CRONACHE DAL PIEMONTE- Pagina 8

Arrestati con 90 chili di droga nel garage

Tra il 28 febbraio ed il 1 marzo a Novi Ligure (Alessandria), i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Savona, unitamente a quelli della Compagnia Carabinieri di Novi Ligure, hanno tratto in arresto S.E., 36enne e K.E 32enne, entrambi cittadini Marocchini, per traffico illecito di sostanze stupefacenti, perché trovati, all’interno di un garage, in possesso di 90 Kg chili di hashish.  I due avevano ricevuto lo stupefacente nella mattinata, verosimilmente arrivato dalla Spagna, e lo avrebbero poi destinato a diverse piazze di spaccio, tra le quali Savona e Genova. A seguito delle perquisizioni domiciliari sono inoltre stati sequestrati un bilancino digitale, circa 20 grammi di cocaina, un’ingente quantitativo di denaro in contante e numerose sim telefoniche nazionali e marocchine. Gli arrestati, per i quali in data odierna è stata disposta la misura cautelare in carcere, sono ristretti presso il carcere di Alessandria.

M.Iar.

Contro gli illeciti ambientali

Prosegue l’attività di prevenzione e repressione degli illeciti ambientali da
parte del Comando della Polizia Provinciale di Novara
Ultimo in ordine di tempo, giovedì 24 gennaio nel territorio comunale di
Cameri dove, con un intervento congiunto con la Polizia Ferroviaria presso
un impianto dedicato alla gestione di rifiuti speciali è stata individuata e
scoperta un’attività illecita di gestione di rifiuti speciali pericolosi.
Nel corso delle indagini infatti, oltre ad aver riscontrato inadempienze alle
condizioni dettate dal provvedimento autorizzativo rilasciato dalla
provincia di Novara, sono stati trovati anche rifiuti di natura pericolosa.
Oltre alle sanzioni amministrative, il titolare della ditta è stato segnalato
alla competente Autorità Giudiziaria della Procura della Repubblica di
Novara. Le indagini proseguiranno onde accertare ulteriori reati in campo
ambientale. Come si evince, resta alto il livello dell’attenzione, il lavoro di
controllo e prevenzione da parte del Corpo di Polizia finalizzato a tutelare
chi, invece, esercita con il pieno rispetto delle norme.
“L’operazione effettuata – dichiara il consigliere delegato Luca Piantanida, evidenzia, nonostante le incertezze normative sulla riorganizzazione delle Polizie Provinciali, lo spirito di appartenenza, la professionalità, la presenza, la visibilità e l’attività di controllo degli Agenti di Polizia Provinciale di Novara, quale ottimo sistema di prevenzione e repressione per la sicurezza e la tutela dell’ambiente, oltre a dare una rapida risposta alle richieste dei cittadini. I dati infatti danno un riscontro positivo: dal 1 novembre 2018 ad oggi sono state riscontrate tre violazioni di carattere ambientale con sanzioni elevate per €.18.580,00 e altre cinque violazioni il cui importo verrà determinato successivamente al termine dell’iter procedurale. Altre sei sanzioni per il settore caccia per un importo di € 718, mentre sono state ben ventiquattro le violazioni riscontrate del codice della strada (cartelli pubblicitari) per l’importo di €. 8851 e 10 cartelli rimossi.”
Massimo Iaretti

Giochi sospetti con la tecnica del "pesciolino"

La scorsa settimana la Polizia di Stato di Verceli ha denunciato due persone
per furto aggravato
Circa quindici giorni fa, il titolare di una nota sala
giochi si presentava all’Ufficio denunce dell’Ufficio Prevenzione Generale
e   Soccorso   Pubblico   della   Questura   di  Vercelli   denunciando   un   furto
avvenuto pochi giorni prima all’interno della sua attività.
Il personale di
sala aveva infatti notato che due uomini stavano giocando alle macchinette
in modo anomalo; nello specifico, gli addetti alla sala giochi affermavano
di non aver percepito il consueto rumore della moneta necessaria per
ricaricare la macchinetta.Mentre gli uomini si allontanavano dalla sala
giochi, personale dipendente riusciva a prendere le sole cifre iniziali della
targa e il modello dell’autovettura sulla quale viaggiavano i due giocatori
sospetti.Raccolte queste informazioni, l’ufficio “trattazione atti” della
Questura. iniziava una complessa attività d’indagine che, partendo dalla
parziale targa dell’autovettura, consentiva di selezionare una gamma di
potenziali   ladri.
Successivamente,   guardando   le   immagini   della
videosorveglianza presente all’interno della sala giochi, gli Agenti di
Polizia notavano che uno dei due uomini estraeva dalla tasca interna della
giacca un pendolo legato ad un filo che, impugnato nella mano destra,
iniziava a calare e riprendere dalla fessura “inserisci monete”.
La tecnica
truffaldina   utilizzata   in   questi   casi   viene   comunemente   definita   come
tecnica   del   “pesciolino”.   Grazie   a   tale   stratagemma   è   possibile,   con
l’utilizzo di un magnete, “ingannare” la scheda gioco per quanto riguarda il
solo credito, senza alterare le vincite.
Il giocatore continua a ricaricare un
finto credito giocando, di fatto, gratuitamente. Inoltre, per ogni “tot” di
puntate è possibile ottenere una vincita in automatico, come previsto dal
sistema di gioco della singola macchinetta.
Tale tecnica veniva posta in
essere  anche grazie alla  complicità  del  secondo  uomo, che  copriva  il
proprio complice dalla visuale degli altri utenti presenti all’interno della
Sala Giochi.
Da un controllo incrociato tra la targa parziale, il modello
dell’autovettura e i filmati della videosorveglianza, i due uomini, entrambi
pluripregiudicati per reati contro il patrimonio, venivano compiutamente
identificati.
Durante l’attività di indagine si appurava che il medesimo
meccanismo era stato utilizzato anche in altre sale giochi della provincia di
Vercelli per proventi di alcune migliaia di euro.
Emergeva inoltre che i due
malfattori si  erano già resi protagonisti  di episodi analoghi sull’intero
territorio nazionale, creando un forte allarme sociale oltre che ingenti danni
economici ai gestori di varie sale giochi.
I due venivano denunciati a piede
libero per furto aggravato alla locale Procura della Repubblica di Vercelli.
Massimo Iaretti

Giochi sospetti con la tecnica del “pesciolino”

La scorsa settimana la Polizia di Stato di Verceli ha denunciato due persone
per furto aggravato
Circa quindici giorni fa, il titolare di una nota sala
giochi si presentava all’Ufficio denunce dell’Ufficio Prevenzione Generale
e   Soccorso   Pubblico   della   Questura   di  Vercelli   denunciando   un   furto
avvenuto pochi giorni prima all’interno della sua attività.
Il personale di
sala aveva infatti notato che due uomini stavano giocando alle macchinette
in modo anomalo; nello specifico, gli addetti alla sala giochi affermavano
di non aver percepito il consueto rumore della moneta necessaria per
ricaricare la macchinetta.Mentre gli uomini si allontanavano dalla sala
giochi, personale dipendente riusciva a prendere le sole cifre iniziali della
targa e il modello dell’autovettura sulla quale viaggiavano i due giocatori
sospetti.Raccolte queste informazioni, l’ufficio “trattazione atti” della
Questura. iniziava una complessa attività d’indagine che, partendo dalla
parziale targa dell’autovettura, consentiva di selezionare una gamma di
potenziali   ladri.
Successivamente,   guardando   le   immagini   della
videosorveglianza presente all’interno della sala giochi, gli Agenti di
Polizia notavano che uno dei due uomini estraeva dalla tasca interna della
giacca un pendolo legato ad un filo che, impugnato nella mano destra,
iniziava a calare e riprendere dalla fessura “inserisci monete”.
La tecnica
truffaldina   utilizzata   in   questi   casi   viene   comunemente   definita   come
tecnica   del   “pesciolino”.   Grazie   a   tale   stratagemma   è   possibile,   con
l’utilizzo di un magnete, “ingannare” la scheda gioco per quanto riguarda il
solo credito, senza alterare le vincite.
Il giocatore continua a ricaricare un
finto credito giocando, di fatto, gratuitamente. Inoltre, per ogni “tot” di
puntate è possibile ottenere una vincita in automatico, come previsto dal
sistema di gioco della singola macchinetta.
Tale tecnica veniva posta in
essere  anche grazie alla  complicità  del  secondo  uomo, che  copriva  il
proprio complice dalla visuale degli altri utenti presenti all’interno della
Sala Giochi.
Da un controllo incrociato tra la targa parziale, il modello
dell’autovettura e i filmati della videosorveglianza, i due uomini, entrambi
pluripregiudicati per reati contro il patrimonio, venivano compiutamente
identificati.
Durante l’attività di indagine si appurava che il medesimo
meccanismo era stato utilizzato anche in altre sale giochi della provincia di
Vercelli per proventi di alcune migliaia di euro.
Emergeva inoltre che i due
malfattori si  erano già resi protagonisti  di episodi analoghi sull’intero
territorio nazionale, creando un forte allarme sociale oltre che ingenti danni
economici ai gestori di varie sale giochi.
I due venivano denunciati a piede
libero per furto aggravato alla locale Procura della Repubblica di Vercelli.
Massimo Iaretti

Rifiuti illeciti in azienda

Nell’ambito della strategia preventiva e repressiva elaborata dal Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale volta al contrasto del fenomeno degli incendi di rifiuti illecitamente stoccati, i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Alessandria hanno controllato un’impresa del Tortonese che detiene contratti con svariate società, in ambito nazionale ed europeo, dalle quali ritira scarti di lavorazione e parti di autoveicoli in materiali plastici. L’attività, svolta con la collaborazione del personale della Provincia di Alessandria, ha palesato fin dal principio diverse lacune nella gestione aziendale. Visionando lo stato del sito, è infatti apparsa subito la presenza di un ingente quantitativo di rifiuti, stimati in 3.000 tonnellate e costituiti per lo più da plastica ma anche da detriti di demolizione, ferro e cartone, che erano stati collocati in parte all’interno di uno dei capannoni aziendali ed in parte depositati in area esterna, sul terreno ed esposti agli agenti atmosferici. Un ulteriore cumulo di 4 metri cubi di rifiuti plastici, costituito da fanalerie automobilistiche, è stato inoltre rinvenuto in altra area aziendale, dedicata ad impianto di recupero sperimentale ma mai autorizzata all’avvio dell’attività. I Carabinieri del NOE di Alessandria, constatata l’assenza dei necessari titoli autorizzativi, hanno pertanto posto sotto sequestro il capannone di 2.000 metri quadrati e l’area esterna interessata dai rifiuti, che si estende per 10.000 metri quadrati, oltre alle circa 3.000 tonnellate di rifiuti ivi stoccate illecitamente.  L’attività svolta è divenuta ormai routinaria e consueta per i militari del Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale, che da mesi sono impegnati nella individuazione e sequestro di siti illecitamente adibiti ad aree di stoccaggio di migliaia di tonnellate di rifiuti – potenzialmente destinati poi alle fiamme – e tutto ciò è la manifestazione di un fenomeno in cui imprenditori senza scrupoli ricorrono a modalità di smaltimento attraverso canali illeciti o solo apparentemente regolari sia per tagliare i costi di tale attività massimizzandone i profitti, sia per far fronte alle mutate condizioni internazionali nel commercio dei rifiuti che vede un mercato sostanzialmente saturo. Il rappresentante legale dovrà rispondere all’Autorità Giudiziaria di Alessandria dei reati di gestione illecita di rifiuti speciali non pericolosi e deposito incontrollato, oltre alla violazione delle prescrizioni contenute nell’autorizzazione all’esercizio. A breve saranno avviate le attività di caratterizzazione dei rifiuti rinvenuti, allo scopo di poter conseguentemente procedere al corretto smaltimento.

 

M.Iar.

 

 

 

 

Lascia moglie e figli per una compagna più giovane ma la picchia e la minaccia

I Carabinieri di San Damiano d’Asti hanno dato esecuzione all’ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Sorveglianza di Torino per l’espiazione della pena di 1 anno e 8 mesi di reclusione in regime di arresti domiciliari a carico di un 60enne pluripregiudicato locale, condannato per i reati di violazione degli obblighi di assistenza familiare, maltrattamenti in famiglia, minacce e detenzione illegale di armi. Nel 2010 aveva lasciato la moglie e i figli per iniziare una convivenza in un paese vicino con una donna di 16 anni più giovane con la quale ebbe anche un figlio. La relazione durata circa 3 anni si era però rivelata un calvario per la nuova compagna: l’uomo, spesso ubriaco o sotto l’influsso di sostanze stupefacenti, picchiava la donna anche in presenza del figlio di pochi mesi e addirittura in una occasione sparò un colpo d’arma da fuoco in casa, mentre la convivente stava allattando il piccolo, minacciando di utilizzare gli altri proiettili per ucciderla. Solo dopo tre anni di abusi e violenze e dopo che il pregiudicato aveva deciso di far ritorno presso il domicilio della moglie da cui non si era mai legalmente separato, la ex convivente aveva trovato il coraggio di rivolgersi ai Carabinieri della Stazione di San Damiano, i quali avviarono le indagini da cui è scaturita la condanna definitiva della Corte di Appello di Torino nel marzo 2018.

M.I.

Truffe agli anziani. I consigli dei carabinieri alla messa della domenica

Le truffe, e le tentate truffe, agli anziani e, comunque, alle persone più deboli ed esposte sono tra i reati più odiosi e forse, ad oggi, non hanno ancora l’allarme sociale che meritano anche per le conseguenze indirette, talvolta nefaste che generano

Non c’è una statistica ma quante volte capita che una persona in età avanzata termini il suo cammino terreno, magari morto di crepacuore perché non ha superato la vergogna, la rabbia o il ‘magone’ di essere stato raggirato e magari, in pochi minuti, per colpa di criminali senza scrupoli, aver dilapidato i risparmi di una vita. Non sempre, fortunatamente le ciambelle dei truffatori riescono con il buco, come è accaduto in questo caso nell’Astigiano. Sono l’avvocato di suo figlio, è stato coinvolto in un incidente stradale ed ora è in stato di arresto, se vuole che venga liberato deve versare 4.000 euro ai carabinieri che verranno a casa sua tra poco”: queste le parole usate dal truffatore che nella stessa giornata, con modalità quasi identiche, ha tentato di raggirare prima una signora 84enne di Montegrosso d’Asti e poi un 88enne di Agliano Terme. Per rendere più verosimile il racconto il malvivente faceva ascoltare la voce in sottofondo di un complice, che avrebbe dovuto impersonare il figlio “arrestato” dell’anziana signora, che diceva: “mamma, mamma aiutami, paga per favore!….”. Nel secondo caso, il pensionato di Agliano veniva contattato da un sedicente maresciallo dei Carabinieri che, con le stesse motivazioni già descritte, chiedeva di consegnare ai colleghi, che sarebbero di lì a poco giunti presso la sua abitazione, sempre la somma di 4.000 euro, avvertendo che avrebbe dovuto pagare subito per ottenere l’immediata liberazione del figlio e per evitare che gli fosse ritirata per sempre la patente. Anche in questo caso, alla richiesta della vittima di poter parlare con il figlio, un complice simulava una richiesta di aiuto con voce flebile, per renderla comunque non perfettamente riconoscibile.Fortunatamente, in entrambi i casi, i due ottuagenari, rammentando gli avvertimenti e i consigli per difendersi dalle truffe, forniti dal comandante della Stazione Carabinieri di Montegrosso al termine della messa domenicale, insospettiti hanno dapprima cercato conforto raccontando a prossimi congiunti quanto stava capitando e successivamente si sono recati presso la caserma di Montegrosso per denunciare ai militari la tentata truffa.I Carabinieri della Stazione di Montegrosso d’Asti hanno immediatamente avviato le attività d’indagine, al fine di identificare i responsabili del tentativo di raggirare persone che per l’età avanzata hanno minori capacità di difesa, particolare che rende ancor più abietta tale tipologia di reato.L’esito positivo dei due episodi induce a sottolineare, una volta di più, l’efficacia dell’attività di prevenzione dell’Arma astigiana sul territorio provinciale, che si concretizza in incontri nelle parrocchie, nei circoli e in tutti i contesti frequentati da anziani, nonché in un’attività di visite “porta a porta” soprattutto presso le abitazioni più isolate sul territorio. 

Massimo Iaretti

Picchiava la compagna e coltivava canapa in casa

Da circa un anno subiva percosse e minacce, ma solo pochi giorni fa la donna ha avuto il coraggio di recarsi dai Carabinieri di Nizza Monferrato per denunciare l’uomo con cui aveva avuto una relazione. La paura che l’ex compagno potesse usare la pistola che la donna aveva notato nell’abitazione nella quale per un certo periodo avevano convissuto, convinzione rafforzata dalle minacce di morte rivoltegli telefonicamente, è stata la molla che ha spinto la vittima ad affidarsi ai militari della locale Stazione. Alla luce di quanto emerso dal racconto circostanziato della vittima i Carabinieri di Nizza procedevano alla perquisizione dell’abitazione di Bergamasco (Alessandria) dove vive il 40enne, con alle spalle alcuni precedenti per stupefacenti e porto abusivo di armi, dove effettivamente rinvenivano una pistola scacciacani in un cassetto nel quale, occultata in una busta, era presente anche una banconota falsa da 50 euro. Nel corso dell’operazione estesa alla cantina della residenza, i militari operanti rinvenivano e sottoponevano a sequestro ciò che rimaneva di una piantagione artigianale, per la quale erano stati utilizzati nove contenitori nei quali erano state invasate piante di canapa, una lampada a calore per la coltivazione in serra e un etto circa di sostanza stupefacente già essicata. Al termine delle operazioni l’uomo veniva deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Alessandria, oltre che per le minacce alla ex convivente, anche per produzione di sostanza stupefacente e per il reato di spendita e introduzione nello stato di moneta falsificata.

Massimo Iaretti

 

Ragazzina prende a pugni la negoziante per rubarle la merce

Erano entrati rompendo una vetrina nel negozio “Mercatino dell’usato” di
Corso Alessandria ad Asti, ed avevano già raccolto in alcune borse la
refurtiva(capi di abbigliamento, oggetti di antiquariato, bigiotteria varia e
anche un drone quadricottero), quando, due giovanissimi “rom” residenti
nel campo nomadi  di  Via  Guerra, sono stati  sorpresi  dall’arrivo della
proprietaria che stava per aprire l’esercizio commerciale. Per guadagnarsi
la fuga, la più giovane dei due, una ragazzina di 14 anni appena, non ha
esitato a colpire con un pugno in pieno volto la signora e immediatamente
dopo si dileguava unitamente al complice, il fratello 17enne, abbandonando
sul posto il bottino.
Pur   stordita   dal   colpo   ricevuto,   la   proprietaria   del   negozio   ha
immediatamente allertato l’utenza 112 e in pochi minuti una pattuglia del
Nucleo Radiomobile dei Carabinieri di Asti giungeva sul posto. Dopo aver
prestato i primi soccorsi alla vittima, acquisita la descrizione dei rapinatori
in erba, i militari diramavano le ricerche e poco dopo venivano rintracciati
sempre nella zona di Corso Alessandria e condotti presso la caserma di Via
delle Corse, mentre la vittima veniva accompagnata presso l’Ospedale
Cardinal Massaia, dove il personale medico riscontrava contusioni con
prognosi di 4 giorni. Dagli accertamenti eseguiti dai militari, emergeva che
il ragazzo era già gravato da numerosi precedenti per furti commessi in
città, mentre la ragazzina risultava protagonista di eventi delittuosi per la
prima volta.
Entrambi venivano deferiti in stato di libertà per il reato di tentata rapina
impropria,   su   disposizione   della   Procura   della   Repubblica   presso   il
Tribunale   per   i   minorenni   di  Torino.   Sono   in   corso   accertamenti   per
verificare se la ragazzina sia iscritta ad un istituto d’istruzione oppure sia
inottemperante all’obbligo scolastico.
m.iar
M.Iar.

CARABINIERI ARRESTANO DUE PREGIUDICATI

I Carabinieri della Stazione di Asti hanno proceduto all’arresto di due pregiudicati colpiti da ordine di carcerazione. Il primo provvedimento ha avuto come destinatario un 66enne pluripregiudicato astigiano, che era stato condannato a 4 anni di reclusione per due rapine a uffici postali del cuneese, precisamente a Priocca e Montaldo Roero, avvenuti tra il 2005 e il 2006, nonché per porto abusivo di armi e furto reati commessi in provincia di Asti nello stesso periodo. La lunga vicenda giudiziaria ha avuto epilogo con l’ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Torino, che ha disposto gli arresti domiciliari dovendo scontare il residuo pena di 2 mesi e 17 giorni di reclusione, in quanto la restante pena è stata estinta per effetto dell’indulto ai sensi della legge 241 del 2006. Il secondo a finire in manette è un 29enne pregiudicato di nazionalità rumena, residente ad Asti, colpito da Ordine di carcerazione del Tribunale di Torino, dovendo scontare la pena di 5 mesi di reclusione- L’uomo è stato individuato nel centro cittadino dai militari della Stazione di Asti che, dopo le formalità di rito, l’hanno condotto presso la proprio abitazione per l’espiazione della pena in regime di arresti domiciliari. Nel 2016 l’arrestato era stato sorpreso all’interno di un istituto scolastico di Torino, mentre con un complice stava per portare a termine un furto.

Massimo Iaretti