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Prc, volontari Esc: il sudore sei giovani senza pagarli

Intervento di Alberto Deambrogio, segretario Rifondazione Comunista Piemonte e Valle d’Aosta, e Fausto Cristofari, segretario provinciale PRC Torino, in merito alla campagna di reclutamento di giovani per attività gestite dalla città di Torino per l’Eurovision Song Contest che si terrà a Torino nei prossimi giorni.

I ragazzi e le ragazze che hanno aderito alla campagna di reclutamento dovranno svolgere parecchie mansioni, dalla gestione flussi e servizi al pubblico alle informazioni sulle sedi turistiche, dall’accoglienza delegazioni ai presidi sala stampa, sino agli accrediti, ai trasporti ecc.; insomma dovranno lavorare in cambio di una uniforme di riconoscimento, di un buono pasto e di un biglietto d’autobus. La città di Torino insomma, come nella vecchia iconografia dello zio Sam, ha puntato il dito verso i giovani: vi voglio e vi voglio gratis!

Ancora una volta la logica sottesa ai grandi eventi dimostra la sua totale incapacità di costruire qualcosa di durevole per il territorio e la sua rapacità dal punto di vista sociale. Siamo nel pieno dell’ipermodernità, ci riempiamo la bocca con le possibilità tecnologiche, magari connesse all’uso bellico come nel ventilato polo torinese, e non vediamo che questo sistema economico continua a basarsi sul lavoro servile, sull’estrazione di valore da attività gratuite di giovani, precari, o più in generale di donne e migranti.

Il bando di reclutamento della città di Torino non ha avuto nessun accenno di critica né dalle forze che governano la città, né dalle forze che stanno all’opposizione. Questo la dice lunga sulla consonanza complessiva intorno all’idea del lavoro come variabile totalmente dipendente e al lavoratore come mero capitale umano senza diritti, da sfruttare e basta.

Nel criticare recisamente questo tipo di iniziativa intendo rilanciare la questione salariale come questione centrale. E’una battaglia sacrosanta che abbisogna di un’ampia convergenza. Oggi più che mai il diritto al lavoro, alla sua giusta retribuzione, a un salario minimo decente sono tra le sfide principali di una sinistra in grado di ricostruirsi dentro le lotte sociali e contro lo sperpero di risorse per le politiche di guerra e riarmo.

Ciò vale a maggior ragione in questa situazione di guerra dove, anziché agire per ricercare una soluzione che ponga fine al conflitto, il governo sostiene l’invio di armi sempre più potenti e aumenta le spese militari, pensando di far pagare i costi della guerra e delle sanzioni ai ceti popolari.

Associazione Aglietta: Obbedienza non più virtù, Lo Russo cambi passo

“L’8 maggio ricorre la festa della mamma e la dedichiamo idealmente alle mamme delle famiglie arcobaleno che per la legge italiana ancora mamme non sono, almeno non entrambe” dichiarano in una nota Andrea Turi, Patrizia De Grazie e Daniele De Giorgis, coordinatori dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta. “A Torino dopo lo stop del Sindaco Lo Russo alle trascrizioni degli atti di nascita dei figli delle coppie dello stesso sesso, a seguito della richiesta del Prefetto, sono più di 80 i bambini che permangono in un limbo vergognoso”. Proseguono “avevamo invitato il Sindaco Lo Russo a disobbedire ad una imposizione ingiusta perché pensiamo, come Don Milani, che l’obbedienza non è più una virtù, in particolar modo quando tocca la carne viva di famiglie che hanno come unica colpa quella di amare e trasmettere amore. Apprezziamo anche tutti gli sforzi fatti dal Sindaco Lo russo all’indomani della decisione di non proseguire con le trascrizioni, la sua volontà di cercare una soluzione a livello parlamentare e popolare, chiedendo a gran voce al suo partito, il Partito Democratico, di farsi promotore di una proposta di legge di iniziativa popolare. Non possiamo però non notare come tutto ciò non sia sufficiente quando dal lato destro dell’emiciclo del Parlamento, e ci riferiamo alla proposta di legge Meloni, si voglia rendere la gestazione per altri reato universale, pregiudicando con ciò ogni sforzo a che i figli delle coppie dello stesso sesso abbiano pari diritti.” Infine concludono “chiediamo al Sindaco Lo Russo di farsi coraggio e di disobbedire alla legge riprendendo le trascrizioni. Scoprirà di non essere solo, che con lui si muove un popolo affamato di diritti che chiede alle Istituzioni locali più coraggio, quel coraggio che manca al legislatore nazionale”.

“Noi Di Centro-Mastella” si struttura a Torino

“Noi di Centro Mastella” si struttura in tutto il territorio regionale attraverso l’organizzazione del
partito a livello locale e provinciale. Nell’ambito di questa ristrutturazione abbiamo nominato
Responsabile della Comunicazione del partito a livello piemontese Federico Depetris.
Un incarico importante anche perché il progetto del partito fa della comunicazione, cioè della
trasmissione del messaggio politico, uno dei punti centrali della sua azione politica, culturale ed
organizzativa”.

Renato Zambon, segretario regionale “Noi Di Centro-Mastella”.

No al bipolarismo selvaggio

L’attuale bipolarismo non può essere la prospettiva della politica italiana.

Veniamo da una stagione contrassegnata da un bipolarismo che ha un solo ed esclusivo obiettivo: la sostanziale distruzione e delegittimazione dell’avversario/nemico. Una distruzione non solo politica ma soprattutto morale. Non a caso, soprattutto nel campo della sinistra, la coalizione del centro destra viene spesso e volutamente confusa ed interpretata come una sorta di coalizione sovversiva, illiberale e con una difficoltà a rinnegare un passato oscuro ed autoritario. Un ritornello ormai ridicolo e stantio che però, puntualmente, riemerge alla vigilia di ogni consultazione elettorale con l’altrettanto puntuale accompagnamento e sostegno dello stuolo di giornalisti e conduttori al servizio della “causa”. Un dèjà vu persin troppo collaudato per essere ulteriormente descritto ed approfondito. Sull’altro versante la solita solfa sul “ritorno della sinistra comunista” che, con l’avallo del populismo grillino, si presta ancor più a questa interpretazione. Ma anche questo è un tasto ormai noioso e ripetitivo che non offre alcunchè di costruttivo e di politicamente rilevante.
Insomma, si tratta di un impianto politico che non regge più alle sfide importanti ed inedite della politica contemporanea. Perchè è una risposta politica sbagliata e non più corrispondente alle dinamiche e alle attese della società italiana. Soprattutto dopo la pandemia sanitaria e quella sociale in pieno svolgimento e le ricadute pesantissime che ci saranno con la guerra russo/ ucraina. Una situazione che non può più tollerare pregiudiziali ideologiche, contrasti dello scorso secolo e contrapposizioni frontali attorno a tematiche e temi ormai del tutto archiviati e già consegnati agli archivi. Sarebbe curioso, al riguardo, assistere dopo le vacanze natalizie – e puntualmente alla vigilia delle prossime elezioni generali – all’eterno duello tra gli intramontabili “post fascisti” e i tardo “ex comunisti”.
Ecco perchè è giunto il momento di voltare pagina. Certo, molto se non tutto dipende dal futuro sistema elettorale. Ma anche su questo versante – e anche alla luce della deriva trasformistica ed opportunistica di questa legislatura caratterizzata dalla presenza dei populisti – occorre essere chiari perchè le regole si possono sempre aggirare. Come, ripeto, ci hanno confermato le vicende politiche di questi ultimi quattro anni che dovevano “rivoluzionare” la politica italiana archiviando definitivamente il passato e tutto ciò che lo aveva contraddistinto. Tutti sappiamo, invece, com’è finita questa cosiddetta e ridicola “rivoluzione” politica. Un sistematico e scientifico rinnegamento di tutto ciò che era stato solennemente promesso e giurato nelle piazze italiane. Ma, al di là di questa sceneggiata che, purtroppo, ha convinto ed affascinato quasi la metà di chi si era recato al voto nel marzo del 2108, forse è giunto il momento anche per cambiare il sistema elettorale prendendo atto che questo bipolarismo è ormai fuori luogo e fuori tempo e che, di conseguenza, l’unico elemento che può smuovere le acque – oltrechè essere utile e forse anche indispensabile – è il ritorno di un sistema proporzionale. Un sistema, cioè, che permetta a tutte le forze politiche di valorizzare la propria ricetta di governo da un lato e che, dall’altro, faccia decollare una coalizione che non è più imprigionata da regole astruse e coercitive estranee ed esterne a ogni riferimento politico, culturale e minimamente programmatico. Un sistema, detto in altri termini, che restituisca alla politica il suo ruolo, la sua funzione e la sua “mission” al di là dei populismi, dei sovranismi e del “nulla della politica” per dirla con l’indimenticabile Mino Martinazzoli.
Ed è proprio in questo contesto che si impone la presenza di un “centro” politico, riformista, democratico e liberale. Un partito e un progetto politico di “centro” che metta definitivamente in discussione quel “bipolarismo selvaggio” e ormai finto che resta all’origine del crisi della politica contemporanea, della scarsa credibilità dei partiti e dello stesso fallimento dell’azione di governo. Al punto che è stato necessario ricorrere ai “tecnocrati”, e quindi alla sostanziale sospensione della politica, per poter dare un governo degno di cronaca al nostro paese. Una situazione, comunque sia, che non può essere definita normale anche perchè, prima o poi, la politica deve riprendere il ruolo che le spetta. Cioè contribuire al governo del paese attraverso il ruolo e la funzione dei suoi attori principali, ovvero i partiti.
Per questi semplici motivi è giunto il momento di liquidare definitivamente ed irreversibilmente questo “bipolarismo selvaggio”. Con la precisa consapevolezza che siamo anche alla vigilia di una nuova fase della politica italiana. Che non va più affrontata con strumenti e metodologie vecchie, desuete e ormai inservibili.

Giorgio Merlo

Tav: Fregolent (Iv), sblocco tratta nazionale simbolo di Italia che riparte

“Lo sblocco della progettazione della tratta nazionale della Tav, firmata oggi dal Commissario straordinario di Governo Mauceri, è l’atto simbolico della ripartenza dell’Italia dopo la pandemia”: è quanto dichiara Silvia Fregolent, capogruppo Iv in Commissione Ambiente di Montecitorio.
“Ci auguriamo ora che chi ha causato 5 anni di stop inneggiando al populismo demagogico ed alla decrescita felice eviti di continuare  danneggiare lo sviluppo infrastrutturale del paese creando ulteriori polemiche”: conclude Silvia Fregolent.

Fdi: “Daspo urbano contro la criminalità”

“Degrado, spaccio e quartieri ghetto non sono qualcosa che si possa nascondere sotto il tappeto, facendo finta che non esista. A Torino serve applicare il DASPO Urbano per ripulire le periferie da balordi e criminali” a dichiararlo sono la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli e l’assessore alle Politiche sociali della Regione Piemonte Maurizio Marrone intervenendo sul corteo di Fratelli d’Italia che questa sera attraverserà le vie di Torino nord.

“Abbiamo deciso di lanciare con la manifestazione di questa sera la raccolta firme per presentare ufficialmente al Consiglio Comunale di Torino una “Proposta di Deliberazione” volta ad introdurre anche nella nostra città la misura del DASPO Urbano. Allo sconforto ed alla rabbia di chi vede diventare il proprio quartiere un luogo invivibile, vanno date la vicinanza delle istituzioni e soprattutto risposte concrete – dichiara Montaruli -. Dal 2019 Torino attende l’applicazione del Protocollo per la sicurezza integrata firmato da Comune di Torino, Regione Piemonte e Ministero dell’Interno, e fino ad ora completamente disapplicato. Proprio in quel protocollo, il Comune di Torino prendeva chiari impegni rispetto al valutare modifiche del Regolamento di Polizia Municipale per l’attuazione del “DASPO Urbano”. Una misura che nella Milano di Beppe Sala è già a regime da anni.
Ora a portare questo tema in Consiglio Comunale saranno direttamente i cittadini, come reso possibile dalla legge, mettendo il sindaco Lo Russo davanti alle proprie responsabilità”.

“Il Comune di Torino – spiega ancora l’assessore Marrone – deve mantenere questo impegno preso con la Regione Piemonte ed il Governo, ma mai mantenuto. Lo deve a quella maggioranza di torinesi che vive lontana dai salotti-passerella della città, assediata da bivacchi di spacciatori e balordi che riempiono di degrado i suoi quartieri. Ancora una volta Fratelli d’Italia solleva il problema che qualcuno vorrebbe nascondere sotto il tappeto, ma propone anche una soluzione: la delibera per l’applicazione pure a Torino del Daspo Urbano, che arriverà in Consiglio Comunale su iniziativa popolare dei cittadini per dare alle Forze dell’Ordine uno strumento utile a togliere i delinquenti da strade, piazze, giardinetti e metterli finalmente dietro le sbarre”.

Grazie al DASPO Urbano, infatti, sarà possibile per la Questura disporre il divieto di accesso dei soggetti “pericolosi” ad una o più delle aree cittadine, prevedendo anche l’arresto fino a due anni in caso di contravvenzioni del divieto. Il DASPO Urbano può essere applicato a tutti quei soggetti che si siano resi responsabili di spaccio, accattonaggio, ubriachezza manifesta, atti contrari alla pubblica decenza, attività di parcheggiatore abusivo, sfruttamento della prostituzione e tutti quelle condotte contrarie al decoro urbano.
Per firmare la Proposta di Deliberazione, per cui sono necessarie 500 firme, Fratelli d’Italia allestirà un gazebo a margine della manifestazione di questa sera e proseguirà poi nei mercati cittadini.

Leone (Lega Salvini ): “Una giornata di ascolto e proposizione in Canavese”

Un Canavese che innova, che sperimenta, che consolida tradizioni e precorre i tempi. È questo ciò che la giornata ha mostrato al Governatore del Piemonte in visita in tutto il territorio guidato dalla passione del rivarolese della Lega Claudio Leone.

“La nostra giornata è partita da Agliè – commenta Leone -, siamo andati a visitare la Gc Infissi di Saverio Campo e più tardi la Alfredo Leivo Escavazioni a Vauda Canavese. È davvero stimolante vedere come lavori, che nell’immaginario di molti hanno una contestualizzazione legata all’artigianato, siano oggi imprese moderne ed avanzate che, con il loro operato, fanno crescere il territorio sia a livello economico sia occupazionale”.

“Se è vero che nella piccola Ruhr non c’è solo lo stampaggio – ha aggiunto il leghista Leone – siamo ancora orgogliosa eccellenza con realtà come la Isac di Busano e la Pegasus di Favria. Ci ha emozionato, in questa lunga giornata, il rosso della passione senza età di Sarca autotrasporti a Rocca e ci ha stupiti l’eccellenza della chimica legata alla farmacia della Costantino di Favria”.

“Avevo organizzato una giornata all’ascolto del Canavese e dei Canavesani – conclude Leone –  ma la visita del Presidente della Regione, in compagnia del collega Andrea Cane e di tanti amici, sindaci e imprenditori ha stupito tutti: segnale che il nostro territorio ha tanto da dire e da dare, anche per chi ci è nato e vissuto da sempre”.

Pa, Ruffino: servono formazione e assunzioni

“Il settore degli appalti pubblici è essenziale per la messa a terra degli interventi finanziati con il PNRR. La digitalizzazione del comparto è imprescindibile proprio per ripianare lo storico gap che, purtroppo, grava sugli enti locali. Troppe amministrazioni però sono sprovviste di competenze di personale formato per gestire questi nuovi strumenti digitali” E’ l’allarme lanciato dalla deputata di Azione Daniela Ruffino al Ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini.

“Dal 3 agosto del 2021 è infatti in vigore il decreto “BIM”, che stabilisce modalità e tempi di progressiva introduzione presso le Pubblica Amministrazione, di nuovi processi, metodi e strumenti elettronici per la gestione e il controllo dei progetti edilizi e infrastrutturali. Si  tratta potenzialmente di una svolta molto importante: l’utilizzo di questo nuovo sistema permetterebbe  di ottenere una serie di vantaggi:  tempi di costruzione ridotti e certi, costi inferiori di gestione e manutenzione, risoluzione di errori e anomalie, uso più efficiente delle risorse. Ci sono però 5498 piccoli comuni al di sotto dei cinquemila abitanti che non riescono ad accedere a questa importante innovazione. Occorre uno sforzo maggiore e tempi rapidi per non perdere il treno di questa sfida fondamentale. Assumiamo e formiamo personale”. Ha concluso la deputata di Azione

Eurovision, Iannò: “I volontari e l’apartheid del pranzo vip”

La denuncia del Vice Capogruppo di Torino Bellissima, Giuseppe Iannò 

 

Effetto Eurovision Song Contest grande evento, solita vetrina di nomi internazionali sotto i riflettori e una manifestazione che vale milioni di euro.

Vengono reclutati giovani volontari/e non retribuiti, che avranno il compito di accogliere le 41 delegazioni internazionali e mansioni varie, quali fornire informazioni e collaborare sotto varie forme all’organizzazione dell’evento.

Niente di nuovo sotto il sole, solite dinamiche di impiego dei volontari, in cambio di un’occasione per sentirsi protagonisti di un evento internazionale con un “compenso simbolico”: un’uniforme, utilizzo gratuito dei trasporti pubblici e un buono pasto. E qui si potrebbe affermare metaforicamente “qua casca l’asino!”

Con tanto di messaggio via chat, l’organizzazione ha avvisato i volontari che si occupano dell’area “VIP lounge assistant”, che nei giorni 10-12-14 maggio in cui presteranno servizio presso tale zona, che sarà presente un servizio di catering a “SOLO” uso degli invitati.

Perciò – prosegue il messaggio – vi ricordiamo che non avrete la possibilità della consumazione a buffet. Vi chiediamo quindi di organizzarvi sul momento per poter fare una pausa ed uscire dalla lounge se vi siete portati da mangiare e/o bere.

“Una discriminazione bella e buona alle spalle di volontari che lavorano senza un compenso – commenta Giuseppe Iannò di Torino Bellissima, “un vero apartheid del panino”, con tutti i milioni di euro investiti nell’evento. Una vera vergogna.”

I nervi scoperti della Città di Torino

La città di Torino ha due nervi scoperti. Il personale e l’indebitamento. Partiamo da quest’ ultimo.  Forse il più facile e tutto sommato gestibile.

Sono decenni che è sull’ orlo della bancarotta. Spende di più di quanto incassa e si indebita non per investimenti, ma per pagare le spese correnti.  In particolare i costi del personale. L’altra nota dolente, in tutti i sensi. Dal punto di vista quantitativo e dal punto di vista qualitativo. Sintesi: per niente produttivo. Perché?  Sono pochi e male organizzati. Diciamola tutta: per niente organizzati. Tanto … fin che la barca va, falla andare. Però’ ora siamo arrivati.  Ma come siamo giunti  a questo punto? La Torino del triangolo industriale come tale aveva competenze e nel DNA la capacità di organizzare. Ovviamente tanti i motivi che  ci hanno portati a questa situazione, primi fra tutti economici. Quando c’erano i soldi si sono sperperati.  Oggi sono molti di meno e male utilizzati. Secondo: gli alti dirigenti con trentennale esperienza sono andati in pensione e non c’è stato tournover. Svuotamento degli uffici dove la media dei dipendenti ciondola stancamente per i corridoi. Tranne per l’anagrafe presa quotidianamente d’assalto da utenti imbestialiti che, raramente, portano a casa ciò che desiderano. Con alcuni elementi di contorno.  Ad esempio non mi risulta che chi percepisce il reddito di cittadinanza aspettando un lavoro che non arriverà mai, svolga lavori socialmente utili. Concretamente il Municipio di Torino in un decennio è passato da poco meno di 20mila dipendenti a 7000 -7500.  Dati  ballerini, visto che chi può andare in pensione non se lo fa dire due volte. Capita, dunque, che in una sola settimana 300 impiegati vadano in pensione . Si assommi il fatto che i pochi funzionari rimasti non  sappiano, non avendone esperienza, da che parte rigirarsi, e sembra che la cifra di ” riferimento ” sia zero.
Comunque il Sindaco Lo Russo non si da’ per vinto. E cerca di non farsi distrarre dal ruolino di marcia.  Innanzitutto dicono sia un grande lavoratore.  Alle 7,30 è già operativo in ufficio.
Sulle nomine, stavolta ha fatto tutto da solo.
Si’, forse, al massimo, qualche telefonata di conferma. Così Cuntro’, fedelissimo di Piero Fassino alle Farmacie. Alessandro Battaglino a Trm , niente di meno che l’inceneritore. In questo caso Battaglino, fedelissimo dell’onnipresente Peveraro.
Ma la notizia delle notizie è Paola Bragantini Presidente Amiat. Brava è brava . Direi politicamente brava. Tecnicamente?  Si vedrà. Indubbiamente l’Amiat è un posto importante. Un settore decisamente fragile visto che Torino, ultimamente, in tale ambito difetta. Ma per il Pd risolve un altro problema: le candidature alle prossime elezioni politiche. Il tutto è dietro l’angolo. Con non pochi problemi, non ultimo la riduzione del 40% dei seggi. Tanto si voterà con l’attuale sistema elettorale. Sono pochissime le probabilità di una riforma. Concretamente tanti pretendenti e pochi posti. Magari, poi arriva il biellese Furia, segretario regionale che qualche pensierino lo sta facendo.  Lui che ha un filo diretto con Provenzano già ex ministro del Mezzogiorno.  Altri se vogliono hanno un seggio assicurato come il prof Giorgis e Mauro Laus che già cinque anni fa si sono conquistati voto per voto le elezioni.
Ovviamente tutto sotto traccia. E mi sa che in questo caso non ci saranno primarie. Dunque Enrico  Letta docet. Letta non è uno stupido e saranno tante e fitte le consultazioni. Obbiettivo: totale rinnovamento. Sono  troppi quelli che vogliono ancora bene a Matteo Renzi. L’altro nodo sono le alleanze.  I cinque stelle hanno una caratteristica di fondo. Totalmente ingovernabili.  Il nostro Conte chiaramente annaspa…Cinque anni fa non essere carne né pesce li ha fatti vincere.
Oggi i pochi rimasti sono divisi su tutto.  Molti hanno fatto un giro di 180 gradi. Da anti europei e filo Putin ad anti Putin e filo europei. Indubbiamente Giggino è tra quelli più cambiati. Ma tutti , proprio tutti si sono presentati a rapporto dal Beppe Nazionale, alias Grillo. Chi si era illuso che il comico non contava più ha preso una cantonata. Raggiante la Meloni: ora tocca a me.   ” Dio mi manda, guai chi si oppone ” . Già sentito. Il che non vuol dire che nel centro destra è tutto liscio come l’olio. Anche loro hanno le loro gatte da pelare.  Non ultimo tanti galli nello stesso pollaio. Covid e guerra in Ucraina hanno decisamente peggiorato la caoticita’ della nostra classe politica. Ma i guai non finiscono qui.  Un’inflazione al 7 % pone un altro problema: basteranno i soldi stanziati dall’Europa?  Probabilmente no. Sono stati presentati i progetti di Torino e della Regione Piemonte?  Che qualità operativa hanno?  Una cosa è certa: l’attuale struttura burocratica del Municipio di Torino non è all’altezza sia quantitativamente che qualitativamente. Pochi dipendenti ed assolutamente non formati per gestire il tutto. Ed i tre bandi per l’assunzione di nuovi dipendenti sono, mi pare, ancora in alto mare. Questa la terza sfida della giunta Lo  Russo oramai, tutta, soprannominata Missione impossibile.  Non disperiamo, comunque: difficile essere ottimisti, ma la speranza è l’ultima a morire.

PATRIZIO TOSETTO