per la stagione dell'Auditorium Rai

Il violoncellista Isserlis debutta nel celebre Concerto n. 1 di Sostakovic

auditorium rai

Composto e eseguito per la prima volta da Rostropovic

 

Il violoncellista Steven Isserlis debutta giovedì 5 novembre alle 20.30, all’Auditorium Rai di Torino,  nel Concerto n. 1  in mi bemolle maggiore di Dmitrj Sostakovic, una pagina che il  musicista ha anche inciso con l’Orchestra della Radio di Francoforte e Paavo Jarvi, ottenendo ampi consensi. Isserlis ha suonato con prestigiose orchestre internazionali come i Berliner Philarmoniker,  la Philharmonia Orchestra e la NHK Symphony,  oltre a essere un noto scrittore di volumi su grandi compositori e di favole musicali per bambini.

 

La fama dei concerti per violoncello e orchestra di Sostakovic è strettamente legata al nome di Rostropovic. Fu, infatti, il grande violoncellista russo, scomparso nel 2007,  l’ispiratore e il dedicatario, nonché il primo esecutore di questi concerti. La composizione sfoggia una melodia orientaleggiante,  ispirata alla città natale del violoncellista russo,  la musulmana Baku, in Azerbajdjan. Il tono solare e gaio della composizione riflette probabilmente lo stesso carattere di Rostropovic. La prima esecuzione avvenne il 4 ottobre 1959 al teatro Marinskij di Leningrado,  in una Russia che, negli anni immediatamente successivi alla morte di Stalin,  avvenuta nel ’53, stava voltando pagina.

 

A dirigere il concerto di giovedì 5 novembre, con replica venerdì 6 novembre, alle 20.30, sarà il maestro Juray Valcuha,  direttore principale dell’Orchestra Rai,  che aprirà il concerto con l’Ouverture da “Il franco cacciatore” di Maria Von Weber, pagina scritta nel 1821, che ben sintetizza i temi dell’estetica romantica nella sua declinazione germanica, con il prevalere del clima faustiano,  dei gesti eroici e della natura selvaggia. Verrà inoltre eseguita la Quinta Sinfonia di Prokof’ev in si bemolle maggiore, composta nel 1944, e accolta con grande entusiasmo a Mosca l’anno successivo. Massiccia, granitica, esprime uno stato d’animo che fu lo stesso compositore a spiegare, affermando: “Nella Quinta Sinfonia ho voluto cantare l’uomo libero e felice, la sua forza, la sua generosità e la purezza della sua anima”.

 

Ponendo in relazione questa affermazione con il periodo di composizione della sinfonia, l’estate del 1944, e con le reazioni di entusiasmo suscitate alla sua prima esecuzione,  avvenuta a Mosca il 13 gennaio del ’45, si è inclini a  coglierne un riflesso degli avvenimenti dell’epoca,  l’eco trionfale della vittoriosa liberazione del territorio russo dalle truppe tedesche, e l’adesione a un ottimistico spirito patriottico. In realtà la Quinta Sinfonia è la meno russa di quelle di Prokof’ev e la più tedesca per appartenenza culturale. Questa Sinfonia esprime una fiducia nell’uomo libero, ma tale fede è di ordine morale e autobiografico,  risiede, cioè, nelle scelte personali dell’artista. La composizione viene, infatti, a configurarsi come terra d’incontro di spiriti eletti, incuranti delle atrocità della storia.

 

 Mara Martellotta