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Il bollettino Covid di domenica 21 febbraio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 802 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 64 dopo test antigenico), pari al 6.7% degli 11.988 tamponi eseguiti, di cui 5.624 antigenici. Degli 802 nuovi casi, gli asintomatici sono 262 (32,7%).

I casi sono così ripartiti: 106 screening, 446 contatti di caso, 250 con indagine in corso; per ambito: 24 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 80 scolastico, 698 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 242.977 così suddivisi su base provinciale: 21.468 Alessandria, 12.539 Asti, 8.322 Biella, 32.876 Cuneo, 18.909 Novara, 127.903 Torino, 8.937 Vercelli, 8.914 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.201 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1.908 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 13(+rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1.868 (+11 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 10.801.

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.860.905 (+11.988 rispetto a ieri), di cui 1.119.326 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9.265

Sono i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9.265 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.406 Alessandria, 592 Asti, 376 Biella, 1.103 Cuneo, 766 Novara, 4.218 Torino, 416 Vercelli, 303 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 85 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

220.905 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 220.905 (+582 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 19.239 Alessandria, 11.403 Asti,7.548Biella, 30.560 Cuneo, 17.345 Novara, 115.766 Torino, 8.140 Vercelli, 8.047 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.109 extraregione e 1.748 in fase di definizione.

Allarme varianti Covid, la Regione aumenta i controlli per chi rientra da paesi a rischio

Da lunedì obbligo di autodichiarazione per chi rientra con qualsiasi mezzo

Marnati: «Tracciamento e vaccinazione, attività fondamentali per il contenimento del contagio». Icardi: «Importante anche il senso di responsabilità dei cittadini»

Allarme diffusione varianti Covid, la Regione Piemonte aumenta i controlli sui viaggiatori che rientrano dai paesi a rischio anche per via non aerea o indiretta.

Per limitare la diffusione dei contagi del virus e delle sue varianti inglese, sudafricana e brasiliana, la Regione infatti, sulla scorta del parere del gruppo di lavoro dei propri epidemiologi, rafforza e intensifica la sorveglianza sanitaria, attraverso il controllo e il tracciamento di quei viaggiatori che rientrano in Piemonte dai Paesi a rischio (Regno Unito, Irlanda del Nord, Brasile e Sudafrica) anche con mezzi diversi dall’aereo, quindi auto, treni, autobus, navette, o con voli nazionali.

Chiunque rientri, anche con questi mezzi, da lunedì avrà l’obbligo di dichiarare se abbia soggiornato nei 14 giorni precedenti in uno dei paesi citati.

La dichiarazione potrà essere effettuata telefonando al numero verde della centrale operativa del Dirmei-Regione Piemonte, 800 95 77 95, oppure compilando il modulo on line sul sito www.regione.piemonte.it.

Per loro sarà possibile sottoporsi gratuitamente a tampone molecolare presso la propria Asl di appartenenza sia al momento del rientro, sia dopo 7-10 giorni.

«L’attività di tracciamento, parallelamente alla vaccinazione, rimane un’attività fondamentale per il contenimento del contagio – dichiara l’assessore regionale alla Ricerca applicata Covid, Matteo Marnati – Pertanto abbiamo ritenuto opportuno innalzare il livello di sorveglianza, rispetto alle disposizioni governative, per evitare l’importazione di persone infette con varianti che rendono il virus più contagioso, rendendo gratuito il test del tampone per chi avrà quest’obbligo».

«Il sistema di tracciamento dei contagi in Piemonte – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – è pienamente in grado di far fronte alle nuove sfide dell’emergenza, come ha già dimostrato nel contenimento della pandemia all’origine della seconda fase, l’estate scorsa. Nel caso delle varianti, la sostanza non cambia, determinante rimane la tempestività dell’azione del sistema, per la quale gioca una parte non secondaria anche il senso di responsabilità dei cittadini. Sappiamo che il Covid19 si può sconfiggere, ma occorre che tutti facciano la loro parte».

Covid: il bollettino di sabato 20 febbraio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 765 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 108 dopo test antigenico), pari al 3,7% dei 20.595 tamponi eseguiti, di cui 14.138 antigenici. Dei 765 nuovi casi, gli asintomatici sono 253 (33,1 %).

I casi sono così ripartiti: 103 screening, 404 contatti di caso, 258 con indagine in corso; per ambito: 12 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 85 scolastico, 668 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 242.175 così suddivisi su base provinciale: 21.441 Alessandria, 12.505 Asti, 8.304 Biella, 32.799 Cuneo, 18.876 Novara, 127.392 Torino, 8.910 Vercelli, 8.847 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.200 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1.901 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 130 ( +rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1.857(+rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 10.608

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.848.917(+ 20.595 rispetto a ieri), di cui 1.114.541 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9.257

Sono 12 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9.257 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.406 Alessandria, 591 Asti, 376 Biella, 1.102 Cuneo, 766 Novara, 4.212 Torino, 416 Vercelli, 303 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 85 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

220.323 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 220.323 (+582 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 19.209 Alessandria, 11.364 Asti,7.542 Biella, 30.517 Cuneo, 17.282 Novara, 115.427 Torino, 8.119 Vercelli, 8.012 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.108 extraregione e 1.743 in fase di definizione.

Giornata professionisti sanità: 200 infermieri ammalati al giorno

 Nursing Up,  De Palma: «Oggi giornata nazionale dei professionisti sanitari: si ammalano ancora 200 infermieri al giorno in tutta Italia»

«In occasione di questa importante ricorrenza, ovvero la giornata nazionale dei Professionisti Sanitari, gli elogi nei confronti dei guerrieri del Covid potrebbero portarmi a disquisire all’infinito sui meriti di chi davvero si è immolato per difendere, in questo anno nefasto, la salute degli italiani senza risparmiarsi mai. Ma soprattutto potrei lasciarmi andare lanciando strali velenosi verso chi poteva e doveva contribuire a limitare i danni, ma invece è rimasto inesorabilmente a guardare, nascondendo la testa sotto la sabbia di fronte alla realtà nuda e cruda dei numeri più spietati. Qui si parla di dati che disegnano un quadro desolante: 81 decessi ufficiali tra gli infermieri dall’inizio della pandemia. 7129 operatori sanitari contagiati negli ultimi 30 giorni, di cui oltre 5mila (84,4% sono i dati INAIL relativi agli infermieri che si contagiano rispetto al resto del comparto sanitario) sono certamente professionisti di una categoria che ancora oggi viene martoriata quotidianamente.

Gli infermieri vengono martoriati due volte: sì perché da una parte ci pensa il nemico a cui ormai siamo abituati, un virus che ci ha sorpreso, ci ha colpito alle spalle quando era sconosciuto e virulento come non mai, e che oggi pur conoscendolo più a fondo, continua a farci del male. Perchè scalare le montagne a mani nude lascia segni sulle mani, comporta il triplo della fatica nelle braccia e nelle gambe e mette nella condizione di lasciare tante vittime per strada, che precipiteranno giù prima di arrivare alla meta. Ma consentitemi, nella Giornata Nazionale dei Professionisti Sanitari, ricordare che ogni giorno un avversario ben più pericoloso si organizza insidioso alle nostre spalle, pronto a depauperare tutti i nostri sforzi. Si chiama indifferenza: quella con cui gli infermieri gioco forza si sono abituati a vivere da tempo. Quella che disegna i contorni della disorganizzazione, dei turni massacranti ma soprattutto di una realtà contrattuale non ancora all’altezza del nostro valore, del nostro coraggio. Quello che meravigliosamente i cittadini hanno imparato ad apprezzare ancora di più rafforzando la stima nei nostri confronti, mentre la classe politica non conosce limiti, offendendoci con la loro gretta ottusità ogni volta che se ne presenta l’occasione!

Ma soprattutto, noi, che per combattere abbiamo addirittura imparato ad anestetizzare le nostre paure, offriamo sul campo una delle professionalità più complete e apprezzate a livello europeo eppure, ancora beffa delle beffe, siamo tra i peggio pagati nel Vecchio Continente. I nostri 1400 euro al mese di media urlano vendetta ogni giorno, ci fanno salire la rabbia all’acme!

I 100 euro lordi al mese di indennità specifica che siamo riusciti a conquistare, dopo anni di lotte, dimostrano che qualcuno ha ancora le orecchie per ascoltare, ma sono solo un contentino rispetto agli obiettivi, quei 500 euro al mese, che meritiamo di ottenere e per i quali sia certo che continueremo a lottare nei prossimi mesi.

In questo stesso giorno si celebra anche la giornata delle vittime della pandemia. Non possiamo non ricordarlo: dove c’è un infermiere, c’è un paziente.
I fiumi di parole non servono, mai come in questo caso il mio obiettivo deve essere quello di raccontare i fatti, celebrando con poche e semplici frasi, quanti non ci sono più. Ma anche quanti ogni giorno continuano a combattere nel ricordo di chi non ce l’ha fatta, rischiando di fare la stessa fine.

Torino e Piemonte restano in zona gialla

“Il Piemonte resta in zona gialla”:

così  il presidente del Piemonte  Alberto Cirio, all’ospedale San Giovanni Bosco,  in occasione della campagna di vaccinazione del personale scolastico.

“Ho appena ricevuto – ha detto – la validazione del report settimanale del Ministero della Salute.

La Regione resterà “gialla” almeno per tutta la prossima settimana, in attesa di eventuali nuove decisioni dettate dall’andamento dei contagi.

Topolino stile Covid 19 all’ospedale Mauriziano di Torino

L’artista Carmello Giammello dona l’opera d’arte

L’artista Carmelo Giammello, autore per “Luci d’artista” del famoso Planetario, ha donato all’ospedale Mauriziano una sua opera d’arte su tela: un Topolino con la mascherina. L’opera Covid 19 è un ringraziamento a tutto il personale sanitario dell’ospedale, che tanto si è impegnato in questo anno di pandemia per combattere il virus. Significativo che l’opera sia stata posizionata all’ingresso della sala vaccini. Un buon auspicio. All’inaugurazione era presente la Direzione aziendale al completo: Maurizio Dall’Acqua, Maria Carmen Azzolina e Roberto D’Angelo.

I clienti delle ore 23, chiusura provvisoria del bar per 5 giorni

Sono circa le 23 di sabato scorso quando gli agenti del commissariato Madonna di Campagna intervengono presso un bar in corso Toscana. Dall’esterno l’esercizio si presenta con le serrande totalmente abbassate. Una flebile luce filtra dalle fessure della saracinesca; i poliziotti intuiscono che un cospicuo numero di persone è presente nel locale.

Tentando di sovrastare gli schiamazzi degli avventori, gli operatori si qualificano ed intimano al titolare di aprire. La serranda inizia allora ad alzarsi, ma dall’interno nessuno aveva capito trattarsi di un controllo di Polizia. Quando ormai la visuale è sgombra da ogni impaccio, gli agenti potevano distinguere chiaramente un folto capannello di persone, intento a consumare sostanze alcoliche. All’atto degli accertamenti numerose persone fuggono, abbandonando l’esercizio tramite una porta secondaria comandata elettronicamente. Disposta la chiusura del bar per la durata di 5 giorni, sanzionati i clienti presenti.

Piemonte: zona rossa a Re, in valle Vigezzo


Su 750 abitanti 37 casi nell’ultima settimana. Sospese anche le lezioni in presenza nelle scuole della vallata

Da domani pomeriggio alle ore 18 il Comune di Re, nel Verbano Cusio Ossola, sarà zona rossa: la decisione è stata assunta oggi dopo un incontro del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio con i rappresentanti degli enti locali e i Prefetti.

Presenti anche il vicepresidente della Regione Fabio Carosso e l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi.

Verrà anche sospesa l’attività didattica in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado della Val Vigezzo, con ordinanze emesse dai Sindaci del territorio.

“Una decisione che si è resa necessaria dato l’improvviso incremento di casi registrato nell’ultima settimana a Re – spiega il presidente della Regione Cirio, che ha firmato in questi istanti l’ordinanza che istituisce la zona rossa -. In questo piccolo Comune su circa 750 abitanti sono emersi 37 soggetti positivi negli ultimi 7 giorni. Non sappiamo ancora se questi casi siano dovuti a una variante, ma è comunque una incidenza molto elevata e abbiamo ritenuto necessario intervenire per tutelare la salute delle persone che popolano la vallata”.

L’ordinanza sarà valida fino a venerdì 26 febbraio 2021.

Il bollettino Covid di venerdì 19 febbraio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16:30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1307 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 150 dopo test antigenico), pari al 4,7% dei 27.569 tamponi eseguiti, di cui 17.461 antigenici. Dei 1307 nuovi casi, gli asintomatici sono 476 (36,4 %).

I casi sono così ripartiti: 213 screening, 664 contatti di caso, 430 con indagine in corso; per ambito: 63 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 117 scolastico, 1.127 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 241.410 così suddivisi su base provinciale: 21.393 Alessandria, 12.475 Asti, 8.275 Biella, 32.702 Cuneo, 18.813 Novara, 126.997 Torino, 8.873 Vercelli, 8.789 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.201 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1.892 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 130 ( +2 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1.849 (– 17 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 10.441.

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.828.322 (+ 27.569 rispetto a ieri), di cui 1.109.614 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9.245

Sono 25 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9.245 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.401 Alessandria, 591 Asti, 376 Biella, 1.102 Cuneo, 765 Novara, 4.206 Torino, 416 Vercelli, 303 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 85 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

219.745 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 219.745 (+851 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 19.171 Alessandria, 11.327 Asti,7.538Biella, 30.438 Cuneo, 17.219 Novara, 115.108 Torino, 8.102 Vercelli, 7.996 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.106 extraregione e 1.740 in fase di definizione.

Varianti Covid, possibili zone rosse in Piemonte in caso di focolai

In caso di necessità la Regione sta ipotizzando di istituire  zone rosse circoscritte se dovessero verificarsi  focolai delle varianti Covid.

 

E’ quanto ha comunicato  l’assessore alla Sanità del Piemonte, Luigi Icardi, durante un’informativa al Consiglio regionale sulla situazione dei contagi da Covid a Torino e nella regione.

La giunta sta infatti scrivendo  una delibera contenente gli aspetti organizzativi contro la diffusione delle varianti.

Nel frattempo Università e istituto Zooprofilattico stanno svolgendo le  tipizzazioni del virus,  impiegando  test per individuare le varianti.

«Stiamo procedendo su tutti i fronti per agire con la massima tempestività nell’individuazione e nel contenimento delle nuove varianti del virus – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi -; la Regione Piemonte è dotata di strumenti operativi adeguatamente specializzati che consentono di mantenere alta l’attenzione sull’evoluzione della pandemia, in collaborazione con le autorità sanitarie nazionali. Stiamo facendo una corsa contro il tempo, prioritariamente abbiamo l’assoluta necessità di essere messi nelle condizioni di completare la vaccinazione il più presto possibile per limitare la circolazione e la conseguente mutazione del virus».

«Sul fronte delle varianti – continua l’assessore Icardi -, abbiamo allo studio un provvedimento specifico per dare valore giuridico allo strumento statistico e epidemiologico che già utilizziamo per identificare in modo tempestivo, sulla base di alcuni indicatori (densità di popolazione, over 60, incidenza dei contagi…) le aree del territorio piemontese a maggior rischio di diffusione covid19, con il quale abbiamo reso più efficaci il sistema di contact tracing e di effettuazione dei tamponi. Alla luce delle nuove indicazioni del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore di Sanità, in caso di riscontro di focolai causati da una delle varianti, si tratterà ora di definire attraverso lo stesso strumento la distribuzione territoriale del focolaio e di individuare eventuali restrizioni da adottare (zone rosse). Un’azione sulla quale stiamo confrontandoci con sindaci e prefetti piemontesi, in accordo con il Governo per l’erogazione dei conseguenti ristori».