CRONACA- Pagina 18

La droga era nascosta nella marmitta e nella ruota di scorta. Due arresti

Nella notte del 12 ottobre, un equipaggio della Polizia di Stato del Commissariato di Bardonecchia in servizio di controllo del territorio ha intercettato un furgone con targa italiana che procedeva, a pochi chilometri dal confine, a bassa velocità in direzione Francia.

Insospettiti dalla velocità insolitamente ridotta e dal comportamento apparso subito sfuggente dei due occupanti, risultati poi essere un italiano di origine calabrese ed un cittadino rumeno, gli operatori della Volante hanno deciso di procedere ad un controllo.

Nell’immediatezza, i poliziotti hanno rivenuto addosso all’italiano un coltello a serramanico della lunghezza complessiva di cm. 20 con lama di 9 cm, accertando che lo stesso risultava sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla p.g. presso un Commissariato di Roma.

Pertanto, hanno approfondito gli accertamenti estendendo la perquisizione al mezzo, notando che l’alloggiamento della ruota di scorta era stato munito di un inusuale rinforzo, smontando il quale hanno rintracciato 12 involucri risultati poi contenere cocaina per un peso complessivo pari a 14 kg.

A questo punto, sono state controllate tutte le componenti meccaniche del furgone, operazione che ha consentito di rinvenire ulteriori 13 involucri dello stesso tipo, custoditi all’interno della marmitta per un peso pari a oltre 15 kg, per un totale di 29 chilogrammi sequestrati.

I due sono stati quindi arrestati per il reato di possesso, in concorso, di sostanza stupefacente ai fini di spaccio e condotti presso la Casa circondariale di Torino a disposizione dell’Autorità giudiziaria procedente.

Ragazzo aggredito con mazza da baseball: si cerca l’aggressore

Un giovane di 28 anni di Nole è stato aggredito a colpi di mazza da baseball da parte di un ragazzo appartenente probabilmente un gruppo giovanile del posto.
Il ferito è stato ricoverato all’ospedale di Ciriè, in condizioni non gravi. Proseguono le indagini per scoprire chi lo ha aggredito.

Certificazione di qualità per la Croce Giallo Azzurra

La pubblica assistenza ANPAS, Croce Giallo Azzurra Torino, ha rinnovato in data 25 ottobre 2025 la Certificazione del Sistema Qualità UNI EN ISO 9001:2015, confermando così il proprio impegno costante nel garantire elevati standard di efficienza e affidabilità nei servizi offerti alla cittadinanza. La Certificazione UNI EN ISO 9001:2015 definisce i requisiti di un sistema di gestione per la qualità di un’organizzazione, ed è stata rinnovata al termine di un percorso di verifica condotto dalla società Certiquality Srl. L’audit ha interessato i principali ambiti professionali dell’associazione, dalla gestione amministrativa alla formazione di volontari e dipendenti, fino alla sicurezza e alla soddisfazione del personale, valutando numerosi parametri e indicatori.

L’esito positivo ha confermato l’efficacia e la solidità di un modello organizzativo della Croce Giallo Azzurra Torino, frutto di un lavoro di squadra ed un costante impegno verso un miglioramento continuo.

“Un altro passo avanti nella qualità – ha dichiarato Santo Bellantone, Presidente della Croce Giallo Azzurra di Torino -il 25 ottobre scorso si è svolto presso la nostra sede il primo audit di sorveglianza per il rinnovo della Certificazione del Sistema Qualità. La verifica, condotta da Certiquality, si è conclusa con esito positivo e ha permesso di tracciare le direzioni di crescita per il 2026. Questo risultato conferma il nostro impegno per un miglioramento continuo nel garantire servizi sempre più sicuri, organizzati ed efficienti per la comunità. Un ringraziamento va agli operatori e ai volontari che rendono possibile tutto questo, a Marco Grechi, responsabile qualità della Croce Bianca di Orbassano, per il supporto nel percorso di certificazione e ad Armando Gotta, responsabile del progetto qualità ANPAS Piemonte”.

“La vita della qualità continua – ha dichiarato Armando Gotta – oltre alla Croce Giallo Azzurra Torino, hanno ottenuto il rinnovo annuale della Certificazione anche la Croce Bianca di Orbassano, la Croce Verde di Villastellone, la Croce Verde di Mombercelli, la Croce Verde di Saluzzo e la Croce Bianca di Ceva. Altre associazioni ANPAS stanno completando il percorso per ottenere la loro prima certificazione, e quattro di esse la conseguiranno entro la fine dell’anno. Il progetto qualità ANPAS Piemonte accompagna e supporta le associazioni aderenti in tutte le fasi di implementazione e mantenimento del Sistema Qualità. Come ANPAS siamo consapevoli dell’importanza del rinnovo della Certificazione, che consolida il percorso di miglioramento riaffermando il valore della qualità certificata come strumento di crescita, trasparenza e fiducia”.

Oggi la Croce Giallo Azzurra Torino può contare su 78 volontari, di cui 28 donne, e svolge 1900 servizi all’anno, tra trasporti convenzionati con le aziende sanitarie locali, servizi d’istituto, emergenze 118 e assistenze sanitarie durante eventi e manifestazioni.

Mara Martellotta

La Comunità venezuelana ringrazia il Consiglio regionale

La Comunità venezuelana in Italia, insieme all’Associazione Venezuela in Piemonte, esprime il
più sentito e profondo ringraziamento al Consiglio Regionale del Piemonte per l’approvazione
all’unanimità dell’Ordine del Giorno presentato dal Presidente, Davide Nicco -su proposta dello
stesso Comitato- a sostegno della liberazione di Alberto Trentini e di altri cittadini italovenezuelani ingiustamente detenuti in Venezuela.

Questo gesto rappresenta un segnale concreto di solidarietà che trascende i singoli casi personali,
riaffermando l’impegno del Piemonte nella difesa dei diritti umani universali, della libertà e della
dignità di ogni persona. Dimostra altresì la lungimiranza e l’intelligenza politica della Regione
Piemonte nell’aver costituito uno specifico Comitato per i Diritti Umani e Civili, che oggi più
che mai si dimostra uno strumento indispensabile per i tempi in cui viviamo.

Il nostro ringraziamento va dunque e al Presidente del Comitato, Davide Nicco, ai Vicepresidenti
Leo e Zambaia, e a tutti i componenti del Comitato, per la loro costante dedizione alla
promozione della giustizia, della libertà e dei valori fondamentali della convivenza democratica e
per un lavoro che ha saputo mettere al centro il bene comune e non interessi politici particolari.
L’approvazione di questo Ordine del Giorno non costituisce soltanto un atto politico, ma un gesto
autentico di umanità, responsabilità e coerenza morale. Il Consiglio Regionale del Piemonte ha
saputo dare voce a quanti oggi subiscono detenzioni arbitrarie in Venezuela — tra cui Alberto
Trentini, Gerardo Coticchia Guerra, Daniel Enrique Echenagucia Vallenilla, Juan Carlos
Marruffo Capozzi, Perkins Rocha, Biagio Pilieri e Hugo Marino — che rappresentano, ciascuno
a suo modo, la lotta universale per la libertà e i diritti fondamentali.

Come ha dichiarato il Presidente Nicco:
“Dopo un anno di detenzione (di Trentini, ndr) il Piemonte non può più restare indifferente di fronte
a casi che mettono in discussione i diritti fondamentali della persona. La nostra Assemblea è da
sempre impegnata a difendere la libertà, la giustizia e la dignità di ogni individuo.”
Parole che racchiudono lo spirito solidale del Piemonte e rinnovano la speranza che la voce unita
delle istituzioni, delle comunità e della società civile possa contribuire alla liberazione di tutti i
prigionieri politici e alla promozione dei diritti umani universali.

A nome di tutta la comunità venezuelana
Maria Requena
Presidente dell’associazione Venezuela in Piemonte

Vetrine spaccate, due nuovi arresti: da settembre 13 in manette a Torino

 

La Polizia di Stato ha arrestato un ventisettenne di origini romene e un italiano di quarantacinque anni per furto aggravato in concorso.

Poco dopo le quattro del mattino, su segnalazione della Centrale Operativa, una pattuglia dell’UPGSP della Questura di Torino è intervenuta in via Gramsci per un probabile furto in atto da parte di due persone.

In via Soleri, gli Agenti individuano un negozio con la vetrina infranta e, grazie alle indicazioni di alcuni passanti, apprendono della loro fuga, con un registratore cassa, in direzione Piazza Bodoni, intercettandoli e bloccandoli subito dopo nella piazza.

Da successivi accertamenti, è emerso che i due uomini, dopo aver infranto la vetrina dell’attività commerciale, utilizzando come di consueto un tombino, avevano asportato il registratore cassa dall’attività commerciale, per poi tentare di aprirlo in un luogo più isolato.

Da inizio settembre, nel capoluogo piemontese, grazie al rafforzato controllo del territorio notturno, i poliziotti delle Volanti e della Squadra Mobile della Questura di Torino hanno arrestato 13 persone, nella maggior parte dei casi individuati e fermati nell’atto di porre in essere il furto o subito dopo averlo commesso.

“Un baffo per la Ricerca” per sconfiggere i tumori urologici maschili e sostenere la Ricerca alle Molinette

La Fondazione Ricerca Molinette annuncia la nona edizione di “Un baffo per la Ricerca – Le giornate della Prevenzione”, l’iniziativa annuale di sensibilizzazione e raccolta fondi finalizzata a sostenere progetti di ricerca e programmi di prevenzione urologica d’eccellenza presso l’A.O.U. Città della salute e della Scienza di Torino.

 

Ispirata al movimento Movember, la campagna di quest’anno amplia il suo raggio d’azione e
si concentra sulla diagnosi precoce del tumore della prostata attraverso il PSA, e sullo
screening del tumore del testicolo, rivolgendosi a due fasce d’età cruciali: uomini maturi e
giovani.

Il tumore alla prostata è la neoplasia maschile più frequente, si sviluppa nella ghiandola che
produce parte del liquido seminale.
Dice Massimo Segre, presidente della Fondazione Ricerca Molinette: “ L’iniziativa ‘Un
baffo per la Ricerca’ ha una duplice e tangibile utilità pratica: sostenere direttamente la
ricerca urologica d’eccellenza e rendere la prevenzione accessibile alla popolazione. Le
conseguenze pratiche sono immediate: la campagna finanzia l’adozione di tecnologie
all’avanguardia e il supporto a trial clinici innovativi. Sul fronte della prevenzione,
l’iniziativa offre un programma di screening a doppia fascia d’età strategico per la salute
pubblica, attraverso visite urologiche gratuite sul camper in Piazza San Carlo e, su
indicazione, il dosaggio gratuito dell’antigene prostatico specifico (PSA) presso il
laboratorio di analisi delle Molinette. Questo approccio integrato territorio-ospedale
intercetta precocemente il carcinoma prostatico negli uomini maturi e le neoplasie testicolari
nei giovani, permette di salvare vite e potenziare l’eccellenza clinica della Città della Salute
e della Scienza di Torino”.

«Il PSA resta al momento il nostro primo e insostituibile strumento di allerta per il tumore
prostatico» – dice il prof. Paolo Gontero, direttore della Struttura Complessa a Direzione
Universitaria (SCDU) di Urologia dell’A.O.U. Città della Salute e della Scienza di
Torino. «Grazie alla ricerca sostenuta da queste iniziative, siamo in grado di affinare
l’interpretazione del PSA, in primis ottemperando alle indicazioni delle linee guida europee
per l’appropriatezza prescrittiva, oltre ad adottare tecnologie all’avanguardia.
In particolare, la nostra Clinica Urologica sta portando avanti un trial clinico sulla TPLA
(transperineal laser ablation), una terapia focale mini-invasiva, in anestesia locale, per
trattare lesioni tumorali prostatiche di piccole dimensioni identificate grazie a una diagnosi
precoce. Queste procedure innovative richiedono un supporto economico costante che, in un
contesto di difficoltà per il Sistema Sanitario Nazionale, è garantito dalle donazioni e da
campagne come “Un baffo per la Ricerca”.»

«”Un baffo per la Ricerca” è un interessante modello di sinergia, che vede insieme
Fondazione Ricerca Molinette, il presidio ospedaliero Molinette e il Terzo Settore – ha
affermato Federico Riboldi, Assessore alla Sanità della Regione Piemonte – L’importanza
di avere un programma di screening a doppia fascia, che intercetti il carcinoma prostatico in
età matura con il controllo del PSA e le neoplasie testicolari nei giovani, è strategica per la
salute pubblica del Piemonte. Invito quindi tutti i cittadini a usufruire delle visite gratuite
offerte direttamente sul camper di “Un baffo per la Ricerca.»

«La Città della Salute e della Scienza di Torino – dice Livio Tranchida (direttore generale
CDSS) – conferma la propria eccellenza in campo oncologico e urologico dal punto di vista
clinico, assistenziale e della ricerca nella fase del percorso di cura. Il tema delle prevenzione
deve vedere sempre più integrati ospedale e territorio, in un’ottica multidisciplinare, dove
strategico è l’apporto della Fondazione Ricerca Molinette».

“Sostenere una iniziativa, tanto innovativa per il territorio, significa prendersi cura del
benessere di migliaia di cittadini. Prevenzione e ricerca sono la chiave per affrontare le sfide
più complesse della salute pubblica e Torino dimostra di avere competenze, visione e
attenzione alle persone. Il professor Gontero con il suo team è riuscito nel progetto di
mettere a disposizione di tutti la loro grande professionalità in campo oncologico e
urologico fuori dall’ospedale, facendoci guardare con fiducia al futuro della medicina e della
città.”– ha dichiarato Camillo Venesio, ad e dg di Banca del Piemonte, socio fondatore e
vicepresidente di Fondazione Venesio Ente Filantropico ”.
Per rendere la prevenzione accessibile, dopo il successo degli scorsi anni, le visite
urologiche gratuite torneranno in Piazza San Carlo a Torino grazie al camper della
prevenzione, che sarà attivo tutti i sabati e le domeniche di novembre (tranne il 1°
novembre), dalle 10 alle 16. L’iniziativa è realizzata con il sostegno della Fondazione
Venesio e del Rotaract Distretto 2031 di Torino e gode dei Patrocini di Città di Torino,
Regione Piemonte e Città della Salute e della Scienza di Torino.
A facilitare l’adesione, quest’anno, tutti coloro che si sottoporranno alla visita sul camper e
avranno indicazione per il test del PSA, potranno dosare l’antigene prostatico specifico
gratuitamente presso il laboratorio analisi delle Molinette, diretto dal dott. Giulio
Mengozzi.
Come partecipare:
Per partecipare alla campagna e sostenere la ricerca e i programmi di prevenzione sul
tumore urologico è possibile effettuando una donazione tramite il sito web della
Fondazione. Donare significa investire nella prevenzione e coadiuvare in modo decisivo gli
sforzi della ricerca scientifica per salvare vite. Invitiamo tutti a partecipare e farsi portavoce
di questo messaggio fondamentale.

La Fondazione Ricerca Molinette sostiene da più di vent’anni l’attività dei gruppi di
ricerca che operano all’interno di Città della Salute e della Scienza, con un’attenzione
particolare alla ricerca traslazionale, cioè volta a trasferire in ambito clinico i risultati
della ricerca di laboratorio, attraverso lo sviluppo di nuovi farmaci e terapie.
La Fondazione supporta l’Ospedale Molinette nei suoi bisogni concreti, ogni giorno e
durante le emergenze. Contribuisce alla riqualificazione dei locali di degenza e all’acquisto
di arredi, strumentazione e dispositivi medico-sanitari, nella convinzione che l’efficacia
della cura passi anche da un maggior benessere durante il periodo di degenza

Artissima edizione 32: “Manuale operativo per Nave Spaziale Terra”

Da venerdì 31 ottobre a domenica 2 novembre prossimi, gli spazi dell’Oval Torino accoglieranno la trentaduesima edizione di Artissima Internazionale d’Arte Contemporanea di Torino, unica fiera in Italia esclusivamente dedicata all’arte contemporanea e diretta per il quarto anno consecutivo da Luigi Fassi e realizzata con il sostegno del main partner Intesa Sanpaolo.

Artissima 2025 sostiene iniziative specifiche che confermano la sua unicità nel panorama culturale europeo e la sua capacità di attrarre artisti, gallerie, collezionisti e curatori di respiro internazionale, affermandosi come una fiera sia di ricerca sia sperimentale. La nuova edizione di Artissima sarà divisa in quattro sezioni principali, che sono: Main Section, New Entries, Monologue/Dialogue e Art Spaces & Editions, e le tre sezioni curate di Present Future, Back to the Future e Disegni. Artissima 2025 vedrà la partecipazione di 176 gallerie italiane e internazionali, di cui 63 presenteranno progetti monografici. Il tema di questa edizione si intitola “Manuale operativo per Nave Spaziale Terra”, ispirato all’eclettica figura di Richard Buckminster Fuller e al suo libro omonimo edito da Il Saggiatore. Per il quarto anno consecutivo, Artissima trae ispirazione dal pensiero di una figura visionaria al fi e di proporre una visione collettiva che, attraverso l’arte, la sua comunità e pluralità di linguaggi, intende offrire strumenti volti a interpretare le complessità del presente.

“Se devo descrivere con tre parole chiave la nuova edizione di Artissima direi: umanizzante, inaspettata e ispirante – ha affermato Luigi Fassi, direttore di Artissima – il concetto di Manuale operativo invita a riflettere sulla nostra presenza sulla Terra, una ‘nave spaziale’ affidata alla responsabilità collettiva di chi la abita e che ci rende tutti ‘astronauti’. Come possiamo prendercene cura? Bilanciandone risorse e sostenibilità per tutti gli abitanti ? Il destino non ci ha lasciato istruzioni, ma Fuller ci esorta a superare le barriere tra discipline e a collaborare con uno sguardo più ampio e consapevole. Sono i grandi visionari come gli artisti a tracciare nuove rotte per comprendere il nostro ruolo di timoniere della nave spaziale Terra. Gli artisti pensando in modo creativo, intuitivo e indipendente; sanno trascendere gli specialismi e un valore d’uso immediato, immaginando soluzioni oltre i confini disciplinari. Proprio loro potranno immaginare la stesura di un ‘manuale operativo’. Artissima, crocevia di mondi e personalità che ruotano intorno al sistema dell’arte contemporanea, invita la sua comunità, partecipanti e visitatori, a riflettere su questo tema per guidare il nostro pianeta nel viaggio attraverso le sfide del presente”.

“ Artissima non è solo l’Oval – ha dichiarato Rosanna Purchia, assessore comunale alla cultura di Torino – ma qualcosa che si percepisce in modo molto più ampio in tutta la città. Grazie alla sapienza e al lavoro di Luigi Fassi si sta internazionalizzando sempre di più”.

L’arte contemporanea è uno dei tratti distintivi della vita culturale torinese, una delle vocazioni della nostra città, che contribuisce a renderla sempre più attrattiva e internazionale. In questa cornice, Artissima rappresenta una vera e propria eccellenza che, nelmcorso di oltre trent’anni, ha saputo affermarsi come unica fiera in Italia esclusivamente dedicata all’arte contemporanea e domenica punto di riferimento del settore a livello internazionale. Un fascino ribadito anche dai numeri, con la presenza di nuove 26 gallerie che esporranno all’Oval per la prima volta, per un’edizione di altissima qualità e che si propone ancora una volta di stimolarci sul tempo che stiamo vivendo. Arte e cultura possono davvero fare la differenz. Artissima, che in queste trentadue edizioni ha saputo trasformare la prima settimana di novembre nella settimana dell’arte contemporanea di Torino ne è sicuramente un esempio, e continuerà a rappresentare un punto d’incontro per galleristi, artisti e appassionati di tutto il mondo.

“Artissima è la rassegna d’arte contemporanea più importante d’Italia – ha dichiarato Marina Chiarelli, assessore alla cultura della Regione Piemonte – e si collocano stabilmente fra le più autorevoli del panorama europeo non solo per la qualità delle gallerie e degli artisti coinvolti, ma l’errore la sua capacità ogni anno di proporre una riflessione che valica i confini dell’arte, coinvolgendo il pensiero, la società e il nostro tempo. Nell’edizione di quest’anno vi è qualcosa di profondamente evocativo nel pensare alla Terra come una nave spaziale. Un’immagine poetica e politica, perché implica responsabilità, visione e una chiamata collettiva all’azione e su questa metafora, diventata ormai necessità, che si fonda Artissima 2025, ‘Manuale operativo per Nave Spaziale Terra’, un titolo che non è uno slogan, ma un invito a immaginare nuove rotte partendo dal pensiero radicale e anticipatore di Fuller. A lui dobbiamo una delle intuizioni più lucide del Novecento, l’idea che il nostro pianeta sia un sistema chiuso, senza manuali d’uso confezionati e solo affidato a chi lo abita. È qui che entra in gioco l’arte come strumento di interpretazione, capace di mettere insieme visioni, anche se a volte contraddittorie tra loro. Artissima continua a distinguersi come luogo di scambio, laboratorio critico, terreno fertile per il pensiero che osa, e quest’anno, forse più che mai, il bisogno di osare si sta facendo urgente. Servono idee che sappiano connettere, ispirare e prendersi cura. Serve uno sguardo ampio, laterale come quello degli artisti, capaci di intuire dove guardare quando la rotta sembra incerta”.

“La Fondazione Arte CRT – dichiara la presidente della Fondazione Patrizia Sandretto Re Rebaudengo – che opera per conto e grazie al contributo della Fondazione CRT, ribadisce il suo impegno verso Artissima. Quest’anno per ribadire e consolidare il nostro ruolo, e inviare un chiaro segnale di supporto alle gallerie e agli artisti abbiamo aumentato il budget a 300 mila euro. Lo stanziamento è più consistente degli ultimi anni. Durante la fiera, con il nostro comitato scientifico, investiremo questa cifra nell’acquisizione di opere che andranno a favore della GAM e del Castello di Rivoli”.

“Rinnoviamo e rafforziamo il nostro legame con Artissima grazie alla crescente sinergia con le Gallerie d’Italia – spiega Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo e Direttore Generale di Gallerie d’Italia – che si arricchisce ogni anno di contenuti condivisi. Per l’edizione in arrivo anticipiamo all’Oval un nuovo progetto fotografico realizzato dal museo di piazza San Carlo. L’originale racconto intorno alla fotografia tra le forme più espressive e significative dell’arte attuale è il nostro contributo per Artissima”.

Mara Martellotta

Il premio Lagrange Fondazione CRT allo scienziato Iyad Rahwan

 

Per  i suoi studi sull’integrazione sociale uomo-macchina

Il premio Lagrange Fondazione CRT 2025 è stato assegnato al vincitore Iyad Rahwan martedì 28 ottobre. La consegna del premio si svolge alle OGR Torino Binario 3, e vi farà seguito un dialogo tra il vincitore e la professoressa Teresa Numerico, dell’Università Roma Tre, moderato dal giornalista Andrea Capocci, durante il quale saranno esplorati i temi del premio e l’impatto dell’intelligenza artificiale sulla società.

“Se dovessi raccontare ad un bambino che immagine associare all’intelligenza artificiale, disegnerei un robot meccanico metallico, progettato e costruito come un’automobile che risponde a dei comandi ben precisi e che, grazie alle sue enormi potenzialità, è in grado di modellare la società  ed esserne al tempo stesso influenzato”.
Attraverso questa affermazione, lo scienziato di origini siriane Iyad Rahwan, studioso dell’interazione uomo-macchina nella società contemporanea,  con una formazione scientifica maturata tra l’Australia, gli Emirati Arabi, gli Stati Uniti e la Germania, sottolinea come le macchine intelligenti assolvano al ruolo non solo tecnologico, ma anche di interazione e relazione sociale,  riflettendo i blas, le norme e le scelte morali della collettività.

Lo studio dell’IA, non solo come un insieme di algoritmi  e dati, ma come un sistema complesso che produce effetti sociali e influenza le interazioni e i comportamenti tra le persone e le macchine, ha portato il professor Iyad Rahwan ad essere insignito del premio Lagrange – Fondazione CRT 2025, il massimo riconoscimento internazionale per la Scienza dei Sistemi complessi e dei Dati, istituito e finanziato dalla Fondazione CRT e coordinato da ISI Foundation, Istituto per l’Interscambio Scientifico con sede a Torino.
Il lavoro del professore e dei suoi collaboratori presso il Max Planck Institute for Human Development di Berlino parte dall’assunto che l’intelligenza artificiale abbia la capacità di influenzare ogni aspetto della vita umana, ma nello stesso tempo che l’ecosistema umano, costituito da linguaggi, valori, storia e pregiudizi, rappresenta il nutrimento con cui l’IA viene addestrata. Si genera così quella che viene definita una co-evoluzione in cui le macchine apprendono informazioni che le persone generano, e si modellano in base a un comportamento collettivo spesso imperfetto.

Come si osserva una macchina nel suo habitat naturale? Per il professore si tratta di studiare gli output e i comportamenti di sistema già in funzione. Questo però non è sempre sufficiente, in quanto le attuali tecnologie hanno un elevato grado di complessità e imprevedibilità: spesso, infatti, un algoritmo progettato per uno scopo può avere effetti collaterali non intenzionali nel momento in cui viene implementato su larga scala. Serve adottare un nuovo quadro scientifico dal carattere trasversale, apprendendo anche dalla biologia, dall’economia e dalle scienze sociali, al fine di capire quei fenomeni che emergono quando milioni di esseri umani e intelligenze artificiali interagiscono fra loro. Quindi l’IA rappresenta un vero specchio dell’intelligenza o una rappresentazione dell’intelligenza umana? Le ricerche condotte dallo studioso giungono alla conclusione che entrambi gli assunti siano veri, ossia che l’IA appaia come uno specchio deformante che riflette l’uomo, la società, i saperi e gli errori umani. Al tempo stesso rappresenta una nuova forma di intelligenza che non manifesta il pensiero umano, ma che esplora territori alieni, che vanno studiati in modo profondo.
In questo quadro si inserisce anche il tema etico: i dati raccolti dagli scienziati, testimoniati in diverse ricerche, tra cui moral machine experiment e machine behaviour, evidenziano come non sia possibile pensare a un’etica universale per l’IA. L’obiettivo non deve essere quello di trovare un codice etico unico da programmare nelle macchine, bensì di creare processi che consentano a comunità e culture di deliberare e decidere autonomamente quali valori le loro macchine dovrebbero riflettere. I dilemmi sociali dell’IA non sono solo enigmi astratti e intellettuali, ma sono profondamente umani. Per questa ragione Iyad Rahwan ha trovato anche nell’arte la modalità per tradurre l’impatto sociale in un algoritmo complesso in una esperienza viscerale. Con i suoi progetti di arte mediale, esposti in importanti istituzioni culturali, lo scienziato ha comunicato attraverso la pittura come le macchine intelligenti plasmino la percezione del mondo da parte dell’uomo.

“Le ricerche del professor Rahwan si collocano al centro tra le scienze informatiche e le scienze sociali – ha dichiarato il Presidente di ISI Foundation Alessandro Vespignani – i suoi lavori sono importanti per comprendere la co-evoluzione tra umani e IA, ovvero come nasca e si sviluppi un’influenza reciproca tra uomo e macchine, e come questa incida sulle scelte, le norme e i valori che caratterizzano la società contemporanea. Per Rahwan le macchine dotate di IA sono organismi sociali, e non basta sapere come vengano costruite, ma bisogna studiarle attraverso gli effetti che generano nel mondo reale.
Il prestigioso premio Lagrange, assegnato al suo lavoro, è la testimonianza di quanto oggi sia importante considerare la tecnologia non solo come un insieme di dati e algoritmi, ma un sistema complesso che modella la nostra contemporaneità”.

Mara Martellotta

MaaS ToMove e Torino+Piemonte Card, mobilità digitale e turismo a portata di app

 

Il progetto “MaaS ToMove” compie un ulteriore passo avanti e si apre al mondo del turismo. In collaborazione con Turismo Torino e Provincia, anche i visitatori italiani e stranieri possono ora muoversi a Torino con soluzioni di mobilità integrata, sostenibile e digitale, scoprendo la città in modo pratico e conveniente.

L’iniziativa “MaaS ToMove”, promossa dalla Città di Torino e coordinata dalla società partecipata 5T nell’ambito del programma nazionale “MaaS for Italy”, si arricchisce infatti di un nuovo caso d’uso dedicato ai turisti. Grazie alla collaborazione con Turismo Torino e Provincia, ente ufficiale di promozione turistica del territorio, mobilità e turismo si incontrano per offrire a chi visita la città – per brevi o lunghi soggiorni – un’esperienza di spostamento più semplice ed economica mediante le soluzioni di mobilità integrata dell’offerta.

Una nuova collaborazione per muoversi meglio a Torino: nasce MaaS ToMove per il turismo

L’iniziativa nasce per rispondere in modo più efficace alle esigenze di turisti e visitatori occasionali che finora si sono mossi in città con modalità spesso tradizionali. Grazie a questa nuova collaborazione, è ora possibile accedere a una fruizione digitale e integrata della mobilità torinese, attraverso la Super App MaaS Wetaxi, aderente al progetto MaaS ToMove.

Ecco perché “MaaS ToMove” va a integrarsi con la Torino+Piemonte Card, il pass turistico ufficiale di Turismo Torino e Provincia che dà diritto all’accesso gratuito o scontato a numerose attrazioni della città e della regione: dai musei alle mostre temporanee, dalle visite guidate ai principali servizi turistici della città come l’Ascensore della Mole Antonelliana, il tram Sassi – Superga, la navetta “Venaria Express” e il bus panoramico City Sightseeing.

Mobilità e cultura in un unico pacchetto: un bonus di 10 euro per spostarsi meglio

A partire da oggi, tutti coloro che acquisteranno la Torino+Piemonte Card online avranno la possibilità di ricevere un bonus mobilità di 10 euro, valido per 30 giorni, da utilizzare su WeTaxi, che copre fino al 50% del costo dei viaggi effettuati tramite i servizi GTT, i taxi e i mezzi in sharing (bici, monopattini e scooter).

Torino sempre più smart: un modello integrato per cittadini e turisti

Questa nuova integrazione rappresenta una tappa chiave per l’evoluzione del progetto “MaaS ToMove”, che ha già dimostrato il suo potenziale nella mobilità cittadina (con il caso d’uso detto “Consumer”) con oltre 135.000 viaggi smart effettuati e 20.000 iscritti.

Il progetto, inoltre, si estende anche ai turisti per:

– comprendere meglio i comportamenti di viaggio dei turisti;
– valutare l’impatto del MaaS in termini di permanenza nei circuiti culturali e scoperta di aree meno centrali;
– sperimentare un nuovo modello di integrazione tra mobilità e offerta turistica.

L’assessora alla Mobilità Chiara Foglietta dichiara: “Con MaaS ToMove per il turismo rendiamo Torino una città ancora più accogliente e facile da vivere, anche per chi la scopre solo per pochi giorni. Muoversi tra le bellezze della città e scoprire musei, quartieri e attrazioni, scegliendo ogni volta la soluzione di trasporto più comoda, diventa semplice, sostenibile e digitale. È un passo avanti verso una mobilità più intelligente e accessibile, che unisce innovazione e accoglienza, riflettendo il carattere di Torino, Capitale dell’Innovazione 2025 e Capitale del Turismo Sostenibile 2025, e confermandola come modello al pari di altre città europee dove tecnologia e turismo camminano insieme.”

Il Presidente di Turismo Torino e Provincia, Maurizio Vitale aggiunge: “Abbiamo accolto con grande entusiasmo questa sperimentazione, che rappresenta un ulteriore passo nel percorso di digitalizzazione portato avanti dal nostro Ente da diversi anni e che si inserisce nella più ampia strategia della Città di Torino, recentemente insignita del prestigioso riconoscimento internazionale di European Capital of Smart Tourism 2025. L’integrazione di MaaS To Move con la Torino+Piemonte Card valorizza il nostro prodotto turistico di punta, offrendo ai visitatori un’esperienza di viaggio ancora più integrata, sostenibile e all’avanguardia: un altro tassello verso un turismo sempre più consapevole, ecologico, intelligente.”

Un’opportunità per tutti

Con il MaaS turistico, Torino diventa un modello anche per altre città italiane che guardano all’integrazione tra mobilità intelligente e promozione culturale. Il nuovo caso d’uso avrà una durata sperimentale fino al marzo 2026 e permetterà di valutare concretamente l’impatto del MaaS sull’esperienza dei turisti.

Per maggiori informazioni e per acquistare la Torino+Piemonte Card con il bonus integrato:

– https://www.turismotorino.org
– https://muoversiatorino.it/it/maas-to-move-tourism/

TorinoClick

Associazione Regina Elena, commemorazione a Farigliano

Domenica 26 ottobre 2025 l’Associazione Internazionale Regina Elena Odv ha organizzato a Farigliano (CN) una commemorazione del Marchese di Saluzzo Manfredo II, della Marchesa Isabella Doria, consorte del Marchese Manfredo IV e della famiglia Occelli, originaria di Farigliano.

Hanno concesso il patrocinio all’evento il Consiglio Regionale del Piemonte, la Provincia di Cuneo, il Comune di Farigliano e l’IRCS.
Alle ore 9,30 Don Marco Sciolla, Parroco di Farigliano, Dogliani e Belvedere Langhe ha celebrato la S. Messa nella Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista, durante la quale si è pregato per la Regina Elena, per il Marchese Manfredo II, per la Marchesa Isabella e per i defunti della famiglia Occelli.

Successivamente i gruppi storici hanno sfilato fino alla Biblioteca Civica, nel cui piazzale antistante i rievocatori del Gruppo Storico Conte Occelli di Nichelino hanno deliziato il pubblico esibendosi in danze seicentesche.
All’interno della biblioteca si è tenuta una solenne cerimonia, aperta dai saluti di Marco Giachello, Vice Sindaco di Farigliano, con la fascia tricolore, in rappresentanza del Sindaco Ivano Airaldi, impossibilitato a presenziare per motivi di salute.
Il Dott. Giachello ha fatto scoprire ai numerosi presenti la figura di Isabella Doria, nata a Genova nel 1291 dall’unione tra Bernabò Doria ed Eleonora Fieschi. Il padre era cugino di primo grado di Nicolò Doria, colui che il 30 gennaio 1298 acquisì la Signoria di Oneglia dalla Diocesi di Albenga e fu il capostipite del primo Ramo dei Doria di Oneglia, dal quale proveniva il celebre ammiraglio Andrea Doria, mentre la mamma era figlia di Federico Fieschi dei Conti di Lavagna, a sua volta fratello di Beatrice, consorte di Tommaso II, Signore del Piemonte e di Ottobono, salito al Soglio Pontificio l’11 luglio 1276 con il nome di Papa Adriano V.
Isabella nel 1307, all’età di sedici anni, venne data in sposa al Marchese di Saluzzo Manfredo IV, rimasto vedovo di Beatrice di Sicilia. Dalla loro unione nacquero quattro figli, tra i quali Manfredo V, che fu il capostipite dei Saluzzo-Cardé. Il Marchese Manfredo IV, che nel 1332 aveva abdicato a favore del figlio Federico I, l’11 febbraio 1337 nel Castello di Dogliani nominò Isabella Doria Marchesa di Farigliano, con facoltà di trasmissione del titolo al proprio figlio Manfredo V.
Isabella si trasferì subito nel maniero fariglianese e con la popolazione fu amore a prima vista.
Una leggenda racconta che una sera, durante un banchetto in suo onore, un gatto bianco saltò sul tavolo e urtando le bottiglie rimase macchiato del rosso del vino. Tutti i gatti che nacquero in seguito furono rossi, così che Farigliano passò alla storia come il “paese dei Gatt Ross”.
Nel 1338 seppe riappacificare gli abitanti dei due borghi storici del paese, da sempre in lotta tra di loro: i “Gesian”, che vivevano a destra della piazza principale, nel borgo delle chiese e i “Craciot”, che abitavano nella zona del fiume e della campagna, più povera. I giovani delle due fazioni erano soliti sfidarsi a sassate, cosa che venne interdetta in un capitolo degli Statuti fariglianesi.
La Marchesa convocò al castello le donne dei due borghi ed accolse la loro richiesta di potersi sfidare con il “Gioco dei birilli – Bijè” che viene praticato ancora oggi. Protagoniste sono le donne, un tempo solo quelle più anziane, in quanto le più giovani erano ritenute prive della necessaria esperienza, ma l’arbitro è sempre stato un uomo.
Questa tradizione è oggi perpetuata nei momenti solenni, come nel caso della Festa di San Nicola, celebrata la prima domenica di dicembre, quando si tiene la Fiera dei Puciu e seguendo una tradizione introdotta da Isabella Doria, la vigilia, gli uomini, per lasciar riposare le mogli, cucinano una minestra di trippa, ceci e verdure, chiamata “minestra degli uomini”.

Sono seguiti i discorsi di Fabio Mottinelli, Sindaco di Ceva (CN); Bruno Terreno, Sindaco di Clavesana (CN), con la fascia tricolore; Silvia Molino, Assessore alla Cultura di Castelvecchio di Rocca Barbena (SV), con la fascia tricolore e Christian Rocco, Consigliere di Novello (CN), con la fascia tricolore.

Successivamente ha preso la parola lo scrivente, il quale ha fatto scoprire al pubblico la storia del Marchesato di Saluzzo e dei suoi sovrani, focalizzandosi in modo particolare sulla figura del Marchese Manfredo II. Nel 1142, diciassette anni dopo la morte del Marchese di Savona Bonifacio del Vasto, gli otto figli avuti dalla seconda moglie Agnese di Vermandois si spartirono i possedimenti paterni: Manfredo fu il capostipite dei Marchesi di Saluzzo, il cui territorio aveva come confini le Alpi e i fiumi Po e Stura di Demonte. Alla sua morte nel 1175 gli succedette il figlio Manfredo II, che fu il primo Sovrano saluzzese a venire qualificato ufficialmente come tale. Egli prima del 1173 sposò Alasia del Monferrato, figlia del Marchese Guglielmo V. Dalla loro unione nacquero cinque figli, tra i quali l’erede al trono Bonifacio, che premorì al padre. Manfredo II fece costruire il Castello di Cardé, dimorava non solo a Saluzzo, ma anche a Carmagnola, città sede della zecca, Racconigi e Dogliani e nel 1210 stipulò un documento in cui veniva attestata la presenza di un maniero a Farigliano, paese strappato in quegli anni ai Marchesi di Clavesana. Nel 1215 acquistò il feudo di Revello; lo stesso anno si spense a Saluzzo e il trono passò al nipote Manfredo III, di appena dieci anni, figlio di Bonifacio, sotto la reggenza della nonna paterna Alasia. Il nuovo sovrano nel 1235 sposò Beatrice di Savoia, primogenita del Conte di Savoia Amedeo IV e della sua prima consorte Margherita di Borgogna. Il Marchese Gabriele, suo discendente alla nona generazione, fu l’ultimo Sovrano di Saluzzo e morì a Pinerolo il 29 luglio 1548, mangiando un melone molto probabilmente fatto avvelenare dai francesi, i quali dopo la sua dipartita annessero il marchesato ai loro possedimenti. Saluzzo passò ai Savoia con il Trattato di Lione del 1601.
Ha quindi preso la parola Marilena Sema, Presidente del Gruppo Storico “Conte Occelli” di Nichelino, la quale ha raccontato la storia della famiglia Occelli, originaria di Farigliano, che nel Cinquecento si trasferì a Torino. Il 2 maggio 1619 l’avvocato Manfredo Occelli comprò il vecchio borgo di Nichelino, composto da diverse cascine ed una casaforte, nella quale in seguito si trasferì suo nipote Niccolò Manfredo Occelli, con la moglie Maria Margherita Carron Della Torre, il figlio Giacomo Luigi e la sua piccola corte.
Il 22 giugno 1694 Niccolò Manfredo ricevette dal Duca di Savoia Vittorio Amedeo II la Regia Patente per l’istituzione del “Feudo di Nichelino” e il relativo titolo comitale. Il 21 agosto seguente la popolazione e l’appena convocato Consiglio per Capi di Casa presenziarono all’infeudazione ufficiale separandosi dalla città di Moncalieri. Niccolò Manfredi Occelli morì nel 1742 e suo figlio Giacomo Luigi, poco interessato al suo feudo nichelinese, spostò la residenza di famiglia sulla collina moncalierese.

Il Comitato per la tutela del patrimonio e delle tradizioni piemontesi dell’Associazione Internazionale Regina Elena Odv ha conferito uno speciale attestato di benemerenza al Comune di Farigliano, a Beppino Occelli e a Alessandra Pellegrino titolare della Cremeria “La Fontana” di Farigliano.

La delegazione del Sodalizio intitolato ad Elena del Montenegro è stata guidata dal Vice Segretario Amministrativo Nazionale, accompagnato dal Fiduciario di Chivasso Silvano Borca con la consorte e da soci.

Erano presenti i rappresentanti delle seguenti associazioni locali: AVIS; Banda musicale “I Giovani”; Gruppo Volontari del Soccorso di Clavesana; ProLoco Farigliano; Circolo CRAL; Nonni Vigili; Comitato Biblioteca e Gruppo Alpini.
La giornata è stata impreziosita dalla presenza dei seguenti gruppi storici: “Conte Occelli” di Nichelino; “Gruppo Storico di Clavesana”, ricostituito dopo vent’anni la settimana precedente in occasione della commemorazione del Marchese di Savona Bonifacio del Vasto organizzata dall’Associazione Internazionale Regina Elena Odv a Clavesana e  “Antico Castello dei Parpaglia” di Candiolo.

ANDREA CARNINO