cura oltre 18 milioni di euro. E’ quanto emerge dal Bilancio Sociale e di Sostenibilità che è stato presentato dal Presidente, Allegra Agnelli.

Hanno partecipato all’ evento – che si è svolto in modalità digitale all’ Istituto di Candiolo Irccs ed è stato trasmesso online sul sito de La Stampa e sulla pagine Facebook della Fondazione – esponenti delle istituzioni, della comunità scientifica, del mondo dell’ imprenditoria e della finanza: Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte, Ersilia Vaudo Scarpetta, Chief Diversity Officer e Special Advisor on Strategic Evolution dell’ Agenzia Spaziale Europea (ESA), Anna Sapino, Direttore Scientifico dell’ Istituto di Candiolo IRCCS, Giuseppe Banna, Responsabile Ricerca Clinica e Traslazionale per i Tumori Toracici dell’ Istituto, Gianmarco Sala, Direttore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, Marco Lavazza, Vice Presidente di Lavazza, Marco Morganti, Responsabile Direzione Impact Intesa Sanpaolo, Julien Di Pace, Head of Jeep Brand Advertising, Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus. Ha moderato l’incontro il Direttore dell’HuffPost ed editorialista della Stampa, Mattia Feltri.

“Nel 2020 siamo stati chiamati a uno sforzo straordinario – ha detto Allegra Agnelli – siamo scesi in campo per supportare il sistema sanitario nella lotta contro il Covid-19, accogliendo pazienti oncologici da altre strutture sanitarie, abbiamo realizzato un laboratorio per l’analisi dei tamponi e nel 2021 siamo diventati hub per le vaccinazioni e centro di riferimento per il tracciamento delle varianti del virus. Nonostante tutto questo abbiamo garantito cure, trattamenti e destinato ingenti risorse alla ricerca sul cancro”.

“Nel giugno di quest’anno – ha aggiunto – la Fondazione ha compiuto 35 anni di attività, un grande traguardo raggiunto solo grazie a chi ci sostiene dal 1986 ad oggi. Questa storia è il nostro futuro: grazie ai nostri sostenitori stiamo realizzando l’Istituto di Candiolo di domani”.

Il Presidente Alberto Cirio ha lodato l’ Istituto di Candiolo per il contributo dato al contrasto alla pandemia e per il suo alto livello scientifico: “Il Covid ci ha insegnato – ha aggiunto – l’

importanza della ricerca, ma ha anche ha abbattuto i tabù contro la sanità privata. Da oggi bisogna pensare a un nuovo rapporto fra pubblico e privato”.

Il forte legame fra la Fondazione e il territorio è stato così sintetizzato dal Direttore Gianmarco Sala: “Nel 2020 la Fondazione ha raccolto complessivamente, tra donazioni dirette, 5×1000 ed eredità più di 23 milioni. Per ogni euro donato oltre 90 centesimi vengono destinati alla missione dell’Istituto. Un risultato importante, sottolineato dal sostegno che riceviamo: nel 2020, 47 mila donazioni direttee 254 mila persone che hanno scelto di destinare il loro 5×1000 a Candiolo. Poi ha ricordato che nel maggio scorso, nonostante la pandemia, sono iniziati i lavori “per mettere a disposizione di medici, ricercatori e, soprattutto, pazienti e loro familiari, nuovi spazi”. I primi interventi riguardano il nuovo servizio di Hospice “Monviso e laboratori per ospitare ricercatori clinici provenienti dalla più importanti strutture internazionali. A seguire sono previsti una Biobanca per conservare i tessuti in un’ottica di future terapie oncologiche personalizzate, la Protonterapia, avanzata forma di radioterapia, un Poliambulatorio e spazi dedicati alla formazione, alla didattica e a servizi di foresteria. L’obiettivo è curare sempre più persone e farlosempre meglio, ha concluso Sala.

Per quanto riguarda l’attività di ricerca, la Professoressa Anna Sapino ha ricordato i dati del 2020: 288 ricercatori impegnati in 37 laboratori e unità di ricerca, 231 lavori pubblicati, record di citazioni (10.392) sulle più importanti riviste scientifiche mondiali, con conseguente crescita dell’impact factor a 1.621,32 (è l’indice che misura l’impatto di una pubblicazione sulla comunità scientifica).

All’Istituto di Candiolo lavorano circa 800 persone, di cui 464 nell’attività di assistenza ospedaliera. Nel 2020 sono state erogate 1.314 mila prestazioni ambulatoriali e sono stati ricoverati 8.144 pazienti; oltre 1.100 sono stati sottoposti a trattamenti di radioterapia. Inoltre, erano attivi 154 protocolli e studi sperimentali. L’Istituto, nonostante la pandemia, ha mantenuto pressochè invariati i volumi di attività clinica e ha anche messo a disposizione di altre strutture ospedaliere (ASO San Luigi e Mauriziano, Ospedali di Rivoli, Pinerolo, Moncalieri, Chieri, Carmagnola) il proprio blocco operatorio per interventi chirurgici non procrastinabili su pazienti oncologici.

Il Bilancio Sociale e di Sostenibilità è stato realizzato in collaborazione con l’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Torino e con il Dipartimento di Management dell’Università degli Studi di Torino

Eutanasia, il valore della scelta referendaria

La raccolta di firme per il referendum sull’eutanasia ha registrato un primo, straordinario successo.

Il quesito, estremamente importante su un tema enormemente sensibile e per natura stessa divisivo, ha conquistato una parte del dibattito pubblico. Eppure, più che del merito, si sta discutendo soprattutto dei nuovi strumenti con cui da luglio è possibile raccogliere le sottoscrizioni. Il fatto di aver superato il milione di firme, doppiando largamente le 500 mila necessarie,  è di per se una notizia sulla quale riflettere anche se ( come nel caso della richiesta referendaria sulla cannabis) per il momento si parla più della necessità di riformare il sistema di consultazione piuttosto che del merito della questione sulla quale i cittadini saranno chiamati a pronunciarsi. Non che il tema sia secondario, tutt’altro, ma ci saranno altre occasioni per dibattere se e come rendere rivedere il meccanismo referendario, la soglia delle firme, le modalità di raccolta. Per quanto concerne il merito penso che siano maturi i tempi in cui si debba avere la libertà di decidere sulla propria morte. Firmando la richiesta referendaria in molti hanno fatto leva sulla consapevolezza che si tratta di una battaglia di civiltà e di libertà. Il testo prevede una parziale abrogazione dell’art. 579 del codice penale (omicidio del consenziente), che impedisce la realizzazione di ciò che comunemente si intende per “eutanasia attiva” (sul modello olandese o belga). Da qui discende la volontà di far riconoscere la piena libertà di autodeterminazione e di scelta della persona malata, affinché possa decidere consapevolmente di voler porre fine alle proprie sofferenze. Un primo passo di civiltà è stato compiuto grazie all’approvazione della Legge 219/2017 che riconosce il valore del testamento biologico. Dalla sua entrata in vigore una persona può decidere anche per quando fosse impossibilitata a comunicare le sue scelte su quali siano i trattamenti sanitari a cui non vorrà sottoporsi, sulla volontà di interrompere trattamenti in corso e evitare accanimento terapeutico, con la garanzia di ottenere cure palliative e sedazione. Il passo successivo e ulteriore, riguarda la scelta posta al centro dell’iniziativa referendaria. Molte persone gravemente malate oggi non sono libere di scegliere fino a che punto vivere la loro condizione. Non hanno diritto all’aiuto medico alla morte volontaria, al suicidio assistito o accedere all’eutanasia come è invece possibile in Svizzera, Belgio, Olanda, Spagna, Canada e in molti degli stati che compongono gli Stati Uniti d’America. Di fronte ai ritardi del Parlamento che ha continuato a rimandare la riforma necessaria, il referendum è diventato l’unica possibilità per rendere l’eutanasia legale in Italia e, comunque, dibattere e scegliere su un tema rilevante a prescindere da come la si possa pensare, nel rispetto di ogni opinione. Non stupisce nemmeno l’atteggiamento dei partiti, i dubbi, i tanti tentennamenti del Pd e di altri, i no secchi di buona parte della destra, le scelte più nette e favorevoli della galassia di sinistra. Spesso le classi politiche sono molto meno sensibili, aperte e responsabili – e la storia dei grandi referendum del passato è lì a dimostrarlo – di quanto lo siano milioni di cittadini, animati da sensibilità sociali, etiche e culturali ben più profonde e mature (e meno condizionate da calcoli di parte) di chi dovrebbe rappresentarli nelle sedi deputate a compiere scelte importanti come lo sono le assemblee legislative.

Marco Travaglini