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Exilles, Valle (Pd): “Intesa per la gestione pluriennale”

Il vice Presidente del Consiglio regionale Daniele Valle: “Regione Piemonte e ministero della Cultura garantiscano il futuro del Forte e diano certezze ai lavoratori. “

 

 «La fruizione estiva del Forte di Exilles (dal 2019 di proprietà della Regione Piemonte) richiede una programmazione pluriennale che coinvolga personale stabilizzato per la gestione e l’organizzazione di eventi e attività a carattere turistico-culturale. La scorsa estate si è aperto solo il 3 agosto e chiuso l’11 settembre, con tardiva e scarsa promozione degli eventi. Questa situazione di incertezza crea preoccupazione sul futuro del Forte e dei lavoratori. Per questo ho richiamato l’attenzione dell’assessora alla Cultura Vittoria Poggio su questa situazione, chiedendo di sapere, con un’apposita Interrogazione, a che punto sia la preparazione della gara per la gestione e valorizzazione del Forte di Exilles e la programmazione delle aperture rispetto all’annualità 2023 e come si intenda procedere all’organizzazione del personale addetto per la stagione estiva degli eventi. L’assessora Poggio ci ha risposto che agli inizi di febbraio è prevista una riunione alla presenza del Segretariato regionale del Ministero della Cultura per affrontare i vari temi. Attendiamo fiduciosi l’esito di tale incontro, e riteniamo molto importante il fatto che la Regione Piemonte sia consapevole della necessità di una strategia di sviluppo e valorizzazione del Forte di Exilles a medio e lungo termine. E lo strumento più appropriato per rendere più attrattivo il Forte, garantendo stabilità e certezze ai lavoratori, è quello di una convenzione per la gestione pluriennale. Auspichiamo che quanto prima si possa arrivare a questo risultato. Seguiremo con attenzione l’evolversi della situazione anche con future Interrogazioni in Consiglio regionale».

Cattolici, crescono gli appelli. Ma serve più unità

L’iniziativa promossa da Pier Luigi Castagnetti tempo fa all’Istituto Sturzo a Roma ha avuto indubbiamente il merito di innescare un forte dibattito attorno al ruolo, alla funzione e alla stessa ‘mission’ dei cattolici popolari e sociali nella cittadella politica italiana.

Un confronto politico e
culturale e un’onda mediatica che sono andati ben oltre la costruzione di una micro corrente
all’interno del Pd a sostegno di qualche candidato alla segreteria nazionale del partito. Al
contrario, il mondo e l’area Popolare, almeno questa è l’opinione della stragrande maggioranza di
chi si riconosce in quest’area culturale, sente oggi il bisogno e la necessità di ritornare ad essere
protagonisti, pur senza alcuna presunzione od arroganza. Si è chiusa, cioè, al netto di chi
continua a ripararsi in qualche partito in cambio di una manciata di seggi parlamentari, la fase di
una presenza politica puramente ornamentale e di contorno. Per dirla con un riferimento politico e
storico autorevole e di qualità, l’esperienza dei ‘cattolici indipendenti di sinistra’ è giunta al
capolinea, almeno per il momento. Si apre, cioè, un nuovo cammino e una nuova stagione per
una cultura politica che storicamente ha caratterizzato il cammino della democrazia italiana dal
secondo dopoguerra in poi.

Ed è proprio lungo questo solco che si inserisce un tema curioso che campeggia in questi ultimi
tempi nel dibattito politico del nostro paese. E cioè, si moltiplicano gli ‘appelli’ dei vertici di alcuni
partiti ai cattolici, o meglio ai Popolari, per qualificare e per arricchire il progetto politico
complessivo dei rispettivi partiti. Un aspetto sicuramente importante ed incoraggiante non solo
per il riconoscimento della qualità, dell’autorevolezza e della modernità di questo filone ideale ma
anche, e soprattutto, per il ruolo politico che può ancora giocare nella concreta dialettica politica
italiana. Certo, ad oggi non è ancora praticabile, e soprattutto realistica, l’idea di dar vita ad un
partito politico organizzato ed autonomo che sia in grado di replicare, seppur in chiave aggiornata
e rivista, le esperienze di un passato recente e meno recente. Ma è altrettanto indubbio che, e non
solo per gli ‘appelli’ rivolti ai cattolici e ai Popolari, cresce la domanda per una rinnovata presenza
politica ed istituzionale. Il tutto, però, deve avvenire ad una condizione ben precisa. Ovvero, non è
più credibile, almeno questa è l’opinione maggioritaria e ricorrente, garantire una presenza di solo
potere all’interno dei partiti esistenti o limitarsi, ancor peggio, a giocare un ruolo del tutto laterale
e periferico ai fini della costruzione del progetto politico dei partiti di riferimento. E quindi ‘no’ ai
partiti schiettamente e rigorosamente “personali” e ‘no’ ai partiti che hanno una ‘mission’ politica,
del tutto legittima, ma radicalmente estranea ed esterna alle domande, alla cultura, all’esperienza
e alla storia dei cattolici popolari e sociali.

Ecco perchè, se da un lato è importante che si moltiplichino gli ‘appelli’, anche se un po’ vaghi, ai
cattolici e ai Popolari affinchè siano più presenti in alcuni partiti, dall’altro è consigliabile che
questa cultura e questa storia – cioè gli uomini e le donne che continuano a riconoscersi in questo
patrimonio di idee e di valori – siano il più uniti possibile. E questo non in chiave nostalgica ma per
riaffermare in modo più forte e più convincente le ‘ragioni’ politiche, culturali e programmatici dei
cattolici popolari e dei cattolici sociali nel nostro paese.

Giorgio Merlo

Il Popolo della Famiglia appoggia la decisione della Diocesi di Ivrea

Cristina Zaccanti (PdF) «La scuola paritaria è una risorsa educativa che deve essere valorizzata per quello che è, non impunemente attaccata»

Persino l’Unione Atei Agnostici e Razionalisti non può non ammettere che il ragionamento della Curia di Ivrea non fa una grinza. Se la scuola è cattolica, se è proprietà della Diocesi, se la cooperativa laica ne utilizza i locali per vent’anni senza spendere un euro, perché l’Istituto Santissima Annunziata, prestigiosa scuola del Canavese, non dovrebbe garantire la formazione cattolica che le famiglie hanno scelto all’atto dell’iscrizione?

Il primo cittadino, la Curia, persino l’avvocatessa atea hanno smorzato un attacco ideologico, uno dei tanti che, frutto dell’arroganza laicista del politicamente corretto, può solo spegnersi in un nulla di fatto. Non si trascuri il fatto che senza le paritarie la scuola pubblica statale si troverebbe in ulteriori serie difficoltà.

Ambrogio (Fdi): “Sciopero benzinai irrazionale, ma ascoltare Faib”

“Il presidio di Faib-Confesercenti davanti alla prefettura di Torino, all’interno di uno sciopero nazionale che, di converso, continuo a considerare irrazionale e immotivato, offre un pacato e condivisibile punto di partenza per un confronto costruttivo in materia”.
“Non comprendo lo sciopero, perché il dl carburanti non accusa nessuno e tenta, semplicemente, di individuare strumenti per combattere la speculazione, ma comprendo benissimo la necessità di instaurare e sostenere un’azione di ristrutturazione, ammodernamento e riqualificazione della rete, rispondente alle nuove dinamiche legate all’elettrificazione del parco auto circolante”.
“I fatti recenti, con i prezzi che, nelle ore antecedenti lo sciopero, sono schizzati verso l’alto, confermano la bontà di un provvedimento che farà emergere le poche realtà torbide e tutelerà la stragrande maggioranza di gestori, rispettosi delle regole e delle normali dinamiche di mercato. E, chiaramente, gli automobilisti”. Ad affermarlo Paola Ambrogio, Senatrice di Fratelli d’Italia e Consigliere comunale di Torino.

Strategia sul tessile, Tovaglieri (Lega): “più controlli su importazioni extra UE”

Negli emendamenti alla Strategia europea sul tessile annunciati più controlli sulle importazioni extra UE, maggiori informazioni ai consumatori e difesa dell’occupazione femminile.

«Occorre che l’Europa sostenga e rafforzi il proprio settore tessile, non solo perché strategico per la crescita economica, ma anche perché, in un mercato globale caratterizzato da una competizione sempre più aggressiva e senza regole, rappresenta un modello di rispetto dell’ambiente nelle fasi produttive e un esempio di come sia possibile coniugare la sostenibilità con la qualità».

Così l’eurodeputata Isabella Tovaglieri (Lega), membro della Commissione Industria del Parlamento europeo, intervenendo  alla sessione dedicata alla “Strategia UE sulla sostenibilità del tessile”, che segue come “relatrice ombra” per il gruppo Identità e Democrazia. 

Tovaglieri, che proprio di recente ha visitato le più importanti industrie tessili del Biellese e incontrato i rappresentanti del settore, durante il suo intervento ha annunciato che presenterà emendamenti alla Strategia sul tessile «che si focalizzeranno sulla tracciabilità e accessibilità delle informazioni per il consumatore e sulla sensibilizzazione ai costi ambientali e umani della fast fashion di bassa qualità. Insisteremo anche sulla necessità di effettuare maggiori controlli sulle importazioni extra-UE, di riportare in Europa le produzioni e di non gravare le piccole e medie imprese con nuove normative comunitarie, che aumentino oneri e burocrazia». 

Infine, come membro della Commissione Parità di genere, l’eurodeputata lombarda ha ricordato la preponderanza del lavoro femminile nel settore tessile e moda. «Tutelare il tessile europeo – ha concluso Tovaglieri – significa quindi sostenere le donne che lavorano a tutti i livelli della filiera come imprenditrici, dirigenti, tecniche e operaie». 

Ernesto Schiaparelli, Fissolo: la storia che dobbiamo tutelare

Figura decisiva per gli studi egittologici, a Ernesto Schiaparelli è intitolato un giardino la cui manutenzione scarseggia da anni; il risultato è un luogo degradato che merita più attenzione e interventi.

Quindi, una mia interpellanza per chiedere una maggiore attenzione al nome di un personaggio che ha dato, sul piano culturale e filantropico, un contributo di grande valore alla Città di Torino e allo Stato Italiano.

Se da molto tempo Torino è fiore all’occhiello per l’egittologia, con il Museo Egizio che continua il suo eccellente percorso, non dobbiamo dimenticarci di chi, in passato, ha contribuito in maniera decisiva al patrimonio culturale dello stesso Museo, portando reperti per circa tre quarti della sua attuale collezione.
Ernesto Schiaparelli è stato uno dei massimi egittologi a livello internazionale e a lui, nel 2017, su richiesta dell’Accademia delle Scienze di Torino, la Città ha intitolato un giardino compreso tra le vie Macerata, Dronero, Caserta e Savigliano, nella circoscrizione 4.
Purtroppo le attuali condizioni di degrado e incuria in cui versa il giardino stridono con l’importanza di tale contributo e con il profilo di tale personaggio.
Il conteggio delle situazioni a cui porre attenzione, in così pochi metri quadri, è impietoso: elettrosaldature raffazzonate per accedere a dei box inutilizzati da anni, sporcizia accumulata sui vani scale, la statua centrale vandalizzata da scritte spray e mai ripulita, finti alberi pensati per essere strutture di sostegno per piante rampicanti, in modo da accogliere con la loro ombra chi avesse voluto sedersi sulle panchine, ma su cui nessuno si è mai preoccupato di aggiungere l’elemento primario, il verde.
Questa situazione di degrado riduce la fruibilità del giardino per tutta la cittadinanza ma in particolar modo per gli alunni e le alunne della Scuola di Infanzia “Bovetti” che potrebbero, invece, trascorrere qualche ora all’aperto in un giardino pubblico intitolato a una figura così prestigiosa.
Come Città di Torino possiamo e dobbiamo fare di più. Con la mia interpellanza ho chiesto se siano previsti interventi tali da riportare il giardino in condizioni adeguate al prestigio dello studioso e benefattore che si vuole ricordare e onorare e se sia prevista la calendarizzazione dell’inaugurazione di questa area verde.

Breve biografia di Ernesto Schiaparelli:
Laureatosi in Lettere a Torino e specializzatosi all’Ecole pratique des hautes études della Sorbona, dopo aver diretto la sezione egizia del Museo archeologico di Firenze dal 1881 al 1893, nel 1908 fu nominato soprintendente agli Scavi del Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria. Dal 1894 al 1928 fu direttore del Museo delle Antichità di Torino e diresse la Missione Archeologica Italiana (M.A.I.) per diciassette anni fino al 1920. Attraverso dodici campagne di scavo in Egitto ha permesso di portare a Torino oltre 20.000 reperti di eccezionale valore scientifico e museale, provenienti dai siti di Eliopoli, Giza, Ashmunein, Assiut, Hammamia, Quau el Khebir, Deir el Medina, Valle delle Regine e Assuan. In questo modo, furono colmate numerose lacune della collezione Drovetti, che costituiva, in precedenza, il più importante nucleo di reperti della collezione torinese. Tra le sue scoperte merita di essere segnalata la tomba dell’architetto Kha e della consorte Merit, il cui ricco corredo, conservato intatto, rappresenta una delle maggiori attrazioni del Museo Egizio. Un’altra scoperta di rilievo avvenne nel 1904 con il ritrovamento della tomba della regina Nefertari, moglie di Ramesses II, che conservava quasi intatta la decorazione interna. È stato anche presidente della Commissione archeologica italiana in Egitto. Fu autore di numerose pubblicazioni, tra le quali “Del sentimento religioso degli antichi egiziani secondo i monumenti” e “Il libro dei funerali degli antichi egiziani”. Dal 1924 al 1928 fu Senatore del Regno d’Italia. Nel 1886 fondò l’Associazione Nazionale per Soccorrere i Missionari Italiani (A.N.S.M.I.), ancora operante nel campo della gestione con personale religioso di case di riposo, orfanotrofi, scuole e ospedali in molte nazioni europee; Ernesto Schiaparelli diede, insieme a Giulio Farina che ne continuò il lavoro dopo la sua morte, un contributo essenziale al patrimonio culturale del Museo Egizio, portando reperti per circa tre quarti dell’attuale collezione del Museo.

Simone Fissolo
Capogruppo dei Moderati
Comune di Torino

Ambrogio (Fdi): “Movida fuori controllo”

“Nell’augurare una pronta e completa guarigione allo studente universitario colpito da una bicicletta, gettata dalla balconata dei Murazzi, torniamo, con forza e crescente sdegno, a denunciare una situazione, quella legata alla movida torinese, ormai completamente fuori controllo”. Così Paola Ambrogio, Senatrice di Fratelli d’Italia e Consigliere Comunale di Torino, che aggiunge: “Il Sindaco Lo Russo, invece di presidiare il territorio con una massiccia e deterrente presenza di agenti della polizia locale, rimane a guardare e fantastica sul Sindaco della Notte, senza che nessuno ne abbia mai compreso funzioni e mezzi”.
“Lo Russo, eletto per fare il Sindaco h24 e non solo nelle ore diurne, affronti la ‘malamovida’ e potenzi le forze che ha a disposizione, controllando e presidiando le zone dei locali per garantire una civile convivenza e un divertimento sano e rispettoso”.

 

I parlamentari Verdi Sinistra hanno assunto la tutela politica di un attivista nelle carceri iraniane

On. Marco Grimaldi (Verdi Sinistra):

I crimini e la repressione violenta non ci possono lasciare indifferenti.

Insisteremo a chiedere un impegno chiaro per salvare esseri umani dal boia. 


“Sono migliaia i giovani e le donne che in Iran nel corso degli ultimi mesi sono scesi in piazza e si ritrovano ora nelle carceri.  Per alcuni di loro  incarcerati e a rischio di esecuzione,  Alleanza Verdi-Sinistra, così come per  altri  casi molti altri parlamentari italiani di ogni orientamento politico lo stanno facendo, ha assunto il patrocinio politico.
Tutti i deputati e senatori dei nostri gruppi parlamentari  in queste giorni hanno inviato o stanno inviando una lettera all’ambasciatore dell’Iran in Italia per chiedere notizie e assumere la tutela politica di un singolo attivista.”
Lo scrive su Facebook Marco Grimaldi dell’Alleanza Verdi Sinistra.
 

“Uccisioni illegali a seguito dell’uso ingiustificato della forza, arresti arbitrari di massa, sparizioni forzate, torture, condanne a lunghe pene detentive o a morte  – prosegue l’esponente rossoverde – a seguito di processi in cui gli “imputati” sono privati di avvocati di propria scelta, della presunzione di innocenza, del diritto al silenzio, di un processo pubblico: sono crimini che non possono lasciarci indifferenti.”

“Come parlamentari di Alleanza Verdi Sinistra faremo di tutto – conclude Grimaldi – per acquisire informazioni da Teheran e continueremo a chiedere all’Ambasciatore risposte precise e un impegno chiaro per salvare queste vite.”

Italia Lib Pop: vallate piemontesi volano per lo sviluppo

In un’epoca in cui, a causa del cambiamento climatico, l’economia basata sugli impianti di risalita risulta essere sempre più precaria, nelle vallate montane è necessario attingere a tutte quelle iniziative che ne possono riqualificare il territorio, facendolo crescere e rendendolo nuovamente attivo, attuale e vivibile.

“Il lockdown provocato dal Covid ha portato alla riscoperta della montagna: una delle regioni climatiche più tipiche della nostra Regione. Una realtà che con il tempo ha cambiato la propria prospettiva economica a favore dell’urbanizzazione. Eppure la montagna può e deve ancora essere non solo un’alternativa, ma un sistema profit autoreferenziato e autonomo che crei sviluppo economico, occupazione, qualità della vita, oltre a proteggere e divulgare le tipicità dei territori”, così Alberto BuscaResponsabile Regionale Patrimonio Storico e Culturale di Italia Liberale e Popolare Piemonte, commenta la proposta dell’Associazione per la tutela e la riqualificazione dei territori montani.
Le località sciistiche, dove le alte temperature accorciano sempre più le stagioni e dove, spesso, diventa difficile usufruire anche dell’innevamento artificiale, possono trovare nuovi sbocchi economici tramite progetti territoriali che coinvolgano anche i comuni delle Valli, trovando valide alternative all’economia sempre più precaria legata ai soli impianti di risalita.
“Se lo sci non è praticabile, intervenga la cultura, si faccia avanti l’idea di un comprensorio sportivo innovativo, coinvolgente, al passo coi tempi. Ciaspole, maneggi, itinerari storici, strade enogastronomiche, alberghi diffusi, musei etnografici, sono tutte iniziative in grado di dare nuova linfa alle nostre vallate, ricche di peculiarità e storia che troppo spesso vengono banalizzate e non utilizzate come opportunità di crescita economica e sociale“, aggiunge Busca.
La montagna come attrattiva di investimenti  alternativi, profittevoli e sostenibili anche economicamente. Uno scenario non sono agropastorale che ripopoli le borgate, ma che le renda a loro volta attrattive: creazione di percorsi ecomuseali ed enogastronomici alla scoperta della storia e delle tipicità locali, creazione di Laboratori Universitari a partire da Agraria, Veterinaria ed Architettura per la riscoperta, la tutela e la divulgazione del patrimonio storico dei territori, infrastrutture turistiche che associno storia del territorio e servizi all’altezza del turismo contemporaneo, sponsorizzazione ed attività mediatica in grado di raggiungere turisti ed operatori su scala nazionale ed internazionale.
Burocrazia e cecità negli investimenti saranno i primi ostacoli da abbattere per velocizzare un processo che coinvolga produzione e turismo: Sindaci, Comunità Montane, Pro Loco, Associazioni Culturali e Imprenditori dovranno necessariamente creare un tavolo comune che analizzi nello specifico le possibilità di investimento, mantenendo prioritaria la salvaguardia dell’ecosistema e la sicurezza idrogeologica, sviluppando progetti che consentano un ripopolamento delle borgate ed una loro riqualificazione sociale ed economica”, conclude Busca.
Il Piemonte è ricco di attrattive e potenzialità territoriali ad oggi sotto utilizzate. Le possibilità per interi territori di trovare una nuova via economica e di miglioramento della qualità della vita sono notevoli: la riscoperta dei territori e delle loro peculiarità attraverso progetti di rete, può essere un importante volano per l’economia locale, anche su scala nazionale.
“La storia locale, le produzioni tipiche, la cultura del territorio, spesso non vengono utilizzate come potenzialità e valore aggiunto per progetti di sviluppo territoriale che possano creare una nuova economia locale, facendo da volano ad un processo di crescita dei territori. Un patrimonio che, se fruttato a dovere, potrebbe risultare il veicolo principe per territori che negli anni si sono desertificati dal punto di vista economico ed abitativo”, così Claudio DesiròSegretario di Italia Liberale e Popolare.
I Comuni delle Valli Piemontesi sono spesso di piccole dimensioni e solo facendo rete, sviluppando progetti che incidano su interi comprensori, possono trovare le condizioni necessarie allo sviluppo di nuovi sbocchi economici a partire dalle singole potenzialità e tipicità.
“La nostra Associazione, che mette i territori al primo posto come punto di partenza per la ripresa del nostro Paese, si sta attivando per essere il mezzo tramite il quale le diverse istituzioni locali, il mondo associativo e l’imprenditoria possano dialogare per sviluppare progetti locali specifici, in grado di dare una nuova vita a territori che riteniamo essere fondamentali per la storia ed il futuro di tutto il Piemonte“, conclude Desirò.

Merlo: “Olimpiadi 2026, dopo l’Oval risolviamo definitivamente il post olimpico di Pragelato e di Cesana”

“Finalmente inizia a farsi largo la tesi che anche per i grandi eventi, nello specifico le Olimpiadi di Milano/Cortina del 2026, non si possono più disperdere ingenti risorse pubbliche per la costruzione di nuovi impianti che poi rischiano di diventare, come si suol dire, ‘cattedrali nel deserto’. Se il pattinaggio di velocità sarà traferito a Torino non potrà che essere una notizia estremamente positiva ed incoraggiante per Torino e per l’intero Piemonte. Ma, al riguardo, si rende sempre più indispensabile risolvere anche e definitivamente il post olimpico. Cioè gli impianti del trampolino di Pragelato e il bob di Cesana. E non penso solo ed esclusivamente al recupero per le Olimpiadi del 2026 dei rispettivi impianti ma anche, e soprattutto, allo smantellamento e alla riconversione dei siti accogliendo i progetti delle rispettive Amministrazioni Comunali se quelle discipline sportive saranno svolte altrove.
Progetti, come ovvio, che vanno condivisi con la Regione Piemonte e la Città Metropolitana e che richiedono, però, adesso di essere affrontati seriamente.
E questo non solo per sciogliere definitivamente un nodo ormai endemico e frutto dell’eredità di Torino 2006 ma anche per rilanciare quei territori e la loro vocazione turistica, sportiva e paesaggistica”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale Anci