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Parole d’amore ai tempi del virus

Francesco, infermiere impegnato nell’emergenza sanitaria, ha scritto un pezzo uscito su spotify e itunes dedicato alla sua ragazza

Incontro Francesco lungo Po, con la luce calma del tramonto, l’odore della primavera che quest’anno si sente quasi colpevole ad essere arrivata, e qualche sguardo prudente che passa rapido dietro alle nostre spalle.  Ha gli occhi dolci, uno sguardo un po’ lontano e un sorriso sincero.

T: Ciao Francesco, chi sei e da dove vieni?
F: Allora, sono Francesco, ho 27 anni, sono nato a Civitanova Marche e faccio l’infermiere. Esauriente? (ride). Sono a Torino da due anni, ma prima di approdare qui ho vissuto anche a Milano per un po’ di tempo. Qui a Torino ho trovato quello che per me era il giusto equilibrio tra il traffico della grande città e la pace della cittadina di provincia. Non mi fraintendere -che se lo legge mia mamma pensa “ma guarda questo”-: amo il posto dove sono nato, amo tornarci, ma io sono uno a cui piace cambiare.

T: e invece chi è F Brioschi?
F: F brioschi so’ io: è il mio alter-ego creativo. Hai presente quella parte di ognuno di noi che rimane inespressa, ma che è latente, quel qualcosa che non sai che forma abbia ma senti che c’è, e allora per ri-conoscerla, per prendere consapevolezza della sua esistenza, le dai un nome: dando un nome a questa parte di me, è come se gli avessi dato vita, attraverso la musica. Così è nato F Brioschi. Questo nome l’ho scelto insieme alla mia ragazza: se po di? O fa miele?

T: Da come ne parli sembra un “ri-conoscimento” recente.
F: Ho sempre scritto, canzoni, pensieri, poesie, parole insomma con diverse forme si, ma non mi ero ancora ri-conosciuto davvero. Avevo registrato altri pezzi che ho tenuto per me, per gioco, mentre Mina è uscito allo scoperto perchè è stato un regalo per la mia ragazza, Mina appunto. E’ lei che ha tirato fuori F Brioschi, in tutti i sensi. E il produttore, Emanuele Cotto, ha fatto il resto: ha visto nel mio pezzo un inno all’amore in cui altre persone avrebbero potuto indentificarsi, come spesso accade; poi è successo che è stata ascoltata dall’etichetta Reload Music, che ha deciso di farla uscire sulle piattaforme di streaming musicale a loro marchio. Sinceramene non mi aspettavo che un’etichetta si potesse accorgere di me, visto che fino a ieri cantavo solo mentre spadellavo (da buon terrone), o nel letto prima di dormire per fare addormentare la mia ragazza. E ora invece mi ritrovo la mia faccia su spotify.

T: Dicci chi è, e che cos’è, Mina
F: Mina è la mia compagna, la mia ragazza, che in realtà si chiama Martina, ma le piace farsi chiamare così. Nella canzone ho giocato con le parole: (canticchia) “e adesso c’ho una mina nel petto”, una bomba pronta ad esplodere per la potenza di quello che provo nei suoi confronti.  Dopo esserci persi in un locale notturno due anni fa, ci siamo ri-incontrati quest’autunno (canticchia di nuovo) “erano due anni che non ti vedevo”, e l’impressione che ho avuto è che ci fossimo già incontrati in un’altra vita “e ci siam voluti già in un’altra vita”, perchè è stato tutto molto familiare e vero sin dall’inizio, come se non dovessimo spiegarcele, le cose che più erano sepolte dentro noi. Mi sono sentito come se fossi tornato a casa dopo un lungo errare alla ricerca di una sensazione cosi vera. Quando l’ho ritrovata è stato come unire i puntini. É una sensazione rara, non è il semplice innamoramento: per questo il pezzo non poteva che prendere il suo, di nome.

T: Il pezzo è uscito durante la pandemia che ha messo in ginocchio tutta italia: come sta andando?
F: “mina” è uscito il 23 aprile su spotify, itunes, e alter piattaforme: fare uscire un pezzo in questo periodo va contro tutte le regole non scritte del mercato musicale, ma abbiamo comunque deciso di pubblicarla per vedere quante persone avrebbe raggiunto. Siamo rimasti davvero stupiti, perchè è andato ben oltre le nostre aspettative: dopo 15 giorni siamo arrivati a 15 mila stream, 1000 stream al giorno, non male eh per un ragazzo di provincia (ride): per me ma anche per il produttore e per l’etichetta, sono stati una grandissima sorpresa, essendo il mio primo pezzo.

T: ma con un successo così, avrai sicuramente in cantiere un secondo pezzo: confermi?
F: non voglio dire ancora nulla, solo che questo secondo pezzo sarà molto diverso dal primo, parla di una sensazione, uno stato d’animo in movimento, qualcosa che accomuna un po tutti i malinconici: non è che se so’ innamorato non sono più nostalgico. Non c’è un vero e proprio progetto musicale dietro, quello che esce da me è solo verità quindi aspettatevi questa e nient’altro.

Il “messaggio d’amore” di Silvia Mezzanotte

La voce storica dei Matia Bazar regala una versione inedita del brano con cui il gruppo vinse per la seconda volta Sanremo nel 2002.

“Voglio darti un messaggio d’amore di poche parole/ Resta a casa è la cura migliore/ migliore che c’é…Sai quanto bene fai/ In fondo, puoi/posso farlo anche io/Uniti per vincere/Dai, forti più che mai/Che male fa non toccarti più/Chiunque tu sia/Questo è un messaggio d’amore per te”.

Sono queste le parole nate al tempo del Coronavirus della nuova versione di ‘Messaggio d’amore’ disponibile su YouTube al link https://youtu.be/vFyx9oEH2ro), canzone con la quale Silvia Mezzanotte e i Matia Bazar vinsero per la seconda volta nel 2002 il Festival di Sanremo.

Un invito in musica rivolto alle persone di cuore a restare a casa, e unirsi alla raccolta fondi “Manfredonia Anti-Covid19” disponibile sulla piattaforma di crowdfunding Gofundme.com e promossa da ‘Pop Officine Popolari’ a supporto dell’Ospedale cittadino ‘San Camillo’. Che al momento, grazie alla consueta generosità dei pugliesi, ha superato quota 13mila euro, garantendo già quattro forniture di DPI e strumenti per l’operatività del nosocomio sipontino.

“Felice di aver dato il mio contributo al più bel ‘Messaggio d’amore’ che ci sia: un inno alla vita, una coccarda al petto per chi lotta con coraggio ogni giorno in prima linea, donando instancabilmente tutto sé stesso per il bene della collettività”, esordisce la voce storica dei Matia Bazar. “La musica è un linguaggio universale, e ha come fine quello di parlare a ogni cuore, indistintamente. Oltre a teatri e palasport, esistono palcoscenici ben più importanti, che anche a luci spente e senza ribalta possono contribuire invece ad accendere i riflettori su iniziative degne di nota, come in questo caso”, prosegue Silvia Mezzanotte.

“In quest’ultimo mese e mezzo, da Nord a Sud, ho ricevuto una pioggia di richieste di aiuto: ho pronunciato subito il mio sì, come nel più importante dei matrimoni, a tutti coloro che mi hanno contattata. Un modo per restare vicina al pubblico, anche quello più bisognoso, in una ideale tournée fatta di mani che si stringono e corpi che si abbracciano dal valore ancora più prezioso, specialmente in vista di una stagione estiva dalle piazze mute per artisti e pubblico”.

Per poi concludere: “Ringrazio l’amico medico, il Dottor Matteo Vairo, impegnato in prima linea contro il Covid-19 per avermi coinvolta in questo progetto e per avermi fatto conoscere Alessandro Di Lascia e Simona Paciello che hanno dato vita a questa intensa rilettura di una fra le canzoni più importanti del mio percorso umano e artistico. E, con loro, anche il Collettivo Artisti di Manfredonia si è unito al mio canto: Anna Miucci, Monica Paciello, Jole Virgilio, Simona Paciello, Cristina Bisceglia, Michele Bottalico, Amon e Gianpio Notarangelo al violino, incluso il videomaker Claudio Antonio Perrino.

E, in particolar modo, i miei fidati quattro moschettieri con cui condivido da anni la scena: Riccardo Cherubini alle chitarre, Lino De Rosa Davern al basso, Claudio Del Signore alla batteria e Michele Scarabattoli alle tastiere per aver completamente risuonato e riarrangiato gratuitamente il brano”.

Quelli del Big Mac

Caleidoscopio Rock USA  Anni ’60 / Quello è un “crowd rouser”… Nel linguaggio colloquiale delle bands questa era una delle espressioni utilizzate quando si parlava di un brano che attirava i giovani a ballare in pista nei teen clubs, o ai parties di liceo, o alle feste di fine anno scolastico, o ai ritrovi di fraternities universitarie

Il pezzo poteva avere un successo clamoroso dal vivo nei gigs in giro per gli Stati Uniti e nei più diversi contesti, ma non era poi così certo che avesse eguale riscontro nelle classifiche o nelle programmazioni radiofoniche nell’area cittadina della band o nello Stato di appartenenza.

Ed è proprio questo iato a rivelarsi a volte pericoloso per la tenuta psicologica dei gruppi musicali di piccolo-medio cabotaggio, se non addirittura costituire la causa di fratture interne insanabili, con screzi spesso aspri e premonitori di scioglimenti rapidi e definitivi. Questo fu il caso della band The Rumors dell’area di Los Angeles, formatasi tra 1963 e 1964 attorno al leader Ben[son] Turner (V, org, arm), cui si aggiunsero Larry Scher (V, b), Ed Burkey (chit), Norman Prinsky (V, batt). L’ottima propensione del gruppo per le esibizioni dal vivo rendeva la compagine elastica e ben adattabile ai gusti variegati che si potevano rinvenire in un pubblico di teenager o di studenti universitari o perfino di rampolli della “upper class” a bordo piscina; risultava vincente la compresenza di influenze musicali miste, ma in primis l’ispirazione dai The Kingsmen e dalla British Invasion (specialmente The Hollies e The Zombies). La gestione manageriale era in proprio (a cura di Ben Turner) e non mancarono soddisfazioni in alcune competizioni, specialmente in una “Battle of the Bands” all’Hollywood Palladium di Los Angeles nel 1965. Qui The Rumors furono adocchiati e l’esito positivo della gara li condusse in sala di registrazione, dove nell’estate 1965 fu inciso il primo (e purtroppo unico) 45 giri: “Hold Me Now” [Turner, arr. Burkey] (5002; side B: “Without Her” [Richards]), inciso negli studi di Bill Bell con etichetta Gemcor. Sebbene le programmazioni radiofoniche di Los Angeles prediligessero il brano della facciata B, la band puntava molto sull’impatto “live” di “Hold Me Now”, la cui vena accattivante trovò una ulteriore spinta: il pezzo fu utilizzato tra 1965 e 1966 in una breve striscia pubblicitaria del Big Mac (il noto hamburger), molto trasmessa in tutta la zona costiera californiana. Con questo volano favorevole, l’area delle esibizioni si ampliò fino a Bakersfield e Fresno (anche con apparizioni in TV), Visalia, Santa Maria e San Luis Obispo, con la band che puntava moltissimo su “Hold Me Now” specialmente sul versante radiofonico e discografico. Tuttavia (forse anche a causa di infelici soluzioni manageriali e scelte un po’ azzardate in campo promozionale) il brano non seppe sfondare e non rispose adeguatamente alle attese della band, non riuscendo ad intercettare il gusto della grande massa del pubblico giovane. Solo parecchi anni dopo verrà giustamente rivalutato e inserito in svariate raccolte a tema a cura di Cicadelic Records. Le aspettative deluse furono senz’altro la causa di una crisi di entusiasmo da parte di tutti i membri del gruppo, che gradualmente e autonomamente andarono sviluppando interessi divergenti e paralleli che non si sarebbero più riallacciati e ricomposti. Con il diradarsi delle esibizioni “live” l’attività dei The Rumors si ridusse notevolmente, fino allo scioglimento avvenuto forse entro la fine del 1967, con il movimento psichedelico già galoppante e in piena ascesa.

Gian Marchisio

Andrea Mingardi e Silvia Mezzanotte cantano per asl e poveri

Su Gofundme.com per aiutare ASL e mense dei poveri piemontesi e valdostane. Il sostegno di Andrea Mingardi e Silvia Mezzanotte, ex voce dei Matia Bazar: il grande cuore della Bologna che canta per il Nord che soffre

Coronavirus, la Pasqua appena trascorsa inaugura un’altra preziosa iniziativa benefica. Al via da oggi l’iniziativa “Diffondiamo la solidarietà, non il virus: facciamola andar bene!”. Una campagna preziosa a sostegno delle realtà più periferiche di Piemonte e Valle d’Aosta che, in questo momento, necessitano di un aiuto importante per garantire anche i più basilari servizi di assistenza.

“Destinatari della raccolta già attiva sulla piattaforma di crowdfunding Gofundme.com sono Aziende Sanitarie locali e mense dei poveri che faticano a far fronte all’emergenza in corso: ASL di Alessandria, Casale Monferrato e Tortona, Aosta, Biella, Ivrea (TO), Novara, Vercelli e la ASLTO5 per quanto concerne il Torinese”, spiegano dal ‘Gruppo Marazzato’, che ha acconsentito a farsi capofila del grande progetto solidale diffuso, mettendo a disposizione le proprie professionalità al servizio dell’intera macchina organizzativa, rispondendo affermativamente alle varie richieste di intervento pervenute in questi giorni difficili al fine di rendere possibile l’ambiziosa iniziativa.

“Sosterremo altresì la Mensa Sociale ‘Tavola Amica’ di Aosta, Alessandria e Ivrea (TO) in mano alla ‘Caritas’, la mensa ‘Il Pane quotidiano’ di Biella, la mensa dei Frati Cappuccini San Nazzaro della Costa di Novara, la mensa dell’Associazione Don Luigi Longhi Onlus di Vercelli e la ‘Mensa dei Poveri’ di Torino del ‘Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione Onlus’ di Don Adriano Gennari”, concludono dal ‘Gruppo Marazzato’, in questi giorni attivo nel fornire consulenza gratuita a 360° riguardo tutte le procedure di disinfezione e sanificazione degli ambienti lavorativi, in prima linea nella disinfezione degli esterni (parcheggi, piazzali, strade), e indirettamente – mediante l’indicazione di una lista di operatori qualificati in tutta Italia – nella sanificazione di ambienti professionali interni (uffici, depositi e magazzini).

A dare manforte, con il proprio autorevole sostegno, alla campagna anche due grandi artisti della musica italiana. Due bolognesi dal cuore grande accorsi in aiuto del Piemonte e Valle D’Aosta che soffrono, Silvia Mezzanotte, ex voce dei Matia Bazar, e il cantautore e bluesman bolognese Andrea Mingardi. “Sono felice di dare il mio contributo a una così nobile iniziativa che presta attenzione anche al lavoro prezioso delle mense dei poveri, ogni giorno in trincea per sfamare chi è senza tetto e senza tutto”, afferma la nota cantante.

Mentre Andrea Mingardi ribadisce che “è un dovere di coscienza per tutti gli artisti italiani rendersi conto che di fronte a una tragedia di questo tipo bisogna aderire non solo attraverso con le note e il talento, ma anche attraverso uno spirito di solidarietà diffusa. In Valle D’Aosta sono andato a sciare tante volte, ho lavorato nei pochi locali che c’erano e sono sempre stato accolto in una maniera fantastica. Il Piemonte è stato invece la mia mamma artistica attraverso i dancing di inizio carriera. Una regione in cui ho vissuto tanto”, ricorda il cantautore, che alla raccolta fondi insieme a Silvia Mezzanotte hanno dedicato anche due singoli video disponibili sul canale ufficiale YouTube del ‘Gruppo Marazzato’.

A vigilare sulla bontà della campagna – nonché a disposizione di imprenditori e privati che scelgano di donare attraverso forme alternative differenti dal web – un Consiglio di Garanzia (contattabile all’indirizzo consiglio@diffondiamolasolidarieta.com e al numero verde gratuito 800 003346) composto dagli industriali Carlo e Mara Marazzato, dal giuslavorista e contributor de ‘Il Sole 24 Ore’ Professor Francesco Natalini, dal giornalista e Presidente di ‘Sorgenia’ Chicco Testa, dal Commercialista e Revisore Contabile Domenico Carello del Consiglio Direttivo di ‘Confimi Piemonte’ (Confederazione dell’Industria Manifatturiera Italiana e dell’Impresa Privata), dall’Avvocato penalista e d’impresa Emanuele Crozza (già collaboratore in passato dell’Unione Nazionale Consumatori), Matteo Fratini (Presidente Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro Valle D’Aosta) e dal giornalista ed esperto di Terzo Settore Maurizio Scandurra.

All’appello ha risposto anche il gruppo piemontese dell’ASSIF, Associazione Italiana Fundraiser, fornendo gratuitamente tutto il proprio prezioso supporto alla buona riuscita dell’operazione.
Ma, soprattutto, moltissimi anche i testimonial del quotidiano – sindaci, professionisti, commercianti e punti di riferimento dei territori interessati – pronti a fare la loro parte, fornendo ciascuno il proprio apporto alla campagna.

 

Qui i link con i video degli artisti in sostegno alla campagna solidale:

https://www.youtube.com/watch?v=MMYlligUVxA VIDEO ANDREA MINGARDI CANTAUTORE E BLUESMAN

https://www.youtube.com/watch?v=hCCDCP1q5pw VIDEO SILVIA MEZZANOTTE, VOCE STORICA DEI MATIA BAZAR

 

Musicultura, ecco i nomi dei finalisti

Paolo Rig8 di Torino vola in finale. Musicultura, il festival della canzone popolare e d’autore italiana, ufficializza i nomi dei 16 artisti finalisti della XXXI edizione (2020) del concorso con cui dal 1990 contribuisce attivamente al ricambio artistico-generazionale della canzone di qualità nazionale.

“Come tutti siamo alle prese con gli effetti di Covid-19. Per condurre in porto questa XXXI edizione del festival dovremo navigare a vista, saremo prudenti, pazienti e ce la faremo – ha dichiarato il Direttore Artistico Ezio Nannipieri  “intanto, con  Radio 1, cominciamo a goderci questo antipasto di belle canzoni, profumano di fresco e di buono.”

 

Tra i magnifici 16 di Musicultura che passano in finale  anche il  cantautore torinese Paolo Rig8 con la canzone Scemi in paradiso.

I 16 finalisti escono da una dura selezione, che ha inizialmente coinvolto 760 artisti, tutti autori dei loro brani ed ognuno dei quali ha ricevuto una risposta scritta argomentata. Tra  febbraio e marzo scorsi, le 53 proposte più meritevoli sono state convocate al Teatro Lauro Rossi di Macerata per sostenere audizioni dal vivo davanti alla commissione d’ascolto di Musicultura e al pubblico. Con l’entrata in vigore delle prime misure di contenimento epidemico le audizioni sono proseguite a porte chiuse e sono state trasmesse in streaming, registrando otre 100.000 visualizzazioni.  L’elevata qualità artistica delle proposte ha reso sofferta la scelta dei 16 artisti finalisti, con la proclamazione dei quali si entra oggi nel vivo della XXXI edizione di Musicultura. Di seguito i loro nomi, con il titolo delle canzoni e la provenienza:

Blindur (Cardito, NA) – Invisibile agli occhi; Cogito (Dolo, VE) – Cicca & caffè; Costanza (Livorno) –100 maglioni; Fabio Curto (Acri, Cs / Bologna) – Domenica; Alberto De Luca (Sondrio) – De André; Ernest Lo (Pescara) – Ssialae;

Hanami (Napoli) – Contro volontà; H.E.R. (Foggia / Roma) – Il mondo non cambia mai; I miei migliori complimenti (Milano) – Inter-Cagliari; La Zero (Napoli) – Mea culpa;

 Miele (Caltanissetta) – Il senso di colpa; Peppoh (Napoli) – Where Is the Rapstar?; Paolo Rig8 (Torino) – Scemi in paradiso; Senna (Ostia, RM) – Italifornia; SofSof (Bagnara Calabra) – La vita sognataULULA & LaForesta (Verona / Milano) – Oddio l’oblio.

Da lunedì 6 aprile Rai Radio 1, la radio ufficiale di Musicultura e dal 2001 media partner del festival, prenderà per mano le canzoni finaliste per accompagnarle nelle case degli italiani.

 Aprirà le danze John Vignola all’interno di Radio 1 Music Club (in onda dalle 15,00).  Con la curiosità e l’acume che lo contraddistinguono il conduttore presenterà le canzoni finaliste di Musicultura 2020, al ritmo di una al giorno, dal lunedì al venerdì per tre settimane.

“Sono orgoglioso di rappresentare ancora una volta uno dei ponti radiofonici per i finalisti di Musicultura. – ha dichiarato John Vignola –  La musica è materiale resistente, oggi ne abbiamo bisogno più che mai e questa manifestazione ne incarna sicuramente i risvolti più virtuosi.”

Il sabato e la domenica il testimone passerà a Duccio Pasqua, che ritornerà sui cinque brani  anticipati da Vignola nei giorni precedenti e approfondirà la conoscenza dei rispettivi autori con interviste ad hoc; il tutto nell’ambito di Radio 1 Musica – L’Italia in diretta (in onda dalle 21,05), il programma condotto da Pasqua insieme a Sandro Fioravanti. Radio 1 valorizzerà inoltre la programmazione con appuntamenti fissi sui suoi social.

Le canzoni finaliste saranno raccolte nel CD compilation della XXXI edizione di Musicultura,

con distribuzione Delta Italiana, la prossima fase del concorso porterà alla designazione degli otto vincitori, di cui due  saranno eletti dal pubblico di Facebook e i restanti sei vincitori dal prestigioso Comitato Artistico di Garanzia di Musicultura composto da Brunori Sas, Vasco RossiSandro Veronesi, Claudio Baglioni, Francesca Archibugi, GiorgiaEnzo Avitabile, Enrico Ruggeri, Alessandro Mannarino, Luca Carboni, Guido Catalano, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Gaetano Curreri, Frankie hi-nrg mc, Teresa De Sio, Niccolò Fabi, Dacia Maraini, Mariella Nava, Gino Paoli, Ron, Andrea Purgatori, Alessandro Carrera, Ennio Cavalli, Tosca, Paola Turci, Roberto Vecchioni, Willie Peyote. Gli otto vincitori accederanno in estate, all’Arena Sferisterio di Macerata, alle serate finali di Musicultura 2020. Le date saranno definitivamente fissate non appena lo consentirà il rientro dall’emergenza epidemica in atto. Al vincitore assoluto del concorso andranno in premio 20.000 euro.

I Club e Festival musicali a sostegno degli ospedali

Il 3 aprile appuntamento straordinario promosso dai festival e dai club piemontesi per promuovere la raccolta fondi organizzata dalla Regione Piemonte e dal Consiglio regionale del Piemonte

Samuel & Roy Paci, Paolo Belli, Guido Catalano, Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo, Cosmo e Paolo Benvegnù fra i tanti artisti che hanno già aderito.

Il 3 Aprile i Club e Festival musicali piemontesi su iniziativa di #StayON – il movimento nato dai principali live club e festival dell’intera penisola e coordinato da KeepOn LIVE – Associazione di Categoria Live Club e festival italiani per costruire una staffetta quotidiana di eventi in streaming – si uniscono in una sola voce per promuovere, sempre attraverso la cultura, la raccolta fondi promossa dalla Regione Piemonte e dal Consiglio regionale del Piemonte a sostegno degli ospedali piemontesi e per l’acquisto di materiale sanitario (REGIONE PIEMONTE-Sostegno emergenza Coronavirus” al numero iban intestato a Regione Piemonte presso UniCredit Group – IT 29 H 02008 01152 000100689275 codice BIC UNICRITM1AF2-UNICREDIT GROUP) e il sistema di crowdfounding nato dalla campagna di donazione #insiemesiamopiuforti lanciata dal Piemonte Team (artisti dello spettacolo, del teatro e della cultura) proprio a sostegno della raccolta fondi Istituzionale. https://www.gofundme.com/f/insieme-siamo-piu039-forti?

Già nelle scorse settimane i partner piemontesi della rete di #StayON si sono impegnati costantemente a divulgare gratuitamente cultura in streaming e a sostenere campagne di raccolta fondi per gli enti sanitari in stato di emergenza da COVID19 ma oggi ritengono di poter e dover fare di più, accogliendo per l’occasione in #StayON, tutti i Club e Festival musicali piemontesi che vorranno contribuire a questa causa comune.

Eccezionalmente, per un giorno, il palinsesto di #StayON si amplierà dalle 18 fino a mezzanotte con le ormai tradizionali dirette Facebook da parte degli artisti che, da casa, intrattengono il pubblico  attraverso i canali degli Spazi di Cultura che in questo momento di emergenza sono chiusi al pubblico, ma che vogliono continuare a far sentire la voce di un comparto che da sempre ha fatto la differenza in qualità di presidio sociale e culturale sul territorio.

“Donare per permettere ad altri di stare meglio è un gesto bellissimo e semplice allo stesso tempo, che ci permetterà di acquistare attrezzature mediche e sostenere le strutture sanitarie del nostro territorio – commentano il presidente della Giunta Alberto Cirio e del Consiglio regionale Stefano Allasia – In questi giorni molto difficili anche un piccolo gesto diventa importante. Un grazie quindi a tutti coloro che stanno facendo la loro parte con grande generosità per sconfiggere l’epidemia e un sentito grazie anche a tutti gli artisti, ai club e i festival del Piemonte che ci stanno sostenendo attraverso questa iniziativa”.

Il palinsesto sarà in continua evoluzione per dare la possibilità a club e artisti di aderire sino all’ultimo momento ma l’elenco, oggi, è già molto lungo: Paolo Belli con Tanaro Libera Tutti; Paolo Benvegnù con lo Spazio 211; Cacao Mental con il Cap 10100; Federico Castello con il Jazz Club; Guido Catalano con il Diavolo Rosso; Daniele Celona con Alingana Festival; Alberto Cipolla con il Circolo Margot; Cheap con Stereoteepee Festival;  Emidio Clementi con il Circolo della Musica; Dario Canal (Etruschi From Lakota) con l’Indiependenza Festival; Dott. Lo Sapio & Mao con le Officine Ferroviarie; Due Venti Contro con CPG; Ron Gallo con Fans Out; Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo con TOdays; Generic Animal con Artico Festival;  Fabio Giachino con il Sofà So Good; HÅN con A Night Like This;  John Qualcosa con Cinema Vekkio; Samuel & Roy Paci con OFF Topic; Davide Shorty con Reload Sound Festival; Testaintasca con _resetfestival; Tuomo Uusitalo con The Mad Dog Social Club;  T Vernice con Magazzino sul Po; Wallis Bird con El Barrio; Zibba con il Balla Coi Cinghiali.

Per lo show finale, Cosmo sarà l’animatore di un dj set in diretta da casa sua che verrà trasmesso a reti unificate da tutti i soggetti aderenti all’iniziativa che condivideranno simultaneamente la diretta in “video party”.

Stress da calendario

Caleidoscopio rock USA anni ’60 / Una sola chitarra? Nemmeno un Vox o un Farfisa? Ma addirittura sax e tromba contemporaneamente in una rock band americana di metà anni Sessanta? Nell’area di Birmingham in Alabama non mancavano le garage bands, sempre agguerrite nel contendersi le occasioni di esibizione nell’area fino a Mobile e al confine meridionale con la Florida

 

C’erano “The Premiers”, “The Rockin’ Rebellions”, i più famosi “The Distortions”, ma anche quella band dalla formazione così insolita, con una sola chitarra, gli horns (tromba e sax) ma senza organo: The Torquays. Il nucleo originario sorse nel 1963 con Dale Aston (V, chit) e Wendell Colbert (b), cui si aggiunsero gradualmente componenti variabili fino alla formazione di quintetto, con Barry Bicknell (tr), Steve Salord (sax) ed Eugene Hayes (batt).

A differenza di altre band che patirono esordi “al rallentatore”, The Torquays ingranarono subito ad un ritmo sostenuto di date, gigs, esibizioni in tutti i settori possibili ed immaginabili in cui fosse richiesto intrattenimento musicale (favoriti anche dall’influenza musicale del rock&roll delle origini). La gamma di locations era vasta e geograficamente copriva numerose città e cittadine del centro-nord dell’Alabama, in un raggio d’azione per nulla ridotto: Birmingham, Huntsville, Decatur, Guntersville, Cullman, ma anche ad est e a sud oltre Anniston e Sylacauga e fino al confine con la Georgia (verso Lanett) o lungo la direttrice della U.S. 280 tra Alexander City, Dadeville, Opelika fino allo sconfinamento a Columbus. Il frenetico tourbillon di date ed appuntamenti non lasciava molto spazio a prospettive di sala discografica, eppure The Torquays riuscirono ad incidere due 45 giri nel 1965: “While I’m Away” [Aston – Salord] (4701; side B: “Pineapple Moon” [Shaddrix]), inciso a Muscle Shoals presso i Fame Studios, con etichetta Holly; il secondo “You’re The One Who Loves Me” [Aston] (219; side B: “Find A New Love” [Wammack]), inciso a Memphis, prodotto da Roland James (Sonic Sound Studios), con etichetta Ara. Le due incisioni ottennero buona accoglienza nelle radio locali di Birmingham, ma anche in Florida sulle aree di Tallahassee e Jacksonville. La band in realtà non poteva pienamente cogliere l’apprezzamento nella programmazione radiofonica, tanto era occupata nel continuo roteare di date ed esibizioni: nei due anni successivi si passò da teen clubs ad adult clubs, a feste universitarie (sia fraternities che sororities alle Universities of Alabama e Georgia), ad eventi sportivi, pool parties, ma anche ad esibizioni in armories e per contingenti militari, magari in qualità di opening band (tra gli altri per Chuck Berry, Freddy Cannon e Billie Joe Royal). L’intensità del calendario delle esibizioni richiese nervi saldi, buona gestione delle forze e della coesione interna; forse anche per inesperienza la band fu messa a dura prova, tanto che alcuni membri cominciarono a non sopportare più i ritmi divenuti stressanti (in primis Eugene Hayes e Wendell Colbert). Si decise allora di allentare la calendarizzazione serrata delle esibizioni, ma con il venir meno degli introiti aumentarono gli attriti interni e le incomprensioni. Tutto il 1967 passò in uno stato di equilibrio interno precario, con una decisa rarefazione dei gigs; degli ultimi mesi di vita della band si sa poco o nulla, ma in ogni caso The Torquays risultarono sciolti entro l’estate del 1968.

Gian Marchisio

Il pensiero, l’emozione e l’eleganza

Quando questi elementi si condensano in una unica soluzione, nascono i brani di Guia

Guia Vannucchi, in arte semplicemente Guia, è una Artista di quelle per le quali la “A” maiuscola è d’obbligo.

Una cantautrice che nel tempo libero (nella vita di tutti i giorni è medico chirurgo, quindi specie di questi tempi il tempo libero non è così semplice) prende la chitarra e trasforma i suoi pensieri e i suoi testi in musica, lasciando a bocca aperta chi ha poi la fortuna di ascoltarla.

Il suo talento si sviluppa tra i 6 anni di studio nella chitarra classica, quello del pianoforte complementare e il diploma di canto presso il CPM di Milano.

La sua voce, calda e duttile le permette di esibirsi in brani soul, funky, blues e jazz, questo anche fuori dai confini italiani, e in particolar modo in Germania e Svizzera.

Poi decide di mettere a frutto le sue esperienze dedicandosi anima e corpo al cantautorato.

“G enerose U rgenze I nevitabili A rroganze” è un il primo album, che conferma in maniera convinta il talento di questa straordinaria cantautrice. Per tutti il consiglio è “ascoltatela”.

Guia ora è al lavoro per nuovi brani legati a ambiziosi progetti. Noi la seguiremo e vi terremo informati.

Rinviato a ottobre il Torino Jazz Festival

Come molti altri eventi rinviati in tutto il Paese a causa della situazione determinata dall’emergenza epidemiologica da Covid – 19 e, in seguito all’annullamento dei tour da parte di artisti, provenienti soprattutto dall’estero, il Torino Jazz Festival in programma dal 25 aprile al 2 maggio, sarà posticipato in autunno, dall’1 all’8 ottobre 2020.

Al momento resta confermato l’appuntamento del 27 aprile al Teatro Regio.    Il concerto, realizzato in collaborazione tra la Filarmonica del Teatro Regio Torino e il Torino Jazz Festival, ha come protagonisti il trio di Gianluigi Trovesi, Fabrizio Bosso e la Filarmonica TRT diretta da Stefano Montanari.

“Siamo certi che il pubblico comprenderà questa difficile scelta – affermano gli organizzatori -. Stiamo già lavorando per riprogrammare i concerti che ci rivedranno insieme a ottobre”.

“Stayacasa!” per fare festa in streaming ai tempi del coronavirus

Riceviamo e pubblichiamo / Sono giorni difficili,  la cultura e i momenti di aggregazione a Torino (e non solo) sono in standby a causa dei provvedimenti di contenimento del grande protagonista delle pagine di attualità 

Così nasce STAYACASA!

Nel rispetto delle buone maniere e dei precetti condivisi in questi giorni da parte delle autorità competenti, STAYACASA offre un momento di festa…ma  in streaming!

Dalle 22 alle 03:30 di venerdì 28 febbraio 2020 dallo Studio Variables dei Docks Dora di Torino si trasmetterà in streaming audio video un lungo dj set a cura di alcuni dei più amati agitatori delle notti torinesi.

Tramp (This is Indie, Magazzino sul Po), Variables Soundsystem, Gambo (TUM), Emi & Cipi (TUM e Savana Potente), Ossessione Uno (Astoria Basement) e Seven Sins (Genau) si susseguiranno in un set elettronico tutto da ascoltare e ballare… a casa!

Gli strumenti di condivisione sociale agevoleranno la diretta streaming e la trasmissione andrà in onda sulle pagine Facebook: TUM www.facebook.com/TUMtorino/ e VARI STUDIO www.facebook.com/varistudios/. La qualità sarà garantita dall’esperienza tecnica dello studio ospitante la trasmissione, Vari Studio è la casa natia di eccellenze della produzione musicale: fondato da Stefano Genta e dal pluripremiato Maurizio Borgna (in nomination ai Grammy 2020) e casa di giovani artisti quali Stèv e Anything Pointless.

Vi aspettiamo online, per passare insieme una piacevole serata casalinga!

STAYACASA è una produzione TUM e VARIABLES