ARTE- Pagina 103

“I colori dell’arte”, una mostra in città

Settembre è un mese strano. Il sapore ormai agrodolce di agosto inizia a miscelarsi con l’idea che fino a Natale non ci saranno molte altre pause dal lavoro, non siamo ancora stanchi ma già assaporiamo gli impegni, gli appuntamenti, le corse al millisecondo e il conseguente riempirsi delle agende.

Settembre però è anche il mese delle speranze e dei buoni propositi, è il momento in cui crediamo di poter concretizzare tutto quello che non si è ultimato prima dell’estate e ci convinciamo di avere il tempo necessario per attuare vecchi desideri.

È con tale peculiare disposizione d’animo che ci si riabitua ai ritmi cittadini, con tutto ciò che ne consegue: l’andare a scuola, “timbrare il cartellino” in ufficio, programmare gli impegni; la “routine” tuttavia ha anche dei lati positivi, infatti, tra un’occupazione e l’altra, possiamo ritornare ad organizzarci il tanto desiderato tempo libero, magari andando al cinema o a teatro, oppure passeggiare per il centro o visitare qualche mostra. Ecco, se vi trovate in questi giorni in via Po, vi consiglio vivamente di spendere dieci minuti andando a curiosare nella piccola ma interessante mostra titolata “I colori dell’arte”, allestita presso il Chiostro dell’Annunziata, in via Po 45. Lo ammetto, è un consiglio interessato il mio, poichè tra i lavori esposti vi sono anche alcune fotografie scattate da me; sottolineo però che oltre a tali lavori sono visionabili le opere di Daniela Bruno, Davide Camattari, Giovanna Ciquera, Santina Fischietti, Giuseppe Precoma, Antonio Riussi, Salvatore Tuttorosa e Umberto Zullo, tutti membri dell’Associazione Aderenza Artistica Culturale Vanchigliese Onlus.
L’esposizione è iniziata lo scorso venerdì e si protrarrà fino a giovedì 16 settembre.

Ogni partecipante ha esposto i propri pezzi con l’intento di intrattenere positivamente il visitatore, nella speranza di solleticare la curiosità del pubblico attraverso l’intima capacità di comunicare con gli altri, ma anche con l’augurio di contribuire, almeno un pochino, a ricordarci quanto è bella e varia l’arte che ci circonda. È vero dunque ciò che si dice in “Ratatouille”: “Non tutti possono diventare dei grandi artisti ma un grande artista può celarsi in chiunque”, e chiunque può e dovrebbe manifestare agli altri la propria visione del mondo.
Le opere sono diverse tra loro, per tecnica e soggetti, ma accumunate dalla medesima creatività di fondo, che trasuda dalle tele e dalle stampe digitali.
I quadri esposti sono tutti impattanti e di particolare fattura e sarebbe stimolante per il visitatore andare a parlare direttamente con l’artista, per coglierne i dettagli nascosti.
Intanto vi posso anticipare qualcosa sui miei lavori lì presenti.
Si tratta di cinque fotografie, titolate “dalla serie: Shunga occidentali”, che proprio alle antiche immagini giapponesi si rifanno. Con il termine “shunga” si intendono dipinti e xilografie realizzate nel periodo Edo, anche detto “Tokugawa” (1600-1868); la parola significa “pittura della primavera”, espressione delicata e poetica che vuole intendere l’atto sessuale. Tali iconografie appartengono al genere “Ukiyo-e” (“immagini del mondo fluttuante”), forma artistica tipica delle città di Edo, Osaka e Kyoto, caratterizzata da una concezione edonistica dell’esistenza, incentrata sull’esaltazione dei piaceri per allontanare una vita malinconica e non sempre felice. Una realtà lontana, quella orientale, che colpisce noi occidentali nel vivo, un po’ per il suo indiscutibile fascino, un po’ perchè talora ci appare avvolta dal mistero, quasi incomprensibile.
Le tematiche sui cui mi piacerebbe discutere, a partire dagli scatti proposti, sono molte: le differenze culturali tra Occidente e Oriente, gli stili di vita, la storia e il diverso modo d’intendere l’erotismo.

Non è certo questa la sede per approfondire un argomento così complesso, ma giusto per aiutarvi a focalizzare almeno un’immagine di riferimento, vi nomino la celebre xilografia “Pescatrice di awabi e piovra”, meglio nota come “Il sogno della moglie del pescatore”. Si tratta dell’illustrazione più conosciuta del corpus delle stampe a soggetto erotico di Katsushika Hokusai. Nel dettaglio è proprio la peculiare raffigurazione della bellissima giovane avvolta amorosamente da due polpi, che ha colpito il mio interesse e stimolato la mia creatività. Devo in ogni caso ringraziare il gruppo dei Vanchigliesi, per avermi dato l’opportunità di esporre le mie creazioni, in questa occasione e in altre precedenti. Sono passati diversi anni, da quando ho conosciuto Daniela Bruno, presidente dell’Associazione a partire dal 2019. Ricordo che ci eravamo incontrate per caso, – “il caso non esiste” direbbe il Maestro Oogway – al Salone del Libro 2015, lei appesantita dagli acquisti cartacei, io seduta alla mia postazione di dimostratrice di pastelli da tessuto, quattro chiacchiere sulla passione per l’arte che tuttora ci accumuna e pochi giorni dopo entravo a far parte del gruppo.La Vanchigliese nasce il 13 maggio 1983, suggella l’occasione una grande mostra collettiva tenutasi in Lungo Po Macchiavelli; da quel momento in poi l’Associazione non si ferma, al contrario si dimostra sempre attenta alle manifestazioni cittadine e non, i membri del gruppo partecipano con entusiasmo e passione alle diverse iniziative, come dimostrano le numerose esposizioni itineranti che si sono susseguite dagli anni Ottanta fino ad ora, principalmente tra le vie e le piazze di Torino, ma anche nei comuni limitrofi.
Da subito ho apprezzato questo aspetto ramingo dell’Associazione, che si pone come un gruppo di “artisti tra la gente”, e propone un rapporto diretto tra le opere che via via vengono esposte ed il pubblico.

L’intento è quello di sensibilizzare e promuovere creazioni che, al di là delle tecniche utilizzate, facciano nascere in chi osserva un desiderio di curiosità, sensazione che si spera venga accompagnata da un senso di riscoperta per il gusto della bellezza, inclinazione insista in ognuno di noi, anche se talvolta assopita.
Dal 2004 la Vanchigliese è iscritta nel registro regionale delle associazioni di volontariato nella sezione “Promozione della Cultura, Istruzione, Educazione Permanente”, impegno che ad oggi porta avanti con dedizione e responsabilità. Il 13 maggio 2018 l’Associazione ha compiuto trentacinque anni, il traguardo è stato festeggiato con un’esposizione titolata “35 e non li dimostra”, organizzata presso il Centro Servizi per il Volontariato Vol.To. (via Giolitti, 21), a cui ricordo di aver partecipato con grande entusiasmo.
Gli attuali membri dell’aggregazione – tra cui la sottoscritta – continuano ad impegnarsi costantemente, affinchè l’amore per l’arte rimanga vivo e presente per le vie di Torino; le occasioni per testimoniare tale dedizione sembrano aumentare, un esempio sono le domeniche dei cavalletti sotto i portici di via Roma, le feste di quartiere e le diverse occasioni di mostre temporanee tra Torino e dintorni.

Alessia Cagnotto

 

Dal 17 al 19 settembre il Mufant organizza la seconda edizione del festival del fantastico e della fantascienza “Loving the Alien“

Una mostra dedicata alla “rivincita” delle supereroine, «Women of Wonder. Donne superpotenti», e un programma con 90 ospiti, tra cui Wu Ming 4, Maurizio Manzieri, David Messina, Claudia Durastanti, Franco Brambilla, Pier Luigi Gaspa

 

 

“Loving the Alien” è in programma venerdì 17 settembre (online dalle 21 sui canali social), e sabato 18 e domenica 19 settembre dalle 11 alle 19,30 in presenza (nella sede del Mufant di piazza Riccardo Valla 5). Il tema di quest’anno è la parità di genere: dalla rappresentanza femminile nel mondo della cultura di oggi alla presenza delle donne nei fumetti, manga e serie televisive. Prendendo in prestito il titolo della canzone di David Bowie, l’evento è dedicato non solo agli alieni fantascientifici, ma anche a quelli simbolici, e a tutte le forme di alterità sulle quali è necessario portare l’attenzione.

 

La mostra “Women of Wonder. Donne superpotenti” 

La prima supereroina è stata Wonder Woman, che quest’anno festeggia i suoi 80 anni. L’icona contemporanea del femminismo è stata creata a tavolino nel 1941 dalla DC Comics, e in particolare dallo psicologo William Moulton Marston e dal disegnatore Harry G. Peters, perché al tempo non esisteva nessuna supereroina donna. Poi sono arrivate tutte le altre, che in mostra ci raccontano la carica e la rivincita delle “donne delle meraviglie”. Ed ecco le cattive Harley QuinnGoblin Queen e X23, la versione femminile di Wolverine degli X-Men. C’è Supergirl, inizialmente considerata la controparte femminile di Superman e poi diventata un personaggio più determinante nell’universo della DC, Black Widow, protagonista del recentissimo film della regista Cate Shortland, e ancora le “X-Women” come Mistica ed Emma Frost, fino a Spider Woman, la Donna Invisibile, e Wasp degli Avangers. Senza dimenticare Scarlett Witch e Captain Marvel, l’ultima arrivata. Una sezione speciale della mostra è dedicata alle copertine realizzate dall’illustratore Maurizio Manzieri per le principali riviste di fantascienza italiane e straniere. Manzieri, quest’anno candidato al Premio Hugo – ad oggi l’unico italiano ad essere candidato al prestigioso e più importante premio internazionale del settore – è noto per le raffigurazioni di donne fantascientifiche nelle più svariate forme: cyborg, androidi, personaggi fantasy. Maurizio Manzieri sarà anche protagonista di un incontro al festival domenica alle 18.

Women of Wonder – aperta al pubblico da sabato 18 settembre alle 11 e visitabile fino al 28 febbraio 2022, curata da Silvia Casolari e Davide Monopoli – è quindi un viaggio alla scoperta delle principali supereroine dell’immaginario fantastico tra fumetti, cinema e serie tv. In esposizione le prime edizioni di fumetti, tavole originali, toys vintage, action figures, statue in scala 1:1, merchandising da collezione. Una parte importante del percorso è la “sezione Italia”, una sorta di “mostra nella mostra” curata dal fumettista e sceneggiatore Andrea Cavaletto. Si tratta di una personale di 15 tavole originali disegnate da David Messina, fumettista, che è stato il disegnatore italiano ufficiale di Wonder Woman e Catwoman per la DC Comics statunitense, insieme ad altre 10 tavole ispirate alla supereroina di Daniele Statella, Attila Schwanz, Cristiano Sartor, Barbara Astegiano, Cristiano Spadavecchia, Toni Viceconti, Claudio Montalbano, Massimiliano Bertolotti, Federica Di Meo, Elena Chiappini. David Messina incontrerà il pubblico sabato pomeriggio alle 17,30 con una performance di live drawing.

 

La seconda mostra in programma dal 19 settembre alle 11 al 28 febbraio è “Simboli della trasformazione. Robot trasformabili dalla collezione Marzia Mastroianni”: un percorso espositivo dedicato al tema dei robot trasformabili di produzione giapponese. La mostra è dedicata alla celebre saga dei Transformers e delle loro evoluzioni, con una serie di pezzi di grande rarità e unicità prodotti dalle storiche case di produzione giapponesi come Takara e Tomy, fino a quelli della Hasbro.

 

Il festival è sostenuto dalla Città di Torino, Fondazione per la Cultura e da Compagnia di San Paolo attraverso il bando Space. Ènato nell’ambito di uno dei progetti di inclusione sociale di Torino Social Innovation e concepito in partnership con la cooperativa sociale Altra Mente di Torino. Fa parte anche quest’anno della grande festa cittadina Torino a Cielo Aperto – Festival d’Estate 2021. Rai 4 è media partner dell’evento.

 

Il programma del Festival

L’inaugurazione online sui canali social del museo è venerdì 17 settembre alle 21, con Yilun Fan e Mu Ming, pluripremiate scrittrici cinesi di fantascienza che si collegheranno da New York e da Chengdu. Durante l’incontro sarà presentata la mostra “Born Again. Primo Levi and the endless rebirths of Social Science Fiction“, curata dai codirettori del museo Silvia Casolari e Davide Monopoli, che la Città di Torino porterà il prossimo autunno a Chengdu, in Cina, per il festival Europe Culture Season.

Sabato 18 e domenica 19 oltre 90 ospiti si alterneranno sui due palchi in piazza Riccardo Valla per talk, interviste, presentazioni di libri, tavole rotonde, postazioni di gioco, performance. Nel parco del fantastico ci saranno 20 stand, che ospiteranno diverse realtà tra cui CS_libri, Doctor Who Italian Fan Club, Gruppo Italiano Appassionati Gundam, Libreria del Golem, Jedi Generation Show Academy, e l’associazione culturale Leiji Matsumoto.

Tra gli ospiti, Wu Ming 4 parteciperà a in un incontro sabato 18 alle 16 dedicato a Tolkien. In occasione del ventennale dall’uscita del primo film de Il Signore degli Anelli, Wu Ming 4 ci aiuterà a comprendere come la saga di J.R.R. Tolkien sia da catalogare tra i classici della letteratura contemporanea. Sabato dalle 14 è invece previsto l’incontro con Franco Forte, direttore editoriale delle collane di genere di Mondadori che presenterà “Resurrezione”, il romanzo vincitore dell’ultimo Premio Urania, con l’autrice Elena Di Fazio. Sempre da “casa Mondadori”, ospite del festival – domenica alle 15,30 – anche Franco Brambilla, principale illustratore delle copertine della rivista Urania da oltre 20 anni. Domenica alle 16 c’è Claudia Durastanti, scrittrice e traduttrice di opere del calibro di Chthulucene di Donna Haraway, condotta da Chiara D’Ippolito (redattrice de L’indice dei Libri del Mese, media partner del festival) per parlare del gender gap culturale. Alle 11,30 di sabato si affronterà lo stesso tema con Carola Messina di “Torino Città per le Donne”, Nicoletta Vallorani, scrittrice noir e di fantascienza, Tiffany Vecchietti, divulgatrice digitale e feminist influencer, e il gruppo di attiviste “Non una di Meno”. Tutta al femminile anche la tavola rotonda di sabato alle 16,30 curata dalla cooperativa sociale Altra Mente, dedicata al videogame, con le giornaliste Alessandra Contin e Fabrizia Malgieri, e la psicoterapeuta Viola Nicolucci.

 

Altro tema che attraversa il festival è la questione ambientale. La fantascienza è in grado di immaginare un futuro che integri le nuove tecnologie alla sostenibilità ambientale? Numerosi gli appuntamenti dedicati al modo in cui queste tematiche sono affrontate in ambito fantascientifico. A partire da Pier Luigi Gaspa (domenica alle 11), biologo e saggista esperto di fumetto, che accompagnerà il pubblico in una passeggiata “fantabotanica”. Domenica alle 14,30 è invece la volta della tavola rotonda “Ambienti urbani. Rigenerazione e clima fra realtà e fantascienza” alla quale parteciperanno, tra gli altri, Alberto Unia, assessore all’ambiente della Città di Torino e Giorgia Pagliuca, Green Content Creator. Sempre a questo proposito, attenzione particolare è riservata al Solarpunk, un genere di fantascienza contemporanea che pone al centro un futuro sostenibile con una perfetta e ideale integrazione fra tecnologie, ambiente e umanità. Uno degli appuntamenti è sabato alle 17,30 con tra gli altri Franco Ricciardiello, curatore di Atlantis, e la scrittrice Giulia Abbate.

 

Ospite del festival anche il Premio Calvino: Franco Pezzini – saggista ed esperto di letteratura fantastica -, curerà un incontro (domenica alle 18,45) dedicato al concorso per racconti brevi di genere fantastico realizzato di recente in partnership con il Mufant. Oltre alla questione femminile, alla parità di genere nella cultura e nel fantastico, e all’ambiente, il festival darà spazio anche al tema dell’identità di genere. Se ne parlerà domenica alle 12,30 nell’ambito della presentazione della raccolta di racconti Queer Fobia (D Editore) con i curatori del volume e con Marco Giusta, assessore alle pari opportunità della Città di Torino. Spazio anche al genere anime con Elisabetta Tosi, conosciuta su Youtube come Lilletta Ely, che parlerà della sulla passione per gli anime e l’universo “nerd” domenica 19 alle 17.

 

 

Serate cinema

 

Le due serate del festival sono dedicate al cinema: sabato alle 21 è prevista la proiezione di “Robolove”, regia di Maria W. Arlamovsky, a cura di TOHorror Fantastic Film Fest. Domenica sempre alle 21 c’è la première di “Futuropolis (Torino 2020)”, film di fantascienza del regista Carlo Reposo.

 

Il programma completo è su:  www.mufant.it

 

Per accedere al Loving the Alien Fest è necessario esibire il Green Pass. L’ingresso al festival è gratuito, il biglietto intero per la mostra costa 10 euro (ridotto 7 euro).

 

Dida: le illustrazioni in allegato sono le tavole in mostra degli artisti che hanno interpretato le supereroine, insieme alla locandina e ai pezzi in esposizione

Una nuova sede e una nuova esposizione per BI-BOx Art Space

TANIA & LAZLO. ACCIDENTALLY STUMBLING ON EXPOSED ROOTS

Dal 16 settembre 2021 al 9 gennaio 2022 /dieci anni di attività

 

Testo alternativo

A novembre 2021 saranno dieci anni dalla nascita di BI-BOx Art Space, che si prepara a celebrare questa data significativa con l’apertura della nuova sede, in via Italia 38 a Biella. Uno spazio pensato per accogliere mostre ed esposizioni e allo stesso tempo per essere un luogo di incontro tra artisti, addetti ai lavori e pubblico, con la possibilità di ospitare seminari e talk. Anche dalla sua nuova casa, BI-BOx continuerà il percorso culturale, creativo e formativo costituito dal progetto Miscele culturali di Palazzo Ferrero.

 

Il primo appuntamento nella nuova sede è con Accidentally Stumbling on Exposed Roots, la mostra fotografica del duo artistico composto da Tania Brassesco e Lazlo Passi Norberto a cura di Irene Finiguerra, che fin dal titolo (in italiano: “inciampare accidentalmente nelle radici esposte”) evoca l’idea di qualcosa che ostacola il cammino, ma allo stesso tempo invita a prestare attenzione all’ambiente circostante

Tra le 20 opere esposte, i visitatori più attenti non potranno non riconoscere nell’opera Under the Surface la copertina del romanzo L’acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito, fresca vincitrice del Premio Campiello 2021, scelta proprio per il senso di straniamento suggerito dalla fotografia.

 

L’esposizione sarà visibile dal 16 settembre 2021 fino al 9 gennaio 2022. Un evento doppiamente significativo, in quanto costituisce un grande ritorno a Biella, dopo che nel 2012 gli allora esordienti Tania Brassesco e Lazlo Passi Norberto portarono Ripetizioni differenti nello spazio espositivo appena nato di BI-BOx.

 

La mostra

La casualità dell’incontro con un mondo naturale che emerge dal terreno ed espone quanto dovrebbe essere nel buio del sotto terra è la chiave di lettura delle splendide immaginario degli artisti. Queste opere, fotografie in grande formato della loro serie Behind the Visible, sono una conversazione per immagini fra il conscio e l’inconscio, fra l’iconografia di una narrazione intima del nostro Io nascosto al mondo e l’Io pronunciato e vissuto con gli altri. I soggetti protagonisti delle opere, talvolta interpretati dalla stessa Tania, evocano storie fra sogno e realtà, suggerendo quell’inquietudine tipica che si prova al risveglio dopo un sogno disturbante o al contrario uno in cui ci si vorrebbe abbandonare. Tania & Lazlo danno luce alla oscurità che è in ciascuno di noi, ma aggiungendo poesia e una vena melanconica che addolcisce lo sguardo consentendo di entrare in empatia con il soggetto fotografato. Le immagini esposte sono concettuali e narrano per metafore una situazione, un pensiero: al visitatore il compito abbandonarsi alla contemplazione senza indagare o cercare spiegazioni, lasciandosi catturare da quanto sta osservando.

Ogni opera è frutto di un lungo e accurato lavoro che unisce i linguaggi di fotografia, video, installazione e performance, come in un set cinematografico. Per questo in mostra è presente anche una selezione di polaroid, scatti preparatori e suggestioni utili alla produzione delle opere esposte.

 

Nell’ambito della mostra, viene presentato in anteprima un progetto inedito: un box d’artista con nove opere selezionate dagli artisti dall’archivio di Tania & Lazlo, risignificandole attraverso il loro intervento e ripensandole come lavoro d’insieme. Rappresentano momenti chiave della loro ricerca sviluppatasi durante la serie Behind the Visible. Sono scatti più crudi e meno impostati delle opere in grande formato, ma importanti proprio per quello che hanno rappresentato nella fase di ricerca e che hanno portato a delineare l’essenza della serie principale. Spiegano i due artisti: “Sono un consapevole viaggio accidentato tra incontri, visioni, inciampi, desideri e allucinazioni. Una selezione di suggestioni visive raccolte in fase di ricerca, scavando tra tematiche e linguaggi estetici, vicine al nostro lato più selvaggio, accogliendo l’imprevisto.”

 

 

Tania Brassesco (Venezia, 1986) e Lazlo Passi Norberto (Verona, 1984) sono un duo di artisti visivi nato nel 2008. Le opere di Tania & Lazlo sono state esposte in gallerie, fondazioni e Musei in Europa, Stati Uniti e Asia, tra cui al Palazzo delle Esposizioni a Roma, al Museo MART di Rovereto, a La Maison Rouge Foundation Antoine de Galbert a Parigi, al Muscarelle Museum of Art negli Stati Uniti.

Le loro opere fanno parte di diverse collezioni pubbliche internazionali tra cui quella del Herbert F. Johnson Museum of Art, del Muscarelle Museum of Art, del Bellarmine Museum of Art, della Fondazione VAF, dell’HBC Global Art Collection a New York City.

Dal 2013 iniziano un intenso rapporto con gli Stati Uniti e dal 2016 si trasferiscono a New York per diversi anni. Attualmente vivono e lavorano tra Venezia, Milano e New York.

 

Tania & Lazlo

Accidentally Stumbling on Exposed Roots

a cura di Irene Finiguerra

16.09.2021 – 09.01.2022

Orari: giovedì e venerdì dalle 15 alle 19.30; sabato dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 19.30; oppure su appuntamento.

 

BI-BOx Art Space – Via Italia, 38 – Biella

 

Per informazioni al pubblico:

3497252121, 3925166749

info.bibox@gmail.com

www.bi-boxartspace.com

Gam for all

Un progetto a cura del Dipartimento Educazione GAM

Da oggi il percorso del Novecento della GAM di Torino è ancora più inclusivo: ad arricchirne la visita 10 schede multisensoriali finanziate da Fondazione CRT e realizzate nell’ambito dell’innovativo progetto di inclusione e accoglienza “Operatori museali e disabilità”, sostenuto e ideato da Fondazione CRT con Fondazione Paideia.

 

Le risorse di Fondazione CRT sono state erogate nell’ambito del bando Esponente, che sostiene le attività espositive e di riordino delle collezioni dei musei che tengono conto di una maggiore fruibilità da parte del pubblico, soprattutto dei giovani, e che pongono un’attenzione particolare allo sviluppo di strumenti operativi per favorire l’accessibilità alla cultura di persone con disabilità e con bisogni speciali. Il Dipartimento Educazione della GAM, che da sempre si impegna a garantire l’accessibilità all’arte e propone con grande costanza progetti per l’inclusione sociale, ha partecipato al bando ed è stato selezionato con il progetto GAM for ALL.

 

Un “traguardo” che si è aggiunto al percorso di formazione sull’inclusione che il Dipartimento ha avviato qualche mese prima, partecipando al workshop itinerante di “Operatori museali e disabilità” con il fine di formare i propri operatori per realizzare un progetto che migliorasse e aumentasse l’accessibilità e tentasse in qualche misura di “annullare” qualsiasi tipo di disabilità. Il nuovo progetto ha mosso i primi passi proprio in quell’occasione.

 

GAM for ALL ha impegnato il Dipartimento Educazione GAM, insieme al Direttore e gli esperti del settore dell’accessibilità, nell’identificazione di 8 opere pittoriche della collezione che potessero essere fruibili da tutti, con una particolare attenzione alle persone con difficoltà sensoriali (ciechi, ipovedenti, sordi, ipoacusici). Altre 2 schede raccontano invece il progetto, l’allestimento del ‘900 e la storia della GAM. È stato necessario un lungo lavoro di stesura e traduzione di testi con caratteristiche specifiche di alta leggibilità, registrazione di audio-descrizioni in italiano e inglese, riprese video con traduzioni in LIS e realizzazione di immagini in rilievo.

 

Il museo ha lavorato in stretta collaborazione con la Tactile Vision Onlus e l’Istituto dei Sordi di Torino. Le traduzioni nella Lingua dei Segni Italiana – LIS sono infatti realizzate da insegnanti sordi dell’Istituto: non si tratta quindi di una trasposizione dall’Italiano al LIS, ma di una descrizione che segue le regole grammaticali e le tempistiche della Lingua di Segni perché realizzate da persone “madrelingua”. L’apporto e la collaborazione con alcuni soci dell’UCI – Unione Ciechi Italiana ha infine permesso di verificare la qualità e la comprensione tattile delle immagini e, sul piano linguistico, la validità dei testi che guidano l’esplorazione.

 

Attraverso accorgimenti di natura multimediale e multisensoriale, questi 10 supporti sono in grado di comunicare l’opera d’arte in modo semplice e inclusivo, rivolgendosi a un pubblico il più ampio possibile, per età e abilità, con una particolare attenzione alle persone con difficoltà sensoriali.

 

SCHEDA TECNICA

 

n. 10 schede multisensoriali in formato A3, in materiale leggero, agili da consultare, che contengono:

 

·         Immagine visiva ad alta qualità dell’opera selezionata a colori (o di mappe se si parla della struttura museale)

·         Immagine dell’opera in rilievo, realizzata con una resina trasparente, per agevolare l’esperienza tattile di ipovedenti e ciechi.

·         Testo ad alta leggibilità (sia per il carattere e il font utilizzato sia per il lessico semplificato ed essenziale) contenente informazioni sull’opera o sul museo.

·         Titoli e autori tradotti in Braille

·         QR code o NFC* per accedere a contenuti di audio-descrizione per non vedenti (o per chiunque sia agevolato all’ascolto di un audio piuttosto che alla lettura di un testo) in Italiano e in Inglese.

·         QR code o NCF* per accedere al video descrittivo in LIS, Lingua dei segni italiana, per i sordi.

 

Il tempo di analisi di un’opera dura tra i 5 e i 7 minuti.

 

Le 10 schede sono collocate in appositi contenitori ad altezza agevole, posizionati nelle sale della collezione permanente del Novecento accanto all’opera esposta.

 

Il Dipartimento Educazione GAM propone quotidianamente attività rivolte a diverse tipologie di disabilità, fisiche e cognitive. Tuttavia il tema dell’accessibilità è un argomento più complesso, che comprende ad esempio anche l’agevolazione sul prezzo del biglietto, per consentire a tutta la cittadinanza di accedere al museo, e per favorire una cultura di inclusione e accoglienza. Le schede sono infatti a disposizione di tutto il pubblico, a uso gratuito, e si possono utilizzare in completa autonomia con il solo ausilio di un comune cellulare.

 

I musei sono sempre più chiamati a immaginare metodi e azioni efficaci per arricchire la qualità dei servizi a favore di tutti i pubblici. Questo progetto, realizzato anche grazie al supporto delle nuove tecnologie, non è che un altro piccolo tassello per raggiungere grandi obiettivi.

 

 

* sensori di prossimità NFC (Near Field Communication)

 

Link alla playlist video su Youtube

 

 

Per informazioni:

Dipartimento Educazione GAM

t. 011 4436999

infogamdidattica@fondazionetorinomusei.it

 

 

Ultime settimane al Teatro “Colosseo” con la grande Street Art internazionale

“Street Art in Blu3”. Fino al 26 settembre

Sì, ovviamente c’è anche Lui. Lui con la L maiuscola. Il primo della classe. Il più ribelle, il più aggressivo, il più blasfemo, il più ironico, il più politicamente sovversivo, il più “magico”, capace di distruggere a distanza una copia della sua celebre “Girl with Balloon” prima della fine della battitura all’asta di Sotheby’s nel 2018, sotto lo sguardo incredulo e sbigottito del pubblico presente.

Certo. Non potevano mancare le opere del grande – eternamente “unknown”, come molti altri suoi colleghi celati dietro improbabili e misteriosi pseudonimi – Banksy da Bristol nella ricca carrellata di opere esposte fino al 26 settembre nella mostra “Sreet Art in Blu3” (seconda edizione) voluta da Claudia e Andrea Spoto, in collaborazione con il collettivo di collezionisti “Xora”, negli spazi del Teatro “Colosseo”, il più grande teatro privato, per numero di posti, del Piemonte. Se di grande “Arte di Strada” o “Arte Urbana” si vuol parlare con una visione a carattere internazionale, Banksy non poteva di certo essere dimenticato. Dicono le curatrici, la svizzera di Lugano Serena Maisto (anche lei presente con sue opere in mostra e curatrice dell’immagine guida) e Lacryma Lisnic: “Dopo l’esperienza del 2019 torniamo al Colosseo con una seconda mostra, che però viviamo ‘alla terza’. Il 3 infatti ricorda sia la B di Blu che la lettera con la quale si firma Bansky, ancora una volta protagonista della nostra mostra, in dialogo con i lavori di 3D, ovvero Robert Del Naja. Sono la stessa persona? Sono artisti che collaborano in un progetto collettivo? Non diamo risposte, ma sarà il pubblico a farsi emozionare dalle loro opere”. Quasi 150 sono i lavori di 36 artisti esposti negli spazi del teatro, nei corridoi, sul palcoscenico, nel foyer in un vero e proprio allestimento fra luci e musica, in un percorso di assonanze e rimandi fra esterno e interno, luci e ombre, passato e presente. Originali, print, serigrafie, copertine di LP che hanno fatto la storia della musica e dell’arte, insegne stradali e persino una falsa banconota a firma di Banksy: “opere diverse e diversi materiali per raccontare un mondo fatto di rimandi, influenze, percorsi di senso”. Il titolo della rassegna rimanda all’italiano Blu, fra i nomi più importanti della street art mondiale. Anche di lui non si conosce la vera identità, né il nome né la data di nascita; si ipotizza sia nato agli inizi degli anni ’80 a Senigallia, comincia a farsi conoscere nel ’99 con alcuni graffiti realizzati un po’ ovunque (muri, saracinesche, cartelli stradali e quant’altro) nel centro storico di Bologna e nel 2011 viene segnalato dal “Guardian” come uno dei dieci migliori street artist in circolazione. Al “Colosseo”, presenta 32 opere. Da segnalare “Rennes”, prova d’artista in preparazione del murales realizzato in occasione del “Festival Mettre en Scene” nel 2010 nell’omonima cittadina francese sulla facciata di un teatro e il potentissimo “Il Grigio di Blu”, frammento di una delle opere coperte a Bologna nel marzo del 2016 in polemica con la tanto discussa mostra degli “stacchi”, in corso nel capoluogo emiliano. Atto di rivolta. Che crea, non distrugge. “Se si potesse grattare la patina di vernice da quest’opera, si vedrebbe un frammento di uno dei murales cancellati a Bologna”. Il muro, appunto. Dice Banksy: “Un muro è una grande arma. E’ una delle cose peggiori con cui puoi colpire qualcuno”. E quanto se n’è servito, di quest’arma, l’artista di Bristol! Lui che ha fatto del suo segno uno dei maggiori esempi di “arte politica” del contemporaneo. Quaranta le sue opere esposte al “Colosseo”. Dalla celeberrima “Girl with Balloon”, diventata dopo l’“incidente” (di cui s’è detto) all’asta di Sotheby’s, “Love is in the Bin”, alla “Di-Faced Tenner”, la prima opera di Banksy ad entrare nella collezione privata del “British Museum”: una falsa banconota da 10 sterline raffigurante Lady Diana, con sopra l’iscrizione provocatoria “Banksy of England” e il motto “I promise to pay the bearer on demand the ultimate price”. Fra i tanti nomi importanti presenti in mostra, da segnalare anche lo spagnolo (Gonzalo) Borondo con i suoi volti e corpi deformi e incompleti “che si attorcigliano e straripano con crudeltà”, insieme a 3D, ovvero il britannico Robert Del Naja, produttore, musicista, cantante e rapper, fondatore dei “Massive Attack”. Sempre più insistenti le voci che possa proprio essere lui a tutti gli effetti il vero Banksy. Gira e rigira, sempre a Lui, si ritorna.

Gianni Milani

“Street Art in Blu3”
Teatro “Colosseo”, via Madama Cristina 71, Torino; tel. 011/6698034 o www.teatrocolosseo.it
Fino al 26 settembre
Orari: dal mart. al ven. 15/19 – sab. e dom. 10/19

Nelle foto
– Banksy: “Di-Faced Tenner”
– Serena Maisto: “The art of protection”
– Borondo: “Testa”

La torinese Antonella Staltari  alla collettiva internazionale Animal House #3, Forme d’arte

La mostra, curata da Adelinda Allegretti, raccoglie opere di artisti italiani e internazionali.

Spiccano i nomi, tra gli altri, di Marc Chagall, Pablo Picasso e Andy Warhol.
Insieme a questi artisti di fama mondiale ci sarà anche la torinese Antonella Staltari, che presenta un acrilico intitolato “Monci”.
L’inaugurazione si terrà domenica 19 settembre 2021 alle ore 17, a Rivoli, Piazza Garibaldi 1/C.
La mostra proseguirà fino al 17 ottobre 2021, da martedì a sabato, 10-12.30/16-19.30.
Per informazioni:  
Forme d’arte, 3406884828

Nuovi sapori per il pop senza tempo di Enrico Vanzina

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La mostra sino al 9 ottobre nella Galleria Biasutti & Biasutti

 

“Il Pop non è mai morto. È ancora vivissimo nel mondo che ci circonda. Come un vino corposo, decantato in una botte di rovere, acquista nuovi sapori e sparge nuove fragranze”. Magari un Pop rivisitato, che con benefici scossoni ha attraversato le stagioni e le generazioni, che quasi obbligatoriamente porta con sé delle “variazioni”, un guardare indietro alle radici e ai primi sconvolgimenti, “il ritorno al figurativo che si porta addosso le scorie del concettuale”. E allora vai con il Pop nelle trentadue stampe, tutte rigorosamente in bianco e nero (la presentazione in catalogo la si deve a Francesco Poli), “con particolari valenze sperimentali e metalinguistiche”, ospitate da sabato 11 – inaugurazione alle ore 18 – nelle sale della Galleria Biasutti & Biasutti di via Bonafous 7/L  sino al 9 ottobre.

L’autore è Enrico Vanzina, pupillo d’oro del cinema italiano, classe 1949, primogenito del regista Steno, cresciuto tra quei profumi di pellicola e di immagini che gli invadevano casa, un baccalauréat al romano liceo Chateaubriand e una laurea nel ’70 in Scienze politiche alla Sapienza, un apprendistato all’ombra del padre, poi la sensazione sempre più concreta che la regia non fa per lui e che il mestiere di sceneggiatore è quello che gli occuperà la vita. A partire dal 1976 nascono progetti e soggetti che prendono forma nella pagina scritta, un lavoro continuo che arriva a superare il centinaio di titoli, affidati ancora al padre e al fratello Carlo – scomparso tre anni fa, al quale Enrico ha dedicato un affettuoso romanzo di ricordi, “Mio fratello Carlo” – come a tanti altri volti del nostro cinema da Lattuada a Flavio Mogherini, da Dino e Marco Risi a Cesare Ferrario, da Neri Parenti a Christian De Sica. Sarebbero sufficienti pochi titoli, a cominciare da “Febbre da cavallo” (1976), a “La patata bollente”, da “Sapore di mare” alle varie “Vacanze di Natale”, dal “Commissario Lo Gatto” a “Tre colonne in cronaca” a “Mai Stati Uniti”. Ha descritto i tanti decenni di vivere italiano, ha analizzato storia dopo storia il cambiamento di una società, le sue risate e i suoi turbamenti, le meschinità e le piccole grandezze, ha inventato facce e storie, ha dato corpo a filoni e a personaggi, magari all’epoca guardati con sufficienza dalla critica ma applauditi dal pubblico e oggi anche rivalutati,  ha divertito e nel divertimento ha rimescolato la nota profonda, il cenno di costume mai banale. L’anno scorso, sembra aver buttato all’aria la convinzione di una vita e s’è fatto regista, con “Lockdown all’italiana” è andato a mettere le mani – con qualche critica – nel periodo buio della pandemia e della necessità di forzate unione all’interno delle case con le tante “debolezze e miserie”.

All’attività di sceneggiatore, ha unito quella di scrittore con una dozzina di titoli, dalla metà degli anni Ottanta, e oggi lo scopriamo fotografo innamorato immancabilmente del pop e della cultura americani degli anni Sessanta e Settanta, che con l’occhio preciso del cineasta continua ad indagare sull’area di quel mondo artistico, sul cinema e sulla musica, sulla letteratura dei grandi nomi. Incastona nelle immagini i rimandi a Hopper e a Warhol, il sorriso di Marilyn e i Blues Brothers, i “Quarantanove racconti” di Hemingway e le pagine di Nabokov, gli eterni graffi di Truman Capote e i ricordi autobiografici di Woody Allen, senza dimenticare i tratti sulfurei del nostro Flaiano. Uomo abituato da sempre a catturare immagini, collega in un gioco raffinato differenti materiali iconici, in qualche modo legati “alla tradizione dei foto-collage d’avanguardia (dadaisti e pop) ma sostituendo la forbice e la colla con interventi digitali”.

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini:

Enrico Vanzina, “Variazione America”, 2020, foto in bianco e nero, cm. 60 x 85

Enrico Vanzina, “Variazione Letteratura”, 2020, foto in bianco e nero, cm. 55 x 75

Enrico Vanzina, “Variazione Phone”, 2020, foto in bianco e nero, cm. 40 x 60

 

 

Galleria Biasutti & Biasutti, via Bonafous 7/L – Torino

Enrico Vanzina – Variazioni Pop

dall’11 settembre al 9 ottobre 2021

orario: 10 – 12,30 / 15,30 – 19,30. Chiuso domenica e lunedì

Musei torinesi, un lungo weekend di cultura

Il lungo week-end dei Musei Reali tra aperture straordinarie, mostre e visite speciali alla scoperta della prima reggia d’Italia. E gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

 

 

Sono molte le iniziative proposte dai Musei Reali per questo fine settimana. Sabato 11 settembre, in occasione del 315° anniversario dell’Assedio di Torino e del 60° compleanno del Museo Pietro Micca, dalle 14 alle 17, il Gruppo Storico Pietro Micca propone nei Giardini Reali una rievocazione con schieramento di due cannoni e tiri a salve di fucili. Alle 21 si prosegue nella Corte d’Onore di Palazzo Reale con il concerto gratuito della Fanfara della Brigata Alpina Taurinense (partecipazione con prenotazione obbligatoria: eventi@museopietromicca.it e 011 011 67593). Inoltre, per celebrare la ricorrenza, i Musei Reali resteranno aperti in via straordinaria, dalle 19.30 alle 23.30 (ultimo ingresso 22.30), con tariffa speciale a 5€. Il pubblico potrà visitare le sale di Palazzo Reale e gli ambienti legati ai protagonisti della liberazione dall’assedio francese.

 

Attività nei Giardini Reali

Nella rigenerante atmosfera dei Giardini Reali, venerdì 10 settembre dalle 17 alle 19 si terrà l’ottavo appuntamento della rassegna Chiamata alle arti. Conversazioni in giardino sui piaceri della culturaL’iniziativa, promossa dall’Archivio di Stato di Torino e dai Musei Reali, vedrà dialogare in questa occasione la fotografa e architetto Elena Franco con Stefano Benedetto, Direttrice dell’Archivio di Stato.

 

Visite speciali

Venerdì 10 settembre alle ore 17, sabato 11 settembre alle ore 10 e alle ore 17, domenica 12 alle ore 11 e alle ore 15, i Musei Reali propongono un percorso alla scoperta degli appartamenti del secondo piano di Palazzo Reale: grandi architetti come Juvarra, Alfieri e Palagi hanno progettato i decori delle magnifiche sale, dove risaltano capolavori rococò, con mobili e boiseries di Piffetti, Gianotti e Stroppiana. Alzando gli occhi il pubblico potrà, invece, ammirare i soffitti e le sovrapporte di De Mura e Beaumont. Nelle sale più a nord, i partecipanti potranno scoprire i tesori del Neoclassico, che non si ritrova in alcun altro ambiente del Palazzo.

 

Sabato 11 settembre alle ore 11 domenica 12 settembre alle ore 15.30 le guide di CoopCulture accompagneranno il pubblico alla scoperta della mostra Cipro. Crocevia delle civiltà. Un percorso emozionante alla scoperta del fascino millenario dell’isola, raccontato attraverso le collezioni del Museo di Antichità, che costituiscono un nucleo pressoché unico nel panorama dei grandi musei europei, arricchito da prestiti provenienti da illustri istituzioni straniere tra cui il British Museum di Londra e il Metropolitan Museum of Art di New York. Il costo dell’attività è di € 7 oltre al biglietto di ingresso ridotto in mostra. Biglietti online su www.coopculture.it – mail info.torino@coopculture.it.

 

Sabato 11 settembre alle ore 15.30 e domenica 12 settembre alle ore 11 le guide e gli storici dell’arte di CoopCulture condurranno inoltre la visita Benvenuto a Palazzo lungo le sale di rappresentanza del primo piano di Palazzo Reale e dell’Armeria, un percorso per scoprire o riscoprire la storia e la magnificenza della prima reggia d’Italia. Il costo della visita è di € 7 oltre al biglietto di ingresso ridotto ai Musei Reali (€ 13 ordinario, € 2 da 18 a 25 anni, gratuito under 18). Biglietti online su www.coopculture.it – mail info.torino@coopculture.it.

 

Le mostre in corso

Nell’ambito dei progetti di collaborazione tra musei italiani e stranieri, fino al 12 dicembre 2021 i Musei Reali ospitano nelle Sale dei Maestri Caravaggeschi, al primo piano della Galleria Sabauda, l’opera di Orazio Gentileschi Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo, in prestito dalla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia. L’evento espositivo è una straordinaria opportunità di confronto con l’Annunciazione, capolavoro dello stesso artista, celebre seguace di Caravaggio, custodito dai Musei Reali. Il confronto tra queste due opere permette di accostarsi al metodo di lavoro del pittore, che consiste nel riutilizzo di cartoni o di lucidi per comporre singole figure o intere scene.  Il volto di Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo, dipinto tra il 1615 e 1620 ritorna con attitudine simile in quello della Vergine nell’Annunciazione di Torino, donata dallo stesso Gentileschi al duca Carlo Emanuele I di Savoia nel 1623 e oggi esposta nella Galleria Sabauda.

 

Il fascino millenario di Cipro, cuore del Mediterraneo e ponte tra Oriente e Occidente, è protagonista della mostra internazionale Cipro. Crocevia delle civiltà, che si terrà fino al 9 gennaio 2022 nelle Sale Chiablese, realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino e curata da Luca Bombardieri, docente di Archeologia cipriota, ed Elisa Panero, curatrice delle collezioni archeologiche dei Musei Reali. Si tratta di un’occasione unica per lasciarsi conquistare da una delle isole mediterranee più misteriose, il cui incanto è a tutt’oggi immutato: mitica culla di Afrodite, che nasce dalla spuma del mare cipriota, l’isola è crocevia di scambi commerciali e approdo di culture differenti in cui si forma la moderna concezione del mondo mediterraneo. La mostra è aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso ore 18). I biglietti possono essere acquistati su www.museireali.beniculturali.it o su www.coopculture.it.

 

Allestita nello Spazio Scoperte al secondo piano della Galleria Sabaudafino al 7 novembre il pubblico può ammirare la mostra dossier Come parla un ritratto. Dipinti poco noti delle collezioni reali. L’esposizione presenta opere poco note della Pinacoteca e di Palazzo Reale che permettono di seguire l’evoluzione della ritrattistica di corte dal tardo Cinquecento alla metà del Settecento. Alcuni dipinti sono esposti per la prima volta dopo interventi conservativi eseguiti dalle restauratrici dei Musei Reali. Studi e ricerche sono stati condotti in collaborazione con il Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino. La visita alla mostra è compresa nel biglietto di ingresso dei Musei Reali.

 

Nel Medagliere Reale è prorogato fino al 19 settembre il percorso Il Volto delle Donne. L’altra faccia della storia. Nato da un progetto di ricerca avviato nel 2019 con il sostegno di Soroptimist Torino, questa prima tappa della ricerca mira a studiare il ruolo dei personaggi femminili attraverso la lente delle collezioni numismatiche dei Musei Reali. Si propone quindi di ritrovare e rinnovare nella memoria del pubblico l’immagine di una selezione di figure femminili, talora donne importanti nella storia antica e moderna, più spesso emblema di come la figura della donna, pur frequentemente esaltata e immortalata, sia stata molte volte un semplice simbolo ideale e immateriale che travalica la donna reale.

Il percorso è fruibile anche online sul sito dei Musei Reali: un percorso virtuale per conoscere alcune figure femminili che hanno contribuito a fare la Storia http://www.museireali.beniculturali.it

 

La Biblioteca Reale

La Biblioteca Reale è aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18, il sabato dalle 9 alle 13. Le consultazioni dovranno essere prenotate con almeno 24 ore di anticipo scrivendo all’indirizzo mr-to.bibliotecareale@beniculturali.it, indicando tutte le informazioni disponibili per la richiesta. Per conoscere le modalità di accesso e registrazione consultare la pagina www.museireali.beniculturali.it/events/biblioteca-reale-riapertura/.

 

Caffè Reale

Nella suggestiva Corte d’Onore di Palazzo Reale è possibile rigenerarsi con una pausa al Caffè Reale Torino, ospitato in una ambientazione unica ed elegante, impreziosita da suppellettili in porcellana e argento provenienti dalle collezioni sabaude. Informazioni e prenotazioni al numero 335 8140537 o via e-mail all’indirizzo segreteria@ilcatering.net.

 

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MUSEI REALI TORINO
www.museireali.beniculturali.it

 

Orari
I Musei Reali sono aperti dal martedì alla domenica, dalle ore 9 alle 19 (ultimo ingresso alle ore 18).
I Giardini Reali sono aperti con ingresso gratuito dal martedì alla domenica, dalle ore 8.45 alle 18.45.
Le Sale Chiablese, che ospitano la mostra Cipro. Crocevia delle civiltà, sono aperte dal martedì alla domenica, dalle ore 10 alle 19 (ultimo ingresso alle ore 18).
La Biblioteca Reale è aperta dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 13 e dalle 14 alle 18; il sabato dalle 9 alle 13.

Accesso con Certificazione verde Covid-19
In ottemperanza alle disposizioni governative previste per tutti i luoghi di cultura italiani (D.L. 23 luglio 2021 n. 105), dal 6 agosto 2021 è richiesta la Certificazione Verde (Green Pass) per accedere al complesso dei Musei Reali, corredata da un documento di identità valido. Le disposizioni non si applicano ai bambini di età inferiore ai 12 anni e ai soggetti con una certificazione medica specifica. In mancanza di Green Pass e di un documento valido non sarà possibile accedere ai Musei e il biglietto acquistato non sarà rimborsato. Per maggiori informazioni sulla Certificazione verde COVID-19 – EU digital COVID consultare il sito www.dgc.gov.it.
Il Green pass non è necessario per l’ingresso ai Giardini Reali e alla Corte d’Onore, salvo che in occasione di eventi in cui siano previsti accredito e prenotazione obbligatoria (concerti, serate musicali).
Rimangono in vigore le prescrizioni di sicurezza anti-Covid: è obbligatorio indossare la mascherina; lungo il percorso sono disponibili dispenser di gel igienizzante, mentre le sale hanno una capienza contingentata nel rispetto della distanza fisica prevista per la sicurezza dei visitatori.

 

Biglietti
Intero: 15 euro
Ridotto visitatori da 18 a 25 anni: 2 euro
Gratuito: minori di 18 anni; persone con disabilità e un loro accompagnatore; insegnanti con scolaresche e guide turistiche con gruppi; personale del Ministero della Cultura; possessori di Abbonamento Musei, Torino+Piemonte Card, tessera ICOM.
L’ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe ordinarie.

 

Mostra Cipro. Crocevia delle civiltà
Intero (Cipro + Musei Reali): 25 euro
Ridotto (Gruppi con prenotazioni, insegnanti, convenzioni): 13 euro
Ridotto visitatori da 11 a 25 anni: 7 euro
Ridotto visitatori da 11 a 25 anni (Cipro + Musei Reali): 7 euro
Gratuito per i minori 11 anni, insegnanti con scolaresche, guide turistiche, personale del Ministero della cultura, membri ICOM, disabili e accompagnatori, possessori dell’Abbonamento Musei, della Torino + Piemonte Card e della Royal Card.
L’ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe ordinarie.
Visite guidate disponibili in italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo. Info e prenotazioni alla mail info.torino@coopculture.it o al numero 011 19560449.

 

I biglietti possono essere acquistati su www.museireali.beniculturali.it o su www.coopculture.it.

 

AGENDA APPUNTAMENTI FONDAZIONE TORINO MUSEI

10 – 16 settembre 2021

 

 

VENERDI 10 SETTEMBRE

 

Venerdì 10 settembre ore 11

PRESENTAZIONE GAM for ALL

GAM – presentazione nuovo progetto schede multisensoriali

Da oggi il percorso del Novecento della GAM di Torino è ancora più inclusivo: 10 schede multisensoriali realizzate grazie al bando Esponente della Fondazione CRT e al workshop Paideia 2020 ne arricchiscono la visita. Il progetto GAM for ALL ha impegnato il Dipartimento Educazione GAM, insieme al Direttore e gli esperti del settore dell’accessibilità, nell’identificazione di 8 opere pittoriche della collezione che potessero essere fruibili da tutti, con una particolare attenzione alle persone con difficoltà sensoriali (ciechi, ipovedenti, sordi, ipoacusici). È stato necessario un lungo lavoro di stesura e traduzione di testi con caratteristiche specifiche di alta leggibilità, registrazione di audio-descrizioni in italiano e inglese, riprese video con traduzioni in LIS e realizzazione di immagini in rilievo. Il museo ha lavorato in stretta collaborazione con la Tactile Vision Onlus e l’Istituto dei Sordi di Torino. Le traduzioni nella Lingua dei Segni Italiana – LIS sono infatti realizzate da insegnanti sordi dell’Istituto: non si tratta quindi di una trasposizione dall’Italiano al LIS, ma di una descrizione che segue le regole grammaticali e le tempistiche della Lingua di Segni perché realizzate da persone “madrelingua”. L’apporto e la collaborazione con alcuni soci dell’UCI – Unione Ciechi Italiana ha infine permesso di verificare la qualità e la comprensione tattile delle immagini e, sul piano linguistico, la validità dei testi che guidano l’esplorazione.

Attraverso accorgimenti di natura multimediale e multisensoriale, questi 10 supporti sono in grado di comunicare l’opera d’arte in modo semplice e inclusivo, rivolgendosi a un pubblico il più ampio possibile, per età e abilità, con una particolare attenzione alle persone con difficoltà sensoriali.

Per informazioni:

Dipartimento Educazione GAM t. 011 4436999 infogamdidattica@fondazionetorinomusei.it

 

 

SABATO 11 SETTEMBRE

 

Sabato 11 settembre ore 16

IL FEMMINILE TRA SACRO E PROFANO NELLE COLLEZIONI DEL MAO

MAO – visita guidata per possessori Abbonamento Musei

Il MAO propone itinerari volti ad illustrare alcuni significati del Femminile nella produzione artistica delle culture orientali rappresentate dalle opere della collezione permanente del museo. Questo appuntamento è dedicato alla Galleria dei Paesi islamici dell’Asia.

La galleria dedicata all’arte islamica ospita, oltre a tessuti e manoscritti, una ricca collezione di bronzi e ceramiche. A partire dalle opere esposte, il percorso tematico contestualizza la rappresentazione della figura femminile nella produzione artistica di diverse epoche e luoghi.

Informazioni e prenotazioni: visita guidata in museo riservata ai possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte: 6 €. Prenotazioni al numero 800329329. Le visite saranno attivate con un numero minimo di partecipanti.

DOMENICA 12 SETTEMBRE

 

Domenica 12 settembre chiude la mostra

VIAGGIO CONTROCORRENTE. Arte italiana 1920-1945

GAM

Chiude domenica 12 settembre la mostra che presenta le opere dalle collezioni di Giuseppe Iannaccone, della GAM e dei Musei Reali, realizzata in favore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro.

Per chi non avesse ancora avuto modo di visitarla, oggi è l’ultima occasione per riscoprire un periodo storico molto intenso per l’arte italiana, tra la fine della Grande Guerra e il termine della Seconda Guerra Mondiale: 25 anni di storia raccontati con circa 130 opere attinte dal patrimonio del museo e da alcune opere scelte dalla Galleria Sabauda, facendo ruotare le due raccolte pubbliche intorno a una significativa selezione di 73 capolavori dalla ricca collezione privata dell’Avvocato Giuseppe Iannaccone di Milano.

Curata da Annamaria Bava, responsabile Area Patrimonio dei Musei Reali, dal direttore della GAM Riccardo Passoni e dalla curatrice della collezione Iannaccone Rischa Paterlini, l’esposizione presenta le opere di artisti le cui ricerche hanno sviluppato visioni individuali e collettive controcorrente rispetto alle politiche culturali fasciste di ritorno all’ordine e classicità monumentale novecentista.

www.gamtorino.it

Domenica 12 settembre ore 11-17.30

MASCHERA NEUTRA

GAM – Workshop a cura di Claudio Del Toro – Teatro e Società e Dipartimento Educazione GAM
La parola teatro deriva dal greco theaomai, ossia guardarsi intorno, ammirare, osservare in un contesto storico come quello della Grecia antica, dove l’esperienza visiva di spettacoli e opere d’arte era il pane quotidiano e la partecipazione emotiva e civica da parte di tutti i cittadini della polis era grande.  La compagnia Teatro e Società proporne un’esperienza unica nel suo genere: l’utilizzo del linguaggio teatrale per consentire una diversa fruizione degli spazi museali da parte del pubblico, attraverso percorsi emotivamente coinvolgenti in grado di creare legami con il luogo visitato. Il workshop Maschera neutra proposto alla GAM di Torino è dedicato a tutti coloro che desiderano mettersi in relazione con la dimensione scenica attraverso l’utilizzo della maschera. La maschera favorisce le proprie particolarità teatrali e ne stimola le potenzialità, permette di liberare il lato creativo per conoscere l’espressione interiore più autentica di ciascuno. Indossando la maschera neutra l’attore si trasforma in una pagina bianca, in cui successivamente ogni movimento diventa importante e ricco di bellezza. La maschera neutra ci mette a nudo, e ogni gesto del corpo può essere sentito in maniera consapevole. È tutto il corpo ad esprimersi. Le opere d’arte presenti nelle sale della GAM saranno l’ispirazione e il nutrimento, per lasciarsi ispirare dalla materia, dai colori e dalle forme, riuscendo così ad accedere verso un luogo “altro”.

PROGRAMMA DEL WORKSHOP

domenica 12 settembre

workshop intensivo dalle 11 alle 17.30 (con restituzione pubblica giovedì 16 settembre)

Il workshop si suddividerà in due fasi: una negli spazi museali esterni e una negli spazi museali interni

–          ore 10.30 ritrovo presso la GAM di Torino, via Magenta 31 per formalizzare l’iscrizione

–          dalle ore 11 alle 13.30 nelle collezioni permanenti GAM, giardino e Arena Paolini

–          pausa

–          dalle 14 alle 17.30 in Educational area

Costo workshop a persona (minimo 10 persone): € 90
€ 80 per possessori abbonamento Torino Musei, soci Teatro e Società, studenti universitari + biglietto di ingresso al museo, secondo regolamento
È necessario portare: abbigliamento comodo per il training + un abito elegante Le maschere per il training verranno fornite dal docente. L’attività è stata progettata nel pieno rispetto delle disposizioni normative vigenti, pertanto per partecipare è necessario essere in possesso di certificazione verde (Green Pass) COVID-19 valida corredata da documento d’identità; verrà rilevata la temperatura dei partecipanti all’ingresso, sarà obbligatorio l’utilizzo della mascherina e dovrà essere mantenuta la distanza interpersonale di 1 metro.

 

Domenica 12 settembre ore 11

STORIE DI KRISHNA, IL DIO ‘BLU O NERO’

MAO – attività per famiglie

Dopo la visita ai dipinti indiani esposti in occasione della mostra Krishna, il divino amante, alla scoperta della figura di Krishna e dei miti che la raccontano, nell’attività di laboratorio i partecipanti creano il proprio dipinto rielaborando i soggetti rappresentati con collage di diversi materiali.

Costo: bambini € 7, adulti accompagnatori ingresso in mostra € 3 (gratuito con Carta Musei).

Prenotazione obbligatoria t. 011.4436927/8 oppure maodidattica@fondazionetorinomusei.it fino a esaurimento posti disponibili secondo disposizioni anti-Covid.

È richiesto il Green pass accompagnato da un documento di identità a tutti i visitatori over 12 anni.

 

Domenica 12 settembre ore 15.30

L’ORO VERDE DI SAYAMA

MAO – Degustazione di tè guidata da Kunie Kajishima

Domenica 12 settembre alle 15.30 il MAO ospiterà un appuntamento – condotto da Kunie Kajishima – dedicato proprio al racconto della storia e della geografia del tè Sayama e all’analisi del significato e del contesto della produzione dei tè monorigine.

Nella seconda parte dell’evento, gli ospiti si cimenteranno nel Tōcha, un gioco di degustazione con cinque single origin tea: alcuni partecipanti estratti a sorte fra i presenti assaggeranno 5 tipi di tè, che berranno una seconda volta in ordine diverso, e, al termine della degustazione, dovranno essere in grado di riconoscerli.  Il gioco è difficile anche per i giapponesi, ma concentrarsi nell’assaggio del tè è molto divertente. Al vincitore verrà anche consegnato un premio!

Ingresso libero. Prenotazione obbligatoria alla mail tiziana.nosek@fondazionetorinomusei.it indicando nell’oggetto “DEGUSTAZIONE TE’ GIAPPONESE”.

In ottemperanza alle normative anti Covid19, gli ingressi sono contingentati e i posti disponibili limitati a 30 persone. All’ingresso è necessario esibire il Green pass con documento di identità.

 

 

MERCOLEDI 15 SETTEMBRE

 

Mercoledì 15 settembre ore 16.30 – 17.30

PASSEGGIATA BOTANICA

Palazzo Madama – visita guidata al Giardino Botanico Medievale

Il curatore botanico Edoardo Santoro, con l’aiuto dei volontari del progetto Senior Civico del Comune di Torino, accompagnerà i visitatori nelle diverse aree del giardino tra rose antiche, officinali mediterranee, medicinali indigene, fiori di campo e piante dimenticate. Durante la passeggiata si scopriranno le diverse piante fiorite – Acanti, Digitali, Campanule e Sclaree – e si parlerà di tecniche di coltivazione naturale oltre che di aneddoti storici e botanici, in modo da rivivere la giornata di un giardiniere quattrocentesco, l’Hortolano Domini.

Costo: € 4 (max 10 persone)

Info: il giardino è visitabile con un biglietto dedicato (5€, gratuito Abbonamento Musei e Torino + Piemonte Card) oppure con il biglietto di ingresso al museo.

Prenotazioni: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

 

GIOVEDI 16 SETTEMBRE

 

Giovedì 16 settembre ore 18

TIZIANO SCARPA E IL PRINCIPIO DI CONTRADDIZIONE

GAM – appuntamento in mostra “Sul principio di contraddizione”

Ingresso su prenotazione, posti limitati

La GAM di Torino è felice di ospitare Tiziano Scarpa, che condurrà una visita guidata alla mostra Sul principio di contraddizione. Scarpa svolgerà un suo personale itinerario tra le opere e gli artisti dell’esposizione curata da Elena Volpato. L’arte contemporanea è una seconda passione per lo scrittore, che da tempo accompagna i percorsi di artisti visivi, non soltanto con le sue parole ma anche prendendo parte ad alcuni loro progetti. In passato ha avuto occasione di scrivere sul lavoro di Luca Bertolo e Flavio Favelli, due degli artisti in mostra alla GAM e al mondo dell’arte contemporanea ha dedicato nel 2016 il romanzo Il brevetto del geco, dove ha messo in evidenza tanto le falle del nostro mondo quanto la presenza di una tensione verso la possibilità di senso che abita ogni immagine.

Tiziano Scarpa è nato a Venezia nel 1963. Dal 1996 ha pubblicato circa una trentina fra romanzi, raccolte di racconti, saggi, poesie e testi teatrali. Fra le sue opere che si occupano di arte contemporanea ricordiamo il romanzo Il brevetto del geco (Einaudi, 2016): racconta la storia di Federico Morpio, artista ispirato e abbacchiato, in cerca di riconoscimento. Scarpa ha scritto saggi e testi creativi su vari artisti, fra cui: Giorgio De Chirico, Mimmo Rotella, Alberto Savinio, Anish Kapoor, Magnus, Ryan Mendoza, Tino Sehgal, Stefano Arienti, Luca Bertolo, Bertozzi e Casoni, Mauro Ceolin, Andrea Contin, Paola Di Bello, Flavio Favelli, Maurizio Finotto, Luigi Gardenal, Francesca Ghermandi, Massimo Giacon, Fausto Gilberti, Marco Lodola, Bruno Muzzolini, Cristiano Pintaldi, Silvano Rubino, Wolfgang Stehle, Fabio Visintin.

Costo della visita: 7 euro + biglietto di ingresso secondo regolamento

Info e prenotazioni: t. 011 4429630 email: infogamdidattica@fondazionetorinomusei.it

Le modalità di accesso alla GAM e alle attività sono regolamentate secondo le disposizioni normative vigenti.

Per avere informazioni aggiornate, clicca qui

 

Orazio Gentileschi, due capolavori a confronto

Sino al 12 dicembre, alla Galleria Sabauda

 

“L’emergenza che abbiamo vissuto e che stiamo in parte ancora vivendo ha rimarcato la necessità di offrire al pubblico proposte inedite, misurate sulle attuali esigenze di fruizione e di sostenibilità, e capaci anche di sviluppare e di rafforzare il sistema di scambi e di relazioni nell’ambito della cultura. Una condizione essenziale per offrire al pubblico nuovi contenuti capaci di moltiplicare le opportunità di conoscenza e di esperienza”, afferma Enrica Pagella, direttrice dei Musei Reali di Torino. A tirare le fila, sono quelle che in un periodo gramo che ci ha insegnato a non guardare sempre e soltanto al proprio orto, vengono definite le “nuove narrazioni delle collezioni”. Ovvero avvicinare un museo ad un proprio confratello, mettere a confronto un’opera ad un’altra, di un eguale autore o di uno stesso tema, un sentimento che gioca con la solidarietà e che ha già allineato in trascorse occasioni Botticelli o la pittura caravaggesca. Sono definite, queste eccellenti e benemerite occasioni, percorso obbligato di “approfondimento e conoscenza”, “Confronti”, e ci insegnano a mettere di fronte opere per cento motivi mai o non più visitate, o a scoprire squarci di vita di un autore che a quelle opere è legato.

Un momento, questo, per fare incontrare in un’unica sala della Sabauda, fino al 12 dicembre, la “Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo” (dipinto tra il 1615 e il 1620 e proveniente dal monastero di San Francesco al Borgo di Todi dove fu ritrovato nel 1973) e l’”Annunciazione”, entrambi di Orazio Gentileschi – di casa questa nei nostri Musei Reali, da quando (1623) l’artista la volle donare al duca Carlo Emanuele I di Savoia, ben consapevole della altissima qualità dell’opera, lo si legge nella lettera che accompagnò il dono, nel tentativo di essere accolto a corte, tentativo che non approdò a nulla: e di quel rifiuto ignoriamo le cause -, ripensando altresì all’allestimento delle sale interessate, con particolare riferimento al settore dedicato ai pittori caravaggeschi e ai Maestri lombardi del primo Seicento. La prima delle due opere è un buon esempio di collaborazione con la Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia (tuttora in completo riordinamento delle opere in esposizione), dopo la presenza del “San Giovanni Battista” del Merisi delle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma, un segno del potenziamento delle relazioni con altri musei e istituzioni nazionali, nell’intento di costruire una rete quantomai fruttuosa che valorizzi i percorsi artistici di ogni realtà.

Bellissima appare la tela di Perugia. La santa – aristocratica romana convertita al Cristianesimo che subì il martirio per decapitazione intorno al 230 con il suo sposo Valeriano – ha il capo coronato di fiori, simbolo di castità, e s’apprende a suonare le prime note dello spartito (manca a tutt’oggi la decifrazione di quelle note) che l’angelo al suo fianco le sta porgendo: e nella compostezza di quella dolcissima ispirazione mistica, mentre i personaggi balzano dall’oscurità, una luce morbida e avvolgente risalta tutta la forza cromatica della veste rossa, impreziosita soltanto di quei due piccoli fiocchi sulla spalla destra, e il bianco della blusa di Cecilia come il giallo ocra della tunica dell’angelo, dove le ombre – le ali, una parte dei visi e delle vesti – accrescono il movimento dell’intera opera. Il confronto permette di avvicinare lo spettatore di oggi al metodo di lavoro di Gentileschi, che consisteva nel riutilizzo di cartoni o lucidi per comporre singole figure o intere scene. Quei due visi, della Vergine e della santa, li possiamo accomunare, identificandoli in un unico soggetto, in una simile attitudine.

Decisamente l’aspetto scenografico si rende assai più potente nella tela torinese (per inciso, da buon cortigiano, aveva centrato bene il soggetto, il Gentileschi, indirizzandolo ai Savoia, che si erano fregiati dell’ordine cavalleresco dell’Annunziata), a cominciare dall’ampia tenda rossa che s’impone sullo sfondo – Roberto Longhi vedeva in quest’opera il trait d’union tra Caravaggio e Vermeer, come è vero che durante il soggiorno genovese Gentileschi incontrò la lezione di van Dyck, divenendo meno caravaggesco e più legato al panorama della pittura del nord -, dal respiro che giunge dalla finestra di destra, dalla vitalità di quel letto sfatto, dagli amplificati alternarsi, ancora una volta, dei giochi di luci e di ombre, nell’esaltazione del blu, del rosso, del bianco, del violaceo, del grigio, dei bruni e dell’ocra, nella loro squillante ricchezza: su ogni particolare la grandezza del gesto di sottomissione della Vergine. Del quadro esiste una versione ridotta nella chiesa genovese di san Siro: noi alla Sabauda possiamo spingerci, chi lo vorrà, nei confronti con la vicina sala, con il ritratto equestre di “Tommaso Francesco di Savoia Carignano” del maestro olandese.

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini, Orazio Gentileschi, l’”Annunciazione” (1623) e “Cecilia che suona la spinetta e un angelo”, (tra il 1615 e il 1620)

Foto Daniele Bottallo

Cinque giovani artisti sotto il segno ambiguo della “contraddizione”

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“Sul principio di contraddizione”   Fino al 3 ottobre

La “contraddizione” non s’addice all’arte? Certo che sì. E perché mai dovrebbe esserne esclusa? L’arte (ad ogni epoca e luogo appartenga) è infatti spesso “contraddizione”. Se per “contraddizione” intendiamo ricerca, accettazione dell’imprevisto, della magia che sottende a un segno piombato lì per caso o ancora sperimentazione, riflessione o ripensamento che ti fa barcollare per connetterti a nuove verità. Accettate, messe in posta con altre e precedenti intenzioni operative, fatte interagire per generare altro e altro ancora e altro ancora, quasi all’infinito.

In un gioco su cui non è mai lecito barare e su cui necessita sempre, fino al momento in cui t’accorgi di dover chiudere la partita, una grande tecnica e un grande mestiere. E’ questo ciò che vuole raccontarci, in modo perfino esasperato, la mostra “Sul principio di contraddizione”, ospitata alla “GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea” di Torino, fino al 3 ottobre prossimo, e curata con saggia maestria da Elena Volpato. Con saggia maestria. E chiara competenza. Perché nel gioco contradditorio di cui sopra è parte attiva importantissima anche la curatrice, cui spetta il compito non facile di intrufolarsi nel labirinto delle immagini per trovare segnali riconcilianti laddove concetti e segni sembrano al contrario seguire tracce parallele senza possibilità di abbracci e correlazioni. Un grande e intelligente e competente lavoro, dunque, quello della Volpato che ha saputo mettere insieme una cinquantina di opere a firma di cinque artisti della stessa “nuova” generazione, legati a un fare arte di stretta attualità in cui il “principio della contraddizione” diventa spazio di emozionante, artistica espressività. I loro nomi: Francesco Barocco, Riccardo Baruzzi, Luca Bertolo, Flavio Favelli e Diego Perrone. “Non è un tema, né un linguaggio – spiega la curatrice – quello che unisce i cinque artisti presenti in questa esposizione. Ciò che li unisce è la capacità di tenere all’interno delle loro opere lo spazio che separa e congiunge più rappresentazioni e di riconoscere il loro sovrapporsi nel tempo, di accogliere nel corpo stesso dell’opera il cono d’ombra da cui provengono svelando l’inesauribilità delle immagini, il loro emergere continuo e ripetuto”. Un ambiguo sovrapporsi di opposti. Un “principio di contraddizione”, per l’appunto “che l’arte può rivendicare per amore di bizzarria” nel dialogo contrapposto della “libertà contro la ragione”. Che ritroviamo, per iniziare, nell’immaginario di Flavio Favelli (Firenze, 1967), nelle sue improbabili composizioni architettoniche come nella sua capacità di tenere insieme la lontana tragicità di eventi storici insieme “all’apparente leggerezza delle pubblicità che li accompagnarono sulle pagine dei giornali”; o ancora, nelle suggestive e sotto traccia “Veroniche” di Luca Bertolo (Milano, 1968), così come nelle complesse, aggrovigliate ma anche lucide e perfette sculture in vetro di Diego Perrone (Asti, 1970). E che dire delle opere di Francesco Barocco (Susa, 1972) dov’è impossibile dire se i disegni impressi di nera grafite “siano il fondo oscuro da cui emerge il bianco della sua scultura o se siano le ombre a posarsi sul gesso per animarne il corpo in diverse presenze”? A chiudere la cinquina il ravennate Riccardo Baruzzi (Lugo, 1976) con le sue tele popolate di forme e figure che si incrociano, si sovrappongono, emergono e si inabissano, portandosi dietro lo strano presentimento di dissolversi e scomparire in un battito d’ali. Verità opposte. Il tutto e il contrario di tutto. Mondi chiari all’apparenza, ma suggestivi e poetici proprio nella loro non definizione e visionaria indeterminatezza.

Gianni Milani

“Sul principio di contraddizione”
GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, via Magenta 31, Torino; tel. 011/4429523 o www.gamtorino.it
Fino al 3 ottobre
Orari: merc. giov. e ven. 13/20; sab. e dom. 10/19 con prenotazione obbligatoria

 

Nelle foto

– Diego Perrone: “Senza titolo”, vetro, 2016
– Flavio Favelli: “Military Decò (A)”, assemblaggio di mobili dipinti, 2019
– Riccardo Baruzzi: “Arlecchino Pescatore (after Renato Birolli)”, olio su lino e legno, 2019