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Anticorpi monoclonali, primo caso in Piemonte

Primo trattamento con anticorpi monoclonali in un paziente Covid-19 nella Regione Piemonte: oggi, presso l’Azienda Ospedaliera “SS Antonio e Biagio e C. Arrigo” di Alessandria è stata effettuata la somministrazione ad un paziente che presentava le caratteristiche per il trattamento.

Lo annuncia l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi.

«Insieme al protocollo delle cure domiciliari e ai vaccini – osserva Icardi -, gli anticorpi monoclonali forniscono al Piemonte un’arma in più contro covid-19 nella fase precoce della malattia. E’ un’opportunità importante, perché consente di affrontare il virus in modo attivo, senza aspettare l’aggravarsi del quadro clinico del paziente. In questo caso, si tratta di una cura da praticare in ambulatorio specializzato o in ospedale, ma l’aspetto fondamentale rimane la corretta e tempestiva interazione tra il sistema di medicina territoriale e gli ospedali. Una strategia che in Piemonte sta producendo risultati molto incoraggianti».

Il primario delle Malattie Infettive Guido Chichino dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria riferisce che ieri sera si è presentato al Dea un paziente con sintomatologia sospetta per Covid-19. Gli accertamenti eseguiti hanno confermato la diagnosi e stamane il paziente è stato arruolato per eseguire trattamento con anticorpi monoclonali (bamlanivimab).

Il trattamento è stato effettuato in seguito alla proposta della presa in carico da parte dei medici del Dea e la conferma dello specialista infettivologo. Il farmaco è stato autorizzato dall’Aifa. La somministrazione del farmaco è avvenuta senza problemi ed il paziente è stato dimesso nel pomeriggio. Presso l’Azienda Ospedaliera di Alessandria è stato creato un registro per il monitoraggio sia clinico che scientifico-osservazionale di questi trattamenti.

Il welfare delle Pmi femminili

La Consulta femminile regionale e l’Associazione piccole imprese donne (Apid) hanno presentato in video conferenza il progetto “Il welfare delle Pmi femminili”.

Ornella Toselli, presidente della Consulta femminile regionale ha spiegato che il progetto, ideato nel 2020 e, bloccato a causa della pandemia, è il frutto della collaborazione tra i due sodalizi.
“Atteso che le donne costituiscono un’importante risorsa nelle piccole e medie imprese – ha sottolineato Toselli – il questionario legato al progetto aiuta a comprendere quali siano le esigenze da soddisfare, in tema ad esempio di ottimizzazione degli orari e del tempo da dedicare da una lato alle attività personali e famigliari e dall’altro a quelle aziendali, della necessità di corsi e formazione destinati alle donne lavoratrici al rientro dalla maternità, di asili nido, di sanità integrata.
In piena pandemia ci chiediamo – ha concluso la presidente della Consulta – se il coronavirus ha cambiato il welfare aziendale, basti pensare all’applicazione massiccia dello strumento dello smart working e più in generale se lo stesso concetto di welfare aziendale debba essere ripensato e incentivato per non dovere riproporre alle donne se scegliere di avere figli o di progredire nella carriera”.
Brigitte Bardo, presidente di Apid, ha illustrato come nella sua azienda si sia passati dalla fase progettuale all’applicazione di un welfare aziendale innovativo applicando un altro tipo di paradigma non più legato a singoli benefit ma collegato alla crescita dei propri dipendenti in termini di formazione.
“Il progetto si è sviluppato nel 2020 con il sostegno della Consulta e nasce dall’esigenza di creare – ha spiegato Silvia Ramasso – un percorso che metta l’accento sulle specifiche esigenze di welfare.
Articolato in diverse fasi, ha voluto raccogliere i bisogni e le necessità delle donne che come dipendenti, dirigenti o imprenditrici lavorano in queste aziende, e ha cercato di proporre soluzioni che potessero essere a misura di queste imprese e innovative allo stesso tempo.
Sono state identificate, attraverso un questionario articolato, le esigenze di imprenditrici e staff in termini di welfare; si sono analizzati i risultati delle risposte al questionario costruendo uno scenario relativo a questa tematica e si sono organizzati momenti formativi sulle possibili azioni di welfare alternative a quelle tradizionali.
Gli incontri hanno approfondito temi come il medical coaching in azienda, il business coaching, la tutela legale e il benessere alimentare nelle imprese.
Un percorso che ha fornito risultati importanti e che ha messo in luce numerose possibilità attivabili a beneficio di tutto il sistema aziendale.
Da una parte, sono emerse modalità di sostegno innovative al benessere delle persone che lavorano in azienda che potranno essere divulgate e diffuse con un impatto positivo nelle PMI e non solo.
D’altro canto si è chiaramente manifestata una carenza di attenzione, per quel che riguarda il welfare, alle figure imprenditoriali femminili, che ancora oggi devono affrontare questioni basilari come l’assenza di sostegno al reddito in caso di malattia e maternità e nessun tipo di attenzione alla conciliazione vita-lavoro”.
Per questo motivo Apid ha deciso di sviluppare nel 2021 una seconda fase del progetto sul welfare nelle PMI dedicata specificamente alle figure imprenditoriali femminili portando all’attenzione del legislatore i risultati conseguiti per colmare questo gap sociale.
La ricercatrice Irene Angela Bianchi ha illustrato le evidenze emerse grazie ai dati raccolti attraverso il questionario collegato al progetto.
“Dobbiamo cambiare il nostro modello culturale perché sta crescendo sempre di più il bisogno di welfare di secondo livello anche da parte dei dipendenti delle micro e piccole imprese e per questa ragione dovremo pensare al sostegno anche in favore delle imprenditrici che si trovano a svolgere più ruoli in ambito famigliare, lavorativo e sociale”.

La Giornata mondiale del Teatro

27 MARZO 2021 «Non nasce teatro laddove la vita è piena, dove si è soddisfatti. Il teatro nasce dove ci sono delle ferite, dove ci sono dei vuoti. È lì che qualcuno ha bisogno di stare ad ascoltare qualcosa che qualcun altro ha da dire a lui». Cahiérs – Jacques Copeau

Un 27 marzo simbolico, in attesa di poter tornare a teatro in presenza: dopo oltre un anno dall’inizio della pandemia, tutto il comparto culturale – artisti, maestranze, operatori e professionisti – è ancora in estrema sofferenza. In Piemonte i teatri restano chiusi in attesa di un miglioramento della situazione epidemiologica.

Anche in questa occasione, molti artisti daranno un segnale della loro presenza, attraverso i palcoscenici digitali: da San Maurizio d’Opaglio (NO), sulle sponde del Lago d’Orta, l’attore e poeta Franco Acquaviva, con “Talismani”, conduce il pubblico tra la platea e la scena del Teatro degli Scalpellini, in un piccolo excursus tra i versi di poeti del passato e contemporanei (a partire dalle ore 17 sul canale Youtube del Teatro delle Selve e sulle pagine social del Teatro e della Compagnia); da Vercelli l’Officina teatrale degli Anacoleti propone una diretta Facebook con brani recitati, letture e musica.

Il teatro di Mulino ad Arte torna a casa degli spettatori, con la sua seconda rassegna in streaming: “La primavera del Mulino”. Un cartellone di quattro appuntamenti che prevedono una formula rodata nella precedente stagione streaming invernale: trasmissione dello spettacolo e a seguire in ‘Salotto da Te’ con gli artisti collegati in una stanza virtuale per incontrare il pubblico.

L’ inaugurazione sabato 27 marzo ore 21 è con “Passione” di Laura Curino, Roberto Tarasco e Gabriele Vacis, con Laura Curino. Santibriganti Teatro, in collaborazione con la Fondazione ECM di Settimo Torinese, mette a disposizione della cittadinanza lo spettacolo “Regina – Memoria d’acqua”, di e con Mariella Fabbris, dalle pagine della TV digitale 7Web.TV dalle ore 17 fino a mezzanotte.

La Lavanderia a Vapore di Collegno continua la sua attività di centro di residenza, ospitando artisti in creazione e progetti online. Come ogni sabato, anche il 27 marzo è in programma l’attività online dei Dance Well Dancers, esperienza di danza rivolta a persone affette da Parkinson ma aperta a tutti, accompagnata da una pratica di filosofia, condotta da Propositi di Filosofia (dalle ore 10 alle ore 12 – Iscrizione obbligatoria scrivendo a: info@parkinsongiovani.com).

«Lo spettacolo dal vivo – dichiara Angelica Corporandi d’Auvare, Presidente di Piemonte dal Vivo – è quell’occasione unica e sempre diversa da sé che permette allo spettatore di salire per un po’ sul palco, accanto all’artista, condividendo esperienze rare, irripetibili. La situazione attuale ci consente però di avvicinare un pubblico più vasto, eterogeneo, anche tramite i social network, proponendo visioni complesse, che guidano dai backstage fino ai più insoliti palcoscenici. Ciò provoca un nuovo entusiasmo per le arti performative, anche grazie all’incontro e alla contaminazione con il linguaggio filmico e audiovisivo».

Vaccini: “Priorità alla comunità penitenziaria”

“Il nuovo focolaio di Covid nella Casa di reclusione di Quarto Inferiore d’Asti rende sempre più evidente la necessità di vaccinare al più presto l’intera comunità penitenziaria”. Lo dichiara il garante regionale delle persone detenute Bruno Mellano.

“Al momento è stato effettuato il tampone all’intera sezione che ha evidenziato lo sviluppo del focolaio – continua Mellano – e su 40 detenuti 25 sono risultati positivi: si è quindi opportunamente deciso di effettuare il tampone molecolare a tutta la popolazione reclusa. Si attendono i responsi e si spera. Al momento i positivi risulterebbero comunque asintomatici o paucisintomatici”.

“Ad aggravare la situazione – aggiunge – è il fatto che la Casa di reclusione di Asti è dedicata a detenuti in regime di alta sicurezza e, su una capienza regolamentare di 205 posti, al 28 febbraio erano presenti 300 ristretti, con una percentuale di sovraffollamento del 146%, il tasso più alto del Piemonte”.

Cresce il patrimonio artistico della Biblioteca civica Arduino

A Moncalieri donate 5 nuove opere di artisti affermati


Prosegue l’opera di risistemazione e valorizzazione della collezione civica di arte contemporanea, donata a più riprese dal 1994 in poi alla Biblioteca civica Arduino e alla Città di Moncalieri. La Città ha acquisito 5 opere d’arte, ricevute in dono, di Tino Aime, Daniela Gioda, Enrico Mazzone e Lodovica Paschetta. Tra esse spiccano “La danza delle balene” (acrilico su carta di Paschetta) e “Frammenti dalla Divina Commedia”, stampa con intervento di scrittura a mano di Mazzone.

Moncalierese, artista visuale, docente di lingua inglese, Lodovica Paschetta cattura nella sua pagina con tratto lieve e solare i suoni del mare, “raccontando di una balena che si moltiplica in molte altre balene, in un gioco di leggerezze e cromatismi capaci di evocare i suoni, il mare e i suoi profumi – illustra Silvana Nota, critica d’arte e curatrice – Il foglio pervaso di richiami fiabeschi e di sogni raccontati con delicata scrittura grafica, un senso di armonia con il quale racconta l’amore per il pianeta e le sue creature”.

Mazzone ha realizzato i suoi “Frammenti” espressamente per la biblioteca, a documento di un lavoro titanico da lui dedicato alla Divina Commedia e durato per oltre 5 anni. Nato a Torino, per lungo tempo ha vissuto in Finlandia dove è nata l’idea di intepretare con il disegno il capolavoro di Dante Alighieri, un sogno realizzatosi grazie ad un foglio di 97 mt x 4mt donatogli dalla cartiera finlandese Rauma: “Il bozzetto, pensato per la Sala Ragazzi della Arduino, riprende il tema di Paolo e Francesca, ed è stato realizzato a Ravenna – prosegue Silvana Nota – dove Enrico Mazzone ha terminato la grande opera con la tecnica del puntinismo lavorando sdraiato a terra e con centinaia di matite”.

Esprime soddisfazione l’assessore alla Cultura Laura Pompeo: “Quattro anni fa abbiamo cominciato a inventariare le opere d’arte donate alla Città negli anni – dichiara Pompeo – Abbiamo poi iniziato a valorizzare la collezione con iniziative molto apprezzate dal pubblico, a partire dalla collocazione in sala mostre dell’esposizione permanente delle incisioni donateci da Tino Aime (dicembre 2018). L’ultimo importante passo è stata l’esposizione organica dei libri d’artista collezionati negli anni, con il progetto ‘Libri d’artista. Scritture inaspettate’ (2019)”. Il tutto con l’ambizione di reinterpretare ruolo e funzione della biblioteca nel prezioso servizio che rende alla comunità, “preferendo investire, più che nell’effimero, in qualcosa da lasciare a godimento della città: opere d’arte più accessibili, nuovi libri ma anche nuovi modi per arrivare all’informazione, dalla carta allo sconfinato mondo del digitale”, conclude l’assessore Pompeo.

Bollettino Covid: i dati di mercoledì 24 marzo a Torino e in Piemonte

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.00

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 2.223 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 386 dopo test antigenico), pari al 7,7% dei 28.731 tamponi eseguiti, di cui 12.700 antigenici. Dei 2.223 nuovi casi, gli asintomatici sono 774 (34,9%).

I casi sono così ripartiti: 258 screening, 1.346 contatti di caso, 619 con indagine in corso; per ambito: 31 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 166 scolastico, 2.026 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 298.767, così suddivisi su base provinciale: 24.537 Alessandria, 14.460 Asti, 9.475 Biella, 41.740 Cuneo, 23.166 Novara, 159.451 Torino, 11.321 Vercelli, 11.003 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.334 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.280 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 354 (+7 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.608 (+36 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 30.986

I tamponi diagnostici finora processati sono 3.566.467 (+28.731 rispetto a ieri), di cui 1.312.346 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 10.053

Sono 30 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 6 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 10.053 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.458 Alessandria, 625 Asti, 394 Biella, 1.200 Cuneo, 827 Novara, 4.676 Torino, 449 Vercelli, 336 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 88 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

253.766 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 253.766 (+2.128 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 21.519 Alessandria, 12.682 Asti,8.447 Biella, 34.509 Cuneo, 19.744 Novara, 134.497 Torino, 9.482 Vercelli, 9.768 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.195 extraregione e 1.923 in fase di definizione.

Carcere e sovraffollamento in Piemonte; tra realtà e princìpi

A cura di Carmen Bonsignore / L’inizio della pandemia, con il connesso pericolo di diffusione del virus, aveva fatto salire alla ribalta delle cronache, nei primi mesi dello scorso anno, un problema poco noto ai non addetti ai lavori e molto spesso sottovalutato, quello del sovraffollamento carcerario.

Si tratta di questione che non solo incide sulle modalità di esecuzione della pena, rendendole il più delle volte contrastanti con la dignità della persona, ma che viola anche principi fondamentali della nostra Costituzione e della normativa sovranazionale, in particolare dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali (Cedu).

Secondo il dettato costituzionale (art. 27, terzo comma, Cost.) “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. In sintonia con la norma citata, l’art. 3 CEDU, secondo il quale “nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti”.
I principi sottesi alle disposizioni richiamate, sono due: quello di umanità della pena e della sua funzione rieducativa.

Il compito di predisporre tutte le condizioni per il perseguimento della finalità della pena spetta allo Stato, il quale dovrà garantire, tra l’altro, che all’interno degli istituti penitenziari tutti i detenuti abbiano spazi adeguati, accesso alle cure mediche, possano seguire percorsi psicologici personalizzati, studiare e lavorare.
Non sempre, però, la realtà aderisce ai principi e le difficoltà sono generalizzate. In più occasioni l’Italia è stata sanzionata dalla Corte EDU, la quale ha rilevato che il sovraffollamento carcerario è un problema sistemico e strutturale, che svilisce la funzione della pena. La Corte EDU ha, conseguentemente, previsto la necessità di introdurre nell’ordinamento italiano rimedi preventivi e compensativi, funzionali alla risoluzione del problema.
Il legislatore ha, pertanto, introdotto l’art. 35 ter della legge sull’ordinamento penitenziario, che consente ai detenuti che ritengano violato il loro diritto ad uno spazio adeguato, quale strumentale alla funzione rieducativa della pena, di rivolgere al Magistrato di Sorveglianza una richiesta risarcitoria, che potrà essere soddisfatta anche tramite uno sconto di pena.
Il cuore della questione non è, però, di spazi da usufruire, per quanto il tema sia aperto e su di esso si sia pronunciata di recente la Corte di Cassazione a Sezioni Unite (sentenza n. 6551/2021, depositata il 19.02.2021), ma di incidenza numerica sulle possibilità di recupero.

Se le persone ristrette superano la ordinaria capienza, non solo avranno ciascuno meno spazio a disposizione, ma potranno anche usufruire in misura inferiore al necessario dei servizi medici, psicologici, dell’opera di educatori, dell’accesso a serie misure di recupero e rieducazione.
A ciò si aggiunga che trattamenti non corrispondenti al senso di umanità, incidono fortemente su personalità già fragili, accrescendo esponenzialmente le probabilità di suicidio all’interno degli istituti di pena.
La situazione colpisce indifferentemente le carceri, al di là della collocazione geografica. Con maggiore intensità gli istituti di pena più grandi, rispetto a quelli di minori dimensioni.
Secondo i dati emergenti dall’allegato al V Dossier delle criticità e logistiche strutturali delle carceri piemontesi, ad esempio, al 28.12.2020 il Carcere Lo Russo e Cotugno ospitava al 29 febbraio un numero di detenuti superiore del 122% rispetto alla capienza ordinaria. In sovraffollamento anche il Carcere di Verbania e quello di Vercelli, mentre virtuosi risultano l’Istituto di pena di Saluzzo, occupato al 75%, e quello di Fossano al 90%.

Preoccupanti anche i numeri di suicidi in carcere, che, secondo la stima fornita dal Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Piemonte, nel ventennio 2000-2020 si sono attestati intorno ad una media del 40% delle morti complessive.
Molto è sicuramente stato fatto e confortante risulta la presenza, ormai quasi capillare, sul territorio nazionale del “Garante dei detenuti”. Figura istituzionale che, in totale autonomia, svolge attività di diversa natura, finalizzate a promuovere la reale garanzia dei diritti fondamentali delle persone private della libertà, con un focus centrale al tema del lavoro, quale elemento rieducativo e risocializzante fondamentale.
Tanto, però, deve ancora essere fatto, affinchè la prospettiva costituzionale e sovranazionale possa davvero essere traguardata.
Il primo passo, sicuramente, un cambio di visione, che renda la realtà più sincronica ai principi e consenta di perseguire la certezza del diritto e non la certezza del carcere, facendo degli istituti di pena non luoghi desocializzanti, ma risocializzanti, quando, nel caso concreto, nessun’altra misura alternativa venga ritenuta idonea allo scopo.

Covid: il bollettino di martedì 23 marzo

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 2.080nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 386dopo test antigenico), pari al 9,1% dei 22.924tamponi eseguiti, di cui 15.950 antigenici. Dei 2.080 nuovi casi, gli asintomatici sono 774(37,2%).

I casi sono così ripartiti: 360 screening, 1.130 contatti di caso, 590 con indagine in corso; per ambito: 41 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 165 scolastico, 1.874 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 296.544così suddivisi su base provinciale: 24.410 Alessandria, 14.385 Asti, 9.424 Biella, 41.322 Cuneo, 22.974 Novara, 158.263 Torino, 11.221 Vercelli, 10.954 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.328 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.263 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 347(2rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.572(+36 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 30.964

I tamponi diagnostici finora processati sono 3.537.736(+22.924rispetto a ieri), di cui 1.306.885risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 10.023

Sono 75 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 3 verificatisioggi(si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 10.023deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.457 Alessandria, 622 Asti, 392 Biella, 1.197 Cuneo, 823 Novara, 4.661 Torino, 449 Vercelli, 335 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 87 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

251.638 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 251.638(+ 2.005rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 21.361 Alessandria, 12.611 Asti,8.383Biella, 34.208 Cuneo, 19.555 Novara, 133.346 Torino, 9.375 Vercelli, 9.710 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.188 extraregione e 1.901 in fase di definizione.

Decreto Sostegni, Valle (Pd): “Piemonte ai margini”

“A causa della pandemia il sistema neve ha perso un’intera stagione e il Decreto Sostegni che gli attori del settore attendevano, purtroppo, pur assegnando ben 700 milioni di risorse lo fa in maniera squilibrata, utilizzando le presenze turistiche in albergo come parametro.

In questo modo mentre il Trentino, che usufruisce già di molti vantaggi che derivano dal suo status di regione autonoma, avrebbe 450 milioni di euro guardando ai dati 2018, il Piemonte riceverebbe meno della Valle d’Aosta: 35 milioni da assegnare a chi ha dovuto rinunciare a mesi di lavoro” dichiara il Consigliere regionale del Partito Democratico Daniele Valle.

“Il turismo piemontese – prosegue Valle – da sempre ha una forte componente di prossimità e di seconde case. Non è corretto, quindi, utilizzare il parametro delle presenze alberghiere. Penso che, nella ripartizione dei sostegni, si debba tenere conto di tanti fattori. Ecco perché se non si correggeranno i parametri di distribuzione il Piemonte riceverà le briciole. Dobbiamo intervenire tutti insieme a sostegno della nostra montagna e di chi ci lavora!”.

Il Piemonte consulta i giovani per progettare il futuro


“PIEMONTE2027. NEXT GEN PER IL FUTURO”: 400 GIOVANI UNDER 35 COINVOLTI DALLA REGIONE IN UNA UNA MARATONA DIGITALE
PER CO-PROGETTARE IL LORO FUTURO EUROPEO IN PIEMONTE

Il tour sul territorio “Piemonte Cuore d’Europa” si è concluso  sabato 20 marzo, con “Piemonte2027. Next Gen per il futuro”.

La Regione Piemonte, per la prima volta nella sua storia, ha deciso infatti di dedicare un focus particolare alla consultazione dei giovani tra i 18 e i 35 anni, che vivono in Piemonte e che saranno protagonisti della prossima programmazione europea.

All’insegna del claim “Ripartiamo da nuove idee. Le tue” dalla Sala della Trasparenza del Palazzo di piazza Castello ha preso vita stamattina una vera e propria maratona digitale per raccogliere contributi concreti ed innovativi “a misura di giovani” da inserire nel Documento Strategico che verrà approvato dalla Regione Piemonte entro la fine di aprile: dalla digitalizzazione alla sostenibilità, dall’innovazione sociale alle professioni del domani, dal benessere alla vivibilità delle aree urbane e del territorio.

Cinque ore di brainstorming, in decine di tavoli virtuali connessi tra loro, per un unico confronto collettivo.

“Pensiamo sia fondamentale consultare i giovani sui temi della prossima programmazione europea 2021-2027, le cui ricadute impatteranno direttamente sulle loro vite – spiega il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Hanno aderito in centinaia, oltre ogni nostra aspettativa e di questo siamo molto felici”.

Sono stati infatti 400 i giovani sotto i 35 anni che vivono, lavorano o studiano in Piemonte che hanno risposto all’apposita call di partecipazione attiva all’evento. Durante le cinque ore di confronto collettivo virtuale, dalle 9.30 alle 14.30, sono stati affrontati i cinque temi prioritari per il futuro: un Piemonte più digitale (Smart), più sostenibile (Ambiente), più sociale (Inclusione), più innovativo (Next Gen), più vivibile (Benessere). Ciascuna delle cinque sessioni tematiche è stata introdotta da un talk a cura di un esperto che ha ispirato la discussione e lanciato alcuni spunti di riflessione. A seguire i giovani si sono divisi in decine di gruppi di lavoro, sotto la guida di oltre 40 facilitatori/moderatori, appositamente formati, per attivare il confronto sui temi scelti. A ispirare i lavori dei tavoli Emanuela Girardi, Massimiano Tellini, Paolo Pileri, Cristina Pozzi e Christian Greco.

Tutte le idee e le proposte emerse nei vari tavoli sono state giudicate positivamente anche dai giovani partecipanti. Per Andrea Pace è stata “un’esperienza veramente bella, impegnativa come preparazione, ed una grande opportunità che ha consentito ad una fascia di popolazione spesso esclusa dai processi decisionali di confrontarsi in modo piacevole e utile con la Regione, in quanto ci teniamo molto a fare qualcosa di importante per il Piemonte”. Per Elena Rajteri “dalla giornata son emerse richieste valide interessanti, tra le quali la necessità di una formazione scolastica e culturale più incisiva e una maggiore connessione tra il territorio, in modo da rendere più partecipative le varie realtà che compongono il Piemonte”.

“400 giovani che decidono di passare il loro sabato a discutere di futuro non sono una cosa da poco, è il segno che la loro generazione ha deciso di prendere in mano di persona le redini del proprio destino – afferma l’assessore alle Politiche giovanili Fabrizio Ricca -. Le complessità da affrontare per loro saranno tante, a partire da quelle legate al mondo del lavoro, un mondo in costante evoluzione. Chi meglio dei giovani, però, può trovare e indicarci i nuovi percorsi da intraprendere?”

“Piemonte Cuore d’Europa” è il roadshow che la Regione ha organizzato per condividere con i rappresentanti del mondo economico, sociale e degli enti locali di tutte le province i documenti di lavoro che delineano le priorità su cui concentrare le risorse in arrivo nei prossimi anni dall’Europa: dai fondi del Recovery Plan, su cui il Piemonte ha presentato un piano del valore di 13 miliardi di euro, alla prossima programmazione dei fondi europei 2021-2027, che avrà un valore di quasi 4 miliardi di euro (circa un miliardo in più rispetto al passato).