Risale a qualche giorno fa l’arresto operato dai Carabinieri del Radiomobile di Ivrea nei confronti di un quarantatreenne residente nel canavese, trovato in possesso di una corposa quantità di sostanza stupefacente mista tra hashish, crack e cocaina.I militari hanno trovato l’uomo alla guida della sua utilitaria ad Albiano d’Ivrea (TO), all’altezza di Piazza Assone. Un regolare controllo alla circolazione si è poi tramutato in un accertamento più approfondito, vista l’evidente agitazione dell’uomo senza apparentemente alcun motivo.
Aperto il cofano dell’auto, ben ancorata con due potenti calamite, i Carabinieri hanno trovato vicino al vano motore una scatoletta metallica con dentro diverse dosi di cocaina e crack. Naturale è stata poi la successiva perquisizione domiciliare, dove i nascondigli utilizzati dal quarantatreenne per occultare denaro e droga sono stati tra i più disparati: dal servizio da te in porcellana finemente decorato, al frigorifero, dentro il quale è stato trovato il quantitativo più ingente di sostanza stupefacente: 3 kilogrammi di hashish, suddivisi in panetti marchiati con loghi di bevande energetiche e di famose case automobilistiche. Anche le banconote, pari a circa 4000 euro, sono state trovate nascoste dentro un vaso.
I Carabinieri hanno infine sequestrato il cellulare del giovane, così da appurare e chiarire eventuali attività di spaccio di sostanze stupefacenti in essere nel canavese e nel torinese.

Il Tavolo, presieduto dal Sindaco, resterà in vigore fino al 31 dicembre 2027, con l’obiettivo di promuovere la partecipazione del territorio alla candidatura attraverso iniziative che coinvolgano istituzioni, stakeholder locali, nazionali e internazionali e cittadini e di perseguire obiettivi condivisi tra i partecipanti come la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale di Torino; il coinvolgimento della comunità cittadina, con particolare attenzione ai giovani; ma anche potenziare il mercato turistico e attrarre investimenti; rafforzare la collaborazione internazionale e il dialogo interculturale; promuovere la diversità culturale europea. I contributi economici per sostenere il progetto saranno definiti annualmente dagli enti.
“La firma di questo protocollo – spiega il sindaco Stefano Lo Russo- simboleggia, come è già avvenuto per il city branding, la volontà di fare squadra da parte delle istituzioni cittadine, valorizzando le trasformazioni di cui la città è protagonista e guardando verso una visione comune di futuro. Ma sarà una candidatura della città tutta, con l’obiettivo di coinvolgere sin da subito le torinesi e i torinesi e, in modo particolare, le ragazze e i ragazzi più giovani. Stiamo facendo un investimento sul futuro di Torino con una matrice, che è quella della cultura, e la determinazione di una città che ha saputo rappresentare un motore di sviluppo e uno dei principali poli culturali del Paese e continuerà a farlo”.
“La firma di questo protocollo – dichiara l’assessora alla Cultura della Regione Piemonte Marina Chiarelli – segna l’inizio di un percorso ambizioso: la candidatura di Torino a Capitale Europea della Cultura 2033. Non è solo un atto formale, ma un impegno concreto da parte di tutti a costruire un progetto con una visione condivisa. Torino è già una capitale della cultura, non solo per la sua storia e il suo patrimonio, ma perché ha saputo trasformare la cultura in opportunità, innovazione e sviluppo. Questo percorso coinvolgerà tutti, dai cittadini alle imprese, dalle università al mondo della ricerca con l’obiettivo di valorizzare il nostro patrimonio, attrarre investimenti, rafforzare le relazioni internazionali e coinvolgere le nuove generazioni”.
Per Dario Gallina, presidente della Camera di commercio di Torino “Oggi poniamo le basi per raggiungere un obiettivo ambizioso, per il quale abbiamo tutte le carte in regola. Torino è già oggi la terza città italiana per addetti e valore aggiunto generato dal sistema culturale e creativo; abbiamo riconosciuta capacità innovativa, sappiamo valorizzare il nostro patrimonio e coinvolgere i cittadini quando si tratta di grandi eventi partecipati. Infine, ulteriore punto di forza dimostrato da questo tavolo, sappiamo lavorare insieme per individuare e concretizzare tutte le opportunità”.
A coordinare e mettere in atto tutte le azioni necessarie, dal fundraising agli adempimenti formali, per presentare il dossier sarà la Fondazione per la Cultura Torino che ha nominato il manager culturale Agostino Riitano direttore della candidatura. Guiderà la stesura del dossier, coordinando gruppi di lavoro tematici e assicurando che tutte le attività siano in linea con la visione e gli obiettivi della città di Torino. Su proposta del presidente del Tavolo di Coordinamento Strategico verrà poi nominato un Advisory Board che avrà finalità di supporto, sviluppo e diffusione dei valori culturali del percorso di candidatura a livello nazionale e internazionale.
Dopo le attività propedeutiche svolte nei mesi scorsi e l’insediamento del Tavolo, l’anno in corso sarà dedicato a costruire una rete di interlocutori culturali, scientifici e istituzionali, all’analisi dei punti di forza dell’ecosistema culturale cittadino e all’avvio di una strategia di comunicazione. Le varie fasi progettuali porteranno alla stesura del primo dossier di candidatura entro la fine del 2026 per poi presentarlo nel 2027.
Per il rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna “Sin dal primo momento, l’Università di Torino ha creduto fermamente nell’idea di Torino Capitale della Cultura e ne ha sostenuto con convinzione la candidatura. L’elaborazione di conoscenze e saperi in campo scientifico, umanistico e creativo rappresenta il ‘core business’ di ogni Ateneo, e siamo ben consapevoli di quanto questi elementi siano indispensabili a qualsiasi modello di sviluppo territoriale. È con grande e comune soddisfazione, quindi, che oggi prende corpo questa importante opportunità, che non solo valorizza l’immensa capacità di produrre cultura di cui Torino dispone, ma contribuisce anche a consolidare l’identità della città come un polo di eccellenza culturale con una forte proiezione europea e internazionale. In questo scenario, l’Università non può che continuare a svolgere un ruolo cruciale, sia attraverso la ricerca che attraverso la formazione e la condivisione delle conoscenze”.
“Torino e il Piemonte sono culla indiscussa della cultura tecnologica e industriale, nazionale ed europea – commenta il rettore del Politecnico Stefano Corgnati – Oggi questa vocazione può essere rivista attraverso le nuove tecnologie, grazie alla spinta propulsiva verso il fare cultura dell’innovazione. Il territorio deve proseguire la sua tradizione culturale ad alta densità di tecnologia, già vissuta intorno al ruolo centrale dell’automotive, in cui spiccava ad esempio la raffigurazione artistica della velocità, e oggi ben rappresentata dall’aerospazio, che rinchiude in sé scienza, racconto e poesia: una chiave di lettura imprescindibile per capire come possiamo vivere e muoverci in questo secolo, come prepararci per il futuro, sempre con i piedi ben saldi a terra ma lo sguardo rivolto verso le stelle”.
“La candidatura di Torino a Capitale Europea della Cultura 2033 è un’opportunità straordinaria per rafforzare il lavoro di squadra tra istituzioni, enti e organizzazioni che da tempo collaborano con una visione comune – afferma la presidente della Fondazione CRT Anna Maria Poggi –. Un’alleanza consolidata che mette in campo idee, progetti e iniziative per valorizzare e promuovere nel mondo un patrimonio culturale unico e inestimabile di cui da sempre ci prendiamo cura. Con la firma odierna del protocollo di intesa riaffermiamo il nostro impegno a trasformare questo patrimonio in una leva di sviluppo sociale ed economico, a beneficio della comunità torinese e in particolare delle giovani generazioni”.
“La Fondazione Compagnia di San Paolo è lieta di sostenere la candidatura a Capitale Europea della Cultura, promuovendo una concertazione istituzionale nella convinzione che solo attraverso il dialogo tra istituzioni, enti culturali, cittadini, ecosistema della formazione e comparto economico possiamo costruire un progetto condiviso e duraturo in cui la cultura è leva di benessere, qualità della vita e crescita sostenibile. Valorizzare le identità culturali e investire nell’innovazione significa rendere Torino ancora più attrattiva e ricca di opportunità per chi la abita e per chi la sceglie come luogo di studio, lavoro o turismo. Diventare Capitale Europea della Cultura è un’occasione unica per rafforzare il ruolo della nostra città a livello internazionale e consolidare nuovi modelli di sviluppo inclusivi e sostenibili” dichiara Marco Gilli, presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo.
Concepita come un mezzo per avvicinare i cittadini europei, l’iniziativa “Città Europea della Cultura” venne lanciata nel 1985 su iniziativa del Ministra della Cultura nel governo greco Melina Merkouri. Da allora l’iniziativa è cresciuta al pari con l’impatto culturale e socioeconomico per i numerosi visitatori che ha attratto nelle città individuate. Tra le città italiane scelte in passato ci sono Firenze (1986), Bologna (2000), Genova (2004), Matera (2019) e Gorizia che è Capitale Europea Cultura 2025 insieme a Chemnitz (Germania) e Nova Gorica (Slovenia). Tra i requisiti individuati dall’Unione Europea perché una città venga scelta ci sono la sua competitività culturale e appartenenza europea ma anche fattori come inclusione sociale, partecipazione attiva e pari opportunità, dialogo interculturale, rigenerazione urbana.
TORINO CLICK
Caritas di Volpiano: un furgone di solidarietà
Sarà carico di solidarietà oltre che di alimenti il furgone riconsegnato giovedì 13 febbraio 2025, alla Caritas di Volpiano, dalla Cooperativa Sociale Astra, grazie alla generosità di una trentina di aziende e attività del territorio che con la loro sponsorizzazione consentiranno ai volontari di usufruire per altri 4 anni del Ducato per il trasporto e la consegna di alimenti a chi è in difficoltà.
Ad aprire la piccola cerimonia di consegna, o meglio riconsegna del mezzo, è stato il parroco, nonché presidente della Caritas volpianese, Don Marco Ghiazza che ha ringraziato i volontari per il lavoro che svolgono, ma soprattutto le aziende che attraverso la loro generosità danno gambe, o meglio ruote, a questo fondamentale servizio dedicato alle persone in stato di bisogno.
Nel ringraziare le aziende don Marco, ha ricordato la drammatica situazione della Gurit che ha deciso di delocalizzare l’attività in Cina e licenziare 56 lavoratori.
«I loghi sul furgone ricordano luoghi di lavoro – ha detto don Marco – Mi sembra doveroso ricordare che proprio in questi giorni, Volpiano torna a fare i conti con un modo di vivere il lavoro che in via Torino ha scelto di mettere il profitto sopra a tutto e di spostare l’azienda in Cina. Vivere il lavoro immaginando che una parte piccola o grande sia radicata sul territorio, anche nella forma della solidarietà, offre un approccio molto diverso. Molto più giusto. Per cui rispetto a quanto questo mezzo rappresenti per la Caritas, il fatto che arrivi proprio ora ci restituisce il valore di un modo di fare impresa che non va confuso con un’opera pia, che non immagina l’azienda come una onlus, ma sente una responsabilità verso il territorio e trova un modo per esprimerla».
Sulla stessa linea anche il Sindaco Giovanni Panichelli che ha ringraziato i volontari Caritas «che svolgono un ruolo importantissimo con la consapevolezza che le parole non possono arrivare dove arrivano i vostri gesti»; ad Astra che ha promosso l’iniziativa «che il Comune ha già supportato nello scorso mandato e c’è stata tutta la nostra disponibilità a ripromuoverla per il valore e l’importanza di questo mezzo riveste nel servizio della Caritas».
L’ultimo ringraziamento è andato alle aziende per il loro supporto. Anche il Sindaco Giovanni Panichelli ha voluto ricordare la vicenda Gurit che sta tenendo con il fiato sospeso i lavoratori e che l’Amministrazione sta seguendo con attenzione e apprensione.
«Credo che la cosa migliore in questi frangenti sia proprio quella di essere comunità e quella di oggi è una delle rappresentazioni migliori. Quei lavoratori ora hanno bisogno di tutto il supporto possibile e delle istituzioni. Essere comunità significa offrire tutto questo».
Da oggi il mezzo sarà in dotazione alla Caritas con tanto di assicurazione e bollo pagato per i prossimi quattro anni.
La sera del 12-02-2025, presso il teatro la Provvidenza di Torino, è stata organizzata dal
“Comitato Salviamo la Pellerina” un’assemblea pubblica che ha visto la partecipazione di circa
200 cittadini. Tra i tecnici relatori: ing. Buonomo, arch. Veglia e il geol. Bruno che hanno
illustrato i vantaggi della scelta dell’area dell’Amedeo rispetto all’area della Pellerina.
Altri relatori come il giurista prof. Mattei, l’avv. Giovetti e la dott.ssa Piana hanno spiegato la
battaglia legale in atto. La raccolta firme per le richiesta del referendum abrogativo bocciato
dalla commissione comunale, la richiesta al TAR e la presentazione del ricorso al giudice
ordinario.
Tra i relatori è intervenuta anche l’on. Rosolen che ha parlato del poco chiaro atteggiamento
dell’INAIL per il finanziamento per il nuovo ospedale.
E’ intervenuto anche il dott. Pasteris, direttore del giornale “quotidiano piemontese” uno dei
pochi media locali che sta dando spazio alle voci che propongono un’alternativa.
Da segnalare anche la presenza di Byoblu.
A fare da moderatore Christian Citro, Consigliere della IV Circoscrizione della lista civica
Futura per i Beni Comuni.
L’incontro è stato interattivo e partecipato con diversi interventi da parte del pubblico
presente.
Come rappresentanti del comitato, Giorgio Zimbaro e Barbara Roberta Contratto, si sono detti
soddisfatti dell’esito e fiduciosi per il futuro, confidando che attraverso il Referendum sia data
ai cittadini la possibilità di decidere su questa importante scelta del territorio.
“Abbiamo voluto lanciare con questa serata un invito a tutta la cittadinanza.
Ci stiamo sempre più organizzando per portare avanti questa battaglia civile. L’azione di
informazione continuerà e dopo questa sera siamo sicuri che la partecipazione attiva
aumenterà ancora”.
L’assemblea porta con sé vari messaggi:
– verso la cittadinanza, con l’invito ad una sempre più ampia partecipazione con
l’obiettivo di formare un’ampia massa critica;
– verso la Regione, in particolare alla persona dell’ass. reg. Riboldi che ha preso il
posto del suo predecessore Icardi e si trova a fare i conti con una scelta non sua;
– verso i media, chiedendo più attenzione alla proposta alternativa e più in
generale ad un sempre più organizzato movimento d’opinione contrario alla
scelta del Parco e impegnato alla difesa del verde di tutta la Città.
Il comitato “Salviamo la Pellerina” invita gli enti coinvolti a fare marcia indietro e di utilizzare
la rescissione del contratto con cui ha assegnato la progettazione.
L’alternativa c’è!
Comitato Salviamo la Pellerina
Tante piacevolezze all’ombra della Mole per San Valentino. “A San Valentino ama la cultura !” è l’esportazione rivolta al pubblico dalla Fondazione Torino Musei, che gestisce GAM, MAO e Palazzo Madama, lanciando una nuova proposta per la festa degli innamorati. Nella giornata di venerdì 14 febbraio, con la promozione “A San Valentino ama la cultura!”, tutti i visitatori potranno accedere alle collezioni permanenti con l’ingresso a 1 euro, inclusi nel biglietto delle collezioni i progetti espositivi Hanauri, il Giappone dei venditori di fiori al MAO e Giro di Posta. Le mostre “Primo Levi-le Germanie e l’Europa”, “Il grande fiume”, “Biodiversità tra passato e futuro a Palazzo Madama”. Aggiungendo 1 euro si potrà accedere anche alle mostre temporanee di Mary Heilmann, Maria Morganti e Grasso; Giuseppe Gabellone e Diego Perrone alla GAM. Sempre aggiungendo 1 euro è possibile visitare al MAO la mostra “Rabbit inhabits the moon”, e le esposizioni “Visitate l’Italia” a Palazzo Madama. Esclusa dalla promozione la mostra di Berthe Morisot alla GAM. La formula due per uno è dedicata a ogni tipo di coppia, amici, parenti, genitori, figli, fidanzati e coniugi. Si entra in due e si paga un solo biglietto al Museo Egizio, alla cifra di 18 euro. Anche le Gallerie d’Italia propongono la promozione dell’ingresso due per uno per visitare le mostre in corso e le collezioni permanenti. Il MAUTO festeggia San Valentino con una promozione sul biglietto d’ingresso a una tariffa speciale di 15 euro. La medesima tariffa al Museo Nazionale del Risorgimento, con una visita tematica su “Storie di donne e eroi del Risorgimento” alle ore 16, e tariffa speciale al Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso. Alle 15 e alle 16.30 visita dal titolo “Riflessi d’amore” a Palazzo Carignano. Al Museo Accorsi Ometto, dove è in corso la mostra “Giorgio De Chirico 1924”, sono dedicate visite con letture relative alle storie d’amore di Giorgio De Chirico e Isabella Far, Peggy Guggenheim e Max Ernst, Picasso e Dora Maar. A Flashback Habitat viene presentata da Sergio Cascavilla la sua opera interattiva “Potrei amare il mondo intero”, che parla dell’unica cosa al mondo che non è in vendita, l’amore. Fino al 16 febbraio, al Teatro Regio, saranno in vendita due biglietti al costo di uno per tutte le recite de “La dama di picche”, di Cajkovskij, e “Hamlet” di Ambroise Thomas previsti nei mesi di aprile e maggio.
Mara Martellotta
«La ristrutturazione del Pronto Soccorso delle Molinette è una notizia positiva, ma senza una strategia chiara per la gestione del personale e della continuità assistenziale rischia di trasformarsi in un altro pasticcio come quello del CTO», dichiara Claudio Delli Carri, Segretario Regionale del Nursing Up.
L’esempio del Pronto Soccorso del CTO è emblematico: l’area dedicata ai piccoli traumi è stata ristrutturata, ma le attività sono state spostate in un corridoio e sono ancora lì perché i locali nuovi non sono utilizzabili per mancanza di personale. Servirebbero almeno cinque infermieri e un OSS per rendere operativa la nuova ala, ma senza queste risorse l’intera ristrutturazione è di fatto inutile.
Ancora più seria è la questione della telemetria, una tecnologia avanzata presente nella nuova struttura che permetterebbe di monitorare i pazienti in tempo reale da un’unica postazione, ottimizzando il lavoro degli operatori. Ma senza il trasferimento nella nuova ala, la telemetria non può essere utilizzata. Questo significa che gli infermieri devono ancora monitorare i pazienti manualmente, spostandosi di letto in letto, con un enorme spreco di tempo ed energie.
«Il CTO è diventato una cattedrale nel deserto: una ristrutturazione pensata solo dal punto di vista edilizio, senza un piano per il personale. E ora ci troviamo con una struttura nuova e inutilizzabile», denuncia Delli Carri.
Il Pronto Soccorso delle Molinette è ospitato in un edificio di oltre 100 anni, progettato per esigenze sanitarie di un’altra epoca. Questo significa che qualunque intervento creerà enormi difficoltà logistiche. Il piano della Regione prevede una ristrutturazione in tre fasi, ma questa suddivisione rischia di essere impraticabile in un contesto già congestionato. Chiudere intere aree per il cantiere significherebbe ridurre ulteriormente gli spazi, in un ospedale dove il sovraffollamento è già insostenibile.
Non si può ignorare che l’80% degli accessi al Pronto Soccorso delle Molinette avviene con mezzi propri. Questo significa che la maggior parte dei pazienti non può essere facilmente dirottata verso altri ospedali, a meno di non generare un effetto domino che metterebbe in crisi l’intero sistema di emergenza-urgenza della città.
Se la ristrutturazione delle Molinette non sarà affiancata da un piano chiaro per garantire la continuità operativa e per il potenziamento del personale, si rischia di ripetere lo stesso errore fatto con il CTO: un ospedale con aree nuove ma inutilizzabili perché mancano infermieri e operatori per gestirle.
«Non possiamo permetterci un altro progetto nato solo sulla carta, senza un vero piano per chi dovrà garantire l’assistenza», avverte Delli Carri.
Il Nursing Up chiede un confronto immediato con l’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, Regione Piemonte e Azienda Zero per discutere un piano concreto che garantisca la continuità dei servizi durante i lavori e che preveda un reale potenziamento dell’organico.
«Siamo stanchi di vedere ospedali ristrutturati che poi non possono funzionare per mancanza di personale. Prima di pensare ai cantieri, bisogna pensare a chi ogni giorno lavora in quei reparti. Solo così possiamo evitare di costruire l’ennesimo castello di carte destinato a crollare», conclude Delli Carri.
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«Per i pazienti casalesi affetti da mesotelioma un percorso di diagnosi e cura di elevata qualità grazie alla collaborazione di tutti gli attori coinvolti»
«L’ospedale di Casale Monferrato al centro del Progetto Mesotelioma per un percorso di diagnosi e cura di elevata qualità che vede in campo la dottoressa Federico Grosso e la professoressa Irma Dianzani con il Dipartimento Attività Integrate Ricerca e Innovazione (DAIRI), l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Alessandria, UPO, l’ASL AL, la Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta, Azienda Zero, il Centro Regionale Amianto e AfeVA. Con un approccio di condivisione e confronto si punta, insieme ai Medici di Medicina Generale e ai professionisti sanitari del presidio ospedaliero di Casale Monferrato, al miglioramento nella gestione del percorso dei pazienti».
Queste le parole dell’assessore alla Sanità della Regione Piemonte Federico Riboldi a margine dell’incontro che si è svolto questa mattina, 13 febbraio, all’Ospedale di Casale Monferrato nella sede del DAIRI con al centro il Progetto Mesotelioma e che ha visto la partecipazione anche del sindaco Emanuele Capra.
Un incontro che si è focalizzato sugli aspetti del percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale (l’altro aspetto del progetto è invece legato alla ricerca) e che ha visto relazionare i componenti della task-force istituita lo scorso mese, finalizzata alla ottimizzazione del percorso diagnostico terapeutico assistenziale dei pazienti con sospetto o diagnosi di mesotelioma afferenti alle strutture sanitarie afferenti al territorio alessandrino, con particolare attenzione al territorio di Casale.
Il gruppo di lavoro, composto da Marinella Bertolotti (AOU AL – DAIRI), Guglielmo Pacileo (ASL AL – DAIRI) e Federica Grosso (AOU AL), si è già riunito due volte affrontando nello specifico il percorso del paziente con sospetto mesotelioma all’interno del territorio casalese.
«Un incontro, quello di oggi, che ha visto il favore dei presenti e, in particolare, di AfeVA, per la strada intrapresa finora, sul percorso tracciato per il futuro e, soprattutto, per l’attenzione che ha dimostrato la nuova Direzione dell’ASL AL, che a pochi giorni dall’insediamento ha voluto riunire tutti gli attori interessati dal progetto. Un grazie quindi al direttore Francesco Marchitelli e a tutta la Direzione e un plauso a tutto il gruppo di lavoro per gli importanti risultati che si stanno raggiungendo su un tema così importante per Casale Monferrato e il suo territorio».
Albiano d’Ivrea – I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile (NORM) di Ivrea hanno arrestato un uomo residente nel Canavese, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
L’operazione è scaturita nelle vie della città di Albiano, dove i militari hanno notato che l’uomo, alla guida della propria utilitaria, appariva in un immotivato stato di agitazione, tale da indurli ad approfondire il controllo. Ben occultata nel vano motore dell’auto veniva rinvenuta un’ingente quantità di sostanza stupefacente, suddivisa tra hashish, crack e cocaina. La conseguente perquisizione domiciliare, eseguita dai militari operanti, ha permesso di rinvenire ulteriori 3 kg di hashish, suddiviso in piccole dosi, quindi pronta al commercio, nonché 4000€ in contanti, presumibilmente provento dello spaccio.
«Voglio complimentarmi con i militari del NORM di Ivrea per la loro professionalità e caparbietà – ha dichiarato il dott. Leonardo Silvestri, Segretario Generale per il Piemonte e la Valle d’Aosta dell’Unione Sindacale Italiana Carabinieri (USIC) –. Le capacità evidenziate insite nell’essere Carabinieri, hanno consentito ai nostri colleghi di guadagnarsi il rispetto dei cittadini eporidiesi, lottando ogni giorno per garantire la loro sicurezza. La lotta contro lo spaccio di droga e tutte le forme di illegalità è continua e serrata, ma la nostra risposta sarà sempre altrettanto puntuale».
L’USIC continuerà a supportare e difendere i diritti e l’integrità dei Carabinieri che, con coraggio e determinazione, operano quotidianamente per mantenere la sicurezza nelle nostre comunità.
Viene supportata dal Consultorio dell’ASL di Biella con tecnica EMDR per non rinunciare al suo sogno di diventare mamma
Una risposta anche per superare i traumi e favorire il benessere delle donne e delle coppie che vivono percorsi particolarmente dolorosi
Le Aziende Sanitarie risentono da diversi anni in modo più o meno marcato del calo delle nascite, ma al contempo possono svolgere un ruolo prezioso a sostegno delle donne e delle coppie in attesa di diventare genitori. La gravidanza di Alessia è una storia di speranza e ci racconta l’esito del lavoro di equipe tra il Consultorio di Biella e il Dipartimento Materno Infantile, su un tema delicato e attuale, quale è la difficoltà di concepimento e l’elaborazione del lutto, che le coppie si possono trovare a vivere durante il percorso che precede la nascita del loro bambino.
Al Dipartimento Materno Infantile dell’ASL BI, diretto da Paolo Manzoni, afferiscono le Strutture Complesse di Pediatria, Ostetricia e Ginecologia e Neuropsichiatria Infantile, i cui professionisti collaborano anche nell’ambito dell’attività del Consultorio di Biella.
Quella di Alessia è la storia di una donna di 34 anni che ha affrontato due aborti spontanei dopo percorsi di Procreazione Medicalmente Assistita, seguiti da un intervento psicoterapeutico integrato con l’EMDR – Eye Movement Desensitization and Reprocessing (Desensibilizzazione e Rielaborazione tramite movimenti oculari) al Consultorio di Biella nei primi mesi della nuova gravidanza.
«L’aborto spontaneo rappresenta un evento traumatico che può lasciare profonde ferite emotive, specialmente in contesti di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), in cui la perdita si intreccia con aspettative e speranze amplificate – ha spiegato Chiara Occleppo, che ha seguito la paziente in qualità di Psicologa della Neuropsichiatria, inserita nell’attività del Consultorio di Biella – Nel contesto consultoriale, il supporto psicologico integrato con l’EMDR si è rivelato efficace nel promuovere l’elaborazione del lutto e nella gestione dell’ansia, favorendo il benessere complessivo della persona».
L’EMDR è una tecnica psicoterapeutica che utilizza movimenti oculari o stimolazioni bilaterali per aiutare il cervello a rielaborare ricordi traumatici, riducendo l’impatto emotivo degli stessi. Viene impiegata in consultorio per affrontare e superare traumi di varia entità, migliorando il benessere psicologico dei pazienti.
Né Alessia né il compagno risultavano sterili e le indagini mediche non avevano individuato una causa certa per gli aborti spontanei avuti alla settima settimana di gestazione. Dopo due tentativi falliti di transfert, Alessia aveva a disposizione un’unica blastocisti (sviluppo embrionale, al quinto-sesto giorno di fecondazione), che rappresentava per lei l’ultima possibilità di coronare il desiderio di maternità.
La storia clinica di Alessia comprendeva una lunga esperienza di attacchi di panico e ansia, già trattati in passato con un altro percorso psicologico. Sebbene avesse imparato a gestire parzialmente i sintomi, l’ansia e il “fiato corto” erano ancora presenti, soprattutto nei momenti di maggiore stress. Inoltre, aveva condotto un’indagine familiare per comprendere eventuali precedenti di aborti, scoprendo che la madre aveva avuto una perdita tra la sua nascita e quella della sorella minore, ma senza dettagli certi.
Il percorso di supporto ad Alessia si è articolato in diverse fasi:
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Raccolta anamnestica e costruzione del posto sicuro: è stato fondamentale stabilire un rapporto di fiducia e individuare insieme a lei un “posto sicuro” per garantire una base stabile da cui affrontare i ricordi traumatici.
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Elaborazione dei ricordi traumatici con EMDR: il lavoro si è concentrato sugli eventi legati ai due aborti spontanei, che Alessia viveva come un fallimento personale e come fonte di dolore profondo. L’EMDR ha consentito di rielaborare le memorie dolorose, riducendo la carica emotiva associata.
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Raccolta dei ricordi positivi e rafforzamento delle risorse: sono stati esplorati i momenti positivi della vita di Alessia per favorire un senso di resilienza e autoefficacia.
Durante questo percorso, Alessia ha affrontato un terzo transfert con l’ultima blastocisti disponibile. Nei primi mesi di gravidanza, il supporto psicologico si è focalizzato sulla gestione dell’ansia e sulla paura di un nuovo aborto, accompagnandola nella riduzione progressiva dei sintomi ansiosi.
Ad oggi, Alessia è all’inizio dell’ottavo mese di gravidanza e ha sospeso il percorso psicoterapeutico per difficoltà logistiche legate agli spostamenti, pur mantenendo un contatto telefonico. La paziente si è dichiarata significativamente migliorata sia dal punto di vista emotivo sia nella gestione dell’ansia, riferendo una maggiore serenità e fiducia nel proprio percorso. La data presunta del parto è il mese prossimo.
In conclusione, il caso di Alessia evidenzia come un intervento psicologico integrato con EMDR possa essere uno strumento potente per l’elaborazione del lutto da aborto spontaneo e per il supporto nei percorsi di PMA. La personalizzazione degli interventi, l’attenzione al vissuto emotivo e la gestione delle ansie legate alla gravidanza hanno permesso di migliorare significativamente la qualità di vita della paziente, promuovendo un benessere stabile anche nelle fasi successive. Questo approccio può rappresentare un modello replicabile in contesti consultoriali per la presa in carico di esperienze simili e non (depressione post-parto, difficoltà nella procreazione, difficoltà nell’allattamento ecc.).
«La fondamentale importanza del collegamento tra l’assistenza ospedaliera e il territorio attraverso l’integrazione di professionalità diverse è messa in luce ancora una volta dalla storia di questa giovane donna – ha dichiarato il Direttore Generale ASL BI, Mario Sanò – in cui il dialogo e la collaborazione nell’ambito del Dipartimento Materno Infantile ha consentito alle ostetriche di indicare alla paziente presso il Consultorio di Biella un percorso di supporto da parte di una psicologa della Neuropsichiatria Infantile, appositamente formata nell’elaborazione dei traumi, che l’ha accompagnata e sostenuta durante i mesi più delicati dell’avvio della gravidanza».
«Questa testimonianza – ha sottolineato l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi – dimostra il valore del lavoro che oggi le Aziende Sanitarie stanno portando avanti nella riorganizzazione dei servizi finalizzata a dare risposte capaci di venire sempre più incontro alle esigenze della popolazione e in questo caso specifico di una coppia di cittadini biellesi che desideravano diventare genitori. Un plauso, dunque, a tutti professionisti che hanno dimostrato come la collaborazione e la condivisione di esperienze possano essere vincenti».
Ponderano, febbraio 2025
nella foto da sx: Chiara Occleppo: Psicologa Neuropsichiatria Infantile ASLBI, Paolo Manzoni: Direttore Dipartimento Materno Infantile ASL BI, Marina Patrini: Direttore Sanitario f.f. ASL BI, Paolo Garavana: Direttore Amministrativo ASL BI
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