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In Piemonte prosegue la zona bianca Copertura vaccinale dell’80% della popolazione over 12

In Piemonte oltre l’85% delle persone con più di 12 anni ha aderito alla campagna vaccinale e di questi il 92% ha completato il ciclo con due dosi (circa l’80% se si considera la platea complessiva degli over12 piemontesi). Quasi 150 mila persone hanno già ricevuto anche la terza dose.

Ad oggi mancano all’appello circa 590 mila persone (di cui 149 mila over60).
“È un dato in costante miglioramento se consideriamo che nelle ultime tre settimane hanno aderito più di 100 mila persone – spiega il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Stiamo facendo tutto il possibile per continuare a incentivare la vaccinazione e per questo, da sabato 23 ottobre, i lavoratori che scelgono di vaccinarsi e sono in attesa della validazione del green pass, che per regola ministeriale avviene dopo 15 giorni dalla prima dose, potranno avere accesso gratuitamente al tampone negli hotspot delle Asl”. Le modalità per prenotare il tampone e accedere agli hotspot saranno pubblicate domani sul sito della Regione Piemonte.
Per ricevere il tampone gratuito sarà necessario aver già ricevuto la prima dose.

DETTAGLIO ETÀ NON ADERENTI

– 288 mila hanno tra i 30 e 59 anni, l’età centrale a livello lavorativo
– a cui si aggiungono circa 60 mila ventenni e 75 mila sessantenni

Fuori dalle età lavorative ci sono anche

-45 mila Settantenni e 28 mila Over80

– 93 mila studenti tra i 12 e i 19 anni (sono gli ultimi ad aver iniziato le vaccinazioni, ma con una percentuale di adesione alta di oltre il 70%. Un dato che si riflette sulla buona situazione a scuola rispetto allo scorso anno, grazie anche all’adesione alla vaccinazione del personale scolastico che in Piemonte è del 94%).

IL PIEMONTE PROSEGUE IN ZONA BIANCA
Pre-Report settimanale Ministero Salute – Istituto Superiore di Sanità

Nella settimana 11-17 ottobre, in Piemonte, il numero dei nuovi casi segnalati cresce, ma rispetto alla settimana precedente si riducono lievemente il numero dei focolai e l’Rt puntuale calcolato sulla data di inizio sintomi, che resta inferiore a 1 e passa da 0.93 a 0.91.

La percentuale di positività dei tamponi si conferma all’1%.

Stabile il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e dei posti letto ordinari (per entrambi 3%). Il valore dell’incidenza (33,14 casi ogni 100 mila abitanti ad oggi) e il numero dei ricoveri ancora contenuti concorrono favorevolmente a mantenere la nostra regione in zona bianca.

Scuole, Covid: situazione stabile con 17 focolai e 127 classi in quarantena

MONITORAGGIO SETTIMANALE SULLE SCUOLE DELLA REGIONE PIEMONTE

Dal monitoraggio condotto dalla Regione Piemonte, nella settimana dall’11 al 17 ottobre, la situazione del contagio nelle scuole del territorio risulta pressoché stabile. Salgono lievemente i focolai, che passano da 13 a 17: 1 nei nido (età 0-2anni), 1 nelle scuole dell’infanzia (3-5anni), 2 nelle scuole primarie (6-10anni), 2 nelle scuole secondarie di 1°grado (11-13anni), 11 nelle scuola secondarie di secondo grado (14-18anni). Suddivisi su base provinciale: 3 nell’Alessandrino ( 1 nido, 1 scuola elementare, 1 scuola media), 2 nel Biellese (2 scuole superiori), 1 nel Cuneese ( 1 scuola superiore), 6 Torino città (1 scuola media, 5 superiori), 5 Torino città metropolitana (1 scuola dell’infanzia, 1 scuola primaria, 3 scuola superiore). Nessun focolaio nelle città e province di Asti, Novara, Vercelli e Vco.

Leggera diminuzione invece delle classi in quarantena, che passano da 130 a 127: 5 nei nido, 13 nelle scuole dell’infanzia, 39 classi nelle scuole primarie, 25 classi nelle scuole secondarie di 1° grado, 45 classi nelle scuole secondarie di secondo grado. Suddivise su base provinciale, le classi in quarantena sono 10 nell’Alessandrino (2 nido, 2 scuole dell’infanzia, 2 elementari, 2 medie, 2 superiori), 2 nell’Astigiano (1 nido, 1 superiori), 3 nel Biellese (1 media, 2 superiori), 31 nel Cuneese ( 2 nido, 2 materne, 11 primarie, 6 medie, 10 superiori), 6 Novara (4  primarie, 2 superiori), 21 Torino città (2 infanzia, 3 primaria, 2 medie, 14 superiori), 50 Torino città metropolitana (6 infanzia, 18 primaria, 12 medie, 14 superiori), 4 VCO (1 infanzia 1 primaria, 2 superiori), 0 Vercelli.

Nell’età scolastica l’incidenza del virus si mantiene sotto la soglia di allerta e non mostra trend in salita, al di là di qualche lieve variazione sulle singole classi di età. In particolare nella fascia 11-13 anni l’incidenza è di 48 nuovi casi nella settimana 11-17 ottobre ogni 100 mila giovani di questa età, 42.4 nella fascia 14-18 anni, 39.5 nella fascia 6-10 anni, 32.4 da 3 a 5 anni ed infine 26.2 nell’età 0-2 anni.

I DATI SULL’INCIDENZA DEL VIRUS PER CLASSI DI ETÀ
Per quanto riguarda le altre fasce di popolazione, i dati aggiornati sull’incidenza del virus in Piemonte evidenziano nell’ultima settimana (11-17 ottobre) una sostanziale stabilità del tasso regionale che è di 27.4 casi x 100.000 abitanti, poco più della metà della soglia di allerta dei 50 casi ogni 100.000 abitanti. Situazione pressochè costante dal punto di vista epidemiologico, come nelle classi di età scolastiche, anche in quelle adulte. Con 38 casi l’incidenza maggiore si registra nella fascia 25-44 anni, per scendere al 25.3 tra i 45-59 anni, al 21.5 nella fascia 19-24 anni, al 21.4 tra i 60-69 anni, al 14.8 nella fascia over80. Il dato più basso, 14.2, è quello tra i 70 e 79 anni.

Vaccini, mancano all’appello circa 600 mila persone (di cui 150 mila over60)

IN PIEMONTE L’80% DEI PAZIENTI COVID IN TERAPIA INTENSIVA NON È VACCINATO
Dai dati aggiornati ad oggi in Piemonte l’80% dei pazienti Covid che si trovano in questo momento ricoverati in terapia intensiva non è vaccinato. In particolare, dei 20 ricoveri attuali in terapia intensiva 16 riguardano pazienti non vaccinati (8 uomini e 8 donne), altri 4 sono invece pazienti vaccinati ma con un quadro clinico serio per patologie pregresse (2 uomini e 2 donne). Dei 177 ricoveri in terapia ordinaria i pazienti non vaccinati sono 93.

COPERTURA VACCINALE

In Piemonte l’85% delle persone con più di 12 anni ha aderito alla campagna vaccinale e di questi l’83% ha completato il ciclo con due dosi. Circa 100.000 persone hanno già ricevuto anche la terza dose.
Ad oggi mancano all’appello circa 600 mila persone (di cui 150 mila over60), un dato però in costante miglioramento se consideriamo che a fine settembre erano 100 mila in più e a metà agosto erano 250 mila in più.

DETTAGLIO ETÀ NON ADERENTI

– 300 mila hanno tra i 30 e 60 anni, l’età centrale a livello lavorativo

– a cui si aggiungono circa 65 mila ventenni e 75 mila sessantenni

Fuori dalle età lavorative ci sono anche:

– 70 mila over70

– 90 mila studenti tra i 12 e i 19 anni (sono gli ultimi ad aver iniziato le vaccinazioni, ma con una percentuale di adesione alta di oltre il 70%. Un dato che si riflette sulla buona situazione a scuola rispetto allo scorso anno, grazie anche all’adesione alla vaccinazione del personale scolastico che in Piemonte è del 94%).

INCREMENTO ACCESSI DIRETTI

Negli hub vaccinali del Piemonte si è registrato negli ultimi due giorni un incremento del 45,5% degli accessi diretti rispetto alle stesse giornate della settimana scorsa.

Unità di crisi al lavoro per la terza dose agli over 60. In Piemonte 630 mila persone non ancora vaccinate

TERZE DOSI PER OVER60 E FRAGILI 

In queste ore l’Unità di Crisi della Regione Piemonte sta lavorando per definire le platee e la scansione dei tempi per iniziare immediatamente la somministrazione della terza dose di vaccino agli over60 e alle persone fragili over18 non appena trascorsi i 6 mesi dalla seconda.

La data precisa di partenza per queste categorie sarà comunicata lunedì prossimo.

I NON ADERENTI ALLA VACCINAZIONE IN PIEMONTE

Le persone che in Piemonte non hanno ancora aderito alla campagna vaccinale sono scese a circa 630.000.

Suddivise per fasce di età, si tratta di circa 65.000 12-15enni su un totale di 157.00, 31.000 16-19enni su 157.000, 67.000 ventenni su 448.000, oltre 92.000 trentenni su quasi 482.000, oltre 109.000 quarantenni su 614.000, oltre 110.000 cinquantenni su 716.000, 79.000 sessantenni su 580.000, 45.000 settantenni su 485.000, 28.000 over80 su 407.000.

Il bollettino Covid di sabato 9 ottobre

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 196 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 96 dopo test antigenico), pari allo 0.5% di 41.540 tamponi eseguiti, di cui 35.983 antigenici. Dei 196 nuovi casi, gli asintomatici sono 112 (57,1%).

I casi sono così ripartiti: 94 screening, 75 contatti di caso, 27 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 384.491,così suddivisi su base provinciale: 31.601 Alessandria, 18.363 Asti, 12.143 Biella, 55.418 Cuneo, 29.879 Novara, 204.727 Torino, 14.320 Vercelli, 13.718 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.586 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.736 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 16 (-rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 162 (+8 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3.144

I tamponi diagnostici finora processati sono 7.341.69(+41.540 rispetto a ieri), di cui 2.222.054risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.778

decessi di persone positive al test del Covid-19, nessuno di oggi, comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi 11.77deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.578 Alessandria, 720 Asti, 435 Biella, 1.463 Cuneo, 949 Novara, 5.625 Torino, 533 Vercelli, 375 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

369.391 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 369.39(+23rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 29.708 Alessandria, 17.455 Asti, 11.622 Biella, 53.442 Cuneo, 28.780 Novara, 197.445 Torino, 13.681 Vercelli, 13.241 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.498 extraregione e 2.519 in fase di definizione.

Covid, il bollettino di venerdì 8 ottobre

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16,45

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 118 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 45 dopo test antigenico), pari allo 0.5% di 23.423tamponi eseguiti, di cui 19.458antigenici. Dei 118 nuovi casi, gli asintomatici sono 66 (55,9%).

I casi sono così ripartiti: 49 screening, 57 contatti di caso, 12 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 384.295,così suddivisi su base provinciale: 31.591 Alessandria, 18.344 Asti, 12.140 Biella, 55.378 Cuneo, 29.860 Novara, 204.630 Torino, 14.316 Vercelli, 13.714 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.585 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.737 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 19 (-1 rispetto aieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 154 (-7rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3.186

I tamponi diagnostici finora processati sono 7.300.152(+ 23.423rispetto a ieri), di cui 2.213.733risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.776

2 decessidi persone positive al test del Covid-19, nessuno di oggi, sono stati comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi 11.776deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.578 Alessandria, 720Asti, 435 Biella, 1.463 Cuneo, 949 Novara,5.623 Torino, 533 Vercelli, 375 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

369.043 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 369.160(+117rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 29.693 Alessandria, 17.430 Asti, 11.611 Biella, 53.418 Cuneo, 28.764 Novara, 197.321 Torino, 13.676 Vercelli, 13.235 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.497 extraregione e 2.515 in fase di definizione.

Il generale Figliuolo accoglie la richiesta: Piemonte primo a partire con le terze dosi per il personale sanitario

Accolta la richiesta rivolta dal Presidente della Regione e dall’Assessore alla Sanità.

Il generale Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza Covid ha accolto la richiesta del Piemonte di poter iniziare subito con la somministrazione delle terze dosi al personale sanitario, in parallelo a quelle per gli over 80 ed ospiti e operatori delle RSA.

Il Presidente della Regione e l’Assessore alla Sanità sottolineano che all’appello lanciato ieri dal Piemonte è arrivato oggi un immediato riscontro positivo da parte della Struttura commissariale e per questo desiderano ringraziare il generale Figliuolo che, ancora una volta, ha mostrato grande attenzione e velocità nel venire incontro alle istanze del territorio.

Il Piemonte è stato tra i primi a partire il 20 settembre con le somministrazioni delle terze dosi ai 53 mila immunodepressi del proprio territorio e nella classifica elaborata dalla Fondazione Gimbe è in testa alle Regioni con oltre 20 mila somministrazioni nell’arco di 10 giorni.
Da lunedì 4 ottobre si partirà anche con gli oltre 370 mila over80 e ospiti ed operatori delle RSA.
Dopo il via libera arrivato nel pomeriggio al Piemonte sul personale sanitario si procederà immediatamente anche con l’organizzazione delle dosi aggiuntive per questa categoria, partendo in particolare dal personale sanitario con più di 60 anni o affetto da patologie concomitanti tali da renderli vulnerabili a forme gravi di Covid o con elevato livello di esposizione all’infezione, così come previsto dalla circolare ministeriale.

Il Presidente e l’Assessore sottolineano che era fondamentale intervenire subito con la terza dose anche per la sicurezza del personale sanitario, che è stata una delle prime categorie a concludere il ciclo vaccinale nella prima fase e che continua a lavorare senza sosta per il bene della collettività.

Il commissario generale dell’Unità di crisi della Regione Vincenzo Coccolo sottolinea che oggi il Piemonte può contare su una disponibilità di oltre un milione di dosi e l’obiettivo è di utilizzarle nel minor tempo possibile per mettere in sicurezza al più presto il maggior numero di persone.

IN PIEMONTE L’85% DEI PAZIENTI COVID IN TERAPIA INTENSIVA NON È VACCINATO

Dai dati aggiornati ad oggi in Piemonte l’85% dei pazienti Covid che si trovano in questo momento ricoverati in terapia intensiva non è vaccinato. In particolare dei 20 ricoveri attuali in terapia intensiva 17 riguardano pazienti non vaccinati (11 uomini e 6 donne), altri 3 sono invece pazienti vaccinati ma con un quadro clinico serio per patologie pregresse (2 uomini e 1 donna). Dei 189 ricoveri in terapia ordinaria i pazienti non vaccinati sono 99.

RIENTRO A SCUOLA DOPO UN’ASSENZA NON COVID: SUFFICIENTE L’AUTOCERTIFICAZIONE

La Regione Piemonte in una nota di chiarimento all’Usr rivolta alle scuole precisa che non è necessario il certificato medico per il rientro in classe dopo un’assenza non Covid, è sufficiente l’autodichiarazione dei genitori. Tale autodichiarazione deve essere presentata anche nel caso di un solo giorno di assenza.

Vaccini, terza dose: “Gli infermieri italiani sono tutti a rischio”

Nursing Up De Palma: «Gli infermieri italiani sono tutti a rischio. Riservare la priorità nella somministrazione della terza dose solo ad alcune categorie di operatori sanitari potrebbe funzionare se esistessero piani di prevenzione omogenei e di massa, con screening finalizzati alla previa valutazione dell’assetto immunologico di tutti gli operatori sanitari ai fini della loro successiva collocazione o meno nelle categorie prioritarie».

Il Presidente del Sindacato: «Se il CTS ha deciso che deve esserci la terza dose, allora terza dose sia! E’ sacrosanto dare la priorità a quegli infermieri, a quei medici e a quegli OSS che presentano gravi patologie pregresse, ma nessuno dimentichi che tutti gli infermieri sono a rischio, e che anche chi non lamenta patologie pregresse conclamate può presentare un quadro immunologico delicato e potrebbe infettarsi di nuovo». 

«Se terza dose deve essere, anche per gli operatori sanitari, terza dose sia. Prendiamo atto del via libera del CTS. Prima di tutto, non entriamo nel merito della decisione del Comitato Tecnico Scientifico, che di concerto con il Ministero della Salute, ha stabilito nelle ultime ore, dando il suo assenso, questo emerge dalle parole del portavoce Brusaferro, di sottoporre alla terza dose, da subito, anche quegli operatori sanitari ritenuti a rischio, al pari di ottantenni e cittadini immuno-depressi.

Ben venga ed è sacrosanto che venga data priorità a quegli infermieri, a quei medici, a quegli Oss, che presentano gravi patologie pregresse. 

Ma non possiamo “gettare nel dimenticatoio” tutti gli altri, cioè quelli  che si sono spezzati la schiena nei turni massacranti dell’emergenza sanitaria, e che ogni giorno, da mesi, sono a rischio più di qualunque altra categoria di lavoratori.

Chiediamo pertanto ulteriori approfondimenti dedicati proprio a loro, indagini accurate, per comprendere, in breve tempo, se è scientificamente consigliabile o meno di allargare la terza dose a tutti gli operatori sanitari. Insomma, qualcuno ci dica, finalmente, numeri dell’evidenza scientifica alla mano, se e in quale percentuale decresce la copertura vaccinale nel tempo. E soprattutto, quali livelli percentuali di copertura i vaccini riescono a garantire contro la variante Delta, notoriamente più pervasiva di quella Alfa, dalla quale tutto ebbe inizio.

Per quanto ne sanno molti di noi, nei pronto soccorso pieni zeppi di ricoveri, alle prese con croniche carenze di personale, nelle centrali operative, nei reparti nevralgici degli ospedali, all’interno di strutture vetuste, i colleghi vaccinati nei primi mesi del nuovo anno, potrebbero oggi essere interessati ad una riduzione della propria immunità. 

Chi si prenderà la responsabilità di vagliare caso per caso?

E se qualcuna di queste indagini arrivasse in ritardo, o se un infermiere già vaccinato, di servizio in un pronto soccorso, di base in buona salute, ma con un livello anticorpale basso, diventasse, una volta infettato, dal momento che è a costante contatto con decine di persone ogni giorno, veicolo di contagio per un collega, un paziente o un suo stesso familiare a sua volta immuno-depresso, non ancora sottoposto a terza dose, mettendo a rischio  l’incolumità di quest’ultimo?

Ogni giorno quegli infermieri eventualmente soggetti ad un  abbattimento dei loro livelli di immunità, potrebbero diventare veicolo inconsapevole di infezione per altri malati, per i colleghi, per i loro stessi familiari.

Anche chi non presenta patologie pregresse conclamate, ma possiede un quadro immunologico più delicato potrebbe infettarsi di nuovo. I recenti dati ISS lo confermano, con la media di 47/48 infermieri al giorno già vaccinati che si re-infettano. In definitiva, anche se questi numeri non hanno le caratteristiche preoccupanti del passato, sono un segnale che dovrebbe spingere le autorità sanitarie ad ulteriori approfondimenti. Bisogna capire soprattutto in che condizioni immunologiche si trova la maggior parte degli operatori vaccinati tra  gennaio e febbraio.

Occorrono indagini, che fino a questo momento nessuno ci ha confermato di aver effettuato: quando si esaurisce effettivamente l’immunità del vaccino? Nessuno mai ha risposto in modo preciso a questo nostro quesito chiave».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

«Da mesi abbiamo chiesto, al Ministero della Salute, pubblicamente,   uno studio accurato sull’efficacia del vaccino in relazione alle nuove varianti. 

Continuiamo a sollecitare pubblicamente  tutte le aziende sanitarie a monitorare, con screening costanti, le condizioni di salute degli operatori sanitari già vaccinati da mesi. E’ necessario  aspettare di re-infettarsi,  prima di sapere, finalmente, se gli effetti del vaccino si sono ridotti dopo sei/otto mesi?

Indagini accurate, regolamentazione precisa, prevenzione, controlli a tappeto sulla salute di tutti gli operatori sanitari del SSN. Non si può prescindere da tutto questo.

In riferimento a tutto ciò, non possiamo che stigmatizzare il comportamento di certe aziende, e parliamo di datori di lavoro responsabili della salute dei dipendenti del SSN, che si ricordano di effettuare tamponi di massa e dosaggi anticorpali solo nel momento in cui esplode un focolaio. Ricordiamoci, da ultimo  cosa è accaduto di recente nel Lazio, in Sicilia e in ordine di tempo in Campania, con nuovi casi di infermieri già vaccinati e contagiati. 

Non è nostra competenza entrare nel merito della decisione dell’approvazione della terza dose, ma chiediamo chiarimenti definitivi da parte della comunità scientifica sull’effettiva durata dell’immunità per coloro che si sono già vaccinati da mesi, tutto questo vale per gli operatori sanitari, così come per i cittadini.

Per come la vediamo noi, gli infermieri italiani sono tutti a rischio. Riservare la priorità nella somministrazione della terza dose solo ad alcune categorie di operatori sanitari potrebbe funzionare se esistessero piani di prevenzione omogenei e di massa, con screening finalizzati alla previa valutazione dell’assetto immunologico di tutti gli operatori sanitari ai fini della loro successiva collocazione o meno  nelle categorie prioritarie.

I medici di medicina generale con la Regione per la campagna vaccini autunnale

PROSEGUE ATTIVITA’ DI COUNSELING DEI MEDICI PER CHI NON HA ANCORA DECISO DI VACCINARSI.

DAL MESE DI OTTOBRE ATTIVO IN TUTTE LE FARMACIE IL SERVIZIO DI PRENOTAZIONE DELLE VISITE, PAGAMENTO TICKET E RITIRO REFERTI DI LABORATORIO.

Prosegue l’impegno della Regione Piemonte sul fronte della campagna di vaccinazione, con la collaborazione dei medici di medicina generale.

La Direzione regionale dell’Assessorato alla Sanità ha comunicato ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale che la campagna di vaccinazione in atto negli studi dei medici proseguirà nei prossimi mesi con l’utilizzo dei vaccini a mRna Pfizer e Moderna, mentre il vaccino Astra Zeneca sarà utilizzato unicamente per i richiami.

Il Piemonte ha siglato nel mese di gennaio di quest’anno un accordo integrativo con i medici di medicina generale per la vaccinazione, accordo che poi a luglio, primi in Italia, è stato ulteriormente integrato con la finalità di incrementare l’adesione alla vaccinazione della popolazione over 16, con particolare attenzione per gli over 60.

Proseguirà fino al 31 ottobre, ed eventualmente anche oltre, qualora fosse necessario, l’attività di counseling attivo agli assistiti che intendono ricevere maggiori informazioni sui vaccini, in modo da promuovere la scelta consapevole di vaccinarsi.

Attività che, unita all’estensione del certificato verde Covid per tutti i lavoratori, dovrebbe contribuire ad un forte aumento del numero di persone che si vaccinano.

Attualmente in Piemonte sono circa 700.000 coloro che non hanno ancora aderito, dei quali 284.000 over 50 ( e di questi 160.000 sono over 60).

Per il presidente della Regione Alberto Cirio e per l’assessore alla Sanità Luigi Icardi è fondamentale proseguire con il grande sforzo che ha consentito di raggiungere ottimi risultati nella campagna di vaccinazione. Medici di medicina generale e farmacisti fin dall’inizio sono stati con la Regione in questa battaglia e lo saranno anche nei prossimi mesi e a loro va il ringraziamento più sincero per l’impegno costante.

Per quanto riguarda le farmacie, anch’esse da mesi impegnate nell’attività di vaccinazione e nell’effettuazione dei test rapidi antigenici che da ieri sono a prezzo calmierato per tutti, dal 1° ottobre partirà il servizio di prenotazione delle visite ambulatoriali e delle prestazioni specialistiche, del pagamento dei ticket e del ritiro dei referti di laboratorio.

Saranno coinvolte tutte le 1.600 farmacie del Piemonte, aderenti a Federfarma ed Assofarm, in virtù dell’accordo sottoscritto il 10 agosto e recepito dalla Giunta regionale la scorsa settimana.

Vaccini, al via la somministrazione della terza dose

Da lunedì 20 settembre il Piemonte partirà con la somministrazione della terza dose. Lo avevano deciso il presidente della Regione Piemonte Cirio  e l’assessore alla Sanità Icardi , a cui nei giorni scorsi  il commissario Figliuolo aveva anticipato il via libera da questa settimana alla nuova fase della campagna vaccinale. Si comincerà con la terza dose negli immunodepressi e trapiantati che hanno già ricevuto in Piemonte due dosi di vaccino. Come avvenuto finora non sarà necessaria nessuna preadesione, perché saranno i centri specializzati ospedalieri che li hanno in cura a convocare gli immunodepressi. popolazione”. Sono 52.911 i soggetti selezionati chiamati direttamente dai centri specialistici presso cui sono in cura. Tra di loro  persone in attesa di trapianto o trapiantate, in chemioterapia o radioterapia, con deficit dell’immunità cellulare o dell’immunità umorale, affetti da Hiv, con insufficienza renale, con malattie onco-ematologiche, o con immunodeficienze di varia origine.

GLI EFFETTI POSITIVI DEL VACCINO SULL’INCIDENZA IN PIEMONTE PER FASCE D’ETÀ

Nel corso della riunione del Dirmei si è analizzato l’andamento dell’epidemia, con un focus particolare sulla suddivisione per classi di età. L’indagine degli epidemiologi ha evidenziato come al momento in Piemonte l’incidenza media sia di 35 casi ogni 100 mila abitanti, un valore rimasto stabile e contenuto, da inizio agosto ad oggi, grazie agli effetti positivi della vaccinazione che ha ormai dato copertura completa al 94% di coloro che hanno aderito sopra i 50 anni. Una più manifesta circolazione del virus, seppur in forma non grave, è presente invece tra i giovani, per i quali la campagna vaccinale è ancora in pieno svolgimento, essendo partita da Piano nazionale dopo quella delle categorie più esposte.

Al momento tra coloro che hanno aderito nella fascia 12-19 anni il 94% ha già ricevuto la prima dose, mentre ha già completato il ciclo vaccinale quasi il 70% dei 16-19 enni e il 37% dei 12-15 enni.
Gli effetti positivi della vaccinazione sulla capacità del virus di propagarsi emerge in modo evidente dall’attuale incidenza nelle diverse fasce d’età.

La più bassa con 16.5 casi ogni 100 mila si riscontra nei 70 enni, dove ha il ciclo completo del vaccino il 96% degli aderenti (l’85% di tutta la popolazione piemontese con questa età). Ampiamente sotto la media generale piemontese anche l’incidenza dei 60enni a quota 18.9, degli over80 a quota 21.7 e della fascia 44-59 anni a quota 29.8

La presenza di casi aumenta invece nelle fasce più giovani: tra i 25-44 anni l’incidenza è 47.6, tra i 19-24 anni è 37.9, tra i 14-18 anni è 47.7, tra gli 11-13 anni è 62.6, da 6 a 10 anni è 59.5, da 3 a 5 anni è 65.8, mentre sotto i 2 anni l’incidenza è 42.9.

Sono dati che ancora una volta confermano quanto sia importante che ad aderire siano anche i più giovani, spiegano il presidente della Regione Piemonte e l’assessore alla Sanità. Se i ricoveri ospedalieri si mantengono bassi e continuiamo a essere in zona bianca è grazie alla campagna vaccinale, che rappresenta la più efficace misura di prevenzione contro il Covid.

Nell’ultimo Report del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità l’occupazione delle terapie intensive Covid in Piemonte è del 4% (su 628 posti e 99 attivabili), mentre resta del 3% quella delle terapie ordinarie Covid. La percentuale di positività dei tamponi rimane al 2% e l’Rt sotto la soglia dell’uno.

NUOVO OPEN DAY VALENTINO SABATO 18 SETTEMBRE

Nuovo Open Day al centro vaccinale Valentino di Torino sabato 18 settembre: 750 i posti disponibili dalle ore 8 alle ore 15 per tutto il Piemonte e per tutte le fasce d’età (dai 12 anni in su): 500 si potranno prenotare dalle ore 9 di domani su www.IlPiemontetivaccina.it e altri 250 saranno ad accesso diretto il giorno stesso senza necessità di prenotazione.