Bossolasco, il paese delle rose / Ci sono eventi che si sa saranno un successo. Si sente nell’aria ed è forte il consenso che fanno registrare
Un cocktail di ex Libris e racconti gialli che è unico in Italia, ma non solo per questo format innovativo che si reinventa puntando al passato per configurare un nuovo futuro che punta sulla speranza e il desiderio di gettarsi nuovamente nella mischia che il mostricciattolo Covid non ha fermato e non fermerà.
Contenti gli sponsor che si sono detti entusiasti dell’evento di Rosa in Giallo.

Il presidente Giovanni Quaglia, di Fondazione Crt, main sponsor dell’evento, ha tessuto le lodi del concorso e della sua capacità di radicarsi sul territorio e valorizzare i territori minori.
Fra gli altri sponsor, molto soddisfatti anche Fondazione CRC, rappresentata da Massimo Gula in vece del presidente Giovanni Genta, il Gruppo Egea, nella persona del responsabile dellacomunicazione Mauro Davico e Giorgio Rivetti che ha recentemente acquisito la Contratto di Canelli, ma anche la direttrice dell’ Azienda di Soggiorno di Bolzano, Roberta Agosti che aveva fiutato l’evento e partecipa all’organizzazione di Rosa in Giallo che farà tappa a, dicembre, a Bolzano.
Un parterre di eccezione composto da Bruno Gambarotta, Margherita Oggero, Biagio Fabrizio Carillo, Danilo Paparelli, Roberta Agosti, Bruno Vallepiano e Tommaso Lo Russo che moderava assieme a Cristina Borgogno de La Stampa.
Un gruppo veramente affiatato nel quale i mattatori non sono stati solo Margherita Oggero e Bruno Gambarotta, che giocano a far intendere di avere una visione diversa delle cose, ma non è così, perché, per loro, è il gioco delle parti e ciascuno ha una prospettiva che serve ad integrare l’altra e a fornire una visione che non è antitetica, ma complementare ed ha come effetto finale un quadro complessivo più completo.
Aneddoti curiosi sono stati raccontati sia dalla Oggero che da Gambarotta, ma anche da Bruno Vallepiano e Fabrizio Biagio Carillo che ha anche parlato di tecniche investigative per la soluzioni dei casi delittuosi, siano essi della vita reale che della finzione.
Curiosità anche da parte di Danilo Paparelli, uomo di mondo, che ha fatto il militare a Cuneo come Totò e delle cui vignette è pieno lo studio del presidente Fondazione Crt, Giovanni Quaglia.
Veniamo allo svolgimento dell’evento: un tempo un po’ ballerino obbligava ad aprire, ad intermittenza, qualche ombrello, ma sembrava più una sorta di coreografia che una vera difesa dalla pioggerellina che è, comunque, durata pochissimo.
Per quanto riguarda la cronaca di Rosa in Giallo, introduceva il sindaco Franco Grosso che passava la parola all’assessore alla Sanità Regionale Genesio Luigi Icardi, in rappresentanza della Regione Piemonte e, tra l’altro, Lions di Santo Stefano Belbo e quindi al presidente dell’Unione Montana, Roberto Bodrito.
Veniamo allo svolgimento vero e proprio dell’evento: cominciava Tommaso Lo Russo in qualità di presidente del Club Lions Alba Langhe e di Solstizio d’Estate che bandisce il concorso internazionale Il Bosco Stregato e organizza l’evento assieme al comune di Bossolasco, al Club Lions Alba Langhe e al comune di Bossolasco.
Diceva Lo Russo << un caloroso benvenuto a tutti gli intervenuti e a quanti, per concomitanza di impegni, non hanno potuto partecipare alla Prima tappa di Rosa in Giallo.
A questo punto viene spontaneo chiedersi, che cos’è il concorso Rosa in Giallo? È un unicum, non solo in Italia, che mischia i racconti gialli con gli ex libris (incisioni).
Come in tutte le manifestazioni sono arrivati telegrammi, addirittura, alcuni dall’aldilà:
•Franco Piccinelli, presidente della sezione Brevi Novelle del concorso il Bosco Stregato, cantore delle Langhe e regista memorabile, di un satirico Processo al vino, tenutosi a Borgo Robinie a Bosia;
•Remo Palmirani, medico eccezionale, esegeta degli Ex Libris e presidente della sezione ex libris del concorso Il Bosco Stregato;
•Philipe Daverio che ha fatto i complimenti a Danilo Paparelli per la vignetta che gli ha dedicato e per il logo di Rosa in Giallo;
•Roberto Turla, mentore nel campo delle incisioni di Tommaso Lo Russo che per celia lo chiamava santità;
•Per ultimo, ma non ultimo, Nicola Lo Russo, ideatore del Concorso Il Bosco Stregato.
Il concorso prevede una sezione per gli scrittori già affermati; una per i traduttori di gialli; un’altra per i racconti gialli rivolti ad esordienti e in via di affermazione o desiderosi di partecipare e una sezione ex libris ispirati al giallo. Entrambi con scadenza 30 ottobre 2021.
Sono previste giurie tecniche per gli ex libris e per i racconti gialli, di cui, fra gli altri, fanno parte: Margherita Oggero, Bruno Gambarotta , Bruna Bruna e, in rappresentanza del Club Lions Alba Langhe, Bruno Frea. Le giurie scolastiche sono rappresentate dai Licei Govone di Alba, GB Gandini – G.Giolitti di Bra e Giosuè Carducci di Bolzano.
Un ringraziamento particolare a Regione Piemonte, Consiglio Regionale, Fondazione Crt (main sponsor), Fondazione Crc, Gruppo Egea e a quanti potrebbero diventarlo per il successo e la valenza di Rosa in Giallo e per la capacità di coinvolgere anche le scuole.
Il concorso prevede, inoltre, il coinvolgimento degli Istituti Alberghieri del Piemonte e non solo Apro di Alba, ma di molti altri Istituti, come quello alberghiero di Merano per la realizzazione di un piatto o di un cocktail ispirato al giallo.
Finito il Salotto letterario, si passava ai meriti alla carriera. Fuori concorso, il primo riconoscimento veniva assegnato al presidente Giovanni Quaglia. Nel premio c’erano i simboli del territorio: un ex libris di Cristian Blaesberg dedicato a Remo Palmirani e ispirato all’icona dei gialli, Sherlock Holmes, una borraccetta che verrà donata a 5 mila studenti delle scuole dell’Albese, frutto della collaborazione tra Lions di Alba e Rotary di Alba e Canale – Egea e Banca d’Alba e Solstizio d’Estate; un libro sulla Ferrero e un magnum Alta Langa della Contratto di Canelli che ora appartiene a Giorgio Rivetti.
Al presidente Giovanni Quaglia lo consegnava il Governatore del Distretto 108 Ia3, Senia Seno, mentre a Biagio Fabrizio Carillo lo consegnava l’assessore alla Sanità regionale Genesio Luigi Icardi;a Bruno Gambarotta il sindaco Franco Grosso e a Margherita Oggero il presidente Club Lions Alba Langhe Tommaso Lo Russo ; a Danilo Paparelli il vice governatore Lions Distretto 108 Ia3, Pierfranco Marrandino e a Bruno Vallepiano lo ha attribuito il rappresentante Fondazione Crc, Massimo Gulla mentre a Roberta Agosti, l’ex direttrice del Circolo dei Lettori, Maurizia Rebola e al Governatore del Distretto 108 Ia3, SeniaSeno lo assegnava Tommaso Lo Russo, nella doppia veste di presidente del Club Lions Alba Langhe e di Solstizio d’Estate.
Fra i vincitori del prossimo anno, con un intervento, fuori programma Tiziana Prina delle Edizioni Le Assassine.
Solstizio d’Estate compie vent’anni ed è segno della capacità di rinnovarsi guardando al passato per unirlo al presente che rappresenta il nostro domani e lo fa con il ricordo degli Ex Libris dedicati a Remo Palmirani che aveva spinto all’ideazione di una sezione dedicata alle incisioni del Concorso Internazionale il Bosco Stregato che, in questa occasione, ne sceglie uno ispirato all’icona del giallo rappresentato da Sherlock Holmes.
Rosa in Giallo è legata a Bossolasco, paese delle rose e al significato della rosa: simbolo di silenzio e virtù, ma anche di completezza. Rosa che rappresenta il passaggio necessario al raggiungimento della perfezione ed è per questo che lo dedichiamo, come riconoscimento alla carriera, ad una persona particolarmente poliedrica.
Per finire, il rinfresco offerto dal comune di Bossolasco, per concludere la prima tappa di Rosa in Giallo in attesa di andare a Bolzano, a dicembre.
Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
Nell’arco della sua lunga e complessa esistenza ha scritto 23 romanzi, tra i quali la saga di Jalna, che si rivelò un successo internazionale. Fu anche la prima donna a vincere i 10.000 dollari del prestigioso Atlantic Monthly Prize.
Tre storie ambientate a Holt, fittizia cittadina del Colorado, luogo letterario inventato dall’autore che vi inserisce le storie dei suoi personaggi: semplici, comuni, ma alle prese con grandi segreti e immani tragedie.
Una Sicilia assolata e affascinante, intrisa di mistero, famiglie blasonate, palazzi carichi di storia e splendore passati, ma anche un omicidio e un po’ di perversione.
L’avventura della protagonista, Florence Connelly, inizia quando dopo il funerale della nonna Peggy, mettendo mano nelle sue cose, in un armadio trova una scatola che è un tesoro: piena di cartamodelli degli anni 60, accompagnati da ritagli di tessuto, una cartolina e la foto di una donna –sempre la stessa- che indossa l’abito in questione.

Tanto per cominciare il corposo romanzo è una sorta di gioco di specchi tra finzione narrativa e autobiografia, perché a mettersi sulle tracce del mistero che avvolge la camera 622 è un giovane scrittore che assomiglia parecchio a Dicker -come lui si chiama Joël- e, insieme all’affascinante Scarlett, riesce a risolvere un classico intrigante cold-case.
Lei è la madre settantenne dello scrittore Jonathan Safran Foer e questo è il memoir in cui rimette insieme i frammenti della tragica storia della sua famiglia, vittima dell’Olocausto. Tutto ha inizio con i silenzi familiari che l’hanno accompagnata nella vita in America, da una vecchia foto in bianco e nero e una mappa tracciata a mano.
Questa potrebbe anche essere l’occasione giusta per rileggere o scoprire il primo romanzo del famoso figlio dell’autrice:
La sua è una vita grigia come tante altre: è fissato con la raccolta differenziata dei rifiuti, ama l’ordine, è fidanzato con Cass, una maestra sua coetanea, con la quale condivide riti e abitudini… ma ognuno a casa sua.
Il seguito del romanzo sciorina vite, viaggi, dialoghi serrati, ambizioni, snob cinquantenni eleganti e colti ma con qualche vuoto esistenziale, compravendite di case e arredatori al top della carriera. Leavitt è abilissimo nel raccontarci crucci, grandezze e miserie dei “liberal” intellettuali americani con soldi a palate e tempo per spenderli, tra località esclusive e abissi di banalità quotidiana.
Vale la pena riscoprire l’opera di Françoise Sagan, nata nel 1935 e morta nel 2044, diventata famosa giovanissima nel 1954 con lo strepitoso successo “Bonjour tristesse”. Il bestseller creò un certo scalpore e venne messo all’indice dal Vaticano; ma fu soprattutto un clamoroso caso editoriale e diventò anche un film diretto da Otto Preminger, interpretato da una seducente Jean Seberg e dai mostri sacri David Niven e Deborah Kerr.
L’autrice, pittrice e illustratrice Gabiella Kuruvilla, nata a Milano da madre italiana e padre indiano, racconta le insicurezze soprattutto affettive di 4 personaggi che hanno dai 30 ai 40 anni e si dibattono nella vita e nei sentimenti, tra capoluogo meneghino e India.