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Italia Lib Pop: “Borgo San Paolo terra di nessuno”

Continua a permanere e ad incrementare il degrado in Borgo San Paolo, in particolar modo nella zona tra il Giardino omonimo ed il parcheggio Gian Maria Volonté, nonostante le diverse segnalazioni inoltrate a Comune e Circoscrizione, totalmente sordi ed assenti.
Ai soliti bivacchi di nomadi, con annessi rifiuti e deiezioni lasciate a ricordo, alle solite scorribande notturne, che creano disturbo della quiete pubblica e disagio a chi vive in zona, la notte scorsa si è aggiunta una scena da zona di guerra, con 4 veicoli dati alle fiamme ed esplosi.
Secondo Pietro PiazzollaCoordinatore della Città Metropolitana di Italia Liberale e Popolare, “Resta da chiedersi chi vorrà ancora utilizzare quegli spazi per la loro funzione di parcheggio, alla luce dei continui episodi di vandalismo. La frustrazione dei residenti è ormai palpabile, costretti come sono a vivere in una zona che di notte diventa terra di nessuno. Insufficienti finora i tentativi di riqualificazione a macchia di leopardo messi in atto dalla Circoscrizione: da un lato dello stesso isolato i lavori di risistemazione dei giardini San Paolo, fermi comunque da mesi, dall’altro uno spazio in cui si tollerano l’abbandono di immondizie, i bivacchi notturni a base di alcool e risse, le soste di rom per mesi”.
Una situazione fuori dal controllo delle Istituzioni, più volte allertate e che sembrano inermi davanti a tutto ciò.
“Ci chiediamo quindi finalmente Comune e Circoscrizione affronteranno il problema dei Giardini San Paolo dando risposte adeguate e concrete ai residenti”, aggiunge Claudio DesiròSegretario di Italia Liberale e Popolare, “più volte abbiamo segnalato una situazione ormai intollerabile dando seguito al confronto con i cittadini. Ad oggi, però, le risposte sono sempre state esigue e non seguite da azioni concrete”.
Davanti ad un degrado simile che colpisce un quartiere residenziale e semicentrale di Torino, ci chiediamo cosa aspetti il Comune di Torino ad intervenire efficacemente.
Italia Liberale e Popolare
Coordinamento Regionale Piemonte

Pd: “Ospedali e case di comunità. La Regione scarica sul Governo”

SARNO (PD): ” ICARDI SCARICA LE COLPE. ABBIA IL CORAGGIO DI AMMETTERE CHE IL DISASTRO DELLA SANITÀ PIEMONTESE È COLPA SUA”

15 settembre 2023 – “L’assessore alla sanità Icardi ha annunciato oggi, a mezzo stampa, che per il caro prezzi sono a rischio ospedali di comunità e case di comunità. Mi sono recato all’ASL To5, a Nichelino dove dovrà sorgere proprio un ospedale di comunità per fare il punto della situazione che preoccupa molto” dichiara il Consigliere regionale del Partito Democratico Diego Sarno.

“Icardi dice che interesserà il Governo per la soluzione di questo problema perché la competenza è statale, ma voglio ribadire a Icardi che deve dire alla Premier Meloni che la ricontrattazione dei soldi per i progetti PNRR da lei fatta è stato un errore. Proprio la sua ricontrattazione oggi mette a serio rischio la realizzazione degli ospedali!” prosegue Sarno.

“Vogliamo, poi, ribadire a Icardi che l’assessore alla sanità è lui e che non può continuare a scaricare le colpe su altri. Inoltre la decisione su quali ospedali di comunità e quali case di comunità si devono realizzare deve avvenire attraverso un confronto con il Consiglio regionale, confronto che in tutti questi anni ha sempre evitato. Noi siamo pronti a discutere sui criteri e sulle priorità che influenzeranno la realizzazione o meno di queste strutture. Il territorio dell’Asl To 5 ha già pagato troppo: dall’eliminazione dei servizi all’annosa vicenda della collocazione del nuovo ospedale” spiega Diego Sarno.

“Infine voglio precisare che la scelta di attribuire le deleghe a Icardi è stata del Presidente Cirio che è, quindi, colpevole dei disastri che hanno interessato la nostra sanità. Per fortuna il suo mandato e giunto alla fine e tra pochi mesi saranno i piemontesi a giudicare e a decretare la fine di questa esperienza negativa. Sarà compito del centrosinistra ridare dignità e ridisegnare un sistema sanitario allo sbando” conclude Sarno.

 

Associazione Aglietta e Eumans a Palazzo di Città per la Giornata della Democrazia

I radicali dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta di Torino sono scesi in piazza oggi insieme ad altre associazioni e partiti come Radicali Italiani, +Europa Torino, Eumans, Associazione Luca Coscioni – Cellula di Torino, per denunciare il ritardo del Governo nella messa a disposizione della cittadinanza della piattaforma pubblica gratuita per raccogliere firme online su referendum e proposte di legge di iniziativa popolare. Nel novembre 2019 il Comitato dei Diritti Umani delle Nazioni Unite ha dichiarato lItalia in violazione del Patto sui Diritti Civili e Politici, sentenza storica cui si è giunti grazie alliniziativa politica di Mario Staderini e Michele De Lucia. Le conclusioni del Comitato ONU (Comm. 2656/2015) dichiarano che in Italia lesercizio effettivo del diritto di tutti i cittadini e le cittadine a promuovere referendum è irragionevolmente regolato e, di fatto, impedito.

Visto lo stato in cui versa la nostra democrazia, era importante essere in strada oggi. La piattaforma pubblica – dichiarano Lorenzo Cabuliese, Andrea Turi e Giorgio Maracich, Coordinatori dell’Associazione Aglietta – sarebbe dovuta entrare in vigore il 1° gennaio del 2022. Ad oggi, non ve n’è traccia: e il Ministro Nordio ha recentemente affermato che non sarà pronta prima del prossimo anno. Come Radicali, stiamo raccogliendo firme per sei proposte di legge di iniziativa popolare depositate in Cassazione su temi centrali per il nostro Paese come la protezione del Suolo, l’Energia, la Povertà, i Debiti dello Stato nei confronti delle imprese, il Sex work, e l’Aborto. Per raccogliere queste firme online, siamo costretti ad avvalerci di una piattaforma privata, a pagamento. In piena violazione dei principi democratici, i cittadini e le cittadine che condividono le nostre proposte sono costretti a pagare 1,5 euro a firma. Chiediamo che venga ripristinato lo stato di diritto e che si rientri nei termini della legge: molte persone vogliono partecipare attivamente alla vita politica e hanno il diritto di farlo” concludono Turi, Cabulliese e Maracich.

Il presidio davanti alla sede del Comune di Torino, è stata anche l’occasione per denunciare labuso della decretazione durgenza da parte di questo Governo, che di fatto esautora il Parlamento dalle sue funzioni: “Il ricorso dei governi ai decreti-legge si è fatto sempre più intenso negli ultimi anni-dichiara Chiara Squarcione direzione Radicali Italiani, ma col Governo del Presidente Meloni la situazione sta diventando sempre più grave. Siamo al record di 3,4 decreti-legge al mese, pari a 34 decreti in 10 mesi di Governo. Un pessimo segnale per lo stato di diritto e la forza delle nostre istituzioni democratiche”

La ‘coerenza’ politica dei Popolari

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

È bene fare una premessa chiara ed inequivocabile: e cioè, nessuno può e deve ergersi a giudice
insindacabile sulla coerenza politica e culturale di chicchessia. A maggior ragione quando ci si
riconosce in una precisa e determinata cultura poltica. Nello specifico, l’area Popolare, cattolico
democratica e cattolico sociale italiana. Un’area che storicamente ha esercitato un ruolo importante, se non addirittura decisivo, nei tornanti più delicati della storia democratica e costituzionale del nostro paese.
Ora, detto questo con chiarezza e senza fraintendimenti, è altrettanto vero che ci sono – e del
tutto legittimamente – degli esponenti che si richiamano deliberatamente alla cultura popolare
tanto nella destra sovranista quanto nella sinistra massimalista e radicale. E, inoltre, nel Centro
moderato e riformista per non parlare di chi quasi goliardicamente pensa ancora di rifare un
partito identitario. Comunque sia, si tratta di soluzioni pratiche ed organizzative che vanno, di
conseguenza, rispettate perchè nessuno, lo ripeto ancora una volta a scanso di equivoci, può
ergersi ad interprete esclusivo e più legittimato ad interpretare una maggior coerenza rispetto a
qualcun altro.
Però, pur riconoscendo sino in fondo questo pluralismo delle varie opzioni politiche e delle
rispettive modalità organizzative, è pur vero che alcune scelte concrete stridono platealmente con
quel patrimonio culturale, politico, programmatico e anche etico. Ad esempio, cosa centri –
realisticamente – il popolarismo di ispirazione cristiana con la destra sovranista di Salvini o con il
massimalismo radicale, libertario ed estremista della Schlein resta francamente un mistero. Un
mistero non di fede ma squisitamente politico. Non parlo, come ovvio, del populismo anti politico,
qualunquista e demagogico dei 5 stelle perchè erano e restano agli antipodi di qualsiasi
sfumatura anche solo lontanamente riconducibile alla cultura popolare, cattolico democratico e
sociale. Paradossalmente è più lineare e trasparente la tesi di coloro, ovviamente anti storica e del
tutto avulsa dalle dinamiche concrete della società contemporanea, che perseguono
fanciullescamente la tesi di una presenza politica autonoma e marcatamente identitaria di questa
gloriosa cultura politica. Tesi, almeno per il momento, semplicemente virtuale e fanciullesca
perchè è stata accompagnata in questi ultimi 30 anni da continue e ripetute sconfitte elettorali –
con risultati neanche pervenuti – e reiterati fallimenti politici.
Ecco perchè persiste una certa attesa su come sarà possibile – e se sarà possibile – rideclinare
nel nostro paese una vera e credibile ‘politica di centro’ da parte dei Popolari. Un campo, questo,
storicamente intrecciato con l’esperienza, la cultura e lo stesso progetto politico dei Popolari.
Ovvero, ridare vita oggi ad un Centro politico, dinamico, plurale, riformista e autenticamente
democratico. Un Centro caratterizzato da una leadership diffusa, per dirla con un grande
democratico e cristiano recentemente scomparso, Guido Bodrato, e con un progetto di società
percepibile e vicino alle istanze dei ceti popolari e capace di farsi interprete delle domande che
provengono da un ceto medio sempre più impoverito e in difficoltà. Certo, non può essere, come pensa Calenda, un Centro che assomiglia ad una sorta di rinnovato Partito Repubblicano o Partito Liberale, seppur aggiornati e rivisti. Esperienze storiche importanti e qualificate ma sideralmente e quasi antropologicamente lontani da qualsiasi riferimento al popolarismo di ispirazione cristiana.
Insomma, anche per i Popolari è giunto il momento, storico e politico, per essere più coerenti e
più credibili. Non per una civetteria moralistica ma, molto più semplicemente, per una maggiore e
migliore credibilità ed autorevolezza politica. Nei confronti della intera area Popolare innanzitutto
ma anche e soprattutto rispetto agli altri interlocutori politici e culturali del nostro paese.

Giornata della Democrazia con Associazione Aglietta ed Eumans

I Radicali di Torino ed Eumans scenderanno in piazza il 15 settembre alle 17.30 davanti a Palazzo di Città per la Giornata Internazionale della Democrazia, insieme ad altre associazioni tra cui la Cellula Coscioni di Torino, l’Associazione Nazionale del Libero Pensiero ‘Giordano Bruno’ e il suo Presidente Bruno Segre, l’Uaar di Torino, e partiti tra cui Radicali Italiani e +Europa Torino, con l’appoggio anche di alcuni consiglieri come  Silvio Viale e Francesco Aglieri Rinella, Consigliere e vicepresidente della circoscrizione 3.

Al centro della manifestazione, la denuncia del ritardo dell’apertura della Piattaforma istituzionale, pubblica e gratuita, per raccogliere firme online su referendum e proposte di legge di iniziativa popolare, come hanno sottolineato a più riprese gli appelli al Governo lanciati dall’Associazione Luca Coscioni e dal suo copresidenteMarco Gentili, da più di un anno a questa parte. Sarà anche l’occasione per tornare sul tema dell’abuso della decretazione d’urgenza da parte di questo Governo, pratica che di fatto esautora il Parlamento delle sue funzioni istituzionali: il Governo Meloni detiene il record della decretazione d’urgenza, con 3,4 decreti-legge al mese pari a 34 in 10 mesi.

In un paese in cui l’astensionismo non è mai stato tanto forte e alla luce della storica sentenza del 2019 del Comitato dei Diritti Umani delle Nazioni Unite che, grazie alla battaglia politica per lo stato di diritto di Mario Staderini e Michele De Lucia, indica come in Italia l’esercizio democratico e la partecipazione attiva dei cittadini alla vita democratica del Paese è di fatto impedita, le Istituzioni devono garantire lo stato di diritto e promuovere la piena partecipazione ai processi decisionali democratici di cittadini e cittadine.

Ambrogio (Fdi): “Solidali con Croce Verde Villastellone”

“Esprimo totale solidarietà al personale sanitario aggredito della Croce Verde di Villastellone a Torino durante un intervento di soccorso”, così Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia. “Questi vili attacchi vanno condannati risolutamente, non dobbiamo mai dimenticare che il personale di primo soccorso è impegnato, 24 ore su 24, a tutelare la nostra salute con pazienza, dedizione e professionalità. Agli operatori giunga il mio augurio di una pronta guarigione e il nostro impegno per far sì che la loro missione possa svolgersi in un contesto più sicuro”, conclude Ambrogio.
Sen. Paola Ambrogio

Ambiente, Tovaglieri (Lega) porta il caso Piemonte a Strasburgo

“ECO-FOLLIE UE DANNEGGIANO LAVORATORI E FAMIGLIE, GOVERNO CDX DIFENDE TASCHE ITALIANI”

 “Quando gli amministratori locali si sforzano di applicare nei territori i provvedimenti folli e ideologici decisi nei palazzi di Bruxelles, i risultati sono inevitabilmente disastrosi e a farne le spese sono sempre i cittadini. In Piemonte, per esempio, per colpa delle follie europee, 140 mila lavoratori e famiglie, che possiedono auto relativamente recenti, parliamo di auto che hanno solo otto anni, come i diesel euro 5 immatricolati fino al 2015, hanno rischiato da un giorno con l’altro di perdere il diritto alla mobilità, e quindi il sacrosanto diritto al lavoro. Fortunatamente in Italia c’è un governo di centro-destra che, grazie al pressing della Lega, ha scongiurato questa assurdità europea, rinviando con un decreto il blocco delle auto diesel euro 5 in Piemonte e in tutto il bacino padano, consentendo così al motore dell’economia italiana di continuare a correre. Questo governo, lontano anni luce dall’ambientalismo da salotto, difenderà sempre le tasche degli italiani perché la sostenibilità ambientale non può esistere senza quella sociale ed economica”.

Così Isabella Tovaglieri (Lega), membro della Commissione Industria ed Energia, intervenuta ieri sera nella seduta plenaria del Parlamento europeo.

Magliano: “Fino a 1.200 euro per un baby sitter? I bonus funzionano”

Siano introdotti anche in Piemonte
Lo chiederò con un Ordine del Giorno a Palazzo Lascaris: gli esempi positivi di Lazio e Liguria dimostrano l’efficacia di una simile misura, fondamentale a maggior ragione alla luce del recente e consistente aumento dei costi, stimato da Yoopies sui 1.200 euro al mese per famiglia.



L’inflazione non risparmia il servizio di baby sitting, necessario per un numero crescente di famiglie piemontesi, che anzi devono farsi carico, secondo la più recente statistica (agosto 2023) del sito specializzato Yoopies, di costi superiori alla media nazionale. Da tempo consapevoli di quanto questa voce incida sempre più pesantemente sui bilanci delle famiglie piemontesi, gravati da due anni di inflazione, abbiamo come Moderati presentato, in Consiglio Regionale del Piemonte, un Ordine del Giorno che chiederà nuove ed efficaci misure per garantire una reale conciliazione dei tempi di vita e lavoro con l’introduzione di contributi per l’acquisto di servizi di baby sitting: una strada già intrapresa, con risultati positivi, da Regioni quali Lazio e Liguria. Il Piemonte ha già introdotto, per quanto riguarda la domiciliarità, il bonus Scelta Sociale: è giusto e sensato immaginare una misura analoga anche per il servizio di baby sitting. La nascita di un figlio ha un impatto economico rilevante e comporta la crescita delle spese sostenute dalla famiglia. A questi dati di fatto, si aggiunge in molti casi una carenza di servizi, a partire da quelli per la prima infanzia, a disposizione della famiglia. Anche con misure di questo tipo si possono sostenere le famiglie che hanno scelto di mettere al mondo dei figli, in un contesto di crisi economica, di inflazione e nel quale il livello medio di povertà familiare è pari al 7,5% a livello nazionale, aumentando – secondo le cifre pubblicate da Istat – fino  al 22,6% nelle famiglie numerose.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Fratelli d’Italia: Marijuana nei giardini di via Valgioie

È QUESTA ”LA BIODIVERSITÀ” DELL’AMMINISTRAZIONE?

Nella giornata di oggi è stata ritrovata una pianta di Marijuana nei giardini Rapisarda di via Valgioie. Sul punto sono intervenuti il consigliere Luca Maggia e il capogruppo Raffaele Marascio, rappresentanti di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 4, attaccando l’amministrazione per l’ennesimo episodio sintomo di abbandono e degrado.

”Non tagliano l’erba per tutelare la biodiversità, dicono. Ecco i risultati: una pianta di Marijuana nel bel mezzo dei giardini Rapisarda di via Valgioie” – dichiarano il consigliere Luca Maggia e il capogruppo Raffaele Marascio, rappresentanti di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 4 – ”La noncuranza dell’amministrazione rispetto al verde pubblico continua, con sfalci tardivi e giardini abbandonati. Il giardino di via Valgioie peraltro da tempo nelle ore notturne è frequentato da spacciatori, fatto che rende ancora più grave la presenza di una pianta di una sostanza stupefacente illegale in quell’area, come se quella zona fosse terra di nessuno” – proseguono – ” Del resto molti membri dell’amministrazione si sono sempre detti favorevoli alle legalizzazione della cannabis, almeno in questo dimostrano coerenza” – concludono ironicamente.

Raffaele Marascio

Capogruppo FDI Circoscrizione 4

Canalis (Pd): “Decreto Caivano, ma in Piemonte affossati i servizi sociali”

CANALIS (PD): “LA DESTRA E’ INCOERENTE”.

Con una mano il governo Meloni inasprisce le pene e si ripromette di togliere con più facilità la patria potestà ai genitori, e con l’altra taglia i fondi per il settore sociale, sanitario ed educativo e promuove Allontanamento zero.

 

 I fatti di Palermo e Caivano scuotono le nostre coscienze di politici, ma soprattutto di adulti, vista la giovane età dei perseguiti. Occorrono provvedimenti giudiziari severi e puntuali, ma occorre altresì un investimento educativo e sociale più massiccio, a partire dall’infanzia, per educare all’affettività e alla relazione, con maggiori fondi per le famiglie fragili, per le scuole e per il terzo settore di carattere educativo e sociale. 

Da un lato il governo Meloni inasprisce le pene e si ripromette di togliere con più facilità la patria potestà ai genitori, e dall’altro lato taglia i fondi per i settori sociale, sanitario ed educativo e promuove nelle regioni leggi come Allontanamento zero che rallentano e limitano le scelte dei servizi sociali e giudiziari in merito agli allontanamenti dei minori dalle famiglie inadeguate.

C’è una contraddizione molto grave e un evidente tentativo di coprire le proprie mancanze con il ricorso alla mera repressione.

In particolare, in Piemonte la giunta Cirio sta dimostrando indifferenza verso le serie difficoltà di bilancio dei 47 EEGG-enti gestori delle funzioni socio assistenziali (chiamati anche consorzi socio assistenziali), che gestiscono le politiche sociali (anziani, minori, disabilità, povertà, casa) per conto dei i 1.181 comuni piemontesi.

 

Queste difficoltà derivano:

  1. dal nuovo regolamento Isee regionale che impedisce l’utilizzo dell’indennità di accompagnamento per pagare la quota sociale della retta in Rsa, in carico a utenti e comuni
  2. dalla revisione brusca e non preparata del reddito di cittadinanza. Tanti inoccupabili sono rimasti senza nulla e si rivolgono ai comuni e agli enti caritativi per ricevere aiuto
  3. dall’azzeramento del fondo nazionale salva sfratti
  4. dalla legge regionale Allontanamento zero, che su 44 milioni di euro regionali annui per gli EEGG, ne vincola 20 alla prevenzione degli allontanamenti, anche nei territori molto anziani. Attenzione, alla prevenzione degli allontanamenti e non ai minori in generale
  5. dall’inflazione, dal caro energia e dall’aumento dei tassi sui mutui
  6. dai tagli alla sanità del governo Meloni, che si ripercuotono anche sul sociale, e dall’assenza di misure strutturali e tempestive per alzare i salari

Il combinato disposto tra:

 

  1. i tagli e i ritardi nazionali del governo Meloni
  2. la revisione regionale del regolamento Isee
  3. la legge regionale Allontanamento zero 

rischia di far saltare le politiche sociali in Piemonte. Altrochè decreto Caivano!

 

Monica CANALIS – consigliera regionale PD