L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Chiara Gamberale “Il ventre paterno” – Feltrinelli- euro 18,00
L’inizio di questo 15esimo romanzo della scrittrice romana vi affonda immediatamente una lama nel cuore. A parlare è il piccolo Rocco di 9 anni la cui famiglia in paese è chiamata i “Senzaniente”. Conosciamo subito la sua disperata povertà, quando il bimbo implora la bottegaia di dargli un po’ di latte per la madre che ha appena partorito il fratellino e ha i seni secchi. Non otterrà nulla e la mamma morirà di stenti e fame 3 giorni dopo.
Quel bimbo poi ha avuto il suo riscatto: ha sgobbato duramente ed è diventato ricco proprietario di un supermercato, ma la ferita di quella miseria se la porterà dentro per sempre.
22 anni dopo sarebbe diventato il padre della protagonista di questa storia, la 39enne Adele e il legame tra i due è strategico nella storia. Perché anche dal grembo paterno impariamo a chiedere e ricevere amore.
Rocco ha cresciuto i figli nel culto del dovere ed è stato inflessibile in questo dictat che è anche il suo modo di esplicitare l’affetto. La primogenita Adele è legatissima a quel padre che è stato il suo primo grande amore. Lei, venuta al mondo al posto dell’agognato maschio, ha assorbito tutte le alte aspettative paterne ed è cresciuta trovando forza in quell’amore che l’ha fatta sentire unica e con un posto speciale nel mondo affettivo di Rocco.

E’ diventata una donna indipendente, anche se si sta barcamenando in una fase lavorativa incerta. Negli anni 90 aveva partecipato a un reality insieme ad altre ragazze ricoverate come lei per gravi disturbi alimentari; la notorietà le aveva garantito la conduzione di un programma televisivo intitolato con un gioco di lettere
“L’adelescenza”.
Ora alla soglia dei 40 anni la fase adolescenziale sembra abbondantemente superata e il programma sta per passare in mani più giovani.

A un primo sguardo Adele pare sapere cosa vuole dalla vita e non avere problemi nell’andare a prenderselo. Anelava ad essere madre e lo è diventata con l’inseminazione artificiale; ora è genitrice single della piccola Frida…ma non tutto fila liscio.
A poco più di 2 anni la piccola sembra inciampare nelle parole e Adele si rivolge al neuropsichiatra infantile Nicola Attanasio. Grande affabulatore, sposato e con figli, narcisista che si ammanta di parole scarnificate di significato.

Eppure fa breccia nella corazza di Adele e i 2 diventano amanti. Lui non sembra intenzionato a lasciare la famiglia. Adele finisce per essere una sorta di postulante che implora brandelli di amore, scampoli di tempo ritagliati grazie a bugie e sotterfugi.
Una storia che diventa dolore per Adele che ancora si dibatte nel conflitto adolescenziale tra l’Adele grassa e quella magra: conflitto interiore tutt’ora irrisolto che la vede oscillare tra le due versioni di se stessa a seconda di situazioni e stati d’animo.

Un’empasse che riporta a galla anche i non detti della famiglia di origine di Adele, che le aveva inflitto una delle violenze più subdole possibili. Quella sottile e quotidiana della madre Teresa e del padre Rocco che pur non stando bene insieme ci erano rimasti nonostante l’incombere dell’amante di lui, Rita.
Insomma un romanzo che concentra più piani narrativi e temporali e mette a nudo i buchi dell’anima che possono frenare la felicità delle persone, svela come sia più capace di amore il silenzioso Rocco del verboso Nicola e parla di una maledizione che da economica si fa esistenziale.

 

Dominique Fortier “E tutt’intorno il mare” -Alter Ego- euro 16,00
La 49enne canadese Dominique Fortier è scrittrice, editor e traduttrice, vive a Montreal, nel Quebec, ed ha vinto il prestigioso premio del governatore generale per la narrativa in lingua francese. E’ l’autrice del profondo “Le città di carta” in cui raccontava la vita della poetessa Emily Dickinson attraverso i luoghi, le passeggiate e le poesie. Soprattutto è un’autrice di raffinata sensibilità che vanta uno stile unico, efficace, che va dritto al cuore.
“E tutt’intorno il mare” è un piccolo gioiello che omaggia i libri e l’importanza delle parole, in cui si intrecciano due storie in epoche e clima diversi, a 600 anni di distanza una dall’altra.
Una è quella del pittore Éloi, l’altra quella di una madre che ama giocare con le parole e non rinuncia alla scrittura.

La maestosa abbazia di Mont-Saint- Michel (edificata nel 708 per volere del vescovo Oberto sull’isolotto del Mont-Tombe e da allora luogo di preghiera) lambita dall’affascinante fenomeno delle basse e alte maree che la rendono unica, fa da fil rouge tra la vita dell’autrice e quella di un pittore del 400.
E’ Éloi Leroux, ritrattista innamorato pazzo della giovane nobildonna Anna che deve ritrarre per il marito. Tra i due sarà amore e passione segreta, solo che la fanciulla muore stroncata dalla febbre…e per Éloi si spegne la luce.
Disperato, viene accolto dal cugino Robert, frate superiore dell’Abbazia che vanta una delle biblioteche più prestigiose dell’epoca. In quel luogo di pace profonda il giovane che neanche sapeva leggere, impara a conoscere i volumi, la vita monastica, un erbario tra i più ricchi d’Europa, la laboriosità minuziosa dei frati amanuensi, e cresce in bravura come miniatore.

Circa 600 anni dopo, la scrittrice divenuta madre fatica a conciliare il nuovo ruolo con la passione per la scrittura e si interroga sull’attrazione per quel luogo: «Per molto tempo ho cercato di capire perché il Mont-Saint- Michel mi avesse fatto un’impressione così forte. Certo è maestoso, superbo, grandioso; ma perché mai, nella mia testa, la scoperta che ne feci era legata al bisogno, o più esattamente alla possibilità di scrivere?».
Ed ecco pagine in cui si mischiano invenzione letteraria e riflessioni personalissime, argomento storico e considerazioni sulle ricerche per il libro, sulla scrittura dopo la maternità.
La Fortier architetta un gioco sottile e abile; accosta i due percorsi del romanzo, legati entrambi a una rivoluzione, cercando sottili coincidenze tra loro. L’invenzione e la diffusione del libro a metà del XV secolo, e il cambiamento fondamentale nella vita di chi diventa genitore. Ecco dove si incontrano le due anime profonde di questo libro; passato e presente soffusi di immensa poesia.

 

Mariana Enriquez “La nostra parte di notte” -Marsilio- euro 22,00

E’ un corposo libro ambientato in un’Argentina sospesa tra la dittatura di Videla e occultismo, ricca di atmosfere gotiche e fantastiche. Inizia con il viaggio che fanno nello sterminato paese sudamericano un padre e un figlio, entrambi con sorprendenti doti da medium.

Il padre si chiama Juan Peterson ed è il medium di una società segreta devota al Culto dell’Ombra; ma anche parecchio vicina a un circolo di affari legato alla dittatura. Sia lui che il bambino sono in grado di convocare gli spiriti davanti alla società votata all’Oscurità, che rincorre la vita eterna anche praticando rituali di sangue, compreso il sacrificio umano. A quella apparteneva Rosario, la moglie defunta di Juan e madre di Gaspar.
Juan è bellissimo, ha occhi di un verde magnetico e doti eccezionali che lo mettono in contatto con l’al di là; ma non ne è per niente contento, anzi è stremato dalla sua vita al limite e preoccupato che la stessa sorte possa toccare al suo piccolo. Così seguiamo le vicende dei due in fuga, da Buenos Aires alle cascate di Iguazú, al confine brasiliano.

E man mano che procediamo nelle pagine ricostruiamo la vita dei protagonisti e di un corollario di personaggi.
Rosario, prima donna argentina laureata a Oxford, diventata antropologa, apparteneva a una delle dinastie più potenti dell’Argentina, i Reyes Bradford di origini britanniche; legati alla dittatura e praticanti culti esoterici per mantenere il potere. Si scopre che lo zio medico di Rosario aveva ripetutamente salvato la vita a Juan, fin da bambino afflitto da una grave malformazione cardiaca; più che altro aveva capito i suoi straordinari poteri e controllando il piccolo avrebbe potuto usarli per i suoi fini.

Mariana Enriquez, una delle voci più interessanti della letteratura portena, ci conduce in una grande saga fantastica, tra poteri misteriosi, foreste, campi disseminati di corpi e prigioni clandestine. Narrazione visionaria e sensuale, tra realismo magico e la realtà storica di un periodo drammatico della storia del paese sudamericano.
D’altra parte l’infanzia della scrittrice -nata a Buenos Aires nel 1973- è coincisa con la dittatura; e anche se lei era piccola, è inevitabile che la drammatica storia dei desaparecidos e della dittatura si affacci nelle sue strepitose pagine.

 

Paula Hawkins “Un fuoco che brucia lento” -Piemme- euro 19,90

La scrittrice nata in Zimbabwe, trapiantata a Londra dove è stata a lungo giornalista; dopo il bestseller internazionale “La ragazza del treno”, ora ci catapulta in una fitta rete di inganni, vendette e efferati omicidi.
Tutto ha inizio a Londra, su Regent’s Canal dove su una casa galleggiante viene scoperto il cadavere di un ragazzo brutalmente assassinato.
E’ Daniel Sutherland, rampollo caduto in disgrazia e finito a vivere su una casa galleggiante. I sospetti si concentrano su 3 donne.
Una è la vicina Miriam che scopre il cadavere, dà l’allarme ma tiene per se informazioni importanti.
Laura è invece la ragazza con cui la vittima ha trascorso l’ultima notte; ha un passato difficile, da bambina ha subito un pesante trauma, è in gravi difficoltà emotive ed economiche e vive isolata e senza affetti.
Poi c’è la zia di Daniel, Carla, anche lei gravata da un dolore mai metabolizzato.
Le tre donne non si conoscono ed appartengono a differenti strati sociali, ma hanno un fondamentale tratto comune: hanno subito un grave dolore che ne ha stravolto le vite, e covano in silenzio un rancore pronto ad esplodere.
Le loro storie si incrociano per caso e il lettore viene condotto nelle loro vite private, sospese tra passato e presente, tra molteplici scheletri negli armadi che movimentano parecchio la trama.

La Hawkins imbastisce una trama in cui si avvicendano continui colpi di scena, salta fuori un gigantesco castello di bugie, segreti, verità indicibili e sogni di vendetta.
E su tutto aleggia una domanda: per quanto tempo si riesce a mantenere un segreto difficile prima che venga smascherato e la brama vendicativa esploda?
L’autrice ha dichiarato che voleva esplorare come nessuna tragedia si verifichi indipendentemente dal resto: un incidente accaduto nell’infanzia può avere conseguenze decenni dopo, fidarsi della persona sbagliata può dirottare completamente una vita, e poi anche le persone più buone possono essere capaci di azioni orribili.

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