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Quel 24 gennaio 1979, cosa ci resta di Guido Rossa

Giorni e date che ti entrano nelle carni producendo ferite non guaribili. Ferite che ogni anno continuano a sanguinare. Con dolore e tristezza e rabbia. 24 gennaio 1979 le Br assassinarono Guido Rossa.

Dei brigatisti uccisero un compagno comunista che aveva osato denunciarli. Operaio Italsider, nato a Belluno ma cresciuto a Torino. Trasferitosi a Genova per sposarsi. Tra i più grandi scalatori del tempo. Maestro del Cai. Fu anche para’.Delegato sindacale ed attivista comunista. Uno che non si tirava mai indietro. Non fu lui che sorprese il brigatista Francesco Berardi che nascondeva, all’interno dello stabilimento Italsider, volantini delle Brigate Rosse. Ma fu lui a denunciarlo ed a testimoniare contro.  Un uomo con gli attributi lasciato solo dai suoi stessi compagni di partito e di sindacato. Dopo oltre 40 anni è chiaro ed assodato. Incontro’ la morte perché, o anche perché solo. Nessun servizio d’ordine del pci lo difese. Nessuna pattuglia della polizia staziono’ sotto casa sua. La sua morte mise a nudo i limiti del movimento operaio. Della sinistra ed in particolare del PCI e del sindacato. Fiom in primis e con essa la Flm.
Troppe connivenze  e reticenze. Lo urlo’ il giorno del funerale Luciano Lama. Lo ammise a denti stretti Bruno Trentin. Mesi dopo, a Torino il questionario dove si chiedeva: sei a conoscenza di fatti di terrorismo? Decenni dopo Giancarlo Caselli affermò: oltre 50 di quelle denunce, fatte in forma anonima, furono preziosissime per debellare il fenomeno. Ai funerali pioveva come Dio la mandava. Quell’omicidio e quei funerali segnarono la fine, o perlomeno l’inizio della fine del terrorismo rosso. Al funerale il presidente della repubblica Sandro Pertini stravolto. Per tutta la giornata piovve a dirotto.  Non cambio’ il colore della giornata. D’un blu scuro. Perché era un maledetto giorno da fissarsi nella memoria, nel cuore e nell’anima di ognuno di noi. Davanti a tutti il Consiglio di fabbrica dell Italsider e dopo I Camalli, portuali di Genova. Le loro giacche di pelle con il rampino agganciato. Il rampino gli serviva per lavorare , ma era anche di monito. Come agli inizi degli anni 60 contro il governo Tambroni e il Msi che volevano fare il congresso a Genova medaglia d’oro alla Resistenza. Ieri contro i fascisti, ed ora contro i nuovi fascisti rossi, alias Brigate Rosse. Momenti alti della Storia del nostro paese. Sono passati 43 anni.  24 gennaio 1977 e il 24 gennaio 2022 si comincia a votare per l’elezione del Presidente della Repubblica. Una lunga Storia cominciata il 25 Aprile del 1945. Una Storia che si chiama Democrazia. Ieri come oggi e per sempre. Si spera. Oggi i mille elettori che voteranno hanno un debito morale e politico verso eroi come Giudo Rossa. Era solo un operaio , un sindacalista. Nato a Belluno, era vissuto per tanti anni a Torino. Figlio dell’immigrazione. Operaio a Torino come a Genova dove  si era sposato. Sua moglie l’aveva conosciuta al CAI.  Anche lei alpininista. Non aveva visto direttamente i terroristi che lasciavano nei reparti i volantini Br. Ma li aveva denunciati, aveva testimoniato e dunque era stato determinante per la loro condanna.  Aveva fatto il suo dovere pagando con la vita.  Un prezzo troppo alto… Chissà se verrà ricordato? Credo e spero di sì. Per me, per noi, ogni anno il compito di ricordarlo.

Patrizio Tosetto

Parla Bussalino presidente della Provincia di Alessandria

Enrico Bussalino, 45 anni compiuti il 3 gennaio scorso, è  dalla fine di dicembre il nuovo presidente della Provincia di Alessandria.

Esponente della Lega è anche sindaco di Borghetto Borbera e dipendente dell’Agenzia delle Dogane, attualmente in aspettativa per l’incarico che ricopre.

Gli abbiamo rivolto alcune domande inerenti la sua Amministrazione appena insediata.

 

Presidente come è stato il ‘salto’ da Borghetto Borbera ad Alessandria ?

La Provincia è un ente territoriale che presenta diverse problematiche di tipo finanziario in quanto le sono state lasciate competenze significative come le strade e l’edilizia scolastica e diminuite le risorse.

Per questo motivo ho voluto mantenere in capo al presidente la delega al bilancio, per dare un segnale politico. Le Province devono riavere la propria piena identità.

Borghetto Borbera ha sicuramente una dimensione amministrativa più piccola ma risorse che consentono un bilancio adeguato.

 

Lei è favorevole ad un ritorno all’elezione diretta del presidente della Provincia e del Consiglio provinciale ?

Assolutamente d’accordo perché questo può fare avvicinare ancora di più i cittadini alla Provincia che è ente fondamentale per la gestione del territorio e, soprattutto, per i Comuni, specie quelli più piccoli che hanno maggiori di difficoltà a rapportarsi con Torino (Regione) e Roma (Stato).

 

In questa fase di inizio mandato quali sono le sue priorità ?

Manutenzione delle strade, fabbricati scolastici, ambiente, Sono favorevole ad un progresso con basso impatto ambientale. E approfitto per esprimere,  a tal proposito, un no assoluto dell’Amministrazione Provinciale al Deposito Nazionale di scorie nucleari. Il nostro territorio ha già dato tanto in questo senso con l’Eternit di Casale Monferrato e l’Ecolibarna.

 

Ha riscontrato particolari criticità ?

La più grande è la mancanza di personale, con meno di 250 dipendenti e di riserve per le spese correnti. Un’altra saranno le autorizzazioni ambientali da rilasciare alle imprese che ne faranno richiesta per l’accesso ai progetti del Pnrr, per le quali è prevedibile un incremento notevole a breve.

 

La Provincia di Alessandria è costituita da diverse zone ognuna con una propria identità e specificità ….

Sono dell’idea che la Provincia debba essere coordinatore delle aree in modo che ognuna possa valorizzare al meglio le proprie identità.

 

Continuerete sulla stessa strada dell’assistenza tecnica ai Comuni ?

Certamente soprattutto per quelli più piccoli che ne hanno la maggiore necessità.

 

Oltre alla delega per il turismo ne ha conferita una alla promozione turistica, culturale dell’identità. Perché ?

Si ho conferito ad Eleonora Gatti, che è anche consigliere comunale a Novi Ligure, queste deleghe. L’input è quello di valorizzare la cultura di tutto il territorio provinciale.

 

Al quale appartiene anche la Valcerrina …

Sono stato a Cerrina per un incontro lo scorso anno. E’ una valle stupenda, bella, ospitale, che non ha niente da invidiare all’Unesco.

MASSIMO IARETTI

 

Pedrale e Zambon: Ora solo ricostruire il “centro”

 “Ricostruire un centro politico a livello nazionale e a livello piemontese.

Questo è la priorità di ‘Noi Di Centro’, il partito guidato dal Clemente Mastella e Giorgio Merlo è nato per aggregare tutte le forze centriste in un unico progetto politico. Un luogo politico da troppo tempo senza una rappresentanza adeguata nelle varie istituzioni locali e nazionali. Che è una delle ragioni, questa, anche del crescente astensionismo elettorale. Una forza di centro che sia in grado di intercettare pezzi di società, mondi vitali, categorie professionali e interessi sociali oggi allo sbando e che non si riconoscono più nella contrapposizione frontale tra una sinistra sempre più massimalista alleata con il populismo dei 5 stelle e una destra ancora troppo condizionata dal sovranismo. Insomma, un ‘centro’ politico, culturale e programmatico, a partire dal Piemonte, che sappia anche recuperare quella tradizione centrista, democratica e riformista che ha caratterizzato per molti anni la buona amministrazione a livello locale e il buon governo a livello nazionale. Una tradizione che non è uno sguardo verso il passato ma, al contrario, un serio e credibile investimento verso il futuro abbandonando definitivamente quella moda populista, demagogica e anti politica che ha creato seri danni alla nostra democrazia e alle stesse istituzioni democratiche. ‘Noi Di Centro’ lavora solo per quest’obiettivo. Con la valorizzazione di una classe dirigente locale e per ridare slancio e vigore alla politica dopo anni di propaganda anti politica spicciola, ridicola e grottesca”.
Luca Pedrale Presidente regionale Noi Di Centro
Renato Zambon Segretario regionale Noi Di Centro.

Tamponi, Pd: “Coinvolgiamo le parafarmacie”

L’esperienza di questi giorni ci dimostra che la nostra regione è in affanno a processare un numero adeguato di tamponi. Il Piemonte, rispetto alle altre regioni processa un numero molto basso di tamponi molecolari presso le strutture pubbliche e questo ha riversato sul settore privato, specie sulle farmacie, un’ampissima richiesta di tamponi rapidi.

Ma anche le farmacie non sono sufficienti a dare le risposte necessarie. Basta guardare a quanto sta succedendo con il mondo della scuola primaria, dove gli studenti vengono mandati in quarantena preventiva perché il sistema non riesce a garantire i tamponi.
Per questo abbiamo presentato una mozione per estendere anche alle parafarmacie le convenzioni in atto con le farmacie e consentire loro di erogare servizi di primario interesse per il cittadino quali l’esecuzione di tamponi antigenici, vaccinazioni anti covid e stampa del green pass.
La nostra intenzione è di andare oltre e chiedere che anche gli infermieri liberi professionisti e tutte le professioni sanitarie che ad oggi svolgono l’attività di somministrazione del tampone in contesti predeterminati (studi medici, farmacie, RSA) possano operare sulla piattaforma covid di gestione dati.
Se non allarghiamo le maglie e rendiamo più flessibile il sistema, non riusciremo a rispondere alla crescente domanda di tamponi, condannando le persone ad attese e quarantene oramai insostenibili.

Domenico Rossi – Vice-presidente Commissione Sanità
Daniele Valle – Consigliere Regionale

Il vizio della “superiorità morale”

E ci risiamo. Quel vizio della cosiddetta, e conosciutissima, “superiorità morale” della sinistra stenta ad attenuarsi o a scomparire.

Una superiorità morale, ovviamente presunta e del tutto
virtuale, che ha accompagnato l’intera esperienza della prima repubblica e che, come naturale,
non si è affatto attenuata dopo il tramonto della Democrazia Cristiana nei primi anni ‘90. Una
superiorità che è stata scandita in vai momenti della vita repubblicana per arrivare al suo culmine
quando la “diversità morale” è diventata addirittura un progetto politico. È di tutta evidenza che
questa cultura, o meglio sub cultura, difficilmente declina perchè resta un elemento costitutivo e
decisivo della stessa identità della sinistra. Soprattutto in una stagione dominata dal “pensiero
debole” e da una politica priva di riferimenti culturali ed ideali solidi e percepibili. Appunto, resta il
giudizio morale sulle persone.

Ora, il nodo di fondo non è – come ovvio a tutti – il giudizio su Berlusconi e su quello che ha
rappresentato e che, per certi versi, continua a rappresentare il capo di Forza Italia nel nostro
paese. Quello è un giudizio già consegnato alla storia recente e meno recente. No, il tema di
fondo riguarda altri versanti. Come, ad esempio, sostenere chi è in grado e chi non è in grado, a
prescindere da qualsiasi valutazione politica e culturale, di governare nel nostro paese. Un
giudizio che si rinnova, al di là delle di diverse fasi storiche, e che trova sempre terreno fertile in
ogni formazione politica riconducibile seppur vagamente alla sinistra. Certo, la vecchia
concezione ideologica della “egemonia” gramsciana ha lasciato le sue scorie in questo campo e
più che un tabù da rimuovere resta un dogma da smaltire. Ma il moralismo, che è altra cosa, resta
il fratello povero di quell’impianto ideologico e che si ritrova, seppur con accenti diversi a seconda
delle stagioni politiche, nelle varie formazioni della sinistra. E oggi, nello specifico, nella concreta
esperienza del Partito democratico.

È appena sufficiente, al riguardo, osservare con attenzione il giudizio politico alquanto sprezzante
che viene formulato, o meglio sentenziato, sulla opportunità, o meno, di ricostruire il “centro”
nella cittadella politica italiana. Il giudizio politico del guru del Pd romano, Bettini, sotto questo
versante è persin troppo eloquente al riguardo. Un misto di disprezzo politico e di altezzosità
morale che ripropongono, appunto, il peggio di quella tradizione culturale e politica. Giudizi che
trovano cittadinanza anche in altri settori di quel partito anche se in misura minore. E per
motivazioni più legate alla contingenza e agli interessi politici ed elettorali dei singoli.

Ecco perchè è necessario dire, ancora una volta, che la presunta e virtuale superiorità morale non
è una politica, non è un progetto politico, non è una scelta culturale o programmatica ma resta
solo e soltanto la conseguenza di un lascito post ideologico flebile e meschino, privo di qualsiasi
valenza progettuale. Se non quello di attaccare frontalmente le persone e delegittimarle sotto il
profilo politico. Appunto, il peggior moralismo.

È tempo, quindi, che anche la sinistra su questo versante si spogli definitivamente del suo
passato senza pensare che la categoria dell’egemonia da un lato e della superiorità morale
dall’altro possano continuare ad essere semplicemente riproposti ad ogni tornante della storia.

Giorgio Merlo

Giachino: “A Torino i nodi stanno venendo al pettine”

“La sensazione che abbiamo una Amministrazione Comunale inadeguata e con forti contraddizioni interne”
 

Dalla Sicurezza in Barriera di MILANO alle Baby Gang, al settore auto che affronta la più grande trasformazione della sua Storia senza che Comune e Governo abbiano una politica industriale . Il difficile 2022….

Caro Direttore,
Sono appena passate tre settimane dal 2022 ma i problemi più importanti per la nostra bellissima Città sono già esplosi o chiari.
Dalla Sicurezza che non c’è in Barriera di MILANO e AURORA, alle BABY GANG, al lavoro che manca in un anno che tutti si stanno affrettando a dire non sarà positivo come il 2021 a Torino abbiamo la brutta sensazione che il nostro settore economico più importante, l’automotive, stia affrontando la sua più grande trasformazione tecnologica senza una politica industriale alla altezza e senza risorse perché nella Legge Finanziaria non sono stati previsti fondi.  Mentre nelle aziende private a Marzo 2020, visto il decollo della pandemia, decidevamo di non distribuire i dividendi del 2019 e li mettevamo da parte i nostri rappresentanti in Parlamento e al Governo non sono stati capaci di far mettere in Bilancio un fondo per difendere un settore che vale ancora un quarto se non un terzo della nostra economia regionale.
Ci voleva un bravo giornalista come Lodovico Poletto e un bravo militare  come il Generale LUZI per dirci che dietro al fenomeno delle Baby Gang c’è la mancanza di lavoro e di opportunità.  Al Signor Generale vorrei dire che il COVID ha fatto esplodere alcune situazioni ma le cause sono più lontane e stanno nella pochissima crescita economica degli ultimi venticinque anni e ai ristori insufficienti per partite IVA e settore commercio. Basta andare a chiedere ai Parroci delle Parrocchie dei Quartieri più difficili. Penso sovente al Parroco della Madonna della Pace che dalla finestra vede gli spacciatori e chiede ai benefattori di
Da 100 trimestri la economia italiana cresce meno della media europea e abbiamo perso 25 punti di PIL procapite. A proposito dell’aumento delle ineguaglianze sui  giornali fanno notizia  la foto BEZOS e altri 9 miliardari che hanno aumentato la loro fortuna ma si dovrebbe badare molto di più ai 160 milioni di nuovi poveri di cui oltre due milioni sono italiani.
Torino peggio perché dal 1996 al 2019 ha perso  8 punti rispetto alla media nazionale e quindi in questi venticinque anni si è impoverita di più della media nazionale.D’altronde se Torino è ai vertici delle classifiche per mancanza di Sicurezza e per disoccupazione giovanile è chiaro che qui alcuni fenomeni sono più forti che da altre parti.
Chi ha dato l’immagine che a Torino andava tutto bene madama la marchesa non ha fatto capire a chi di dovere, cioè alle amministrazioni e alla politica che qui c’è “troppo disagio”:sociale come ci viene a insegnare un militare intelligente, il Gen. Teo LUZI . Ci sarebbe da consigliare ai nostri ragazzi di andare a studiare  nei Carabinieri dove capiscono meglio la situazione del nostro Paese.
Per il Settore Auto il nuovo “padrone” Tavarez non ha voluto disturbare l’ottimismo dei giornali  torinesi  e ha scelto il Corriere della Sera per dirci che gli stabilimenti italiani hanno  i costi  più alti non solo per l’energia ( da prendere a calci chi nel 1987 voto contro il nucleare) ma anche per la logistica e il costo di produzione di alcuni stabilimenti come quello di Termoli.
Sto facendo fatica  a convincere il mondo economico torinese a lavorare perché si dia vita a un TAVOLOAUTO nazionale con gli oltre 300 parlamentari delle sette Regioni per premere sul Governo che si dia una politica per il settore automotive. Alcuni parlamentari torinesi e della Basilicata oltre ad alcuni sindacalisti hanno aderito alla idea e ringrazio l’on. Molinari , capogruppo della Lega, che ha presentato una Mozione parlamentare sull’auto che verrà discussa a Febbraio in Parlamento e costringerà anche quelli che non vogliono mai stare in prima fila a darsi da fare perché a Febbraio il Governo decida una linea fatta di incentivi al rinnovo del parco auto e Tir e incentivi alla trasformazione tecnologica degli stabilimenti dell’indotto .
In questa situazione il SILENZIO del nuovo Sindaco e’ RUMOROSO  mentre sono chiare già le crepe nella maggioranza dove una Consigliera Comunale partecipa alle lotte dei NOTAV e un Assessore parla a titolo personale sulle violenze delle Baby Gang.
La sensazione che le elezioni non siano state capite dalla grande maggioranza dei torinesi è sempre più forte . Così abbiamo una Amministrazione che pare i adeguata alle difficoltà di una Torino declinante che deve affrontare problemi molto impegnativi.
A rimetterci sarà Torino se i Santi Sociali dal Paradiso non ci daranno una mano a partire dalle Parrocchie situate nei Quartieri più svantaggiati dove la gente ha bisogno di sentire le Istituzioni con progetti lungimiranti. Le periferie non possono più essere dimenticate come hanno fatto le ultime Amministrazioni. C’è bisogno di una politica che si faccia prossima alla vita reale e concreta della gente comune, che sostiene il vero peso del Paese. Senza dimenticare i giovani che nelle periferie hanno gli Oratori come punto massimo di riferimento.
Mino GIACHINO 
Associazione SILAVORO

La politica tra Quirinale e problemi locali

La candidatura del Berlusca: tanto rumore per nulla.

Mi sembra abbastanza chiaro che Salvini e la Meloni lo abbiamo preso in mezzo. Come mi sembra che la sinistra o se vogliamo il centro sinistra gli abbia dato troppo peso. Non dovevano permettersi di candidarlo. Perché mai? Personalmente mi sembra tutto tremendamente ridicolo. Ma sono affari loro, decisamente. Come si diceva una volta: ognuno ne risponderà. Le agenzie inglesi danno Draghi favorito e il Berlusca fuori gioco. Praticamente chi scommette su Draghi vince lo o.80 % di ciò che ha giocato.  Se fosse eletto Berlusca vincono una fortuna.  Chi vive di scommesse non sarà così stupido da mettere su un’attività fallimentare. Sempre Salvini ammonisce e sornione afferma: abbiamo già pronto un piano B. Intanto Torino conferma dei non invidiabili  primati.  200 giorni per avere la nuova carta d’identità. E che sarà mai un anno difronte all’eternità.  Nel mentre Stefano lo Russo va avanti come un carro armato. Nuova City Manager e Jacopo Suppo, sindaco di Condove è diventato vice presidente dell’area metropolitana. Confesso, inizialmente sono rimasto perplesso. Ma è un no Tav!  Poi alcune telefonate per capire o farsene una ragione. Risposte: ti sbagli,  nessuna contraddizione. Innanzitutto perché è sempre stato un moderato. Poi perché se ne è fatto una ragione, la tav va avanti, e poi non è così sbagliato dialogare con la parte moderata del movimento. Sarà , non lo metto in dubbio, e come al solito vedremo. Sicuramente il ritorno dei comuni, tra cui Torino nell’Osservatorio è cosa buona e giusta. Altro capitolo, bisogna concretizzare 21 progetti per i fondi europei. Mi raccomando, su questo versante non fate stupidaggini. In Regione acque agitate. Fratelli d’Italia e Lega non trovano pace. E il governatore Cirio che dice? Nulla, o perlomeno fa spallucce. Lui ha cose a cui pensare ben più importanti. Tra cui prendere un aereo o un treno il 24 per votare per il Presidente della Repubblica. È uno sfegatato di Berlusca. Ma mi sa che dovrà cambiare cavallo, perché non ci crede neppure più Berlusca. Fa capolino la Cartabia. Anzi la Ministra Cartabia. Sempre bene precisarlo . Donna e moderata. Che vogliamo di più dalla vita. Ed anche qui vedremo.

Patrizio Tosetto

Covid: Vigna (Lega), scritte minacciose a medici Caluso. Solidarietà per gesto vile

“Dal Parlamento alla Regione la solidarietà della Lega per il gesto vile e oltraggioso delle scritte minacciose contro i vaccinatori a Caluso. Leggo con stupore la notizia di scritte no vax, sgrammaticate, comparse sul muro del centro vaccinale. Tutta la mia solidarietà a medici e volontari. A Caluso, come in tutto il Canavese, il lavoro fatto in questo anno è immenso, grazie per tutto quello che avete fatto, anche per merito vostro i cittadini hanno risposto benissimo”. Cosi il deputato piemontese della Lega Alessandro Vigna, commentando l’episodio delle scritte di minaccia ai medici vaccinatori sulla facciata del Chiostro dei Frati Francescani, che ospita il  centro vaccinale anti covid di Caluso nel Torinese.

“Oltraggioso e stupido – fa eco Andrea Cane, vicepresidente regionale leghista della commissione consiliare alla Sanità – il messaggio che minaccia medici e operatori sanitari, che insieme a tanti volontari permettono performance vaccinali che stanno salvando l’Italia da danni ben peggiori che stiamo vedendo in altri Paesi. Sono certo che i carabinieri faranno tutto il possibile per individuare e sanzionare gli autori di un gesto vile e sciocco, grazie nel frattempo al sindaco per aver fatto rimuovere rapidamente lo scempio”.

Covid e scuole, Grimaldi (LUV): Perché i bambini vaccinati vengono discriminati?

“Si scrive DAD e si legge quarantena”

«Un bimbo vaccinato se negativo non può rimanere in quarantena, dovrebbe essere trattato come gli adulti, la Regione e il Governo diano un’interpretazione maggiormente estensiva di una norma che sta pesando enormemente sui più piccoli e sull’organizzazione familiare dei genitori piemontesi» – è la posizione di Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi sulla controversa lettura che viene data all’ultima circolare ministeriale riguardante i bambini che, a differenza degli adulti vaccinati con terza dose, devono comunque osservare un periodo di quarantena o isolamento.

«Si scrive DAD ma si legge quarantena: non capisco fino in fondo l’idea secondo il quale un bimbo, guarito, vaccinato o tamponato e negativo, venga lasciato a casa per 10 giorni come se fosse contagioso. Prima viene la salute, ma tenere a casa un bambino sano, senza nemmeno un’ora di aria aperta è quanto di peggio si possa fare – prosegue Grimaldi. Non mi è chiaro perché chi ha più di 5 anni e ha fatto il vaccino (o è guarito dal Covid) debba stare in quarantena come tutti gli altri. Se la Regione Piemonte non vuole far valere la sua autonomia in questi casi, chiediamo al Ministro Speranza di intervenire prontamente per liberare dalla quarantena centinaia di bimbi vaccinati negativi. Diamo un segnale positivo, sennò a cosa serve la campagna vaccinale?».

Ruffino (CI): “Caro bollette lede dignità di chi vive con pensione minima”

“Il costo energetico rischia di diventare un serio problema, non solo per le piccole e medie imprese, ma anche per i pensionati che in Italia percepiscono la pensione minima, che non potranno affrontare un aumento dei costi dell’energia elettrica, aumentata di quasi il 50% rispetto allo stesso periodo del 2020. Sono oltre 5,3 milioni i pensionati in Italia che hanno un reddito da pensione complessivo inferiore a 1000 euro. Secondo le recenti stime di Confcommercio la crisi dei mercati del gas e dell’elettricità, unita all’inflazione di questi mesi, porterà a un caro bollette di 11 miliardi per le famiglie, mentre imprese ed esercenti nel 2022 dovranno affrontare un aumento del 40% dei costi da sostenere. E’ impossibile per chi vive con meno di 1000 euro al mese reggere un aumento dei costi così importante. La situazione è drammatica e lede la dignità di chi ogni giorno non sa se potrà arrivare a fine mese. Occorrono soluzioni concrete”. Lo scrive in una nota Daniela Ruffino, deputata di Coraggio Italia.