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Le città con più lettori: Torino al quarto posto

Secondo Il Passaparola dei Libri (dati aggiornati al 01 gennaio 2024)

Roma è la capitale indiscussa dei lettori, Empoli mantiene il primato come prima città non capoluogo di provincia, mentre Trieste sorpassa…

Anche quest’anno come è consuetudine abbiamo aggiornato le statistiche degli iscritti al nostro gruppo Facebook Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri  per sapere quali sono le città che leggono di più. Nessuna variazione nei primi posti, Roma guida sempre indisturbata la classifica con oltre 20.000 iscritti, seguita da Milano che ne registra quasi 10.000. Tra le città principali  Firenze è in prima posizione se consideriamo il rapporto tra popolazione e iscritti con 6.600, mentre Empoli resta la prima città non capoluogo di provincia con più di 1.000 iscritti. Il primo sorpasso è quello di Trieste su Venezia in sedicesima posizione

Il nord mantiene il primato, ma anche il sud è ben posizionato, al centro domina la Toscana e la Capitale.

Tra gli iscritti residenti all’estero, la classifica è guidata dalla Svizzera, con 1.339 membri, seguono Regno Unito, Germania e Francia. Londra la città straniera con più iscritti (420), seguita da Lugano (339)

 

Il gruppo è composto da 290.000 iscritti

Qui l’elenco delle città con oltre 1.000 iscritti, eventuali variazioni rispetto alla rilevazione precedente del 31 marzo 2023 sono evidenziate tra parentesi.

1 -Roma – 20.374

2 – Milano – 9.870

3 – Firenze – 6.680

4 – Torino – 6.272

5 – Napoli – 5.854

6 – Genova – 4.260

7 – Palermo – 4.122

8 – Bologna – 3.298

9 – Bari – 2.748

10 – Cagliari – 1.853

11 – Brescia – 1.796

12 – Catania  – 1.736

13 – Padova – 1.702

14 – Verona – 1.618

15 – Prato – 1.451

16 – Trieste – 1.422  (17 + )

17 – Venezia – 1.411  (16 – )

18 – Livorno – 1.322  ( 19 + )

19 – Perugia – 1.275  (18 – )

20 – Parma – 1.185  (22 + )

21 – Modena – 1.160  (24 + )

22 – Siena – 1.125  ( 20 – )

23 – Empoli – 1.103  ( 21 – )

24 – Rimini – 1.093  ( 25 + )

25 – Messina – 1.091 ( 23 – )

26 – Bergamo – 1.041

27 – Pescara – 1.025

28 – Reggio nell’Emilia – 1.005  ( 29 + )

 

Chi pensa che i social network siano solo sinonimo di disimpegno potrebbe ricredersi scoprendo che il gruppo FB Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri ha superato quota  290.000 iscritti: persone che ogni giorno entrano su Facebook per scambiarsi opinioni sui libri appena letti, chiedere consigli sulle future letture, confrontare pareri e cimentarsi nella difficile arte della recensione letteraria, il tutto senza influenze da parte di scrittori o editori, che nel gruppo non hanno la possibilità di promuovere alcuna iniziativa, ma possono partecipare soltanto in qualità di lettori.

 

Se volete sapere come è posizionata la vostra città scrivete alla nostra redazione.

redazione@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Nicola Porro scopre tutti “Gli altarini della sinistra”

Bello l’ultimo libro di Nicola Porro, scorrevole, si legge con avidità una pagina dopo l’altra, è come avere una grande torcia illuminante puntata su esempi di mala giustizia, casi di corruzione, fatti di cronaca politica che molto spesso sui media progressisti passano in secondo piano, avvolti da un’ombra che ne cela ad hoc i risvolti più significativi affinché la sinistra possa continuare ad ammantarsi d’ipocrisia e supponenza senza mai giustificarsi.
Leggiamo fatti di cronaca che sono diventati veri e propri esempi di mala giustizia, a cominciare dal più eclatante, il caso Tortora, vittima, non solo, ma in gran parte della giornalista Camilla Cederna, famosa ai tempi per inventarsi notizie alfine di calunniare chi non le andava a genio.
La Cederna nel 1971 scrisse una lettera all’Espresso in cui definiva il commissario Calabresi, ucciso poco dopo, “ un torturatore, responsabile della morte di Pinelli”, Tortora, attraverso i quotidiani per i quali scriveva del processo, difese Calabresi senza se e senza ma, sostenendo che il Commissario era stato ucciso anche dal piombo di certi giornali, ignaro che quello stesso piombo, quegli stessi giornali, l’avrebbero poi destinato a lui.
Meno conosciuto al grande pubblico il caso del sindaco di Trani, Luigi Riserbato, arrestato all’alba con l’accusa di associazione a delinquere e altre inesistenti nefandezze. La sorella del giudice che convalida l’arresto era, all’epoca dei fatti, esponente di spicco del PD locale, sostenitrice di colui che poco dopo diventerà sindaco di Trani, alla faccia di Riserbato che sarà poi assolto perché il fatto non sussiste ma con una vita è una carriera distrutte.
Non manca un capitolo dedicato al “manettaro” Piercamillo Davigo, esponente illustre del grillismo giudiziario, uno che si crede l’arbitro in terra del bene e del male, secondo il quale “ un innocente è solo un colpevole che l’ha fatta franca”.
Bene fa Porro a ricordare il caso Metropol, l’affare russo, istruito per gettare fango addosso all’avversario politico, Salvini e la Lega.
Il plotone di esecuzione comunista spara sul Ministro dell’Interno, peccato che Salvini non sia mai stato indagato ma investito dalla gogna politica e mediatica che la sinistra mette in atto contro l’avversario quando non può competere lealmente.
Due paroline su Massimo D’Alema, leader della sinistra, le vogliamo dire?
Sembrerebbe proprio beccato con le mani nella marmellata grazie ad una intercettazione che lo inguaia per quello che pare essere il tentativo di vendere alla Colombia una partita di armi e con una provvigione da 80 milioni per il leader maximo.
Questa volta la macchina del fango si blocca, pensate se fosse capitato a un esponente della destra! L’avrebbero impiccato sulla pubblica piazza magari a testa in giù. Vergogna!
Un’altra vergogna per nascondere gli altarini della sinistra riguarda Alfonso Sabella, il giudice che ha  sgominato una grande  fetta di Cosa Nostra in Sicilia, l’uomo che ha arrestato Bagarella.  Il suo sbaglio? Non essere mai stato iscritto a una corrente nella magistratura, cosa che pagherà a caro prezzo quando diventerà responsabile del DAP.
Capitolo interessantissimo ed avvincente, dovete leggerlo, una storia assurda di no tav, no global e toghe rosse assetate di sangue.
Non si poteva non ricordare Soumahoro, l’uomo nero, con gli stivali infangati, il vendicatore degli oppressi che ha illuso la Sinistra che non aveva esitato un attimo a regalargli un seggio blindato, senza minimamente informarsi sulle condizioni dei braccianti che, secondo le testimonianze,  lavoravano come schiavi nella cooperativa, gestita da moglie e suocera, in condizioni disumane.
Ho già svelato troppo di questo libro che si legge d’un fiato, vi dico solo che gli ultimi due capitoli  sono dedicati allo scandalo Qatargate che ha travolto la sinistra europea e che si è provato ad insabbiare in tutti i modi e alla follia Green, un’ossessione che si è infiltrata in tutta Europa per cercare, da parte della Sinistra, di cambiare i nostri usi , costumi e soprattutto l’economia, una vera ossessione che se continuerà porterà alla rovina il nostro vecchio continente.
Buona lettura
Didia Bargnani

Maria Cristina Stilo: “Un destino in gabbia” tra amore e vendetta

Informazione promozionale

Sono molto legata ai miei personaggi, non mi sono limitata a descrivere  le loro caratteristiche fisiche ma li ho fatti amare, odiare, piangere e ridere, insomma li ho fatti vivere!

INCONTRO CON L’AUTRICE

1) Come nasce la tua passione per la scrittura?

Dalla sfrenata voglia di leggere. Per caso un giorno ho acquistato il mio primo romance e da quel momento è stato amore “a prima pagina”! Una sera, confidando a mio marito che il romanzo che avevo appena terminato non mi era granché piaciuto e che avrei cambiato diverse cose, lui mi suggerisce, con semplicità, di provarlo a scrivere io un romanzo! A volte le parole giuste dette al momento giusto, possono cambiare la tua vita, per me è stato così!
2)  Scrivi romanzi storici, perchè questa particolare scelta?
Ho letto diversi romanzi contemporanei, anche molto belli. Ma non mi emozionano come invece mi accade mentre leggo un romance storico… e poi con gli storici la mia fantasia vola più veloce!
3) Quanto è importante, per scrivere romance, documentarsi?
Molto, bisogna essere precisi quando si descrivono luoghi, abbigliamento, tradizioni e soprattutto se all’interno del romanzo ci sono cenni storici su fatti o persone, è fondamentale non sbagliarsi. Io trovo il lavoro di ricerca molto interessante e stimolante, imparo molte cose e ne scopro delle nuove! E’ successo anche mentre facevo la  ricerca per scrivere il mio primo romanzo “Il destino di due cuori” ambientato nella California del 1856 durante la folle corsa all’oro, scoprire cosa accade realmente in quel periodo è stato davvero interessante.
4) Hai accennato al tuo primo romanzo “Il destino di due cuori”. Come mai hai deciso di scrivere il seguito?
Perché sono molto legata ai miei personaggi, non mi sono limitata a descrivere  le loro caratteristiche fisiche ma li ho fatti amare, odiare, piangere e ridere, insomma li ho fatti vivere! Per questa ragione ho scritto il secondo capitolo, perché non ero ancora pronta a lasciarli andare via.
5) Quanto è importante per te il destino e quanto per i tuoi protagonisti?
Io credo che il destino cammini sempre accanto a noi, facendoci fare una determinata scelta o magari perchè ci permette di incontrare delle persone che nel bene o nel male cambieranno la nostra vita. Proprio quello che accade ai miei protagonisti! Il destino in alcuni casi decide per loro… sarà giusto o sbagliato? Questo sarà solo il tempo a deciderlo, come nella vita!
6) Ci sono progetti per il futuro?
Sì, sono impegnata nella stesura del terzo ed ultimo capitolo.
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IL LIBRO: “UN DESTINO IN GABBIA”

Nicholas Anderson arriva a San Francisco nell’ottobre del 1859 dopo aver scoperto una terribile verità, con un unico scopo: la vendetta.

Lungo la sua strada però incontrerà l’affascinante maestra Lillian Davies, anch’essa arrivata nella città californiana per sfuggire ad un pericolo che la tormentava nella sua amata Londra. Riuscirà la ragazza con il suo amore a convincere Nicholas ad abbandonare l’idea di vendicarsi? E lei si potrà realmente ritenere salva a San Francisco?

Dovrete leggere il romanzo per scoprire cosa accade ai protagonisti e soprattutto per farvi trasportare in un’epoca lontana, dove amore e passione s’intrecciano con odio e vendetta.

Alessandro Valabrega presenta “Andante con moto”

12 gennaio 2024

 

Il giornalista torinese e poeta Alessandro Valabrega presenterà il suo volume di poesie “Andante con moto” nell’ambito del DF Talk di venerdì 12 gennaio 2024 alle 18:30 presso il centro servizi Vol.To, in via Giolitti 21,  a Torino. Nella presentazione dialogherà insieme alla giornalista Mara Martellotta.

Incontro trasmesso in diretta Facebook www.facebook.com/PolisPolicy

www.facebook.com/taglimagazine

I libri più letti e commentati: dicembre

Un anno se ne va e quali letture accompagnano il fatidico passaggio? Nel nostro gruppo FB Un Libro Tira L’Altro Ovvero Il Passaparola Dei Libri i titoli più discussi del mese di dicembre sono stati: Le Armi Della Luce, ultimo romanzo di Ken Follett, che senza entusiasmare ha comunque incontrato il giudizio favorevole dei lettori; Giù Nella Valle, di Paolo Cognetti, che ha convinto tutti i lettori;  Apeirogon, di Colum McCann che tratta un argomento tragicamente attuale.

Incontri con gli autori

Questo mese vi invitiamo a conoscere Emanuele Martinuzzipoeta dalla ricca produzione lirica, Marianna Scagliola che esordisce con  Una Famiglia Allargata Cane Compreso(Graus, 2022) ovvero le avventure esilaranti della famiglia Schiattarella; segnaliamo qui anche il nostro speciale su Francesca Ceccherini e la saga di Sofia.

Per questo mese è tutto: vi ricordiamo che se volete partecipare ai nostri confronti, potete venire a trovarci su FB e se volete rimanere aggiornati sulle novità in libreria e gli eventi legati al mondo dei libri e della lettura, visitate il nostro sito ufficiale all’indirizzo www.unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Piemontesi di Britannia

Raccontare la storia non è mai un fatto scontato e quando si cerca di superare gli steccati disciplinari, travalicando metodi, aggregando diversi elementi in un disegno composito, l’operazione diventa molto interessante e originale.

E’ il caso di Piemontesi di Britannia, importante libro di Andrea Raimondi sui legami spesso invisibili che intercorrono tra la regione subalpina occidentale e il Regno Unito. Se poi la scrittura mantiene una efficacia comunicativa che si accompagna al rigore della ricerca delle fonti e dell’argomentazione, il risultato può essere piacevolmente sorprendente. Andrea Raimondi, novarese di nascita, laureato in Lingue e Letterature dell’Europa e delle Americhe presso l’Università del Piemonte Orientale e con un dottorato in Italian Studies presso l’irlandese University College Cork, collaboratore della la rivista Savej, impegnatissima a divulgare la cultura piemontese, si era già segnato per l’impegno di ricerca su diversi temi. Tra le sue pubblicazioni più note si segnalano Il multilinguismo degli scrittori piemontesi – Da Cesare Pavese a Benito Mazzi (Edizioni Grossi, Domodossola) e Emigrazione piemontese – Una storia che si ripete, in Rapporto Italiani nel Mondo 2017, a cura di Delfina Licata per la Fondazione Migrantes. Nel poderoso volume Piemontesi di Britannia si sofferma su aspetti che spesso vengono scarsamente considerati dalla storiografia generale come se non avessero la dignità che meritano le indagini sugli scambi e rapporti individuali, le contaminazioni culturali che influiscono nel corso del tempo tra Stati, Imperi e regioni. Raimondi si è posto l’obiettivo di affrontare una prospettiva storiografica capace di mettere in rilievo i molteplici rapporti tra entità territoriali differenti, prendendo come riferimento le relazioni “speciali” che nei secoli hanno avvicinato il Regno Unito all’attuale regione piemontese. Le ragioni che spiegano i motivi di questa originale e antica “amicizia” sono seguite da dieci capitoli dedicati ad altrettanti personaggi (incluso un personaggio particolare: il Vercelli Book, conosciuto anche come Codex Vercellensis, uno dei quattro antichissimi manoscritti in lingua anglosassone, datato intorno al 975) che, in modo diverso, hanno contribuito a tracciare e irrobustire il ponte che idealmente unisce le isole britanniche al Piemonte. Per parecchi dei personaggi trattati (come il cardinale Guala Bicchieri, il musicista Felice Giardini, il pittore vigezzino Giuseppe Mattia Borgnis e sir James Hudson, ultimo rappresentante britannico nel Regno di Sardegna) non esistono biografie aggiornate, mentre per Samuel Morland (matematico, inventore e diplomatico ingiustamente dimenticato) sono stati pubblicati profili biografici in lingua inglese, ma mai in italiano. Interessantissimi anche gli altri profili da David Rizzio, politico e compositore, segretario privato di Maria Stuarda, regina di Scozia, al critico e poeta torinese Giuseppe Baretti, noto anche lo pseudonimo di Aristarco Scannabue, dal leggendario maleschese Giovan Maria Salati, autore dell’impresa di attraversamento del canale della Manica a nuoto fino al grande scrittore albese Beppe Fenoglio del quale quest’anno si celebra il centenario della nascita. Gli intrecci  e le dinamiche  delle loro vite si intersecano con la grande storia, accompagnando il lettore alla ricerca dei fili invisibili ma ben saldi che legano il Piemonte dalle dentate e scintillanti vette di carducciana memoria al Regno sul quale sventola l’Union Jack.

Marco Travaglini

Quando, a Torino, Philip Roth intervisto’ Primo Levi

Rileggendo in questi giorni ‘’ Lamento di Portnoy ’’ (traduzione italiana Einaudi, ed. or. 1969 ) di Philip Roth salutato all’epoca come il primo scandaloso romanzo introspettivo della letteratura moderna americana, dove la grammatica del lettino dello psicoanalista, descriveva in prima persona e in forma parzialmente autobiografica, le nevrosi dell’americano medio sradicato, nichilista e oggi si direbbe postideologico e sessualmente frustrato, mi sono ricordato della visita nella nostra città del grande scrittore americano, in occasione di un incontro con Primo Levi nel 1986, per intervistarlo per il ‘’New York Times Book Review ’’. 

Venne a Torino con la moglie Claire Bloom che Levi amava ricordare per essere stata interprete di ‘’Luci della ribalta’’ che fu con la Paulette Godard del ‘’Grande dittatore’’ la musa ispiratrice preferita di Charles Chaplin. Andarono subito a Settimo alla Siva, lo stabilimento chimico industriale nel quale lo scrittore torinese lavorò per molti anni fino alla pensione, che Roth voleva visitare, per conoscere il background di Levi, di cui lesse. La distanza letteraria e culturale tra Philip Roth e Primo Levi non poteva essere più grande. Roth fu eccelso narratore dell’epopea yiddish e suo traghettatore alla fase attuale e postmoderna di Nathan Englander, Levi testimone dell’Olocausto tra i più alti. Uno con Bernard Malamud e Isaac Singer  la migliore espressione del milieu intellettuale ebraico nordamericano, l’altro voce documentaria e realista degli orrori del Novecento e dell’ebraismo piemontese laico e assimilato. Eppure si trovarono e avvenne ‘’miracolosamente’’ l’alchimia tra le due personalità e i due mondi, così tanto distanti. Andarono a pranzare al Cambio, si recarono alla libreria Luxemburg di Angelo Pezzana, dove Philip Roth firmò alcune copie delle sue opere più significative, poi si trasferirono allo studio di Primo Levi in corso Re Umberto 75, dove proseguì la loro conversazione, che fu trascritta curiosamente solo a distanza mesi dopo, al di là dell’Atlantico, in forma di epistolario, quando Philip Roth tornò negli Stati Uniti e rimise piede nella sua abitazione. Primo Levi non parlò a Roth della sua grave depressione e fece amicizia con la Bloom che trovò bella, colta ed empatica, all’epoca ancora legata a Philip. Roth scrisse che in Levi ‘’ la scrittura emanava come da un chimico divenuto narratore suo malgrado, piuttosto che il contrario’’, come l’opera ‘’Il Sistema periodico’’ starebbe a sottolineare e le necessità esistenziali dello scrittore torinese a richiederlo. Tutto in Levi è intuito, folgorazione, analisi caratteriale, fiuto del modo di pensare dell’altro, secondo l’americano. Primo Levi non parlò a Philip Roth della sua letteratura pur avendo letto alcune opere, preferì l’atteggiamento schivo, che da sempre umanamente lo caratterizzò, conoscendo poco la critica letteraria, attività che l’americano per contro esercitò sempre in parallelo, a quella di romanziere. Tra Newark nel New Jersey e Torino avvenne una storica stretta di mano e due ambienti culturali agli antipodi videro per sempre il proprio volto riflesso.

Aldo Colonna

I giochi di parole da Gianni Rodari a Ersilia Zamponi

E’ passato mezzo secolo da quando, nel 1973, veniva pubblicata la Grammatica della fantasia di Gianni Rodari.

Un libro che rappresentava, come veniva precisato nel sottotitolo, una “introduzione all’arte di inventare storie“. È l’unico volume del più noto scrittore per l’infanzia, nato sul lago d’Orta a Omegna nel 1920, non dedicato alle storie, agli indovinelli e alle poesie, proponendo un contenuto teorico, dovuto alla paziente trascrizione a macchina da parte di una stagista di Reggio Emilia di appunti rimasti a lungo dimenticati. Le note in questione, scritte nelle seconda metà degli anni ’40, facevano parte della raccolta il Quaderno della fantasia. La Grammatica della fantasia è  una sorta di manuale utile a stimolare la creatività, dove Rodari offre spunti, suggerimenti e strumenti per chi crede in questa pedagogia , attribuendo il giusto valore educativo e didattico all’immaginazione. Partendo dalle parole o dalle lettere che le compongono, Gianni Rodari suggerisce 42 giochi attraverso immagini, nonsense, indovinelli e favole. Ogni gioco ha un forte valore simbolico che offre una infinità di possibilità creative, sia per il bambino che per l’insegnante, semplicemente mettendo in moto la propria fantasia. Attraverso questa Grammatica si apprende che le fiabe non sono intoccabili, che si può giocare con esse, smontandole e ricreandole, coinvolgendo i bambini  in prima persona nel loro processo formativo. La prova migliore della possibilità di imparare l’italiano in un modo divertente e creativo attraverso i giochi di parole, in piena continuità con il lavoro rodariano, è offerta da un altro libro molto bello, diventato ormai un classico: i Draghi locopei di Ersilia Zamponi, anch’essa omegnese. Pubblicato la prima volta nel 1986 da Einaudi, il libro dell’allora docente di lettere presso la Scuola media Gianni Rodari di Crusinallo esplicita bene l’uso intelligente fantasioso dei giochi di parole ( già il titolo dell’opera è l’anagramma dell’espressione “giochi di parole”).Il piacere dell’invenzione linguistica, l’emozione dell’intuire e dell’indovinare, la trasgressione del nonsense, l’intelligenza dell’ironia vengono stimolate magistralmente. Scriveva la Zamponi: “Giocando con le parole, i ragazzi arricchiscono il lessico; imparano ad apprezzare il vocabolario, che diventa potente alleato di gioco; colgono il valore della regola, la quale offre il principio di organizzazione e suggerisce la forma, in cui poi essi trovano la soddisfazione del risultato“. Un modo strepitoso di raccogliere l’eredità di Rodari, facendola vivere e respirare, rendendola più attuale che mai.

Marco Travaglini

Libri da Regalare o Regalarti per Natale

Il Natale si avvicina e con esso l’entusiasmante ricerca del regalo perfetto per le persone care. Tra le numerose opzioni disponibili, i libri rappresentano sempre una scelta apprezzata, offrendo l’opportunità di viaggiare con la mente, scoprire storie avvincenti, imparare nuove cose o riflettere su temi importanti. Per agevolare la vostra selezione, ecco una lista di nove libri che potrebbero soddisfare i gusti di chi li riceverà, spaziando tra novità editoriali e classici intramontabili, romanzi e saggi, generi diversi e autori di spicco.

  • Donne che pensano troppo di Susan Nolen-Hoeksema

Un saggio illuminante e pratico che esplora il liberarsi dalla trappola del pensiero eccessivo, una tendenza tipicamente femminile associata a depressione, ansia e bassa autostima. Questo libro offre utili consigli su come gestire le emozioni per vivere con serenità e fiducia in sé stesse.

  • Succede sempre qualcosa di meraviglioso di Gianluca Gotto

Un romanzo coinvolgente che narra il viaggio in Vietnam di Davide, un uomo alla ricerca di significato nella vita, e di Guilly, un personaggio misterioso e saggio che gli insegna un approccio alternativo e luminoso all’esistenza. Una storia di rinascita, accettazione e amore per la vita.

  • Omicidio fuori stagione di Arwin J. Seaman

Un giallo classico e avvincente ambientato sull’isola di Liten, dove il commissario Erik Winter deve indagare sull’omicidio di una giovane donna, figlia di un noto politico. Tra segreti, bugie e colpi di scena, Winter dovrà scoprire la verità in un’atmosfera nordica di irresistibile fascino.

  • Quando eravamo giovani di Charles Bukowski

Una raccolta di poesie dedicate alla giovinezza, intesa come quell’età incerta e misteriosa compresa tra adolescenza e prima maturità. Bukowski, con il suo stile crudo e sincero, esplora temi come amicizia, amore, sesso, solitudine, ribellione, sogni e disillusioni, regalando un mix di nostalgia e ironia.

  • Doveva essere il nostro momento di Eleonora C. Caruso

Un romanzo irriverente e surreale che segue le avventure di Leo e Cloro, due personaggi agli antipodi che si ritrovano a viaggiare in auto dalla Sicilia alla Lombardia proprio mentre l’Italia sta per entrare in lockdown. Attraverso dialoghi esilaranti e riflessioni profonde, i due scopriranno di avere più cose in comune di quanto credano.

  • Il mondo secondo Karl di Jean-Christophe Napias, Sandrine Gulbenkian e Patrick Mauriès

Un libro che raccoglie le frasi più celebri e divertenti di Karl Lagerfeld, il geniale stilista che ha rivoluzionato il mondo della moda. Un concentrato di saggezza, ironia e provocazione che svela il pensiero e lo stile di un’icona indimenticabile.

  • Destino di Paulo Coelho

Un libro che invita a scoprire la vita da nuovi punti di vista, cercare se stessi e realizzare il proprio luminoso destino. Attraverso le storie di vari personaggi, Coelho offre una serie di “non-regole” che possono aiutare ad amare la vita e la sua intrinseca incertezza.

  • Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald

Un capolavoro della letteratura americana che trasporta il lettore negli Stati Uniti degli anni ’20, l’epoca del jazz e del proibizionismo. La storia si concentra su Jay Gatsby, un misterioso e ricco personaggio che cerca di riconquistare il suo antico amore, Daisy, in una trama di passione, ambizione e illusione che riflette sul sogno americano.

  • La scienza dei cosmetici di Beatrice Mautino

Un manuale informativo e divertente che fornisce conoscenze approfondite sui prodotti di bellezza quotidiani. Dalla skincare allo shampoo, dagli ingredienti alle etichette, dalle bufale alle istruzioni per l’uso, questo libro aiuta a orientarsi nel mondo dei cosmetici, consentendo di fare scelte consapevoli.

Con queste nove proposte, avrete un’ampia gamma di opzioni per accontentare gli amanti della lettura nella vostra lista regali natalizia o per regalarlo a te stesso.

Buona lettura e buon Natale!

CRISTINA TAVERNITI

“La mia notte”, un turbinio di misteri

Fresco di stampa il romanzo di Roberto Lanzo – “La mia notte” (Intrecci Edizioni). Un noir caratterizzato da profonda introspezione psicologica e un set ricco di personaggi e storie che si intrecciano, con ritmo incalzante e una narrazione che sa nascondere fino all’ultima pagina la soluzione di ognuno dei misteri che avvolgono il protagonista in un turbinio di vicende e stati d’animo, talvolta schizofrenici. Perché niente, o quasi, è come appare…

“Nell’arco di una sola notte, un quarantenne torinese racconta l’ultimo anno della sua vita a una donna misteriosa, cercando di recuperare il senso degli eventi.

Ricky è legato da profonda amicizia e complicità alla sua ex moglie, Emma;  frequenta Davide, equilibrato e puntiglioso, e nel mondo virtuale ha costruito un legame tenero e intenso con Katia.

L’incontro con Valentina, sposata con un violento malavitoso, lo travolge.

Sia lui che Emma subiscono una serie di aggressioni, fino a rischiare la vita. Decidono di indagare per scoprire il mandante e tutto riporta al marito di Valentina.

Tra le pieghe del racconto, si intuiscono le fragilità del giovane uomo, affetto da Parkinson da alcuni anni, che nei momenti di crisi più buia si è abbandonato a un “limbo” fatto di esperienze trasgressive. Vive, inoltre, un incubo ricorrente – che affonda le radici nella sua infanzia: uno spettacolo di pagliacci che si conclude in un lago di sangue!

Quando nella sua vita arriva Sonia, Ricky scopre che è l’unica donna capace di amarlo anche per le sue debolezze. Sembra che ogni cosa possa andare finalmente a posto, ma la vita gli riserva un nuovo dolore e una cocente delusione.”

INTRECCI EDIZIONI
ROBERTO LANZO, torinese, classe 1963, ha iniziato a scrivere romanzi per poter esprimere e condividere una parte di sé che aveva voglia di uscir fuori ed essere raccontata, come i diciotto tatuaggi incisi sulla sua pelle, ognuno simbolo di un preciso stato d’animo.