politica- Pagina 2

Forza Italia, il centro in movimento

Si è appena svolto presso la Sala Consiliare del Comune di Moncalieri il Congresso Istituzionale “Il Centro in Movimento”, presieduto dal Senatore Roberto Rosso, Vice Capogruppo al Senato e Vice Segretario Regionale del partito, nonché Membro della Commissione Vigilanza Rai. Un evento importante e atteso, teso a creare le basi per un confronto costruttivo e producente in vista dell’appuntamento elettorale della Città alle urne per il 2026. “L’unita del Centrodestra è la più grande Eredità di Silvio Berlusconi, e siamo tutti chiamati a farne tesoro. La più grande vittoria è quando c’è rispetto per le idee politiche. Quello che conta è proseguire uniti sul cammino intrapreso perchè anche i territori siano sempre più espressione di un’Italia moderata e liberale, capace di guardare con rinnovato slancio e altrettanto impegno alle sfide che è chiamata a vincere per il bene dei territori e delle comunità”, chiosa il Senatore Roberto Rosso innanzi a una sala gremita di partecipanti attenti. Presente anche Maurizio Scandurra, noto opinionista de ‘La Zanzara’ di ‘Radio24″, che aggiunge: “Le parole piene di speranza e risultato del Senatore Roberto Rosso sono l’espressione di un equilibrio imprescindibile perchè l’elettorato comprenda le istanze di buonsenso di governo, intese quali principi i eludibili certi e funzionali al rilancio di una nazione che ha bisogno di guardare avanti su basi solide per crescere e prosperare”, afferma il giornalista radiotelevisivo.

Ma il Centro può abitare in questa sinistra?

/

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

Il voto nelle Marche e nella Calabria, i vari dibattiti parlamentari, l’organizzazione delle piazze, la
presenza nei media e nei vari talk televisivi, i riferimenti politici più gettonati e in ultimo, ma non
per ordine di importanza, il profilo e l’identità stessa della coalizione, ci portano ad un’unica
conclusione. E cioè, il campo largo o, meglio ancora, l’attuale coalizione di sinistra e progressista,
sono radicalmente estranei, esterni ed avulsi rispetto a tutto ciò che è anche solo lontanamente
riconducibile al Centro e a ciò che storicamente lo caratterizza sotto il versante politico, culturale,
sociale, valoriale e programmatico. Non si tratta, cioè, di essere pregiudizialmente polemici o
accecati dalla faziosità. La realtà è oggettiva e ormai lo confermano quasi tutti gli osservatori e i
commentatori che su vari organi di informazione – tranne quelli che sono funzionali ad un progetto
politico riconducibile ad una sinistra estremista, radicale e massimalista – individuano
nell’assenza di un autorevole riferimento centrista l’anello debole dell’alleanza alternativa al centro
destra. Il vero rimedio, però, non è quello di sommare alle attuali forze massimaliste, populiste,
radicali ed estremiste anche una piccola ‘gamba di centro’. Che sarebbe quella ideata, progettata
e pianificata a tavolino dal duo Bettini/Renzi. Perchè quell’operazione, come tutti sanno del resto
– ma proprio tutti – è solo un furbesco escamotage per ottenere una manciata di seggi
parlamentari gentilmente concessi dai veri azionisti della coalizione. Quello che conta, semmai e
al contrario, e come avveniva quando esisteva un centro sinistra riformista, plurale e di governo, è
contribuire a dettare l’agenda politica e programmatica dell’intera coalizione. È sufficiente citare il
Ppi di Franco Marini, Gerardo Bianco e Pier Luigi Castagnetti prima e la Margherita di Francesco
Rutelli, lo stesso Marini e Arturo Parisi poi per rendersi conto che quel centro sinistra non era la
banale e goffa riedizione – seppur mutatis mutandis – del “Fronte Popolare” di togliattiana
memoria o della “gioiosa macchina da guerra” ideata da Achille Occhetto e compagni. E questo
perchè l’attuale ‘campo largo’ o larghissimo che sia, come viene concretamente percepito e
soprattutto vissuto dalla pubblica opinione è, molto semplicemente, l’unità delle sinistre.
Qualcuno potrebbe obiettare che i tempi cambiano e anche il profilo e la stessa identità delle
coalizioni sono destinate a cambiare. E profondamente. Probabilmente è così se è vero, com’è
vero, che da una coalizione dove erano visibili e percepiti come tali un Centro riformista e di
governo che si alleava con una sinistra altrettanto di governo e riformista, si è passati ad un
cartello elettorale e politico dove l’aggregazione delle mille sfumature di rosso hanno avuto il
sopravvento rispetto a qualsiasi altro apporto e contributo politico e culturale.
Per queste ragioni, semplici ma essenziali, quel segmento della pubblica opinione che si
riconosce in un progetto politico centrista, riformista e di governo oggi non può che guardare
altrove oppure, e peggio ancora, astenersi dal voto. Come, del resto, puntualmente sta capitando.
Probabilmente, e in attesa che intervengano altri elementi innovativi che introducano una netta
discontinuità rispetto agli attuali equilibri ed assetti politici, il prossimo confronto tra le rispettive
coalizioni sarà ancora ispirato e coerente con i modelli conosciuti e ormai consolidati. E
dovremmo prendere atto, piaccia o non piaccia, che il Centro sarà ancora scientificamente ed
organicamente assente dalla coalizione di sinistra e progressista.

Pompeo (PD): “Lear, al MIMIT un passo in avanti importante, ma servono certezze”

“Pronta un’interrogazione per chiedere chiarimenti alla Regione”

 “Accogliamo con ottimismo l’avanzamento del processo di reindustrializzazione della Lear di Grugliasco, che rappresenta una speranza concreta per il territorio e per le molte famiglie coinvolte. Tuttavia, non possiamo ignorare un dato che desta forte preoccupazione: dei 376 lavoratori sembra che solo 209 saranno riassorbiti dalla nuova società FIPA, compresi 8 impiegati. Avrebbero dovuto essere un numero compreso tra i 200 e i 250, ma oggi sappiamo che si è giocato al ribasso e che rischiano di restarne fuori ben 176” dichiara Laura Pompeo, Consigliera regionale del Partito Democratico, intervenendo in merito all’incontro tenutosi oggi a Roma presso il Mimit.

“Il piano presentato da FIPA è stato giudicato credibile dal Ministero, ma la credibilità non basta: servono garanzie, strumenti e percorsi di tutela per chi non rientrerà nel nuovo ciclo produttivo. I sindacati hanno giustamente chiesto un approfondimento sui tavoli territoriali e i prossimi confronti – a partire da quello con la Regione del 14 ottobre – dovranno dare certezze anche sulla solidità del piano, degli investitori. Sarà fondamentale discutere di ammortizzatori sociali, prolungamento della cassa integrazione e modalità di passaggio tra le aziende, salvaguardando diritti e anzianità di tutti, dando maggiore attenzione anche a coloro i quali non rientreranno nella nuova azienda” aggiunge la Consigliera regionale Pd.

“La reindustrializzazione non può essere una corsa a ostacoli per i lavoratori. Il nostro obiettivo deve essere quello di garantire dignità, continuità e prospettive a tutti, non solo a una parte dei lavoratori. Continueremo a monitorare la situazione, per questo presenterò a stretto giro un’interrogazione alla Regione affinché nessuno venga lasciato indietro” conclude Laura Pompeo.

Trasporti, Rifondazione: “Le controparti sono due, Regione e Comune”

Giustamente la Cgil ed altre associazioni hanno chiamato a manifestare il 10 ottobre sotto la Regione per rivendicare un trasporto pubblico più efficiente e meno caro.
La Regione ha responsabilità e competenze sul tema ed è giusto individuarla come controparte, oltre al governo. Ma occorre anche ricordare che il Comune di Torino ha il controllo della Gtt, che ha la gestione di tutto il trasporto pubblico in città e nell’area limitrofa. Quindi non si può evitare un confronto con il Comune sui tagli al servizio, compreso quello della metropolitana, delle mancate assunzioni, del ricorso agli appalti, dell’aumento del costo  dei biglietti. Per questo la vertenza trasporti, se vuole rilanciare il trasporto pubblico a Torino e in Piemonte, dovrà  misurarsi anche con la giunta Torinese ed il suo Sindaco.

Segreteria provinciale Partito della Rifondazione Comunista

Merlo: Elezioni regionali, si vince e si governa dal Centro. Il campo largo è estraneo

“Mai come oggi è attuale e moderno l’antico adagio della Democrazia Cristiana che nel nostro
paese ‘si vince e si governa dal Centro’. Perchè, pur senza nulla togliere alle forze politiche
radicali, massimaliste, estremiste e populiste che albergano prevalentemente, se non quasi
esclusivamente a sinistra, è di tutta evidenza che chi oggi si candida a rappresentare la cultura, il
progetto e il ‘sentiment’ centristi non può stare nel ‘campo largo’. Anche perchè, nella coalizione
progressista dettano l’agenda politica e programmatica la sinistra radicale e massimalista di
Schlein e Landini, la sinistra populista e demagogica dei 5 stelle e la sinistra estremista ed
ideologica del trio Fratoianni/Bonelli/Salis. Per il Centro, da quelle parti, c’è posto solo in tribuna”.

On. Giorgio Merlo
Presidente nazionale ‘Scelta Cristiano Popolare’.

Giulia Guazzora, missione sindaca: welfare, cultura e partecipazione per San Mauro

Giulia Guazzora è sindaca di San Mauro Torinese dal 2021 eletta con una coalizione di centrosinistra. Nel  suo mandato pone molta attenzione a temi come il welfare, la cultura, la scuola, la partecipazione civica, accompagnando la città nella gestione delle sfide legate ai progetti del PNRR e alla crescita sostenibile del territorio. Il suo stile amministrativo è caratterizzato da un approccio pratico e dialogante e con lei la città è cambiata, si è come risvegliata.

Dopo un primo momento di titubanza nei confronti di una Sindaca donna (la prima a San Mauro Torinese) la cittadinanza la segue in maniera molto partecipativa nei suoi progetti evolutivi e di sviluppo del territorio. Mamma di due ragazzi, gentile ma decisa e determinata, ci racconta la sua esperienza come Prima Cittadina.

Cosa l’ha portata ad entrare in politica?

Fin da piccola con mio padre ci informavamo sui fatti del giorno della politica locale, ma anche nazionale, e li commentavamo insieme. Al tempo del liceo, il Gioberti di Torino, partecipavo ai movimenti studenteschi, mi interessavo soprattutto ai temi dell’inclusione e dell’uguaglianza. Ero davvero attratta dalle questioni che riguardavano il bene comune e piuttosto che andare ad un concerto, come gli altri ragazzi, mi mettevo ad ascoltare i dibattiti, mi appassionavano molto.

All’università ho studiato Scienze Politiche, contro il parere di molti, e sono diventata anche giornalista, mi sono occupata per diverse testate locali di cronaca politica.

La mia esperienza in questo ambito però ha preso forma quando sono ho lavorato in Consiglio Regionale del Piemonte occupandomi dell’ufficio stampa e di altre attività; questa importante avventura mi ha fatto conoscere meglio la dinamica dell’amministrazione politica regionale e ho capito davvero che quello era il mio percorso.

Nel frattempo si è dedicata anche alla famiglia?

Si, ho avuto due bambini, per un periodo ho allentato con la politica e mi sono dedicata alla famiglia e all’insegnamento, Diritto ed Economia alle scuole superiori, un lavoro molto più conciliabile con l’esperienza della maternità, ma non mi sono mai fermata. In seguito c’è stata l’opportunità di fare l’assessore alla cultura nella mia città e subito dopo ho sostenuto le primarie con il candidato del PD per diventare candidato sindaco della coalizione di centrosinistra e le ho superate, poi ho vinto le elezioni con la lista civica e sono stata eletta, la prima donna a San Mauro Torinese, una bella soddisfazione.

Ha avuto difficoltà in questo senso?

All’inizio non posso negare di aver avuto qualche criticità, ma sono andata avanti puntando sulla serietà e cercando di creare autorevolezza attorno alla mia figura sia personale che politica. I preconcetti sono sempre dietro l’angolo, tuttavia posso dire che avendo gestito tutta una serie di problematiche impegnative, la percezione su di me è cambiata e la questione culturale di genere è stata scardinata.

Quante risorse coordina al momento?

Cento in tutto, con diversi ruoli e capacità che sono dipendenti comunali, poi c’è il rapporto con la giunta che sono i miei più stretti collaboratori, il Consiglio comunale, le associazioni locali, le realtà industriali e commerciali del territorio; inoltre, ci sono da gestire i rapporti con gli altri enti (Smat, Seta, ecc.), le relazioni con Torino e gli altri comuni, con il consorzio Cisa di cui sono presidente dell’Assemblea dei Sindaci; un lavoro complesso, ma vengo dalla pallavolo e quindi sono abituata al lavoro di squadra, allo scambio e a capire le particolarità individuali.

Un progetto per gli anziani e uno per i giovani che sta portando avanti?

Una bella iniziativa è quella che vede i ragazzi delle scuole impegnati nelle RSA per fare passare del tempo in compagnia agli anziani che le abitano; gli alunni vanno a pranzo nelle residenze e i pensionati ricambiano recandosi nelle mense scolastiche. Il centro anziani funziona molto bene, ci sono diverse attività come la ginnastica dolce; attualmente stiamo lavorando alla Casa di Comunità dove ci saranno medici generici, specialisti con attrezzature nuove, un pronto soccorso a codice bianco e assistenti sociali. Un progetto da 2.7 milioni di euro, gestito in collaborazione con l’Asl. Per i giovani, invece, esiste un centro a loro dedicato che fa soprattutto aggregazione musicale, ma anche dove si può creare attraverso il writing sui muri, il cinema teatro Gobetti che organizza, inoltre, corsi per i ragazzi che sono molto frequentati. Il Castelletto, appena restaurato, invece vuole essere un punto di riferimento ambientale da dove partiranno gite e camminate verso i percorsi collinari. Siamo molto fieri di avere una ludoteca e una biblioteca, dove le sale sono divise tra i bambini più piccoli e quelli più grandi, le abbiamo appena rifatte interamente. Ovviamente abbiamo anche progetti gratuiti che riguardano lo sport come il rugby e il nuoto per tutti gli alunni delle scuole, sappiamo bene quanto lo sport sia importante per fare unione positiva.

Ci sono altre idee in attuazione nei i prossimi mesi?

In primavera aprirà un museo dedicato al territorio e poi abbiamo appena vinto un bando che ci permetterà di riqualificare una piazza di San Mauro. Stiamo cercando di togliere l’asfalto sostituendolo in modo più green, è importante essere sensibili ai temi ambientali. Ad oggi, dopo 4 anni di mandato, sono atterrati – oltre alla nota impresa aerospaziale Argotec, che ha preso sede in Pescarito – 23 milioni di euro in città.

Un suo motto?

Ora e sempre resilienza!

MARIA LA BARBERA

“Bloccare i trasporti? Lo impedisca una norma costituzionale”

Caro Direttore,
Le proteste sono il sale della democrazia ma fino a che punto possono spingersi? Nell’epoca di comunicazioni globali i trasporti sono come il sistema circolatorio per
l’uomo. Bloccare i trasporti è molto più che una protesta Sindacale o politica. Al Governo ebbi la responsabilità del Tavolo dei Trasportatori, il tavolo più difficile in assoluto come sanno bene Prodi e Enrico Letta che non riuscirono ad evitare il blocco dei tir del dicembre 2007. Un blocco che fece perdere al nostro Paese ben 4 miliardi di produzione. Senza dimenticare lo sciopero dei camionisti che portò al golpe cileno di Pinochet. Nei miei anni di governo durante la crisi economica più pesante l’Italia fu l’unico Paese in Europa a non avere il blocco dei tir. Me lo riconobbe al Senato anche la opposizione. Le proteste per la Palestina l’altro sera hanno portato al blocco del Frejus l’unico traforo aperto perché quello del Bianco è chiuso per manutenzione. Contemporaneamente venivano bloccati alcuni porti e aeroporti. Nella economia moderna il funzionamento del sistema dei trasporti è vitale. Bloccando i trasporti si bloccano le medicine, generi alimentari e quant’altro.  Chi ne paga le conseguenze? I più deboli , il lavoro , le entrate fiscali dalle quali dipendono le risorse per la Sanità e la Scuola.
Le Manifestazioni  debbono essere libere ma non possono danneggiare la Comunità e soprattutto la parte più debole. La protesta sarebbe tanto più convincente senza atti di violenza e di blocco . La libertà di manifestazione concede al popolo come il voto libero la più alta possibilità di espressione delle proprie posizioni. Chiedo ai giuristi se il divieto a bloccare i trasporti e gli snodi infrastrutturali delle reti di trasporto non possa essere inserito nella Costituzione.

Mino GIACHINO già sottosegretario ai trasporti