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Sabato 2 agosto dalle ore 21, a Cesana, in piazza Vittorio Amedeo, la Projoung Pro Loco di Cesana presenta una serata jazz con il trio “So what” dal titolo “Donne che incantano”.
Domenica 3 agosto sempre la Projoung Pro Loco di Cesana presenterà alle ore 21, alla Sala Formont di via Pinerolo “Sorgenti e sotterranei dai monti della Luna”, un viaggio in un mondo nascosto dentro le montagne, sorgenti di acqua e km di sotterranei nascosti. Il curatore del Museo Chaberton, il dottor Roberto Guasco, si racconterà in un incontro tematico, presentando anche il progetto “Bunker opere del Vallo alpino”.
A Sansicario Nonsoloneve propone un weekend di musica, cultura e arte, mentre la Compagnia Teatrale Torinese Onda Larsen presenta la stagione teatrale ‘Spettacoli di mezza estate… in vetta”.
Da venerdì 1 a domenica 3 agosto si svolge la prima edizione di “Deipratidellestelle”, il nuovo festival immersivo che nasce a San Sicario nel cuore della valle di Susa, con l’obiettivo di riportare musica, cultura e arte del paesaggio alpino.
Ideato da Hdemia Collective, con la direzione artistica del pianista e compositore Francesco Taskayali, “Deipratidellestelle” rappresenta un invito a vivere la montagna in modo inedito, lento, condiviso e sensibile. Si tratta di un Festival che si muove a piedi o in bici, che ascolta in silenzio sotto il cielo stellato, che si costruisce nell’incontro e nella scoperta.
Sabato 2 agosto, alle ore 21, al Cinema Sansicario di San Sicario Alto, viene presentato “Il sogno di Bottom” di Onda Larsen, scritto e diretto da Lia Tomatis, con Riccardo De Leo e Gianluca Guastella.
Domenica 3 agosto TOradio dalle 10 alle 12 proporrà un podcast live dal titolo “Siamo freschi”, condotto da Marco Fedeli “ Sansinews”, sport, eventi, cultura, enogastronomia e musica.
All’Olimpic Park Sport dalle ore 12 alle 14 Open Day Sport Beach Volley Tennis- Basket. Dalle 14 alle 15 sarà la volta del “PusaCafe”, torneo superamatoriale di Beach Volley 4×4 Misto.
Per informazioni e prenotazioni rivolgersi al Nonsoloneve 3494179852.
Domenica 3 agosto alle 21 al cinema Sansicario di Sansicario Alto si terrà una serata di cinema con il film “Lunana, il villaggio alla fine del mondo” di Pawo Choyning Dorji.
Sabato 2 agosto, a Segnalonga, l’Associazione Segnalonga presenterà alla chiesetta di Segnalonga un concerto di chitarra classica con Paolo Ricci.
Intanto prosegue al museo Casa delle Lapidi di Bousson la mostra “A capo coperto: le cuffie degli Escartons identità e storia, inaugurata il 19 luglio scorso alla presenza del sindaco Daniele Mazzoleni, del vicesindaco Matteo Ferragut e dell’assessore Marco Vottero.
La mostra, curata da Contempora e Raquel Barriuso Diez, resterà aperta tutti i giorni, esclusi i lunedì, con orario pomeridiano dalle 15.30 alle 18.30 fino al 31 agosto prossimo .
Mara Martellotta
Pinerolo (Torino)
Notizia ghiotta per il popolo dei “camminatori montagnini”. Di mestiere o per hobby. Esclusi i “fenomeni”, gli “esagerati” quelli del voglio arrivarci a tutti i costi; ben accetti quanti cercano la “vacanza lenta”, quella “per ritrovarsi”, per fare nuovi incontri e amicizie fra lande di natura incontaminata e resti di architetture ferme lì da secoli, testimoni di antiche storie e culture cui ancor oggi abbeverarsi é “cosa più che buona e giusta”.
Tutto è pronto sulle montagne piemontesi al confine con la Francia. Dal 1° di agosto, infatti, per gli amanti della camminata “soft”, sono pienamente percorribili (dopo mesi dedicati agli incontri e alla formazione di esperti operatori nonché all’allestimento di tutta la piattaforma logistica ed organizzativa) le cosiddette “Strade dei Forti”, attentamente studiate per un tipo di turismo (come sopra accennato) rispettoso delle tradizioni e sostenibile in termini di impatto ambientale e accoglienza turistica. Promosso dal “Consorzio Turistico Pinerolese e Valli”, il percorso, dal Po al Monviso, prevede 13 tappe tra i luoghi più belli e culturalmente significati del Pinerolese, tra frutteti, castelli, vigneti, paesini, dimore fiorite, borghi fra i più belli d’Italia come Usseaux e, poi, la “Strada dell’Assietta”, la città di Pinerolo, e ovviamente “Forti minori” disseminati tra prati e rododendri e la grande “Muraglia piemontese”, il Forte di Fenestrelle, con i suoi 4mila gradini, la “più grande struttura fortificata d’Europa” e la più estesa (lo sapevate?) “costruzione in muratura dopo la Muraglia cinese”.

Ben 13, si diceva, le tappe, con percorsi che si snodano, per una parte, all’interno del “Parco delle Alpi Cozie” e, per un lungo tratto, sul “Sentiero del Glorioso Rimpatrio dei Valdesi”. Sentieri già da secoli esistenti e percorribili, ma oggi pienamente riattati. Tutto a regime sotto ogni aspetto, comprese la “logistica” e l’“organizzazione” nel suo complesso.
A confermarlo, sono le cifre: 17 sono attualmente le strutture convenzionate dove dormire, 18 quelle dove fermarsi a mangiare mentre sette realtà partner si occupano di servizi, dalle guide escursionistiche al trasporto bagagli.
È stata inoltre creata la “credenziale”, la compagna di viaggio più fidata dei camminatori. Non solo un documento, ma la “traccia concreta” del percorso effettuato, una collezione di timbri, incontri, storie e chilometri. Durante il tragitto, si potrà farla timbrare in diversi punti: strutture ricettive, uffici turistici, bar, ristoranti e “Associazioni locali”. Ogni timbro equivale ad una tappa conquistata. Una sorta di “trofeo” da esibire con un pizzico di immodestia che, se non è boria sfacciata, non guasta mai!
La “credenziale”, ritirata di persona o spedita via posta, dà anche diritto a uno sconto sulle strutture convenzionate e permette di ottenere la versione Pro dell’“app Outdooractive” per un mese per poter camminare in sicurezza anche senza connessione. Insieme alla “credenziale”, una “surprise bag” raccoglie altri gadget e strumenti utili al Cammino, inserito con i suoi 224 chilometri (distribuiti su tre valli, Chisone, Germanasca e Pellice) sulla piattaforma “Cammini d’Italia”.
Da sottolineare ancora che per i “cicloescursionisti” più accaniti o per chi ami affrontare comunque le strade di montagna in sella ad una bici, il percorso prevede anche 5 tappe speciali, dalla pianura fino alla “Strada dell’Assietta” (2500 metri), verso “Sestriere” e ritorno.
Estremamente orgogliosi gli organizzatori. E ne ha ben donde, se si pensa che “una terra di confine, costellata di Forti e Fortificazioni ideate per dividere e per difendere i territori e le comunità, sotto l’aspetto politico, geografico, culturale e religioso, offre ora, con questo nuovo progetto, l’opportunità di unire, condividere e conoscere questo esteso patrimonio locale”.
Per info: “Ufficio di Turismo e Provincia” , via del Duomo 1, Pinerolo (Torino), tel. 0121/795589 o “Ufficio del Consorzio Turistico Pinerolese e Valli”, via Mazzini 30, Pinerolo (Torino), tel. 331/3901745 o su www.lestradedeiforti.it
g.m.
Nelle foto: Il Forte di Fenestrelle; Il Gran Serin; Il Borgo di Usseaux
La signora Erminia, un tempo, doveva esser stata senz’altro una gran bella donna. Si capiva dai lineamenti, fini e delicati, e da quegli occhi verdi-azzurri come l’acqua del lago in primavera: chissà quante teste avevano fatto girare e quanti cuori palpitarono per lei.

I capelli, bianchi come la neve e raccolti sulla nuca, le incorniciano l’ovale del volto. Com’era arrivata fin qua, sulle sponde del lago? Da quanto tempo viveva, sola con i suoi gatti, in questa bella casa di pietra a Ronco, all’ombra del campanile della chiesa di San Defendente? A queste nostre curiosità, espresse con il timore d’apparire indiscreti , una volta rispose, sorridendo: “Le domande non sono mai indiscrete. Talvolta possono esserle le risposte”. Da quel giorno non vi furono più domande e crebbe ancor più il rispetto per quella donna così gentile e ospitale. Ogni qualvolta si attraccava con la barca al molo di Ronco venivamo invitati a casa sua per una merenda con pane e formaggio, accompagnando il cibo con un buon bicchiere di vino rosso. D’inverno, dalla casseruola che teneva sulla stufa a legna, versava delle generose porzioni di brodo caldo nelle scodelle di ceramica, unendo dei crostini di pane raffermo sui quali aveva passato una testa d’aglio o spalmato ricotta fresca. Quella ricotta che, insieme al burro, la vecchia Onorina portava di casa in casa con la sua piccola gerla dopo aver percorso il ripido sentiero che dall’alpeggio scendeva fino alle case del paese. Una tradizione d’ospitalità che si stava perdendo. Solo qualche anziano manifestava, nei confronti dei viandanti del lago, gesti amichevoli e di conforto. Eppure, un tempo, s’usava offrire il brodo e il vino, quello aspro delle piccole vigne abbarbicate sul fianco delle colline, e anche l’aceto, versato generosamente nell’acqua fredda, in cui intingere una crosta di pane raffermo, duro come un sasso. A pochi passi dalla chiesa di San Defendente, un tempo invocato contro i flagelli dei lupi e gli incendi, abitava anche Libero Frezzini, meglio conosciuto come “lifroch”, cioè fannullone, una persona a detta di tutti ben poco seria. Frezzini, tra l’altro, non ci stava proprio con la testa. Alto,magro e dinoccolato era proprio un po’ tocco. Si vestiva sempre alla stessa maniera, estate e inverno, quasi non sentisse né il caldo né il freddo: giacca di fustagno marrone, ormai lisa sul bavero e sui gomiti; pantaloni scuri di velluto e una camicia a quadrettoni rossi e bianchi. Giovannino lo prendeva in giro: “ Libero, ma come ti sei vestito? Sembri una tovaglia ambulante, unta e bisunta. Dove l’hai fregata, quella camicia lì? Dalla cesta dei panni da lavare dell’osteria?”. Frezzini, carpentiere in una piccola impresa del posto,portava rispetto all’anziano pescatore. Anch’esso, e a modo suo, amava la pesca. Il più delle volte, raccontando le sue imprese, esagerava sulle misure e sul peso delle catture. Giovannino quando lo sentiva sproloquiare, indulgendo nelle sue vanterie impossibili, lo rimproverava: “Cala,cala Trinchetto. Non contar balle, Libero, che al massimo hai tirato fuori dall’acqua un paio di cavedani lunghi una spanna”. Lifroch a volte esagerava davvero, alzando la voce e Giovannino , guardandolo storto, doveva minacciarlo: “A ta dò un sgiafun che ta sbiruli la salamangè“. Che, tradotto da quel dialetto mezzo lombardo, equivaleva ad un “ti dò uno schiaffo da piegarti la mascella”. Un giorno l’aveva preso a calci nel sedere dopo aver scoperto, per caso, che quel balordo era andato a pescar persici nel periodo più proibito che ci sia: il tempo della riproduzione, tra aprile e maggio, quando i pesci depongono le uova. Evitando accuratamente di menzionare il fatto al Conegrina e al Carabiniere, cioè alla coppia di arcigni guardapesca, evitò al Frezzini la poco allegra prospettiva di finire al fresco, costretto a guardare il sole a quadretti , dietro alle sbarre del carcere più vicino. Era un reato, a quei tempi, che non si sanava solo con una multa in denaro ma anche con qualche giorno in gattabuia. Libero, tanto per accentuare la sua stranezza, si esprimeva anche a proverbi. Ne aveva per tutte le situazioni. S’era ingozzato come un maiale all’osteria, al punto da sentirsi male? Alle critiche rispondeva così: “ E’ meglio morire a pancia piena che a pancia vuota”. Aveva bevuto più del solito, alzando un po’ troppo il gomito e camminava sbandando? Si giustificava: “E’ sempre l’ultimo bicchiere a far male”. Teoria alquanto bislacca, a dire il vero. Ricordo di averlo incontrato mentre si recava al lavoro in vespa. C’era un buco nell’asfalto. Non lo vide in tempo, finendoci dentro con la ruota davanti, rischiando di capottarsi. Si rialzò tutto scorticato e dolorante. Prontamente accorso in suo soccorso capii immediatamente che era ubriaco. Evidentemente la sera prima doveva aver fatto bisboccia e si portava addosso una “scimmia” da far paura. Rialzatosi, intontito e acciaccato, mi ringraziò, confidandomi il suo malessere: “Ma sai che ieri sera ho bevuto un bicchiere di acqua tonica che mi è restata sullo stomaco? Non l’ho proprio digerita!”. L’acqua tonica, capito? Non i due o tre litri di rosso che si era scolato e per gli altri comuni mortali rappresentavano una dose da schiantare chiunque. Un altro bel personaggio era Mario Martellanti, detto “cavedano”. Non ricordo dove fosse nato ma era certo che dimorasse sul lago. Mario non amava sentire la terraferma sotto i piedi e, dunque, viveva in barca gran parte del tempo, stagioni permettendo. A fine primavera, durante l’estate e nella prima metà dell’autunno, praticamente non lasciava mai lo scafo della sua “Stella dell’onda”, imbarcazione che lo accompagnava da più di trent’anni nelle sue peregrinazioni lacustri. Quando le foglie ingiallite abbandonavano gli alberi , spargendosi a terra e l’inverno con il suo alito gelido prendeva il sopravvento, cercava di tener duro il più possibile, cedendo solo alla tormenta che scendeva dai contrafforti montuosi, sbarcando proprio a Ronco per cercare riparo nel cascinale dove teneva le sue magre cose. Se l’aria s’infreddoliva, non disperava. Teneva sempre a portata di mano, accanto alla tela cerata indispensabile per ripararsi dagli scrosci di pioggia, una ormai logora trapunta di lana. Non troppo ingombrante ma abbastanza grande da potervi avvolgere l’intero corpo, riparandosi dal freddo e dall’umidità. Sosteneva d’esserci nato, in barca. I genitori, entrambi defunti, avevano passato tutta l’intera vita sull’Isola di San Giulio. Il padre Giovanni, nativo di Ronco, era custode della Villa dei Glicini. La madre Elsa, si era rotta la schiena nel far le pulizie in uno dei più antichi alberghi del posto, la “Locanda del Drago”. Mario, scapolo impenitente, sosteneva d’essersi sposato con il lago. “Sono più di sessant’anni che ho preso in moglie quest’acqua cangiante;ci conosciamo e rispettiamo, e non ci lamentiamo mai, sopportando a vicenda i nostri sbalzi d’umore”, confidava agli amici più stretti. Ormai anziano, continuava a vogare da una sponda all’altra o, più semplicemente, seguendo il margine delle rive nel suo perenne cabotaggio. Anche se, in cuor suo, custodiva un segreto che talvolta lasciava intuire. La luce di quegli occhi verdi-azzurri della signora Erminia l’avevano stregato. Non l’avrebbe mai ammesso, e nemmeno confidato alla bella donna dai capelli bianchi. Era il piccolo suo segreto. Quei mazzetti di primule e viole lasciati vicino all’uscio o i funghi e la frutta appena raccolti, i persici pescati e già puliti che Erminia trovava sul davanzale di pietra della finestra, erano doni che non lasciavano troppi dubbi sul misterioso benefattore. Eminia intuiva e apprezzava, elargendo sorrisi, cibo e buon vino anche a Mario. In fondo affetto e gratitudine si possono esprimere in tanti modi e le parole, a volte, sono davvero superflue.
Marco Travaglini
Sono state elette dal concorso di Miss Italia Piemonte e valle d’Aosta, guidato da Mirella Rocca, domenica 27 luglio presso la splendida location del Grand Hotel Billia le ultime bellezze ( in ordine di tempo) che sono Beatrice Boaglio, 20 anni, di Bagnolo Piemonte, studentessa di Criminologia a Malta e modella per brand importanti, che è stata nominata Miss Mont Blanc 2025 Piemonte e Valle d’Aosta.

Miss Sport Givova 2025 Piemonte e Valle d’Aosta è, invece, risultata Rebecca Avattaneo, studentessa di Odontoiatria, modella e protagonista di diversi spot pubblicitari.

La prossima tappa sarà il 9 agosto a Giaveno.
Mara Martellotta
Mentre ad agosto continuano ad essere sospese le attività in Monferrato a causa del caldo afoso e delle zanzare, proseguono le attività interessanti sulle montagne piemontesi.
Per sabato 2 agosto è in programma un’escursione che, partendo dalle sponde del lago di Ceresole, a 1560 metri di altezza, si inerpica salendo verso quota 2090 m per raggiungere il lago di Dres, un caratteristico specchio d’acqua di origine glaciale, per poi ridiscendere nel fitto delle pinete montane, fino a ritornare al lago di Ceresole nei pressi della diga artificiale e costeggiare il lago per ritornare al punto di partenza.
Il ritrovo è presso il rifugio Massimo Mila in località Villa. La durata del percorso è di 4,5/5 ore verso le ore 14.
L’evento sarà confermato sotto data in base al meteo, molto variabile in montagna. La lunghezza è di 12 km circa, il dislivello di 550 metri, la difficoltà media. Si tratta di un sentiero di montagna che richiede un minimo di allenamento e abitudine a sentieri sconnessi.
Il costo di partecipazione è di 10 euro e vi sarà la possibilità di pranzare presso il Rifugio Massimo Mila con menù alla carta.
L’escursione è a posti limitati e la prenotazione obbligatoria entro venerdì 1 agosto alle ore 18. In caso di mancato numero dei partecipanti paganti l’itinerario non potrà essere effettuato. Per chi parte dal Monferrato il ritrovo è fissato alle 7.10 al Bar Gallery di Crescentino. Quindi partenza in direzione di Ceresole Reale, fino al ristorante Taverna del Duca per colazione e iscrizioni. Partenza prevista alle 9.15.
Per prenotazioni rivolgersi ad Augusto Cavallo 3394188277.
Mara Martellotta

Dal 1° al 5 agosto, il paese si accende con appuntamenti per tutti: giovani, famiglie, buongustai e amanti della tradizione.
Piobesi si prepara a vivere uno dei momenti più attesi dell’anno: la Festa Patronale di Santa Maura, in programma dall’1 al 5 agosto 2025. Cinque giorni intensi in cui musica, buon cibo, sport e tradizione si intrecciano per dar vita a una vera festa di paese, nel senso più bello del termine.
Il cuore delle serate sarà il Centro Sociale, dove ogni sera alle 21 si potrà assistere gratuitamente a concerti dal vivo sotto le stelle. Si parte venerdì 1 agosto con una serata giovane animata dagli “Amici di Piobesi”, si continua con due appuntamenti dedicati al liscio (sabato e domenica) e si chiude con I Braida (lunedì 4) e una carrellata di successi anni ’70-’80 (martedì 5).
Parallelamente, la Pro Loco accenderà i fornelli con le serate gastronomiche: hamburger e patatine, fritto misto di pesce, agnolotti al sugo, grigliate e, per chiudere, una paella speciale preparata in collaborazione con la gastronomia “Sapori in corso”. Per le serate del 2, 4 e 5 agosto è richiesta la prenotazione (tel. 366.2622499).
Non mancheranno gli appuntamenti sportivi e ricreativi: le gare di bocce, già al via dal 28 luglio, il Luna Park attivo per tutta la durata della festa in piazza Donatori di Sangue, e la tradizionale gara di pesca sportiva al Lago dei Germani, domenica 3 agosto, con il 12° Memorial “Severino Gariglio”.
Spazio anche alla solidarietà: dal 1° al 5 agosto, al Centro Incontri di via XXV Aprile, sarà aperto il banco di beneficenza, tappa immancabile per chi vuole contribuire con un piccolo gesto.
Una festa per tutti, costruita con passione da tante associazioni piobesine, che ancora una volta dimostrano quanto una comunità unita possa fare la differenza.
Il Comune di Moncenisio si prepara a vivere un’estate ricca di appuntamenti culturali, musicali e ricreativi,
che animeranno i mesi di luglio e agosto. Appuntamento fisso sono i mercatini di prodotti tipici, in programma ogni domenica, dalle ore 9 alle 18, che permettono di scoprire le eccellenze locali grazie alla presenza
di produttori agricoli e artigiani del territorio. Tra gli eventi di maggiore richiamo spiccano poi i concerti serali
con artisti come la StrassBand (27 luglio) e Matteo Tarantino (10 agosto), oltre alle presentazioni letterarie,
come quella che vedrà protagonista il meteorologo Luca Mercalli con il suo libro Breve storia, il 19 luglio.
Non mancano le attività dedicate alle famiglie, con le letture animate in biblioteca, i laboratori di caseificazione per bambini e le proiezioni cinematografiche, mentre gli appassionati di storia potranno partecipare alla
rievocazione “Sulle tracce dei Marrons” del 3 agosto e alla celebrazione di San Giorgio del 9 agosto, con
sfilata in abiti tradizionali. Le passeggiate a cavallo in Ferrera completano un’offerta turistica che valorizza il
patrimonio naturale e culturale di Moncenisio e dei suoi sentieri montani.
www.umavs.it
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