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Quando il partito (e la corrente) era una comunità

È inutile girarci attorno. I partiti del passato, e soprattutto alcune correnti della Democrazia Cristiana, non erano soltanto strumenti politici previsti dalla Costituzione, ma anche delle vere e proprie comunità.

Comunità umane innanzitutto. Cioè vere e proprie scuole di formazione, momenti di autentica amicizia tra i vari leader, militanti e simpatizzanti, luoghi dove si cresceva politicamente e culturalmente. Certo, luoghi anche di sano confronto e di duro scontro ma sempre riconducibili alla politica e al rispetto tra le persone e delle persone. Qualcuno potrebbe dire, e forse anche giustamente, che si tratta di un periodo ormai consegnato alla storia e che non sarà mai più riproponibile. C’è però un aspetto che non può essere facilmente eluso. E cioè, in quella lunga stagione – che coincide con l’intera prima repubblica e con l’inizio della cosiddetta seconda repubblica – i partiti, e le rispettive correnti al loro interno, coincidevano non solo con la militanza delle persone, il radicamento territoriale, la rappresentanza sociale e culturale ma erano anche momenti di crescita personale e comunitaria. Insomma, a prescindere che si facesse, o meno, politica per tutta la vita, si continuava a mantenere un ricordo straordinario per una esperienza che ti aveva segnato profondamente. A livello politico ed umano.
Ora, cosa centri tutto ciò – come afferma qualche sofisticato politologo – con la nostalgia o con la testa rivolta al passato resta un mistero. Quello che va evidenziato, semmai, è che oggi il confronto politico è sostanzialmente disciplinato da criteri e da metodi che sono semplicemente estranei ed esterni a tutto ciò che ha caratterizzato quella lunga stagione. E quindi sono altri i metodi, e i disvalori, che ne segnano il comportamento quotidiano. Si potrebbero sintetizzare con alcune parole d’ordine: fedeltà incondizionata al “capo”; partiti personali; inutilità cronica del dibattito e del confronto; correnti di mero potere senza alcuna rappresentatività sociale e culturale; leadership che si affermano e che si sciolgono come neve al sole; sottovalutazione e rinnegamento delle culture politiche e, in ultimo, aridità ed indifferenza alla volontà di dare anche un valore ed un rilievo umano ai rapporti politici all’interno dei partiti e delle rispettive correnti.
Certo, molte di queste degenerazioni sono anche il frutto e la conseguenza dell’irruzione della sub cultura del populismo grillino e di tutto ciò che ha caratterizzato quella malapianta politica. Ma è indubbio che la politica, al di là dello scorrere delle stagioni e del susseguirsi delle varie novità che la caratterizzano, non può rinunciare a delle specificità che conservano una bruciante attualità e una altrettanto e straordinaria modernità. Del resto, che cosa potrà mai nascere dalla concreta esperienza dei partiti personali, dall’azzeramento delle culture politiche o dal sostanziale abbandono del confronto politico se non una politica arida, disumana e finalizzata solo ed esclusivamente ai rapporti di potere? Appunto, rapporti tribali come a quelli a cui abbiamo assistito in queste ultime settimane in Parlamento dove gli insulti, le delegittimazioni morali, personali e politiche hanno il sopravvento su qualsiasi altra considerazione e criterio. Verrebbe da dire, usando una celebre affermazione di Mino Martinazzoli, il trionfo “del nulla della politica”.
Per questi semplici motivi, forse, è giunto il momento per iniziare ad invertire la rotta. Non per replicare il passato, come ovvio e scontato, ma per riscoprire quella “fondamenta” che rappresentano gli elementi costitutivi dell’agire politico anche nella società contemporanea.

Giorgio Merlo

Ambrogio (Fdi): Torino Musei senza direttore, silenzio assordante

 “INTERPELLANZA PER CHIARIMENTI NECESSARI”

Rimango sconcertata da come sia stata gestita la questione del demansionamento o, de facto,
commissariamento di Giovanni Carlo Federico Villa da direttore a figura “preposta alla direzione
scientifica” del museo di Palazzo Madama, a seguito di una condanna in primo grado.

La questione, vecchia di più di quattro mesi, è ormai nota da giorni e trovo molto grave che per
venirne a conoscenza ci sia voluta la penna di un giornalista e non la voce di un membro della
Fondazione Torino Musei o dell’Assessore della Giunta comunale, che controlla direttamente la
Fondazione stessa.

A questo punto, visto che il Comune continua a mantenere un inspiegabile silenzio, provvederò a
presentare un’interpellanza perchè si faccia chiarezza e si squarci il velo di reticenze e di misteri,
quando non di vera e propria omertà, che da più di quattro mesi copre la vicenda. L’Amministrazione
deve parlare perchè è chiamata ad adottare un comportamento trasparente; ciò che appare, invece, è
che si stia tentando di nascondere la polvere sotto il tappeto, ed è francamente inaccettabile”.

Così Paola Ambrogio Senatore di Fratelli d’Italia e Consigliere comunale di Torino

Spazio ai giovani nell’Amministrazione Comunale La proposta del consigliere Iannò

IL SINDACO DELLE NUOVE GENERAZIONI

 

Si dice che occorra dare spazio ai giovani e per farlo seriamente bisogna garantire la piena partecipazione degli stessi alla vita culturale, economica e sociale del Paese.

 

Senza le nuove generazioni, nessun progresso, sia di carattere economico, politico, sociale e culturale, potrà essere raggiunto senza la fondamentale partecipazione delle giovani e dei giovani.

 

E’ fondamentale inserire l’ottica dei “giovani” nelle diverse politiche dell’Ente, al fine di affrontare e prendere in carico problemi e bisogni dell’universo giovanile nella loro complessità e non per categorie di problemi e trovare strumenti nuovi per impostare una interlocuzione diretta con il mondo giovanile, atteso che è sempre meno possibile contare su una rappresentanza, soprattutto per i giovani.

 

“E’ pertanto necessario – sostiene Giuseppe Iannò firmatario della mozione – favorire la partecipazione alla vita amministrativa delle giovani generazioni, per valorizzare e far emergere il contributo che possono offrire, attraverso una nuova figura “il Sindaco delle nuove generazioni”.

 

Un ruolo rivolto ai giovani dai 15 ai 35 anni, individuato attraverso un bando, con un profilo di articolate competenze trasversali. Un compito che potrebbe essere svolto, attraverso la possibilità di istituire una Consulta delle nuove generazioni, al fine di favorire ulteriormente la partecipazione delle stesse alla vita culturale, sociale ed amministrativa della nostra Città, predisponendo un organismo che formuli proposte nell’ambito delle politiche giovanili e sappia ulteriormente alimentare cultura giovanile e promuovere la rielaborazione delle problematiche per il territorio.

Un nuovo modello nazionale di collaborazione e partecipazione nel governo della Città di Torino, con un nuovo punto di vista, quello dei giovani.

Giuseppe Ianno’

Legge elettorale Regione, le opposizioni: no all’aumento dei costi della politica

PRESIDENTI GRUPPI DI OPPOSIZIONE IN CONSIGLIO REGIONALE: “ CHIEDIAMO L’ABOLIZIONE DEL LISTINO E DI APPROVARE SUBITO LA DOPPIA PREFERENZA”

8 febbraio 2023 – Si è tenuto oggi l’ennesimo tavolo di confronto sulla legge elettorale piemontese e come Gruppi di Opposizione abbiamo, ancora una volta, ribadito le nostre posizioni.

Abbiamo ripetuto il nostro No all’aumento dei costi politica, con l’introduzione di supplenti e sottosegretari, un ampliamento inutile che graverebbe sui cittadini piemontesi.

Abbiamo chiesto che la parola venga restituita agli elettori, con l’abolizione del listino. I 10 Consiglieri, eletti con premio di maggioranza, secondo la legge elettorale attuale, verrebbero redistribuiti sui collegi delle preferenze, diluendo la competizione, aumentando la rappresentatività territoriale e offrendo maggiori possibilità.

Avremmo preferito poterci confrontare, durante tutto l’incontro, con la Giunta. Certo i colleghi della maggioranza hanno preso impegni a nome del Governo regionale in particolare sul tema dei sottosegretari, ma l’avallo di un esponente della Giunta avrebbe consentito di scrivere e confermare le proposte.

Abbiamo chiesto, infine, di togliere subito dal tavolo di confronto il tema della doppia preferenza. Proponiamo di portarlo avanti con una Commissione legislativa che consentirà mettere in sicurezza questo aspetto su cui siamo tutti d’accordo.

Raffaele Gallo, Presidente del Gruppo del Partito Democratico

Sarah Disabato, Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle

Silvana Accossato, Presidente del Gruppo Liberi Uguali Verdi

Mario Giaccone, Presidente del Gruppo Chiamparino per il Piemonte – Monviso

Giorgio Bertola, Presidente del Gruppo Misto – Europa Verde

Francesca Frediani, Presidente del Gruppo Misto – M4O Unione Popolare

Sanità, Azienda Zero. Pd: “Aumenta il caos”

 SI AGGIUNGONO NUOVE FUNZIONI MENTRE LA SANITA’ VA A PICCO NELLA GIUNTA CIRIO REGNA LA CONFUSIONE PIU’ TOTALE”

6 febbraio 2023 – “Abbiamo ribadito più volte che la nuova Azienda sanitaria, fortemente voluta dalla Giunta Cirio, avrebbe creato inefficienza e confusione, generando nuovi costi. La sanità piemontese avrebbe dovuto essere riformata profondamente e la stessa legge di istituzione di Azienda Zero prevedeva, al comma 13, che, entro un anno dalla sua istituzione, venisse approvato il nuovo Piano sociosanitario regionale. Ma di questo nessuna traccia, anzi si è presentato un provvedimento per aggiungere nuove funzioni a Azienda Zero, aumentando, così, il caos” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“Con una DCR, inserita all’ultimo momento all’ordine del giorno della Commissione Sanità, che revoca la proposta di legge targata Lega – prosegue l’esponente dem – vengono aggiunte altre funzioni a Azienda Zero, gonfiandola di ulteriori competenze, senza che ci sia un quadro d’insieme complessivo. Si accentrano più funzioni, ma non ci si preoccupa di dare risposte concrete ai tanti problemi che affliggono la nostra sanità: affollamento dei pronto soccorso, liste d’attesa infinite, personale medico e infermieristico insufficiente e gravato da turni insostenibili, incertezze e dubbi sulla realizzazione delle nuove strutture ospedaliere delle quali la nostra regione ha un grande bisogno. Mentre la sanità va a picco in Giunta regna la confusione più totale!”.

“Oggi Azienda Zero é ancora in fase di start up e di formazione della pianta organica e non ha alcun senso incrementarne le funzioni senza un disegno complessivo. Avrebbe, invece, molto più senso un Piano sociosanitario per sapere dove andare e come salvare la sanità pubblica, ma ormai siamo alla fine della legislatura e, purtroppo non si riuscirà a fare. Alla Giunta Cirio non rimane che annunciare l’ennesimo tavolo con le parti coinvolte” conclude Gallo.

Andrea Cane (Lega): “Bullismo e Cyberbullismo, un problema di salute pubblica”

Ieri in occasione della Giornata Mondiale contro il Bullismo e Cyberbullismo, il Consiglio regionale del Piemonte ha aperto i lavori pomeridiani con spunti e riflessioni sul fenomeno.
“I dati del 2022 sui fenomeni di bullismo e al cyberbullismo – ha indicato rivolgendosi all’aula il vicepresidente canavesano della commissione Sanità Andrea Cane della Lega – hanno tinte davvero fosche che ci richiamano all’urgenza di azioni correttive. In questa assemblea siamo tenuti a rispondere due volte a questi segnali di allarme: come adulti e come eletti. E su tre dimensioni: le misure per la prevenzione, quelle per la rilevazione e quelle della gestione delle problematiche relative al bullismo e al cyberbullismo”.
“Dobbiamo uscire da quest’aula con un messaggio chiaro – ha esortato il leghista Andrea Cane -, che alzi l’asticella del nostro operare. Questi fenomeni sono dopo la pandemia un problema di salute pubblica cui deve dare risposta corale il sistema economico, sociale, educativo e giudiziario piemontese”.

Terzo Polo, gazebo a Chieri

Sabato 4 febbraio, dalle 15 alle 19, in centro a Chieri si è tenuto il primo gazebo informativo dell’anno.

Siamo stati contenti di incontrare cittadini, amministratori e rappresentanti di altre forze politiche, che durante tutto il pomeriggio sono venuti a confrontarsi con noi.

Il Terzo Polo a Chieri è già oggi una realtà: continueremo a lavorare per far crescere il nostro territorio al fianco di cittadini e imprese, attraverso una serie di iniziative pubbliche nei prossimi mesi.

In allegato alcune foto dell’iniziativa.

Pier Antonio Pasquero
Coordinatore Italia Viva del Chierese e Carmagnolese

Ascensori vandalizzati, gli inquilini con disabilità rischiano di restare bloccati in casa

Magliano: Succede nelle case ATC di corso Mortara 36/7 a Torino: domani in Consiglio Regionale il mio Question Time per chiedere interventi.

Un portoncino d’ingresso divelto da settimane e la possibilità, per soggetti ignoti, di entrare negli spazi comuni: presso l’interno 7 di corso Mortara 36 a Torino (20 piani, 80 famiglie residenti) sono stati compiuti atti di vandalismo che hanno reso inservibili le pulsantiere dei tre ascensori, rendendo alcuni piani (il nono, il dodicesimo e il secondo sotto terra) dello stabile ATC raggiungibili soltanto utilizzando le scale. Un problema serio, che porterò domani in Consiglio Regionale con un Question Time appena presentato per chiedere interventi urgenti e risolutivi, dopo diverse segnalazioni e un sopralluogo. Abitare in un contesto adeguato per accessibilità e sicurezza è un diritto anche dei residenti di questo stabile e non possiamo permettere che persone con disabilità restino bloccate in casa o si trovino nell’impossibilità di accedere al proprio appartamento in caso di nuovi e più gravi atti di vandalismo.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Rifondazione: “No alla guerra a Torino!”

Appena ieri eravamo, con altre associazioni, di fronte alle ex OGR, sede provvisoria della Citta’ dell’Aerospazio per protestare contro la costruzione del Polo bellico della NATO, ad essa collegato.
Oggi apprendiamo che la (strana?) coppia Cirio-Lo Russo colpisce ancora! Insieme hanno incontrato il Ministro della Difesa (già Mercante d’Armi) Guido Crosetto, annunciando che entro l’anno partiranno i lavori per realizzare la sede definitiva della Citta’ dell’Aerospazio, nell’area di corso Marche, progetto che viene presentato come uno dei “progetti bandiera” del PNRR in Piemonte: non scuole, ospedali, strutture per la sanità territoriale, quindi, ma…armi! Perché questo e’ uno degli scopi fondamentali di questa fantascientifica nuova “Citta’”! Non a caso Cirio-Lo Russo hanno approfittato dell’occasione per invitare ufficialmente Crosetto (che se ne intende!) al prossimo “Aerospace & Defence Meetings” (aerospazio e difesa, appunto), grande Fiera del Riarmo che si svolgerà a Torino a novembre. Un nuovo mattone nella costruzione della guerra infinita, attraverso l’insana alleanza fra Comune di Torino, Regione Piemonte, Politecnico e NATO. Una nuova immagine per Torino: da ex Citta’ dell’Auto a nuova Citta’ delle Armi! La mobilitazione contro la guerra e contro l’invio di armi deve proseguire e ampliarsi. La manifestazione che il “Comitato contro la guerra e chi la arma” (protagonista, in questi mesi, della mobilitazione contro il Polo bellico a Torino) e il Coordinamento Agite (protagonista dei 49 presidi contro la guerra) hanno indetto per Sabato 25 febbraio alle ore 15 in piazza Castello sarà anche l’occasione per mobilitarsi contro chi vuole portare la guerra accanto alle nostre case e per sostenere chi, in Russia come in Ucraina, si batte contro la guerra. Basta missili, cannoni, carri armati! Per un’Italia e un’Europa soggetti di pace, non di guerra!
Fausto Cristofari, segretario provinciale Rifondazione Comunista Torino

Valle (Pd): “A rischio la ciclovia Vento”

LA REGIONE BLOCCA IL COMPLETAMENTO DEI LAVORI SUL TRATTO PIEMONTESE

 

L’idea della ciclovia Ven.To, Venezia-Torino, un percorso ciclabile protetto che una volta completato connetterà Torino a Venezia, nasce nel 2010 da un’idea del Politecnico di Milano. Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto insieme per costruire uno dei più bei percorsi di cicloturismo d’Europa.

A fine 2019 si è concluso il progetto di fattibilità tecnica ed economica per tutti i 705 km della ciclovia VENTO. Il primo caso in Italia di una progettazione unitaria per una ciclovia turistica di queste dimensioni.

Il Piemonte ha al momento 3 lotti finanziati: il nuovo ponte stradale sulla Dora prima di Crescentino, il tratto Chivasso-Trino coperto da finanziamento statale ed il superamento della centrale di Trino. Quest’ultimo conta su un finanziamento da 460 mila euro derivante dagli oneri di compensazione ambientale per la dismissione della centrale nucleare.

Questa porzione si trova in parte su terreno della Sogei-il gestore dell’impianto di Trino-ed in parte su territorio di competenza regionale. Bene, la Sogei entro marzo completerà il tratto sul suo terreno, mentre la Regione continua a non dare a SOGEI il permesso di costruire sull’area di competenza regionale, perché non vuole accollarsi la successiva gestione.

Davide Galli, responsabile Sogin per lo smantellamento, ha dichiarato al consiglio comunale di Trino: “Se la regione entro marzo non ci darà l’autorizzazione, quei tratti non saranno realizzati. Si tratta di un impiego da 140.000 euro sui 460.000 totali da noi impegnati per la ciclovia. Abbiamo avuto lunghe riunioni inconcludenti coi funzionari regionali ma se la regione non vuole accollarsi la gestione, noi andiamo avanti col tratto sui nostri terreni. Visto che si tratta di compensazioni per il territorio, quei soldi li useremo per fare altro. Non possiamo permetterci di spendere il doppio per le indecisioni regionali”.

Secondo il Vicepresidente del Consiglio regionale Daniele Valle, che nel 2020 aveva percorso in bici l’intera tratta tra Torino e Venezia, sensibilizzando sindaci e amministratori lungo il percorso, l’atteggiamento della Regione è particolarmente miope. “La nostra amministrazione continua a non rendersi conto degli enormi introiti turistici che questi percorsi portano ai territori, un turismo sostenibile e presente 9 mesi l’anno, composto per la maggior parte da stranieri del nord Europa, ma anche da molti italiani”. sostiene Valle, dati alla mano. “Il cicloturismo vale 11 miliardi di euro in Europa, ma senza andare lontano basta vedere cosa ha portato in Liguria la pista ciclabile del Ponente, con l’esplosione delle attività locali e del piccolo commercio. È già avvilente che l’Ente regionale non abbia considerato di portare finanziamenti sui tratti ancora scoperti, ma in questo caso c’è solo da mettere a disposizione una striscia di terreno per un’opera che pagheranno altri”.