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Sergio Bartoli: “Coperture dei depositi di concime: accolte le richieste degli agricoltori”

 

La richiesta avanzata dai rappresentanti degli agricoltori, durante l’audizione con il Consiglio regionale fortemente voluta dal Consigliere regionale Sergio Bartoli, Presidente della V Commissione Ambiente, ha ricevuto una prima risposta concreta.

 

La Giunta regionale ha approvato una Delibera che propone una modifica al Piano Stralcio dell’Agricoltura. Tale provvedimento introdurrebbe, in alternativa alla copertura dei depositi di liquami utilizzati come concime per ridurre le emissioni di ammoniaca, l’adozione di metodi innovativi. Tra questi, ad esempio, l’impiego di enzimi specifici in grado di controllare le reazioni chimiche responsabili della produzione di ammoniaca. Questi metodi saranno ammessi solo se supportati da studi scientifici condotti da università o enti di ricerca, e se garantiranno una riduzione delle emissioni pari o superiore a quella ottenibile con le coperture.

 

Prima di entrare in vigore, la Delibera dovrà essere sottoposta all’esame della V Commissione Consiliare per un parere vincolante.

 

“Stiamo lavorando – spiega Sergio Bartoli – per arrivare rapidamente a un provvedimento che introduca modifiche necessarie per sostenere il comparto agricolo e le famiglie che vi operano, ascoltando con attenzione le loro richieste. Durante l’esame in Commissione, valuteremo con gli altri Commissari se saranno necessari ulteriori miglioramenti alla normativa, sempre a beneficio degli agricoltori e di un settore strategico per il nostro territorio. Questa è soltanto una delle modifiche al Piano Stralcio che stiamo valutando, nell’ottica di venire incontro alle esigenze degli agricoltori: approfondiremo al meglio nel prossimo futuro le altre istanze che ci sono state presentate nel corso dell’audizione”.

 

“Questo passo – conclude Bartoli – rappresenta un esempio di come il Consiglio regionale, grazie a una stretta collaborazione interna e a un clima costruttivo, sia in grado di rispondere rapidamente alle necessità di cittadini e imprese. L’ascolto delle parti interessate resta un pilastro del nostro metodo di lavoro per il Piemonte.”

 

Il provvedimento si inserisce in un percorso di aggiornamento del Piano Stralcio dell’Agricoltura, adottato dal Consiglio regionale lo scorso giugno, per integrare le nuove indicazioni provenienti dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Queste novità includono l’introduzione di tecniche alternative emergenti volte a ridurre l’impatto ambientale delle emissioni legate agli allevamenti.

Ponte Preti, Ruffino (Az): “Proporrò proroga in primo provvedimento utile”

“Sul finanziamento per il Ponte Preti non possiamo arretrare: i lavori necessari al rifacimento di un’opera indispensabile per collegare Ivrea e il Canavese occidentale devono essere eseguiti, ne va della sicurezza e della viabilità di un intero territorio. Il ministero dei Trasporti rispondendo ad una mia interrogazione, ha comunicato che non ci saranno proroghe per i lavori oltre la scadenza del 31 dicembre come era previsto dal ‘decreto Ponti’ del 2019. Una questione, però, che non può essere archiviata: è un tema di sicurezza. Il governo non può non tenere conto dei due anni del Covid e mi auguro che questa perentorietà non sia legata alle difficoltà della legge di Bilancio.
La mancata proroga, inoltre, andrebbe anche a scapito di ulteriori opere infrastrutturali nella Città Metropolitana di Torino: dal ponte di Borgo Revel a Verolengo o quello tra Ciriè e Robassonero, tra Settimo Torinese e Castiglione. Per questo motivo insisteremo affinché i termini possano essere prorogati all’interno del prossimo decreto ‘Milleproroghe’ così da non compromettere la realizzazione degli interventi previsti. Azione supporterà ogni ulteriore proposta risolutiva di dialogo per trovare una soluzione rapida e definitiva”.
Lo comunica la deputata e commissario di Azione in Piemonte Daniela Ruffino.

Casa, Conticelli (PD): potenziare il sostegno alla locazione privata

“Il confronto  in II commissione a Palazzo Lascaris con le associazioni dei piccoli proprietari immobiliari (Ape Confedilizia, Asppi, Confappi, Uppi, Appc, Confabitare, Federcasa) ha messo in evidenza come il problema casa vada affrontato sotto tutti gli aspetti, patrimonio pubblico e privato, proprietari, terzo settore, istituzioni”.
Lo dichiara Nadia Conticelli, consigliera regionale del PD e vicepresidente II commissione.
“Per sbloccare la disponibilità di immobili sul mercato degli affitti, nella legalità, e guardando alla sostenibilità economica e sociale di tutte le parti in causa, l’avvio dell’iter istituzionale della delibera di iniziativa comunale può e deve diventare l’occasione giusta per rivedere complessivamente le politiche per la casa, che devono tenere conto della difficoltà concrete e di un mercato immobiliare da sbloccare e tutto orientato sull’affitto temporaneo modello Air B&B – aggiugne la consigliera dem – . Vanno potenziate le misure economiche finanziate dalla Regione a sostegno della fragilità abitativa, ad esempio il sostegno alla locazione privata che vede inevase oltre il settanta per cento delle domande”. “Vanno rivisti e rilanciati strumenti come Locare – conclude Conticelli – che dovrebbe favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta sociale tutelando entrambe le parti, potenziando la lotta al mercato in nero e alle speculazioni”.

Ravinale (Avs): Vuoti a rendere propone soluzioni

Le associazioni di proprietari di casa sono state audite oggi in 2a Commissione in Regione sulla proposta di delibera di iniziativa popolare Vuoti a rendere, presentata in Comune a Torino e che a breve comincerà il suo iter in Consiglio Comunale. Nonostante i colleghi della maggioranza che sbraitavano, agitando a sproposito lo spettro delle collettivizzazioni sovietiche, dimostrando di non aver nemmeno letto la proposta, il confronto è stato produttivo. Il racconto mediatico e politico della destra parla di sanzioni ai “piccoli proprietari”. Ma la delibera riguarda altro, in particolare i grandi vuoti che lasciano nei tessuti urbani i soggetti, privati e pubblici, che possiedono molteplici proprietà e non ne fanno uso per ragioni speculative, o di mancata manutenzione: è soltanto in questi casi che potrebbe applicarsi la requisizione temporanea per far fronte all’emergenza abitativa, che non è incostituzionale ma è prevista dal Codice Civile.
“Vuoti a rendere” non demonizza nessuno, ma propone soluzioni – che certamente non possono prescindere da un serio piano sull’edilizia residenziale pubblica, che oggi solo in provincia di Torino vede il 10% degli alloggi vuoti per responsabilità di ATC – a un problema serissimo di accesso alla casa che è sotto gli occhi di tutti.
Abbiamo ribadito in Commissione che una mappatura degli immobili e degli alloggi, pubblici e privati, che risultano inutilizzati per lungo tempo non è un pericolo ma uno strumento per avere il polso della situazione e poter adottare le migliori soluzioni.
Il rilancio di Lo.ca.re., l’agenzia sociale per la casa di Torino, non è una minaccia, ma una risposta alla necessità di costruire maggiore fiducia tra i proprietari e chi non riesce ad accedere al mercato della casa, ed è una richiesta condivisa dalle stesse associazioni dei proprietari: è emersa forte, questa mattina la necessità che la Regione stanzi le risorse necessarie. Così come è emersa, proprio dalle associazioni dei proprietari, la necessità di rifinanziare i fondi alla locazione tagliati dal Governo. Abbiamo presentato emendamenti in tal senso già in sede di variazione di bilancio: la destra in Regione però lì ha respinti, a dimostrazione di quanto all’atto pratico non vi sia alcun loro interesse per il tema casa.
Noi continuiamo a sostenere convintamente la proposta, che ha già il grande merito di aver avviato il dibattito su un tema cruciale come è il diritto alla casa.

‘Vuoti a Rendere’, Nallo (Sue): “Provvedimento populista e controproducente”

“La proposta ‘Vuoti a Rendere’, che prevede la requisizione degli immobili sfitti, è un provvedimento populista e controproducente. Misure punitive come questa spaventano i proprietari, riducono l’offerta di alloggi e fanno aumentare i costi, aggravando l’emergenza abitativa,” dichiara la Consigliera regionale Vittoria Nallo. “In commissione abbiamo proposto alcune misure alternative, come l’esenzione IMU per chi affitta a canone concordato, e l’adozione di assicurazioni contro le morosità tramite accordi istituzionali con le compagnie assicurative. Incentivi e tutele sono l’unica via per aumentare l’offerta, tutto il resto è pura demagogia,” conclude Nallo.

Stellantis, Ruffino (Az): “Ipotesi liquidazione Tavares insostenibile”

“Premesso che è assolutamente urgente che il presidente John Elkann riferisca in Parlamento, la vicenda Stellantis va assumendo contorni drammatici che vanno ben oltre lo stato di crisi dell’automotive. Se l’autore del fallimento, Carlos Tavares, viene premiato con una liquidazione di 100 milioni di euro, a poco vale invocare il diritto privato che regola i rapporti all’interno di un’azienda privata.
La questione è di natura pubblica: lo Stato italiano non può erogare più un solo centesimo per sostenere un’azienda che dissipa così i capitali. I soldi dei contribuenti italiani non possono finire in quel pozzo di San Patrizio che è diventata Stellantis. Noi in più occasioni e in più sedi istituzionali, abbiamo sottolineato a Stellantis la necessità di un piano industriale chiaro e definito e al governo di ripristinare il fondo per l’automotive: ci vogliono fatti concreti”.
Lo dichiara Daniela Ruffino, deputata di Azione.

Silvio Magliano: “Vuoti a rendere proposta statalista”

“Per intervenire sulla povertà non serve questo intento persecutorio, ma condivisione di obiettivi”

Nell’audizione con le associazioni e i sindacati dei proprietari di casa, avvenuta questa mattina in II Commissione del Consiglio regionale del Piemonte su mia richiesta, abbiamo potuto approfondire il tema della proposta di deliberazione in Consiglio Comunale di Torino, denominata “Vuoti a rendere”, che definisce una serie di iniziative per il monitoraggio degli appartamenti sfitti e l’eventuale sanzione ai proprietari. Già il nome che è stato scelto per questa campagna, diventata poi proposta di deliberazione di iniziativa popolare, è indicativo di una volontà vessatoria: “Vuoti a rendere”, come se i proprietari di casa dovessero rendere ciò che è loro alla collettività. Un approccio evidentemente inquietante, degno di altre epoche e di altre società, in cui la proprietà privata non era certamente vista di buon occhio.

Il problema della povertà, dell’aumento delle povertà grigie, della difficoltà di molte famiglie di trovare una casa in affitto e soprattutto di poterla pagare, non può e non deve essere sottovalutato: nella visione del Gruppo Consiliare Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale è necessario potenziare Lo.C.A.Re, – Agenzia Sociale Comunale per la locazione, mettendola in grado di incidere veramente sul bisogno, mettere a disposizione quanto prima il patrimonio immobiliare di edilizia residenziale pubblico attualmente non utilizzato, ma soprattutto è fondamentale instaurare un dialogo con tutte le parti coinvolte, come peraltro a Torino si è sempre fatto in questo ambito. La volontà di trovare soluzioni praticabili esiste e sono certo che i proprietari di casa non si tireranno indietro di fronte a una seria interlocuzione che li metta nelle condizioni di affittare con ragionevoli garanzie i propri appartamenti, che spesso costituiscono un patrimonio costruito nelle generazioni con fatica e attitudine al risparmio, negli ultimi anni, tra l’altro, coinvolti in costosi adeguamenti dalle varie normative che si sono succedute su tematiche ambientali, energetiche, di sicurezza.

D’altra parte, tenere una casa sfitta è un costo che si aggira attorno ai 3mila euro all’anno, non esiste convenienza nel decidere di non affittarlo; molti appartamenti sono nel circuito dell’affitto agli studenti, altri sono in stabili che sono in attesa di ristrutturazione, ci sono spesso motivazioni tangibili per cui non sono sul mercato.

Quello che sicuramente non si deve fare è cercare lo scontro, prima di tutto nelle intenzioni: la proposta di deliberazione è irricevibile e soprattutto inattuabile perché contraria alle norme vigenti, ma nel trinomio “censimento, diffida, requisizione” si legge una volontà persecutoria verso la proprietà privata che non si può giustificare dicendo che “Vuoti a rendere” è prima di tutto rivolto al patrimonio pubblico, come ho sentito questa mattina in Commissione.

Silvio Magliano

Presidente del Gruppo Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale

Consiglio Regionale del Piemonte

Ius scholae e immigrazione, i Moderati aprono il confronto

Il tema dello ius scholae è di grande attualità nel dibattito politico con posizioni divergenti tra i partiti.

 

Anche all’interno della maggioranza di centrodestra il vicepremier Tajani si è differenziato dimostrando aperture. Se ne è discusso nelle scorse settimane  in Piemonte dove, in Consiglio regionale, il centrodestra ha ribadito che per ottenere la cittadinanza gli anni  debbano essere almeno 10,  la durata della scuola dell’obbligo per italiani e stranieri.

Il dibattito organizzato dai 𝐌𝐨𝐝𝐞𝐫𝐚𝐭𝐢  questa sera al Collegio degli Artigianelli di Torino è servito a fare il punto della situazione attraverso un confronto tra il Presidente della Regione, 𝐀𝐥𝐛𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐂𝐢𝐫𝐢𝐨, il Sindaco di Torino, 𝐒𝐭𝐞𝐟𝐚𝐧𝐨 𝐋𝐨 𝐑𝐮𝐬𝐬𝐨, l’Assessora all’Istruzione di Torino, 𝐂𝐚𝐫𝐥𝐨𝐭𝐭𝐚 𝐒𝐚𝐥𝐞𝐫𝐧𝐨, il capogruppo della Lista Cirio Silvio Magliano e il leader dei Moderati, 𝐆𝐢𝐚𝐜𝐨𝐦𝐨 𝐏𝐨𝐫𝐭𝐚𝐬. Si è parlato di immigrazione e ius scholae, due temi oggi attualissimi.

Al netto delle diverse posizioni tra destra e sinistra, è stata un’opportunità per affrontare proposte, provvedimenti e  norme che riguardano da vicino la vita delle persone e della comunità. Alla serata sono intervenuti numerosi amministratori ed esponenti politici, tra i quali la deputata di Azione Daniela Ruffino, il presidente della Commissione Ambiente della Regione Sergio  Bartoli e il consigliere regionale Mario Salvatore Castello.

In Sala Rossa il punto sugli scontri violenti in piazza durante lo sciopero

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L’assessore alla Sicurezza Marco Porcedda è intervenuto, questo pomeriggio in Sala Rossa, per rispondere alla richiesta di comunicazioni riguardante gli episodi di violenza e gli scontri avvenuti la settimana scorsa in città. Nel suo intervento, Porcedda ha spiegato che venerdì scorso, 29 novembre, alcuni manifestanti si sono staccati dal corteo principale, dando vita a un nuovo corteo, recandosi sotto la sede della Prefettura, dove hanno lanciato uova e vernice contro le Forze dell’ordine.

Successivamente – ha detto – hanno raggiunto la stazione ferroviaria di Porta Nuova, cercando di entrare. Una decina di persone è riuscita e la stazione è stata quindi chiusa in entrata e in uscita per quasi un’ora. Alcune persone si sono poi spostate verso la stazione di Porta Susa, dove hanno occupato i binari per circa un quarto d’ora. Si sono poi ricongiunte al primo spezzone del corteo. Lo stesso giorno, un altro gruppo di manifestanti ha effettuato un blitz alle Ogr Tech, dove ci sono anche gli uffici della Leonardo.

“Manifestare è un diritto costituzionale – ha affermato ancora l’assessore – che deve essere sempre garantito nella più totale libertà di espressione, ma la violenza è un atto da condannare sempre, senza alcuna ambiguità”. Nell’esprimere solidarietà alle Forze dell’ordine, che hanno svolto un compito molto delicato, Porcedda ha ribadito con forza che la Città non può assolutamente tollerare atti di violenza e vandalismo. “Saremo sempre pronti – ha concluso – a difendere i diritti democratici ma, con altrettanta determinazione, saremo pronti a condannare chiunque li utilizzi come pretesto per minare la sicurezza di tutti”.

Dopo la relazione dell’assessore, si è aperto il dibattito in Aula. Prima ad intervenirla consigliera Federica Scanderebech (Forza Italia) che ha ribadito come bloccare la città, imbrattare spazi pubblici o privati, urlare slogan violenti o compiere aggressioni fisiche, rappresenta una deriva pericolosa da isolare e coNdannare fermamente. Sono comportamenti che non solo danneggiano le cause che altri manifestanti portano avanti in modo pacifico, ma colpiscono al cuore la democrazia e il diritto alla protesta civile. È essenziale che si prendano le distanze e isindaco ha il potere e la responsabilità di intervenire con fermezza.

Per Enzo Liardo è importante dare una cornice alle dichiarazioni dell’assessore, che ha parlato di manifestanti e frange estreme: “Non si chiamano manifestanti, si chiamano Askatasuna”, come capita sempre, quando ci sono disordini in città e come hanno dichiarato le Forze dell’ordine che li conoscono benissimo. Al sindaco, il consigliere di Fratelli d’Italia, ricorda che i cittadini chiedono di chiudere quel centro sociale.

Per Giuseppe Catizone manca il cosa fare per evitare che succeda di nuovo e trovarsi il lunedì in Aula a discuterne. I responsabili sono sempre identificabili e da quando si è insediato il sindaco sono diversi gli episodi violenti in città in cui sono stati coinvolti membri di Askatasuna che non sembra abbiano intenzione di abbandonare i loro intenti bellicosi. Per il consigliere della Lega diventa allora necessario mettere la parola fine al progetto bene comune che riguarda quello spazio.

Per il consigliere di Torino Bellissima Pierlucio Firrao sta diventando una pericolosa consuetudine il dissenso che sfocia in violenze con feriti fra le forze dell’ordine. Firrao lamenta che Alcune forze politiche, in Aula, parlano di criminalità del dissenso mentre questo è un dissenso criminale e quelle forze politiche dovrebbero prenderne le distanze.

Invita invece ad una riflessione approfondita Andrea Russi, convinto che la crisi economica e sociale che attraversano la nostra città non possano più essere ignoratePer il consigliere del MoVimento 5stelle stanno aumentando le diseguaglianze e peggiora la qualità della vita delle famiglie, mentre i margini di confronto sono sempre più stretti o vengono repressi.

Ferrante De Benedictis (Fd’I) si è detto preoccupato per la violenza di piazza, ma ancor di più per l’indifferenza di una certa parte della politica di fronte a episodi che fanno rabbrividire. Ci sono certamente fratture sociali – ha detto – ma in corteo non c’erano operai di Stellantis, ma figli di papà. È arrivato il momento di denunciare, di dire basta alla violenza e agli attacchi alle Forze dell’ordine – ha concluso, chiedendo di bloccare la co-progettazione dell’immobile occupato da Askatasuna.

Non si capisce perché certi elementi non vengono arrestati – ha dichiarato Pietro Abbruzzese (Torino Bellissima), chiedendo di fare un sopralluogo all’ex Askatasuna e di valutare altre progettualità sull’immobile.

Pino Iannò (Torino Libero Pensiero) ha espresso massima solidarietà a forze dell’ordine e commercianti, vittime di ordinarie scene di guerriglia urbana e di violenza gratuita. Ha quindi annunciato l’ulteriore richiesta di sopralluogo all’immobile di corso Regina Margherita.

Per Claudio Cerrato (PD) la solidarietà non è scontata e compiere atti di violenza nei confronti di lavoratori pensando di difendere i diritti di altri lavoratori non è concepibile, così come lo scontro con le forze dell’ordine che non c’entra nulla con il diritto alla protesta. C’è una recrudescenza di violenza giovanile nella nostra città. Ma non si può ridurre la violenza in città ad un’unica matrice.

Fabrizio Ricca (Lega) ritiene che ormai ogni manifestazione per qualcuno è una scusa per devastare e distruggere. Una pessima abitudine. Serve che le istituzioni facciano sentire i muscoli. Non certo i manganelli, che non c’è, per Ricca, arma più forte della penna. Servono atti che si traducano in provvedimenti per la legalità che in questa città deve vincere sempre.

Silvio Viale (+Europa e Radicali) ritiene insopportabile che questo Consiglio comunale non abbia ancora preso una decisione, emesso un documento di condanna. Il consigliere chiede poi un sopralluogo nei locali di Askatasuna e di audire i cinque garanti di quel progetto. Bisogna sbloccare quella situazione.

Anche Valentina Sganga (M5S) condanna le degenerazioni violente, tanto più perché forniscono un alibi alle forze di centrodestra per non parlare delle rivendicazioni al centro dello sciopero e di quelle manifestazioni. Sostegno allora ai lavoratori del trasporto pubblico. Per Sganga, la retorica contro la violenza è strumentale e ipocrita, utile per fare la lezioncina in Aula sui centri sociali ma inesistente quando si affrontano il tema della giustizia sociale per i lavoratori o questioni fondamentali per l’umanità come il genocidio palestinese.

Per Domenico Garcea (Forza Italia) i violenti che hanno devastato la città, sono delinquenti che hanno un nome e un cognome. Ma Askatasuna, per Garcea non si può toccare perché la maggioranza che governa la città è ricattata da una parte della sinistra che siede in Sala Rossa e difende quei delinquenti.

Nel suo intervento, Sara Diena (Sinistra Ecologista) ha dichiarato che la retorica della destra è sempre la stessa, mette il focus su quello che è possibile raccontare ai giornalisti e sui social. E’ da tre anni che parliamo solo di questo perché da tre anni non arrivano altri stimoli dal centrodestra. Occorre capire perché il disagio giovanile si manifesti così. Non ci sono spazi di partecipazione e nel mondo va tutto male. Vedere giovani che esprimono disagio verso un mondo che va al collasso è la vera domanda che bisognerebbe porsi.

Ha chiuso la serie degli interventi il Sindaco Stefano Lo Russo, che ha ribadito come non ci debba essere alcuna ambiguità nella condanna delle forme di violenza che abbiamo visto: “La cosa che rammarica è che noi oggi ci troviamo a discutere gli atti e violenti e questo ha clamorosamente offuscato lo sciopero generale che ha avuto una forte una forte adesione che però ha avuto oggettivamente una piattaforma di contrasto e di contestazione rispetto a un impianto di manovra finanziaria. E questo elemento – ha sottolineato il sindaco – è stato un elemento che ha danneggiato le lavoratrici e i lavoratori che hanno aderito allo scioperoIo credo che questo sia un Paese in cui deve essere sempre e senza alcuna ambiguità garantito il diritto di manifestare purché questo avvenga nel quadro delle regole democratiche senza alcuna forma di violenza. Questo vale anche per il diritto di sciopero”.

Lo Russo ha quindi ribadito come la responsabilità penale è sempre soggettiva e che non è compito del sindaco accertare le responsabilità penali dei cittadini o delle cittadine che si rendono responsabili di reati ma ci sono istituzioni preposte per questi compiti, per l’accertamento dell’identificazione di coloro che si rendono colpevoli di reati e l’accertamento di eventuali misure restrittive. Sugli sgomberi, Lo Russo ha sottolineato che esistono le autorità preposte per effettuarli nel caso si ravvisino situazioni che richiedano interventi per la tutela dell’incolumità pubblica o di ordine pubblico. L’Amministrazione comunale deve occuparsi della corretta gestione di quel bene e ha avviato un percorso anche se difficile e complesso.