CRONACHE DAL PIEMONTE- Pagina 7

La polizia locale di Novara si allea con Trecate

“La formalizzazione di questo accordo consentirà la futura gestione di costanti azioni congiunte finalizzate alla sicurezza della città e del territorio, con un riguardo particolare alla lotta contro lo spaccio di sostanze stupefacenti grazie all’utilizzo dell’unità cinofila”.
L’assessore alla Sicurezza e Polizia locale Mario Paganini, il sindaco di Trecate Federico Binatti e l’assessore alla Polizia locale di Trecate Alessandro Pasca hanno introdotto con queste parole il senso dell’accordo tra i due Enti siglato nella mattinata di mercoledì 13 marzo, dai due comandanti delle Polizie locali Pietro Di Troia e Pier Zanatto. “L’atto – ricordano l’assessore Paganini, il sindaco Binatti e l’assessore Pasca – segue un primo esperimento di controllo coordinato organizzato dai due Comandi che ha avuto luogo a fine gennaio e che ha riguardato il quartiere di Sant’Agabio. Si era trattato di un’iniziativa che era arrivata in risposta ai solleciti dei cittadini e che aveva avuto un positivo riscontro nel suo svolgimento. Questa operazione aveva confermato l’importanza del lavoro in rete nelle azioni di presidio del territorio. Proprio alla luce di ciò abbiamo concordato sulla possibilità di rendere più stretta la collaborazione con una vera e propria formalizzazione, fatto che ci consentirà di programmare gli interventi congiunti da parte del personale dei due Comandi, che renderanno reciprocamente disponibili le proprie competenze, professionalità e risorse, tra le quali, ad esempio, l’utilizzo delle pattuglie motociclistiche”. Il tutto a dimostrazione che la lotta agli atti criminosi non ha confini.

M.Iar.

Schianto contro cabina Enel, muore carbonizzato

Un 42enne di Crescentino, nel vercellese, è morto carbonizzato dopo che con la sua auto si è schiantata contro una cabina di trasformazione dell’Enel. L’incidente è avvenuto  notte sulla strada delle Grange, all’altezza di Ronsecco. La Grande Punto su cui viaggiava la vittima è uscita di strada e ha preso fuoco per cause da accertare. Sul posto  sono intervenuti i vigili del fuoco, il 118 e le forze dell’ordine.
 
(foto archivio)

Tre giovani balordi danneggiano giochi pubblici

La segnalazione di un cittadino e l’attività del Nucleo di Prossimità del Comando della Polizia locale di Novara ha portato alla denuncia per danneggiamento di bene pubblico di tre giovani novaresi appena maggiorenni. I fatti risalgono a metà febbraio, quando, nel pomeriggio, i tre ragazzi erano stati notati mentre erano intenti a danneggiare alcuni beni facenti parte dei giochi pubblici nei giardini “Renza Ferraris Sguazzini” tra via Righi e via Lagrange. In seguito alla segnalazione era stata avviata l’attività investigativa da parte del Nucleo di Prossimità che ha portato all’individuazione e alla denuncia alla Procura della Repubblica. “Ai fini del risultato – commenta l’assessore alla Sicurezza Mario Paganini – sono da ritenersi fondamentali l’azione preventiva svolta nelle scuole cittadine e il controllo delle zone di abituale aggregazione giovanile della città da parte dei nostri agenti: grazie a questo lavoro di raccordo e di rete con le scuole e di mappatura del territorio, sono riusciti ad identificare con celerità tutti i protagonisti presenti al momento del fatto, spettatori o diretti responsabili”. Nell’ambito della stessa attività investigativa un altro ragazzo, minore, è stato segnalato alla Procura dei Minori di Torino per aver fornito agli agenti false generalità.

M.Iar.

Armati di coltello entrano in casa e minacciano una donna

La Polizia di Stato ha arrestato due uomini per il reato di tentata estorsione aggravata in concorso
Una donna allertava la Sala Operativa della Questura di Vercelli, in quanto erano entrati in casa sua due uomini che con un coltello iniziavano a minacciarla chiedendole soldi. Un equipaggio della Squadra Volante, giunto immediatamente sul posto, li rintracciava e questi, alla vista degli Agenti, provavano a fuggire ma venivano raggiunti e fermati. Successivamente la donna, attualmente incinta, raccontava agli Agenti che l’ex marito, con l’aiuto del cugino, era entrato in casa sua e, minacciandola con un coltello, voleva che ritornasse con lui o in alternativa le consegnasse immediatamente 15.000 (quindicimila) euro. Da li nasceva una colluttazione e i due uomini aggredivano l’attuale compagno della donna e la madre di lei, che veniva colpita con calci e pugni al viso; nel parapiglia rimanevano leggermente feriti anche due dei sei figli minori della donna, venivano ribaltati mobili e distrutti numerosi oggetti presenti all’interno dell’abitazione. Finiti gli accertamenti, i due uomini venivano accompagnati in Questura dove, identificati, si scopriva che si trattava di due cittadini rumeni regolari sul territorio nazionale già noti alle Forze dell’Ordine per i numerosi precedenti per reati contro il patrimonio. Dai puntuali accertamenti effettuati in banca dati risultava, inoltre, che sugli stessi gravavano numerosi fogli di via di diversi Comuni italiani.I due venivano arrestati in flagranza di reato per tentata estorsione aggravata (dall’uso dell’arma da taglio) in concorso e accompagnati su disposizione del Sostituto Procuratore della Repubblica presso la locale Casa Circondariale in attesa del giudizio di convalida.

M.Iar.

 

Vergognosa truffa ai danni di un'anziana novantenne

Ha compiuto un furto in abitazione, è riuscito a sviare l’attenzione della
vittima, una signora di novant’anni, ma è stato individuato e soltanto la
mancanza di arresto obbligatorio perché non è stato colto in flagranza di
reato lo ha tenuto fuori dal carcere. Ciò non toglie che il reato (furto in
abitazione) sia di quelli che oggi creano maggiore allarme sociale ed è
ancora più odioso perché commesso a danno di una persona anziana. A
finire nei guai con la giustizia è stato un 48enne senza fissa dimora, con
precedenti  per reati contro il patrimonio ed in materia di stupefacenti,
denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Vercelli dai
carabinieri della stazione di Borgosesia.
Il   pomeriggio   del   25   gennaio,   una   90enne   di   Borgosesia   si   era
improvvisamente trovata di fronte un uomo che, trovata aperta la porta di
casa, si era introdotto nella sua abitazione. Spaventata e stupita, l’anziana
ha subito chiesto allo sconosciuto cosa volesse da lei e perché fosse entrato
nella sua casa senza chiederle il permesso. Con prontezza, l’uomo ha
accennato a scusarsi ed ha subito cercato consenso e simpatia raccontando
di essere un volontario di una non meglio specificata associazione che
raccoglie offerte in favore di bambini malati.
Sono   bastate   queste   poche   parole   a   suscitare   nella   90enne   i   buoni
sentimenti   della   brava   gente.   L’atteggiamento   non   era   quello   del
malvivente e la giustificazione aveva fatto breccia nel cuore generoso della
donna  che,   subito   dopo,   ha  preso   una   moneta  e   l’ha  porta  all’uomo,
congedandolo con un saluto.
Tuttavia, solo in serata la 90enne ha constatato con profonda amarezza che
quel finto volontario era in realtà un ladro che, prima di essere scoperto
nella sua casa, aveva avuto il tempo di rovistare in un mobile, trovando e
rubandole   alcuni   orologi   e   monili   in   oro   che   l’anziana   custodiva
gelosamente nei cassetti del comò.
La denuncia ha dato l’avvio alle indagini. I Carabinieri hanno valutato le
informazioni e la descrizione, minuziosa, fornita dalla donna e raccolto le
prime testimonianze, esternando presto i sospetti su un personaggio, già
vecchia conoscenza dei militari della Stazione. Il seguito delle indagini ha
confermato i sospetti, l’uomo è stato notato nei filmati del sistema di
videosorveglianza del Comune ed è stato anche riconosciuto dalla vittima
in sede di individuazione fotografica.
M.Iar.

Maltrattava moglie e i tre figli: arrestato

Il 2 marzo scorso i Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia, in città hanno arrestato S.P., 40enne cittadino albanese, pregiudicato, responsabile del reato di maltrattamento in famiglia nei confronti dei tre figli, due dei quali minori, nonché verso la coniuge dalla quale è in fase di separazione. La donna già nel passato aveva presentato denunce contro il marito per ripetuti episodi di violenza fisica e psichica all’interno delle mura domestiche e l’ultimo epilogo è avvenuto nella serata del 2 u.s. allorquando l’uomo, dopo aver ripetutamente minacciato la donna di morte, cercava di entrare con la forza all’interno dell’abitazione della stessa. Durante l’intervento dei Carabinieri, l’uomo manifestava inoltre evidenti segni di ubriachezza e forte alterazione, attuando nei loro riguardi una condotta violenta e minacciosa tale da ostacolarne l’operato, motivo per il quale gli veniva contestato anche il reato di resistenza a pubblico ufficiale. L’arrestato veniva pertanto associato presso la casa circondariale alessandrina in attesa dell’udienza di convalida celebrata in data 5 u.s., a seguito della quale l’A.G. alessandrina convalidava l’arresto e disponeva la misura cautelare personale dell’allontanamento dalla casa familiare ed il divieto di avvicinamento alla persona.
M.I.

Maestra d’asilo sospesa per maltrattamenti sui bambini.

Ancora una volta la cronaca si deve occupare di maltrattamenti ai bambini da parte di chi dovrebbe accudirli

A conclusione di una complessa e delicata attività d’indagine, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Borgosesia e della Stazione di Varallo, coordinati dalla Procura della Repubblica di Vercelli, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di applicazione della misura cautelare del “divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale di maestra di scuola per l’infanzia”. Il provvedimento è stato emesso del Gip-Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Vercelli nei confronti di una maestra 41enne, impiegata in una scuola per l’infanzia di Varallo, perché ritenuta responsabile di maltrattamenti contro alcuni dei piccoli alunni a lei affidati per educazione, cura e custodia, ed è stato notificato all’insegnante la mattina del 6 marzo. I Carabinieri avevano avviato le indagini all’inizio di questo anno scolastico, dopo che a loro si erano rivolti i preoccupati genitori di bambini di età compresa tra i quattro e i cinque anni. I racconti dei piccoli scolari, riportati dalle famiglie ai Carabinieri, erano assolutamente simili. I bambini, in lacrime, tra le sicure mura domestiche, avevano raccontato che l’insegnante spesso si rivolgeva a loro con modi bruschi, grida rabbiose, talvolta anche distribuendo schiaffoni, strattoni e pizzicotti, un atteggiamento lontanissimo da quello amorevole e rassicurante che bambini di quell’età si aspettano da chi, per buona parte della giornata, incarna anche il ruolo della mamma. Apparivano tutti molto turbati e, mattina dopo mattina, era diventato un vero calvario accompagnarli a scuola. Il lavoro dei militari, che si sono anche avvalsi del supporto di psicologi professionisti per le audizioni protette dei bambini, svolte nella confortevole “stanza tutta per sé”, allestita presso il Comando dei Carabinieri di Borgosesia con il contributo del Soroptimist Club Valsesia ed inaugurata il 31 maggio 2018, ha confermato il triste quadro iniziale. È stato accertato che l’insegnante aveva compiuto in classe violenze fisiche e psicologiche nei confronti dei bambini che non le obbedivano tempestivamente, percuotendoli, strattonandoli, arrivando anche a dargli schiaffi e pizzicotti e mortificandoli con strilli, incidendo in modo fortemente negativo sul sano e regolare sviluppo psichico delle piccole vittime. Quanto raccolto dai Carabinieri ha fornito al Pubblico Ministero gli elementi che hanno fatto propendere il Gip all’emissione della misura cautelare, eseguita mercoledì che, in attesa del processo, di fatto impedisce alla maestra di svolgere l’attività di insegnamento.

Massimo Iaretti

 

Denunciata per esercizio abusivo di professione medico-veterinaria

Nei giorni scorsi militari della Stazione Carabinieri Forestale di Nizza Monferrato (Asti), dopo oltre un anno di intensa attività investigativa svolta in collaborazione con la Stazione Carabinieri Forestali di Cortemilia (Cuneo), hanno denunciato a piede libero un’allevatrice di Cossano Belbo per esercizio abusivo della professione medico-veterinaria.Tutto è partito da irregolarità formali riscontrate su libretti identificativi di cani “tipo beagle” di proprietà di persone astigiane. Le indagini, che hanno comportato l’acquisizione di documenti e di informazioni testimoniali su un totale di 25 cani, non solo nella provincia di Asti ma anche nella provincia di Cuneo ed in altre Regioni (Liguria, Veneto, Lombardia, Toscana), hanno permesso di risalire ad un allevamento amatoriale di cani in Cossano Belbo in provincia di Cuneo. I militari hanno esaminato una grande mole di documentazione, riscontrando che dal 2011 al 2018 la titolare aveva più volte prescritto e somministrato farmaci veterinari agli animali allevati nonché a quelli venduti a terzi in assenza di qualsiasi titolo professionale. Le vaccinazioni dei cuccioli, per esempio, risultavano essere state eseguite in allevamento ma non si riscontrava sui documenti alcun riferimento che permettesse di attribuire prescrizione e somministrazione del farmaco ad un medico veterinario, come previsto dalla normativa in materia; risultava quindi impossibile attestare la validità e l’esecuzione in sicurezza dei trattamenti. Dalle indagini emergeva inoltre che l’allevatrice cedeva i cani annotando sul tesserino di riconoscimento una prescrizione medica di prosecuzione di terapie farmacologiche, per lo più antiparassitarie ma anche antibiotiche, che lei stessa aveva intrapreso in assenza di qualsiasi valutazione medico-veterinaria documentata, a volte fornendo lei stessa materialmente i farmaci agli acquirenti. Trattavasi di farmaci di libera vendita dietro prescrizione medica, tuttavia, poiché l’indagata non è titolata a diagnosticate patologie, prescrivere terapie né, tanto meno, cedere direttamente farmaci, i cuccioli potrebbero essere stati destinatari di cure non adatte o inutili, con potenziali rischi per la loro salute nonché altri eventuali rischi connessi all’uso massivo e indiscriminato di farmaci. Per tale condotta i militari hanno denunciato l’allevatrice all’Autorità Giudiziaria per esercizio abusivo della professione medica.La maggior parte degli acquirenti avevano trovato l’annuncio di vendita sui vari siti di acquisto in rete. Nella quasi totalità dei casi avevano ricevuto i cani con documentazione identificativa riportante la dicitura “cane di pura razza senza pedigree”. Tuttavia i cuccioli erano privi di qualsiasi certificazione attestante la loro genealogia per cui, nel rispetto della normativa vigente in materia, non avrebbero potuto essere venduti come “razza pura” bensì solo dichiarandoli chiaramente come “meticci” o “incroci”. Per detta violazione i militari hanno contestato alla donna anche una sanzione amministrativa per un importo superiore ai 10.000,00 euro. Nessun problema, invece, è stato riscontrato rispetto alle condizioni di benessere dei cani detenuti in allevamento, verificate congiuntamente a personale dei Servizi Veterinari dell’ASL di Alba-Bra.

M.Iar.

 

Falso dentista denunciato. Nello studio mancavano acqua corrente e servizi igienici

Esercitava abusivamente la professione di medico dentista. L’odontotecnico è stato scoperto e denunciato dalla Guardia di finanza. Operava a Borgomanero, nel Novarese e il suo studio è stato sequestrato. Le fiamme gialle indagano su eventuali compensi percepiti e non dichiarati al fisco, erano infatti numerosi i clienti in sala d’aspetto quando i finanzieri sono entrati. L’uomo stava intanto operando una paziente. Lo studio era privo di servizi igienici e di  acqua corrente e mancavano le elementari norme igienico sanitarie. Sono stati trovati  farmaci anestetici scaduti.

La polizia salva donna dalle fiamme

La Polizia di Stato di Vercelli ha salvato una donna che era rimasta intrappolata nel suo appartamento in fiamme

Nello specifico due pattuglie della Squadra Volante, impegnate nell’ordinario servizio di controllo del territorio, notavano in Corso Mario Abbiate del fumo intenso di colore nero che fuoriusciva da una finestra. Dopo aver allertato immediatamente la Sala Operativa, che inviava sul posto personale medico e dei Vigili del Fuoco, gli Agenti si precipitavano all’interno del condominio e riuscivano ad individuare l’appartamento dal quale fuoriusciva il fumo e dal quale provenivano le urla di una donna che sembrava essere bloccata all’interno. Dopo numerosi tentativi di mettersi in contatto con la donna, gli Agenti della Squadra Volante riuscivano a forzare la porta d’ingresso dell’appartamento e, una volta entrati, notavano che la cucina era ormai completamente invasa dalle fiamme e che l’intera abitazione era satura di fumo. Nonostante queste difficili condizioni, gli Agenti entravano nell’abitazione e dopo brevi ricerche riuscivano ad individuare la donna, stesa a terra priva di sensi, con la faccia rivolta verso il pavimento. A questo punto due Agenti trascinavano fuori la malcapitata e altri due si accertavano che non vi fosse nessun altro all’interno dell’abitazione; subito dopo iniziavano l’evacuazione del palazzo nell’attesa che arrivassero i Vigili del Fuoco. Una volta uscita dall’appartamento, la donna, che nel frattempo aveva riacquistato i sensi, in preda ad uno stato di shock, provava a rientare nella casa in fiamme ed era contenuta con molta difficoltà dagli Agenti. La donna, di origine nigeriana, ma regolarmente residente in Italia, a questo punto iniziava una forte resistenza contro gli Agenti, prima buttandosi a terra e appendendosi alla ringhiera, e poi mordendoli alle mani e colpendoli con calci e pugni. Nonostante ciò si riusciva a portarla all’esterno dello stabile e ad affidarla alla cura del personale medico che la conduceva in Ospedale per gli accertamenti del caso. Nel frattempo i Vigili del Fuoco riuscivano a domare l’incendio, consentendo ai residenti di rientrare nelle loro abitazioni.

M.Iar.