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I Moderati aprono al centro e incontrano Letizia Moratti

Un dibattito con il pubblico alla Casa dei Moderati di Torino  

 

I Moderati torinesi aprono al centro e invitano per un confronto a Torino Letizia Moratti, protagonista della vita imprenditoriale e politica milanese. Tanti gli incarichi da lei ricoperti dalla presidenza della RAI nei lontani 1994-96 al Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca sotto il governo Berlusconi nel 2001/2006 e poi nel 2006/2011 l’incarico forse più  prestigioso a Sindaco di Milano,  seguendo Gabriele Albertini e precedendo Giuliano Pisapia. Nel gennaio 2021- 2 novembre 2022 ha ricoperto, nel delicato periodo Covid, gli incarichi di Vicepresidente della Regione Lombardia e Assessore al Welfare.

Diverse sono le sfide che Letizia Moratti ha individuato nel suo dialogo di fronte a un folto pubblico, con, al suo fianco, Mimmo Portas, capo del partito dei Moderati.

Il primo progetto di cui ha parlato è  quello  che si chiama “centro”, lontano da visioni sovranistiche e populistiche. Si tratta di un concetto piuttosto ispirato a quelle formazioni che hanno fatto la storia del territorio.  Non bisogna partire dal Parlamento o dall’alto, ma dalle sfide che provengono dai cittadini. Si devono costruire, quindi, una politica e un centro che partono dal basso.

I problemi individuati da Letizia Moratti  sono stati, tra gli altri, quello energetico, che si riversa sul caro bolletta, e il problema migratorio, che non è,  per Moratti, un problema emergenziale, ma strutturale.

Un tema da non trascurare è poi quello degli accordi bilaterali per il rimpatrio e non può certo esserne una risposta ignorare il tema della ridistribuzione dei migranti in Europa.

Un altro tema da affrontare è  quello del caro energia, accanto a quello della Sanità,  che va potenziata,  ma occorrono degli investimenti che sono, invece, nell’ultimo anno calati dal 7 al 6 %.  Deve essere affrontato il problema delle liste d’attesa, che sono assurde sia nelle grandi città  sia nei piccoli Comuni, che  soffrono della carenza di medici e infermieri.

Un’altra tematica che è  stata affrontata da Letizia Moratti è  stataquella del progresso tecnologico, esemplificato dalla citazione dell’Environment Park a Torino, da lei visitato, e dell’Istituto Nazionale di Tecnologia di Genova, che è  stato fondato venti anni fa. Il tema della ricerca e dell’istruzione sono, secondo lei,strettamente connessi e richiedono delle competenze che debbono essere spese anche sul mercato del lavoro.

Per questo Letizia Moratti risulta convinta che anche la formazione debba cambiare e che sia preoccupante la presenza, a livello nazionale, del 19,8% di neet , persone che non seguono una formazione e non hanno un impiego. L’orientamento deve essere fatto anche con la collaborazione di soggetti del terzo settore, creando delle partnership pubbliche e private imprenditorialidisposte a investire anche sugli studenti.

Un altro tema che va affrontato è quello dello sviluppo sostenibile, senza che la risoluzione a tale problema metta in ginocchio il settore del packaging.

L’europeismo è  un’altra tematica che sta molto a cuore ai Moderati, che vogliono essere il pilastro della nuova Europa e che nel loro simbolo hanno  presente quello dell’Europa. Letizia Moratti si è  espressa a favore di un’Europa più  forte, sottolineando l’importanza del lavoro della diplomazia e dell’alleanza in particolare con la Francia e la Germania.

Mara Martellotta

Un atto rivoluzionario? Fare i congressi democratici nei partiti

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo

A volte gli atti rivoluzionari che possono cambiare il destino della politica e del suo modo d’essere
nella società sono rappresentati da gesti apparentemente normali e del tutto scontati se non
addirittura banali. E, di conseguenza, antichi se non vecchi. Mi riferisco, nello specifico, alla
celebrazione dei congressi dei partiti. Attenzione, non mi riferisco a quei congressi dove vige la
regola non scritta della “democrazia dell’applauso”, come la definiva con precisione molti anni fa
Norberto Bobbio. Ovvero, congressi dove “il capo” si può solo applaudire e venerare salvo
l’emarginazione prima e la sostanziale espulsione poi dal partito stesso di chi osa dissentire o
contestare il “verbo” del capo.
Certo, non è affatto facile invertire la rotta e tornare a partiti autenticamente democratici e
realisticamente contendibili al proprio interno; a partiti dove c’è rispetto e tolleranza per la
minoranze e, in ultimo, ad una selezione democratica e trasparente delle varie classi dirigenti a
livello nazionale e a livello locale. Tasselli, questi, che appaiono quasi lunari da raggiungere in un
contesto dove prevalgono altri disvalori e altre prassi. E cioè, dal criterio della fedeltà assoluta al
capo partito al sostanziale annullamento della dialettica politica interna; dalla presenza di sole
correnti di potere – come capita prevalentemente nel Pd – alla cronica assenza di un “pensiero
lungo” che anima il confronto e il dibattito; dalla nomina centralistica dei vari dirigenti al cambio
repentino della strategia del partito perchè sempre in balia dell’umore del capo. Il tutto, come
ovvio, sacrificato sull’altare dei partiti personali, o del capo, o proprietari, o familisti. E, di
conseguenza, il dibattito politico non può che essere compresso e drasticamente limitato.
Ora, se interpellati, i vari capi partito giurano che i prossimi congressi – democratici e partecipativi
– scioglieranno tutte le contraddizioni che hanno caratterizzato in questi ultimi anni i vari soggetti
politici e assisteremo, quindi, ad assise democratiche, trasparenti e caratterizzate da metodi
ispirati alla meritocrazia, al consenso e alle regole. Presumibilmente, regole democratiche e
realmente partecipative. Come ovvio, si tratta di promesse che sino ad oggi non hanno avuto una
significativa traduzione nella prassi concreta della vita dei vari partiti nel nostro paese.
Ecco perchè, in assenza di segnali concreti e tangibili, forse è arrivato il momento che, al di là
delle dichiarazioni pubbliche e solenni che vengono quotidianamente pronunciate, è appena
sufficiente copiare – sì, copiare – quello che nella prima repubblica capitava nei congressi dei
partiti democratici. Cioè in quei partiti, la Dc soprattutto, dove la regola democratica era il
principio aureo che disciplinava e caratterizzava la celebrazione dei congressi interni. E q u e s t e
regole democratiche caratterizzavano la vita interna di quasi tutti i partiti, Pci escluso, perchè in
quel grande partito vigeva quel “centralismo democratico” che era la perfetta antitesi rispetto ad
una procedura e ad un metodo autenticamente democratici.
Per questi semplici motivi, e al di là dei solenni pronunciamenti, si tratta banalmente di
scopiazzare ciò che capitava nella Dc e in altri partiti per restituire i soggetti politici contemporanei
– ormai diventati prevalentemente cartelli elettorali – alla democrazia e ad una cultura fatta di
trasparenza e di collegialità. Al punto in cui siamo, però, conteranno solo i fatti, i comportamenti e
gli atteggiamenti concreti. Tutto il resto appartiene solo alla propaganda, alla demagogia e,
soprattutto, alla ipocrisia di chi dice una cosa e ne fa esattamente un’altra.
Giorgio Merlo

Trasporti scuola, Pd: “Caos anche a Vinovo”

Il consigliere regionale Alberto AVETTA e il responsabile Trasporti della Segreteria Pd Piemonte Federico FERRARA sollecitano un intervento della Regione: “Possibile che non si riesca a garantire passaggi che tengano conto degli orari scolastici?”

 

“Tutto come previsto: con la riapertura delle scuole assistiamo a disagi nel trasporto pubblico locale un po’ in tutto il Piemonte. Ritardi, sovraffollamenti, persone lasciate “a terra”. La situazione che riguarda Vinovo e i collegamenti nell’area Torino Sud è surreale: ci sono studenti che devono assentarsi, uscendo prima della fine delle lezioni, per non perdere il bus. E tutto questo nella consueta inerzia da parte della Regione Piemonte. L’inizio dell’anno scolastico non è un evento improvviso e inatteso, pertanto com’è possibile che la Regione non riesca a svolgere un ruolo di regia e di raccordo sui vari territori tra la programmazione scolastica delle ore di lezione e gli orari dei passaggi dei bus, così da garantire passaggi più confacenti alle uscite da scuola? E anche le richieste avanzate dalle famiglie e dagli amministratori locali non hanno ricevuto risposta. è naturale che di fronte a tali criticità non resti che il ricorso all’auto, con tanti saluti alla mobilità sostenibile e green».

Cerutti (Lega): “Ottimismo per Venaria Città europea dello sport”

Il Consigliere Regionale del gruppo Lega Salvini Piemonte Andrea Cerutti ha espresso profondo ottimismo riguardo alla candidatura di Venaria come Città Europea dello Sport per il 2025.

Venaria, con il suo eccezionale patrimonio di eccellenze sportive che annovera atleti di fama internazionale come Alessia Maurelli e una serie di associazioni sportive di grande successo, ha dimostrato un impegno straordinario nel panorama sportivo, non solo a livello regionale, ma anche nazionale e internazionale.

Il Consigliere Regionale Cerutti ha dichiarato: “Come venariese e Consigliere Regionale, non potrei essere più orgoglioso di sostenere questa candidatura. Sono fiducioso che in autunno riceveremo la tanto attesa notizia del riconoscimento di Venaria come Città Europea dello Sport”.

Foto Mario Alesina

Ivrea, Grimaldi (Verdi Sinistra): il Governo metta la Procura in condizione di lavorare

Per garantire giustizia alle famiglie degli operai morti a Brandizzo
“Preoccupano le parole del Procuratore generale di Torino sulla drammatica situazione della Procura di Ivrea: senza una dotazione di risorse proporzionata alle competenze, al territorio, alla popolazione e ai procedimenti pendenti, come pensiamo si possa operare su un’area così vasta e interessata da una forte penetrazione della criminalità organizzata? Parliamo della Procura che ha avviato l’indagine sulla strage di Brandizzo. Se intende garantire giustizia alle famiglie di quei lavoratori, il Governo metta la Procura in condizione di lavorare” – così il Vice-capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi, che ha depositato un’interrogazione sul tema.

Valle (Pd): “Move in, che fine ha fatto il rimborso?”

“LA REGIONE L’AVEVA PROMESSO: AD OGGI NESSUNA NOTIZIA”

«È passata una settimana dall’approvazione della delibera regionale con la quale si è fatta marcia indietro sul divieto di circolazione degli Euro5. Una decisione mal comunicata e non preparata dalla Giunta Cirio, che avrebbe coinvolto circa 150mila veicoli, penalizzando famiglie, artigiani e piccoli imprenditori che non possono permettersi di cambiare auto e furgoni. Tuttavia, ancora non ci sono notizie per tutti quei cittadini che, preparandosi alla scadenza prima imposta e poi revocata da Cirio, hanno aderito al progetto Move-In (la cosiddetta ‘scatola nera’) spendendo 50 euro inutilmente. Il dispositivo, che consente di misurare un tetto massimo di km, ha un costo di 30 euro per l’installazione e di 20 euro per il canone annuale. Pare siano 2mila i piemontesi che lo avevano acquistato per poter circolare una volta che il blocco fosse diventato operativo. Peccato che per i possessori di Euro5 questo dispositivo oggi non serve più a nulla col decadere del divieto di circolazione. L’assessore Marnati aveva garantito che “chi ha acquistato il dispositivo Move-In verrà rimborsato e non è neanche tenuto a restituirlo”. Per ora questa promessa, come quella del Bonus abbonamenti, non si è fatta realtà. E gli automobilisti piemontesi che avevano installato il Move-In oltre che cornuti sono anche mazziati».

 

Accessibilità del Trasporto Pubblico, le richieste di Magliano

 In Piemonte a Giunta e Agenzia chiediamo uno sprint negli ultimi mesi di legislatura

Lunga la strada ancora da percorrere, come ammesso dallo stesso Assessore Gabusi: molto eterogenee restano le condizioni oggettive sul territorio regionale, una cabina di regia unitaria è più urgente che mai, ancora troppi mezzi e troppe infrastrutture presentano barriere architettoniche. Appena discussa in Consiglio la mia interpellanza sul tema: apprezziamo le risposte puntuali ricevute, chiediamo che agli utenti si chieda conto, nei prossimi sondaggi, anche di esigenze e grado di soddisfazione. Un servizio senza barriere è un’opportunità per tutti.

La Giunta lo afferma chiaramente: lungo la strada della piena accessibilità del servizio di trasporto regionale «iniziamo quasi da zero». Parole dell’Assessore Gabusi, che ha appena risposto alla mia interpellanza e che ringrazio per la puntualità dei dati forniti. Proviamo a fissare un obiettivo per i prossimi mesi: chiediamo che unica e organica sia la cabina di regia con il compito di gestire la transizione alla piena accessibilità, suggeriamo di indagare con lo strumento dei sondaggi (bene che si sia usato) non solo i flussi e la quantità degli spostamenti, ma anche le esigenze e il grado di soddisfazione dell’utenza, invitiamo la Giunta e l’Agenzia della Mobilità Piemontese a continuare con il massimo impegno fino alla fine della legislatura. Che molto resti ancora da fare è un dato di fatto. Le segnalazioni della sostanziale non accessibilità di molte stazioni e infrastrutture giungono con significativa frequenza, ascensori e scale mobili dell’unica linea di metropolitana a Torino sono troppo spesso non funzionanti per guasti e avarie, speriamo di non dover più registrare casi di segnali audio disattivati a bordo dei mezzi «perché danno fastidio», la capillarità del servizio è decisamente diseguale nell’ambito delle diverse aree del territorio regionale. Le iniziative diverse nei vari Comuni e il proliferare di applicazioni devono essere coordinate in maniera unitaria da un’unica cabina di regia, pena la dispersione di energie e la perdita di efficacia di misure ideate con le migliori intenzioni. Attualmente ci confrontiamo con livelli di accessibilità davvero troppo eterogenei a livello regionale: una diversità che emerge con evidenza dagli stessi sondaggi e che potremmo riassumere nella formula «Comune in cui nasci, accessibilità che trovi». Mi auguro e chiedo con forza che controlli e impegno continuino e anzi aumentino da qui alla fine della legislatura. L’Agenzia per la Mobilità continui a considerare prioritario l’obiettivo della piena accessibilità e continui a interloquire con le diverse aziende. Mezzi, infrastrutture, stazioni e fermate più accessibili sono più comodi e fruibili per tutti, a maggior ragione in una società che invecchia e in una fase di risorse pubbliche sempre più scarse.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

“Together 2023”: la politica si fa con la politica

A confronto il consigliere regionale Silvio Magliano e il parlamentare europeo Massimiliano Salini nel primo incontro della seconda edizione del Ciclo Together 2023”. Tema: la politica si fa con la politica,  la politica al centro il centro della politica “


Ha preso il via lunedì 18 settembre scorso alle 18 il primo degli incontri del ciclo Together 2023, presso la Tecnostruttura dell’area pedonale in via Jacopo Durandi 13, a ingresso libero.

L’incontro, dal titolo “La politica si fa con la politica, la politica al centro, il centro della politica” è  stato arricchito dagli interventi del Consigliere della Regione Piemonte Silvio Magliano e del Membro del Parlamento Europeo Massimiliano Salini, con l’introduzione e la moderazione affidati al Presidente del Centro Culturale  Pier Giorgio Frassati, Marco Giorgio.

“Quando ho iniziato a far politica -ha spiegato Silvio Magliano -, volevo vivere questa esperienza  come  vocazione e attenzione alla vita della polis, come era stato per Mauro Mauro, dal cui excursus politico avevo tratto ispirazione e insegnamento. Per me fare politica significa occuparsi delle reali necessità delle persone, di quei problemi che mi fanno  capire ancora più  a fondo la nostra società,  i suoi pregi ma anche le sue carenze. A me si sono rivolte, per esempio, persone che hanno conosciuto la malattia, ma non hanno ancora ricevuto un piano terapeutico adeguato, oppure coppie con ristrettezze economiche tali da non permettere loro di poter costruire una famiglia.

Sono contento di essermi adoperato perché  la Regione Piemonte  emanasse una legge sulla fibromialgia, un male ancora oscuro, di cui  poco si conosce,  ma che paralizza la vita della persona che ne è  malata, privandola delle forze fisiche e psicologiche”.

“La politica si fa con la politica- aggiunge il consigliere Silvio Magliano – e non con il populismo o con il tecnicismo. Serve a questo Paese  che ciascuno, sia che abbia sia che non abbia un ruolo nelle istituzioni,  si senta protagonista del proprio contesto, sia da stimolo a proposte e idee.

La buona politica deve avere un obiettivo, il bene di tutti, della polis, della persona, lontano da ogni deriva populista e tecnocratica. Deve essere un esercizio di democrazia”.

“Il populismo e la tecnocrazia- spiega il parlamentare europeo del PPE Massimiliano Salini – rappresentano i due modi con cui si è cercato di riempire il vuoto lasciato in passato dalla politica. Questi due aspetti hanno portato alla paura dello straniero, della fine del mondo per cause dovute alla strumentazione militare. La tecnocrazia cerca di giocarsi la partita con il potere sulla base delle tecniche e del tecnicismo. Ma c’è  qualcosa che viene prima del tecnicismo ed è  la visione globale della politica come rispetto della comunità  e come anelito alla libertà.

La politica non può  prescindere dalla passione, dal rispetto della libertà  e della gratuità . Ci può essere politica soltanto se non si escludono le libertà dell’uomo e del cittadino”.

MARA MARTELLOTTA

Gallo (Pd): “Seduta sconvocata. Il centrodestra dov’è?”

 “E’ QUESTO IL RISPETTO DI CIRIO PER IL PIEMONTE?”

 “La seduta del Consiglio regionale di oggi è stata sconvocata a causa della mancanza del numero legale. Il centrodestra, ancora una volta, ha dimostrato un profondo disinteresse per i lavori istituzionali e per i cittadini piemontesi che hanno assegnato ai Consiglieri il mandato a rappresentarli” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“Dov’è il centrodestra? Ha già iniziato la campagna elettorale e ha deciso di disertare l’Aula di Palazzo Lascaris? Un comportamento simile è vergognoso e denota una mancanza di rispetto per le Istituzioni da parte di Cirio e della sua maggioranza, una maggioranza ridotta a brandelli che non fa partire neanche i lavori!” conclude Gallo.