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Conte propone Appendino come vice presidente di M5S

Il leader del Movimento 5Stelle, l’ex premier Giuseppe Conte, ha proposto l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino come vice presidente nazionale del partito. Commenta l’interessata  su Facebook: “Il Movimento 5 Stelle è la mia casa.
Mi ha fatto avvicinare alla politica sognando un’Italia più giusta e sostenibile e mi ha accolta quando ero poco più di una ragazza, interessata semplicemente al bene della mia città.

In questi 15 anni abbiamo condiviso vittorie e sconfitte.
Nei momenti difficili con tutta la comunità di attivisti e rappresentanti ci siamo fatti forza. E li abbiamo superati.

Hanno profetizzato tante volte che eravamo destinati a sparire, invece siamo ancora qui, orgogliosi della nostra comunità politica.

Ed oggi sono davvero felice ed onorata di essere stata proposta da @giuseppeconte come vicepresidente del @movimento5stelle”

Ma l’Ulivo si farebbe con i 5 stelle?

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo

C’è poco da fare. Quando la politica langue e il populismo rischia ancora di avere il sopravvento, malgrado il leggero cambiamento rispetto alla stagione che abbiamo vissuto dopo l’esplosione del grillismo anti politico e demagogico, il ritorno del passato, seppur rivisto ed ammodernato, è sempre una tentazione molto forte ed insidiosa. Ed è sempre dietro l’angolo. Sotto questo versante, è tornato d’attualità – anche se lo era già da tempo – l’Ulivo. Che, è bene non dimenticarlo, è stata una grande intuizione politica, culturale, sociale e programmatica. Un progetto che è stato possibile anche perchè si sono unite in una riconosciuta e spiccata cultura di governo alcune storiche culture politiche attraverso le rispettive soggettività politiche. Ovvero, il cattolicesimo popolare e sociale, la sinistra democratica ex e post comunista, il filone laico, socialista e ambientalista e la tradizione liberal democratica. Un impasto, appunto, culturale e politico che ha reso possibile il decollo di un progetto di governo altrettanto credibile e serio. Dopodichè, per svariate e ben note motivazioni, quella stagione si è spenta progressivamente e gli stessi obiettivi politici dei vari partiti sono cambiati anche in modo radicale. Ora, per restare all’oggi, forse è opportuno avanzare due sole ri flessioni. Soprattutto quando si parla di riproporre l’Ulivo o qualcosa di simile per cercare di battere la coalizione di centro destra. La prima attiene al perimetro politico di quella alleanza. E questo perchè l’Ulivo non era l’Unione. Cioè non era un pallottoliere. Non era una coalizione che sommava il diavolo e l’acqua santa, come si suol dire. Perchè si trattava di un’alleanza di governo che partiva da una vera, convinta e coerente convergenza programmatica tra le varie forze politiche. Elemento, questo, che giusti fi cava la natura di governo dell’Ulivo. In secondo luogo, e di conseguenza, non si può oggi pensare di riproporre una esperienza come l’Ulivo sommando partiti un po’ meno riformisti di ieri, come l’attuale Pd a guida Schlein con un movimento schiettamente populista, anti politico e demagogico come quello dei 5 stelle. Cioè il partito di Grillo e di Conte. Con una deriva, oltretutto, profondamente trasformistica ed opportunistica. Semmai, e se così fosse, somiglierebbe più ad una sorta di pallottoliere – o ad una ‘santa alleanza’, appunto – costruita unicamente per battere il nemico di turno ed irriducibile ma con una scarsa, se non nulla, cultura di governo. Ecco perchè, quando si parla di “ritorno dell’Ulivo” non basta individuare burocraticamente un “federatore” – l’ennesima fi gura che scorrazza nella politica italiana e nel potere da svariati decenni – ma è necessario elaborare un progetto politico autenticamente di governo che faccia della cifra riformista la sua bussola di riferimento. Ed è proprio su questo versante che si gioca la scommessa della costruzione di una vera e credibile alleanza di governo. Ma adesso, però, serve un “di più” di politica e di cultura politica che, è bene sottolinearlo con forza, è l’esatto contrario del populismo anti politico e demagogico del grillismo. Di ieri e di oggi.

Giorgio Merlo

Ruffino (Azione): “Da Meloni parole, per i cittadini curarsi è un lusso”

“Alla presidente Meloni i collaboratori descrivono un quadro della sanità lontano dalla realtà. Il governo non ha dato le risorse minime necessarie alle Regioni per salvaguardare il livello minimo di assistenza. L’incremento del fondo per 4 miliardi non copre minimamente il surplus di spesa dei due due anni di pandemia. Quanto alle liste di attesa, Meloni ha idee molto vaghe. Non sa che da circa 15 anni le aziende ospedaliere non fanno assunzioni al punto che oggi c’è una carenza di almeno 15 mila medici e quasi 30 mila infermieri. Le liste di attesa non le smaltisci con i premi di produzione ai medici già in servizio, per la semplice ragione che quei medici lavorano anche 10 ore al giorno, tutti i giorni, senza neppure vedersi retribuito lo straordinario. Meloni pensa di allungare ulteriormente le ore di servizio per smaltire le liste di attesa? Sa che l’Italia viola in moltissimi casi la direttiva europea che prevede per i medici turni di riposo di almeno 11 ore fra un turno di servizio e l’altro?
Ha rifiutato il Mes sanitario, per migliorare le infrastrutture sanitarie e l’acquisto di tecnologie moderne. Ha rifiutato di destinare ogni euro disponibile alla sanità a favore di altre spese più redditizie sul piano elettorale. Con le chiacchiere non si fanno le diagnosi, né si prescrivono le terapie. La sanità è l’ultima delle preoccupazioni del governo, purtroppo. Azione aveva chiesto, inascoltata, di rovesciare l’agenda delle priorità e mettere al primo posto la sanità. Il governo ha preferito altre scelte e gli italiani ne pagano ogni giorno le conseguenze”.
Così l’on. Daniela Ruffino (Azione).

Tavolo Automotive, Grimaldi e Accossato: “Basta annunci”

 “Mentre tutti i fatti reali parlano di una fuga di Stellantis dall’Italia, Urso e Cirio vaneggiano di un milione di veicoli prodotti in Italia in futuro. Basta annunci, gli investimenti siano vincolati ad impegni concreti su produzione, occupazione e transizione”.

 

“Mentre Urso e Cirio vaneggiano di un milione di veicoli prodotti in Italia in un futuro immaginario e Stellantis a parole ribadisce la centralità di Torino all’interno del gruppo, nella realtà Stellantis scommetterà sull’idrogeno ma in Francia, la Panda elettrica sarà prodotta in Serbia e stabilimenti oggi produttivi vengono messi in vendita su piattaforme online. Sembra il teatro dell’assurdo” dichiarano Marco Grimaldi, deputato di Alleanza Verdi Sinistra, e Silvana Accossato, Capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Consiglio regionale.

 

“Ieri alla prima riunione del Tavolo sviluppo automotive al MIMIT, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il Ministro Adolfo Urso ha parlato di portare la produzione di veicoli in Italia a 1,5 milioni, ricordiamo che nel 2022 in Italia sono state prodotte 450 mila autovetture.

Intanto sappiamo che la Panda elettrica sarà prodotta nello stabilimento di Kragujevac in Serbia, sicuramente non in Italia e non a Torino. Così come abbiamo appreso dell’investimento di Stellantis nello sviluppo dei motori a idrogeno, benissimo, ma anche qui non in Italia, bensì a Saint-Font, nell’est della Francia.

Solo un mese fa il gruppo Ipi ha pubblicato online su Immobiliare.it l’annuncio di vendita del complesso produttivo ex Bertone di Grugliasco, oggi Maserati, ma ancora ieri al tavolo ministeriale il rappresentante di Stellantis ha ribadito a parole la centralità di Torino all’interno del gruppo” affermano Grimaldi e Accossato.

 

“I lavoratori e le loro famiglie sono stufi dei tanti annunci che si sono susseguiti negli anni e che purtroppo troppo spesso si sono rivelati fuffa. Il Governo assuma finalmente un ruolo centrale e decisivo nel rilancio dell’industria dell’automotive e della produzione di auto in Italia, vincolando gli investimenti ad un chiaro impegno di Stellantis sulla produzione, sull’occupazione e sulla transizione” ha concluso Grimaldi (AVS).

 

‹‹A Cirio dico “meno selfie sorridenti con Tavares ed Elkan e qualche impegno concreto in più per il futuro industriale del Piemonte”. Bisogna assolutamente invertire quella rotta che oggi nei fatti non vede nessuna novità per Mirafiori su nuove produzioni ma solo la continuazione della cassa integrazione per i lavoratori. Pensiamo che sia da perseguire l’idea lanciata dalla FIOM di portare a Torino altre aziende costruttrici di auto›› ha concluso Accossato (LUV).

 

Marco Grimaldi

Alleanza Verdi Sinistra

Camera dei deputati

 

Silvana Accossato

Capogruppo Liberi Uguali Verdi

Consiglio regionale del Piemonte

Giachino: “pochi passi avanti per la Tav”

Oggi non fa notizia la solita manifestazione dei Notav, ridotta nei numeri, quanto il fatto che la TAV dalla nostra grande Manifestazione del 10.11.2018 che riempi Piazza Castello e dopo il voto del Senato del 7.8.2019 che bocciò a grande maggioranza la mozione Notav dei cinque stelle, abbia fatto pochissimi passi in avanti in particolare dalla parte italiana e non tanto per la opposizione dei Notav violenti.  E’ grave che ci siano ancora amministratori PD  Notav. Occorre un forte cambio di passo dopo le importanti affermazioni dell ‘Ambasciatore francese al Secolo XIX . I lavori della TAV darebbe una bella spinta alla crescita della economia della bassa Valle e di Torino che da anni crescono meno della media nazionale.
 
Mino GIACHINO 
Responsabile piemontese trasporti e logistica FDI

Merlo: Piemonte, da Meloni e Cirio risorse per la crescita e lo sviluppo

Merlo: Piemonte, giornata importante e decisiva per i nostri territori. Da Meloni e Cirio risorse per

la crescita e lo sviluppo. Ottime notizie per Pragelato.

“Sono molto grato al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al Presidente della Regione

Piemonte Alberto Cirio per il massiccio e qualificato stanziamento indirizzato allo sviluppo dei

nostri territori presentato ad Asti. Un miliardo e 265 milioni finalizzati a settori, in particolare il

capitolo della sanità, che rappresentano un volano straordinario per la crescita della intera

Regione. Basti pensare, per fermarsi alla sanità, che si stratta di interventi che toccano tutti gli

ospedali del torinese e del Piemonte, con lavori di ristrutturazione e ammodernamento tecnologico. Oltre ai

settore altrettanto importanti e decisivi delle infrastrutture, dell’ambiente, della qualità dell’aria e,

soprattutto, dell’assetto ideologico.

E, per quanto riguarda gli eventi internazionali, non possiamo non evidenziare il massiccio

intervento per le opere connesse legate alle Universiadi del 2025. Un finanziamento, questo, che

vede proprio Pragelato al centro dell’attenzione come ha evidenziato lo stesso Presidente del

Consiglio nel suo lucido ed apprezzato intervento ad Asti. 7,5 milioni di euro, insieme a

Bardonecchia, che rappresentano uno stanziamento decisivo per lo sviluppo futuro della ‘capitale

del fondo’. E, sotto questo versante, l’impegno e la coerenza del Presidente Cirio sono stati

determinanti.

Ecco perchè, a fronte di questi massicci stanziamenti per l’intero Piemonte, e anche e soprattutto

per i nostri territori, si tratta di una giornata positiva per la Regione. E l’unica riflessione che non si

doveva fare è quella di scambiare l’annuncio di questo massiccio investimento come una

semplice ‘passerella’ politica come hanno detto alcune sigle sindacali. Ma quando il pregiudizio

politico supera qualsiasi altra considerazione si corre il serio rischio di non riuscire più a

distinguere la legittima propaganda politica dall’azione concreta e positiva delle istituzioni. E

quella di Asti, con Meloni e Cirio, è stata una giornata che è destinata a restare nella storia di

questa legislatura regionale”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale Anci.

Stellantis, AVS: passa odg per automotive elettrico Made in Italy

Ora il Governo si impegni seriamente.

Roma – “Passa il nostro ordine del giorno collegato alla pdl sul Made in Italy, che impegna il Governo ad assumere un ruolo centrale nel rilancio dell’automotive e della produzione di auto in Italia, in coerenza con la transizione ecologica e con gli impegni in ambito UE, a favorire il passaggio dalla produzione dell’auto endotermica alla produzione nazionale dei veicoli elettrici, anche sostenendo i necessari investimenti in ricerca e sviluppo, a garanzia dei livelli occupazionali e della filiera della componentistica, ad avviare iniziative per incentivare la collocazione in Italia di altri produttori di autoveicoli elettrici. Servivano parole chiare in vista del tavolo di crisi, perché in gioco ci sono vite umane, non numeri. Non sono arrivate e non c’è certezza di nuovi modelli. Stellantis invita i fornitori della componentistica a trasferire l’80 per cento della produzione in Paesi low cost dell’Asia, offrendo la buonuscita a 15 mila dipendenti in Europa, di cui 5 mila solo in Italia. A questo punto il Governo scelga da che parte stare. Noi vogliamo che le auto del futuro siano ancora Made in Italy”. Lo dichiara Marco Grimaldi, primo firmatario, insieme a Luana Zanella, Angelo Bonelli e Franco Mari, dell’ordine del giorno collegato al dl Made in Italy.

Il PDF solidale con Mons. Repole

“Dopo l’interruzione della Celebrazione nella Cattedrale di Torino ad opera di eco-agitatori”

Carlo Bravi (PdF):
La narrativa emergenziale climatica non può invadere anche la Messa”

“La narrativa emergenziale climatica non può invadere anche la Messa – ha dichiarato Carlo Bravi, del Popolo della Famiglia (PdF) di Torino – come è accaduto nel Duomo del Capoluogo Sabaudo la scorsa domenica 3 dicembre 2023 ad opera di eco-agitatori che hanno interrotto la Celebrazione svolta dall’ArciVescovo Mons. Repole. Tale gesto d’intromissione catastrofista ci appare altamente inopportuno su vari piani, a cominciare dalla scelta del contesto – quello appunto della Santa Messa – la cui natura supera in modo irriducibile la dimensione di assemblea comunitaria (per quanto solenne), pur presente. La Santa Messa riveste per i Cattolici il significato di ripetizione attualizzata del Sacrificio di Gesù Cristo sulla Croce e non si concilia con quel genere di interventi fuori luogo, fuori tema oltreché non concordati con il Celebrante – pur assai sensibile e disponibile sull’argomento – a cui si è assistito Domenica scorsa”.

“La manifestazione degli eco-agitatori è inopportuna – ha proseguito Bravi – anche nella scelta del destinatario delle esortazioni, perché davvero negli ultimi decenni la Chiesa Cattolica ha compiuto scelte assai forti in favore dell’attenzione all’ambiente ed alle problematiche collegate con i cambiamenti climatici, e dispone d’altra parte di limitati poteri di intervento al riguardo”.

“Il Popolo della Famiglia di Torino – ha concluso Bravi – esprime quindi censura per il gesto provocatorio degli eco-agitatori, mentre manifesta solidarietà e vicinanza al Vescovo Mons. Repole che con cortese fermezza ha gestito l’episodio. Il PdF auspica che rivendicazioni come quelle rumorosamente avanzate domenica scorsa possano trovare contesti adeguati di espressione e discussione; e soprattutto possano restare immuni da derive ideologiche oggi incombenti”.

“Salario minimo, colpito e affondato!”

Affondato o meglio neanche preso in causa, dura e triste realtà quella dell’ultima notizia di ieri dalla Camera: il nostro Paese dovrà dire definitivamente addio al Salario minimo, almeno fino a quando questa maggioranza sarà al Governo.

Un’ opposizione schierata contro questa scelta, con i vari partiti che in aula hanno dimostrato la loro amarezza stracciando il disegno di legge e voltando le spalle ai colleghi presenti; Azione e Italia Viva astenuti al voto, hanno comunque messo agli atti la loro preoccupazione per la situazione.    

Tecnicamente cosa è successo nella giornata di ieri, la maggioranza anziché bocciare o presentarne uno emendamento soppressivo nei confronti dell’opposizione,ha sostituito la proposta delle opposizioni delegando il Governo a legiferare sul tema, portando così il testo al Senato.

Consapevoli che la maggioranza si è opposta sin da subito alla questione Salario minimo, tanto da interpellare il CNEL, il quale ha sostenuto il punto di vista della maggioranza affermando con studi appositi che in Italia non si ha bisogno di questa legge, piuttosto si dovrebbe rafforzare la contrattazione collettiva. Ora quali sono i problemi, li si può risolvere con il rafforzamento della stessa? Ci sono milioni di lavoratori che si trovano fuori da questa contrattazione o che si imbattono in contratti come COCOCO o finte partite iva e via dicendo, scaturendo cosi la nascita di sindacati “pirata” che facendo firmare dei contratti poco onesti, seppur in percentualeminima, comprimono il potere rappresentativo delle sigle sindacali.

Il salario minimo non è certo una bacchetta magica, non è del tutto risolutivo e basti pensare al lavoro in nero, perché ovviamente se un datore di lavoro ad oggi non ripeta le normative non rispetterebbe nemmeno il minimo salariale, il “ma” sulla questione è il seguente : studi riportano che nei paesi in cui è stato applicato il salario minimo si hanno avuto riscontri positivi sia in termini di salari, ovvero che salgono, sia in termini di occupazione, 21 Paesi su 27 lo hanno applicato in Europa e, negli Stati come Danimarca o Austria che non hanno legiferato pro salario minimo hanno comunque paghe di base più alte che nel nostro Paese .

Per l’inconfutabile validità di queste ragioni tutta l’opposizione si è mostrata «capace di un atteggiamento costruttivo e di un grande impegno parlamentare» così secondo Matteo Ricchetti di Azione, che ha aggiunto « il governo Meloni ha via via dimostrato quello che oggi appare lampante: nei confronti del lavoro povero, della condizione di milioni di italiani, non c’è alcun interessi». Dello stesso avviso Daniela Ruffino, deputata piemontese di Azione, che ha dichiarato « A Meloni è mancato il coraggio di dire no a un istituto presente in quasi tutti i Paesi europei con rare eccezioni. Ha scelto di ignorare la condizione di umiliante sfruttamento a cui sono costretti oltre 3,5 milioni di italiani. Il governo aveva tutto il diritto di eccepire sull’entità monetaria della proposta (9 euro) e confrontarsi con le opposizioni. Ha preferito girarsi dall’altra parte salvo leggere agenzie irridenti in cui lamaggioranza si dice “a fianco dei lavoratori».

Sarebbe un parametro oggettivo il salario minimo poichè permetterebbe al lavoratore: in primis di constatare se si trovi davanti un contratto irregolare, dato il minimo stimatosui 9 euro lordi orari e in secondo luogo fungerebbe d’ aiuto ai vari ispettorati del lavoro per verificare con semplicità le condizioni lavorative.

Insomma una cosa è certa‘ Italia ha bisogno di leggi chiare ed oggettive dove l’ interpretazione venga meno; disturberebbe qualcuno avere un parametro chiaro sul quale basarsi per non cadere in varie truffe? Evidentemente si. Vedremo ora il Governo cosa si inventerà per risolvere il problema, sempre se vuole risolverlo… a me francamente non sembra.

Federico Audero (Azione Piemonte)

   

La Regione: “Il grattacielo farà risparmiare 18 milioni l’anno”

Finire un’opera incompiuta era un dovere verso i cittadini piemontesi

Pubblichiamo di seguito la nota della Regione Piemonte, dopo il sopralluogo dei capogruppo di opposizione al Grattacielo regionale

 

Finire il grattacielo della Regione, opera incompiuta da oltre 10 anni e lasciata tale anche dalla precedente amministrazione, è un impegno serio e preciso che ci eravamo presi con i cittadini. E che abbiamo rispettato. Un’operazione portata avanti nei tempi previsti con i dipendenti trasferiti in modo graduale, con un preciso piano che in sette mesi ha portato gli oltre 2000 dipendenti a prendere possesso degli uffici in Piazza Piemonte. Ricordiamo inoltre che questa operazione ha consentito alla Regione, e di conseguenza ai cittadini, di poter risparmiare 18 milioni all’anno che diversamente erano utilizzati per affitto e gestioni di tutte le altre sedi decentrate.

In merito alla potabilità dell’acqua, durante il corso dell’anno sono state svolte diverse analisi: le prime a cura di SMAT S.p.a., poi dall’ASL Città di Torino, attraverso il Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione (SIAN), e nel mese di ottobre a cura di un laboratorio esterno accreditato per ottenere la verifica della qualità dell’acqua presso il Grattacielo Piemonte, ai sensi del recente D.Lgs. 23 febbraio 2023, n. 18.  Tutte le analisi effettuate attestano che i parametri di cui al D.Lgs 18/2023 rientrano in quelli previsti dalla legge.

Per quanto riguarda la gestione del traffico ascensori, si premette che i 12 ascensori attivi presso la torre svolgono in media 92000 viaggi a settimana; tale dato, se proiettato sull’anno, supera i 4,4 milioni di corse. Al fine di velocizzare i tempi di attesa, soprattutto nell’orario più critico, relativo alla pausa pranzo, è stato analizzato il traffico dei dipendenti in ingresso e uscita e modificato il software di gestione degli ascensori che garantisce l’ottimizzazione dell’utilizzo e dei tempi di attesa. Inoltre, periodicamente, viene effettuata verifica con l’operatore Schindler addetto alla manutenzione sull’uso degli ascensori ma non risultano blocchi.

C’è uno spazio, adibito a parcheggio gratuito, vigilato con ingresso da Via Passo Buole, che può contenere fino a 400 posti auto destinati ai dipendenti (circa 200), ai visitatori esterni (circa 90) e alle auto di servizio (circa 110). Sono compresi anche 12 posti auto per disabili. Detti stalli non sono però mai stati occupati completamente. Inoltre sono state installate anche le rastrelliere per biciclette e monopattini destinati a ospiti e dipendenti

E’ in corso la progettazione di un intervento di adeguamento degli ingressi finalizzato a ridurre l’impatto del vento nell’accesso al Palazzo, dovuto allo sbalzo termico tra interno ed esterno.