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Torino: cosa resta aperto e cosa chiude

Torino è soggetta ad alcune restrizioni, le misure previste all’art. 2 e 3 del decreto

Ecco le principali limitazioni:
– sospensione manifestazione eventi e spettacoli, inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, pubblico o privato;
– sospese le attività di pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e bingo, discoteche e locali assimilati, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione;
– sospesa l’apertura dei musei e degli istituti e luoghi della cultura;
– nelle attività di ristorazione e bar, obbligo a carico del gestore, di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno 1 metro, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione;
– sospensione eventi e manifestazioni sportive (salvo quelli senza presenza di pubblico);
– sospensione delle cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri (nei luoghi di culto l’apertura è condizionata dalla presenza di misure organizzative per evitare assembramenti e nel rispetto della distanza minima interpersonale di un metro);
– si raccomanda di limitare, ove possibile, gli spostamenti ai casi strettamente necessari;
– alle persone anziane o con patologie croniche, si raccomanda di evitare di uscire, e di evitare comunque luoghi affollati;
– ai soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre maggiore di 37,5 gradi è fortemente raccomandato di rimanere presso il proprio domicilio e di limitare al massimo i contatti sociali, e contattare il proprio medico curante;
– le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado permane sospesa sino al 15 marzo.

Quelle sopra riportate sono alcune delle misure previste: per un quadro completo, fare riferimento al testo del decreto (pdf prelevato dal sito del governo)

Misure igienico-sanitarie

Queste le misure igienico-sanitarie indicate nel DPCM (allegato 1):
a) lavarsi spesso le mani.
b) evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute;
c) evitare abbracci e strette di mano;
d) mantenimento, nei contatti sociali, di una distanza interpersonale di almeno un metro;
e) igiene respiratoria (starnutire e/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie);
f) evitare l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri, in particolare durante l’attività sportiva;
g) non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani;
h) coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce;
i) non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico;
l) pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol;
m) usare la mascherina solo se si sospetta di essere malati o se si presta assistenza a persone malate.

Il presidente Cirio positivo al coronavirus, Mattarella gli telefona. Test su tutti gli assessori

Dopo il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti anche il governatore del Piemonte Alberto Cirio è risultato positivo al test del  coronavirus

Il Governatore piemontese aveva fatto il test,  come gli altri colleghi presidenti  incontratisi a Roma il 4 marzo scorso per una riunione svoltasi  a Palazzo Chigi. Il presidente del Piemonte ha detto che sta bene e continuerà a lavorare da casa. Gli è giunta la solidarietà dal Capo dello Stato Sergio  Mattarella che lo ha chiamato telefonicamente.

La Regione Piemonte informa: “Le sue condizioni di salute sono buone e il presidente ha già attivato tutte le procedure previste per le verifiche e la messa in sicurezza delle persone a lui più vicine, a cominciare dalla Giunta, lo staff e i colleghi, le persone con cui è stato a contatto di recente e naturalmente la sua famiglia”.

Poco fa il presidente Cirio è intervenuto in diretta dalla sua pagina Facebook. Per riascoltarlo collegarsi a https://www.facebook.com/alberto.cirioii/videos/207789710334561/

 

CORONAVIRUS PIEMONTE, COVID-TEST SU TUTTA LA GIUNTA REGIONALE – APPELLO DELL’ASSESSORE ALLA SANITA’ LUIGI GENESIO ICARDI

A seguito del riscontro della positività al “coronavirus covid19” del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’Unità di crisi della Regione Piemonte ha disposto il covid-test su tutti i componenti della Giunta regionale e sullo staff del presidente.

Il responsabile dell’Unità di crisi, Mario Raviolo, ha osservato che in linea generale il “tampone” viene eseguito prioritariamente su ammalati sintomatici, personale sanitario sintomatico e personale sanitario esposto al contagio.

L’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, asintomatico, lascerà passare qualche ora prima di effettuare il test, in modo da aumentarne l’attendibilità. Fino al momento del responso, lui e il suo staff non accederanno all’Unità di crisi per evitarne eventuali compromissioni.

«Sono pienamente operativo – dichiara l’assessore Icardi – e mantengo costantemente il contatto con il presidente Cirio e l’Unità di crisi. Stiamo mettendo in campo tutti gli strumenti per affrontare l’emergenza sanitaria, dalla riorganizzazione degli ospedali, all’assunzione di medici, infermieri e operatori socio-sanitari, all’acquisto di apparecchiature e dispositivi di sicurezza per gli ospedali. L’impennata nella diffusione del contagio non ci coglie di sorpresa e faremo fino in fondo la nostra parte per affrontarla. E’ fondamentale che tutti i cittadini diano una mano, rispettando le indicazioni del Sistema sanitario regionale e nazionale. Dobbiamo rallentare il più possibile la diffusione del virus, evitando assembramenti, restando in casa, lavandoci spesso le mani. Tutti insieme ce la faremo».

Gli auguri  del presidente Allasia a Cirio

Caro Alberto sono vicino a te e alla tua famiglia, in questa fase, nonostante le difficoltà, è fondamentale restare uniti, sicuro che continuerai a dare in questi giorni, il tuo prezioso e fondamentale contributo alla comunità piemontese. Forza Alberto, un grande in bocca al lupo, tutti insieme vinceremo!”. Il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Stefano Allasia invia i suoi  “auguri di pronta guarigione” al governatore Alberto Cirio, e a “tutte le persone che stanno lottando contro il coronavirus”.  “Un grazie a tutti i medici, gli operatori sanitari e volontari, per il grande impegno sta stanno mettendo nel combattere questa battaglia. Mi rivolgo ancora a tutti i piemontesi per invitarli a non farsi prendere dal panico in questa situazione di emergenza, ma di seguire scrupolosamente le misure igieniche e i comportamenti di buon senso che fanno la differenza nel ridurre la diffusione del coronavirus: lavarsi spesso le mani, evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie, non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani, non prendere antivirali e antibiotici a meno che non siano stati prescritti dal medico”

 

Coronavirus, il decreto “chiude” mezzo Piemonte

Oltre  1 milione e 300 mila piemontesi interessati dalle nuove regole La zona rossa è stata estesa nella notte dal nuovo decreto del governo a Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro, Urbino, Venezia, Padova, Treviso e nella nostra regione alle province di  Asti, Alessandria, Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli dall’8 marzo al 13 aprile. Restano escluse Torino con le province di Cuneo e Biella.

Gli spostamenti sono bloccati in entrata e uscita dalle aree in questione.

Critiche da alcuni sindaci che parlano di provvedimento “pasticciato”. “Si vince questa guerra se i concittadini adottano comportamenti responsabili, modificando temporaneamente i nostri stili di vita”, dice il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli. Fermi gli spostamenti anche “all’interno dei medesimi territori, salvo che per quelli motivati da indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza”. Non è divieto assoluto: sarà  consentito, ha precisato il premier  Conte, il rientro presso la propria residenza o domicilio per chi ne avesse necessità.  Naturalmente non ci sarà l’esercito a presidiare le aree, ma sono previste sanzioni per chi non rispetta i limiti.

Nelle zone interessate  gli spostamenti verranno  limitati. Sospese le manifestazioni pubbliche,  le cerimonie religiose e civili, anche  i funerali. Serrande abbassate per discoteche, pub e sale da ballo, mentre  bar e  ristoranti potranno essere  aperti ma solo fino alle 18: oltre tale orario si dovrà garantire una distanza di sicurezza di un metro tra un cliente  e l’altro.

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Sabato 7 marzo – Il presidente Cirio: “Ho trasmesso al premier Conte la necessità di misure più restrittive”

Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha scritto al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in merito alle misure di contenimento in atto sul territorio piemontese.

“Alla luce dell’evolversi del contagio in Piemonte – spiega il presidente Cirio – e delle osservazioni che mi sono state espresse dall’Unità di crisi, ho chiesto al premier Conte e al Ministro della Salute di valutare un maggiore irrigidimento delle misure decise dal Governo per la nostra regione. La crescita maggiore dei casi di contagio registrata nelle ultime 48 ore, infatti, ci fa pensare che il contenimento in atto non sia sufficiente. Abbiamo chiesto, pertanto, di valutare con estrema urgenza, anche attraverso l’analisi del Comitato Scientifico Nazionale, la possibilità di misure più restrittive che possano proteggere la popolazione e contenere maggiormente l’espansione del virus”.

In Piemonte eseguiti 1046 tamponi: 713 risultano negativi

Dalla Regione Piemonte, sabato 7 marzo, ore 18

BOLLETTINO CONTAGI 

Al momento, sono 221 le persone risultate positive al test sul “coronavirus covid19” in Piemonte.

Risultano 162 le persone ricoverate in ospedale. Di queste, 38 si trovano in terapia intensiva: 7 ad Asti, 11 a Torino (1 al Maria Vittoria, 3 alle Molinette, 1 al Martini, 1 al Mauriziano, 5 al Giovanni Bosco), 4 al San Luigi di Orbassano, 6 a Vercelli, 6 a Tortona, 1 a Biella, 1 a Cuneo, 1 a Alessandria, 1 Novara.

Sono in isolamento domiciliare fiduciario 54 persone. Cinque le persone decedute.

Finora sono 1.108 i tamponi eseguiti complessivamente in Piemonte, 739 dei quali risultati negativi.

 

CORONAVIRUS PIEMONTE, AGGIORNAMENTO CASI h. 14.00

Sono 207 le persone risultate positive al test sul “coronavirus covid19” in Piemonte.

I pazienti ricoverati in ospedali sono 148, di cui 38 in terapia intensiva.

Altre 54 persone sono in isolamento domiciliare. Cinque i decessi.

Finora sono 1046 i tamponi eseguiti complessivamente in Piemonte, 713 dei quali risultati negativi.

ore 11,30

CORONAVIRUS PIEMONTE, 175 I CASI POSITIVI IN PIEMONTE

BOLLETTINO CONTAGI ALLE ORE 11.30

Sono 175 le persone risultate positive al test sul “coronavirus covid19” in Piemonte.

I pazienti ricoverati in ospedali sono 118, di cui 36 in terapia intensiva: 7 ad Asti, 6 a Vercelli, 6 a Tortona, 4 al Giovanni Bosco, 4 al San Luigi, 3 alle Molinette, 1 al Alessandria, 1 al Maria Vittoria, 1 a Biella, 1 al Martini, 1 a Cuneo, 1 al Mauriziano.

Altre 52 persone sono in isolamento domiciliare. Cinque i decessi.

 Finora sono 918 i tamponi eseguiti complessivamente in Piemonte, 644 dei quali risultati negativi.


La Regione Piemonte si attiverà al più presto per assumere medici e specializzandi

Il rischio che il personale sanitario, esposto al contatto con i malati contagiati dal coronavirus, è elevato e bisogna pensare fin da ora ai rimpiazzi.

Il Piemonte rischia di diventare regione focolaio: una quindicina di casi positivi non risulta riconducibile alla Lombardia.

Intanto  le cliniche private hanno dato disponibilità ad ospitare pazienti non contagiati.

Tempi difficili. Non è facile vivere senza rinunciare a pensare

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Gli italiani sono persone, non sono la massa  acritica cinese. Certo l’emergenza sanitaria ha un’assoluta priorità rispetto a tutto. Primum vivere deinde philosofari dicevano i latini e non a caso sono state colpite le istituzioni culturali e non, ad esempio, le palestre. Le prime chiuse e le seconde aperte, non si sa bene perché 

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Prima bisogna vivere o anche solo sopravvivere! Questo aspetto e’ assolutamente prioritario. Ma ci sono segni anche preoccupanti di una democrazia declinante che dovrebbero preoccuparci. L’affluenza al voto è stata a Roma di  poco più del  17 per cento. Una percentuale irrisoria che in altri tempi  avrebbe consigliato al vincitore di rinunciare al seggio per la scarsa rappresentatività elettorale. La democrazia è  infatti partecipazione, ma oggi gli italiani scelgono la cautela e quindi non vanno a votare.
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Malgrado il rinvio del referendum, che il governo non voleva rinviare, temo che le percentuali di partecipazione al voto regionale in Veneto e Liguria possano anch’esse ridursi ulteriormente rispetto al passato recente, quando comunque i votanti  si erano già  abbastanza ridotti. Il fatto che le due Camere si siano date un calendario di apertura di un solo giorno di riunione settimanale, riservata ai casi urgenti, dà il segno di un’emergenza democrazia piuttosto vistosa. Ci sono qua e là segni di conformismo ,di autocensura e forse anche di censura. Mi riferisco alla satira che in Francia è giunta a svillaneggiare la pizza e l’Italia alle prese con l’epidemia, ma solo a quella. Sul  Coronavirus non si scherza, ma sotto altri punti di vista la satira non dovrebbe di per sé  avere  dei limiti. Eppure il buon gusto e la responsabilità personale di chi fa satira dovrebbero prevalere. Vecchie discussioni, già legate alla satira  latina da Lucilio ad Orazio, che ritornano come nel caso drammatico di Charlie Hebdo ormai dimenticato  Ma non è solo questione di satira. La responsabilità richiama ad un dovere molto strano in democrazia, quello di evitare i dissensi e le polemiche che sono  invece il sale della democrazia. L’emergenza può sospendere il diritto al dissenso? E’ una domanda sulla quale bisogna riflettere. La polemica astiosa, la battuta avvelenata dalla faziosità va  sicuramente bandita ,ma il ragionamento pacato di chi si sente titolare del proprio cervello  va rispettato, anzi va considerato importante.
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Certi discorsi volti a zittire  io si sentii durante il rapimento  e il delitto Moro. Per fortuna fu una stagione breve e il dibattito riprese. Certo l’esempio cinese di vietare, di imporre, di ordinare si fa strada di fronte ad un virus che uccide. L’esempio del medico  cinese che avrebbe voluto dare l’allarme, arrestato e morto drammaticamente, resta l’emblema tragico di un regime totalitario che ha sposato un liberismo economico senza regole, ma resta tiranno. In Cina le persone singole non contano,conta la massa  acritica e forse neanche quella rispetto ad una oligarchia onnipotente che governa con il bastone, senza neppure far intravvedere la carota. In Italia va salvata la vita delle persone che tali debbono rimanere, sempre secondo i principi irrinunciabili della Costituzione.
Senza drammatizzare, con senso di responsabilità e  con la dovuta deontologia professionale la libera stampa deve essere libera di scrivere liberamente . Il triplice riferimento alla libertà non è una ripetizione fortuita, ma è voluto e indica una strada da percorrere sempre e comunque.
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Bisogna essere disciplinati, seguire le indicazioni che ci vengono impartite, ma non bisogna mai rinunciare al proprio spirito critico. Arriverei persino a citare Voltaire che pur  tra grandi grandi contraddizioni personali  ha testimoniato il valore della tolleranza, senza la quale il libero pensiero non può essere esercitato. Il timore di morire non deve renderci barbari. L’ esempio cinese attuale  appare, ai nostri occhi di occidentali nutriti di storia, di cultura  e di libertà, storicamente “barbaro“ , malgrado una remota, grandissima civiltà  cinese, addirittura precedente alla nostra. Ma certo il Primum vivere…  resta pur sempre un grande insegnamento della nostra cultura classica. Ed  è facile comportarsi di conseguenza. Molto più difficile vivere senza rinunciare a pensare.
scrivere a quaglieni@gmail.com

Assistenza, quali sono le criticità?

In questo periodo difficile gli infermieri si confronteranno con la politica e le istituzioni

FACCIAMO IL PUNTO
LE CRITICITA’ DELL’ASSISTENZA
INTERVIENE il segretario nazionale.
Con la partecipazione di esponenti del parlamento italiano, della giunta regionale, di componenti di forze politiche regionali di opposizione e gli interventi del rappresentante del coordinamento regionale degli ordini degli infermieri e dei sindacati medici.
CONVEGNO REGIONALE NURSIND PIEMONTE
07 MARZO ORE 9.00
HOTEL DIPLOMATIC – VIA CERNAI 42 – TORINO

Mille milioni per le emergenze. Salgono a cinque le vittime del virus in Piemonte

Mentre le morti da coronavirus in Piemonte salgono a cinque – le ultime due vittime sono anziani di Alessandria e Tortona – la Regione  mette in campo mille milioni di euro per sostenere il sistema economico regionale

I primi 400  milioni saranno erogati subito in relazione a tre misure per le imprese,  la somma restante arriverà fra qualche mese,  varato il Piano Competitività.

La notizia arriva dal governatore Alberto Cirio  e dall’assessore all’Industria Andrea Tronzano. Le misure immediate sono lo sblocco dei pagamenti regionali per 200 milioni (tranne i fornitori, già pagati regolarmente), un fondo di garanzia pari a 54 milioni per aiutare alle imprese ad  avere la garanzia della Regione rispetto alle  banche, il contributo della Regione al pagamento degli interessi dovuti dalle aziende su mutui contratti con le banche.

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IL COMUNICATO DELLA REGIONE, VENERDI 6 MARZO, ORE 18,30

CORONAVIRUS PIEMONTE, SALGONO A CINQUE I DECESSI – IN TOTALE 166 CASI POSITIVI – RIAPRE MEDICINA ALLE MOLINETTE – AD ASTI, UN VIDEO CONTRO IL VIRUS

Sono cinque le persone decedute e risultate positive al test per il coronavirus in Piemonte. In ordine di tempo, gli ultimi decessi sono avvenuti negli ospedali alessandrini, dove nel pomeriggio hanno perso la vita un uomo di 77 anni, con una grave patologia polmonare cronica, già curata in ossigenoterapia domiciliare e un uomo 78 anni.

Nella notte a Novi Ligure era morta una donna di 81 anni, affetta da pluripatologie e risultata positiva del test del Covid 19: si trovava ricoverata da qualche giorno nel Pronto soccorso del nosocomio, dove si era presentata con sintomi influenzali e tenuta in osservazione. Il suo quadro clinico è peggiorato improvvisamente, fino al decesso avvenuto nella fase di trasferimento in rianimazione.

I primi due deceduti, nei giorni scorsi, erano stati due uomini di 80 e 76 anni agli ospedali di Tortona e Novi Ligure.

BOLLETTINO CONTAGI ALLE ORE 18.30

Sono 166 le persone risultate positive al test sul “coronavirus covid19” in Piemonte.

Le persone tuttora ricoverate in terapia intensiva sono 35.

Finora sono 893 i tamponi eseguiti complessivamente in Piemonte, 623 dei quali risultati negativi.

PRESIDIO OSPEDALIERO MOLINETTE

E’ stato regolarmente riaperto il reparto di Medicina Generale dell’ospedale Molinette di Torino, dove una coppia ricoverata di anziani coniugi questa notte è risultata positiva al test. La Direzione ha provveduto immediatamente a isolare i pazienti, mettere in quarantena il personale sanitario, garantendo nel contempo la continuità dell’attività del reparto, che è stato prontamente sanificato.

UN VIDEO CONTRO IL VIRUS

Da un’idea condivisa con l’Unità di crisi della Regione Piemonte, gli studenti e i docenti dell’Ipsia Castigliano, in collaborazione con l’Asl di Asti, hanno realizzato un video, un trailer e una serie di spot per comunicare le regole fondamentali per prevenire possibili contagi da coronavirus covid19.

Sono stati scelti testimonial locali di eccezione che volentieri si sono prestati per dare un messaggio di tranquillità e consapevolezza ai concittadini astigiani, tra i più colpiti dalla malattia in Piemonte.

Sei spot e un trailer che hanno come protagonisti il sindaco Maurizio Rasero, il vescovo Marco Prastaro, il farmacista Michele Maggiora, il preside Franco Calcagno, il medico Rino Barbero e la nuotatrice Alice Franco (quest’ultima lo ha realizzato dal suo ritiro a Brunico con la nazionale). Nei loro spot, oltre a ricordare alcuni principi di igiene fondamentali per non trasmettere il contagio, invitano i cittadini al rispetto delle regole indicate dal Ministero e li sollecitano a non lasciarsi prendere allo sconforto perché “insieme possiamo farcela a superare questo difficile momento”.

«Ringrazio di cuore gli studenti, i docenti, il preside del Castigliano e quanti hanno collaborato a questa bella iniziativa – commenta l’assessore alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi -; è quanto mai importante in questo momento trasmettere e trasferire alle persone un messaggio di condivisione di una battaglia comune, dove ognuno, Servizio sanitario nazionale e cittadini, deve fare la propria parte. Insieme cer la faremo, ne siamo certi».

Il video è visibile al link https://youtu.be/jGbiSaoxwzk

 

“In crescita infermieri che non possono prestare servizio”

Riceviamo e pubblichiamo / Appello alla Regione: “Non comprediamo come sia possibile che questa Regione di fronte a tale scenario non abbia ancora provveduto a reclutare nuovo personale”

GRANDE PREOCCUPAZIONE PER IL PROGREDIRE DELLA CRITICITA’

Esprimiamo grande preoccupazione per la situazione di emergenza che vede gli infermieri in prima linea. La situazione dei contagi nelle ultime ore è notevolmente aumentata.

Sono ormai centinaia i colleghi venuti a contatto con pazienti risultati positivi. Molti di loro si trovano in quarantena, molti di loro si stanno ammalando. Tanti continuano a lavorare segnalandoci continuamente criticità dovute alla mancanza di dispositivi idonei o per mancanza di adeguate indicazioni e misure di prevenzione che non sembrano essere state all’altezza.

In alcuni casi la situazione sta imponendo di essere in turno comunque seppur soggetto da porre in quarantena in quanto non si possono abbandonare i pazienti e /o chiudere i servizi.

Molti colleghi che si trovano a casa malati ci segnalano che non hanno ricevuto indicazioni di come comportarsi. Raccogliamo di ora in ora le segnalazioni e lo sgomento dei colleghi che sappiamo sapranno reagire e superare questo difficile momento anche se mai come oggi pagano il prezzo di tagli e risparmi sulla loro pelle e sulla salute dei cittadini.

Non comprendiamo come sia possibile che questa Regione di fronte a tale scenario non abbia ancora provveduto a reclutare nuovo personale. Nessuno vuole addebitare responsabilità per una emergenza mondiale frutto di scelte scellerate del passato ma non agire in questo momento è un atto irresponsabile.

Finanche il presidente della repubblica nel suo messaggio di ieri sera ha invocato immissione di nuovo personale. Tutte le regioni stanno provvedendo , dopo quelle più coinvolte anche la regione sicilia lo sta facendo preventivamente.

Una situazione difficile per tutti, questo è comprensibile, è di certo un momento dove bisogna stare tutti uniti, crediamo però che la gestione di questa emergenza abbia avuto enormi falle nelle indicazioni e nelle misure di prevenzione stando a quello che i colleghi ci segnalano di ora in ora.

Francesco Coppolella

Segreteria Regionale

Nursind Piemonte

Coronavirus e misteri

Ci sono parole che fino a poco tempo prima nessuno conosceva e che, per una drammatica fatalità, assurgono all’onore della cronaca e diventano di dominio pubblico.

Coronavirus è, purtroppo, una di queste. Per descriverlo si sono spese milioni di parole, fiumi di  inchiostro e qualcuno ha scomodato persino Nostradamus che tutto ha predetto (forse). Persino, in una Terzina, questa sorte di peste  .

L’unica cosa sicura è che nei segreti di Fatima non se ne parla.

Del virus che, è stata definita una “simil influenza”, una pandemiaperché si è propagata in tutto il mondo, anche dove non viene certificata o poco dichiarata come in Francia e fino a poco tempo fa in Germania, si parla tanto, ma si sa poco.

All’Italia spetta, nell’immaginario mondiale, la Palma Res di averla sbandierata al mondo, tanto che siamo diventati gli untori e messi in quarantena.

In economia tutto viene utilizzato per acquisire mercati e, mentre l’Italia economica e sociale, viene messa in ginocchio, qualcuno ne approfitta per riposizionarsi al posto del nostro Paese.

Gli untori – vale a dire – gli italiani così non possono andare in diverse nazioni, tra cui Austria, Romania, Marocco e Tunisia, ma forse abbiamo perso conto dell’intero elenco dei Paesi interdetto agli italiani.

Tuttavia, mentre siamo screditati al livello mondiale, ora si scopre che il primo focolaio è avvenuto in Germania e il contagio si èpropagato a causa di un soggetto cinese, diventato portatore sano;come del resto lo sono molti cinesi che si sono immunizzati perché chissà da quanto tempo il virus già covava là, nella Galassia cinese.

I sintomi sono simili a quelli dell’influenza e polmonite. Per il resto non si sa esattamente come sia emigrato da un animaleall’uomo e come si stia evolvendo in specialità: tedesca, italiana e via di seguito.

Alla fine per un contagio che si diffonde così velocemente sia al caldo che al freddo, in Italia dove fa freddo, al caldo come in Corea e Iran come se fosse un virus che si propaga, via internet – nella rete del Villaggio globale, il sospetto è d’obbligo.

Non è che qualche folle si sia messo a realizzare qualche arma batteriologica che è scappata di mano, pensano i più preoccupati?

 

Tommaso Lo Russo

Reparto in quarantena alle Molinette per due anziani positivi al virus

Una coppia di anziani è risultata positiva al Covid 19. I due sono ricoverati in medicina alle Molinette. E la procura apre un’inchiesta sulle procedure adottate

Nella serata di ieri é risultata positiva al Coronavirus una coppia di 80 anni, ricoverata dai primi giorni di marzo, presso il reparto di Medicina generale (diretto dal dottor Luca Scaglione). I coniugi erano arrivati in ospedale per quella che sembrava influenza, purtroppo non dichiarando che era venuto a fare loro visita proprio in quei giorni il figlio, che lavora nella “zona rossa” di Lodi. Durante la giornata di ieri le loro condizioni sono peggiorate e dagli accertamenti sono risultati positivi al Coronavirus. Immediatamente la Direzione aziendale dell’ospedale ha posto in essere i dovuti provvedimenti del caso. Sono state attivate tutte le procedure, compresa l’analisi del percorso dei pazienti dal loro arrivo in ospedale. La paziente è già stata trasferita presso l’ospedale Amedeo di Savoia, come da procedura regionale, mentre il paziente, più critico, è ricoverato in rianimazione. Essendo degenti allettati, nessun rischio per gli altri ricoverati, che in termini precauzionali sono stati comunque spostati in altri reparti dell’ospedale. Sono già in corso le analisi epidemiologiche per mettere in sicurezza gli operatori ed eventuali visitatori, che hanno avuto contatti con i due pazienti.