SALUTE- Pagina 21

Allasia al Pd: “Il Maria Adelaide? L’avete chiuso voi”

Pubblichiamo la dichiarazione del Presidente del Consiglio regionale sulla petizione dem per riaprire l’Ospedale Maria Adelaide

Apprendo con stupore dagli organi di stampa e dai social della petizione fatta dall’esponente del Partito democratico e presidente di Circoscrizione Luca Deri, per richiedere alla Giunta Cirio la riapertura dell’ Ospedale Maria Adelaide di Torino.

Voglio ricordare che quella struttura ospedaliera, un’eccellenza per diverse patologie, era stata chiusa definitivamente nel novembre del 2016 proprio dalla Giunta Chiamparino – Pd senza non poche proteste sia da parte del personale medico dell’ospedale che dei cittadini del territorio. La chiusura era poi anche stata oggetto di numerose interrogazioni in Consiglio regionale da parte dei consiglieri di centrodestra allora all’opposizione.

Nel febbraio del 2019 poi, l’allora assessore alla Sanità Antonio Saitta, davanti ai presidenti di Circoscrizione  e al direttore dell’Asl Città di Torino, annunciava perfino la volontà di voler vendere l’immobile per una cifra che si attestava intorno ai 10 milioni.

A tal proposito, trovo quindi abbastanza bizzarra la raccolta firme fatta da quella parte politica che decise appunto la chiusura del Maria Adelaide e che nel marzo del 2016 progettava di riconvertirla addirittura in centro di prima accoglienza per immigrati.

Ritengo e concordo con l’assessore Luigi Icardi, che il Maria Adelaide è dismesso da troppo tempo e richiederebbe importanti lavori di adeguamento. Molto meglio è invece puntare su strutture già attive, che necessitano di un potenziamento, o addirittura, come fatto dall’attuale Giunta regionale, utilizzare il nuovo l’Ospedale di Verduno per sgravare dalla pressione quelle strutture che in questi giorni sono in difficoltà. Penso che l’emergenza Coronavirus si combatta usando al meglio le risorse a disposizione e non sperperandole.

Stefano Allasia

Sospesa l’attività in sette pronto soccorso

L’Unità di crisi della Regione Piemonte ha disposto la sospensione dell’attività dei Pronto Soccorso di Giaveno, Venaria, Lanzo, Nizza, Borgosesia, Bra e Ceva

Il provvedimento emergenziale è motivato dalla necessità di liberare professionisti medici per garantire le terapie da prestare ai pazienti covid, nell’ambito del piano di riorganizzazione dell’offerta sanitaria in Piemonte.

«Intendo ribadire che si tratta di sospensioni temporanee e non di chiusure – osserva il commissario straordinario per l’emergenza covid in Piemonte, Vincenzo Coccolo -, la straordinarietà della situazione che ci troviamo ad affrontare impone soluzioni drastiche ed immediate. Chiediamo la comprensione e la collaborazione dei sindaci e dei cittadini. Ogni posto e ogni risorsa sanitaria in più che riusciamo a ricavare, è decisiva per salvare vite umane. Terminata l’emergenza, tutto ritornerà come prima».

Le coop e la tutela dei lavoratori socio-sanitari

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato unitario delle Centrali Cooperative e Organizzazioni Sindacali del Piemonte a tutela dei lavoratori dei servizi socio sanitari, socio assistenziali, servizi ausiliari impegnati in servizi essenziali e attività produttive finalizzate all’inserimento lavorativo

In queste ore drammatiche centinaia di operatori degli Enti Locali, delle organizzazioni del Terzo Settore e delle Cooperative Sociali sono impegnate quotidianamente nel difficile compito di garantire l’erogazione di numerosi servizi di assistenza, cura, accoglienza delle persone più fragili, nell’espletamento di sevizi ausiliari quali pulizie e sanificazioni e in attività produttive finalizzate all’inserimento lavorativo.

Sono le lavoratrici e i lavoratori che garantiscono il funzionamento dei servizi di segretariato sociale, delle
comunità di accoglienza (per minori, disabili, anziani, tossicodipendenti, persone con problemi di Salute
Mentale, persone malate di HIV), delle RSA, dei servizi domiciliari infermieristici e socioassistenziali, dei
dormitori per persone senza dimora, dei servizi di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati, dei consultori
familiari, a sanificare e pulire ambulatori, ospedali, uffici pubblici, zone comuni quali atri e scale di edifici
condominiali, a percorsi di inserimento lavorativo di persone fragili.

Sono colleghi che ogni giorno svolgono un compito delicato ed importante per consentire alle persone
affidate di continuare a vivere “normalmente” in questi frangenti così difficili.

Sono lavoratrici e lavoratori per i quali è indispensabile avere i DPI (mascherine, guanti, occhiali protettivi,
termometri, camici etc) che attualmente è quasi impossibile reperire sul mercato.

Per questo chiediamo alle Prefetture Piemontesi, alla Regione Piemonte, alla Protezione Civile ed alle
Istituzioni tutte di garantire a coloro che operano in questi settori i DPI necessari, a seconda delle diverse
necessità derivanti dai singoli servizi, per continuare ad operare in sicurezza per loro stessi e per le persone
fragili cui prestano cura, per dare continuità e la sicurezza a tutti quelli che operano in comparti che
continuano a fornire un servizio indispensabile e che non possono fermarsi.

In qualità di Associazioni di Rappresentanza delle Imprese Cooperative e di Organizzazioni Sindacali,
siamo disponibili ad organizzare forme di raccordo e di distribuzione alle organizzazioni impegnate in questi
compiti dei DPI che si rendessero disponibili. L’esposizione ai rischi di questi operatori è spesso pari a quella
degli operatori ospedalieri, per questo chiediamo vengano ad essi assimilati nell’accesso ai dispositivi di
protezione.

Siamo convinti come non mai che solo nella collaborazione tra tutte le parti in causa risiede la possibilità
di fare fronte a questa emergenza e pertanto contiamo sulla sensibilità ed attenzione a questo nostro
appello.

CGIL FP, Elena Palumbo Confcooperative Federsolidarietà, Enrico Pesce
CISL FP, Tiziana Tripodi Legacoopsociali, Anna Di Mascio
CISL FISASCAT, Cristiano Montagnini AGCI Solidarietà, Giuseppe D’Anna
UIL FPL , Nicolino Conconi
UIL TuCS, Luigi Gambale

Coronavirus, 224 morti in Piemonte. Oltre 3500 positivi, operativi i test rapidi

Il comunicato della Regione Piemonte delle ore 19 di venerdì 20 marzo

CORONAVIRUS PIEMONTE, DICIOTTO NUOVI DECESSI – I DECEDUTI COMPLESSIVAMENTE SONO 224 – IL BOLLETTINO DEI CONTAGI – IN DISTRIBUZIONE MASCHERINE E DISPOSITIVI DI PROTEZIONE – OPERATIVI I TEST RAPIDI – LINEE GUIDA SUI TAMPONI DIAGNOSTICI

DICIOTTO NUOVI DECESSI

Sono 18 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati questo pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 4 in provincia di Torino, 5 nell’Alessandrino, 1 nel Novarese, 1 nel Cuneese, 2 nell’Astigiano, 2 nel Vco, 1 a Biella e 2 nel Vercellese.

Il totale complessivo è ora di 224 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 71 ad Alessandria, 8 ad Asti, 25 a Biella, 13 a Cuneo, 28 a Novara, 49 a Torino, 14 a Vercelli, 12 nel Verbano-Cusio-Ossola, 4 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LINEE GUIDA SUI TAMPONI DIAGNOSTICI

Allo stato attuale, fatta salva la potestà decisionale del sanitario, orientata dalla clinica, il Comitato Tecnico Scientifico dell’Unità di crisi della Regione Piemonte, ritiene che l’esecuzione del test debba essere disposta con le seguenti priorità, comunque sempre valutate e autorizzata dalla Unità di crisi:

1) casi sospetti sintomatici ricoverati o in attesa di ricovero;

2) contatti stretti di casi confermati che divengano sintomatici e richiedano ricovero;

3) operatori sanitari che hanno avuto contatti stretti con pazienti covid-19 positivi in assenza di idonee protezioni, quando ciò venga ritenuto necessario;

4) soggetti in isolamento domiciliare nei quali compaiano sintomi anche non meritevoli di ricovero.

Ogni altra indicazione all’esecuzione dell’esame verrà valutata come secondaria alle precedenti.

Tale posizione del Comitato Tecnico Scientifico dell’Unità di crisi della Regione Piemonte, tiene conto delle linee guida espresse dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) il 2 marzo scorso, nelle quali viene affermato che la decisione di eseguire il test deve essere basata su dati clinici ed epidemiologici che indichino a priori la verosimiglianza della infezione.

Secondo l’OMS, il test di asintomatici o paucisintomatici può essere considerato in soggetti che abbiano avuto un contatto stretto con un caso confermato. In ogni caso, i protocolli di screening devono essere adattati alla situazione locale ed alla continua elaborazione della definizione di caso, basata sulla evoluzione delle conoscenze sulla malattia.

Anche il Consiglio Superiore di Sanità, nel documento del 26 febbraio 2020, conclude che, in considerazione del fatto che il contributo da potenziali casi asintomatici alla dinamica della diffusione epidemica appare limitato, viene raccomandata l’esecuzione dei tamponi ai soli casi sintomatici con sindrome simil-influenzale non attribuibile ad altra causa.

 

BOLLETTINO DEI CONTAGI ALLE ORE 19.00

Sono 3.576 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 634 in provincia di Alessandria, 151 in provincia di Asti, 180 in provincia di Biella, 233 in provincia di Cuneo, 302 in provincia di Novara, 1.590 in provincia di Torino, 210 in provincia di Vercelli, 149 nel Verbano-Cusio-Ossola, 56 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 71 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

Le persone in isolamento domiciliare sono 1.423. Quelle ospedalizzate 1.929, di cui 298 in terapia intensiva.

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 10.590, di cui 6.387 risultati negativi.

IN DISTRIBUZIONE MASCHERINE E DISPOSITIVI DI PROTEZIONE

Continua il rifornimento dei dispositivi di protezione individuale a personale sanitario, farmacisti e medici di base del Piemonte.

Nella giornata di oggi, l’Ufficio Beni e servizi dell’Unità di crisi della Regione Piemonte ha provveduto all’invio alle Aziende sanitarie di 53.850 mascherine chirurgiche, 900 tute protettive donate dalla comunità cinese, 1.470 camici veterinari, 4.410 mascherine ffp2, 28.300 guanti, 400 tamponi, 200 calzari, 500 cuffie.

OPERATIVI I TEST RAPIDI

Sono operative presso i laboratori analisi degli ospedali Molinette e Amedeo di Savoia di Torino le prime quattro nuove apparecchiature della DiaSorin di Saluggia che permetteranno di moltiplicare di molto la capacità diagnostica sul “coronavirus covid19”.

Ieri sono stati effettuati i test sperimentali, con la formazione di tecnici e operatori. Da domani, le macchine potranno essere impiegate a pieno regime, processando 16 campioni ogni novanta minuti per laboratorio.

Si tratta di una linea di analisi veloce, per casi che necessitano di risposte rapide, lavorando in parallelo con la rete già esistente, che richiede tempi di risposta più lunghi, intorno alle cinque ore.

Le stesse apparecchiature sono in corso di fornitura anche per gli altri laboratori abilitati del Piemonte.

In riferimento alle indicazioni operative sull’esecuzione dei tamponi diagnostici, si precisaIn riferimento alle indicazioni operative sull’esecuzione dei tamponi diagnostici, si precisa che si tratta di indicazioni cliniche che non riguardano il personale sanitario della Regione Piemonte, per il quale il governo regionale ha stabilito di voler effettuare un controllo esteso a tutti, da avviare secondo criteri di priorità condivisi con le organizzazioni sindacali di categoria che li rappresentano.

Il comunicato della Regione Piemonte delle ore 13 di venerdì 20 marzo

CORONAVIRUS PIEMONTE, SOSPESA l’ATTIVITÀ DI SETTE PRONTO SOCCORSO – I DECEDUTI COMPLESSIVAMENTE SONO 209 – IL BOLLETTINO DEI CONTAGI –L’OSPEDALE DI VERDUNO PRONTO A PARTIRE

SOSPESA ATTIVITÀ DI SETTE PRONTO SOCCORSO

L’Unità di crisi della Regione Piemonte ha disposto la sospensione dell’attività dei Pronto Soccorso di Giaveno, Venaria, Lanzo, Nizza, Borgosesia, Bra e Ceva.
Il provvedimento emergenziale è motivato dalla necessità di liberare professionisti medici per garantire le terapie da prestare ai pazienti covid, nell’ambito del piano di riorganizzazione dell’offerta sanitaria in Piemonte.
«Intendo ribadire che si tratta di sospensioni temporanee e non di chiusure – osserva il commissario straordinario per l’emergenza covid in Piemonte, Vincenzo Coccolo -, la straordinarietà della situazione che ci troviamo ad affrontare impone soluzioni drastiche ed immediate. Chiediamo la comprensione e la collaborazione dei sindaci e dei cittadini. Ogni posto e ogni risorsa sanitaria in più che riusciamo a ricavare, è decisiva per salvare vite umane. Terminata l’emergenza, tutto ritornerà come prima».

VENTISEI DECESSI

Sono 26 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati stamattina dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 10 in provincia di Torino, 4 nell’Alessandrino, 6 nel Novarese, 3 nel Cuneese, 2 nell’Astigiano e 1 proveniente da fuori regione.

Il totale complessivo è ora di 209 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 66 ad Alessandria, 7 ad Asti, 24 a Biella, 12 a Cuneo, 27 a Novara, 47 a Torino, 12 a Vercelli, 10 nel Verbano-Cusio-Ossola, 4 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

BOLLETTINO DEI CONTAGI ALLE ORE 13.00

Sono 3.461 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 595 in provincia di Alessandria, 151 in provincia di Asti, 175 in provincia di Biella, 221 in provincia di Cuneo, 293 in provincia di Novara, 1.556 in provincia di Torino, 203 in provincia di Vercelli, 142 nel Verbano-Cusio-Ossola, 52 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 72 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 280, quelle guarite 8.

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 10.290, di cui 6.263 risultati negativi.

L’OSPEDALE DI VERDUNO PRONTO A PARTIRE

Sono in tutto 74 i medici e 85 gli infermieri che hanno risposto al bando della Regione Piemonte di reclutamento del nuovo personale dell’ospedale di Verduno per assistere i pazienti affetti dal “Coronavirus-covid19”. Il bando, scaduto oggi alle 12.00, ricercava 34 medici (6 specialisti in anestesia e rianimazione, 6 specializzandi in anestesia e rianimazione, 6 specialisti in medicina e chirurgia d’urgenza o discipline affini, 6 specializzandi in medicina e chirurgia d’urgenza o discipline affini, 10 laureati in medicina e chirurgia) e 72 infermieri. Ora l’azienda sanitaria Cn2 provvederà a vagliare i curricula ricevuti e procederà alle assunzioni necessarie.

Per tutti coloro che presteranno servizio presso l’ospedale, l’Azienda ha predisposto la possibilità di usufruire di sistemazione alberghiera, comprensiva di vitto e alloggio, in camera singola.


Il comunicato della Regione: situazione  alle ore 18,30 di giovedì 19 marzo

CORONAVIRUS PIEMONTE, CINQUE NUOVI GUARITI – I DECEDUTI COMPLESSIVAMENTE SONO 183 – IL BOLLETTINO DEI CONTAGI – ARRIVANO I MEDICI E GLI INFERMIERI A VERDUNO – ALTRI CINQUE MILIONI DI EURO DALLE DONAZIONI

CINQUE NUOVI GUARITI

Nel pomeriggio, l’Unità di crisi della Regione Piemonte ha comunicato la guarigione virologica di altri cinque pazienti contagiati dal “coronavirus covid19”.

Si tratta di due uomini di Torino (uno di 37 e l’altro di 55 anni), due donne dell’Astigiano (di 87 e 76 anni) e un uomo del Cuneese di 44 anni.

Le guarigioni, che, complessivamente in Piemonte salgono a 8, rispondono alle indicazioni del Consiglio Superiore di Sanità, cioè sono documentate da due test negativi consecutivi a distanza di 24 ore.

OTTO DECESSI

Sono otto i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati oggi pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: due  uomini (62 e 80 anni) e una donna  (79 anni) nel Verbano-Cusio-Ossola, un uomo di 84 a Novara, due uomini (79 e 84 anni) e una donna (80 anni)  ad Alessandria e un uomo di 66 anni della provincia di Bergamo.

Il totale complessivo è ora di 183 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 62 ad Alessandria, 5 ad Asti, 24 a Biella, 9 a Cuneo, 21 a Novara, 37 a Torino, 12 a Vercelli, 10 nel Verbano-Cusio-Ossola, 3 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

BOLLETTINO DEI CONTAGI ALLE ORE 18.30

Sono 3.017 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 524 in provincia di Alessandria, 126 in provincia di Asti, 157 in provincia di Biella, 185 in provincia di Cuneo, 237 in provincia di Novara, 1.360 in provincia di Torino, 153 in provincia di Vercelli, 119 nel Verbano-Cusio-Ossola, 37 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 119 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 263, quelle guarite 8.

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 9.424, di cui 5.812 risultati negativi.

ARRIVANO MEDICI E INFERMIERI PER L’OSPEDALE DI VERDUNO

Sono già 44 i medici e 55 gli infermieri che hanno risposto al bando della Regione Piemonte di reclutamento del nuovo personale dell’ospedale di Verduno per assistere i pazienti affetti dal “coronavirus-covid19”.

Il bando, che scade domani (venerdì 20 marzo alle ore 12) ricerca 34  medici (6 specialisti in anestesia e rianimazione, 6 specializzandi in anestesia e rianimazione, 6 specialisti in medicina e chirurgia d’urgenza o discipline affini, 6 specializzandi in medicina e chirurgia d’urgenza o discipline affini, 10 laureati in medicina e chirurgia) e 72 infermieri.

Per tutti, l’Azienda sanitaria Cn2 ha predisposto la possibilità di usufruire di sistemazione alberghiera, comprensiva di vitto e alloggio, in camera singola.

Il dettaglio del bando si trova al link https://bandi.regione.piemonte.it/gare-appalto/medici-infermieri-ospedale-verduno-procedura-speciale-emergenza-covid-19

Le domande vanno presentate entro le 12.00 di venerdì 20 marzo 2020.

ALTRI CINQUE MILIONI DI DONAZIONI

Le famiglie torinesi Giubergia e Argentero, tramite la società Ersel Investimenti, hanno scelto di stanziare tre milioni di euro per offrire il proprio contributo in occasione dell’emergenza Coronavirus. Due milioni di euro saranno destinati alla Regione Piemonte per acquistare dispositivi medici, sostenere le strutture sanitarie e tutto il personale che in questi giorni sta combattendo una durissima battaglia per curare i cittadini piemontesi. Un milione di euro sarà invece destinato alla Fondazione Paideia, sostenuta dal Gruppo Ersel da oltre 25 anni, per contrastare l’emergenza sociale attraverso il supporto a famiglie e bambini in difficoltà.

Sempre oggi, anche il Gruppo ASTM è intervenuto a supporto dell’emergenza sanitaria che ha colpito il Paese e, in particolare, il Piemonte, territorio di appartenenza e su cui insistono alcune delle reti infrastrutturali del Gruppo, stanziando un contributo di 3 milioni di euro in favore della Regione Piemonte a sostegno dell’emergenza Coronavirus.

Attraverso questa iniziativa, il Gruppo ASTM rappresenta concretamente la propria vicinanza e attenzione a tutte le comunità piemontesi e a tutti coloro che lavorano e combattono quotidianamente contro l’epidemia, in particolar modo il personale sanitario impegnato in prima linea nel soccorso ai malati.

«Siamo grati al Gruppo Ersel e al Gruppo ASTM – dichiarano il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi – per il generoso apporto  offerto alla nostra Regione nell’emergenza provocata dal “coronavirus covid19”. Tutti insieme stiamo facendo sistema, dimostrando una straordinaria capacità di reagire. Ogni gesto di solidarietà è un abbraccio caloroso a tutta la comunità piemontese, in uno dei momenti più difficili della sua storia».

Il comunicato della Regione: situazione  alle ore 13 di giovedì 19 marzo

CORONAVIRUS PIEMONTE, 9 NUOVI DECESSI – IL NUMERO COMPLESSIVO DEI MORTI SALE A 175 – ESEGUITI 9.182 TAMPONI, 5.655 CON ESITO NEGATIVO

NOVE NUOVI DECESSI

Sono nove i nuovi decessi in Piemonte di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati questa mattina dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 2 uomini della provincia di Biella, 1 uomo della provincia di Cuneo, 4 uomini della provincia di Novara, 1 uomo e 1 donna della provincia di Torino.

Il totale complessivo è ora di 175 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 59 ad Alessandria, 5 ad Asti, 24 a Biella, 9 a Cuneo, 20 a Novara, 37 a Torino, 12 a Vercelli, 7 nel Verbano-Cusio-Ossola, 2 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

BOLLETTINO DEI CONTAGI ALLE ORE 12

Sono diventate 2.932 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 508 in provincia di Alessandria, 125 in provincia di Asti, 146 in provincia di Biella, 181 in provincia di Cuneo, 234 in provincia di Novara, 1.323 in provincia di Torino, 146 in provincia di Vercelli, 113 nel Verbano-Cusio-Ossola, 32 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 124 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 257, quelle guarite 3.

I tamponi finora eseguiti sono 9.182, di cui 5.655 risultati negativi.

 

Il comunicato della Regione Piemonte  di mercoledì 18 marzo, ore 19,00

CORONAVIRUS PIEMONTE, PRIMI TRE GUARITI – IL PARERE DEL COMITATO SCIENTIFICO SUI TAMPONI – IN TOTALE 166 DECEDUTI POSITIVI AL VIRUS – BOLLETTINO CONTAGI

PRIMI TRE GUARITI

Sono tre i primi pazienti virologicamente guariti dal contagio del “coronavirus covid19” in Piemonte.

Si tratta di due uomini di Torino (uno di 42 anni e l’altro di 61 anni), entrambi ricoverati all’ospedale Carle di Cuneo, e una donna astigiana di 78 anni, ricoverata all’ospedale di Asti.

Lo ha comunicato nel pomeriggio l’Unità di crisi della Regione Piemonte, osservando che si tratta di guarigioni rispondenti alle indicazioni del Consiglio Superiore di Sanità, cioè documentate da  due test negativi consecutivi a distanza di 24 ore.

Tutti e tre i guariti sono stati dimessi e sono tornati a casa.

QUESTIONE TAMPONI, IL PARERE DEL COMITATO SCIENTIFICO

Sulla questione dell’effettuazione del test diagnostico del tampone per il covid19, il Comitato Tecnico Scientifico dell’Unità di crisi del Piemonte condivide le informazioni fornite dall’Istituto superiore di Sanità, fin qui seguite nella nostra regione, e che non sono state messe in dubbio dalle evidenze cliniche che si sono presentate nel corso della gestione dell’epidemia.

Il Comitato Tecnico Scientifico elaborerà nelle prossime ore la strategia più aderente alla situazione epidemiologica e alle evidenze cliniche, traducendole in indicazioni operative.

DODICI NUOVI DECESSI

Sono 12 i nuovi decessi in Piemonte di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati questo pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 3 uomini e 1 donna della provincia di Torino, 2 uomini della provincia di Biella, 2 uomini della provincia di Novara,  1 uomo della provincia di Cuneo, 1 donna del Vco, 1 uomo dell’Alessandrino e 1 donna di Genova, ricoverata in Piemonte.

Il totale complessivo è ora di 166 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 59 ad Alessandria, 5 ad Asti, 22 a Biella, 8 a Cuneo, 16 a Novara, 35 a Torino, 12 a Vercelli, 7 nel Verbano-Cusio-Ossola, 2 residente fuori regione (ma deceduti in Piemonte).

Il 67% dei deceduti sono uomini, il 33% donne. L’età media è di 81 anni.

BOLLETTINO DEI CONTAGI ALLE ORE 19.00

Sono 2.659 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 408 in provincia di Alessandria, 116 in provincia di Asti, 121 in provincia di Biella, 170 in provincia di Cuneo, 199 in provincia di Novara, 1171 in provincia di Torino, 131 in provincia di Vercelli, 100 nel Verbano-Cusio-Ossola, 32 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi.

I restanti 211 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 227.

I tamponi finora eseguiti sono 8.140, di cui 5174 risultati negativi.

Il comunicato della Regione Piemonte  di mercoledì 18 marzo, ore 13,30

DIECI NUOVI DECESSI

Sono dieci i nuovi decessi in Piemonte di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati questa mattina dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 6 in provincia di Torino (4 uomini e due donne), 2 in provincia di Vercelli (due donne) e 2 in provincia di Alessandria (2 donne)

Il totale complessivo è ora di 154 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 58 ad Alessandria, 5 ad Asti, 20 a Biella, 7 a Cuneo, 14 a Novara, 31 a Torino, 12 a Vercelli, 6 nel Verbano-Cusio-Ossola, 1 residente fuori regione (ma deceduto in Piemonte).

BOLLETTINO DEI CONTAGI ALLE ORE 13.30

Sono 2341 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 374 in provincia di Alessandria, 101 in provincia di Asti, 109 in provincia di Biella, 149 in provincia di Cuneo, 190 in provincia di Novara, 1042 in provincia di Torino, 131 in provincia di Vercelli, 89 nel Verbano-Cusio-Ossola, 26 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi.

I restanti 130 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 227.

I tamponi finora eseguiti sono 7853, di cui 4.877 risultati negativi.

 


Il comunicato della Regione di martedì 17 marzo, ore 19 
CORONAVIRUS PIEMONTE, 11 NUOVI DECESSI, IN TOTALE IL NUMERO DEI MORTI SALE A 144 – DALLA FONDAZIONE CRT, TRE MILIONI DI EURO PER L’EMERGENZA SANITARIA

UNDICI  NUOVI DECESSI

Sono undici i nuovi decessi in Piemonte di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati questa mattina dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 1 in provincia di Alessandria (donna), 9 in provincia di Biella (7 uomini  e  2 donne), 1 donna in provincia di Torino.

Il totale complessivo è ora di 144 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 56 ad Alessandria, 5 ad Asti, 20 a Biella, 7 a Cuneo, 14 a Novara, 25 a Torino, 10 a Vercelli, 6 nel Verbano-Cusio-Ossola, 1 residente fuori regione (ma deceduto in Piemonte).

Il 69% sono uomini e il 31% donne. L’età media è di 80 anni.

BOLLETTINO DEI CONTAGI ALLE ORE 18,30

Sono 2.063 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 342 in provincia di Alessandria, 93 in provincia di Asti, 96 in provincia di Biella, 134 in provincia di Cuneo, 159 in provincia di Novara, 904 in provincia di Torino, 113 in provincia di Vercelli, 76 nel Verbano-Cusio-Ossola, 46 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi.

I restanti 100 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 226.

I tamponi finora eseguiti sono 6.872, di cui 4.499 risultati negativi.

TRE MILIONI DI EURO DALLA FONDAZIONE CRT

Con un contributo di 3 milioni di euro, Fondazione CRT mette in campo un primo pacchetto di aiuti per fronteggiare l’emergenza sanitaria sul territorio: dalla fornitura di una cinquantina di nuove ambulanze e mezzi per il trasporto dei malati e per la Protezione civile, all’acquisto di materiali urgenti e attrezzature da destinare agli ospedali del Piemonte e della Valle d’Aosta, in particolare ventilatori polmonari, letti per la terapia intensiva, mascherine.

Queste misure sono emerse come prioritarie durante le continue interlocuzioni avviate in questi giorni con le istituzioni e le realtà del volontariato del 118 chiamate a rispondere all’emergenza, in un percorso costruito con i recenti Stati Generali e in linea con la storia di Fondazione CRT.

In base alla mappatura delle esigenze specifiche del territorio, evidenziate dall’Unità di Crisi piemontese e dalla Regione Valle d’Aosta, 17 nuove ambulanze completamente attrezzate saranno destinate alla Croce Rossa Italiana, all’ANPAS e alle Misericordie, per affiancare e, in prospettiva, sostituire quelle che potrebbero in tempi brevi risultare logorate; 3 ambulanze di biocontenimento e 2 automediche saranno assegnate alle centrali operative del 118 regionale e al servizio di maxi emergenza in Piemonte e Valle d’Aosta.

A queste dotazioni si aggiungeranno oltre 30 mezzi per la Protezione civile in entrambe le Regioni.

Oltre a supportare le operazioni di soccorso dei volontari, le risorse della Fondazione CRT serviranno anche per l’acquisto di materiali urgenti e attrezzature, in particolare ventilatori polmonari, letti per la terapia intensiva e la rianimazione, mascherine da destinare agli ospedali per la cura dei malati e la protezione del personale sanitario, in prima linea nell’affrontare l’emergenza coronavirus. Per favorire l’arrivo sul territorio di materiali di difficile reperibilità in Italia, Fondazione CRT ha messo a frutto anche il proprio capitale di relazioni internazionali, attivando corridoi filantropici aperti, in particolare, in Europa e con il mondo delle fondazioni cinesi.

La riconoscenza alla Fondazione CRT, a nome della Regione Piemonte è stata espressa congiuntamente dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e dall’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi: «Il sistema piemontese sta dimostrando una straordinaria capacità di reagire, grazie al personale sanitario, ai volontari, donne e uomini che non hanno mai anteposto la paura all’interesse collettivo, ed a tutti coloro, imprese o singoli cittadini, che stanno dimostrando grande solidarietà e generosità. Questo intervento della Fondazione CRT  rappresenta un primo pacchetto di misure che abbiamo individuato, in sinergia con tutte le forze in campo, per fronteggiare questa emergenza. Ringraziamo di cuore la Fondazione CRT per questo sostegno straordinario, che è una boccata d’ossigeno per tutta la regione in questo momento di difficoltà».

Il comunicato della Regione di martedì 17 marzo, ore 13. Sono 1.897 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte

 

CORONAVIRUS PIEMONTE, 12 NUOVI DECESSI, IN TOTALE IL NUMERO DEI MORTI SALE A 133 – IN SERVIZIO 529 NUOVI OPERATORI SANITARI PER L’EMERGENZA IN PIEMONTE

DODICI NUOVI DECESSI

Sono 12 i nuovi decessi in Piemonte di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati questa mattina dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 2 in provincia di Alessandria (entrambi uomini), 2 in provincia di Biella (un uomo e una donna), 2 in provincia di Cuneo (entrambi uomini), 2 in provincia di Novara (entrambi uomini), 3 in provincia di Torino (2 uomini e una donna), 1 uomo nel Verbano-Cusio-Ossola.

Il totale complessivo è ora di 133 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 55 ad Alessandria, 5 ad Asti, 11 a Biella, 7 a Cuneo, 14 a Novara, 24 a Torino, 10 a Vercelli, 6 nel Verbano-Cusio-Ossola, 1 residente fuori regione (ma deceduto in Piemonte).

Il 69% sono uomini e il 31% donne. L’età media è di 81 anni.

BOLLETTINO DEI CONTAGI

Sono 1.897 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 323 in provincia di Alessandria, 90 in provincia di Asti, 96 in provincia si Biella, 119 in provincia di Cuneo, 150 in provincia di Novara, 749 in provincia di Torino, 113 in provincia di Vercelli, 76 nel Verbano-Cusio.Ossola, 46 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi.

I restanti 135 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 206.

I tamponi finora eseguiti sono 6.656, di cui 4.333 risultati negativi e 288 in fase di analisi.

RECLUTAMENTO PERSONALE SANITARIO

Sono 450 i reclutamenti straordinari di personale sanitario autorizzati fino ad oggi dall’Unità di crisi per l’emergenza “coronavirus covid19” in Piemonte.

Si tratta di 145 medici, 197 infermieri, 102 operatori socio-sanitari e sei altre professionalità.

In più, alcune aziende sanitarie locali hanno reclutato tramite agenzie di lavoro interinale 52 infermieri e 27 operatori socio-sanitari.

Complessivamente, sono entrati in servizio 529 nuovi operatori sanitari a supporto degli ospedali in Piemonte.

La clinica “Città di Alessandria” diventa Hospital Covid-19

Dalla partnership tra il Policlinico di Monza e l’Azienda Sanitaria Locale di Alessandria diventa operativo l’ospedale privato dedicato ai pazienti affetti da Covid-19. Dopo Pinna Pintor a Torino, questa è la seconda struttura privata in Piemonte interamente convertita alle cure Covid

L’ASL di Alessandria, con il benestare dell’Unità di Crisi Regionale, ha raggiunto l’accordo con il Policlinico di Monza per l’apertura ad Alessandria di un Covid-19 Hospital in una struttura privata. Si tratta della clinica “Città di Alessandria”, nella quale da oggi sono disponibili: 14 posti letto di terapia intensiva, 19 di terapia sub-intensiva, 25 a bassa intensità. Ulteriori 30 letti saranno attivati successivamente e il loro utilizzo sarà destinato sulla base dell’andamento dell’epidemia. Come per tutti i Covid Hospital, i ricoveri saranno gestiti dall’Unità di Crisi Regionale di Torino.

Parallelamente la Clinica Salus, istituto ad alta specializzazione dell’alessandrino anch’esso di proprietà del Gruppo Policlinico di Monza, si occuperà di casi di area medica no Covid.

Città di Alessandria si integra col Tortona Covid Hospital per gestire l’emergenza sanitaria che stiamo affrontando – dichiara Luigi Vercellino, direttore amministrativo della ASL di Alessandria -. Apprezziamo vivamente la disponibilità del Gruppo Policlinico di Monza che in questa fase critica offre il suo concreto sostegno attraverso le strutture operative nella nostra città”.

“La provincia di Alessandria è la più colpita dal virus nella nostra regione – dichiara Giancarlo Perla, direttore generale del Policlinico di Monza -. Per decongestionare l’Ospedale di Tortona e arginare la crescente richiesta di ricoveri, dopo Pinna Pintor a Torino, abbiamo deciso di mettere a disposizione della sanità pubblica la nostra clinica più grande e meglio attrezzata, sospendendo l’attività programmata e destinandola totalmente ai pazienti affetti da Covid 19”.

La solidarietà del Veneto: azienda dona strumenti sanitari

La I-TECH Medical Division, un’azienda veneta, ha donato alla sanità piemontese centinaia di pulsossimetri  (dispositivi per la misurazione della saturazione di ossigeno nel sangue) e termometri digitali a infrarossi  per la misura della temperatura a distanza.

Il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia ringrazia  Massimo Marcon e Matteo Zennaro, rappresentanti dell’azienda,  per questa inaspettata ma quanto mai preziosa donazione:  “Sarà mia premura attraverso l’assessore alla Sanità Luigi Icardi  far recapitare nel più breve tempo possibile le attrezzature devolute presso le Asl del Piemonte. In questi giorni molto difficili per il nostro Servizio sanitario regionale, – continua il presidente Allasia – anche un piccolo gesto diventa importante. Chi può, in questo momento deve donare, è un dovere civico, una chiamata al senso di responsabilità e solidarietà. Per fortuna la generosità di aziende, enti e singoli cittadini si sta manifestando in modo importante anche in Piemonte, cosa che mi inorgoglisce”.

La I-TECH precisa che con questo gesto vuole sensibilizzare tutte le aziende italiane a donare:  “In momento di difficoltà dobbiamo essere uniti e dimostrare che crediamo in questo meraviglioso paese che è l’Italia. Il primo obiettivo che abbiamo oggi è sconfiggere Covid-19, subito dopo viene la conservazione dei posti di lavoro per garantire il sostegno delle famiglie, il futuro delle generazioni a venire, il sostentamento degli anziani, la salute pubblica e la pace sociale”.

Piemonte, 1624 positivi. Il numero dei morti sale a 121

Il comunicato della Regione Piemonte delle ore 19 di lunedì 16 marzo

CORONAVIRUS PIEMONTE, 10 NUOVI DECESSI, IN TOTALE IL NUMERO DEI MORTI SALE A 121 – RICOVERATE IN TERAPIA INTENSIVA 193 PERSONE POSITIVE AL VIRUS – DORS, INFORMAZIONI SCIENTIFICHE ACCESSIBILI A TUTTI

DIECI NUOVI DECESSI

Sono 10 i nuovi decessi in Piemonte di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati questo pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 3 in provincia di Alessandria, 1 in provincia di Novara, 1 in provincia di Torino, 2 in provincia di Vercelli e 3 nel Verbano-Cusio-Ossola.

Il totale complessivo è ora di 121, così suddiviso su base provinciale: Alessandria 53, Asti 5, Biella 9, Cuneo 5, Novara 12, Torino 21, Vercelli 10, Verbano-Cusio-Ossola 5, morti in Piemonte e residenti fuori regione 1.

BOLLETTINO DEI CONTAGI

Sono 1.624 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 304 in provincia di Alessandria, 90 in provincia di Asti, 78 in provincia si Biella, 100 in provincia di Cuneo, 117 in provincia di Novara, 595 in provincia di Torino, 102 in provincia di Vercelli, 59 nel Verbano-Cusio.Ossola, 36 sono residenti fuori regione che sono in carico alle strutture sanitarie piemontesi, mentre 143 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

Le persone ospedalizzate sono 1.323, di cui 193 ricoverate in terapia intensiva.

In isolamento domiciliare, perché positive al test e sintomatiche, ma le cui condizioni non richiedono il ricovero, ci sono 180 persone.

I tamponi finora eseguiti sono 5.758, di cui 3808 risultati negativi e 317 in fase di analisi.

Il comunicato della Regione Piemonte delle ore 13 di lunedì 16 marzo

CORONAVIRUS PIEMONTE, 17 NUOVI DECESSI, IN TOTALE IL NUMERO DEI MORTI SALE A 111,  1516 I CONTAGIATI – APRE IL NUOVO OSPEDALE DI VERDUNO, COVID HOSPITAL DI RIFERIMENTO DEL PIEMONTE

DICIASSETTE NUOVI DECESSI

Sono 17 i nuovi decessi in Piemonte di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati questa mattina dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 3 in provincia di Alessandria (2 uomini e 1 donna), 4 in provincia di Biella (2 uomini e 2 donne), 4 in provincia di Novara (3 uomini e una donna), 1 uomo in provincia di Torino, 3 in provincia di Vercelli (1 uomo e 2 donne), 1 uomo nel Verbano-Cusio-Ossola, ai quali si aggiunge un residente in provincia di Sassari deceduto a Torino.

Il totale complessivo sale così a 111, così suddiviso su base provinciale: Alessandria 50, Asti 5, Biella 9, Cuneo 5, Novara 11, Torino 20, Vercelli 8, Verbano-Cusio-Ossola 2, morti in Piemonte e residenti fuori regione 1.

IL BOLLETTINO DEI CONTAGI

Sono 1516 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte:  273 in provincia di Alessandria, 87 in provincia di Asti, 67 in provincia si Biella, 91 in provincia di Cuneo, 109 in provincia di Novara, 542 in provincia di Torino, 99 in provincia di Vercelli, 58 nel Verbano-Cusio.Ossola, 33 sono residenti fuori regione che sono in carico alle strutture sanitarie piemontesi, mentre 157 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

Le persone ospedalizzate sono 1231, di cui 186 ricoverate in terapia intensiva.

In isolamento domiciliare, perché positive al test e sintomatiche ma le cui condizioni non richiedono il ricovero, ci sono 174 persone.

I tamponi finora eseguiti sono 5589, di cui 3711 risultati negativi e 336 in fase di analisi.

Il fattore “C”

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PAROLE ROSSE di Roberto Placido / Neanche tanti anni fa si sarebbe detto il fattore “K” ma oggi non può che dirsi, pena l’incomprensione da parte di molti, il fattore “C”. Naturalmente la lettera sta ad indicare il Corona Virus o Covid 19 che dir si voglia ma anche, aggiungo io, Cina e Cuba

Non ritorno sulla gestione iniziale, altalenante, della Pandemia ma su quello che stiamo vivendo in questi giorni di chiusura totale di tutto il paese. Il provvedimento, dopo le critiche o le sottovalutazioni di altre nazioni, penso che sarà il riferimento per molti governi e stati ma su quanto è emerso, sono venuti a galla tutti gli errori di gestione della Sanità pubblica degli ultimi dieci anni. Alcuni gravi e che rischiano di diventare tragici, altri meno ma che pesano terribilmente nella situazione che si è creata a causa della pandemia da Covid 19.

Il decennio indicato è stato costellato da tagli indiscriminati e pesanti alla sanità pubblica. Dove più dove meno le regioni, sia quelle di sinistra che di destra, hanno calcato pesantemente la mano. Senza un piano strategico nazionale e nemmeno nelle singole regioni. Si è permesso così di non difendere, ma questo purtroppo è avvenuto sciaguratamente in tutti i settori. Aziende strategiche per l’interesse nazionale che non vuol dire solo i camion pesanti o qualche infrastruttura ma, abbiamo scoperto ora, anche la produzione di mascherine o di respiratori, vendute o delocalizzate senza che i vari governi avessero nulla da obiettare. In Piemonte ha risposto in uno slancio di generosità il Gruppo Miroglio Tessile di Alba, marchi Vestebene , Elena Mirò ed altri, con la produzione straordinaria e manuale di circa 700.000 mascherine di stoffa lavabili e riutilizzabili una decina di volte. A costo zero per la Regione Piemonte! Il tutto coperto da “monsù” Miroglio e d altre realtà cuneesi. In tema di mascherine fanno da contraltare quelle, incredibili, inviate dalla Protezione Civile nazionale nelle varie regioni ed anche in Piemonte, una specie di striscia di carta igienica inutilizzabile, che tanto hanno fatto infuriare il mitico presidente lombardo, quello del video della mascherina, Attilio Fontana ed il suo assessore alla sanità Giulio Gallera. La Lombardia paga la scelta di avere puntato tanto e per tanti anni sulla sanità privata ed ora si trova drammaticamente senza posti letto sufficienti, senza posti di terapia intensiva e tutto il seguito ad essi legati. La situazione piemontese merita qualche approfondimento, sia per i posti letto che per la gestione complessiva. Scrivevo prima del dissennato taglio dei posti letto e degli investimenti degli ultimi dieci anni, va bene scendere da quasi 4 posti letto ospedalieri ogni mille abitanti alla media europea di tre ma , in una gara suicida, negli ultimi anni sono arrivato a 2,5 e di conseguenza il numero dei letti di terapia intensiva. Alle critiche ed osservazioni che molti a sinistra facevamo le risposte erano i dati del bilancio che imponevano i tagli quando andava bene se non risposte a noi di essere “statalisti e passatisti” se non spallucce di scherno in qualche caso.

Così senza i numeri della Lombardia abbiamo Torino che regge, in affanno il Maria Vittoria ed in parte il San Giovanni Bosco, ancora bene le Molinette, saturo un reparto su tre, mentre in difficoltà sono le altre parti della regione. Ad Alessandria sono bastate poche monache con alcune linee di febbre o risultate positive per intasare l’ospedale. Ospedali che hanno i Pronto Soccorso praticamente vuoti in quanto non solo i codici bianchi e verdi sono scomparsi, ma anche molti codici gialli. Per paura del contagio non portano le persone o non vanno in ospedale e molte di queste persone muoiono di altre patologie ma hanno evitato, “per fortuna”, il contagio. Anche in Piemonte una protezione civile debole e non guidata lascia le farmacie senza mascherine da oramai un mese per non parlare degli operatori, dai quali dipende tutto il funzionamento del sistema, lasciati quasi completamente senza strumenti come mascherine, guanti, occhiali ecc. Pensiamo che al tempo della SARS (Severe Acute Respiratory) sindrome acuta respiratoria grave, che nel 2002-2003 causò circa 8 mila casi e oltre 700 morti nel mondo, tutti i medici di famiglia ricevettero, mai usate, una tuta con tanto di casco scafandro tipo Guerre Stellari che ancora fanno mostra di se in qualche armadio o vetrina di studi medici. In compenso si sta dimostrando all’altezza della situazione il presidente della Regione Alberto Cirio che seppur positivo al Covid 19 ed in quarantena domestica interviene con toni adeguati, positivi, nel senso non medico, e determinati. Ma tornando al “fattore C” assistiamo al comportamento della Cina, di sostegno materiale, un intero aereo carico di respiratori, mascherine ed altro materiale medico ed una squadra di nove medici esperti nella lotta al Virus. Esperienza fatta al centro del problema e cioè nella città di Wuhan. L’iniziativa dell’Associazione Italia-Cina che ha destinato un importante quantitativo di materiale sanitario alla nostra regione ed il bel video di sostegno ed incitamento all’Italia ed agli italiani di decine di cinesi di ogni età. Questo da un paese al quale, unici, abbiamo chiuso i voli diretti e mentre i paesi amici ci hanno rifiutato persino quantitativi di mascherine già ordinate e pronte alla spedizione.

E poi l’offerta arrivata dalla storica associazione Italia-Cuba di medici cubani, formatisi in Africa nella lotta all’Ebola. Dal comportamento e dall’atteggiamento di Cina e Cuba una riflessione viene spontanea, in quei paesi dove il servizio sanitario è garantito dallo stato la lotta a fenomeni come il Corona Virus sono più facili da contrastare alla faccia del liberismo e del mercato regolatore. La cosa positiva, l’ho già scritto, è la risposta della stragrande maggioranza degli italiani, al netto dei deficienti di ritorno, quelli che sono tornati al sud e nelle isole da mammà, o degli imperterriti di parchi e camminate inutili, degli operatori della sanità pubblica e dei lavoratori delle aziende che, giustamente, pretendono maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro. In attesa di vedere cosa succede nel sud Italia, potrebbe essere drammatico l’evolversi della pandemia per la carenza e la colpevole inadeguatezza delle strutture mediche, bisogna incominciare a pensare al dopo. Il comportamento e la reazione degli italiani con video, canzoni, messaggi da l’idea di un senso di paese quanto mai utile in un momento molto difficile e per certi versi drammatici per il nostro paese. Mi è tornata in mente una frase molto bella di Enrico Berlinguer: ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno. Speriamo che la lezione serva ad invertire la riduzione dei posti letto negli ospedali, dei posti di terapia intensiva, ne abbiamo molto meno di Francia e Germania e degli stessi Stati Uniti dove la sanità pubblica di fatto non esiste. Speriamo si faccia un piano sulle aziende strategiche dei vari settori del nostro paese e non solo quello medico-sanitario, si utilizzino risorse nel medio lungo periodo per modernizzare il paese e le strutture ed infrastrutture altrimenti ancora una volta avremo sprecato risorse ingenti sempre e solo in termini emergenziali.

Un infermiere scrive al Ministro Speranza

Nursing Up: “La vergogna degli infermieri usa e getta. L’Unità di Crisi propone assunzioni a tempo determinato di sei mesi”

Riceviamo e pubblichiamo / Il  sindacato degli Infermieri Italiani e delle professioni sanitarie, della Lombardia e del Piemonte rende pubblica la lettera invita al ministro Speranza da parte di un professionista iscritto per dare voce allo scontento degli infermieri specializzati che sarebbero disponibili e pronti all’arruolamento se messi nelle giuste condizioni.

“Ci aspettavamo misure più coraggiose da parte della politica in questo momento di grave emergenza sanitaria. Invece gli unici coraggiosi e che stanno rischiando la vita sono le donne e gli uomini in trincea contro il Coronavirus. Fuori si susseguono sterili proclami alternati a scellerate prese di posizione tra Regioni e Protezione civile. Gli infermieri degli ospedali e tutti i professionisti a vari livelli impegnati nelle corsie lanciano l’ennesimo disperato grido d’allarme. Assumete personale per darci il cambio, siamo stremati e traumatizzati. Abbiamo fatto l’impossibile ma andare avanti così, a ranghi ridotti, si rivelerà una scelta dolosa e colpevole. Stiamo raccogliendo i colleghi caduti e temiamo di essere veicolo del contagio per le nostre famiglie. C’è bisogno di intervenire con una norma ad hoc che liberi immediatamente i colleghi disponibili: non c’è tempo da perdere, è una corsa verso il precipizio. Avete il dovere morale di non restare a guardare pensando che questa epidemia finisca. Un’intera categoria non può pagare il prezzo delle carenze strutturali del nostro SSN. Basta proclami: una classe politica degna di questo nome prende atto del fallimento e inverte la rotta per salvaguardare la salute pubblica”. Così i segretari regionali Nursing Up Claudio Delli Carri (Piemonte) e Angelo Macchia (Lombardia) sul reclutamento di personale.

“I problemi più gravi – proseguono – sono la carenza di infermieri, lo scarso materiale per lavorare in sicurezza (i DPI) e i tamponi al personale che vengono somministrati tardivamente, ma ancora non registriamo una reale mobilitazione di risorse e mezzi. Perché non vengono fatte assunzioni vere? Se è vero che abbiamo capito tutti che senza personale si precipita nel baratro, come mai le Regioni continuano a proporre soluzioni a termine? La situazione è grave e ci vogliono decisioni serie. Lo ribadiamo ancora una volta: salvate i soldati ancora in piedi”.

Qui di seguito il testo integrale della lettera inviata al Ministro Speranza:

Buongiorno ministro Speranza, Le chiedo venia se questa lettera le toglierà più tempo del dovuto.

Mi chiamo Davide Vecchio, sono uno dei diversi infermieri idonei presenti nelle graduatorie a tempo indeterminato piemontesi, per essere preciso in quella di Alessandria.

In questi giorni non c’è stato evento, intervista e/o citazione da parte di tutta Italia che non abbia encomiato il sacrificio che la nostra categoria sta perpetrando per il bene comune; per la prima volta da quando sono infermiere mi sono finalmente sentito appagato per il riconoscimento attribuitoci.

Pieno di entusiasmo, essendo in graduatoria, non aspettavo altro che giungesse il mio turno per entrare nei ranghi e fornire le mie competenze.

Glielo giuro ieri l’altro (giovedì 12 marzo) mi sono sentito svilito dal comportamento tenuto nei nostri confronti come non accadeva da tanto tempo ed avendo riunito più di mille colleghi e tenendo con loro una comunicazione in tempo reale posso dirle senza problemi che questo smarrimento è stato diffuso tra tutti noi.

Ieri l’unita di crisi piemontese, mi lasci passare il termine, ha assaltato la nostra graduatoria. Ha iniziato dal primo non ancora chiamato e nel giro di un pomeriggio ha contattato tutti noi, terminando la graduatoria, proponendo un contratto di sei mesi “eventualmente prorogabile” e richiedendoci la disponibilità immediata.

Noi abbiamo delle famiglie, delle spese e degli obblighi da rispettare, ma soprattutto abbiamo una dignità professionale.

Avete detto tutti che l’Italia ha bisogno di un maggior numero di infermieri, noi ieri eravamo tutti pronti per ricevere le pec o le chiamate per il conferimento del tempo indeterminato e metterci a disposizione anche, in molti casi, accettando offerte esterne al bando, assumendoci tutti gli onori e gli oneri che la nostra scelta ci avrebbe portato, ma la realtà è stata amara: abbiamo ricevuto un’offerta di sei mesi.

Siamo degli infermieri usa e getta sostanzialmente, non importa se entrando nella graduatoria abbiamo dimostrato competenze e preparazione, non importa se la nostra professione ha richiesto anni di studio e sacrifici. Noi siamo come le mascherine: monouso.

Ministro, io non pretendo tappeti dorati, encomi e parate. Richiedo, e anche in modo umile, il diritto di poter aiutare la mia patria potendo con i miei sforzi mantenere la mia famiglia.

Io non so se lei ha famiglia, se è sposato o no, se ha dei figli, ma si immedesimi nei nostri panni, anche se per amor di patria sarebbe disposto a fare qualunque sacrificio, lascerebbe un posto indeterminato per accettare un determinato forse prorogabile?

Io non so a quanti colleghi l’unità di crisi abbia conferito l’incarico in questo modo, ma le garantisco che se la proposta fosse stata più dignitosa avrebbe trovato più persone di quelle necessarie.

 

Cordialmente,

uno dei tanti infermieri usa e getta

Davide Vecchio

Contagi in aumento, le proposte degli infermieri del Nursind

“Gli ospedali, ad oggi sono paradossalmente le strutture meno sicure e più  a rischio di contagio in quanto operatori potenzialmente positivi non vengono posti in quarantena se non sviluppano sintomi e anche li sviluppassero , continuano a lavorare in attesa di un tampone e del suo risultato”

Riceviamo e pubblichiamo / AUMENTANO I CONTAGI TRA I SANITARI E LE AREE OSPEDALIERE NON PULITE DAL CONTAGIO LE CRITICITA’, LE OSSERVAZIONI E LE PROPOSTE DEL NURSIND ALLA REGIONE PIEMONTE

A seguito della richiesta da parte dell’ufficio di presidenza della commissione sanità della regione Piemonte, nursind , il sindacato delle professione infermieristiche ha fatto pervenire le proprie considerazione, le criticità e le proposte in merito all’emergenza covid 19.

Gli ospedali, ad oggi sono paradossalmente le strutture meno sicure e più  a rischio di contagio in quanto operatori potenzialmente positivi non vengono posti in quarantena se non sviluppano sintomi e anche li sviluppassero , continuano a lavorare in attesa di un tampone e del suo risultato.

I percorsi per i pazienti covid inoltre non sono chiari nelle strutture ospedaliere. Zone pulite e zone sporche non sono rispettate e questo alimenta il rischio di contagio tra operatori e pazienti. Questi due elementi comportano il fatto che stiamo diventando tutti untori e a breve il numero di pazienti potrebbe essere non più gestiblile dalle nostre strutture. A questo proposito chiediamo che:

-E’ assolutamente necessario creare aree riservate o adibire singole strutture da ricercare su tutto il territorio solo per i pazienti covid 19

-La dotazione di dispositivi di sicurezza individuale deve essere assicurata e illimitata e deve avere priorità assoluta. -Evitare che ogni reparto abbia pazienti positivi o sospetti anche per razionalizzare l’utilizzo di dispositivi a disposizione.

Ai colleghi impegnati negli ospedali e sul territorio non appare chiara la catena di comando nelle decisioni e nell’organizzazione. Le stesse cambiano a seconda dell’interlocutore. Non ci sono risposte uniformi in merito ai provvedimenti adottati in materia di isolamento, sorveglianza, esecuzione dei tamponi e relativi comportamenti da adottare.

-A tale proposito abbiamo chiesto che venga istituita tempestivamente, a tutela delle categorie professionali esposte, una struttura regionale in grado di rispondere alle principali incongruenze laddove nelle aziende è complicato trovare risposte univoche ed interlocutori in grado di dare risposte certe alle principali criticità.

-Di dotarsi di uno strumento informatico chiaro ed efficace per la comunicazione con il personale impegnato in prima linea in grado di dare indicazioni tempestive e risposte ai comportamenti da adottare.

-Abbiamo suggerito inoltre il trasferimento di tutto l’apparato dei numeri verdi che riguardano il covid19 presso altra struttura presidiato dai medici di famiglia, di guardia medica, specializzandi evitando più passaggi.-Nello stesso luogo può essere installato una linea di supporto psicologico telefonico per gli operatori sanitari.

Crediamo sia opportuno ricercare e mettere a disposizione strutture attrezzate per operatori in quarantena con supporto alle famiglie.

In merito alla premialità del personale annunciata dall’assessore regionale alla sanità abbiamo sottolineato come Il personale oltre ad andare sia chiaramente sottoposto ad un rischio di salute per se e per la propria famiglia e per questo motivo abbiamo richiesto di prevedere

– Indennità legate all’ emergenza covid19 per tutto il personale infermieristico.

– Indennità legate al rischio infettivo per tutto il personale infermieristico impegnato in prima linea nei reparti covid19 , pronto soccorso, rianimazioni, degenze con ricoverati covid19, assistenza domiciliare. – Prestazioni aggiuntive per la richiesta di salti riposi.

Francesco Coppolella NURSIND PIEMONTE