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Il Pd non è più un “partito plurale”

Come si suol dire in gergo, non tutto vien per nuocere. Il “nuovo Pd”, come lo definiscono i capi e i dirigenti delle infinite correnti di quel partito, finalmente punta a diventare il partito della sinistra italiana.

O meglio, il partito che si candida ad essere l’interprete esclusivo del tradizionale e
storico filone della sinistra italiana, ovvero la filiera del Pci/Pds/Ds. Certo, esiste la concorrenza
della “sinistra per caso”, interpretata egregiamente dalla versione populista e trasformista dei 5
stelle. Una minaccia insidiosa perchè non avendo una cultura politica definita alle spalle e un
progetto politico altrettanto chiaro, possono cavalcare qualunque spinta della società per marcare
la propria natura “progressista” e di “sinistra”. Per cui possono essere contemporaneamente
ecologisti, poi pacifisti, poi assistenzialisti, poi pauperisti e poi di nuovo il contrario di tutto a
seconda di ciò che si decide di cavalcare di volta in volta. Una minaccia, comunque sia,
indubbiamente pericolosa ai fini della rappresentanza di alcuni segmenti della società, come
hanno confermato le elezioni dello scorso 25 settembre e come confermano quotidianamente i
vari sondaggi sul peso dei rispettivi partiti.
Ma, per fermarsi alla storica sinistra italiana, è abbastanza evidente che si è chiusa
definitivamente una fase politica nella esperienza concreta del Partito democratico. Riflessione
che, del resto, viene ripetuta con insistenza da parte della stessa maggioranza dei dirigenti
dell’attuale Pd in questo periodo congressuale. Salvo, comprensibilmente, alcuni storici capi
corrente che hanno giocato tutte le parti in commedia in questi anni e che sono legati solo ed
esclusivamente dal collante del potere. Con la presenza infinita nelle aule parlamentari e nel
Governo.
L’elemento politico che, però, merita di essere richiamato ed approfondito è che il Partito
democratico chiude definitivamente, al di là della propaganda e delle dichiarazioni burocratiche e
di rito, la stagione del “partito plurale” che era stato disegnato e costruito con il “Manifesto dei
valori” stilato nel 2007 con il contributo fondamentale e determinante di autorevoli personalità
della politica e della cultura del nostro paese come Alfredo Reichlin e Pietro Scoppola. È di tutta
evidenza che l’obiettivo politico, condiviso questo sì da tutto il partito, di ricostruire e ridefinire
l’identità, il ruolo, la funzione e la “mission” della sinistra italiana nel nostro paese, fa del Pd un
partito – o il partito – della sinistra italiana al di là e al di fuori di qualsiasi altra finalità politica. E,
questo, è un elemento importante perchè contribuisce a ridare chiarezza alla stessa politica
italiana archiviando definitamente ed irreversibilmente quella “pluralità” che aveva caratterizzato la
concreta esperienza del Pd dalla segreteria di Veltroni in poi. E la ricostruzione della sinistra,
seguendo la filiera della cultura ex e post comunista del nostro paese, può dare un contributo
decisivo anche per la stessa correttezza e trasparenza della dialettica democratica
contemporanea. Certo, poi ci sono – del tutto legittimamente – delle sfumature all’interno del
campo della sinistra italiana. Da una interpretazione di “partito radicale di massa” interpretato con
coerenza e determinazione dalla candidata alla segreteria del partito Elly Schlein, per dira con
Luca Ricolfi, ad una interpretazione altrettanto coerente e trasparente della concezione di partito
post comunista interpretata da Bonaccini. Comunque sia, e al di là delle mille “sfumature di
rosso” presenti all’interno del pianeta della sinistra italiana, è evidente a tutti – tranne a chi
continua a beneficiare di ruoli di potere e di incarichi prestigiosi – che altre culture, come ad
esempio quella popolare e cattolico sociale, sono del tutto fuori luogo e fuori tempo in quel
campo politico. E la conferma arriva proprio dalla volontà di protagonismo che sale dalla base
della tradizione e della cultura del cattolicesimo popolare e sociale del nostro paese in questa
fase storica. Un protagonismo che non può più essere inglobato all’intero di partiti o movimenti
politici che hanno un’altra ragione sociale, che perseguono un altro progetto politico e che,
soprattutto, sono espressione di un’altra cultura politica. Per questi semplici motivi, il ritorno della
sinistra italiana- semprechè si avveri nella coerenza del suo progetto politico e di governo – può
finalmente innescare un meccanismo virtuoso anche per altre culture politiche che, come ovvio,
sono “radicalmente altro” rispetto alla tradizione del post comunismo nella storia politica italiana.
Giorgio Merlo

Occupazioni di ieri e di oggi

Non tutto ciò che luccica è oro. Ho letto che degli studenti dell Einstein lottavano per studiare, mi sono inorgoglito d’essermi diplomato in questo liceo. Il primo di Barriera, di periferia.

Mi informo ma, sembra, che le cose non stiano proprio così. Cerco di andare per ordine. Mi arriva un link di Potere al popolo. Già il nome è tutto un programma. Contrari al 41 bis e per la “liberazione”. Accusano il preside Marco Chiauzza di aver impedito l’occupazione della scuola. E bene che ha fatto. Conosco il preside da quasi 50 anni.  Persona degnissima e soprattutto democratica e con un curriculum politico di tutto rispetto.
Li ha cacciati, chiedendo l’intervento della DIGOS perché i capoccia degli eventuali occupanti non erano studenti del liceo.
Seconda fase, un altro gruppo di studenti occupa la scuola perché vuole studiare.
Il tutto avviene nella sede di via Bologna. Più mi raccontano più non ci capisco nulla. O perlomeno deduco che ha solo imperato il caos senza obbiettivi. Potevano fare diversamente? Noi nel 1976 lo abbiamo fatto, mi pare in modo decisamente logico e così non caotico. Sinteticamente cerco di spiegarmi. Contesto storico.
Il liceo Einstein era solo in via Pacini con oltre ottocento studenti. Per me e per molti di  noi era l’anno della maturità. Erano i primi anni dei decreti delegati. Gli studenti  eleggevano i propri rappresentanti. La sinistra la faceva da padrone, nel senso politico del termine.
Due le organizzazioni maggiormente rappresentative.  Avanguardia Operaia e Giovani Comunisti. Ed altre piccole frattaglie di estremisti. Inesistente la destra.
I primi volevano occupare la scuola contestando la bozza di riforma scolastica  ai vari livelli. Si riunì la cellula dei giovani comunisti ( di cui facevo parte) tutti contrari. A quel punto mi venne un’idea: e se trasformasssimo una protesta in una proposta? Detto fatto. Assemblea e tutti, o quasi tutti d’accordo.  Ora bisognava organizzarci in questo modo: mattina lezioni tradizionali ed al pomeriggio lezioni alternative. Ovviamente sia le lezioni tradizionali come quelle alternative erano fatte da insegnanti. Dunque il primo incontro con i sindacati confederali degli insegnanti.
Poi la rassicurazione al Preside che avremmo vigilato contro il vandalismo. Terzo, elezioni di un comitato che sovraidendeva tutto con relativi resposabili. Organizzammo una piccola e spartana mensa e il servizio d’ordine. In sintesi tutti in classe e solo svolgendo specifici lavori si poteva stare nei corridoi. Incredibile no? Si contestava ordinatamente. Vero che vennero i poliziotti ma non per reprimere. Erano poliziotti che quasi segretamente organizzavano il sindacato di polizia. Allora non era possibile perché la polizia era un corpo militare.
Con alcuni di quei poliziotti ci ritrovammo anni dopo sulla stessa barricata contro terroristi di destra come di sinistra. Avevamo deciso che il tutto sarebbe durato una settimana. Poi saremmo tornati alla normalità. Anche perché gli esami di maturità erano incombenti. Ottenendo poco o nulla.
Quel poco, in quel mentre fu tutto.  Si poteva fare qualcosa di diverso. Anni in cui la fiducia nel cambiamento era totale. Non tutto fu perfetto visto che la vita, in molti casi , è l’elogio all’imperfezione. Ci fu chi stette a casa,  ad esempio, nonostante potesse liberamente partecipare alle lezioni tradizionali. Ma si sa che la perfezione non è  di questa vita. Ovviamente la classe politica di allora come di oggi non fece nulla e nel non fare nulla ha peggiorato la situazione. Peccato, con miriadi di occasioni mancate. Ma qualcosa è cambiato, o ha cominciato a cambiare in noi. In noi e per noi e soprattutto per i nostri figli.
In questi mesi Sara (mia figlia) lo ha dimostrato.  Laureata a Roma ora fa la magistrale a Torino.  Novembre: dovrebbe rilaurearsi. In un esame ha preso 25.  Lo ha rifiutato e la seconda volta ha preso 23.
Aveva rifiutato il 25 perché le abbassava la media. Dunque? Lo ha rifatto per la terza volta prendendo 27. Direi decisamente grande. E io spero che quella nostra autogestione di quasi 50 anni fa abbia contributo alla sua attuale tenacia nello studiare. Ieri come oggi. E direi per sempre studiare.  Scusate, dimenticavo: sia Alice che Sara hanno studiato al liceo Scientifico Albert Einstein. Quello di Barriera che è diventato caput mundi. Almeno per la famiglia Tosetto.

PATRIZIO TOSETTO

“Costruiamo il Terzo Polo a Chieri”

Sabato 4 febbraio a Chieri, in Via Vittorio Emanuele II 10 dalle 15 alle 19, abbiamo programmato il primo banchetto del 2023 del Terzo Polo in città. 

Dal 2019 siamo presenti e attivi per far crescere il territorio del Chierese-Carmagnolese.
Il 10,93% delle preferenze a Chieri, alle ultime elezioni politiche del 25 settembre 2022, rappresenta un’ottima base di partenza.
Invitiamo tutti i cittadini interessati al progetto a venirci a trovare al gazebo e a scrivere all’indirizzo mail: terzopolo.chieri@gmail.com.
Costruiamo insieme il Terzo Polo a Chieri!

 

Pier Antonio Pasquero
Coordinatore Italia Viva del Chierese e Carmagnolese

Autonomia, Ravetti (PD) “Solo propaganda a favore della Lega in vista delle elezioni lombarde”

<Il provvedimento del Consiglio dei Ministri sull’autonomia regionale differenziata è una scatola vuota che rimanda i contenuti al dibattito parlamentare. La questione sarà seria quando si discuterà di livelli essenziali delle prestazioni e di allocazione delle risorse. – commenta Domenico Ravetti, consigliere regionale PD e vice presidente della Commissione regionale che si occupa dalla materia.

<Ho già detto che non ho un approccio ideologico al tema e che non serve a niente un dibattito superficiale – aggiunge il consigliere dem – Non voglio un’Italia a più velocità ma nemmeno questo stato delle cose dove di fatto, per esempio, in tema di qualità dei servizi socio sanitari, il Paese mostra differenze evidentissime. Il sud è ora che è in svantaggio rispetto al nord>.

<Siccome la propaganda fa gioco alla destra chiedo per l’ennesima volta un confronto serio al presidente della Giunta regionale in Commissione o in Aula> conclude Ravetti.

Cirio e Lo Russo in missione a Roma da Crosetto e Tajani

Missione congiunta di Regione Piemonte e Comune di Torino oggi a Roma, per una giornata di importanti incontri e confronti con il Governo.

Il presidente Alberto Cirio e il sindaco Stefano Lo Russo hanno incontrato il ministro della Difesa Guido Crosetto per un aggiornamento sul Distretto Aerospaziale piemontese e, in particolare, sugli sviluppi legati alla Città dell’Aerospazio, uno dei progetti bandiera del Piemonte sul Pnrr. Entro l’anno in corso Marche partiranno ufficialmente i lavori, con la posa della prima pietra per i laboratori universitari del Politecnico e la Casa delle Imprese, realizzata in sinergia con la Camera di commercio di Torino. Un progetto di grande potenzialità per un settore strategico, in cui il Piemonte rappresenta una eccellenza internazionale.
Lo testimonia il radicamento di una realtà leader come Leonardo, che ha già espresso la volontà di confermare e rafforzare la propria presenza a Torino, inserendo la riqualificazione del proprio sito industriale nel quadro della Città dell’Aerospazio, consolidata con la presenza di un nuovo Centro Direzionale.
L’incontro è stato anche l’occasione per invitare ufficialmente il ministro Crosetto agli Aerospace & Defence Meetings, la più grande convention italiana dedicata al settore e tra le più importanti a livello internazionale, che si svolgerà a fine novembre sotto la Mole. Il Ministro ha accettato l’invito a partecipare.

Presidente e Sindaco hanno inoltre incontrato il vicepremier e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Antonio Tajani, per approfondire la disponibilità al consolidamento e potenziamento della presenza e del ruolo dell’ONU a Torino, espressa dal Capo di Gabinetto del Segretario generale delle Nazioni Unite durante la recente missione di Regione e Comune a New York.
Si è inoltre fatto il punto sulla candidatura per l’Autorità europea Antiriciclaggio: il Piemonte sta implementando il proprio dossier che nelle prossime settimane verrà depositato formalmente presso il Governo, in vista della decisione da parte di Bruxelles, attesa presumibilmente entro la prima metà del 2023.

Altro incontro importante di oggi quello con il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, con il quale si è invece discusso dei temi legati al personale della pubblica amministrazione, con riferimento, in particolare, alla difficile situazione connessa alla carenza di segretari comunali e aspetti operativi collegati al Pnrr. Gli enti locali hanno bisogno di personale e professionalità formate per la gestione efficiente delle risorse in arrivo dall’Europa. Un aspetto fondamentale per il buon uso di questi fondi, di cui il Ministro è consapevole e su cui si è reso disponibile a dare il proprio supporto.

«È stata una giornata intensa e operativa in linea con il pragmatismo sabaudo tipico della nostra terra – sottolinea il presidente della Regione Cirio -. Ringrazio i Ministri per il tempo e l’attenzione che ci hanno dedicato. Per me toccare con mano la disponibilità di un governo attento ad ascoltarci è motivo di fiducia. I problemi sono tanti, ne siamo consapevoli, ma uno per volta e lavorando insieme faremo in modo di affrontarli».

«Come sindaco della Città di Torino e dell’area metropolitana, nella giornata di oggi, ho condiviso con i Ministri Zangrillo, Tajani e Crosetto alcuni dei dossier più rilevanti – aggiunge il sindaco Lo Russo, che in giornata ha avuto anche l’occasione di recarsi all’Anci -. Un passaggio come sempre utilissimo – evidenzia – per il confronto costante sui temi dell’amministrazione del territorio, fondamentale per portare avanti il lavoro quotidiano. Gli enti locali hanno tante sfide di fronte, tra le quali la straordinaria opportunità rappresentata dall’attuazione del PNRR: un piano il cui successo richiede dialogo e confronto nei territori e con i Ministeri. Serve una visione costruttiva per il bene comune. Solo così raggiungeremo gli obiettivi che ci siamo posti per migliorare i servizi e tutta l’area torinese».

Dalla politica alla Juve non ci resta che piangere

Ci mancavano anche gli anarchici e abbiamo fatto il pieno. Sarebbe più opportuno chiamarli anarcoidi, visto che poco si addicono alla figura di Giuseppe Pinelli o di Pietro Valpreda.

 

Loro si’ veramente vittime del sistema. Questi anarcoidi ricompaiono ciclicamente dal no Tav alla “liberazione” dei prigionieri politici.
Per loro basta sparare a cose e persone. Mettere bombe, incendiare sono atti politici contro una società ingiusta. Dunque assoluzione piena. Gongola la destra estrema paragonando per i 41 bis sia i mafiosi che i terroristi anarcoidi. Grande minestrone ed il gioco del confondere le acque è fatto.
Che pochezza. E intanto la Giorgia Meloni gira il mondo in cerca di gas per riscaldarci e notorietà e consenso. Indubbiamente è brava. Passerà sicuramente alla Storia.
Fosse  solo per la sua repentina conversione sulla via di Damasco. Ma come si diceva una volta acqua vecchia non macina più. Invece Salvini se ne inventa una al giorno per stare in palla.
Ora rivuole il federalismo. Già proprio così. Al sud non ha sfondato e ritorna ai vecchi amori.
Federalismo, federalismo… tanto non se ne farà nulla, come al solito. Berlusca si agita.
Mi raccomando, piano, piano, ha una certa età. E questa opposizione? Come diceva Totò: siamo vincoli o sparpagliati? Sono sparpagliati. Il Pd ci riprova con il congresso. Questa domenica prima tornata per gli iscritti. I primi due si contenderanno il 28 la leadership. Se ho capito bene tutti potranno votare. Ballottaggio previsto tra Bonaccini e la Schlein. Concretamente chi vuole un pd di centro voterà Bonaccini. Chi vuole un Pd amico dei cinquestelle voterà Schlein.
Poi semplicemente il pd sceglie di non scegliere. Un partito dovrebbe indicare che cosa vorrebbe essere. Ma si sa che sono cose che appartengono al passato. Pazienza, ma magari mi sbaglio. Intanto Valle è candidato ad essere candidato per il Pd alle regionali. Altro passaggio: può vincere se fa l’accordo con I cinquestelle. E qui la vedo più dura. Un altro che si dà da fare è l’amatissimo Sindaco Lo Russo.  Ma, di fatto, è dura, durissima. Sintesi: finché  non arrivano copiosi i soldi del Mef, solo cose di pessimo  gusto. Torino langue ha un po’ . Poche novità in proposito. Dunque che fare? Non ci resta che piangere aspettando quel giorno che non arriva , e forse non arriverà mai.
Persino la Juve è allo sfascio più totale, sia sportivamente parlando, sia societariamente parlando. Non c è più  l’Avvocato Gianni Agnelli. Tutti gli Agnelli ed affini sono cittadini del Mondo e poche volte si trovano , appunto, nella nostra città. Verrebbe da dire quando c’era Lui ( l Avvocato, s’intende).
Ma anche lui più che un Santo , nel senso compiuto della parola, era uno che sapeva fare i suoi affari di famiglia. E , direi casualmente,  Torino ci finiva in mezzo.
Ma almeno qualche briciola gli cadeva dalle tasche. Ora per Torino manco più queste.
Pure la Juve è figlia di un passato che non tornerà mai più. Sottolineando il mai.

PATRIZIO TOSETTO

Ong, Grimaldi (Verdi Sinistra): Il Governo chieda scusa e ritiri il decreto

Costituzione, diritto europeo e diritto del mare sono dalla parte di chi presta soccorso.

“Finalmente è arrivata dal Consiglio d’Europa una parola di verità e di senso in questo mare di bugie e atti sconsiderati. È il momento che il Governo diventi ‘grande’: chieda scusa e ritiri il decreto sulle Ong. Secondo la Presidente Meloni avremmo cominciato a difendere i nostri confini dai trafficanti di essere umani; la verità è che chiedere alle navi di dirigersi immediatamente in Italia dopo ogni salvataggio è solo uno stratagemma per ritardare o impedire i soccorsi, e l’assegnazione di porti lontani è un ulteriore gesto punitivo per dissuadere e intimidire chi si impegna nel soccorso umanitario” – ha dichiarato in Aula il Vice-capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra, nel corso della discussione sulla conversione in legge del decreto legge n. 1 del 2023, contenente norme in materia di transito e sosta nelle acque territoriali delle navi di Organizzazioni non governative impegnate nelle operazioni di soccorso in mare.

“Non saranno certe operazioni scomposte a fermare il fenomeno migratorio, come non è la generosità di chi offre aiuto a suscitarlo. Sappiamo benissimo che ridurre la presenza di navi di soccorso non provoca una riduzione delle partenze, ma un numero ancora più alto di naufragi e di morti” – ha aggiunto Grimaldi. – “Sono convinto che nessun capitano ed equipaggio si farà intimidire. La Costituzione, il diritto marittimo internazionale, i diritti umani e il diritto europeo sono dalla loro parte. E anche noi lo siamo”.

PdF: “Patrocinio della Regione Piemonte all’Europride 2026? No, grazie”

Riceviamo e pubblichiamo
Lucianella Presta (PdF): “La Regione Piemonte, terra di santi sociali e custode della Sacra Sindone, dovrebbe stabilire come prioritari la valorizzazione delle proprie radici cristiane e il sostegno alla famiglia e alla natalità”
Concedere il patrocinio (con i conseguenti finanziamenti pubblici) ad una manifestazione che ostenta una propaganda contraria alla famiglia come la nostra Costituzione (art.29) riconosce comporta implicitamente la valorizzazione delle famiglie arcobaleno. Esse altro non sono, al massimo, che “unioni civili” che i bambini potranno ottenere solo attraverso pratiche di fecondazione artificiale, in primis utero in affitto, alimentando il business della vita mercificata.
Altro obiettivo della propaganda delle lobby omosessualiste è diffondere il “modello alias”, che viene proposto in molte scuole insieme ad altre iniziative gender. Tali iniziative, in corso in Italia dal 2008 e sempre più numerose e diffuse, mirano ad indurre i nostri bambini e giovani all’autodeterminazione del proprio sesso biologico decidendo di volta in volta in quale genere decidano di riconoscersi, il cosiddetto gender fluid.
“Occorre valorizzare le straordinarie attrattive turistiche che il nostro territorio offre grazie al patrimonio storico consolidato nei secoli di tradizione cattolica. Favorire la presenza dell’Europride comporterebbe il rischio del riprodursi di attacchi blasfemi alla nostra fede. Anche i cattolici sono cittadini piemontesi la cui sensibilità deve essere considerata e rispettata” aggiunge Presta.
 L’Europride 2026, se sostenuto dalla Regione Piemonte, confermerebbe pertanto l’orientamento della Giunta Cirio in una precisa direzione. Il PdF Piemonte invita il Governatore, il Consiglio e la Giunta regionale a valutare con lungimiranza e coerenza il bene della nostra regione.

Riforma elettorale, Accossato (LUV): Siamo contrari ad una proposta che aumenterebbe i costi della politica

“Riducendo la rappresentanza, incentiverebbe ulteriormente l’astensionismo”.

La maggioranza di centrodestra in Piemonte vuole approvare una nuova legge elettorale che aumenta le poltrone, aumenta i costi della politica ma diminuisce la rappresentanza e la democrazia. L’unica cosa su cui concordiamo pienamente è l’introduzione delle norme sulla parità di genere con la doppia preferenza.

Con una proposta di modifica dello Statuto regionale, il centrodestra vuole introdurre la figura del sottosegretario, figura che ad oggi non esiste in Regione Piemonte, arrivando a prevederne fino a 4.

Parallelamente, con una proposta di riforma della legge elettorale, primo firmatario il Consigliere Mosca della Lega, vogliono introdurre 8 consiglieri supplenti. Ad oggi 8 assessori su 11 sono obbligatoriamente interni al Consiglio, sono cioè contemporaneamente assessori e consiglieri, percependo un solo stipendio ovviamente, questo al fine di ridurre i costi della spesa pubblica. Con la nuova legge elettorale proposta dalla maggioranza di centrodestra, l’esercizio delle funzioni di assessore regionale diventa incompatibile con le funzioni di consigliere regionale, il consigliere che viene nominato assessore si deve dimettere ma non in modo definitivo, viene sostituito temporaneamente dal primo escluso della sua lista.

Sommando i 4 sottosegretari agli 8 consiglieri supplenti che voglio introdurre, si arriva a ben 12 posti in più per la maggioranza della prossima legislatura. Naturalmente il centrodestra fa questo mentre è sicuro di vincere le prossime elezioni che si terranno nel 2024.

Contemporaneamente vanno ad introdurre 2 soglie di sbarramento molto alte, al 4% per i partiti in coalizione e il 5% per i partiti che non si presentano in coalizione. Soglie molto alte, centinaia di migliaia di piemontesi vedrebbero il loro voto non rappresentato in Consiglio regionale. In un momento in cui l’astensione è già molto alta, si vanno ad introdurre meccanismi che minano la rappresentanza, diminuiscono la rappresentatività, erodono la democrazia.

Riassumendo, la proposta di legge elettorale, combinata alla revisione dello Statuto regionale, promossa dalla maggioranza di centrodestra in Piemonte è un brutto passo indietro per la democrazia. Noi ribadiamo il nostro no a queste proposte: aumentano le figure politiche, con costi aggiuntivi e maggiore squilibrio tra le forze in gioco tra maggioranza e minoranza, mettendo in discussione il rispetto del principio di rappresentanza delle minoranze. Qualunque esse siano, perché una legge elettorale si deve costruire a prescindere dall’essere maggioranza o minoranza del momento. L’unica proposta ragionevole, a poco più di un anno dal voto, è garantire la doppia preferenza di genere come richiesto dalla nostra proposta di legge.

Grimaldi (Verdi Sinistra) a Donzelli: dichiarazione di guerra e sabotaggio della Commissione antimafia

“Ci si è accorti di ciò che ha detto Donzelli? Ha suggerito che Cospito stia agendo come portavoce della mafia, ma soprattutto che abbia incontrato boss mafiosi al 41 bis. La cosa più grave, però, è che abbia detto a verbale che ‘non è l’unico incontro che ha avuto Cospito’, poiché ‘mentre parlava con i mafiosi… incontrava i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando che andavano a incoraggiarlo nella battaglia’.  Un’affermazione di una gravità inaudita. Fuori da quest’aula non avrebbe retto nemmeno lo scudo dell’insidacabilità del Parlamento” – dichiara il Vice-capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi.

“Presidente Meloni, che il portavoce del suo partito accusi chi sta chiedendo la revoca del carcere duro per Cospito di connivenza con la mafia e il terrorismo è una dichiarazione di guerra” – prosegue Grimaldi. – “Farlo nel giorno dell’istituzione della Commissione antimafia, senza poi chiedere scusa né smentire, ha tutta l’aria di un sabotaggio voluto”.