DALLA REGIONE- Pagina 4

Dall'Europa arrivano i fondi per i danni alluvionali

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po222Tali risorse si aggiungeranno ai 10 milioni già stanziati dalla Regione a dicembre ed ai 31,2 deliberati dal Dipartimento della Protezione civile

 

E’ di 8.655.000 euro lo stanziamento destinato al Piemonte dalla Commissione Europea, che ha deciso di rispondere con 56 milioni complessivi all’istanza di mobilitazione del Fondo di solidarietà per gli eventi alluvionali verificatisi nell’ottobre-novembre scorso in seguito alla richiesta avanzata dal Dipartimento della Protezione civile. L’iter procedurale prevede un’ulteriore deliberazione del Consiglio e del Parlamento UE. Dopodichè i fondi potranno entrare nelle disponibilità di bilancio della Regione. Tali risorse si aggiungeranno ai 10 milioni già stanziati dalla Regione a dicembre ed ai 31,2 deliberati dal Dipartimento della Protezione civile. Soddisfazione è stata espressa dall’assessore alle Opere pubbliche e Difesa del Suolo, Francesco Balocco, per “un risultato non scontato, ottenuto grazie al lavoro congiunto con il Dipartimento di Protezione civile”.

 

(www.regione.piemonte.it – foto: il Torinese)

Sbloccati 85 milioni di fondi per la sanità

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Trasferimenti di cassa  relativi ad adempimenti del 2011 fermi a Roma e mai erogati a causa di una serie di inadempienze cui la sanità piemontese non aveva mai ottemperato

 

La Regione ha ottenuto lo sblocco di trasferimenti di cassa per 85 milioni di euro, relativi ad adempimenti del 2011 fermi a Roma e mai erogati a causa di una serie di inadempienze cui la sanità piemontese non aveva mai ottemperato.Un atto che deriva dall’illustrazione, effettuata nella seduta ordinaria del Tavolo ex Massicci svoltosi il 1° aprile a Roma, dei pre-consuntivi 2014 dei bilanci delle aziende sanitarie che chiudono in equilibrio e delle delibere sulla gestione sanitaria accentrata e consolidata dell’anno 2012.“Un altro piccolo grande passo – commenta l’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta – dell’operazione credibilità che la Giunta Chiamparino persegue da mesi nei confronti del Tavolo ex Massicci, che aveva commissariato la sanità piemontese della Giunta Cota e che ancora oggi ha potuto registrare con soddisfazione gli ulteriori progressi in materia di chiarezza nei conti e nei bilanci delle aziende sanitarie”.“Confido che nella prossima convocazione prima dell’estate – aggiunge Saitta – Roma sblocchi altri importanti risorse di cassa; nel frattempo, lavoriamo alacremente per approvare la delibera sui nuovi tetti di spesa per il personale delle aziende sanitarie che, a maggio, ci consentirà di far partire le 600 assunzioni indispensabili nei nostri ospedali”.

 

(www.regione.piemonte.it)

“Con meno sale la salute sale”

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l’Assessorato alla Sanità, tramite i servizi delle Asl, sosterrà l’iniziativa con corsi di informazione e formazione per i panificatori aderenti, promuoverà azioni educative rivolte alla scuola o alla popolazione

 

 

“Con meno sale la salute sale” è lo slogan che sta alla base dell’intesa siglata tra l’Assessorato regionale alla Sanità e l’Unione regionale Panificatori del Piemonte. I panificatori si impegnano a divulgare corrette informazioni di salute rendendo visibili nei loro esercizi poster e opuscoli sull’iniziativa, ridurre gradualmente il contenuto di sale in tutto il pane prodotto (meno 5% all’anno per due anni) e rendere disponibile almeno un giorno la settimana una linea di pane senza sale o con contenuto di sale dimezzato, eventualmente anche prodotto con cereali meno raffinati, integrale o semi integrale, mentre l’Assessorato alla Sanità, tramite i servizi delle Asl, sosterrà l’iniziativa con corsi di informazione e formazione per i panificatori aderenti, promuoverà azioni educative rivolte alla scuola o alla popolazione o a soggetti a rischio e veicolerà informazioni corrette anche mediante i medici di medicina generale e i pediatri.

 

“La risposta principale al consumerismo farmaceutico si chiama prevenzione: meno pastiglie, più attenzione agli stili di vita e a ciò che mangiamo. L’intesa per diffondere il consumo del pane con meno sale è un tassello importante: ridurre non solo il sale che viene adoperato in cucina ma anche quello presente negli alimenti comporta benefici sia in termini di salute sia sotto il profilo economico”, ha detto l’assessore Saitta che ha siglato l’intesa con il presidente dei panificatori Piero Rigucci.

 

Il crescente uso del sale nella produzione alimentare ha portato ad un progressivo aumento dei consumi e allo sviluppo della preferenza per i cibi salati, tanto che il consumo medio di sale giornaliero nella popolazione italiana si attesta intorno agli 11 grammi negli uomini ed 8 nelle donne, valori ben superiori ai 5 grammi al giorno raccomandati dall’Oms. Tuttavia, di questi 8/11 grammi solo il 5% è naturalmente presente negli alimenti, il 15% viene aggiunto dalle persone a tavola o nella preparazione degli alimenti, mentre il mentre il restante 80% è presente negli alimenti già pronti. E’ provato che il consumo abituale di sale è associato all’ipertensione arteriosa; secondo l’Oms il 62% dei casi di ictus cerebrale e il 49% dei casi di cardiopatia ischemica sono attribuibili all’ipertensione arteriosa. Le malattie cardiovascolari, di cui l’ipertensione è fra i principali fattori di rischio, rappresentano la prima causa di morte per le persone sopra i 60 anni e la seconda per quelle tra i 15 e i 59 anni. Il consumo di sale è associato anche ad altre patologie cronico degenerative come i tumori dello stomaco, le malattie renali e sembra favorire la calcolosi renale e lo sviluppo di osteoporosi. L’abuso di sale sembra inoltre incrementare il rischio associato all’obesità

 

In Piemonte l’ipertensione viene riferita da circa un soggetto su cinque, aumenta con l’età ed è particolarmente diffusa tra i soggetti in eccesso ponderale (34%) e con diabete (56%). Il ricorso ai farmaci per il trattamento è diffuso (77% delle donne e 71% degli uomini), ma l’ipertensione si può prevenire con comportamenti salutari (corretta alimentazione ed attività fisica) e con un ridotto consumo di sale. Basta poco tempo per abituare il gusto ad una alimentazione con un basso contenuto di sale. L’intesa con i panificatori punta quindi a diffondere la cultura dell’alimentazione quotidiana come pratica di salute sensibilizzando le persone al problema e al contempo offrire un’alternativa di scelta aumentando la disponibilità di alimenti a basso contenuto di sale. Il pane, specialmente se a basso contenuto di sale e se prodotto con farine integrali o meno raffinate, è un alimento salutare, con un apporto calorico contenuto e con un buon potere saziante, parte irrinunciabile nella dieta mediterranea.

 

Si è scelto di intervenire sul pane perché, sebbene non sia oggi la maggior fonte di sale della nostra alimentazione, è un alimento consumato quotidianamente da tutti ed un punto di partenza per migliorare l’alimentazione quotidiana. Piccole riduzioni di sale producono effetti importanti sulle singole persone e grandi benefici in termini di salute per la collettività con notevoli risparmi dei costi di cura. Altri Paesi che hanno avviato progetti simili riportano buoni risultati in pochi anni: nel Regno Unito, ad esempio, l’assunzione media di sale si è ridotta del 15% dal 2001, con un guadagno stimato di 9.000 vite l’anno e un conseguente risparmio di costi annuale di circa 1,5 miliardi di sterline; l’iniziativa si è poi allargata ad altri prodotti di uso quotidiano in cui il contenuto medio di sale è stato ridotto in maniera consistente (meno 50% nei cereali per la prima colazione, 40% nei biscotti e prodotti di pasticceria e 25% nelle torte e sughi per la pasta).

 

 

(pmora – www.regione.piemonte.it)

Unioni montane di Comuni, inizia il nuovo corso

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Con una propria delibera, la giunta Chiamparino ha approvato il percorso di formazione di Unioni e sono solo una quarantina gli enti locali che non hanno aderito a questa forma di associazionismo

 

Un tempo c’erano le Comunità Montane. Adesso ci sono le Unioni montane di Comuni. In questo modo la Regione Piemonte ha messo un punto fermo su una vicenda che, vista con gli occhi del legislatore romano, non teneva conto delle caratteristiche peculiari di realtà come il Piemonte, dove grande parte della territorio è posto in montagna. E alle 28 Unioni inserite nella Carta regionale delle forme associative se ne aggiungono altre 13. Con una propria delibera, la giunta Chiamparino ha approvato il percorso di formazione di Unioni e sono solo una quarantina gli enti locali che non hanno aderito a questa forma di associazionismo.

 

La più grande Unione montana di questa seconda tranche è la Valle di Susa con 68.440 abitanti, la più piccola la Mombarone (TO) con 3.139 abitanti. Dovranno sostituire le Comunità montane dove è ancora in corso il lavoro di liquidazione da parte dei Commissari nominati dalla Regione. Solo in tre realtà il passaggio da Comunità a Unioni è stato diretto, pur con mille complessità, visto che il nuovo ente ha riunito tutti i Comuni che già facevano parte della Comunità montana: sono la Valsesia, la Valle Cervo e la Valle Elvo.

 

Secondo quanto previsto dalle leggi regionali 11/2012 e 3/2014 oltre alla legge nazionale 56/2014, le Unioni montane di Comuni devono organizzare per i Comuni che le compongono le funzioni fondamentali (dalla polizia municipale all’urbanistica, dai trasporti alla scuola) nonché le funzioni specifiche per lo sviluppo socio-economico della montagna, dalla gestione del patrimonio forestale ai progetti sulle energie rinnovabili, passando per l’armonizzazione dei gestionali informatici e l’uso dei fondi europei, attirando investimenti e coordinando macro progetti. Due percorsi paralleli sui quali si stanno concentrando i presidenti (sono tutti sindaci), le Giunte e i Consigli: nessun componente degli organi istituzionali riceverà indennità e compenso.

Massimo Iaretti

 

 

 

Il Piano regionale della salute e dello sport riguarda anche gli anziani

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Terza età e popolazione sedentaria i soggetti a rischio

 

Il Piemonte, attraverso il suo Piano di prevenzione per la salute attraverso lo sport, non riguarda solo i giovani ma anche gli anziani e la popolazione sedentaria, che sono i soggetti più in pericolo. La Regione propone di intervenire sulla leva fiscale per incrementare la pratica sportiva, fondamentale per la prevenzione di gravi malattie come il cancro, il diabete, e tutte le patologie cardiovascolari. Il mondo dello sport, ha detto  il presidente regionale del Coni, Gianfranco Porqueddu, è disponibile: “Serve un cambiamento di mentalità, e occorre partire dalla scuola. Ma è necessario anche incidere sui sedentari e sugli anziani, che sono le categorie più a rischio”.

 

(Foto: il Torinese)

Montagna, lo sviluppo è sostenibile

montagne

Fissati dalla Giunta regionale i criteri per l’erogazione di contributi per il sistema montano

 

Proposti dagli assessori al Turismo, Antonella Parigi, e allo Sport, Giovanni Maria Ferraris, nell’ambito del Fondo di sviluppo e coesione 2007-13, dispongono uno stanziamento di 1.737.000 che servirà per metà alla realizzazione in bacini di utenza ad elevata domanda o particolarmente vocati per lo sviluppo di pratiche turistico-sportive di nuova impiantistica sportiva, per l’altra metà per il recupero del patrimonio infrastrutturale esistente e in disuso.

 

“Un provvedimento atteso da tempo – rileva Ferraris – che vede la Regione impegnata per la valorizzazione delle attività sportive estive ed invernali della montagna, e soprattutto di ogni iniziativa volta a favorire la pratica sportiva all’aria aperta. Ho deciso di dare al mio assessorato un’impronta di concretezza e di vicinanza agli enti locali in un momento di grande difficoltà per tutti. Senza dubbio bisogna lavorare sulla normativa dello sport, per renderla più adeguata all’attualità, ma ritengo fondamentale dare prima di tutto ossigeno ai territori” .

 

Sarà inoltre possibile recuperare caselli, stazioni, linee ferroviarie e aree annesse, carrozze ferroviarie in disuso capaci di divenire risorsa di valorizzazione per le aree a vocazione turistica. A beneficiare di un contributo di 70.000 euro, su progetti la cui spesa ammissibile non sia inferiore a 100.000 euro, saranno gli enti pubblici, i soggetti di diritto pubblico e le società e associazioni senza scopo di lucro. “Si tratta – sostiene Parigi – di interventi che rientrano nelle linee strategiche indirizzate verso forme di turismo slow e che guardano con attenzione ad un pubblico giovane o famigliare, attento alla sostenibilità ambientale e desideroso di vivere il territorio in maniera autonoma. Il rilancio di percorsi ferroviari rappresenta in tale ottica un’opportunità molto interessante per località situate in aree montane che hanno visto cessare l’attività di reti ferroviarie un tempo attive. Inoltre, viene offerta la concreta possibilità di generare nuove occasioni professionali e imprenditoriali”.

 

(www.regione.piemonte.it)

Tre banche del latte in Piemonte

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La Regione recepisce l’accordo nazionale e individua tre banche del latte a Torino, Moncalieri e Vercelli. Saitta: “Iniziativa importante per i neonati pretermine e per promuovere l’allattamento naturale”

 

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore Antonio Saitta, ha approvato nella seduta di questa mattina una delibera di recepimento dell’accordo tra Governo e Regioni sulla gestione della Banche del Latte Umano Donato (BLUD), nell’ambito delle promozione dell’allattamento al seno. La delibera applica quanto stabilito nelle Linee di indirizzo nazionale per l’organizzazione e la gestione delle BLUD (adottate 5 dicembre 2013) ed individua tre banche del latte umano negli ospedali Regina Margherita di Torino, Santa Croce di Moncalieri e Sant’Andrea di Vercelli, che daranno supporto ai fabbisogni delle Terapie intensive neonatali e successivamente a quelle degli altri punti nascita (le BLUD opereranno in sinergia tra loro e saranno coordinate dal presidio Regina Margherita). Le BLUD garantiranno un servizio finalizzato a selezionare le donatrici, raccogliere, controllare, trattare, conservare e distribuire il latte umano donato da utilizzare per specifiche necessità mediche, in particolare quelle dei neonati pretermine, riducendo in modo significativo la percentuale dei bambini che ricevono nelle prime settimane di vita latte artificiale (l’alimentazione artificiale, infatti, rappresenta un fattore di rischio per i neonati pretermine).

Sono documentati i vantaggi dell’uso di latte di Banca: un minore rischio di enterocolite necrotizzante-NEC; una minore incidenza di intolleranza alimentare; un precoce raggiungimento dell’alimentazione entrale esclusiva; una riduzione dell’incidenza di displasia broncopolmonare nei neonati con età gestazionale inferiore alle 30 settimane; una riduzione dei valori di pressione arteriosa diastolica; una riduzione del rischio di insulino-resistenza durante l’adolescenza; possibile riduzione di sepsi ed altre infezioni.
“In alcune particolari situazioni cliniche, quando il latte della madre non è disponibile o non può essere somministrato – commenta l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta – c’è la necessità di avere a disposizione latte umano, soprattutto nel caso di neonati pretermine o nel caso di neonati che per brevi periodi non possono essere alimentati al seno. Le BLUD non sono solo centri per la raccolta e la distribuzione, ma rappresentano una grande opportunità per la promozione e il sostegno dell’allattamento al seno, considerato una priorità di salute pubblica dal Piano nazionale della prevenzione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che quando la madre biologica non può allattare, la prima alternativa deve essere il latte umano. E le Linee di indirizzo nazionali, recepita con la nostra delibera, lo definiscono come l’alimento più adeguato ai fabbisogni nutrizionali dei neonati”.La prima banca italiana è stata inaugurata a Firenze nel 1971, e attualmente nel nostro Paese operano 30 BLUD.La donazione del latte umano è gratuita, non deve prevedere alcuna forma di remunerazione né per la donazione né per l’utilizzo.

 

(www.regione.piemonte.it)

Nuova politica per la pulizia dei fiumi

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Po donnaIl provvedimento prevede sostanzialmente l’identificazione di tre fasce, applicabili in base al pregio del materiale asportabile

 

La Giunta regionale ha deliberato nella seduta del 9 febbraio i nuovi canoni da applicare alle concessioni di estrazione di minerale litoide dai corsi d’acqua piemontesi e dal demanio idrico in generale. Il provvedimento prevede sostanzialmente l’identificazione di tre fasce, applicabili in base al pregio del materiale asportabile, definite su altrettante aree geografiche, nonché l’adeguamento delle procedure, in ottica semplificativa, per l’esecuzione di interventi di manutenzione idraulica.

 

“L’obiettivo – afferma l’assessore alle Opere pubbliche, Francesco Balocco, Balocco – è quello riconoscere la funzione preventiva della pulizia dei fiumi, incentivando la rimozione degli accumuli di ghiaia, nel rispetto delle normative vigenti e scongiurando eventuali abusi. A tale scopo i canoni sono stati rivisti al ribasso per tenere conto del reale valore di mercato, anche in una fase di congiuntura economica negativa”.

 

In caso di interventi ad iniziativa pubblica si partirà con asta con canone pari al valore previsto per l’area di competenza, per poi procedere qualora la gara vada deserta, con trattativa privata (per le aree di maggior pregio) o valutando la possibilità di finanziamento pubblico in caso di necessità di rimozione di materiale di scarso valore.Qualora si tratti di intervento di iniziativa privata, la concessione è rilasciata con canone calcolato in base al valore stabilito per la zona. Per l’estrazione di materiali inerti naturali di pregio, diversi dal litoide, si rimanda ai valori fissati dagli specifici provvedimenti statali.

 

(redazione www.regione.piemonte.it – Foto: il Torinese)

Burocrazia, parola d'ordine: semplificare

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Snellire procedure, procedimenti e attività di competenza regionale. Come ultimo atto della manovra finanziaria il provvedimento va incontro alle richieste avanzate dalle organizzazioni imprenditoriali e di categoria

 

La Prima commissione consigliare regionale presieduta da Vittorio Barazzotto ha affrontato lunedì scorso, 19 gennaio, il provvedimento sulla semplificazione discutendo l’articolo riguardante il commercio. «Il 2015 sarà, come ha ricordato in più di un’occasione il presidente Chiamparino, un anno non semplice e di inevitabile transizione per la nostra regione. Ciò non toglie che si possano realizzare, ed attuare, provvedimenti che aiutino i cittadini piemontesi a migliorare le proprie condizioni di vita. Ed è esattamente la direzione in cui va il disegno di legge 77 discusso in aula» fa sapere il presidente Barazzotto.

 

Il testo, nel suo complesso, riguarda una serie di interventi volti a semplificare e snellire procedure, procedimenti e attività di competenza regionale. Come ultimo atto della manovra finanziaria va incontro alle richieste avanzate dalle organizzazioni imprenditoriali e di categoria che da tempo manifestano l’esigenza di rendere più semplici i rapporti dei cittadini e delle imprese con la pubblica amministrazione. Quella che si propone come un lungo confronto in aula proseguirà lunedì affrontando l’articolo riguardante le escavazioni e quindi il turismo. Conclude Barazzotto: «La direzione intrapresa dalla regione con questo primo testo, auspicando sempre maggiore attenzione sull’argomento, vuole rompere il muro della burocrazia che pesa su cittadini ed imprese al pari della eccessiva pressione fiscale: rendere più semplici i procedimenti, omogeneizzarli e semplificarli è un risultato importante».

 

(Foto: il Torinese)

 

Massimo Iaretti

Fondi europei per giovani e donne

parlamento europeo

Riapprovato il 29 dicembre dalla Giunta regionale il programma operativo 2014-2020 cofinanziato dal Fondo sociale europeo

 

Il documento, che contiene modifiche basate sulle osservazioni pervenute dall’Unione Europea e proposte dall’assessore al Lavoro, Gianna Pentenero, riassume le linee di intervento prioritarie e prevede azioni per un totale di 872.290.000 euro. Le principali variazioni riguardano gli investimenti per la disoccupazione giovanile e la promozione di occupazione femminile, in un quadro generale volto a rimettere l’impresa al centro delle politiche economiche e dei processi di sviluppo, con azioni di investimento su misure di sostegno che evitino la perdita permanente di capacità produttiva e di posti di lavoro, ma anche su una maggiore intensità e profondità delle innovazioni.

 

Tra i principali cambiamenti effettuati va evidenziato l’inserimento della priorità di investimento dedicata alla lotta alla disoccupazione giovanile, all’interno della più generale priorità a sostegno dell’accesso al lavoro di persone disoccupate e inattive, per cui l’impegno regionale è di circa 224 milioni di euro, pari a un quarto del valore complessivo del programma. Nel dettaglio, si tratta di azioni in favore dei giovani, in particolare verso quelli che non svolgono attività lavorative, non seguono corsi di studio o di formazione, incluso chi è a rischio di esclusione sociale e appartiene a comunità emarginate. “I fondi – precisa Pentenero – sono destinati ad esempio a percorsi di formazioni per giovani assunti con contratto di apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, alla creazione di punti di contatto per il profiling, l’accompagnamento al lavoro, l’orientamento”.

 

Verrà inoltre incrementato lo stanziamento per le priorità di investimento dedicate alla promozione dell’occupazione femminile (ora di 17 milioni di euro a fronte di un’ipotesi iniziale di circa 12 milioni), volte a favorire la conciliazione tra vita professionale e vita privata con misure come la promozione del “welfare aziendale”. Verrà rafforzata la modernizzazione delle istituzioni del mercato del lavoro (17 milioni a fronte di un’ipotesi iniziale di 14), come i servizi per l’impiego pubblici e privati di promozione dell’occupazione, grazie a opere che migliorino anche la mobilità professionale transnazionale e la cooperazione tra le istituzioni ed i soggetti interessati.

 

Novità anche il rafforzamento dei meccanismi di coordinamento formale con i programmi del Fondo sociale europeo a titolarità delle amministrazioni centrali come programma nazionale, sistemi e politiche attive per l’occupazione, scuola, inclusione, governance. “In primavera – anticipa Pentenero – saremo pronti a partire con la nuova programmazione. Sarà una sfida importante soprattutto per il cambiamento che ci si prospetta”.

 

(www.regione.piemonte.it)