SALUTE- Pagina 34

Telemedicina e innovazione, Allasia: “Strumenti essenziali per il territorio”

Il  Consiglio regionale del Piemonte ha promosso a Palazzo Lascaris il convegno “Telemedicina e innovazione in medicina nella Sanità regionale”

L’evento, curato dall’Associazione Sanità del Piemonte Orientale (Aspo) e patrocinato dalla Federazione interregionale degli ingegneri del Piemonte e della Valle d’Aosta (Fiopa), dall’Università del Piemonte Orientale (Upo), dal Politecnico e dall’Ordine degli ingegneri di Torino ha visto la partecipazione  di professionisti e di “addetti ai lavori” provenienti dall’Italia e dall’estero.
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“L’evoluzione  demografica a cui stiamo assistendo ormai da alcuni anni, l’invecchiamento della popolazione, l’incremento delle patologie croniche con la conseguente modifica dei bisogni di salute della popolazione, – ha detto nel suo intervento il presidente dell’Assemblea regionale Stefano Allasia – rendono sempre più necessaria una riorganizzazione strutturale della rete dei servizi sanitari offerti al cittadino affinché si possa mantenere lo standard qualitativo e la sostenibilità del nostro Sistema Sanitario”.
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“Per questo credo e  sono convinto – ha concluso il presidente – che la telemedicina sia lo strumento essenziale per i nostri territori lontani dai centri ospedalieri  specializzati, perché  permette la cura e la gestione del paziente in remoto, fornendo servizi sanitari a distanza e contribuendo cosi a razionalizzare l’intervento sanitario mirando non da ultimo, al contenimento e all’ottimizzazione della spesa sanitaria  oggi sempre più in crisi nelle regioni”.

Bilanci Asl, Gallo (Pd): “L’assessore riferisca in commissione”

“Il Gruppo del Partito Democratico ha ufficializzato la richiesta di un’informativa dell’Assessore alla Sanità Icardi in Commissione in merito ai bilanci delle Asl al 31 dicembre 2019, presentati  in conferenza stampa”

Così il Consigliere regionale Raffaele Gallo, portavoce del Partito Democratico in Commissione Sanità.

“Comprendiamo perfettamente – ha proseguito Gallo – che l’Assessore Icardi preferisca rapportarsi con la stampa, tuttavia la Commissione Sanità rimane il luogo dove condividere e confrontare le sue posizioni con i Consiglieri regionali e ci auspichiamo anche le sue linee guida per il futuro”.

Campagna nazionale contro le aggressioni agli infermieri

Nursing Up lancia l’iniziativa: testimonial video Marisa Laurito e Simona Ventura

 

 Riceviamo e pubblichiamo

Delli Carri: “Sviluppiamo con le istituzioni un progetto che tuteli gli infermieri. Il nostro è un mestiere già di per sé usurante, non si può anche rischiare costantemente l’incolumità fisica”

Il Nursing Up, sindacato degli Infermieri Italiani e delle professioni sanitarie, con la segreteria regionale di Piemonte e Valle d’Aosta si unisce alla campagna nazionale lanciata dal sindacato, per la sensibilizzazione e la denuncia sul grave problema delle sempre maggiori e più pericolose violenze che gli infermieri e gli operatori della sanità sono esposti a subire negli ospedali.

La campagna di sensibilizzazione, che prevede anche dei video virali diffusi su tutti i canali, con testimonial come Marisa Laurito e Simona Ventura (vedi i link ai video sotto), è riassunta dall’hashtag #Noviolenzasuglinfermieri e intende porre la questione a tutte le realtà aziendali, comprese quelle piemontesi, per sviluppare in collaborazione con il sindacato azioni che tutelino gli infermieri e gli operatori di ospedali e pronto intervento.

La questione è urgentissima, come dimostra l’ennesimo caso che solo un paio di giorni fa è accaduto al Mauriziano di Torino, in cui un giovane, ubriaco, si è scagliato contro gli operatori. Basti pensare che in Italia un infermiere su 10 ha subito violenze sul lavoro, e il 4% è stato minacciato con una pistola. Cifre che devono far riflettere e si rispecchiano anche sulla nostra regione, dove le aggressioni sono in aumento e il personale, già sfiancato da turni massacranti, è molto preoccupato.

Claudio Delli Carri, segretario regionale del Piemonte e Valle d’Aosta del Nursing Up sottolinea: “La risposta che la dirigenza dell’Asl Città di Torino ha posto in essere, con l’assunzione di guardie giurate da posiionare nei luoghi più caldi, di prima assistenza, perché garantiscano un minimo di sicurezza in più, è un primo passo. Il problema però è strutturale. Va riconosciuto, anche a livello politico, il rischio che i colleghi affrontano ogni giorno a contatto con l’utenza più violenta, ad esempio nei pronto soccorso o nelle situazioni di soccorso esterno. Le aziende di tutta la regione dovrebbero farsi carico di sviluppare progetti di tutela degli infermieri e operatori, magari anche sfruttando quella che è la strada tracciata dall’asl Città di Torino.

Siamo pronti ad incontrare l’assessorato, anche subito, per realizzare assieme un programma d’intervento a tutela di infermieri e operatori, che riguardi tutte le realtà della regione. Il nostro è di per sé un mestiere usurante, non può trasformarsi anche in un mestiere in cui si rischia costantemente l’incolumità fisica”.

Coronavirus, a Caselle i controlli della temperatura sui voli internazionali

Sono stati attivati oggi nell’ambito delle misure di prevenzione del  Coronavirus, i controlli sanitari su tutti i voli internazionali in arrivo presso l’Aeroporto Sandro Pertini di Torino

 

Tutti i passeggeri e gli equipaggi in arrivo dall’estero verranno  sottoposti al controllo della temperatura corporea, che avverrà dopo lo sbarco, all’interno del Terminal. Se ne occupa il personale della Sanità Aerea e  del Sistema di Emergenza 118 con l’impiego di termometri a infrarossi a  rilevazione frontale.

 

Le farmacie torinesi in campo

Si attivano anche le farmacie, attraverso una locandina con  le indicazioni utili per una corretta informazione sul coronavirus. L’iniziativa è delle oltre  700 farmacie di Torino e Città metropolitana per consigliare i cittadini ad adottare  adeguati comportamenti igienico-sanitari per  prevenire la diffusione del virus.

I conti della Regione tra progetti da realizzare e criticità

Il timone del governo della Regione è ben saldo e raggiungeremo i risultati che ci siamo prefissi, ma dovremo affrontare con serietà una difficile e molto complessa situazione dei conti, ereditata dal passato.

Abbiamo adottato ogni correttivo possibile, però ci vuole responsabilità da parte di tutti, maggioranza e opposizione”: è uno dei passaggi salienti della conferenza stampa che il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha voluto convocare martedì in vista del dibattito sul bilancio di previsione 2020, poi avviato il 5 febbraio in Commissione. Accanto a lui gli assessori al Bilancio, Andrea Tronzano, e alla Sanità, Luigi Icardi, e i capigruppo di maggioranza.

“Un problema – ha chiarito Cirio – arriva dai vecchi debiti, la cui rata dal 2020 sale a 500 milioni l’anno. L’altro è la storica criticità della spesa sanitaria, che dopo l’uscita dal piano di rientro è tornata a sforare. Finora la spesa in più è stata coperta con fondi una tantum, ma questi sono esauriti e d’ora in poi non si potrà più farlo”.

Il presidente ha comunque evidenziato che “ci facciamo carico della situazione senza compromettere i servizi e la crescita. In marzo presenteremo il nuovo Piano della Competitività, che comprenderà investimenti per 500 milioni di euro e sarà la nostra azione di sostegno all’economia e all’occupazione. Inoltre, sarà rifinanziata con 15 milioni la legge che eroga risorse ai Comuni, sarà esentato per tre anni dal pagamento del bollo auto chi acquista una nuova vettura rottamandone una inquinante, sarà scontata l’Irap alle imprese, saranno inserite risorse per i territori montani, le Province, la protezione civile, l’edilizia scolastica. Entro marzo verrà presentata anche una nuova legge sull’idroelettrico, che punta alla realizzazione di nuovi invasi e far entrare nelle casse della Regione le risorse relative alle concessioni. Cercheremo di liberare fondi effettuando risparmi e far pagare all’Unione Europea ciò che fino ad oggi non ha pagato, come i 20 milioni per le borse di studio e i 25 della quota infrastrutturale del trasporto pubblico locale. Inoltre, metteremo la massima attenzione per recuperare l’evasione del pagamento del bollo auto”.

L’assessore Icardi ha voluto chiarire che sul fronte della sanità “la situazione è drammatica. e ci vede già con un piede nel prossimo piano di rientro, che però cercheremo di evitare. Ma è necessario rivedere completamente il sistema, perché se non lo faremo noi sarà Roma a farlo in nostra vece. Abbiamo raschiato il fondo del barile, non c’è più nulla di risorse straordinarie una tantum da usare a copertura delle perdite. Per finanziare il settore dovremo spendere solo le risorse trasferite dal fondo sanitario regionale, che nel 2019 abbiamo sforato per 407 milioni” e nel 2020 saranno di 8,5 miliardi. Stiamo raccogliendo i dati azienda per azienda e li diffonderemo al più presto, insieme alle misure che ogni azienda sarà chiamata a mettere in campo per stare nel budget assegnato. Dal fondo nazionale avremo 80 milioni in più rispetto al passato, ma non ci sarà altro a cui attingere”.

Il quadro debitorio

Come ha illustrato l’assessore Tronzano, oggi la Regione ha spalle un debito complessivo rispetto ai mutui o alcune operazioni realizzate negli anni di 9,3 miliardi di euro (al netto dei conti della sanità):

– 4,2 miliardi collegati all’utilizzo del Decreto Legge 35 del 2013, che ha consentito alle Regioni di chiedere allo Stato l’anticipo di risorse e liquidità

– 3,1 miliardi di mutui vari contratti dalla Regione

– 1,8 miliardi per l’acquisto dei derivati risalenti alla Giunta Bresso e all’allora assessore Peveraro

– 203 milioni di prestiti obbligazionari

Tutto ciò si traduce in una “maxi rata” che la Regione deve restituire ogni anno al sistema bancario e allo Stato, che per il 2020 sarà di 497 milioni di euro, 54 in più rispetto al 2019, mentre nel 2021 la cifra salirà a 557 milioni (113 milioni in più rispetto al 2019).

Questo perché la Giunta precedente aveva rinegoziato i mutui pendenti, scegliendo di spalmare il beneficio generato da questa ricontrattazione sul biennio 2018-2019 (in particolare sul 2019). A questo si aggiunge anche il carico dei derivati.

Dal 2020, quindi, la rata comincerà a incrementare nuovamente e andrà coperta con le risorse del bilancio che, anche a parità di voci rispetto a quello del 2019, avrà 50 milioni in più di obblighi da coprire e di conseguenza 50 milioni in meno per altre attività.

I conti della sanità

La sanità ha un bilancio autonomo, ma che ovviamente si riflette sullo stato di salute generale delle casse della Regione.

A marzo 2017 è terminato il piano di rientro, che ha risanato i conti del sistema sanitario. Dallo stesso 2017 le aziende sanitarie hanno ricominciato ad avere forte difficoltà di sostenibilità dei propri costi ricorrendo alle sole fonti ordinarie di finanziamento, cioè il Fondo sanitario regionale e le cosiddette entrate proprie (ad esempio il ticket). Secondo questa analisi, l’incapacità di copertura delle spese è stata di 107,5 milioni nel 2017, di 302 milioni nel 2018 e 407 milioni nel 2019.

I conti sono stati chiusi in pareggio perché sono state utilizzate tutte le risorse risparmiate negli anni e nelle disponibilità delle Asl e della Regione.

In particolare: nel 2017 i 107,5 milioni sono stati coperti con fondi extra del Fondo sanitario nazionale nella disponibilità delle Asl (insomma, i loro risparmi); nel 2018 i 302 milioni di disavanzo sono stati coperti con 141 milioni di risparmi delle Asl dei fondi extra FSN, 80 milioni di fondi della Gestione sanitaria accentrata destinati alle Asl e solitamente usati per investimenti (ad esempio in innovazione tecnologica), 81 milioni sono stati recuperati con fondi extra rispetto al Fondo sanitario nazionale ordinario (una tantum come ad esempio i ritorni delle risorse dovute alle Regioni dalle case farmaceutiche a seguito della contrattazione tra il Ministero e l’Agenzia del farmaco); nel 2019 per coprire i 407 milioni di disavanzo, oltre a tutte queste risorse già utilizzate per la copertura dei due anni precedenti, si è usato il fondo di tutti i residui attivi/passivi, comprese le risorse incassate negli ultimi dieci anni attraverso le sanzioni dello Spresal per violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro (circa 20 milioni).

 

RAVETTI E GALLO (PD) SUI CONTI DELLA SANITA’: “DA ICARDI I SOLITI NUMERI MA NESSUNA SOLUZIONE”

“I numeri li aveva già dati a luglio. Poi era tornato a darli a settembre-ottobre. Quindi li ha ripetuti, con toni alquanto allarmistici, anche  in conferenza stampa. Ma quello che l’assessore Icardi in questi sette mesi continua a non dire, è che cosa intende fare, quali politiche pensa di adottare senza incidere sui servizi e sui cittadini. Quello che è emerso con chiarezza oggi, è che nei conti della sanità regionale non c’è alcun disavanzo da coprire. La Giunta di centrosinistra non ha lasciato in eredità debiti, ma c’è stata, a partire dal 2017, una maggiore spesa coperta grazie ad entrate straordinarie. Una maggiore spesa che è stata determinata non da sprechi o inefficienze ma da due fattori fondamentali. Il primo è che, usciti dal piano di rientro, è stato possibile tornare ad assumere personale medico e sanitario, dopo che per anni il blocco del turn over aveva fatto esplodere la mobilità passiva. Il secondo fattore è dato dall’incremento della spesa farmaceutica legata ai farmaci innovativi, in particolare antitumorali ed epatite C. Noi siamo orgogliosi di aver consentito alla sanità piemontese di tornare ad assumere e di aver garantito a tutti i piemontesi cure per malattie gravi. L’assessore Icardi, preoccupato per la perdita lorda di 278 milioni di euro nel 2019, ha voluto avvisare tutti del fatto che il Piemonte ha già un piede nel futuro piano di rientro. Sulla cura, su come affrontare la situazione, sulle politiche da adottare, solo silenzio e un rinvio a future conferenze stampa e future slides. Dove magari spiegherà anche come pensa di pagare il maggiore contributo da parte della sanità privata. Speriamo solo che tanto allarmismo non sia propedeutico a infauste scelte, come un nuovo blocco delle assunzioni. Questo sì che sarebbe un salto nel passato che pagherebbero duramente tutti i piemontesi”

Disponibile in Piemonte il test molecolare per il Coronavirus

Nel Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’ASL Città di Torino, è disponibile il test molecolare specifico per il nuovo Coronavirus 2019-nCoV, eseguito secondo il protocollo Organizzazione Mondiale della Sanità del 17 gennaio 2020,  sotto la direzione del NIC (Centro Nazionale di riferimento) dell’Istituto Superiore di Sanità  e in collaborazione con l’Ospedale Spallanzani di Roma

Si tratta di un test molecolare ad alta complessità, che richiede personale specializzato ed è eseguibile sui materiali provenienti dalle alte e basse vie respiratorie.

Fin dal primo giorno in cui è stata dichiarata l’emergenza, il Centro di riferimento regionale per la diagnostica di laboratorio delle infezioni emergenti dell’ospedale Amedeo di Savoia ha precauzionalmente attivato tutti i protocolli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

“L’Assessorato regionale alla Sanità segue l’evolversi della situazione legata all’emergenza internazionale Coronavirus sulla base delle indicazioni del Ministero della Salute (in contatto costante e quotidiano con la task-force istituita dal Ministero) e con il supporto operativo del Seremi, del sistema regionale del 118 e di tutte le Aziende sanitarie ed ospedaliere. Al momento non si segnalano casi di positività.” – dichiara l’assessore alla Sanità, Luigi Icardi.

Telemedicina e innovazione in sanità

Le opportunità offerte dalla digitalizzazione e dalla teletrasmissione di dati medici sono al centro del convegno “Telemedicina e innovazione in medicina nella Sanità regionale”, che si svolge giovedì 6 febbraio a partire dalle ore 9 nell’Aula di Palazzo Lascaris, in via Alfieri 15, a Torino

All’evento – promosso dal Consiglio regionale del Piemonte, curato dall’Associazione Sanità del Piemonte Orientale (Aspo) e patrocinato dalla Federazione interregionale degli ingegneri del Piemonte e della Valle d’Aosta (Fiopa), dall’Università del Piemonte Orientale (Upo), dal Politecnico e dall’Ordine degli ingegneri di Torino – interviene un gran numero di professionisti e di “addetti ai lavori” provenienti dall’Italia e dall’estero.

Dopo i saluti istituzionali dei presidenti del Consiglio e della Giunta regionale Stefano Allasia e Alberto Cirio e del presidente e dei vicepresidenti della Commissione consiliare Sanità Alessandro SteccoAndrea Cane e Domenico Rossi, si susseguono quattro tavole rotonde dedicate rispettivamente alle applicazioni specialistiche e alle buone pratiche, alla telemedicina di territorio, all’adeguamento dei Sistemi sociosanitari nazionale e regionale per le sfide della Sanità digitale e alle risorse necessarie all’innovazione tecnologica e di processo. Non mancheranno focus sul confronto tecnologico di applicazioni nelle varie specialità, sulla loro implementazione nella medicina territoriale, sulla governance della sanità digitale e sull’ingegneria applicata alla medicina robotica.

L’evoluzione della telemedicina – è ormai accertato – permette nuove possibilità per l’erogazione delle prestazioni sociosanitarie e per l’interazione tra le diverse figure professionali e comporta importanti risparmi.

Informazioni al numero 392 7567352; iscrizioni all’indirizzo rel.esterne@cr.piemonte.it

No alla fobia coronavirus. La sindaca al ristorante cinese

La sindaca Chiara Appendino scrive su Facebook, a proposito dei timori diffusisi per il coronavirus: “La razionalità deve essere la guida delle nostre azioni.”

Prosegue la sindaca: “La Città di Torino è vicina alla comunità cinese e italo-cinese, e vuole allontanare tutti i rischi di diffidenza o ingiustificata paura legati alla vicenda del #coronavirus. Per questo, come gesto simbolico, insieme all’Assessore Marco Giusta, oggi abbiamo pranzato in un ottimo ristorante cinese della nostra Città”.

“Il Ministero della Salute – osserva Appendino – ha dato indicazioni molto precise. Basiamoci su queste per la massima tutela nostra e degli altri. Nel frattempo continuiamo a vivere e convivere serenamente nella nostra comunità, di cui da molti anni, migliaia di persone cinesi fanno parte e che contribuiscono ad arricchire.”

 

(Foto Facebook Chiara Appendino)

Confronto con privato no-profit, la Regione: “Valore aggiunto per la sanità”

Si è riunito nei giorni scorsi in Assessorato alla Sanità regionale il Tavolo del  settore socio-sanitario privato no-profit, convocato dall’assessore Luigi Genesio Icardi

«E’ la prima volta – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – che la Regione Piemonte apre un confronto diretto con gli operatori del privato no-profit socio-sanitario sulla riorganizzazione dell’assistenza sul territorio.

Stiamo mettendo a fuoco le varie tipologie di questa importante realtà, divise per offerta, servizi e budget. Vogliamo valutare le proposte per costituire un percorso di continuità assistenziale, che risponda alla principale criticità del sistema ospedaliero, vale a dire le difficoltà di presa in carico del paziente nel post-acuzie. Riteniamo che su questo fronte l’apporto del privato possa essere determinante, tanto più quando si tratta di no-profit, che ha il valore aggiunto della tutela della salute come missione. Una dimensione etica che la Sanità non può permettersi di sottovalutare».

La scorsa settimana un Tavolo analogo si è aperto con i rappresentanti delle Residenze sanitarie assistite del Piemonte, d’intesa tra lo stesso assessore Icardi e l’assessore regionale alle Politiche sociali, Chiara Caucino.

Fobia coronavirus: mascherine esaurite non solo in Cina ma anche a Torino

Le mascherine per proteggersi dallo smog, ora sono considerate una soluzione per difendersi dal coronavirus

Almeno a giudicare dal fatto che ormai sono tutte esaurite nelle farmacie di Torino. Per sperare di averne una si può tentare con gli acquisti online.

Una sorta di fobia, ingigantita dai mezzi di informazione, sembra essersi impadronita anche dei torinesi.  Bisogna subito sottolineare che le mascherine  chirurgiche non presentano  un alto tasso di protezione. Servono sì, se si ha l’influenza, ma per proteggere gli altri dal contagio e non sè stessi.

Le migliori cose da fare sono lavarsi le mani e (se ci si dovesse trovare in zone di contagio) stare lontano dai luoghi affollati.