<<Oh, East is East, and West is West, and never the twain shall meet,
Till Earth and Sky stand presently at God’s great Judgment Seat;
But there is neither East nor West, Border, nor Breed, nor Birth,
When two strong men stand face to face, tho’ they come from the ends of the earth!>>
(The Ballad of East and West, R. Kipling).
L’Oriente. Nel petto di ogni uomo risuona l’eco di un seme nostalgico, per il rumore che produce al suo risveglio, stropicciandosi nel costato e costringendo il cuore ad accelerare il suo battito. E il sangue scalpita così forte nelle vene che, per inerzia, il pensiero è già altrove. Volti mascherati da strati di ombre e luci, forse per convincersi eterni o forse per non somigliare troppo a sé stessi, smarriti nella finzione di non essere come si è e in viaggio verso quel proprio posto nel mondo, di quel sé visto partorire dallo sguardo di un uomo distante, i cui abiti rivestono il corpo e non l’identità. L’Oriente. Filtrato dal fascino che la frenesia suscita e in lontananza immobile nella bramosia di chi vuole esserne accolto, per riscoprirsi e ritrovarsi poi in sé stesso, illuso dal potersi sorprendere nel proprio corpo e nelle proprie vane credenze anche in un altro dove. Non si parla di India solo nei libri di poeti viandanti e nemmeno la si ascolta solo nelle parole di chi, stretto nelle sue vesti, la sogna in lontananza.
Il Circolo dei lettori, in collaborazione con il MAO Museo di Arte Orientale, ha organizzato, a Torino, tre incontri a cura di Gianni Pellegrini e Federico Squarcini, docente di Filosofie e religioni dell’India, al fine di far germogliare quel nostalgico seme orientale incastonato nel cuore. Per l’iniziativa, che prende il nome di India mon amour, si sono così tenute le conferenze Viandanti, turisti e pellegrini , Diari del Gange e Assaggi in India –, quest’ultima accompagnata da un banchetto, per concludere con una convivialità che acquista valenza sacra. Ogni conferenza è stata scandita da letture e racconti di chi ha toccato con le proprie mani quelle terre e sentito sulla propria pelle i Monsoni, di chi ha visto i colori della troppa ricchezza e assistito all’essenzialità che permea la troppa povertà, di chi respira ancora l’odore d’India, incastrato da allora nelle narici, e ha vissuto la sacralità di ogni gesto, in un luogo in cui il ricordo fissa le sue radici. Gozzano, Moravia, Pasolini… Kipling, Mantegazza… Parole che trasudano immensità. È previsto un viaggio in India da lunedì 16 gennaio 2017 a lunedì 30 gennaio 2017, organizzato e presieduto da Gianni Pellegrini, responsabile degli incontri sopra citati. Per chi fosse interessato, rimangono ancora pochi posti liberi, da affrettarsi se l’animo aspira a valicare il confine tra due mondi, per poter prescindere dalla scissione, così che, incontrandosi faccia a faccia due uomini forti, “there is neither East nor West, border, nor breed, nor birth, when two strong men stand face to face“.
Alessia Savoini