CULTURA- Pagina 4

La Biennale Democrazia a Torino: cercare la pace in un mondo diviso

Inizia oggi la nona edizione della Biennale Democrazia 2025 a Torino, dedicata al tema “Guerre e Paci”. Un’occasione da non perdere per riflettere e confrontarsi su una tematica quanto mai attuale, grazie a più di 100 incontri, eventi e spettacoli e oltre 220 ospiti italiani e internazionali, distribuiti nei principali poli culturali della città. Il focus della manifestazione è una riflessione sulla guerra, sulle cause che la generano e sulle conseguenze dei conflitti internazionali, delle violenze e della crescente tensione globale, senza dimenticare la persistente minaccia di scontri interni alle società democratiche. Tuttavia, si parlerà soprattutto delle possibili paci, intese come soluzioni ragionevoli che emergono da equilibri precari e dalla necessità di accordi volti a garantire la sopravvivenza di individui, istituzioni, Stati e del pianeta stesso. È infatti compito delle istituzioni democratiche promuovere soluzioni pacifiche.Al centro degli approfondimenti vi sarà anche il nuovo ruolo delle democrazie e dei diritti fondamentali della persona nella prevenzione degli abusi di potere e nella gestione dei conflitti, facendo luce sulle dinamiche politiche e sociali contemporanee. Per comprendere e orientarsi meglio, la Biennale propone quattro percorsi tematici, ovvero quattro diverse prospettive per discutere i grandi temi legati alla democrazia:

  • Conflitti globali, conflitti locali
  • Geopolitica della guerra e della pace
  • Immaginare la pace, tra utopia ed eresia
  • Tutti contro tutti

Un confronto di grande rilevanza, come sottolineano le parole del Presidente Emerito Gustavo Zagrebelsky, che terrà la tradizionale lectio inaugurale dal titolo “Su tre cose si regge il mondo”. Zagrebelsky ha commentato questa edizione affermando che la Biennale è «pronta a tornare in città per discutere di guerra, violenza e conflitto, temi ineludibili del nostro presente, perché non può esservi convivenza democratica senza pace. In un clima di crescente polarizzazione delle posizioni e delle opinioni, è fondamentale ribadire il senso profondo di Biennale Democrazia: ritrovarsi per discutere, dialogare e confrontare posizioni anche molto distanti, prendendosi il tempo necessario per una comprensione reciproca come primo passo per trovare soluzioni pacifiche, mai così agognate».A dare ulteriore lustro all’edizione sono i numerosi ospiti italiani e internazionali. Tra i più noti, Edoardo Albinati e Daria Bignardi dialogheranno nell’incontro “Vagli a spiegare che è primavera”; Annalena Benini, direttrice editoriale del Salone Internazionale del Libro, proporrà una lectio su Natalia e Leone Ginzburg; Franco Cardini, storico, cercherà di chiarire la natura del conflitto tra Oriente e Occidente nella sua lectio “Guerra all’Occidente, guerra dell’Occidente”; Carlo Greppi, storico e scrittore, interverrà con il suo contributo.La giornata inaugurale si apre oggi al Teatro Carignano alle 16:30 con l’incontro “Come finiscono le guerre”, un dialogo tra Alessandro Barbero, storico e divulgatore, e Manuela Ceretta, rettrice dell’Università della Valle d’Aosta. La serata prosegue alle 21:00 alle OGR (Sala Fucine) con “La guerra civile”, uno spettacolo a cura di Andrea De Rosa e Fabrizio Sinisi, con la lettura di Umberto Orsini e interventi musicali di Giorgio Li Calzi.Questi sono solo alcuni dei numerosi eventi della giornata, consultabili integralmente sul programma ufficiale disponibile sul sito biennaledemocrazia.it

VALERIA ROMBOLA’

Foto Alessio Mamo

Torino e i primi cinquant’anni della donna della domenica

 

Cinquant’anni fa usciva nelle sale cinematografiche La donna della domenica, film diretto da Luigi Comencini e sceneggiato da Age e Scarpelli con Marcello Mastroianni (nei panni del commissario Santamaria), Jacqueline Bisset (Anna Carla Dosio), Jean-Louis Trintignant (Massimo Campi), Lina Volonghi (Ines Tabusso), Claudio Gora (Garrone), Aldo Reggiani, Pino Caruso, Omero Antonutti. La pellicola era tratta dall’omonimo romanzo edito tre anni prima da Mondadori, il primo e il più popolare dei libri di Fruttero & Lucentini, considerato dagli esperti del genere come il capostipite del giallo italiano. Il celebre critico e storico del cinema Gianni Rondolino commentò che il film raccolse un successo pari a quello del romanzo, aggiungendo che “non poteva essere diversamente con un regista come Comencini e due sceneggiatori come Age e Scarpelli a confezionare un prodotto filmico corrispondente.

Il film mantiene in sostanza quello che promette, e l’ingarbugliata vicenda gialla, un poco sfrondata di episodi collaterali, e di motivi secondari, si scioglie progressivamente secondo le regole di tal genere di prodotti. C’è da osservare che nel film manca quella torinesità che invece costituiva il fascino del romanzo”. La donna della domenica, ambientata da Fruttero e Lucentini nella Torino degli anni Settanta, vedeva la città come vera protagonista del racconto con tutte le sue luci e le ombre, descritta nei dettagli, resa reale in ogni sua piega quasi fosse una sintesi in grado di rappresentare la vita italiana di quegli anni. La trama è nota. Nella calda estate torinese del 1973 viene assassinato nel suo pied-à-terre l’architetto Garrone, un personaggio sordido e scontroso che vive di espedienti, piccoli imbrogli e ricatti. Il brutale omicidio viene consumato con un’arma originale dalla vena artistica: un fallo di pietra. La vittima, a causa del suo carattere e della tendenza a molestare il prossimo, aveva parecchi nemici e molti di loro lo avevano minacciato di morte. Così il tenebroso e affascinante commissario Santamaria si trova a indagare su una vasta lista di persone sospette che si trovano a vivere in modo trasversale tra tutti i ceti sociali della città. Tra queste vi sono Anna Carla Dosio, moglie di un ricco industriale, e Massimo Campi, giovane omosessuale della buona borghesia, che con Garrone deploravano vizi, ostentazioni e volgarità dei loro conoscenti. Santamaria ( con il volto di Marcello Mastroianni nel film) si trova così a indagare tra l’ipocrisia, le assurde velleità e i chiacchiericci che animano il mondo della borghesia piemontese, tra professionisti dalla doppia vita, dame dell’alta società dal fascino snob e industriali privi di scrupoli. Pagina dopo pagina si scopre che la vera indagine non è tanto quella tesa a scovare il colpevole quanto il desiderio di svelare vizi e difetti di una società dove regna la doppiezza. Si passa così dalla noia di ricchi imprenditori e agiati borghesi, alla stanca relazione omosessuale che trascina avanti Massimo Campi fino al disprezzo di quell’ambiente di parvenu per i meridionali immigrati e per i ceti popolari che vivono nei quartieri della città della Fiat. Si intuisce così che Torino, in apparenza ordinata e precisa fino ad essere noiosa, nasconde un cuore nero, cattivo e folle. Sono gli stessi Fruttero e Lucentini a far riflettere nel libro il commissario Santamaria, sostenendo come “altre città regalavano al primo venuto splendori e incantamenti, esaltanti proiezioni verso il passato o l’avvenire, febbrili pulsazioni, squisiti stimoli e diversivi; altre ancora offrivano riparo, consolazione, convivialità immediate. Ma per chi, come lui, preferiva vivere senza montarsi la testa, Torino, doveva riconoscerlo, era tagliata e squadrata su misura. A nessuno, qui, era consentito farsi illusioni: ci si ritrovava sempre, secondo la feroce immagine dei nativi, al pian dii babi, al livello di rospi”.

Marco Travaglini

 

Una sfida a colpi di incipit

Decima edizione del primo talent letterario itinerante per aspiranti scrittori, a Bardonecchia sabato 29 marzo

Il primo Talent letterario dedicato agli aspiranti scrittori quest’anno compie dieci anni. La tappa di Bardonecchia nel Torinese è prevista sabato 29 marzo a palazzo delle Feste. Presenta l’attrice,  autrice e comica Giorgia Goldini, accompagnata dalle musiche di Enrico Messina.

Incipit Offresi è un format a tappe, la sfida si gioca a colpi di incipit all’interno di luoghi di svago e cultura, ma anche attraverso gare di scrittura nelle più partecipate manifestazioni e letture animate nei mercati: 16 tappe in 9 Regioni (Piemonte, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta). L’obiettivo non è premiare il romanzo inedito migliore, ma scovare nuovi talenti, promuovere la lettura e valorizzare le biblioteche come luoghi di promozione e valorizzazione culturale. In 9 anni Incipit Office ha scoperto 150 nuovi autori, pubblicato oltre 75 libri e coinvolto circa 11 mila spettatori l’anno, 30 case editrici e 85 biblioteche nelle 198 tappe (167 organizzate in Piemonte e 31 in altre Regioni) per un totale di 10 mila e 200 km percorsi. Incipit Offresi è un format innovativo ideato e promosso dalla Fondazione ECM Biblioteche Archimede di Settimo Torinese, Compagnia di San Paolo, in sinergia con Regione Piemonte e la città di Settimo Torinese, oltre alla Associazione Pagina 37, Scuola Holden, Emons Edizioni e Federazione Unitaria Italiana Scrittori. Si tratta di un vero e proprio talent della scrittura dove, in un contesto informale, gli attori della filiera del libro possono incontrarsi e avviare nuove collaborazioni, promuovere la pubblicazione di nuovi libri e scoprire nuovi talenti. Nell’ambito del progetto sono organizzati dei percorsi formativi in collaborazione con Circolo dei Lettori e Scuola Holden per i partecipanti al campionato, con l’obiettivo di migliorare la qualità delle opere in concorso e per affinare le competenze creative degli aspiranti scrittori e scrittrici. Tra le novità della decima edizione la Holden metterà in palio un corso di scrittura e sarà istituito il Premio Archimede Book, riservato agli under 35, che prevede la pubblicazione  di una raccolta di racconti su temi indicati dall’organizzazione. I partecipanti, in una sfida una contro l’altro, avranno 60 secondi di tempo per leggere il proprio incipit o raccontare il proprio libro. Il concorrente che secondo il giudizio del pubblico in sala avrà ottenuto più voti passerà alla fase successiva, dove avrà ancora 30 secondi per la lettura del proprio incipit prima del giudizio della giuria tecnica, che assegnerà un voto da 0 a 10. Una volta designato, il vincitore o la vincitrice di tappa si aprirà il voto del pubblico per il secondo classificato. Chi otterrà più voti potrà partecipare alla gara di ballottaggio. Il vincitore di tappa si aggiudicherà un buono libro del valore di 50 euro. I primi classificati di ogni tappa e gli eventuali ripescati potranno accedere alle semifinali per giocarsi la possibilità di approdare alla finale, in programma il prossimo giugno. Il primo e il secondo classificato riceveranno rispettivamente un premio in denaro di 1500 euro e di 750 euro. Saranno inoltre messi in palio il Premio Scuola Holden con un corso di scrittura, il Premio Italo Calvino con partecipazione gratuita al prestigioso premio, i premi Golem e Leone Verde con la pubblicazione dell’opera, il Premio Miraggi costituito da una lampada artistica fatta di libri, il Premio Indice Libri del Mese della Fondazione Circolo dei Lettori e il Premio Archimede degli under 35 con la pubblicazione del proprio racconto nella raccolta Archimede Book. La partecipazione agli Incipit Offresi è gratuita e aperta agli scrittori maggiorenni e non di tutte le nazionalità. Gli scrittori dovranno presentare l’incipit della loro opera che non superiore le 1000 battute, oltre a una descrizione dei contenuti dell’opera di 1800 battute come limite massimo. L’incipit deve essere inedito, le opere autopubblicate sono parificate alle inedite perché prive di regolare distribuzione. La gara si svolgerà in lingua italiana e la possibilità di partecipare è garantita fino a esaurimento posti.

Mara Martellotta

Francesca Heart, un viaggio emozionale che esplora il femminismo

Ultimo appuntamento della nuova edizione di Evolving Soundscapes, il public program della mostra Rabbit Inhabits the Moon

 

A cura di Chiara Lee e freddie Murphy

Domenica 23 marzo ore 11:30 e ore 16

MAO Museo d’Arte Orientale

In occasione del finissage della mostra Rabbit Inhabits the Moon, il MAO presenta la performance di Francesca Heart, un viaggio emozionale che esplora il femminismo legato all’acqua, si perde nella mitologia acustica e danza con grazia nella coreografia dei paesaggi.

 

Con una formazione in Gender Studies e danza postmoderna, sotto la guida della leggendaria Anna Halprin, Francesca Heart sta emergendo come una delle nuove protagoniste della scena creativa italiana. La sua ricerca si concentra sulla somatica, la coreografia del paesaggio, l’archeologia speculativa e la fantasia della musica elettronica, traendo ispirazione dalla fonte dell’immaginazione così come dagli studi sull’idro femminismo, l’iconografia sacra e il kitsch di internet.

È fondatrice del progetto di danza Archaeo Choreology e co-fondatrice di Nuova Atlantide. Il suo ultimo album, Bird Bath, è stato pubblicato nel 2024 su Leaving Records. Si è esibita e ha collaborato con sedi e istituzioni in tutto il mondo tra cui de Young Memorial Museum, UCSBì, CTM Festival, Rewire Festival, Museo Madre, the Swiss Institute, the AA School, Nextones, Palermo Living Pavillion, East Contemporary, Maison Margiela.

Fa parte della piattaforma artistica Shape+ 2023/24 per la musica innovativa in Europa ed è stata selezionata per Room to Bloom (2020-2023), una piattaforma femminista per le narrazioni ecologiche e postcoloniali transeuropee.

Il Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale compie 20 anni

Il 21 marzo si festeggiano i 20 anni dalla fondazione del CCR – Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, uno dei principali poli del restauro in Italia e riferimento nel panorama internazionale, con la giornata conclusiva della rassegna di incontri dedicata al valore del restauro dal titolo “Conservazione, ricerca e innovazione”, che ha visto la partecipazione dei maggiori protagonisti della conservazione e del restauro a livello nazionale e internazionale.

A distanza di 20 anni dall’istituzione della Fondazione, una riflessione sul “Valore della conservazione” diventa momento per fare un bilancio rispetto al contributo che il Centro ha offerto nel proprio perimetro di azione e per individuare possibili criteri quantitativi e qualitativi che consentano di misurare l’impatto generato dalle attività di conservazione e restauro dei beni culturali: in termini di recupero e riabilitazione del patrimonio storico artistico, di attivazione educativa e formativa, di creazione di nuove competenze e professionalità, di possibile incidenza sul tessuto economico, produttivo e culturale sulle diverse scale territoriali.

Con l’occasione sarà presentata la ricerca in corso, realizzata in collaborazione con la Fondazione Santagata e sostenuta dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, dedicata al “Valore della conservazione”.

Saranno presenti: Federico Mollicone, Presidente Commissione Cultura della Camera dei Deputati; Luigi La Rocca, Direttore DiT – Dipartimento per la tutela del patrimonio culturale del Ministero della Cultura; Michele Coppola, Direttore Centrale Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo e Direttore Gallerie d’Italia; Michele Briamonte, Presidente Consorzio Residenze Reali Sabaude, Luigi Oliva, Direttore Istituto Centrale del Restauro (ICR) di Roma; Paola Casagrande, già Direttore Regionale Direzione Coordinamento Politiche e Fondi Europei della Regione Piemonte; Alessio Re, Segretario Generale Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura di Torino

Seguirà una tavola rotonda moderata dal giornalista e critico d’arte Nicolas Ballario con i soci Fondatori del CCRMario Turetta, Direttore DiAC – Dipartimento per le attività culturali del   Ministero della Cultura; Alberto Cirio, Presidente Regione Piemonte; Stefano Lo Russo, Sindaco Città di Torino e Città Metropolitana di Torino; Fabio Giulivi, Sindaco Città di Venaria; Giulia Anastasia Carluccio, Prorettrice Università di Torino, Marta Bottero, Professoressa Ordinaria, Funzioni aggregate al Prorettore del Politecnico di Torino, Matteo Bagnasco, Responsabile Obiettivo Cultura Fondazione della Compagnia di San Paolo e Annapaola Venezia, Vice Segretario Generale Fondazione CRT.

Nel pomeriggio i componenti internazionali del Comitato Scientifico del Centro incontreranno il pubblico in una sessione dal titolo “Visione e Metodo”, un panorama inedito sul mondo della conservazione, della ricerca e dell’innovazione. Il Comitato riunisce importanti professionalità provenienti dalle più rilevanti istituzioni culturali a livello internazionale.

Corrado Azzollini, Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino e Direttore Scientifico della Fondazione CCR; Francesca Casadio, Co-Direttore del Centro per gli studi scientifici sulle arti della Northwestern University – Art Institute of Chicago; Mireille Klein, Responsabile del Dipartimento di restauro C2RMF – Ministero della Cultura e della Comunicazione francese; Marco Leona, David H. Koch Scientist in charge of the department of scientific research Metropolitan Museum of Art, New York; Valerie Magar, Manager Unità Programmi ICCROM; Joanna Norman, Director Victoria & Albert Research Institute and National Art Library, London; Massimo Osanna, Direttore Generale Musei, Ministero della Cultura, Roma.

È possibile seguire gli incontri in diretta streaming.

Invece nei giorni di sabato e domenica 22 e 23 marzo il CCR sarà aperto ai visitatori e sarà possibile esplorare i laboratori, accompagnati dagli storici dell’arte, restauratori e scienziati del Centro, andando oltre le porte del nuovo Ristoro delle Arti, il centro visitatori inaugurato lo scorso settembre 2024.

Nello stesso fine settimana, la città di Venaria si animerà grazie anche alla grande festa dedicata alla fioritura dei ciliegi nei giardini della Reggia di Venaria “All’ombra dei ciliegi in fiore”, (per info e biglietti: www.lavenaria.it).

Le celebrazioni proseguiranno in maggio con la partecipazione all’interno del Salone Internazionale del Libro di Torino (15-19 maggio 2025) attraverso incontri diffusi con esperti che affronteranno tematiche diverse, da progetti di conservazione urbana a percorsi di educazione e formazione sulla cultura del restauro.

A fine giugno avrà luogo lo “Young Professionals Forum”, appuntamento di condivisione e scambio nato per stimolare a livello internazionale sinergie tra professionisti, in particolar modo  giovani che qui hanno la possibilità di presentare le proprie ricerche e di confrontarsi con nomi già affermati nel campo. Al Forum, come case history di successo, verranno inoltre invitati i Laureati del corso di laurea che stanno svolgendo attività internazionali presso importanti realtà museali. Per il CCR, nato nel 2005 con figure under 30, i giovani di oggi devono essere i primi ambasciatori della sua attività.

Le celebrazioni si concluderanno in dicembre con l’importante Convegno dedicato a Pinin Brambilla Barcilon, in occasione del Centenario dalla sua nascita. Nota in tutto il mondo per i restauri dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci e di altri capolavori dell’arte italiana, Pinin Brambilla è stata la prima direttrice dei laboratori di restauro del Centro e il suo archivio con la documentazione prodotta durante gli anni di attività, riordinato e digitalizzato, è oggi conservato al CCR e fruibile da tutti.

Fondazione nata il 21 marzo 2005, il CCR – Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale è uno dei principali poli del restauro in Italia e riferimento indiscusso nel panorama internazionale. Caratterizzato da un operato che si muove lungo le quattro macro-direttrici della conservazione e restauro, della scienza, della formazione e della documentazione, ha al suo interno nove Laboratori di Restauro, i Laboratori Scientifici e la Scuola di Alta Formazione con un Corso di Laurea Magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali.

 

Il CCR ha sede nelle settecentesche Scuderie della Reggia di Venaria progettate da Benedetto Alfieri e riprogettate secondo una concezione contemporanea dallo Studio Derossi (1998-2004) in un interessante dialogo tra antico e moderno. L’intero complesso monumentale è patrimonio UNESCO.    

www.centrorestaurovenaria.it

La Farina, il siciliano sabaudo

Alla scoperta dei monumenti di Torino Una nota curiosa per quanto riguarda il monumento è la presenza, sul lato posteriore della balaustra, di un pannello decorato con il simbolo della Trinacria

Collocata all’interno di piazza Solferino, quasi all’altezza dell’intersezione con via Lascaris, la figura di La Farina è ritratta in piedi, appoggiata ad una balaustra. Le gambe sono leggermente sovrapposte in posizione rilassata ed indossa un cappotto chiuso dove sulla spalla sinistra, si dispiega un mantello che ricade sull’elemento architettonico. La Farina viene rappresentato mentre sta lavorando ad uno scritto: nella mano sinistra sorregge dei fogli che corregge con una penna stretta nella mano destra appoggiata anch’essa alla balaustra,mentre alle sue spalle un libro ferma alcuni fogli già letti. La balaustra presenta posteriormente un pannello decorato con il simbolo della Trinacria inquadrato tra due colonnine dal disegno complesso.

 

Nato a Messina il 20 luglio del 1815, Giuseppe La Farina fu un patriota, scrittore e politico italiano. Avvocato dalle idee liberali, sviluppò un interesse crescente per gli studi storici e letterari che lo portarono a pubblicare, lungo tutta la sua vita, numerosissimi scritti (tra i quali la Storia d’Italia dal 1815 al 1850) e a collaborare con giornali e riviste (è stato fondatore e collaboratore del giornale L’Alba che fu tra i primi a tendenza democratica-cristiana).

Nel 1837 cominciò a sostenere la causa per la liberazione della Sicilia, partecipando al primo movimento insurrezionale anti-borbonico. Dopo un periodo di esilio dall’isola, nel 1848 venne eletto deputato alla camera dei Comuni di Messina assumendo, in seguito, la carica di Ministro della Pubblica Istruzione; fece anche parte (assieme ad Emerico Amari) della missione incaricata di offrire la corona di Sicilia al Duca di Genova.

A seguito della riconquista borbonica della Sicilia, l’anno successivo si rifugiò in Francia da dove continuò la sua attività letteraria. Nel 1854 si stabilì a Torino e poco dopo fondò la “Rivista Enciclopedica Italiana”, il giornale politico “Piccolo Corriere d’Italia” e nel 1857 la Società Nazionale Italiana, un’associazione politica finalizzata a realizzare l’unità del Paese sotto la guida della Casa Savoia. La Società Nazionale Italiana aveva come presidente Daniele Manin e come vice presidente Giuseppe Garibaldi.

Dal 1856 venne chiamato a collaborare con Cavour che, nel 1860, gli affidò il delicato incarico di rappresentare in Sicilia il governo; dopo essere rientrato a Torino nel 1861, venne eletto al Parlamento italiano e nominato vice presidente della Camera dei Deputati. Muore a Torino il 5 settembre 1863. Subito dopo la sua scomparsa un comitato, composto da alcuni uomini politici, iniziò a sostenere l’erezione di un monumento alla sua memoria ma la proposta venne sospesa a causa dei lavori collegati al trasferimento della capitale da Torino a Firenze.

Nel novembre del 1866, grazie a Filippo Cordova (a quel tempo ministro dell’Agricoltura, Industria e Commercio), l’idea venne ripresa e fu aperta una pubblica sottoscrizione a livello nazionale; nel dicembre 1868 il Comitato promotore per l’erezione del monumento a Giuseppe La Farina, incaricòGiovanni Duprè, autorevole scultore toscano, della realizzazione dell’opera. Tuttavia fu solo dopo dieci anni e cioè nel 1878, che il progetto cominciò a prendere vita; Giovanni Duprè venne sostituito dallo scultore e scrittore palermitano Michele Auteri Pomar, che con le 24.000 lire raccolte, creò un monumento di una certa rilevanza.

Il monumento venne collocato nell’aiuola a mezzogiorno di piazza Solferino e fu inaugurato il 1 giugno del 1884, esattamente sedici anni dopo l’approvazione del progetto; il giorno precedente l’inaugurazione, i rappresentanti del Comitato promotore lo donarono con atto ufficiale alla Città di Torino.  Nel febbraio 1890, a seguito del progressivo distacco delle lettere bronzee che compongono l’epigrafe, il testo dell’iscrizione venne inciso sul fronte del basamento.

Una nota curiosa per quanto riguarda il monumento è (come già ricordato prima) la presenza, sul lato posteriore della balaustra, di un pannello decorato con il simbolo della Trinacria. Questo antico simbolo (Triscele per i greci e Triquetra per i romani), raffigura una testa gorgonica, con due ali, dalla quale si dispongono in giro simmetrico tre gambe umane piegate. La sua presenza sul monumento ricorda non solo le origini siciliane del personaggio, ma anche l’impegno da lui profuso nella lotta per l’indipendenza della Sicilia, durante la quale il bianco vessillo gigliato dei Borboni fu sostituito dal tricolore che recava al centro il simbolo triscelico.

 

Avendo già accennato la storia riguardante Piazza Solferino, grazie alle precedenti opere di cui abbiamo parlato, aggiungerò semplicemente che il monumento commemorativo a Giuseppe La Farina, dopo essere stato inaugurato nel 1884 all’interno dell’aiuola centrale meridionale, vi rimase fino al 2004, anno in cui la statua fu spostata per permettere alla piazza di ospitare i padiglioni Atrium per i Giochi Olimpici Invernali 2006. Il monumento fu provvisoriamente ricoverato all’interno di un deposito comunale per poi essere ricollocato, all’interno della piazza, il 16 giugno 2013. Oggi il monumento si erge in tutto il suo splendore all’interno di piazza Solferino.

 

Anche per oggi il nostro viaggio in compagnia delle opere di Torino termina qui. L’appuntamento è sempre per la prossima settimana per la nostra (mi auguro) piacevole passeggiata “con il naso all’insù”tra le bellezze della città.

 

 

Simona Pili Stella

Tornano le Giornate del FAI di Primavera a Torino e dintorni

Si ripropongono quest’anno, a cura della delegazione FAI di Torino

Torna il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, con l’apertura eccezionale a contributo libero di 105 luoghi di 51 città di Piemonte Valle d’Aosta. Sabato 22 e domenica 23 marzo prossimi tornano per la XXIII Edizione le Giornate FAI di Primavera, organizzato dal FAI – Fomdo per l’Ambiente Italiano ETS in 400 città, grazie all’impegno di tutti i volontari. La partecipazione popolare ha portato a più di 13 milioni di visitatori in 32 edizioni, segno del riconoscimento della missione educativa del FAI, che dal 1975 si impegna a raccontare e valorizzare le meraviglie e i tesori nascosti che ci circondano, promuovendone la conoscenza, la cura e la tutela da parte della collettività.

Sarà possibile, grazie alla delegazione FAI di Torino, visitare dalle ore 10 alle 18, con ultima visita alle 17, il secondo piano di Palazzo Reale, l’appartamento del Principe. Mentre il primo piano aveva funzione di rappresentanza dinastica e di residenza del sovrano, il secondo era destinato ai principi ereditari e alle loro consorti. Particolarmente sontuoso fu k’allestimento predisposto per le nozze di Carlo Emanuele, futuro Carlo Emanuele III, con Anna Cristina di Baviera Sultzbach, celebrato nel 1722, da Filippo Juvarra, che per l’evento realizzò la Scala delle Forbici, capolavoro assoluto della Reggia Torinese. L’appartamento fu poi rallentato da Benedetto Alfieri a metà del Settecento per Vittorio Amedeo III e Maria Antonia Ferdinanda di Spagna, di cui si possono ammirare i ritratti nel corso della loro vita. Nella prima metà dell’Ottocento Pelagio Pelagi ridisegnò in termini neoclassici l’immagine interna per Vittorio Emanuele, il futuro primo Re dell’Italia Unita, e Maria Adelaide d’Asburgo. In questo sovrapporsi di stili si inserisce, nel 1925, il Principe ereditario Umberto, trasferitosi a Torino per seguire le manovre del suo reggimento, decidendo di riallestire le 30 sale eliminando quasi del tutto l’allestimento palagiano. Disallestito nel 1960, e dimenticato per mezzo secolo, l’appartamento è stato recentemente restaurato. Il pubblico potrà apprezzare così la straordinaria continuità artistica offerta dalle sale rese visitabili, la preziosità di arazzi, arredi, dipinti e suppellettili della dimora dell’ultimo Re d’Italia.

Sempre a cura della delegazione FAI Torino sarà possibile per il pubblico visitare il Palazzo della Prefettura, già Segreteria di Stato, in piazza Castello 201. Dopo lo splendore delle decorazioni dei sontuosi arredi, emozionerà visitare il piccolo studio di Camillo Benso Conte di Cavour, dominato dal sorprendente ritratto non dello statista ma del sovrano di cui fu magistrale Ministro, Vittorio Emanuele II, realizzato da Angelo Capisani. L’apertura al pubblico della Prefettura ha un carattere di eccezionalità, permettendo di conoscere le sale dove sono stati decisi i destini del Regno di Sardegna, e poi dell’Italia Unita, e dove oggi si svolgono gli incontri più importanti. In Prefettura viene ospitato il Presidente della Repubblica nei suoi soggiorni torinesi.

Grazie all’impegno dei volontari della delegazione FAI Torino sarà possibile visitare dalle 10 alle 18, con ultima visita alle 17, il Castello di Lucento, in via Pianezza 123. I castelli della Città di Torino sono quattro: Palazzo Reale, Palazzo Madama, Castello del Valentino e il Castello di Lucento, meno noto ma attestato su una fertile ansa della Dora con funzione difensiva e di avvistamento fin dal 1335, quando il Duca Emanuele Filiberto di Savoia rilevò alcuni terreni circostanti ampliandone la proprietà e facendola divenire la tenuta di caccia e la residenza prediletta fuori dalle mura.

In occasione delle Giornate FAI sarà possibile visitare il Castello ed eccezionalmente ammirare tutti gli ambienti che ancora presentano un forte valore storico e architettonico, a partire dagli esterni immersi nel verde, con il fossato e il ponte, il loggiato rinascimentale che emerge dalla facciata, il magnifico sottotetto con le orditure all’antica e il meccanismo dell’orologio, le merlate inglobate nelle pareti, ma parzialmente scoperte dal restauro, e gli ambienti del primo piano dedicate al “laboratorio dei sensi” con un bellissimo progetto di valore sociale per l’infanzia che affascinerà piccoli e grandi in egual misura.

Apertura dedicata agli iscritti FAI sarà quella di Palazzo Cavour, in via Cavour 8, posto all’angolo tra la via omonima e via Lagrange, l’antica contrada seicentesca dei conciatori, in pieno centro storico. Il progetto dell’edificio si deve all’architetto Gian Giacomo Plantery, che nel 1729 ampliò e rinnovò l’edificio preesistente su committenza di Miche Antonio Benso, trisavolo di Camillo Benso. In questa veste, l’appartamento che fu dello statista viene eccezionalmente mostrato al pubblico delle Giornate FAI, che potrà ammirare il maestoso scalone, il salone d’ingresso con il ritratto dello statista, i soffitti affrescati raffiguranti episodi della mitologia greco romana, specchiere e camini.

A cura del Gruppo FAI Giovani Torino sarà possibile ammirare il Palazzo Ferrero d’Ormea, sede della Banca d’Italia, realizzato nella parte meridionale delle antiche mura della città di Torino, oggetto del grande ampliamento edilizio voluto da Carlo Emanuele I nel primo trentennio del 1600, situato presso la scenografica Piazza San Carlo. La visita consente di apprezzare le sale di rappresentanza del piano nobile attribuito all’architetto di Corte Amedeo di Castellamonte, impreziosite da arredi che spaziano dal XVI al XIX secolo di provenienza italiana e inglese. Eccezionalmente sarà possibile visitare la parte più segreta della banca, il caveau sotterraneo, dove si conservano le quasi 5 mila cassette di sicurezza nell’allestimento originale degli anni Trenta.

Sarà possibile scoprire gli scorci e gli edifici più significativi della città su un tram storico degli anni Trenta, giunto ormai alla sua XVIII edizione. Questo è il senso della collaborazione tra la delegazione FAI Torino e la ATTS Associazione Torinese Tram Storici. Domenica 23 marzo vi saranno partenze ogni 30 minuti circa, dalle 15 alle 18, con capolinea di fronte al Teatro Regio. La vettura storica, perfettamente restaurata, porterà i torinesi a scoprire i luoghi che la delegazione FAI aprirà durante le sue Giornate.

A cura del Gruppo FAI della Valsangone, i visitatori avranno l’opportunità unica di esplorare il Castello di Rivalta, in un percorso che include la visita anche alla biblioteca comunale, che custodisce una vasta collezione, documenti e libri secolari e gli ambienti del Castello, dove si potranno ammirare affreschi dell’antico torrione.

Il Gruppo FAI delle Colline dal Po al Monferrato guiderà la visita di Villa Bria, che sorge in una posizione strategica dove i Ducati di Savoia e del Monferrato confinavano, a circa 18 km dal centro di Torino. È immersa nella natura e gode di un’ampia vista panoramica.

Curata dal Gruppo FAI Pinerolo è la visita, dalle 10 alle 17.30, al Castello di Macello, in via Castello 9 a Macello (TO), che sorge nella pianura pinerolese, nato come costruzione fortificata a carattere militare nel 200, a fianco del Recetto, primitivo nucleo dell’attuale paese. Si tratta di una dimora privata importante che non ha modificato l’impianto originale e il fascino dell’antico maniero medievale.

Mara Martellotta

“Shakespeare in Musical” alla Palazzina di Caccia

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Domenica 23 marzo alle ore 19 

“Shakespeare in musical” esplora il rapporto prolifico che intercorre tra il teatro di Shakespeare e Broadway. Nonostante il Bardo inserisca spesso canzoni e occasioni coreografiche nei suoi titoli, la trasposizione in musical non è mai facile per le trame complesse e i troppi personaggi da gestire. Quando funziona, funziona, però, benissimo come nel caso di “Kiss me Kate” del 1948 di Cole Porter da “La bisbetica domata” e “ West Side Story” del 1957 di Bernstein – Sondheim dal “Romeo e Giulietta”. Anche Rogers & Hart hanno attinto alla “Commedia degli errori” per “The boys from Syracuse” del 1938 e “Your own thing”, uno dei primi rock musical del 1968, si ispira a “La Dodicesima notte”. Gli apporti più irreventi sono certamente i Juke Box Musicals “Return to the Forbidden Planet” del 1980 da “La Tempesta”, che ha permesso a Jerry Lee Lewis di cantare. ‘& Juliet’ del 2019, ora in scena a Broadway con i successi planetari del produttore Max Martin per Britney Spears, Backstreet Boys, Kate Perry e Ariana Grande, e l’irresistibile “Something Rotten” del 2015 in cui Shakespeare diventa il personaggio chiave della trama.

Brani musicali tratti da “Your own thing “, “Kiss me Kate”, “Return to the forbidden Planet”, da “West Side Story” e da “& Juliet” contraddistingueranno il musical a corte nel Salone d’Onore della Palazzina di Caccia di Stupinigi, a Nichelino, domenica 23 marzo alle ore 19.

Biglietti prezzo unico 33 euro

Info 0116279789 biglietteria@teatrosuperga.it

Mara Martellotta

“Mi fai una storia?” A Druento il Festival di Lettura per bambini da 0 a 6 anni

E’ giunto quest’anno alla sua terza edizione

Venerdì 21 e sabato 22 marzo

Druento (Torino)

Giunta quest’anno alla sua terza edizione, è l’unica iniziativa del genere organizzata in Italia. “Mi fai una storia?” è un “Festival di Lettura” rivolto a bimbi piccolissimi, dagli 0 ai 6 anni, età in cui ancora, generalmente, non si legge. E che quest’anno anticipa i tempi, con inizio allo scoccar della primavera, i prossimi venerdì e sabato 21 e 22 marzo, in un luogo simbolico: la nuova “Biblioteca” di Druento (Torino), in via Morello 10, dedicata ad Ipazia D’Alessandria, matematicaastronoma e filosofa dell’antica Grecia, a capo della “scuola neoplatonica” di Alessandria, dove insegnò filosofia e astronomia. Completamente gratuito, il progetto é organizzato dall’Associazione “Il Bambino Naturale” (nata nel 2014 con l’obiettivo di sensibilizzare sul tema della genitorialità “ad alto contatto”) e “Il Leone Verde Edizioni”, in collaborazione con la “Biblioteca Civica Multimediale” e il patrocinio del “Comune di Druento”, sotto la direzione artistica di Anita Molino che con questa scelta ha deciso di portare in giro per la provincia di Torino l’iniziativa, ospitata nelle prime due edizioni a Settimo Torinese.

Il titolo si ispira a un libro di Elisa Mazzoli, ospite dell’edizione 2025: il volume – pubblicato dalla torinese “Il Leone Verde”, riprende una domanda che, spesso, i più piccoli rivolgono ai genitori o ai nonni, perché inventino loro delle “storie”. “Mi fai una storia?”, per l’appunto. Obiettivo del Festival rispondere a un’esigenza del bambino e mettere al centro – spiegano gli organizzatori – un comportamento al quale  andrebbe abituato fin da piccolissimo: leggere con i propri genitori, ascoltando la voce, seguendo e interpretando i disegni, commentando gli spunti offerti dalle pagine”.

In due giorni il Festival prevede, da un lato, un incontro, il venerdì 21 (dalle 17 alle 19), pensato per genitori, nonni, educatori, insegnanti, formatori, con idee e suggerimenti da parte di Elisa Mazzoli su come leggere a bambini 0-6 anni, come avvicinarli ai libri, come creare preziosi momenti di condivisione a casa e a scuola.

Dall’altro, propone, il sabato 22 (dalle 9,30 alle 13 e dalle 15 alle 18), numerosi incontri e laboratori. Sabato mattina l’apertura è per i “piccolissimi”, età 0-3 anni: potranno avvicinarsi ai libri, scoprirli, toccarli, cullati dalle parole e attenti alle immagini.  Poi, toccherà alla fascia 3-6 anni, scoprire una “coccola diversa”, quella che passa leggendo assieme un volume. Alle 11,30, un “laboratorio montessoriano”, per bambini dai 3 ai 6 anni, sul valore dell’espressione personale nell’attività del disegno, tenuto da Isabella Micheletti, scrittrice, “educatrice Montessori” e formatrice nei corsi dell’“Opera Nazionale Montessori”.

Il pomeriggio di sabato è dedicato alla “musica”, con Laura Bossi e Chiara Marangoni, musiciste specializzate nel cosiddetto “metodo Gordon”, che proporranno tre concerti speciali, facendo leva sul fatto che “il bambino sviluppa la sua attitudine alla musica nei primi anni di vita attraverso un’esposizione che rispetti le sue grandi capacità di ascolto e di assorbimento”: i piccoli in biblioteca ascolteranno canti melodici e ritmici, senza parole, che seguono il principio di “varietà, brevità e ripetizione”.

“Abbiamo scelto simbolicamente l’inizio della primavera – dichiara Anita Molino, direttrice artistica della manifestazione – per celebrare i più piccoli e un gesto, quello della lettura ad alta voce e condivisa, che va incoraggiato e praticato sin dalla più tenera età. Un gesto di cura, di vicinanza e di relazione: tutti gli ultimi studi e le ricerche da parte di pedagogisti e neuropsichiatri mettono in luce l’importanza della lettura condivisa con i piccolini, che risulta avere effetti benefici sul neurosviluppo e un’influenza positiva sul rapporto che il bambino avrà da grande con i libri”.  Un gesto che sarà al centro di laboratori, ma sarà anche oggetto della riflessione con genitori e operatori, in questa edizione druentina che non dimentica tematiche care al festival quali la “musica” e il “metodo Montessori”.

Obbligatoria la prenotazione a: ufficiofamiglie@comune.druento.to.it

Per il programma dettagliato: www.mifaiunastoria.it

G.m.

Nelle foto: immagine di un laboratorio con i bimbi, Elisa Mazzoli e Isabella Micheletti

Dialogues. Una mostra collettiva della community IAAD

Gagliardi & Domke Contemporary, via Cervino 16, Torino

18-22 marzo 2025

A cura di Lucrezia Nardi

 

 

“Dialogues” è la seconda edizione della mostra collettiva degli artisti provenienti dalla community IAAD. selezionati attraverso un processo di open call interno all’Istituto. I sei artisti individuati esplorano il dialogo tra arte e design intorno al tema del rispetto attraverso installazioni, video, fotografia e sperimentazioni audiovisive.

La mostra è organizzata da IAAD. – Istituto d’Arte Applicata e Design in collaborazione con Gagliardi & Domke Contemporary e curata da Lucrezia Nardi.

 

Ogni anno viene scelto un valore chiave per stimolare la ricerca artistica. In questa edizione, il rispetto amplia il concetto di dialogo, invitando i partecipanti ad esplorare le dinamiche tra individuo, società e contesto. Inteso come attenzione per la diversità culturale, l’ambiente e le relazioni umane, il rispetto diventa il punto di partenza per un’indagine artistica che prende forma attraverso installazioni, video e fotografia. La mostra invita gli artisti emergenti provenienti dal mondo del design a sperimentare nuove forme espressive e a superare i confini disciplinari, immergendosi in un contesto artistico più ampio. Inoltre, questa edizione conferma il successo del percorso degli studenti IAAD., che hanno avviato carriere nel panorama artistico emergente, testimoniando la sinergia tra arte e design che la mostra Dialogues intende promuovere.

Davide Racca (AUTOMEDON, 2024) presenta un’installazione che esplora il conflitto interiore attraverso una serie di elaborati – video, performance, scultorei, cartacei – mettendo in scena un processo evolutivo di ribellione e trasformazione identitaria. Chiara Vivalda, con il progetto video a tre canali S0M3WH3R3 B3TW33N TH3 P4551NG 0F T1M3 (2024), realizzato in collaborazione con John Bringwolves, sovrappone immagini e suoni in un flusso poetico che riflette la fragilità del tempo e della memoria. Martina Leone, con A Body (2025), affronta il tema dell’auto-oggettificazione del corpo femminile, interrogando il sottile confine tra esposizione e protezione. Uno scatto della serie è presentato stampato su un tessuto le cui trasparenze si muovono come influenzate dal passaggio dei visitatori e delle altre opere in mostra: come la società influenza la percezione del suo corpo, l’allestimento è eco di un processo intimo e personale. Debora Borsetta, con il progetto video Trauma come forma d’arte (2025), racconta le storie di due donne, restituendo il loro dolore in una narrazione visiva che dà voce a ciò che le parole spesso non riescono a dire. Attraverso un processo collettivo e simbolico, il trauma si trasforma in un linguaggio artistico condiviso. Beatrice Siviero, con la serie fotografica Sotto la superficie (2025), esplora l’inquietante equilibrio tra innocenza e violenza, costruendo immagini potenti e disturbanti che mettono in discussione la vulnerabilità infantile di fronte alla brutalità del mondo. Vanessa Dagostino, con (Non) lo merito (2025), indaga la depressione attraverso un racconto audiovisivo frammentato, in cui il contrasto tra immagini e pensieri limitanti riflette la natura caotica dell’esperienza interiore, aprendo un dialogo sulla condizione psicologica e sul senso di indegnità.

 

La mostra è stata costruita attraverso un processo di selezione supportato da una giuria composta da Alessandro Colombo (direttore generale AD Education Italia), Marco Rainò (direttore artistico IAAD.) e Pietro Gagliardi (direttore di Gagliardi & Domke Contemporary).