La torinese Giada Russo, 19 anni, campionessa italiana senior nel 2015 e nel 2016, rappresenterà l’Italia alle Universiadi di Almaty in Kashakistan. La vedremo impegnata il 1° febbraio nel programma corto e il 2 febbraio in quello lungo. La incontriamo alla vigilia della partenza per Almaty per parlare con lei della sua carriera, dei suoi programmi, delle gare che la attendono e del suo legame con Torino.
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– Giada, la tua carriera di pattinatrice è iniziata e prosegue tuttora nella tua città: Torino. Ci racconti i tuoi esordi e i tuoi successi nazionali ed internazionali.
– Mi sono avvicinata al pattinaggio grazie ai miei genitori. Si sono conosciuti ad un corso di pattinaggio per adulti, si sono fidanzati e, poi, sposati. Era quasi destino che io mi dedicassi a questo sport. La mia prima insegnante è stata Claudia Masoero, che continua ad essere la mia allenatrice. Avevo quattro anni. L’anno successivo ho iniziato a lavorare anche con Edoardo De Bernardis. Ricordo un Tazzoli ancora all’aperto. Successivamente, ci siamo trasferiti a Torino Esposizioni e dal 2006, dopo le Olimpiadi, abbiamo potuto allenarci al Pala Vela, al Pala Tazzoli e al Pala Olimpico di Pinerolo. Ho vinto parecchie gare in tutte le categorie. Sono stata campionessa junior a Courmayeur nel 2012, terza a Milano nel 2013 all’esordio in categoria senior alle spalle di Carolina Kostner e di Valentina Marchei, campionessa italiana senior nel 2015 e nel 2016 e ancora terza quest’anno dietro a Carolina Kostner tornata alle gare e a Roberta Rodeghiero. Ho preso parte a due Campionati Europei e ai Giochi Olimpici della Gioventù Europea.
– Sei stata flower a Torino 2006, testimonial per il decennale delle Olimpiadi di Torino lo scorso anno e adesso ti vedremo alle Universiadi…
– Le Universiadi sono un appuntamento al quale tengo molto. Rappresentano la realizzazione del mio obiettivo di conciliare sport a livello agonistico e studio. Ho sempre frequentato con profitto la scuola, a costo di grandi sacrifici. Mi sono iscritta quest’anno a Scienze dell’Educazione e ho già dato un esame. Sogno di insegnare ai bambini delle scuole elementari e, naturalmente, vorrei diventare maestra di pattinaggio.
– Affronterai un’Universiade che, al contrario di edizioni passate, vede tra le 33 partecipanti campionesse di altissimo livello. I tuoi obiettivi.
– Queste Universiadi saranno una competizione incredibile, più difficile di un Europeo. Le atlete in gara saranno 33 e mi troverò a gareggiare contro l’ “armata russa”, composta dalla campionessa del mondo Elizaveta Tuktamysheva, da Alena Leonova e da Elena Radionova. Inoltre, ci saranno grandi pattinatrici europee e la mia connazionale Roberta Rodeghiero. Sarà una gara di altissimo livello. Io cercherò di pattinare come so, al meglio delle mie possibilità, di mettercela tutta senza pensare alle altre, poi attenderò le decisioni dei giudici con serenità e con la consapevolezza di essermi impegnata fino in fondo.
-Quali programmi porterai alle Universiadidi Almaty? Come sono nati?
– Porterò due programmi antitetici tra loro. Sono stati scelti e preparati con la mia allenatrice, Claudia Masoero e con il mio coreografo, Edoardo De Bernardis. Per il corto abbiamo deciso di scegliere una musica molto intensa, un requiem, “Memorial”, mentre per il programma libero pattino sull’Adagio di Mahler, un pezzo molto dolce. Anche i costumi sono totalmente differenti: quello del requiem è nero, cupo, quasi aggressivo, quello dell’adagio è rosa pallido, leggero, delicato.
– Ci parli del tuo gruppo allenatori all’Ice Club Torino e del rapporto che, anno dopo anno, si e’ creato tra voi?
– È un gruppo tutto torinese, a cominciare dai miei allenatori storici: Claudia Masoero e Edoardo De Bernardis e da Monica Farneti. A loro si sono aggiunti le abruzzesi Cristiana e Fabiana Di Natale e, da qualche mese, anche Oxana Kichenko del Bolshoj di Mosca. E’ un team molto unito e per me rappresenta una seconda famiglia.
– Giada e Torino: quanto è forte il legame con la tua città?
– Incredibilmente forte. Amo molto Torino e non ho mai pensato di lasciarla per andare ad allenarmi altrove. È la città nella quale sono nata, nella quale sono cresciuta, dove vive la mia famiglia, non potrei immaginare la mia vita altrove. Quando ho tempo esco con le amiche a fare shopping o semplicemente a passeggiare e a scoprire gli angoli più suggestivi di Torino. Questo è il mio mondo e sono felice di ritrovarlo ad attendermi al termine di ogni trasferta.
Barbara Castellaro