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Gabiano, LibrInValle 2022 entra nel vivo

LibrInValle 2022 è entrata nel vivo con la conferenza a Gabiano di Dante Paolo Ferraris sabato pomeriggio al centro polifunzionale.

L’autore, seguendo una tradizione ormai consolidata, ha presentato la sua ultima fatica, ‘Girovagando per il Piemonte – volume 3’ viaggio nei borghi minori della regione subalpina. Questa volta Ferraris, rispettando un impegno che aveva preso due anni fa, ha dedicato un capitolo proprio a Gabiano.

Gli altri sono dedicati ad Alice Castello, Argentera, Azeglio, Balzola, Bra, Candia Canavese; Cannero Riviera, Carentino, Caresanablot, Francavilla Bisio, Galliate, Larizzate, Neive, Nizza Monferrato, Passerato Marmorito, Sagliano Micca, Traregio Viggiona, Verrone, Viverone, Volpedo, Volpiano, Voltaggio. Un capitolo è dedicato alla farinata e il tutto è corredato da un’ampia ed esauriente sitografia e bibliografia.

Ad introdurre è stato il sindaco di Gabiano, Domenico Priora, che ha ricordato la sua lunga conoscenza ed amicizia con l’autore, poi Ferraris ha dialogato con Massimo Iaretti, consigliere delegato alla cultura dell’Unione dei Comuni della Valcerrina che ha ricordato che il prossimo appuntamento con LibrInValle è previsto sabato 23 aprile, alle ore 17 a Cerrina Monferrato nel salone parrocchiale, in collaborazione con il Circolo culturale I Marchesi del Monferrato e il Comune di Cerrina, dedicato alla figura di Beppe Fenoglio, con l’intervento di Sergio Favretto e letture di Fulvia Maldini.

L’evento è stato ripreso da una troupe di monferratowebtv.it e telemoranopo.it che lo manderà in onda sui propri canali.

Quando il Pd torinese insegue Fruttero & Lucentini…

DI AUGUSTO GRANDI

Prendi due politici del Pd e mettili a scrivere un “noir” ambientato tra Torino e Langa.

E, per completare il quadro, inserisci il tutto negli ultimi giorni di campagna elettorale che hanno portato alla guida di Torino il loro compagno Stefano Lo Russo (ora Stefano L’ucraino). Poteva uscirne un polpettone illeggibile, una squallida operazione di propaganda partitica ammantata di un raccontino giallo per nascondere i veri obiettivi. Invece Michele Paolino, con la collaborazione di Sergio Chiamparino, è riuscito a scrivere una storia gradevole, leggibile anche al di fuori delle sezioni del partito o delle bocciofile di riferimento.

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A Mango, nel cuore delle Langhe, l’inaugurazione dei primi “Percorsi Fenogliani“

“Beppe Fenoglio 22”

In occasione del Centenario della nascita del grande scrittore albese

Sabato 9 aprile, ore 15

Alba (Cuneo)

Continuano gli appuntamenti della “Primavera di Bellezza” inseriti nel Calendario “Beppe Fenoglio 22”, a cura del “Centro Studi”dedicato  al mitico scrittore e partigiano albese, in occasione del Centenario della nascita (Alba, 1 marzo 1922 – Torino, 18 febbraio 1963). Dopo l’incontro di domenica scorsa, con “Tra le righe di Fenoglio” che ha portato i partecipanti all’evento, attraverso una piacevole visita guidata, in 11  tappe del centro storico di Alba, luoghi vissuti, amati e descritti da Fenoglio, sabato prossimo 9 aprile (ore 15) nel paese di Mango e dintorni si inaugura uno dei primi “percorsi fenogliani”. L’organizzazione è dell’“Associazione Manganum ODV” che ha inteso programmare una serie di iniziative volte a rafforzare il legame fra lo scrittore, la sua terra di Langa e in particolare il paese di Mango (con i suoi luoghi più tipici, le cascine, il suo possente Castello e i suoi meravigliosi e larghi panorami), dove Fenoglio ha soggiornato e su cui molto ha scritto. Mango (media Langa, 1300 abitanti) è infatti uno dei paesi che Beppe cita più frequentemente nei suoi romanzi, ne “Il partigiano Johnny” e in “Una questione privata”, negli “Appunti partigiani 44-45” e nei “Racconti”. Mango lo ha accolto durante la guerra di Resistenza, che si consumava strenuamente su tutte le colline dall’Alta alla Bassa Langa e non solo, nel nome di una libertà da riconquistare ad ogni costo, anche al prezzo della propria vita. E di particolare importanza sarà proprio sabato 8 il ripristino del “Percorso del partigiano Johnny”, arricchito da opere d’arte che richiamano le trascrizioni letterarie riportate nelle postazioni vicine. Per info: www.manganum.it

Restando in tema, sono intanto un migliaio, finora, le parole scelte dal pubblico dell’esposizione “Una maniera di metter fuori le parole”, organizzata fino al 18 aprile a “Palazzo Banca d’Alba” (via Cavour, 4) per esplorare il linguaggio fenogliano. Nel percorso espositivo si trova un’installazione multimediale e interattiva realizzata da “Blulab” che permette di selezionare la propria “parola preferita” ricreando la magia visiva e sonora dello scrivere sul foglio bianco. La millesima parola digitata – tra quelle estrapolate dai dattiloscritti originali de “Il partigiano Johnny” e “Una questione privata” – è stata “segreto cardiopulso”, parola in vetta a tutte le altre, seguita da “incubosa solitudine” e “partigiano”.
Le scelte stilistiche di Fenoglio (i ricorsi, i neologismi) sono diventate “oggetto artistico”attraverso un processo di esaltazione che lega la scrittura alla fotografia.  L’allestimento della mostra è ideato da Danilo Manassero mentre la stampa fotografica utilizzando la cianotipia è realizzata da Francesca Marengo. L’esposizione è visitabile ad ingresso libero fino al 18 aprile nei seguenti giorni e orari: venerdì 14.30/18.30sabato e domenica 10.30/13.3014.30/18.30.
Infine, per tutta la durata del centenario fenogliano, in collaborazione con il Comune di Alba, è allestita l’installazione “Piazza Rossetti 1” una struttura – pensata e realizzata dall’architetto Danilo Manassero con le fotografie di Antonio Buccolo – che svela attraverso un gioco poligonale gli interni di quella che un secolo fa era “Casa Fenoglio”.Quest’ultima, abbattuta in gran parte negli anni Novanta del secolo scorso, è stata sostituita dall’attuale edificio comunale su cui è allestito l’intervento artistico-architettonico.Recentemente sono state ritrovate alcune fotografie raffiguranti gli spazi in cui visse lo scrittore: si tratta di immagini per lo più inedite, testimonianze degli ambienti e delle atmosfere domestiche in cui Fenoglio concepì le proprie opere. Attraverso l’installazione “Piazza Rossetti 1” le pareti che apparivano spoglie ed austere al momento degli scatti tornano così a mostrarsi vive e vibranti, “come avvolte da un’immaginaria texture visiva, costituita da un’intricata sovrapposizione di parole e dal suono scandito della macchina dascrivere”.

Le fotografie in bianco e nero diventano “finestre, varchi verso l’interno che permettono di vedere gli spazi di un tempo, producendo un inedito gioco prospettico che simula un’ipotetica sezione dell’edificio. Le immagini degli spazi architettonici vengono inoltre integrate da una fotografia di Beppe Fenoglio e da due testi che descrivono gli ambienti della casa, tratti dalla sua favola  incompiuta “Il bambino che rubò uno scudo”.L’operazione di ricostruzione ideale e virtuale comprende anche la riproposizione toponomastica dell’indirizzo “Piazza Rossetti 1” che ora non esiste più. L’attuale numerazione, infatti, parte dal numero civico 2, sede del “Centro Studi Beppe Fenoglio”.

Per info: “Centro Studi Beppe Fenoglio”, piazza Rossetti 2, Alba (Cuneo); tel. 0173/364623 o www.centrostudibeppefenoglio.it

Il calendario  degli appuntamenti, in continuo divenire, è aggiornato sul nuovo sito del “Centenario Fenogliano” www.beppefenoglio22.it

g. m.

Nelle foto:

–       Beppe Fenoglio

–       Mango – Il percorso del partigiano Johnny

–       Centro Studi Beppe Fenoglio

Adriana Zarri e la gatta Arcibalda

Adriana Zarri, poetessa, scrittrice e teologa, giornalista e donna libera che sapeva comunicare, eremita per scelta nella campagna canavesana, amava molto gli animali, soprattutto i gatti.

L’ autrice che con i suoi scritti ha accompagnato le letture e la formazione spirituale e civile di molti cattolici, pubblicando per mezzo secolo su diverse testate dall’Osservatore romano a Il Manifesto, visse tutta la vita in maniera contemplativa, amando la natura, cosa che per lei era del tutto normale. Nella sua ultima fatica letteraria, pubblicata postuma dopo al sua scomparsa avvenuta nel 2010, intitolata La gatta Arcibalda e altre storie sono raccolti gli articoli “animalisti” che la Zarri pubblicò sulla rivista Rocca dal 1984 fino al giorno prima di morire. Si tratta di riflessioni sugli animali e sulla natura che raccontano il punto di vista dell’autrice su questioni sempre molto attuali e all’epoca in cui vennero scritte addirittura innovative, per certi versi dirompenti. Nel titolo è citata Arcibalda , la cui identità veniva svelata dalla teologa:“l’ultimo dei miei tanti gatti perché gatti ne ho sempre avuti”. Una gattona nera con la “macchia della Madonna”, una chiazza di pelo di colore diverso – in questo caso un ciuffetto di peli bianchi posizionati sotto la gola – che durante il Medio Evo “distingueva i gatti parzialmente neri dai gatti totalmente neri e li salvava dalle persecuzioni che si riservavano invece di norma a questi ultimi, messaggeri dell’inferno”. Nel libro Tutto è grazia, parlando della preghiera, raccontava così il rapporto speciale con gli amati felini: “Al mattino quando faccio la liturgia di solito sono vicino all’altare e vedo la mia gatta, la sua contentezza; il suo affetto è il suo modo di pregare. E allora la tengo lì e preghiamo insieme”. Ne La gatta Arcibalda e altre storie la teologa condivide i sentimenti e anche le sofferenze degli animali, da quelle del leone obbligato nel circo a rinunciare alla sua maestà, fino al cappone o al toro delle corride, torturati per la nostra ingordigia o la nostra crudeltà. Al pari degli antichi Adriana Zarri considerava come veri e propri simboli della contemplazione la civetta e il gufo, animali della notte in grado di scorgere quello che gli altri non possono vedere. Il suo  rispetto e lo sconfinato amore per gli animali costituiscono un esempio originalissimo ed elevato di ecologia che muove i suoi passi dalle forme di vita, iniziando dagli animali,che sono accanto a noi. Adriana Zarri si interrogava sulla liceità dei maltrattamenti a cui sono sottoposti gli animali da circo per il solo, egoistico, divertimento dell’uomo; sulla possibilità di diventare vegetariana per smettere così di causare dolore e morte ai suoi tanto cari amici animali; sulla sua vita di eremita in compagnia dei sempre amatissimi gatti e di tante altre “bestie” di vario genere; sui ritmi imposti dalla società che sono così tanto diversi e così sempre più diversi dai ritmi fisiologici della natura e degli animali. La raccolta di articoli che compone il libro è aperta da una prefazione che scrisse Luigi Bettazzi (attualmente lucidissimo 98enne, vescovo emerito di Ivrea) e raccoglie, pagina dopo pagina, la testimonianza dell’amore profondo e vivo in una donna che visse tutta la propria vita in maniera contemplativa e da amante della natura.

Marco Travaglini

 

Il Pannunzio presenta a Torino il Muggenheim di Mughini

L’ULTIMO LIBRO DEL GIORNALISTA E SCRITTORE  CHE DIALOGHERÀ CON FRANCESCA ROTTA GENTILE

Si svolgerà giovedì 7 aprile alle 17.30 presso la Sala Consiglieri della Città Metropolitana di Torino a Palazzo Cisterna, via Maria Vittoria 12, l’incontro organizzato dal Centro PANNUNZIO di Torino con il giornalista e scrittore Giampiero Mughini che dialogherà su temi d’attualità con la prof.ssa Francesca Rotta Gentile, già vincitrice del Premio Flaiano nel 2017, Giurata al Premio Strega oltre che curatrice di diverse prestigiose rassegne liguri come Cervo Ti Strega, Cervo in blu d’ inchiostro, Sa(n) remo Lettori il giardino di Irene Brin.  Nell’occasione verrà presentato, in anteprima assoluta, l’ultimo libro del giornalista “Muggenheim- quel che resta di una vita” edito da Bompiani. Si tratterà di un incontro che darà luce alla profonda cultura e sensibilità di Mughini e ci permetterà di scoprirne aspetti davvero inediti come il fatto che possiede due setter inglesi di nome Bibi in onore di Brigitte Bardot e Clint in omaggio a Clint Eastwood oltre che essere un collezionista di libri e amante d’arte a tutto tondo. Un momento di alta cultura con la possibilità di rivivere, almeno idealmente, negli scritti di Mughini un’originale testimonianza di buona parte del’900 fra poesia visiva, fotografia, fumetto e progressive rock e design. L’evento, unico, sarà aperto anche ai non soci del Centro Pannunzio.

“Il giorno prima del voto” Michele Paolino e Sergio Chiamparino

Attenti a quei due!

Ricordando il famoso telefilm degli anni ’70 con protagonisti Tony Curtis e Roger Moore anche a Torino abbiamo il piacere  di presentare una supercoppia da poco formata, in campo letterario,ma già di grande qualità in campo politico: stiamo parlando di Michele Paolino, già presidente di circoscrizione e consigliere comunale a Torino e Sergio Chiamparino già sindaco di Torino e presidente della regione Piemonte, autori a quattro mani del libro il Giorno prima del voto,un giallo noir,raffinato che tiene il lettore col fiato sospeso. Michele Paolino è al suo terzo libro, nuovo successo editoriale scritto in maniera semplice e coinvolgente: il lettore non fa alcuna fatica ad immedesimarsi nei protagonisti, proprio come se stesse vedendo un film.La narrazione scorre veloce, l’impatto è avvolgente. Chi legge, scrivente compreso, si isola da tutto ciò che lo circonda e diventa coprotagonista della trama.
“Il giorno prima del voto” narra di un brutale fatto di sangue che avviene  nelle Langhe:una discendente di una grande e conosciuta famiglia di produttori di vino Barolo viene trovata uccisa nella sua cantina con un forcone conficcato nella schiena.Intanto a Torino,in contemporanea,s’infiamma la campagna elettorale per l’elezione del nuovo sindaco. Ci sono vari dibattiti e la presenza di un ministro che accende gli animi della vecchia guardia e dei nuovi giovani leoni che vorrebbero acquisire il potere economico della città.Intanto nelle Langhe cominciano le indagini e si scopre che… acquistate il libro e leggetelo tutto d’un fiato: ne vale proprio la pena perché rimarrete piacevolmente sorpresi.

Enzo Grassano

L’isola del libro Speciale Joyce Carol Oates

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Joyce Carol Oates è una delle più prolifiche e importanti scrittrici americane. Nata nel 1938 a Lockport -area rurale dello stato di New York, vicino al lago Ontario- in una famiglia come mille altre. Salvo la nascita della sorella affetta da autismo e alcune rivelazioni.

Una su tutte: alla morte dalla nonna Blance -alla quale era molto legata e che le svelò la meraviglia della lettura- scopre che si era inventata un’identità ebraica e che il bisnonno si era suicidato.
Caratterizzata da un’intelligenza precoce e notevole, Joyce nel 1960 si laurea presso la Syracuse University, ed inizia a scrivere a 28 anni.
Frequentando l’Università del Wisconsin conosce l’uomo che sposa nel 1961, Raymond Smith, altro grande intellettuale e direttore editoriale. Hanno condiviso vita, pensieri, insegnamento e arte fino alla morte di lui nel 2008, per le complicazioni di una polmonite.
Oggi vive nella casa che aveva abitato con il marito dal 1978, a Princeton, nel New Jersey, università nella quale ha insegnato fino al 2014 ed è tuttora professoressa emerita. Magrissima e apparentemente fragile, ha invece una personalità fortissima, modi pacati con cui ammanta un’irriducibile fermezza.
E’ un’intellettuale di immensa cultura e spessore che da sempre volge uno sguardo attentissimo alla vita e alle sue infinite sfaccettature e derive. Una mente geniale e vulcanica grazie alla quale nell’arco di 60 anni ha scritto e pubblicato oltre 100 libri, spaziando tra generi diversi e sempre in modo mirabile.
E’ autrice di 58 romanzi, circa 30 raccolte di racconti, 8 volumi di saggi, poesie ed opere teatrali, a cui si sommano alcune antologie di articoli che ha scritto per riviste e quotidiani nell’arco della sua lunga carriera. Nel 2010 il presidente Barack Obama le ha conferito la National Humanities Medal.

Autrice estremamente versatile ha affrontato e sviscerato un parterre di molteplici temi: dalla violenza delle grandi città americane, ai legami spesso soffocanti e conflittuali che cementano le famiglie della borghesia, alle apparenze legate a vite che devono sembrare rispettabili. Difficile elencare tutte le tematiche di cui ha scritto; tra queste, pure la condizione femminile e le derive dei ruoli maschili in una società impostata sulla forte competizione. E’ autrice anche di biografie come “Blonde” dedicata al mito Marilyn Monroe, di thriller psicologici ed epopee sociali che ha vivisezionato nelle sue pagine.

Il suo eclettismo nasce in parte dalla sua capacità di avere punti di vista sempre stimolanti, per lei raccontare ed elaborare è fondamentale. Il suo metodo di scrittura è estremamente rigoroso: ogni giorno scrive a mano dalle 8 di mattina fino alle 13, poi una pausa fino alle 17 e di nuovo scrittura per un paio di ore, segue poi la correzione di quanto ha creato. Per lei scrivere è come respirare, ed è stata proprio la scrittura ad averle salvato la vita, traghettandola oltre i dolori che la vita le ha riservato.

“La notte, il sonno, la morte e le stelle” -La nave di Teseo- euro 24,00
Questa può essere definita un’autobiografia emotiva, però con personaggi inventati. Il romanzo –che tocca le corde del lutto e della perdita- è dedicato al secondo marito della Oates, il neuro scienziato di Princeton, Charles Gross, morto nel 2019.
La casa in cui è ambientato è quella in cui la scrittrice vive, anche se non esattamente la stessa; ma, per esempio, la camera da letto in cui si muove il personaggio di Jessalyn è quella della scrittrice. Ed è la prima volta che la 83enne Joyce Carol Oates ambienta un romanzo in casa sua.
Sono 830 pagine che parlano di una grande famiglia travolta dalla tragedia della morte del padre; il 67enne John Earle McClaren, soprannominato Whitey. E’ l’ex sindaco bianco repubblicano di Hammond, editore e rappresentante della ricca borghesia, patriarca di una famiglia di 5 figli.
Ha incontrato il suo destino nel momento in cui ha tentato di fermare il pestaggio di un sospettato da parte della polizia; è intervenuto e finito a sua volta sotto le percosse degli agenti. Ricoverato in gravi condizioni, muore dopo un penoso coma che porta al suo capezzale moglie e figli.
La Oates ha sfidato la sua bravura narrando non solo il rapporto tra moglie e marito, ma ampliando il suo sguardo fino a includere tutta la complessa famiglia. Ricostruisce le dinamiche che legano o allontanano i suoi membri, le loro personalità variegate, i loro pensieri più reconditi e il modo in cui ognuno a modo suo affronta la morte del patriarca. Primo fra tutti quello della vedova Jessalyn, che dopo 40 anni insieme a Whitey, si sente morire a sua volta.
Sullo sfondo di un’America razzista e divisa, Joyce Carol Oates porta in scena l’aggressione a un bianco, anziché a una persona di colore. E poi con il dono della sua scrittura potente si addentra nelle vite dei vari membri del clan McLaren; regalandoci un romanzo imponente e appassionante che mette alla prova i suoi personaggi di fronte al devastante dramma della perdita di una persona che era stata il perno intorno al quale si erano mossi.

 

“Storia di una vedova” -Bompiani- euro 20,00
E’ profondo, struggente e magnifico questo memoir in cui la Carol Oates racconta la morte del suo primo marito, Raymond Smith, ricoverato per quella che sembrava una curabile polmonite; invece dopo una settimana è precipitato verso la fine per le complicanze di un’infezione.
Siamo a Princeton, New Jersey, sede dell’università nella quale ha insegnato fino al 2014. Joyce è nella casa che abita con il marito dal 1978, quando arriva l’allarmante telefonata a mezzanotte e mezzo del 18 febbraio 2008. Si precipita in ospedale, ma arriva che Ray se n’è già andato. Lei non si perdonerà di non esserci stata a tenergli la mano, lasciando che chiudesse gli occhi circondato solo da estranei. Si sentirà in colpa anche per averlo portato nell’ospedale dove un’infezione polmonare lo ha ucciso.
Le pagine raccontano lo shock, lo strazio lucido della moglie che perde il compagno di una vita, le mille incombenze che le piovono addosso e sono corollario della morte. Seguiamo la scrittrice e i suoi stati d’animo mentre procede a fatica nel mondo svuotato dalla perdita; dal penoso ritiro degli effetti personali del marito alle disposizioni per la sua cremazione, come da lui voluto, per arrivare alla noiosissima trafila burocratica come “esecutrice testamentaria” delle proprietà del defunto.
Poi arriverà l’onda d’urto gigantesca, quella del dolore più profondo, che lei descrive minuziosamente e con un coraggio da leone. Ecco la vedova -una sofferente sopravvissuta, ma in parte morta con lui- che si muove a stento tra insonnia, solitudine, una casa vuota che le ricorda Ray ad ogni angolo. Lei che si rifugia nella tana del letto, dal quale non vorrebbe più alzarsi, e accarezza spesso l’idea del suicidio.
Pagine e pagine in cui afferra il suo dolore e ne scrive con onestà e struggimento, raccontandoci i titanici sforzi per continuare a vivere, confrontandosi con il nuovo ruolo di vedova, con gli amici e le condoglianze da ogni dove. Una vita che va avanti…..nonostante tutto.

L’Epopea Americana è la quadrilogia che la Oates ha dedicato al sogno americano e all’instancabile corsa verso la felicità nell’America proletaria tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Il corposo racconto scandito in 4 romanzi per raccontare la grande avventura a stelle e strisce del XX secolo; caratterizzato da profondi mutamenti sociali e politici.

“Il giardino delle delizie” -Il Saggiatore- euro 21,00
E’ il primo capitolo dell’Epopea Americana. Al centro del romanzo c’è Clara Walpole: fragile e bellissima, figlia di due poveri braccianti, all’interno di una famiglia numerosa che si sposta di piantagione in piantagione, alla strenua ricerca di una casa e di una vita meno misera.
Tenta di affrancarsi da un simile destino, scappa dalla precarietà, convinta di essere sulla strada giusta per afferrare uno straccio di benessere. Ma della vita conosce davvero poco e si innamora di Lowry che ha qualche anno più di lei e vede come suo salvatore. Peccato lui la metta incinta e poi si dilegui. Clara a soli 16 anni dà alla luce Swan, al quale dedica ogni energia e la sua vita.
Poi sempre sullo sfondo della grande contraddizione del sogno americano, Clara finirà per appoggiarsi a Curt Revere, uomo facoltoso, molto più grande di lei, ma già sposato.

 

“I ricchi” -Il Saggiatore- euro 18,00
Il romanzo si basa su un fatto di cronaca avvenuto realmente. La storia è ambientata nell’America wasp, progressista e democratica, dietro la quale però si cela ben altro.
Al centro un ragazzino, Richard, ombroso e grassoccio, che adora la bellissima madre, Natashya Romanov Everett, per il figlio “Nada”. Vorrebbe essere al centro della vita della genitrice; invece si trova a fare i conti con la sua marginalità nella vita della donna…. e decide di ammazzarla.
Un romanzo che trabocca rabbia e dolore attraverso la sofferenza di un ragazzino che anziché sentirsi una persona, comprende di essere solo un comprimario nell’esistenza, piena di successo, della creatura che più ama sulla faccia della terra.

 

“Loro” -Il saggiatore- euro 23,00
In queste pagine è raccontata la vita difficile di una famiglia affossata dalla miseria, i Wendall, famiglia patriarcale.
Si muovono nei sobborghi di Detroit e cercano di fuggire dalla loro condizione sociale precaria, ai livelli più bassi. Sono bianchi poveri e ignoranti che quotidianamente sgomitano per risalire la scala sociale; ma anche razzisti convinti di meritarsi –anche solo per il colore della pelle- ricchezza e la realizzazione di quel sogno americano che dovrebbe lanciarli in alto rispetto alle loro origini.
Al centro della narrazione c’è Loretta; a 16 anni rimane incinta del suo primo amore, che viene assassinato. La giovane si arrabatta come può, incattivita dalla sua mala sorte, e destinata a una vita infelice. Il figlio bastardo Jules è un ragazzo sveglio che però finisce invischiato in faccende malavitose.
Poi ci sono altri personaggi in cerca di riscatto in questo romanzo intriso di degrado, violenza e povertà.

 

“Il paese delle meraviglie” – il Saggiatore- euro 23,00
E’ la storia di Jesse Vogel, nato in una famiglia numerosa e povera, unico sopravvissuto alla furia del padre che ha massacrato i familiari. Adottato dalla famiglia di un ricco medico, diventa un celebre neurochirurgo; ma la vita continua a non fargli sconti.
Dovrà affrontare la deriva della vita della figlia Michelle. La giovane fugge dalla ricca casa paterna e si rintana in una sbandata comunità di hippies, con la quale si muove errabonda attraverso l’America, tra droghe, trasgressione e baratro profondo.
E’ un altro capitolo della disperazione che si annida nei romanzi dell’Epopea Americana, che la Carol Oates ha saputo delineare a fondo e magnificamente.

Rassegna mensile dei libri: Marzo

Letture di Marzo suggerite dagli iscritti al gruppo Facebook più frequentato della rete, almeno tra quelli in lingua italiana dedicati all’argomento; questo mese l’attenzione di nostri infaticabili lettori si è concentrata su tre titoli molto diversi tra loro.

La Regina Degli Scacchi, ultimo romanzo di Walter Tevis (Mondadori), dal quale è stata tratta anche una fortunata serie televisiva: secondo molti lettori il libro è inferiore ma è comunque una lettura molto avvincente; La Crepa E La Luce, di Gemma Calabresi Milite (Mondadori). Con una scrittura semplice ma delicatissima la Signora Calabresi ripercorre tutta la sua vita e ripercorre anni cruciali della storia d’Italia, dei quali è stata dolorosa testimone. I Rondoni, di Fernando Aramburu (Guanda). Il corposo diario, fatto di pensieri, riflessioni, ricordi, di un annoiato professore di filosofia intenzionato a suicidarsi.

Andar per libri e non solo…

Dopo il successo della prima edizione, torna Lucca Città di Carta, il festival dedicato ai libri, alla carta, all’arte e alla stampa. L’evento, organizzato dal doppio team targato Nati Per Scrivere e L’Ordinario, si terrà dal 23 al 25 aprile 2022. Tante le novità, dall’ampliamento degli spazi con la presenza anche di editoria fotografica e nuove collaborazioni; molti anche gli ospiti attesi, da Carlo Lucarelli ad Alessandro Barbaglia, passando per Marco Vichi, Leonardo Gori, Romana Petri, Marco Buticchi, Marco Pardini, Sara Fiorentino, Vanni Santoni e molti altri. Per il programma completo si può visitare il sito www.luccacittadicarta.it

Incontri con gli autori

In collaborazione con Novitainlibreria.it la nostra redazione ha intervistato la scrittrice genovese Patrizia Mazzini, autrice di Annetta Non E’ Una Buona Forchetta (NPS, 2021); Domenico Maria Grasso cultore della lingua siciliana e autore di Quadretti Semiseri Di Vita Siciliana…E Altro (Etabeta edizioni, 2021); Francesca Cappelli è un’altra autrice della scuderia di NPS, autrice de L’Altra Anima Della Città (NPS, 2021).

Per questo mese è tutto, vi invitiamo a venirci a trovare sul nostro sito ufficiale per rimanere sempre aggiornati sul mondo dei libri e della lettura!

unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

redazione@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Che vita, la vita alla Corte dei Savoia!

Un prezioso spaccato nel nuovo libro di Andrea Merlotti

“Noblesse oblige”. Il celebre motto partorito dalla fervida mente dello scrittore e politico francese Pierre-Marc-Gaston Duca di Lévis (1764 – 1830) –  tratto dalle sue “Maximes et essais sur différents sujets de morale et de poltique – doveva essere “oro colato”, da mattina a sera e in ogni luogo e in ogni stagione, per tutti i membri della corte sabauda. Qualunque fosse il loro ruolo. Qualunque fosse il loro più o meno stretto vincolo di parentela con i Reali. Vita dorata, per i più. Ma – presumiamo– anche un tantino faticosa, per altri, anzichenò! Allora, come oggi, per le moderne monarchie. A tracciarne bene onori e oneri, lievità e obblighi da portarsi addosso come macigni è il nuovo libro di Andrea Merlotti “Vita quotidiana alla corte dei Savoia (1663 – 1831”, Edizioni del Capricorno, Torino, 2021), presentato in “Palazzo Madama-Museo Civico d’Arte Antica” a Torino. Blasonato storico, Andrea Merlotti, dal 2007 dirige il “Centro studi del Consorzio delle residenze reali sabaude” (Reggia di Venaria) ed é autore e curatore di numerosi lavori sull’Italia e gli Stati sabaudi fra Sei e Ottocento. Oltreché “Socio corrispondente” della “Deputazione Subalpina di Storia Patria” e membro del comitato scientifico del “Centre de Recherche du Château de Versailles (CRCV)” e  del “Centro Studi Piemontesi”. Scrive anche su “Il Sole – 24Ore” e su “Il Giornale dell’Arte” e ha collaborato a diversi programmi di Rai 3Rai5RaiStoriaFrance2 e France3. In questo suo ultimo libro, presentato a “Palazzo Madama”, Merlotti si prefigge di ricostruire con rigore e assoluta verità storica la vita quotidiana di “quella grande macchina” rappresentativa del potere che fu la corte sabauda. Macchina mossa da un ingegnoso e raffinato meccanismo, al cui funzionamento (volenti o nolenti) hanno partecipato per secoli migliaia di persone, ognuna interpretando ruoli imposti e ben definiti, con impeccabile precisione, dalle regole di palazzo e dagli innumerevoli cerimoniali. Il volume restituisce alla corte dei Savoia – si è ricordato in presentazione – il suo ruolo politico, per lungo tempo dimenticato o incompreso. Cerimonie e riti curiali sono ricostruiti in modo da comprendere il loro ruolo nella gestione e nella rappresentazione del potere da parte della dinastia, esemplare in tale senso il caso dei baciamani di Capodanno”. Una parte importante del volume è dedicata alla “sfera religiosa”, cui era attribuito un ruolo centrale nella vita di corte, e ai suoi spazi, fra i quali spiccano la “Cappella della Sindone” e la “Basilica di Superga”. Protagoniste del volume sono anche, ovviamente, le residenze sabaude, che furono il teatro, il grande palcoscenico della vita di corte e che, nel loro concepimento strutturale e architettonico, furono spesso definite proprio dalle cerimonie e dai riti che in essi solitamente si svolgevano. Sotto il segno di una grandeur – vera o talvolta presunta – che accompagnò per secoli la dinastia sabauda. “I grandi Stati – scriveva ancora nelle sue ‘Massime’ il Duca di Lévis – possono sopportare anche grandi abusi, sono i grandi errori che li fanno perire”. Parole sagge. Valide per ogni tempo e luogo. Oggi più che mai, stando purtroppo a quanto capita nel mondo.

g.m.

Nelle foto:

–       Cover libro

–       Andrea Merlotti