“Democrazia ai tempi del coronavirus: Da mesi chiedevamo, come anche i Comitati, una Commissione in Comune per discutere di questa pista ciclabile: invece, in piena pandemia, da un giorno all’altro sono partiti i lavori”
Da mesi chiedevamo un’audizione in Commissione per discutere della ciclabile Torino-Collegno: ma a questa Amministrazione, evidentemente, non importa nulla.
Idem ai Consiglieri di Maggioranza: avremmo voluto audire i Comitati a Palazzo Civico, ma il Presidente Malanca ha sempre ignorato le richieste mie, del collega Capogruppo Tresso e degli stessi Comitati.I Cinque Stelle hanno preferito fare tutto di nascosto: più comodo, evidentemente, che affrontare il confronto. È questa l’interpretazione che i Cinque Stelle danno delle parole “condivisione” e “partecipazione”? O forse, semplicemente, i Comitati sono cosa buona e giusta solo a patto che siano allineati e controllabili?
Le richieste di confronto hanno una ragione precisa: la ciclopista, se costruita secondo il progetto approvato (e riportato sul cartello di inizio lavori), avrà conseguenze negative sulla viabilità veicolare e comporterà rischi per pedoni e ciclisti. I Comitati e i cittadini hanno più volte segnalato criticità e ripercussioni sulla viabilità : parole mai ascoltate da una Giunta che naviga a vista e si contraddice continuamente (per esempio sulla possibilità di far passare o meno la pista sui marciapiedi e sul volere o non voler sacrificare posti auto).
Ora, vista la situazione generale di emergenza, pensano di poter andare avanti senza voci contrarie.Non è così che si lavora. Comitati e cittadini sono increduli e amareggiati e io lo sono altrettanto. Mi auguro almeno che gli operai siano stati messi nelle condizioni di lavorare in perfetta sicurezza, da tutti i punti di vista.Chiederò conto all’Amministrazione di tutto questo.
Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino
Ecco perché riteniamo che il gli stanziamenti debbano essere rivisti e rimodulati alla luce della nuova situazione. Occorre fornire risposte certe e tempestive ai cittadini con un Bilancio che preveda misure urgenti. Non è sufficiente inserire a bilancio 1 milione di euro per l’emergenza e rinviare al Piano competitività i successivi interventi. Il Piano competitività, infatti, non consentirà di prevedere azioni immediate e finanziamenti tempestivi, di questo se ne sono accorti di recente anche Parlamentari di Forza Italia che prima ancora della presentazione parlano già di riscritture”. spiega il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti.
Il decennio indicato è stato costellato da tagli indiscriminati e pesanti alla sanità pubblica. Dove più dove meno le regioni, sia quelle di sinistra che di destra, hanno calcato pesantemente la mano. Senza un piano strategico nazionale e nemmeno nelle singole regioni. Si è permesso così di non difendere, ma questo purtroppo è avvenuto sciaguratamente in tutti i settori. Aziende strategiche per l’interesse nazionale che non vuol dire solo i camion pesanti o qualche infrastruttura ma, abbiamo scoperto ora, anche la produzione di mascherine o di respiratori, vendute o delocalizzate senza che i vari governi avessero nulla da obiettare. In Piemonte ha risposto in uno slancio di generosità il Gruppo Miroglio Tessile di Alba, marchi Vestebene , Elena Mirò ed altri, con la produzione straordinaria e manuale di circa 700.000 mascherine di stoffa lavabili e riutilizzabili una decina di volte. A costo zero per la Regione Piemonte! Il tutto coperto da “monsù” Miroglio e d altre realtà cuneesi. In tema di mascherine fanno da contraltare quelle, incredibili, inviate dalla Protezione Civile nazionale nelle varie regioni ed anche in Piemonte, una specie di striscia di carta igienica inutilizzabile, che tanto hanno fatto infuriare il mitico presidente lombardo, quello del video della mascherina, Attilio Fontana ed il suo assessore alla sanità Giulio Gallera. La Lombardia paga la scelta di avere puntato tanto e per tanti anni sulla sanità privata ed ora si trova drammaticamente senza posti letto sufficienti, senza posti di terapia intensiva e tutto il seguito ad essi legati. La situazione piemontese merita qualche approfondimento, sia per i posti letto che per la gestione complessiva. Scrivevo prima del dissennato taglio dei posti letto e degli investimenti degli ultimi dieci anni, va bene scendere da quasi 4 posti letto ospedalieri ogni mille abitanti alla media europea di tre ma , in una gara suicida, negli ultimi anni sono arrivato a 2,5 e di conseguenza il numero dei letti di terapia intensiva. Alle critiche ed osservazioni che molti a sinistra facevamo le risposte erano i dati del bilancio che imponevano i tagli quando andava bene se non risposte a noi di essere “statalisti e passatisti” se non spallucce di scherno in qualche caso.
E poi l’offerta arrivata dalla storica associazione Italia-Cuba di medici cubani, formatisi in Africa nella lotta all’Ebola. Dal comportamento e dall’atteggiamento di Cina e Cuba una riflessione viene spontanea, in quei paesi dove il servizio sanitario è garantito dallo stato la lotta a fenomeni come il Corona Virus sono più facili da contrastare alla faccia del liberismo e del mercato regolatore. La cosa positiva, l’ho già scritto, è la risposta della stragrande maggioranza degli italiani, al netto dei deficienti di ritorno, quelli che sono tornati al sud e nelle isole da mammà, o degli imperterriti di parchi e camminate inutili, degli operatori della sanità pubblica e dei lavoratori delle aziende che, giustamente, pretendono maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro. In attesa di vedere cosa succede nel sud Italia, potrebbe essere drammatico l’evolversi della pandemia per la carenza e la colpevole inadeguatezza delle strutture mediche, bisogna incominciare a pensare al dopo. Il comportamento e la reazione degli italiani con video, canzoni, messaggi da l’idea di un senso di paese quanto mai utile in un momento molto difficile e per certi versi drammatici per il nostro paese. Mi è tornata in mente una frase molto bella di Enrico Berlinguer: ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno. Speriamo che la lezione serva ad invertire la riduzione dei posti letto negli ospedali, dei posti di terapia intensiva, ne abbiamo molto meno di Francia e Germania e degli stessi Stati Uniti dove la sanità pubblica di fatto non esiste. Speriamo si faccia un piano sulle aziende strategiche dei vari settori del nostro paese e non solo quello medico-sanitario, si utilizzino risorse nel medio lungo periodo per modernizzare il paese e le strutture ed infrastrutture altrimenti ancora una volta avremo sprecato risorse ingenti sempre e solo in termini emergenziali.