Coronavirus- Pagina 30

Covid: in Piemonte altri 3171 contagi e 39 morti

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17,30

 

36.086 PAZIENTI GUARITI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti guariti sono complessivamente 36.086così suddivisi su base provinciale: Alessandria 4060, Asti 1936, Biella 1155, Cuneo 3906, Novara 3213, Torino 18.670, Vercelli 1609, Verbano-Cusio-Ossola 1197, extraregione 238, oltre a 75 in fase di definizione.

I DECESSI SONO 4520

Sono 39 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 9 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora 4520 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 723 Alessandria, 281 Asti, 238 Biella, 435 Cuneo, 440 Novara, 1978 Torino, 245 Vercelli, 137 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 43 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 84.580(+ 3171 rispetto a ieri) di cui 1477 (46%) sono asintomatici.

I casi sono così ripartiti: 1069 screening, 699 contatti di caso, 1043 con indagine in corso; per ambito: 255 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 357 scolastico, 2559 popolazione generale.
La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 7720 Alessandria, 4041 Asti, 2730 Biella, 10.390 Cuneo, 6435 Novara, 46.389 Torino, 3050 Vercelli, 2370 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 564 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 891 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 249(+16 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3698 (+173 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono40.027

I tamponi diagnostici finora processati sono 1.095.992 (+16.885 rispetto a ieri), di cui 603.246 risultati negativi.

Si poteva fare molto. E invece…

Si  poteva fare tanto, dopo il liberi tutti di giugno, convinti d’aver sconfitto il virus…

si potevano aumentare i posti in terapia intensiva…
si poteva assumere personale sanitario e togliere il numero chiuso per le iscrizioni alla laurea triennale in infermieristica….
si poteva aumentare il numero di mezzi pubblici per evitare assembramenti… si potevano scaglionare entrate ed uscite dal luogo di lavoro si potevano fare tante cose… come diceva cetto la qualunque che rappresenta il “politico italiano”
è stata fatta “una beata minchia”.
Dal 4 dicembre di nuovo liberi tutti per salvare il Natale e Capodanno?
Chissà….forse in questo periodo è meglio pensare “per davvero” come organizzare un 2021 non positivo ma sereno!

Vincenzo Grassano

Gli infermieri Nursing up: “Chiudere Dea del Martini crea code ambulanze”

Riceviamo e pubblichiamo

Nursing Up: “Chiudere il DEA del Martini sta mandando al collasso gli altri DEA. Ieri al Maria Vittoria 14 ambulanze in coda”

La situazione del DEA del Maria Vittoria, da ieri, dopo la decisione di chiudere il DEA dell’Ospedale Martini per la trasformazione in presidio Covid, sta esplodendo. È necessario intervenire subito perché il sovraffollamento, derivato dai pazienti che dal Martini si rivolgono al Maria Vittoria, non è più sostenibile.

Il Nursing Up, sindacato degli Infermieri e delle professioni sanitarie, chiede che i vertici dell’Asl Città di Torino e la Regione pongano immediato rimedio a questa situazione che potrebbe mettere a rischio la possibilità di fornire adeguate cure a chi si rivolgesse a queste strutture.

 

Il Segretario Regionale del Piemonte del Nursing Up, Claudio Delli Carri, e il Segretario Aziendale Città Metropolitana di Torino del Nursing Up, Fausto Russo, spiegano: “Ieri, mercoledì 4 novembre, alle ore 17, ci sono state segnalate ben 14 ambulanze in coda all’Ospedale Maria Vittoria, in attesa di “caricare” i pazienti da trasferire in altri ospedali del territorio. Sempre ieri c’erano più di 100 pazienti che “stazionavano” al Pronto Soccorso dell’Ospedale Maria Vittoria, la maggior parte positivi al Covid.

È una situazione allucinante che non crediamo si possa risolvere nei prossimi giorni senza che si intervenga subito”.

Proseguono Delli Carri e Russo: “La chiusura del DEA del Martini ha già dimostrato di creare e creerà grossi problemi al territorio. Non si può pensare di chiudere un DEA che fa 78.000 passaggi l’anno così, di punto in bianco, scaricando tutto sull’altro o sugli altri ospedali. O almeno, lo si può chiudere con una pianificazione ragionata sulla gestione degli oltre 200 utenti che vi accedono quotidianamente, in modo che possano trovare risposte alle loro esigenze di cura altrove sul territorio.

Il DEA del Martini è di fondamentale importanza perché risponde alle esigenze di cura di una vasta area della zona centro sud di Torino. La sua chiusura genera inevitabilmente una maggior affluenza nei DEA limitrofi che si trovano all’Ospedale Mauriziano, Moncalieri, Rivoli e Città della Salute. E abbiamo già visto che cosa è accaduto al Maria Vittoria ieri.

La verità è che si pagano oggi gli enormi danni derivati da anni e anni di tagli alla Sanità e al personale. A ciò si aggiunge quello che da giorni stiamo dicendo: le enormi necessità di personale che abbiamo con gli infermieri che non si trovano più, oltretutto con quei pochi rimasti che vengono “catturati” da chi offre loro condizioni migliori. Ci rendiamo conto che stiamo giocando col fuoco? Ci rendiamo conto che questa situazione potrebbe avere delle ripercussioni notevoli sul personale e anche sulla popolazione che rischia di non trovare immediata risposta ai problemi di salute che oggi sono di urgenza-emergenza?”.

L’opposizione in Regione: “ora basta, si trovi un covid hospital”

Parlano i leader torinesi dell’opposizione in Regione: Ora basta, si trovi un nuovo Covid Hospital e si utilizzi questo lockdown per salvare la sanità piemontese. Una sola vita vale più delle polemiche di questa Giunta.

“A seguito della proclamazione dell’emergenza si può passare a uno ‘stato d’eccezione’ che è in grado di limitare alcune nostre libertà fondamentali; sta accadendo purtroppo in queste ore, con il nuovo lockdown che si abbatterà sulle nostre vite nelle prossime ore. Perché non possiamo utilizzare lo stesso stato d’eccezione per fare valere l’interesse pubblico e destinare strutture private ma vuote a nuovi Covid hospital torinese?” – si chiedono i capigruppo di opposizione torinesi in Regione.

“Serve un nuovo Covid hospital e serve presto – proseguono Gallo, Giaccone, Grimaldi e Magliano – l’aver smantellato in fretta e furia le OGR senza una vera alternativa non è stata una mossa intelligente, come non lo è stata individuare l’oftalmico (per la solo sub-intensiva): l’avevamo già segnalato all’Assessore Icardi quasi tre settimane fa durante un question time”.

“In questa fase chiediamo alla Giunta di lasciar da parte l’orgoglio e tornare sui propri passi: nel pieno dell’emergenza sanitaria, se non ci sono altri luoghi pubblici idonei è meglio una piccola figuraccia, tornando alle OGR, chiedendo gratuitamente il Lingotto (pagando le spese vive) o altri luoghi privati idonei. Tutto e meglio di ripiegare su una scelta, quella del parcheggio sotterraneo fuori da Torino Esposizioni, che non ha impianti di riscaldamento idonei ad una pandemia, che in caso d’incendio renderebbe quel luogo un inferno e che mostra problemi logistici non facilmente né velocemente risolvibili”.

“Quando affermiamo che la sanità piemontese è arrivata impreparata alla seconda ondata finendone travolta – concludono i capigruppo di Partito Democratico, Liberi Uguali Verdi, Moderati e Lista Chiamparino per il Piemonte – intendiamo proprio questo tipo di circostanze. Il centro sinistra in Consiglio regionale non ha nessuna voglia di passare il lockdown a fare polemiche, vogliamo invece utilizzare questo tempo per proporre le strade migliori per uscire dalla zona rossa e dal pantano in cui Cirio e la Lega ci hanno messi. Se loro non riescono a gestire la sanità della nostra Citta, invece di lamentarsi, chiedano al Ministero di mandare un commissario capace di gestire meglio di quanto stiano facendo la seconda ondata della Pandemia: una sola vita vale più delle polemiche di questa Giunta”.

Covid e zona rossa, Appendino bacchetta Cirio: “Non è il momento delle polemiche”

Dopo il post su Facebook del governatore Cirio che si lamenta della decisione del governo di indicare il Piemonte come zona rossa, mentre altre regioni in situazioni altrettanto difficili non subiranno il lockdown, interviene la sindaca di Torino, Chiara Appendino:

”in questo momento drammatico, le istituzioni devono assumersi le proprie responsabilità. Il Governo l’ha fatto, stabilendo dei criteri di rischio per le Regioni.” Scrive la prima cittadina sulla propria pagina Facebook.

“Adesso bisogna mettere subito in atto un piano dettagliato e concreto che ci faccia uscire dalla fascia rossa e che porti Torino e il Piemonte fuori dal lockdown il prima possibile.

Sono migliaia i piemontesi bloccati in casa da un sistema sanitario che per stessa ammissione della regione, non sta reggendo.
Sono migliaia le imprese obbligate a chiudere che potrebbero non riaprire più.

Ogni minuto perso a fare polemica è un minuto in meno dedicato a loro”, aggiunge la sindaca riferendosi evidentemente alle parole del Governatore.

“Adesso bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare pancia a terra per uscirne fra 14 giorni.Punto.“ conclude la sindaca.

Bollettino Covid, 37 vittime e 3577 contagi in più

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17,30

 

35.351 PAZIENTI GUARITI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti guariti sono complessivamente 35.351 così suddivisi su base provinciale: Alessandria 4001, Asti 1938, Biella 1150, Cuneo 3779, Novara 3194, Torino 18.243, Vercelli 1599, Verbano-Cusio-Ossola 1180, extraregione 235, oltre a 32 in fase di definizione.

I DECESSI SONO 4481

Sono 37 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 4 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora 4481 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 722 Alessandria, 278 Asti, 236 Biella, 430 Cuneo, 435 Novara, 1958 Torino, 242 Vercelli, 137 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 43 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 81.409 (+ 3577 rispetto a ieri) di cui 1567 (44%) sono asintomatici.

I casi sono così ripartiti: 1701 screening, 880 contatti di caso, 996 con indagine in corso; per ambito: 297 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 371 scolastico, 2909 popolazione generale.
La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 7540 Alessandria, 3932 Asti, 2643 Biella, 9979 Cuneo, 6264 Novara, 44.465 Torino, 2954 Vercelli, 2238 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 548 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 846 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 233 (+20 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3525 (+146 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 37.819

I tamponi diagnostici finora processati sono 1.079.137 (+16.022 rispetto a ieri), di cui 594.140 risultati negativi.

In allegato la tabella riassuntiva

Posti letto in esaurimento, la priorità è ridurre i ricoveri

È importante contenere il numero di ricoveri, perché l’elemento più critico dell’attuale fase pandemica è “il fatto che con questo incremento nessun sistema sanitario al mondo, non dico il Piemonte, può reggere”.

 

Per questo, ha spiegato l’assessore alla SanitàLuigi Icardi nel corso della sua informativa in Consiglio regionale, “dobbiamo cercare di curare a domicilio tutti coloro per i quali è possibile”. La seduta si è svolta in videoconferenza con la presidenza di Stefano Allasia.

“Si fanno molti ricoveri – ha detto l’assessore – e i tecnici ritengono che molti casi potrebbero però essere trattati a domicilio. Il Veneto ha addirittura fatto un’ordinanza in questo senso: noi abbiamo l’accordo integrativo con i medici”. Come esempio da seguire, Icardi ha citato quello di Ovada (Al) dove “il progetto Covid-Home prevede che all’accesso al pronto soccorso si facciano approfonditi esami e chi può viene rimandato a casa, quindi seguito dalla medicina territoriale e dalle Usca. “In questo modo si è registrato una diminuzione dei ricoveri del 50 per cento”. Oggi “Sulla base delle curve di contagio e delle proiezioni a sette giorni, in Piemonte emerge che ogni 100 sintomatici in più si devono attendere entro pochi giorni 16 ricoveri ordinari, e ogni 100 ricoveri ordinari ce ne sono 16 in terapia intensiva”.

Sempre in quest’ottica l’assessore ha ricordato appunto che “il 13 maggio è stato siglato l’accordo con i medici di medicina generale, che ha moltiplicato capillarmente la possibilità di intercettare il virus sul territorio. Abbiamo messo diversi milioni su questo contratto integrativo”.

Il carico degli ospedali alla data di ieri ha fatto registrare “3187 posti occupati per il Covid su una disponibilità di 5580. L’incremento nelle TI è lineare. Non si sta assistendo a un incremento rapido, ma a una costanza di aumento. Tuttavia con questi numeri nessun sistema sanitario al mondo può dare una risposta certa per lungo tempo”. Icardi ha anche spiegato che rispetto alla prima ondata, oggi abbiamo pressione sui posti ordinari e meno su quelli di terapia intensiva.

“L’andamento dei ricoveri ordinari mostra incremento dal 16 agosto. Sino a quel punto eravamo a 2 posti letto occupati. Nel periodo estivo i casi erano in maggioranza importati (il 59 percento), cioè avvenuti altrove. Dal 14 settembre è ricominciato l’aumento esponenziale”.

Icardi, nel corso della sua informativa, ha anche ripercorso nel dettaglio tutte le iniziative intraprese dalla Regione Piemonte per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, a partire dal febbraio scorso. Ha rifiutato le critiche che accusano la Sanità piemontese di navigare a vista, descrivendo in modo dettagliato le decisioni prese e le direttive impartite alle Asl, chiarendo anche come i protocolli prevedano particolareggiatamente le azioni da intraprendere secondo i parametri registrati e i report settimanali che tutte le Regioni inviano al Ministero.

Coronavirus, oltre 3000 contagi e 29 vittime

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

 

34.675 PAZIENTI GUARITI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti guariti sono complessivamente 34.675 così suddivisi su base provinciale: Alessandria 3950, Asti 1903, Biella 1122, Cuneo 3708, Novara 3147, Torino 17.859, Vercelli 1587, Verbano-Cusio-Ossola 1170, extraregione 229.

I DECESSI SONO 4444

Sono 29 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 5 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora 4444 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 719 Alessandria, 275 Asti, 230 Biella, 429 Cuneo, 430 Novara, 1946 Torino, 236 Vercelli, 136 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 43 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 77.832 (+ 3.169 rispetto a ieri) di cui 1303 (41%) sono asintomatici.

I casi sono così ripartiti: 1132 screening, 994 contatti di caso, 1043 con indagine in corso; per ambito: 274 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 355 scolastico, 2540 popolazione generale.
La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 7300 Alessandria, 3775 Asti, 2500 Biella, 9572 Cuneo, 6094 Novara, 42.214 Torino, 2869 Vercelli, 2172 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 533 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 803 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 213 (+17 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3379 (+271 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 35.121

I tamponi diagnostici finora processati sono 1.063.115 (+12.694 rispetto a ieri), di cui 586.921 risultati negativi.

Il bollettino: 21 morti, 2003 contagi e nuovi ricoveri

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17.30

 34.153 PAZIENTI GUARITI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti guariti sono complessivamente 34.153 così suddivisi su base provinciale: Alessandria 3910, Asti 1852, Biella 1112, Cuneo 3576, Novara 3118, Torino 17.630, Vercelli 1566, Verbano-Cusio-Ossola 1160, extraregione 229.

I DECESSI SONO 4415

Sono 21 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 2 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora 4415 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 719 Alessandria, 270 Asti, 227 Biella, 427 Cuneo, 423 Novara, 1935 Torino, 235 Vercelli, 136 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 43 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 74.663 (+2.300 rispetto a ieri) di cui 853 (43%) sono asintomatici.

I casi sono così ripartiti: 989 screening, 565 contatti di caso, 449 con indagine in corso; per ambito: 112 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 216 scolastico, 1675 popolazione generale.
La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 7030 Alessandria, 3689 Asti, 2433 Biella, 9154 Cuneo, 5925 Novara, 40.227 Torino, 2794 Vercelli, 2115 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 522 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 744 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 196 (+17 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.844 (+264 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 32.791

I tamponi diagnostici finora processati sono 1.050.421 (+11.113 rispetto a ieri), di cui 578.099 risultati negativi.

Alberghi assistiti per anziani asintomatici o paucisintomatici

Pubblicato sul sito della Regione l’avviso per la manifestazione di interesse. Un secondo progetto coinvolgerà altre strutture alberghiere per soggetti in quarantena totalmente autosufficienti che non necessitano di assistenza sanitaria.

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha emesso un avviso per la creazione di “alberghi assistiti”, ovvero strutture alberghiere con supporto socio-sanitario da riservare per pazienti ultra 65enni, autosufficienti o parziamente autosufficienti, risultati positivi al Covid-19 in forma asintomatica o paucisintomatica.

Possono presentare domanda con la massima urgenza tutti i soggetti già coinvolti in progetti di assistenza e cura *(imprese, cooperative, enti no profit) e tutte le strutture ricettive in grado di fornire i servizi richiesti attraverso raggruppamenti di impresa con realtà specializzate del settore.

Ogni “albergo assistito” dovrà garantire un minimo di 20 camere provviste di bagno all’interno, il servizio di colazione, pranzo e cena, il cambio e la sanificazione della biancheria al massimo ogni tre giorni, 2 operatori socio-sanitari ogni 20 ospiti, un infermiere professionale che effettua 3 passaggi diurni di due ore per 20 ospiti, la reperibilità infermieristica h24. La fornitura dei dispotivi di protezione individuale sarà a carico del gestore. I medici di medicina generale o delle Usca garantiranno, invece, il supporto medico.

Illustrando le motivazioni dell’avviso, l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, rileva che “un numero considerevole di ricoveri in ospedale riguarda persone autosufficienti o parzialmente autosufficienti positive al Covid-19 asintomatiche o paucisintomatiche che, pur non necessitando di un livello di cure di tipo ospedaliero, vengono ricoverate per la difficoltà di mantenere una condizione di isolamento o per l’assenza di una rete sociale valida. In questo modo possiamo offrire l’assistenza necessaria a questo tipo di pazienti e al contempo liberare posti letto per gli altri ammalati”.

Le aziende sanitarie potranno procedere a stipulare i contratti sulla base dei rispettivi fabbisogni e di tariffe ritenute congrue in relazione ai servizi richiesti.

Il bando è consultabile su https://bandi.regione.piemonte.it/avvisi-beni-regionali/reperimento-strutture-alberghiere-supporto-socio-sanitario-emergenza-covid-19

Parallelamente al progetto degli alberghi assistiti, la Regione Piemonte ha messo in campo una seconda misura che coinvolge il sistema alberghiero per pazienti totalmente autosufficienti, dimessi dagli ospedali ma ancora positivi, che non necessitano di supporto sanitario ma non possono stare a casa in attesa di diventare negativi. Il servizio è pensato in generale anche per chiunque non può fare la quarantena a casa e ha bisogno di uno spazio.

Al momento sono stati già individuati 1000 posti disponibili presso le strutture alberghiere di tutte le provincie piemontesi: 815 sono disponibili negli alberghi della provincia di Torino, 34 nell’Alessandrino, 20 nell’Astigiano, 20 nel Cuneese, 65 nel Novarese, 31 nel VCO e 16 nel Vercellese.

“Il lavoro è stato fatto con la Protezione civile tramite le Federalberghi provinciali – sottolinea l’assessore regionale alla Protezione civile Marco Gabusi – avendo cura di selezionare le strutture con il maggiore comfort per gli ospiti tra i 3, 4 e 5 stelle disponibili. Una volta individuate le strutture, le Asl valutano l’adeguatezza di spazi e servizi e procedono a contrattualizzare gli alberghi. Si tratta di un’attiva in progress, per cui potrebbero arrivare ancora ulteriori disponibilità”.

Ancora una volta – commenta l’assessore regionale al Turismo Vittoria Poggio – la collaborazione tra pubblico e privato si rende proficua ed indispensabile. Un ringraziamento a tutte le strutture ricettive che vorranno partecipare e collaborare per queste due misure, andando così ad aiutare quelle realtà assistenziali in difficoltà a causa del complesso momento storico che stiamo vivendo”.