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Rider, Grimaldi: “Quando saranno riconosciuti dalla legge italiana?”

Sciopero rider; Grimaldi (LUV): I tribunali di tutta Europa stanno riconoscendo che è lavoro subordinato. Quando lo farà la legge italiana?

“Li chiamiamo lavoratori essenziali, ma non riconosciamo la loro dignità. Io sto con i rider in sciopero contro l’accordo pirata firmato tra Assodelivery e Ugl” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, sullo sciopero dei giorni scorsi dei rider di tutte le piattaforme del delivery in tutta Italia, che dopo i fattorini (e non solo) di Amazon si sono fermati per 24 ore. Stop delle consegne e invito ai consumatori a non chiamare per l’intera giornata per ricevere pasti o acquisti.

“Chiedono una cosa molto semplice, ossia di essere inquadrati in un vero contratto collettivo nazionale, con tutele e diritti riconosciuti: ferie, malattia, TFR, indennità di lavoro notturno e durante la pandemia, salario adeguato – prosegue Grimaldi, primo firmatario di una proposta di legge al Parlamento che vuole garantire maggiori tutele, regolarizzando i lavoratori della gig economy a livello nazionale: “Come diciamo da anni, dobbiamo smettere di chiamarli lavoretti, gli occupati di quei settori sono a tutti gli effetti lavoratori dipendenti e i tribunali dell’Europa intera lo stanno riconoscendo. Quando lo farà la legge italiana?”

Identificati i responsabili dell’aggressione ai rider

Nel primo pomeriggio di sabato, in un’affollata Piazza Castello, alcuni rider sono stati aggrediti da un gruppo di giovani.

La scena è stata notata dai ragazzi che per conto dell’Associazione Familiari e Vittime della Strada Onlus stanno svolgendo i lavori di pubblica utilità ai fini della messa alla prova in qualità di assistenti pedonali in collaborazione con il Corpo di Polizia Municipale di Torino.

Gli assistenti erano appena arrivati sul posto per prendere servizio sugli attraversamenti pedonali loro assegnati dagli agenti del Comando Territoriale Centro-Crocetta quando hanno notato il parapiglia. In applicazione di quanto appreso durante il corso di formazione tenuto dalla Polizia Municipale, gli ‘assistenti pedonali’ hanno prontamente avvertito il loro referente che ha allertato la Centrale Operativa permettendo ai Carabinieri intervenuti sul posto di individuare i responsabili.

Gli stessi hanno successivamente completato il proprio dovere civico offrendo ai militari la loro testimonianza, consentendo in tal modo l’agevolazione delle indagini.

Fiero dei nostri ragazzi – è stato il commento a caldo del Presidente Giacinto Picozza – che hanno dimostrato un gran senso civico, segno che il percorso di rieducazione intrapreso con la messa alla prova sta dando ottimi frutti. Inoltre, l’episodio ci permette anche di sottolineare come la figura dell’assistente pedonale non esaurisca la sua funzione nel solo ‘attraversamento sicuro’ dei pedoni ma possa essere di ausilio alle forze dell’ordine su più fronti”.

Un’ulteriore conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, dell’importanza e dell’utilità di questo progetto di rieducazione civica e di pubblica utilità ad ampio spettro, non solo di sicurezza stradale, che alimenta il senso di responsabilità e il rispetto della legalità collettiva”,  ha commentato il Comandante Emiliano Bezzon.