Politica
La dem: “Democrazia a rischio”, la replica stizzita della premier: “Si vergogni”
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La dem: “Democrazia a rischio”, la replica stizzita della premier: “Si vergogni”
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Si è conclusa oggi la quinta edizione di Proxima, il festival politico e culturale torinese di Sinistra Italiana, Sinistra Ecologista e AVS.
Con circa 5000 persone che hanno seguito talk ed eventi culturali, quella di quest’anno è stata tra le edizioni più partecipate. In particolare la serata di venerdì con Nicola Fratoianni, Pablo Trincia, Maria Elena Delia e il collegamento di Francesca Albanese ha coinvolto un pubblico di oltre 2.500 persone.
L’ultima giornata di Proxima si è aperta nel ricordo di Andy Mwachoko, operaio morto questa mattina nel cantiere di Torino Esposizioni, e di Giovanni Cucchi, padre di Ilaria e Stefano.
Tanti i temi trattati nei talk in questa edizione, con uno sguardo particolare rivolto verso la Palestina.
<<Quando tutto sembrava crollare, abbiamo iniziato ad organizzare la speranza. Costruito ponti tra generazioni, idee e mondi. Queste giornate ci convincono ancora di più che non ci dobbiamo arrendere, non possiamo accontentarci di quello che abbiamo e nemmeno aspettare tempi migliori. È il nostro tempo e le migliaia e migliaia di ragazzi e ragazze che ieri hanno fatto sentire la loro voce ci fanno capire che ‘la flotta continua’. Siamo in viaggio verso altri lidi>> Dichiara Marco Grimaldi, Vicecapogruppo di AVS alla Camera.
<<Le migliaia di persone che hanno partecipato a questa edizione di Proxima confermano che “Rompere l’assedio” è possibile, facendo politica insieme, dal governo delle città alle grande questioni internazionali, e non arretrando di fronte a questa destra guerrafondaia e oscurantista>> commenta la Capogruppo di AVS in Regione Alice Ravinale.
<<Come accaduto negli anni scorsi, abbiamo costruito il festival grazie al contributo di tantissime persone che negli scorsi mesi hanno ragionato su come rendere questo momento sempre più coinvolgente e grazie al lavoro militante di tantissimi volontari. È stato bello vedere un pubblico così ampio, fatto soprattutto da tanti e tante giovani che insieme, costruiscono un dialogo fondato sulla consapevolezza del pensare globale e agire locale>>. Aggiunge la capogruppo di SE in Comune Sara Diena.
Di Patrizia Corgnati
“Meloni cortigiana di Trump”. Che si tratti dell’ultima delle bettole o di uno studio televisivo in prima serata, se il tuo avversario è una donna l’epiteto è sempre quello, nelle sue varie sfumature lessicali. Voce dal sen fuggita? Non è un’attenuante bensì un aggravante:quando mai un Presidente del Consiglio maschio è stato definito o contestato con argomenti simili? Mai. Perchè, evidentemente, fai manifestazioni, insegui il politically correct, sei woke, condanni il patriarcato e poi finisce sempre in …
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Roma, 18 ottobre 2025 – La deputata Chiara Appendino, ex sindaca di Torino, ha lasciato la vicepresidenza del Movimento 5 Stelle, annunciando la decisione durante il Consiglio nazionale riunito in videoconferenza.
La parlamentare ha spiegato che il suo gesto nasce dall’esigenza di “rimettersi in discussione” e rilanciare un dibattito interno, invitando il M5S a recuperare autonomia e identità politica (sottinteso: dal Pd).
Le dimissioni arrivano a pochi giorni dal voto online che dovrebbe confermare Giuseppe Conte alla guida del Movimento, e vengono lette come un segnale di tensione verso la linea attuale.
Da che mondo è mondo, come si suol dire, in politica difficilmente si possono sommare le pere
con le mele. Fuor di metafora, le elezioni locali – comunali o regionali che siano non fa differenza
alcuna – non possono mai essere confuse con le elezioni politiche nazionali. E questo per una
ragione persin troppo semplice da spiegare. Il voto nazionale, infatti, prescinde radicalmente dalle
dinamiche locali e gli stessi protagonisti e leader sono diversi. Molto diversi. Una regola talmente
ovvia e scontata che, quasi puntualmente, chi vince le elezioni locali poi, di norma, anche se non
sempre, perde quelle nazionali. Per le semplici ragioni che ho poc’anzi ricordato.
Ma c’è un’altra regola, altrettanto scontata perchè ha trovato ripetutamente conferma, che porta
a non confondere mai le liste civiche locali con il concreto orientamento di voto di quegli elettori
sul versante nazionale. Del resto, chi si riconosce in una lista civica locale, di norma, somma
esperienze e candidature trasversali riconducibili ad un programma definito e ad un preciso
candidato. Esperienza che, come capita puntualmente, non si ripete nella consultazione nazionale
perchè vengono a mancare quegli elementi decisivi che hanno caratterizzato, appunto, quel voto
locale.
Ora, e partendo proprio dalle ultime elezioni regionali – quella più contesa nelle Marche e quella
del tutto scontata in Toscana – c’è una ulteriore illusione che campeggia. E che riguarda la
coalizione di sinistra e progressista. E cioè, com’è capitato in Toscana, sommare in un ipotetico e
del tutto virtuale Centro a livello nazionale i voti ottenuti dalla lista del Presidente Giani. Lista
legata esclusivamente al profilo politico, civico ed amministrativo del Presidente con l’apporto di
partiti, movimenti, gruppi e associazioni che si riconoscono, appunto, nella sua persona e nel suo
programma. Sommare tutto ciò e trasferirlo meccanicamente in un partito che ufficialmente non è
ancora neanche nato – come ha fatto il capo del partito personale di Italia Viva, Renzi,
sostenendo che il peso di “Casa riformista” e quindi del Centro nella coalizione di sinistra e
progressista a livello nazionale è pari ai voti ottenuti dalla lista del Presidente della Regione
Toscana – più che un ragionamento politico è un esercizio folkloristico. Come, del resto, ha
sostenuto in un’intervista ad un quotidiano nazionale lo stesso Presidente Giani.
Per queste ragioni, semplici ma oggettive, è sempre consigliabile – soprattutto quando si parla di
elezioni locali e di consultazioni nazionali – non confondere i piani. E, meno che mai, pensare che
il consenso ad un partito nazionale possa decollare sommando semplicemente tutto il civismo. E
questo perchè il civismo appartiene rigorosamente e storicamente nel nostro paese alle
esperienze locali mentre le dinamiche nazionali, com’è altrettanto ovvio, sono riconducibili ad altri
criteri e, soprattutto, rispondono ad altre priorità politiche e programmatiche. Come, del resto,
capita da sempre.
Commneta l’on. Daniela Ruffino (Azione): “Fa bene il ministro Giorgetti a tenere stretta la borsa della spesa e mettere in sicurezza la finanza pubblica. Fa male – e molto – se pensa di scaricare sui Comuni il peso di finanziare il fondo comune per il sostegno ai minori e ai disabili imponendo di fatto un incremento della tassa di soggiorno. L’idea presenta profili rilevanti di incostituzionalità. Lede, infatti, l’autonomia dei Comuni, già sotto pressione per i tagli dei trasferimenti. Scorpora il finanziamento del fondo dalla fiscalità generale mentre è ad essa che la Costituzione assegna l’onere di sostenere i soggetti più deboli (artt. 3 e 38). Con una nota a margine: che succede quell’anno che dovesse rallentare il flusso turistico e diminuiscono le entrate della tassa di soggiorno? Altra riflessione: città altamente turistiche dovrebbero finanziare la disabilità dei Comuni senza attrazione turistica? Trattandosi di entrate aleatorie e non prevedibili, ai Comuni verrebbe impedito di fare la benché minima programmazione. Non voglio credere che le politiche sociali di sostegno siano considerate uno sperpero da questo governo”.
LA PRESA DI POSIZIONE DELLA VICE PRESIDENTE COMMISSIONE PARI OPPORTUNITA’ DELLA REGIONE
Il segretario generale della Cgil Landini ha definito in televisione il Presidente del Consiglio “Cortigiana di Trump”, che come ha scritto su un post Giorgia Meloni “cortigiana” viene definita dal dizionario Oxford “donna di facili costumi, prostituta” e così anche in altri dizionari.
Un sindacato di sinistra dove a parole vogliono la parità e le quote rosa, ma in realtà hanno come priorità solo le desinenze al femminile: Ministra, Assessora, Avvocata…
Infatti non sanno apprezzare una donna che è diventata Presidente del Consiglio grazie alle sue capacità. Forse è proprio questo che dà tanto fastidio alla sinistra e sanno solo denigrare e insultare una donna che è un apprezzato Presidente del Consiglio in tutto il mondo, tanti uomini nel suo ruolo non ne sono stati capaci.
Unica cosa che può fare Landini è vergognarsi e chiedere scusa.
Il contrasto ad ogni forma di violenza e discriminazione sono elementi fondamentali per la Commissione Pari Opportunità della Regione Piemonte, dove come componente abbiamo anche una rappresentante della Cgil
Tutte le donne e anche gli uomini della Cgil dovrebbero prendere le distanze da ciò che ha detto il loro segretario generale e chiederne le dimissioni, ma non lo faranno mai anzi saranno orgogliose di lui.
Se non chiedete le dimissioni del vostro segretario generale, “vergognatevi”! conclude Patrizia Alessi, capogruppo di FdI in Circoscrizione 7 e Vice Presidente Commissione Pari Opportunità della Regione Piemonte
“MENTRE I GOVERNI NAZIONALE E PIEMONTESE FANNO PAROLE L’ITALIA RISCHIA DI PERDERE IL SUO PATRIMONIO INDUSTRIALE”
16 ottobre 2025 – “Esprimiamo piena solidarietà ai lavoratori dell’ex Ilva che oggi hanno manifestato a Novi Ligure come a Taranto, con dignità e determinazione, per difendere il proprio diritto al lavoro e il futuro industriale del nostro Paese. La loro voce è chiara: non vogliono cassa integrazione, vogliono lavorare. E noi siamo al loro fianco” dichiarano il Vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Ravetti, che, questa mattina ha preso parte alla mobilitazione dei tanti lavoratori dello stabilimento di Novi Ligure che stanno chiedendo risposte concrete sul destino dello stabilimento e dell’intero comparto siderurgico, e la Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Gianna Pentenero.
“Non possiamo permettere che i lavoratori e le loro famiglie continuino a vivere nell’incertezza, né che l’Italia rinunci a una filiera strategica come quella dell’acciaio. Il Governo deve assumersi le proprie responsabilità e intervenire con urgenza, mettendo in campo un piano industriale serio, sostenibile e condiviso con le parti sociali. È il momento del coraggio, non dell’attesa. L’abbiamo ribadito più volte e continueremo a farlo” proseguono gli esponenti dem.
“Il Presidente Cirio ha affermato che la Regione non sarà spettatrice e che vuole fare la sua parte con determinazione e senso di responsabilità, per costruire un futuro industriale degno del Piemonte e dell’Italia. Peccato che, come il Partito Democratico, ha sottolineato più volte, anche durante la scorsa legislatura, le crisi industriali si susseguano, testimoniando drammaticamente che è necessario ripensare, sia a livello nazionale che regionale, a una politica industriale seria, che oggi continua a mancare e la Giunta di centrodestra sia rimasta a guardare mentre i lavoratori attendevano proposte e soluzioni. Ogni volta che scoppia una crisi industriale Cirio costruisce un tavolo, ma gli vogliamo ricordare che il suo ruolo è quello di Presidente della Regione, non di falegname e che, invece, di limitarsi a convocare le parti interessate dovrebbe dire ai Ministri del suo stesso schieramento politico che occorre un piano industriale serio e innovativo che guardi al futuro. Intanto mentre in Piemonte e a Roma si discute l’Italia sta perdendo il proprio patrimonio industriale” concludono Ravetti e Pentenero.
La destra al Governo censura l’educazione sessuo-affettiva e purtroppo il Piemonte è ben allineato: proprio martedì, durante la discussione del Piano di contrasto al bullismo e al cyberbullismo, il Consiglio ha votato contro l’ordine del giorno per promuovere percorsi di questo tipo nelle scuole piemontesi presentato dalla consigliera AVS Valentina Cera.
C’è bisogno di alfabetizzazione emotiva a partire da bambini e bambine, c’è bisogno di educazione sessuale e affettiva per ragazze e ragazzi e per gli adulti. Invece no: Regione Piemonte e Governo si nascondono come un disco rotto dietro l'”ideologia gender” e si ostinano a privare ragazze e ragazzi di educazione emotiva, lasciando che siano immersi in una cultura discriminatoria, fatta di rapporti umani e sessuali basati sulla prevaricazione, sull’esercizio del potere.