libri- Pagina 95

L’isola del libro

Rubrica settimanale sulle novità in libreria. A cura di Laura Goria

***

Costanza DiQuattro “La mia casa di Montalbano”   -Baldini + Castoldi- euro   15,00

La casa è quella sulla spiaggia in cui, nella fiction, vive il commissario Salvo Montalbano, creato da Camilleri. Costanza DiQuattro è la nipote del proprietario della villa di Puntasecca e in questo delizioso libro ci racconta storia, aneddoti, abitanti e ricordi legati a quella terrazza appoggiata sul mare in cui il commissario più famoso d’Italia sorseggia caffè all’alba dopo una vigorosa nuotata. Ha il sapore nostalgico dell’infanzia dell’autrice che era solita trascorrere lì le vacanze estive con genitori e nonni. 16 anni idilliaci tra caldo, mare, pranzi amorevolmente cucinati dall’elegantissima nonna, che faceva trovare lenzuola di lino rosa con le iniziali ricamate di Costanza e di sua sorella Vichy. Momenti bellissimi trascorsi con l’affascinante nonno, “…avvocato per hobby, imprenditore per professione, sognatore nostalgico, bambino mai cresciuto”. Entusiasmanti pesche ai ricci con tanto di retino, nuotate in quel mare dal fondale sabbioso “…e limpido che diventa casa, un liquido amniotico nel quale sguazzare felici”. Un ritaglio di Eden perché, come scrive l’autrice, “In fondo al mare si spegne il rumore del mondo, si attutisce ogni dolore, si camuffa ogni pensiero”. Pagine indimenticabili in cui fanno capolino personaggi famosi, come lo scrittore Gesualdo Bufalino e l’editrice Elvira Sellerio, ospitati dai nonni. Poi c’è anche il racconto di come quella casa fu notata da chi di dovere e diventò il set della serie tv “Il commissario Montalbano”. Prendeva così vita la Vigata di Andrea Camilleri nel Golfo di Marinella: nella casa di villeggiatura di Giovannino DiQuattro “… proprio sulla spiaggia, quasi dentro al mare”. E con il successo della fiction arriverà anche il continuo pellegrinaggio dei fans alla scoperta della magica location, dove l’anziano proprietario finirà per   intrattenerli   piacevolmente.

 

Maria Dueñas “Le figlie del capitano” – Mondadori – euro 22,oo

In Spagna questo romanzo corposo si è rivelato un fenomeno editoriale; del resto, l’autrice già nel 2010 aveva fatto un bell’exploit con “La notte ha cambiato rumore” (oltre 5 milioni di copie). Questa sua ultima fatica letteraria è ambientata a New York nel 1936 ed è la storia della resilienza tutta al femminile delle giovani protagoniste, catapultate nel calderone multietnico dell’immigrazione di quegli anni. Inizia con il funerale di Emilio Arenas, spagnolo 52enne, sbarcato in America all’ inizio del 1929, pochi mesi prima del crollo della Borsa e della Grande Depressione. Tempismo pessimo per l’apertura del suo piccolo ristorante “El Capitán” sulla14° strada, nel cuore del quartiere spagnolo. Emilio rimane vittima di un infortunio che gli spezza vita e speranze. A piangerlo sono la moglie analfabeta Remedios –donna timorosa di tutto e chiusa ai cambiamenti- e le tre figlie Victoria, Mona e Luz. Dapprima tentano di continuare il lavoro paterno, ma si scontrano con le difficoltà del Nuovo Mondo. Il romanzo è la storia della loro complicata integrazione nella città caotica, dove arrancano con inesperienza e ingenuità. Tentano di rimettere in piedi la trattoria paterna che ribattezzano “Le figlie del Capitano”, e passano attraverso varie avventure e disavventure che le aiuteranno a maturare e fortificarsi. Poi c’è un nutrito corollario di personaggi che intersecano la strada della tre fanciulle: da un’eccentrica suora a un perfido avvocato, passando per personaggi realmente esistiti come l’erede al trono spagnolo Alfonso di Borbone (esiliato negli States per sfuggire alla guerra civile e al pugno duro del Regime Franchista). Sullo sfondo e grande protagonista è la minuziosa ricostruzione storica dello sviluppo veloce e multietnico della New York di quegli anni, con un occhio particolare al quartiere della Little Spain e alla sua metamorfosi.

 

John Galsworthy “Il patrizio” – Elliot-   euro 15,00

Tra le infinite e decisamente troppe uscite editoriali, ben venga la riscoperta di grandi autori classici. E’ il caso dello scrittore e drammaturgo britannico John Galsworthy (1867- 1933), autore della famosa”Saga dei Forsyte” e vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1932. Elliot riedita “Il patrizio” pubblicato per la prima volta nel 1911. E’ una storia di grandi ambizioni, politica, amori che si mettono di mezzo, convenzioni difficili da aggirare: tutto sullo sfondo di spettacolari tenute di campagna e blasonati palazzi londinesi in cui si fa politica. Protagonista è Lord Eustace Miltoun, rampollo primogenito di una famiglia nobile. Ha 30 anni ed ha viaggiato in lungo e in largo, è coltissimo (legge dalla poesia alla storia, dalla filosofia alle scienze sociali e alla religione), costruisce la sua ambiziosa   carriera politica all’ombra del padre e mira ad essere il candidato ideale al ruolo di Primo Ministro. Ma sulla sua strada incappa nella passione amorosa per l’affascinante Audrey Noel; peccato che non sia esattamente la compagna ideale per un uomo destinato a grandi cose in una società in cui l’etichetta è tutto. Si dice che sia divorziata, ma pare invece che sia ancora legata al marito, un uomo di Chiesa che si rifiuta di lasciarla libera. Per Eustace s’innesca la titanica lotta tra ragione e sentimento. E Galsworthy con la sua penna vi guida nei pensieri e nelle azioni del protagonista, caduto nelle spire del conflitto atavico tra la brama, da un lato, di potere e lustro e dall’altro, il sacrosanto diritto e desiderio di amare la donna che gli ha preso il cuore.

 

A Volpiano “L’ora del racconto”

 Per avvicinare i bambini alla lettura. Riprendono gli incontri nella biblioteca comunale

Giovedì 13 febbraio riprende «L’Ora del Racconto», il progetto della biblioteca comunale di Volpiano rivolto ai bambini in età prescolare oppure iscritti ai primi anni della scuola primaria; alle 17 nella sede di via Carlo Botta 26 gli artisti dell’associazione Crab propongono letture su principesse, draghi e amori contrastati.

«L’Ora del Racconto» rappresenta un modo per abituare i bambini all’ascolto, coinvolgendo anche i genitori, ed è una iniziativa che la biblioteca civica di Volpiano organizza dal 1986; il progetto è inserito nell’ambito del programma «Nati per leggere» della Regione Piemonte ed è sostenuto dalla Compagnia di San Paolo.

Carlo Mollino, un libro sull’archistar torinese

 Al Forte di Bard, si presenta il nuovo volume di Luciano Bolzoni 

Domenica 9 febbraio, ore 15,30

Bard (Aosta)

Quarantacinque anni di attività. Intensa e funambolica. Di studio. Di progettazione e costruzione. Estrosa e geniale, ma sempre scientificamente controllata.

Fra le sue ultime “creature” torinesi, solo per citarne alcune, il Palazzo della Camera di Commercio e il nuovo Teatro Regio, ricostruito dopo l’incendio del ’36 e inaugurato nel 1973. Carlo Mollino (Torino, 1905 – 1973) fu indubbiamente una figura di primo piano nell’ambito dell’architettura internazionale del Novecento. Ma non solo. Mollino, infatti, fu anche designer e arredatore, fotografo e scenografo e perfino uomo di grandi passioni sportive, sciatore professionista (ottenne anche l’incarico di direttore della “Coscuma”, la Commissione delle scuole e dei maestri di sci), corridore automobilista e aviatore acrobatico, oltreché influente docente universitario al Politecnico di Torino e scrittore di razza. A lui è dedicato il nuovo libro “Carlo Mollino architetto”, scritto per “Silvana Editoriale” da Luciano Bolzoni, architetto e direttore culturale di “Alpes”. Il volume verrà presentato domenica prossima 9 febbraio, alle ore 15,30, in Vallée, nella Sala Archi Candidi del Forte di Bard, alla presenza dell’autore e del fotografo e artista Armin Linke, nell’ambito della rassegna culturale “Forte di Bard_incontri”, con il patrocinio e il supporto dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Valle d’Aosta. Un omaggio, questo vuole essere il libro “al genio creativo e irrequieto di Mollino, archistar nota all’estero – sottolinea Bolzoni – ma ancora poco compresa in Italia”. L’intento è quello di indagare “due storie, coincidenti e trasversali: quella dell’uomo dai molteplici interessi e passioni e quella dell’architetto che, navigando nel passato, si proietta nel domani”.

g. m.

“Carlo Mollino architetto”

Forte di Bard, via Vittorio Emanuele II 85, Bard (Aosta); tel. 0125/833818 o www.fortedibard.it

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria a: prenotazioni@fortedibard.it

 

Pansa e la “Battaglia di Roma” nell’agenda del Pannunzio

Due appuntamenti culturali in programma nei prossimi giorni

.
Venerdì 7 febbraio alle ore 15,30 nella Sala Cinema del Museo Nazionale del Risorgimento (piazza Carlo Alberto 8), il Centro “Pannunzio” invita alla proiezione del film di Luigi Cozzi “LA BATTAGLIA DI ROMA 1849”, ispirato al libro di Giovanni Adduci “Un Garibaldino a casa Giacometti”, premiato dal Centro “Pannunzio”. Interverranno Umberto Levra, Presidente del Museo Nazionale del Risorgimento e lo storico Pier Franco Quaglieni. L’iniziativa è promossa in occasione dei 170 anni dagli avvenimenti narrati nel libro e nel film.Prenotare a info@centropannunzio.it
.
Martedì 11 febbraio alle ore 17,30, a Palazzo Cisterna (via Maria Vittoria 12), il Centro “Pannunzio” organizza un RICORDO DI GIAMPAOLO PANSA, recentemente scomparso. Ricorderanno il giornalista che scrisse su “La Stampa”, “Il Giorno”, “Il Corriere della Sera”, “La Repubblica”,” L’Espresso”, “Panorama” e l’autore coraggioso di numerosi libri di grande successo sulla storia italiana,  Marco Castelnuovo, Gianni Oliva, Pier Franco Quaglieni. A Pansa fu conferito nel 2006 il Premio “Pannunzio”.Coordina Elisabetta Cocito .

In un semplice giorno d’inverno

Stagione molto particolare, l’inverno. Tempo capace, come scriveva Victor Hugo, di cambiare “in pietra l’acqua del cielo e il cuore dell’uomo”

Ma è anche il periodo che più di altri favorisce l’immaginazione, fa pensare, aiuta i ricordi, la fantasia. Riordina i pensieri e genera storie. Se poi le storie diventano racconti e questi, uno in fila all’altro, diventano un libro come “In un semplice giorno d’inverno” (Impremix Edizioni Visual Grafika) ai lettori non resta che sfogliarlo e scoprirne piacevolmente il contenuto. Già il titolo è indicativo e l’autrice, Maria Teresa Carpegna, ambienta in questa stagione, nelle giornate che precedono le feste di fine anno, tra nebbie, neve e silenzi che le precedono e che seguono, quattordici storie di uomini e donne come tanti “ la cui vita scorre, giorno dopo giorno, nella felicità ingannevole o nella semplice serenità”.

 

Dal primo racconto, profondo e garbato, dove la statuetta di Gesù bambino porta alla memoria protezione e complicità nei tempi orribili della persecuzione degli ebrei da parte dei nazisti, agli altri dove le emozioni che ognuno di noi ben conosce – quelle belle e serene, e quelle amare e dure – riflettono ciò che portiano dentro. I vicini di casa, lo scrittore che vive la crisi della sua famiglia e tra i boschi cerca il modo di chiudere la sua vita e poi, mezzo assiderato, viene salvato e avverte un calore diverso, nella sua mente e nel cuore;una dolce e triste prostituta che legge i libri ad un uomo rimasto eterno bambino mentre in un’altra vicenda ecco ancora una donna che avverte come una rivelazione, dopo l’ictus che ha colpito l’amante, un profondo senso di solitudine e la necessità di tornare a vivere la propria vita, di essere generosa con se stessa e di non sprecare in una storia sbagliata gli anni migliori della sua gioventù. A volte basta una foto, come nel racconto “Una diversa carestia”, a far maturare una maggior coscienza su ciò che accade attorno a noi mentre “Un appuntamento al buio”, nato come uno scherzo malizioso finisce paradossalmente con la più classica applicazione della legge del contrappasso. Ci sono quasi sempre, nei racconti, la neve e la montagna che l’autrice (nata a Giaveno e residente in una borgata sopra Coazze) conosce e ama e sullo sfondo, il profilo invernale di Torino, con le sue luci e l’anima complessa, rigorosa, persa in lunghi e laboriosi silenzi, interrotti da brevi e sporadici sprazzi di allegria durante il periodo delle feste.

 

Nei racconti di Maria Teresa Carpegna ci sono anche solitudine e amarezza per quel che avrebbe potuto essere e non è stato, per le scelte che richiedevano un coraggio che non si è avuto. Spesso c’è un ultima possibilità, un possibile riscatto come i genitori separati che si riconciliano con il figlio o l’affetto della pianista nei confronti della ragazza che, nonostante il suo enorme problema, ama davvero la musica. La celebre artista, infastidita dalle banalità, prova così un piacevole stupore che esplode in una imprevista tenerezza e nella piena comprensione di un sentimento sopito. Più o meno tutte le vite rappresentate nelle quattordici storie che danno corpo a “In un semplice giorno d’inverno” sono lievi, malinconiche o divertenti, proponendo minuscoli e inaspettati eventi che porteranno ad imprevedibili sviluppi. Può essere un disvelamento come in “Tutta la vita davanti”, un gesto d’altruismo e d’amore per i libri ( in “Flessibilità”, ad esempio, i testi sono quelli che raccontano, in parole e cifre, la contabilità di una piccola drogheria) oppure un’altra opportunità nonostante la crisi abbia stravolto abitudini, attività e vite come in “Piste da sci”. I libri sono come gli specchi e spesso riflettono l’anima di chi li scrive. Maria Teresa Carpegna ha sempre lavorato con i libri. Ha gestito per diversi anni, insieme al marito, una libreria a Giaveno e ora si dedica alla cura dei testi come editor e talent scout, insegna in corsi di scrittura narrativa e organizza laboratori su vari temi, sempre dedicati alla scrittura. Questa raccolta di racconti è la sua prima “prova d’autore”. Alla fine dei ringraziamenti, a fondo pagina, si augura che siano piaciuti perché, scrive, “temo non sarà che l’inizio”. Personalmente mi sento di commentare che questa è davvero una buona notizia per noi lettori.

Marco Travaglini

L’isola del libro

Rubrica settimanale sulle novità librarie. A cura di Laura Goria

Isabelle Allende “Lungo petalo di mare” -Feltrinelli- euro 19,50

Cominciamo subito col dire che Isabelle Allende è una donna simpaticissima e autoironica, come ha dimostrato al pubblico, affascinato dalla sua verve, quando ha presentato il libro alla Nuvola Lavazza di Torino. Brillante il modo di raccontare pagine importanti della sua vita. Da come, all’alba delle sue 77 primavere, ha sferrato un attacco frontale all’assiduo ammiratore che la corteggiava, inanellando così il suo terzo matrimonio pochi anni fa. Perché oltre a non dimostrare assolutamente la sua età (ha sottolineato che però gli è costato mucho dinero), è fermamente convinta che ci si può sempre e ancora innamorare come a 18 anni; solo, si ha meno tempo da perdere.

Poi ha raccontato l’ incontro con il grande Pablo Neruda: lei era una giovane giornalista e lui si rifiutò di concederle un’intervista dicendo che inventava troppo per il mestiere che faceva e che avrebbe dovuto invece dedicarsi alla narrativa. Quindi un grazie anche al poeta se la vita ci ha regalato gli splendidi romanzi dell’Allende.

Chiusa la parentesi biografica passiamo al “Lungo petalo di mare”. E’ la bellissima e travagliata storia del medico Victor Dalmau, scappato dalla guerra civile spagnola nel 1939, grazie all’aiuto di Pablo Neruda che noleggiò il piroscafo Winnipeg e portò più di 2000 repubblicani -in fuga dal regime franchista- in Cile. Esuli che ricominciarono daccapo per rifarsi una vita. A bordo della nave ci sono Victor e la giovane pianista Roser Bruguera i cui destini si uniscono indissolubilmente nel paese che è un “lungo petalo di mare e neve” . Tra amori passionali, matrimonio di facciata e poi unione profonda; attraversando pagine storiche durissime come il golpe che nel 1973 fece cadere il presidente cileno Salvador Allende e consegnò il paese alla lunga e spietata dittatura dei colonnelli e alla morte di migliaia di desaparecidos. Vi anticipo solo che anche Victor, diventato cardiologo di fama, finirà tragicamente impigliato nella rete di interrogatori, torture e   prigionia. Poi un nuovo esilio in Venezuela e altre pagine magnifiche che vi aspettano.

Per questo romanzo -con echi che richiamano il capolavoro assoluto della Allende “La casa degli spiriti”, del 1982, da cui l’omonimo film con Jeremy Irons- si è ispirata alla vita vera dell’esule Victor Pey che conobbe in Venezuela. Lo incontrò 40 anni fa e solo ora si è decisa a raccontare la sua storia. Lui è morto – a 103 anni e lucidissimo fino alla fine- 6 giorni prima che lei potesse mandargli il manoscritto.

E ancora una volta questa somma scrittrice di lingua spagnola più letta al mondo (22 romanzi, tradotti in 35 lingue e 67milioni di copie vendute) ha imbastito una storia che non è solo quella di un grande amore, ma anche di rifugiati politici, esilio, migrazioni e ricerca di identità. Tutte cose che lei ha vissuto sulla sua pelle; è infatti la nipote del presidente socialista Salvador Allende destituito da Pinochet e fu costretta all’esilio. Un tema più che mai attuale .

 

Sandra Petrignani   “Lessico femminile” -Laterza-   euro 18,00

Questo è un affascinante mosaico di scrittrici e scrittura al femminile, a spasso nei secoli e a più latitudini del globo. La giornalista e scrittrice Sandra Petrignani è bravissima nel ricostruire i tasselli di vita di grandi autrici e vi consiglio anche i suoi precedenti “La scrittrice abita qui” (2002, libro di viaggio nelle case-museo di grandi scrittrici del 900), “Marguerite” (2014, dedicato alla Duras) e “La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg” (2018).

In “Lessico femminile”   rilegge pagine di grandi autrici del passato –dalla Bronte alla Woolf- e contemporanee – dalla Ernaux a Joyce Carol Oates- mettendole a confronto, scandagliando i temi a loro più cari e sottolineando la loro sensibilità e il loro sguardo sulla vita, squisitamente geniale e femminile.

E’ un libro che   possiamo prendere come guida per scoprire o riscoprire, pagine magnifiche di capolavori; ma ci conduce anche nelle pieghe più intime del pensiero e delle vite delle scrittrici. Ogni capitolo è   dedicato ad un tema condiviso da molte di loro. Per esempio, c’è l’importanza e il modo di intendere la casa -tempio di vita e nido ordinato- come quella della baronessa Karen Blixen che lasciata alle spalle la fallimentare piantagione di caffè in Africa tornò a scrivere nella sua avita dimora in Danimarca. C’è l‘importanza di avere “una stanza tutta per se” caldeggiata da Virginia Woolf e le tante case al centro dei suoi romanzi e della sua esistenza. Per arrivare all’affascinante ”La grande casa” di Nicole Krauss (del 2010).   Poi tra gli altri temi gli amori e i loro percorsi, le relazioni pericolose come il colpo di fulmine per il marito Ted Hughes che cambiò la vita della poetessa suicida Sylvia Plath. O ancora quelli di coppie famose, spesso molto competitive e a volte fallimentari come Flaubert e Louise Colet, Scott e Zelda Fitzgerald, Sartre e de Beauvoir, o Lillian Hellman e Dashiell Hammett… E tra gli altri spaccati al femminile anche i rapporti complessi tra madri e figli e pagine bellissime dedicate alla solitudine di geniali autrici, al loro modo di affrontare la materialità o l’effimero delle cose.

 

Annie Ernaux “L’evento”   – L’Orma editore – euro   15,00

La Ernaux è una delle scrittrici francesi più seguite perché ha saputo reinventare un personalissimo modo di raccontare la sua vita, trasformandola in specchio che riflette anche indagine sociale ed esistenziale. L’evento che racconta è urticante e drammatico. E’ la narrazione dell’aborto clandestino procuratosi quando era giovane studentessa di lettere, incinta e disperata. Erano gli anni 60, in piena epoca gollista, quando interrompere una gravidanza indesiderata era illegale, difficile e altamente rischioso. E’ la discesa agli inferi della 23enne che vuole a tutti i costi liberarsi del feto e si schianta contro un muro di ostacoli, solitudine, doppia moralità. I suoi genitori non devono sapere, il padre del bambino se ne lava le mani e l’unica ad aiutarla sarà una compagna di scuola –ironia della sorte- molto borghese e cattolica convinta. E’ il racconto struggente di vergogna, sensi di colpa, ginecologi che fanno finta di non capire, tentativi falliti di risolvere da sola il problema infilzandosi con un ferro da calza. Ma il bimbo che nessuno vuole è tenacemente ancorato alle pareti uterine.

La soluzione del problema è nelle mani di una squallida “fabbricante d’angeli” che lucra sulle sventure di sprovvedute fanciulle. La protagonista si ritrova così in una misera stanza adibita per la bisogna, con il ventre invaso da sonde e il pericolo incombente di una setticemia. Straziante la scena in cui “nei bagni dello studentato avevo partorito allo stesso tempo una vita e   una morte” quando con l’aiuto della compagna taglia il cordone ombelicale che la legava al feto di tre mesi… che le scivola tra le gambe e lei getta nella tazza del water. Pagine difficili anche da leggere, immaginiamoci da scrivere affondando la penna nel proprio drammatico passato. La Ernaux ancora una volta è riuscita a mettere in parole “..un’esperienza umana totale, della vita e della morte, del tempo, della morale e del divieto, della legge, un’esperienza vissuta dall’inizio alla fine attraverso il corpo”.

I libri più letti e commentati a gennaio

Gennaio di letture per gli iscritti al gruppo Facebook più frequentato della rete: tante proposte, tante discussioni e tanti titoli da scoprire o riscoprire

Primo posto, tra i libri più letti e commentati di questo mese, per La ragazza del Sole, romanzo di Lucinda Riley, sesto capitolo della saga delle Sette Sorelle, saga amatissima dalle lettrici del gruppo; secondo posto per L’Architettrice, romanzo di Melania G. Mazzucco, molto apprezzato da chi vorrebbe interessarsi all’arte; ultimo gradino del podio per Dolcissima Abitudine, di Alberto Schiavone, romanzo che ha per protagonista una prostituta e ha suscitato una vivace discussione.

 

Inauguriamo una nuova piccola rubrica, con i consigli delle librerie: per il mese di gennaio, la libreria Bookstore di Roma vi consiglia:

Salvare le ossa di Jesmyn Ward, NN editore.

Il tempo di morire, di Eduardo Savarese, Wojtek edizioni.

Fisica della malinconia di Georgi Gospodinov, Voland edizioni.

 

Libri diversi per ogni tipo di lettore.

Per la serie: Time’s List of the 100 Best Novels, ovvero i cento romanzi più importanti del secolo XX, scritti in inglese e selezionati dai critici letterari per la rivista Times, questo mese noi abbiamo discusso de L’urlo e il furore, classico di William Faulkner, il caustico Money, di Martin Amis e il malinconico Sportswriter, di Richard Ford: entrambi, presentano un disincantato e lucido ritratto dell’America degli anni 80.

Per questo mese è tutto, ci rileggeremo il mese prossimo!

 

Podio del mese

La Ragaza del Sole, di L. Riley (Giunti) – L’architettrice, di M. Mazzucco (Einaudi) – Dolcissima Abitidine, di A. Schiavone (Guanda)

 

I consigli del libraio:

Salvare le ossa di J. Ward (NN editore) – Il tempo di morire, di E. Savarese, (Wojtek) – Fisica della malinconia, di G. Gospodinov  (Voland)

 

Time’s List of the 100 Best Novels:

L’urlo e il furore, d W. Faulkner (Einaudi), Money, di M. Amis (Einauidi) –  Sportswriter, di R. Ford (Feltrinelli).

 

Testi di Valentina Leoni, grafica e impaginazione di Claudio Cantini 

redazione@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

La biblioteca scolastica Shahrazad riapre al pubblico

Ingresso da via Madama Cristina 41

E’ STATA INAUGURATA IERI

La recente adesione della Biblioteca scolastica Shahrazad alla rete di TorinoReteLibri Piemonte, che coinvolge 23 Istituti Comprensivi e 29 scuole secondarie di secondo grado con il Liceo classico Massimo D’Azeglio di Torino come capofila, rafforza la sua riapertura al territorio, dopo due anni, grazie alla disponibilità della scuola, all’impegno dell’Associazione Manzoni People e alla collaborazione con le Biblioteche civiche torinesi, nell’ambito del Protocollo d’intesa siglato con TorinoReteLibri – Biblioteche scolastiche in rete.

Shahrazad, sita all’interno dell’Istituto Comprensivo Manzoni di corso Marconi 28, era nata nel 2008 come punto prestito convenzionato con le Biblioteche Civiche Torinesi (che avevano messo a disposizione formazione del personale, libri, arredi e integrazione con il Sistema bibliotecario cittadino) nella zona di San Salvario che, a quei tempi, non disponeva di una Biblioteca civica di quartiere. Il punto, gestito in collaborazione con la Circoscrizione da un gruppo di associazioni del territorio convenzionate con la scuola, diventò presto un punto di riferimento per tutte le famiglie, i bambini, i ragazzi e gli appassionati di lettura. Nel 2013, con l’apertura a San Salvario della Biblioteca civica Natalia Ginzburg, la Biblioteca scolastica proseguì la sua attività caratterizzandosi come spazio di lettura per i bambini e i ragazzi e, al mattino, all’interno dell’Istituto, come Biblioteca scolastica.

Per far tornare la Sharazad un patrimonio fondamentale per il quartiere, l’Associazione Manzoni People (associazione di genitori dell’IC Manzoni) ha avviato nel marzo 2019 una campagna di crowdfunding per raccogliere fondi  e, attraverso la piattaforma Eppela – grazie ad un progetto sostenuto da Fondazione Crt – ha acquistato computer,  Ipad (in un’ottica di una biblioteca sempre più connessa e quindi anche attrattiva per il pubblico degli adolescenti), organizzato incontri sulla consapevolezza digitale oltre a predisporre una cifra per coprire il costo di una bibliotecaria al fine di la fase di start up del nuovo servizio.

Il progetto è ripartito grazie all’impegno della neo dirigente dell’Istituto Maria Elisabetta Tundo, di alcuni volenterosi insegnanti, delle Biblioteche civiche torinesi e di TorinoReteLibri, in collaborazione con la Circoscrizione.

Inoltre, grazie alla partecipazione a TorinoReteLibri, la Biblioteca entra a far parte di una rete ampia e efficiente che dà accesso a nuove possibilità: l’apertura dei suoi spazi al pubblico, l’integrazione con le Biblioteche civiche torinesi, la partecipazione a progetti di rete, a bandi e a manifestazioni cittadine in uno scenario che sta trasformando il sistema di pubblica lettura a Torino, con la partecipazione sempre più attiva anche delle Biblioteche scolastiche.

Dal 23 gennaio ‘La biblioteca dei bambini e dei ragazzi di San Salvario’ (ingresso da via Madama Cristina 41) sarà aperta nei seguenti orari: giovedì 16.30/18.30 – sabato 10.30/12.30 (chiusura nei periodi di vacanze scolastiche).

 

1 93 94 95