Riceviamo e pubblichiamo
In un contesto democratico in cui la sinistra sembra sempre più orientata verso l’intolleranza e l’odio verso la democrazia, come dimostrato da recenti episodi nelle università italiane, questa mattina un banchetto della delegazione di Fratelli d’Italia della Circoscrizione 7, con i consiglieri Alessi, Giovannini e Caria e alcuni militanti, è stato oggetto di un vile attacco da parte di alcuni antagonisti legati al centro sociale Askatasuna.
Gli aggressori hanno lanciato insulti, tra cui “fasci di merda”, e hanno sputato verso il gazebo, sfiorando i consiglieri Alessi e alcuni militanti. La capogruppo di FdI, Patrizia Alessi, commenta: «Questo è il risultato della complicità tra il Sindaco e la sua Giunta con Askatasuna, che, nonostante l’indifferenza delle istituzioni, continua ad essere occupato senza che venga fatto nulla per fermarlo».
I tre consiglieri di FdI aggiungono: «La democrazia è davvero in pericolo a Torino?»
Maurizio Pedrini, coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, dichiara: «Mi sembra evidente che a sinistra ci siano persone che non tollerano le opinioni altrui, soprattutto se divergenti dalle loro. Non possiamo sottovalutare questo clima di intolleranza che sta crescendo in città».
La 41ª Assemblea annuale dell’ANCI, che per tre giorni ha riunito a Torino i sindaci provenienti da tutta Italia e numerosi esponenti del Governo nazionale, ha rappresentato un momento fondamentale di confronto sul ruolo strategico delle amministrazioni locali e sulla loro capacità di rispondere concretamente alle esigenze dei territori e dei cittadini.
“Ancora una volta Torino e il Piemonte sono protagoniste con una grande manifestazione che arriva esattamente un anno dopo il Festival delle Regioni e che in questi giorni ha accolto nel nostro territorio migliaia di sindaci a cui va il nostro ringraziamento per il difficile ruolo che svolgono ogni giorno con passione, impegno e coraggio”, ha commentato il presidente della Regione Alberto Cirio.
Presente in tutte le giornate l’assessore agli Enti Locali, Autonomia, Logistica e Infrastrutture strategiche Enrico Bussalino: “È stato un onore ospitare questa assemblea nazionale a Torino, che per tre giorni è diventata il simbolo dell’Italia dei territori. I sindaci rappresentano il primo punto di riferimento per i cittadini: sono loro che ogni giorno affrontano le sfide concrete, dando voce alle esigenze delle comunità e portando le istanze locali alle Regioni e al Governo centrale. È un lavoro impegnativo e carico di responsabilità, ma al contempo di un’importanza cruciale per il futuro del nostro Paese. Conosco bene le difficoltà che ogni amministratore affronta quotidianamente, ma so anche quanto sia gratificante lavorare per la propria comunità, perché sono stato anch’io sindaco di un piccolo Comune di 2.000 abitanti in Val Borbera e ho voluto rimanere tutt’ora consigliere comunale”.
Bussalino vuole anche sottolineare il compito della Regione Piemonte e di ANCI di individuare strategie per migliorare le città e i territori, con un’attenzione particolare al decentramento istituzionale, all’autonomia finanziaria e al benessere sociale. “In questo contesto si inserisce il percorso verso l’Autonomia differenziata, un’opportunità per il Piemonte e per i suoi territori”, ha proseguito Bussalino.
Durante l’assemblea grande attenzione è stata dedicata anche al tema della logistica, un argomento di primaria importanza per gli amministratori locali poiché incentivare l’insediamento industriale porta benefici concreti, non solo in termini occupazionali ma anche attraverso il rafforzamento del tessuto economico. “È fondamentale mettere in atto politiche regionali mirate, capaci di attrarre investimenti e creare condizioni favorevoli per il loro sviluppo – evidenzia Bussalino – E qui i sindaci trovano nuovamente un ruolo centrale nel monitorare e potenziare i servizi per i cittadini, come asili, scuole e punti di aggregazione, che rappresentano il cuore pulsante delle comunità. Garantire che questi luoghi siano accessibili e ben gestiti è fondamentale per mantenere vive le nostre città e rispondere ai bisogni delle persone”.
All’assemblea di ANCI la Regione ha animato insieme ad Anci Piemonte, Città metropolitana e Città di Torino, uno stand per la promozione del territorio, dei grandi eventi e delle sue bellezze paesaggistiche, che ha ospitato anche una serie di degustazioni delle eccellenze gastronomiche del nostro territorio.
La Regione Piemonte è presente pure ad ANCI OFF, l’evento speciale in programma da oggi al 24 novembre nel centro di Torino con uno stand allestito in piazza Castello nel quale vengono distribuiti materiali promozionali. Nell’ambito del palinsesto culturale si inserisce domenica 24 novembre, dalle 13 alle 14 nella Cupola geodetica, la presentazione dei Campionati mondiali di magia, che dal 14 al 20 luglio 2025 vedranno i 150 maghi migliori del mondo sfidarsi nel Centro congressi del Lingotto a Torino.
Anche a Roma, dopo le iniziative torinesi, si è ripercorsa la storia della Fondazione Carlo DonatCattin, nata l’anno dopo la scomparsa dello statista piemontese.
Una iniziativa che si è svolta in Senato e che ha visto alcuni interventi importanti tra cui quello di Pier Ferdinando Casini, Guido
Crosetto e Bruno Vespa. Una Fondazione che è nata non solo per ricordare il magistero e l’azione
politica, culturale e sociale dello statista Dc e del leader indiscusso della sinistra di ispirazione
cristiana. Ma, soprattutto, è una Fondazione che ha il merito, e l’obiettivo, di rilanciare e
riattualizzare il pensiero, la cultura e la tradizione del cattolicesimo sociale nel nostro paese. Una
tradizione e una cultura che conservano una straordinaria attualità e modernità nella società
contemporanea. Perchè la Fondazione, nel corso di questi anni, ha affrontato anche – e continua
ad approfondire – tematiche strettamente legate alla società, con particolare riferimento alle
istanze, alle esigenze e alle domande che provengono dalle giovane generazioni.
Ma, per fermarsi al dato politico, è indubbio che il lavoro della Fondazione Donat-Cattin è
particolarmente utile e prezioso per richiamare un pensiero politico che ha segnato in profondità
la stessa storia democratica del nostro paese. E questo, pur senza riproporre moduli ed
esperienze politiche del passato, perchè è abbastanza evidente che la democrazia nel nostro
paese non può fare a meno di una cultura politica e di un pensiero che hanno qualificato ed
arricchito la storia e la stessa esperienza del cattolicesimo politico nel nostro paese. E la rilettura
dell’azione politica, legislativa, culturale e soprattutto sociale di Donat-Cattin e della sua storica
corrente, Forze Nuove, significa anche rileggere i punti cardinali di un pensiero che non può
essere banalmente e qualunquisticamente archiviato.
E l’iniziativa che si è tenuta al Senato ha confermato la bontà e l’efficacia di questa azione
culturale e, soprattutto, le ricadute concrete che una presenza del genere può avere. E non solo
nell’area di riferimento – cioè quella del cattolicesimo popolare e sociale del nostro paese – ma
nell’intera società. E questo perchè i valori, i principi e gli asset culturali della cultura del
cattolicesimo sociale rappresentano tuttora un giacimento ideale, etico e politico che non può
essere sacrificato sull’altare di nessun maldestro nuovismo. E la Fondazione Carlo Donat-Cattin –
guidata per oltre vent’anni dal figlio Claudio scomparso nel 2022 dopo aver dato un impulso
straordinario alla stessa Fondazione fortemente voluta dalla famiglia dello statista piemontese –
come hanno giustamente evidenziato e ricordato Pier Ferdinando Casini e Bruno Vespa in Senato,
può diventare, senza supponenza e senza arroganza, un autorevole punto di riferimento della
tradizione e del pensiero del cattolicesimo politico italiano.
Giorgio Merlo
Contro la violenza sui disabili
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“È notizia di queste ore la proposta della UISP di Alba-Bra, gestore della Piscina Comunale di Ciriè (TO), che in ottica di rinnovo della convenzione vorrebbe destinare parte dell’orario di apertura alla frequentazione di sole donne, per ‘creare quel senso di complicità femminile tipico degli Hammam’, come scritto nella proposta stessa. Un progetto che ci auguriamo il Consiglio Comunale rigetterà senza remore”, così Claudio Desirò, Segretario di Italia Liberale e Popolare, commenta la polemica scaturita dalla proposta.
“L’integrazione dei cittadini stranieri residenti nel nostro Paese deve passare da un processo di inclusione che non può piegarsi ai precetti religiosi di una fede oscurantista che vede la donna come essere umano di serie B. La nostra società civile non può da un lato proseguire sul percorso di uguaglianza, lotta al patriarcato, vero o presunto che sia, e contrasto al fenomeno della violenza sulle donne e dei femminicidi, ed al contempo genuflettersi ai dogmi di segregazione della donna tipici dell’Islam”, prosegue Desirò.
“Un impianto sportivo, a maggior ragione pubblico, come la piscina comunale di Ciriè, deve accogliere tutte le persone che vogliono fare attività sportiva, senza distinzione di sesso, etnia o religione professata: questa è inclusione e l’integrazione di coloro che sono ancora legati a retaggi di un trapassato remoto ed oscurantista, deve passare attraverso l’accettazione di questa uguaglianza trasversale” aggiunge Desirò.
“L’Unione Italiana Sport per Tutti, in uno stato di delirio ideologico che ha già portato a proposte simili in altri comuni, vorrebbe creare negli impianti pubblici da lei gestiti delle sacche in cui si possano seguire dei precetti religiosi lontani dal buon senso, distanti dal concetto di società aperta ed inclusiva e contrastanti con la stessa Costituzione del nostro Paese. Il processo di islamizzazione che la UISP vorrebbe fare nei nostri impianti sportivi deve essere fermato: l’inclusione non passa dal rendersi supini alla segregazione della donna voluto dai mussulmani”, conclude Desirò.
Italia Liberale e Popolare
Direttivo Nazionale
Il Sindaco Lo Russo vicepresidente Anci
Si sono aperti ieri pomeriggio al Lingotto Fiere, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i lavori l’Assemblea annuale dell’ANCI, giunta alla quarantunesima edizione. Ad accogliere il capo dello Stato che al suo arrivo ha ricevuto un lungo applauso da parte dei tanti sindaci presenti in sala, tutti con la fascia tricolore, il neo presidente Gaetano Manfredi, primo cittadino di Napoli eletto all’unanimità alla guida dei comuni italiani e il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, poi nominato Vicepresidente con delega alle Politiche comunitarie e internazionali.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Ascoli Piceno, Marco Fioravanti, che da neo presidente del Consiglio nazionale Anci, ha aperto i lavori della 41esima Assemblea Anci al Lingotto di Torino è intervenuto Davide Gilardino, Presidente Anci Piemonte e Sindaco di Ronsecco che ha dato il suo benvenuto insieme a tutti comuni piemontesi e nazionali alle autorità presenti in sala.
E’ stata poi la volta del Sindaco di Torino Stefano Lo Russo che ha sottolineato come per la sua città sia un vero onore accogliere i sindaci di tutta l’Italia: “Da Torino, prima capitale, è partita la storia del nostro Paese – ha detto il Sindaco -. Torino è stata motore fondamentale del processo di unificazione italiana, una città che ha saputo guardare oltre i propri confini per credere, con coraggio, nella dimensione nazionale come risposta alle divisioni e ai localismi del passato. Da qui uomini e donne hanno lavorato instancabilmente per costruire un’Italia unita, affrontando sfide gigantesche, ispirati dalla convinzione che l’unità fosse il presupposto per la libertà, il progresso e la dignità del nostro popolo. È con quello stesso spirito – ha proseguito – che, oggi, Torino vi accoglie, consapevole dell’importanza del dialogo e della coesione per affrontare le sfide del presente”.
Nel suo intervento Lo Russo non ha mancato di ricordare come le sindache e i sindaci siano la prima interfaccia con i cittadini, “primo punto di contatto con lo Stato che le persone hanno nella loro vita quotidiana. Un orgoglio, ma anche una grande, duplice, responsabilità – ha sottolineato – Indirizzata sia verso chi vive e lavora nei nostri territori che verso la comunità allargata, quella dell’intero sistema Italia. Una responsabilità che ci porta a dover tenere presente una visione unitaria, condivisa, comune”.
Il Sindaco non ha mancato di ricordate il ruolo riconosciuto ai Comuni nella nostra Costituzione: “La nostra Carta Costituzionale definisce la composizione della Repubblica, indicandoci che è formata dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato e non a caso essa attribuisce un ruolo cruciale a tutti questi livelli di governo, riconoscendo esplicitamente i Comuni, le Province e le Città Metropolitane accanto alle Regioni. Questo riconoscimento non è formale, ma sostanziale: parla del valore delle autonomie locali come pilastri della democrazia e come attori essenziali nel dialogo con lo Stato centrale. Quando affrontiamo il tema delle riforme costituzionali – ha osservato – non possiamo dunque limitarci a parlare solo delle Regioni ma dobbiamo tener conto dell’intero sistema delle autonomie, che si regge su un equilibrio di ruoli, funzioni e responsabilità di cui i Comuni italiani sono protagonisti”.
Lo Russo ha poi rilevato che “viviamo un momento di profonde divisioni, che porta con sé il rischio elevatissimo di cedere ai personalismi, di guardare all’interno delle proprie mura e di ignorare il fatto che soltanto insieme si possono raggiungere traguardi fondamentali, e che le sfide che il mondo ci mette davanti devono trovarci unite e uniti. L’assemblea che apriamo oggi è il luogo del dialogo, del confronto, dello scambio, dell’unità e della pluralità, in cui diversi territori mettono al centro del dibattito diverse esigenze, che possono e devono essere affrontate in maniera collegiale, condivisa, supportiva”, ha concluso Lo Russo.
“Ben poco potremmo fare, se non potessimo fare, se non potessimo contare sulle tante fasce tricolori di tante donne, di tanti uomini, di tanti sindaci, di tante giunte, di tanti consigli comunali che ci aiutano nell’attuare le politiche regionali e nazionali in un ruolo che è evidentemente il ruolo più difficile perché il sindaco è lì. Quando non si risolve il problema rimane solo il sindaco – ha poi ricordato il Presidente della Regione Piemonte strappando grandi applausi alla platea -. Sarà un bel giorno quando per fare il parlamentare bisognerà essere stati un giorno consigliere comunale, un giorno consigliere provinciale, un giorno sindaco. Perché questo vuol dire attaccamento territoriale, rapporto con i cittadini, ma soprattutto riconoscere il valore istituzionale del ruolo”.
TORINO CLICK