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A Scandiano arriva la squadra di Hockey

PROTAGONISTA DEL CAMPIONATO A1 E DELLA EUROPA LEAGUE.

I fuoriclasse e la dirigenza della rotellistica ‘uBroker Scandiano’ incontreranno il pubblico  il 5 Dicembre al ‘Corallo Disco’ insieme alle personalità del luogo.

 

Natale, tempo di doni, panettoni, ma anche di eventi. Ritorna l’atteso appuntamento con ‘Scandiano in vetrina’, affollata kermesse storicamente nata al fine di rilanciare il commercio dicembrino con la premiazione delle vetrine più originali e accattivanti, decorate in vista delle festività natalizie.

Vetrine che, dopo essere state visionate da un’attenta e variegata giuria composta da amministratori ex sindaci, artisti e personalità del territorio, verranno premiate il prossimo 5 dicembre sul palco del ‘Corallo Disco’.

Sul quale, insieme ai molteplici e prestigiosi ospiti previsti, interverrà anche la ‘Ubroker Scandiano’, rinomata formazione hockey che negli ultimi anni ha collezionato attestati di stima e altrettanti importanti risultati sia in Italia che all’estero.

E’ un onore e un piacere presentare la formazione 2020 della nostra amata squadra, tra le protagoniste del campionato italiano di A1, la massima serie nazionale. Anche in Europa League, ove abbiamo disputato e vinto il primo turno contro Germania, ambiamo al vertice della classifica. La prossima partita si giocherà in Spagna: nazione che, notoriamente, può annoverare i migliori campioni nelle proprie rose. Siamo fiduciosi, e cercheremo di far prevalere lo spirito di squadra come nostro punto di forza. Per questo motivo chiediamo il supporto e la presenza dei miei amati concittadini”, dichiara entusiasta il gran patron Fabio Spallanzani, scandianese doc “per supportate con un grande tifo le prossime difficili sfide destinate anche a portare in Italia e nel resto del Vecchio Continente il blasone del nostro stimato Comune”.

Fabio Spallanzani, uomo e professionista di grande carisma e valore, è il fondatore, insieme all’ingegnere piemontese Cristiano Bilucaglia, della rinomata start-up italiana che azzera le bollette di luce e gas e dà il nome alla squadra con il progetto scelgozero.it.

Pertanto ritengo fondamentale il sostegno, attraverso il mecenatismo sportivo, ai luoghi in cui sono nato e che mi hanno portato fortuna, mediante la valorizzazione di un’eccellenza locale che coniuga in sé i medesimi valori di qualità, sana competizione, impegno e risultati con i quali mi confronto altresì anche a livello imprenditoriale, abbracciando contestualmente quel carattere di innovazione che è alla base della mission di Ubroker”, conclude Spallanzani.

Appuntamento dunque il 5 Dicembre alle ore 21.00 al ‘Corallo Disco’.

 

Un torinese ai vertici della vela mondiale, Marco Carpinello

Torinese, classe 1981, sport praticato la vela, ruolo prodiere, Circolo Nautico al Mare di Alassio

Segni particolari: Medaglia d’oro CONI nel 2015 per la vittoria al mondiale ORC con Enfant Terrible, due Mondiali d’altura ORC con il TP 52 Enfant Terrible, due  Mondiali nella classe Farr 40 con Nerone. Nome: Marco Carpinello, per gli amici Carpy.

Carpy ha una vasta esperienza di regate tra le boe e offshore, è stato membro dell’equipaggio di Cookson 50 Mascalzone Latino e anche di RC44, Melges 40, del Farr 40 Enfant Terrible, del Melges 40 Inga, e attivo nei principali circuiti velici internazionali.

Nel 2018 ha vinto a bordo di Alive la classifica overall della leggendaria Rolex Sydney Hobart, considerata una tra le regate più dure al mondo con le sue 600 miglia di distanza, che prende il via ogni anno il giorno di Santo Stefano e temuta per le sue tempeste che, nell’edizione 1998, hanno causato ben sei morti.

Per i non addetti ai lavori la Rolex Sydney Hobart sta alla vela come la Parigi Dakar sta all’automobilismo e la discesa di Kitzbuhel sta allo sci alpino.

Carpy è stato il secondo italiano a vincere la Parigi Dakar del mare dopo Francesco Mongelli, che aveva fatto il navigatore sul Volvo 70 Giacomo nell’edizione 2016.

Sempre nel 2018 è stato a bordo del Melges 40 Inga con il quale ha chiuso al terzo posto il circuito stagionale, mentre ad inizio di quest’anno è stato vicino a guadagnare il titolo “Velista dell’Anno TAG Heuer”, il premio più prestigioso della vela italiana.

Carpy è una di quelle poche persone tanto di coraggio quanto di valore che, attraverso la vela e il mare, hanno dato una svolta alla propria vita.

Noi riusciamo ad incontrarlo in esclusiva nella sua città, Torino, insieme ad un ristrettissimo numero di amici. Siamo a metà novembre e nella sua bacheca personale ha da poco aggiunto la vittoria, sul Maxi 72 Cannonball, della 38esima edizione della Coppa del Re a Palma de Mallorca e la 30esima edizione della Maxi Yacth Rolex Cup, che si è svolta a settembre a Porto Cervo.

 

 

Bentrovato Carpy e complimenti per queste tue due ultime vittorie. In passato abbiamo già parlato di vela mare e, più volte, ti ho chiesto di raccontarmi dei tuoi successi. Una domanda, però, che non ti ho mai fatto: Quando hai capito che la vela sarebbe potuta diventare da semplice passione sportiva giovanile a qualcosa di più?

“Le idee le avevo ben chiare fin da bambino. Già alle elementari sapevo che il mio destino sarebbe stato sulle barche. Non ci crederai, e lo posso anche capire, ma in quinta elementare ho scritto sul diario di scuola che da grande avrei voluto fare il prodiere. Il maestro ha sorriso quando lo ha letto. Il tempo poi ha confermato i miei sogni.

Nello specifico tutto è iniziato nel 1992 con il boom del Moro di Venezia, ho incominciato a guardare le regate, come la maggior parte degli italiani all’epoca, in televisione con mio papà e ho subito ritrovato nel prodiere del Moro, Alberto Fantini, il ruolo che avrei voluto ricoprire su una barca a vela. Cominciai, quindi, il percorso classico che tutti i ragazzi intraprendono con un corso di Optimist, poi il Fireball con mio papà, da lì il passaggio a scafi maggiori con il primo imbarco importante sul Mumm 30 Joe Fly. Dopo Joe Fly mi chiamarono su Farr 40 Nerone per il campionato europeo senza che me lo aspettassi. Veramente. L’indecisione su cosa rispondere a quella convocazione è stata enorme, ma alla fine ho ragionato e mi sono detto: “Vado e se vinco porto avanti quello che è stato il mio sogno fin da bambino. Fu vittoria e da li’ ho iniziato, è stato un segno del destino.”

 

Dopo averti fatto ricordare gli inizi della tua carriera adesso, invece, ti chiedo: dopo tutti questi anni qual è stato il momento più bello finora del tuo percorso e quello che, al contrario, farai sempre fatica a ricordare?

“Il piu bello, anche se scontato, lo so, è stato tagliare il traguardo della Sidney Hobart; non è stato solo tagliare una linea di arrivo, ma vincere la Gara, quella con la G maiuscola, quella competizione che pochi velisti hanno vinto al mondo e a cui tutti sognano di poter partecipare, anche solo presentandosi sulla linea di partenza. E’ stata una delle emozioni più forti della mia vita, ancora piu di vincere il mio primo mondiale. Quando mi ha chiamato mio padre al telefono non sono riuscito a trattenere le lacrime e sono scoppiato a piangere dalla gioia.

Il piu difficile da ricordare, invece, non è rappresentato da un momento preciso, ma da una serie di situazioni che sfociano in emozioni che ho già vissuto, come ad esempio le volte in cui siamo arrivati prossimi alla vittoria ma ci è sfuggita dalle mani proprio….. per un soffio di vento. Non so se per te valga lo stesso, ma io tendo a ricordarmi sempre di piùdegli errori perchè sono sempre levemozioni piùforti, più intense, più traumatiche rispetto alla vittoria di per sè.”

 

Condivido con te pienamente il concetto, anche io tendo a ricordare più gli eventi traumatici di quelli positivi. Passiamo adesso ad una domanda squisitamente tecnica: Paul Cayard nel 2017 ha dichiarato che in Coppa America avrebbe desiderato “barche più veloci e plananti, senza foil, come i Maxi 72, così da esaltare maggiormente le abilità dell’equipaggio”. Arrivi da una vittoria al Maxi 72  lobal Championship  u “Cannonball”. Qual è la tua opinione in qualità di membro di equipaggio di un Maxi 72?

“Bisogna partire da due premesse: la prima consiste nel fatto che le barche impegnate in Coppa America sono delle imbarcazioni che hanno alle spalle una Ricerca e Sviluppo che è paragonabile a quella utilizzata per andare sulla luna, quindi sono uno spettacolo! La seconda premessa è che Paul Cayard parla di una specifica tipologia di competizione velica, il match race, in cui sono due scafi solamente che si sfidano, ben diversa dalla formula classica di regata, in cui gli equipaggi sono ben più di due contemporaneamente.

Facendo riferimento al match race, quindi, questa formula di competizione tra equipaggi necessita di barche lente per vedere la reale bravura dell’equipaggio. La loro bravura viene esaltata nella fase di ingaggio, che rappresenta l’essenza pura del match race.

Durante un match race è meglio essere dietro senza penalità che davanti con penalità, chi è dietro vede sempre quello davanti; questi, invece, non vede l’inseguitore e si deve girare per rendersi conto delle manovre dell’avversario, ed è in quel momento che l’inseguitore ingaggia chi lo precede ed inizia la manovra per il sorpasso. Questo è il motivo per cui è fondamentale che il timoniere non si giri e si fidi di ciò che gli viene comunicato dall’equipaggio.

Gli equipaggi impegnati nei match race a cui si riferiva Paul Cayard sanno fare tutti le manovre, il valore aggiunto l’equipaggio lo ottiene trovando il feeling e capendosi reciprocamente.”

Dopo la vittoria della Rolex Sydney Hobart è difficile pensare di vincere qualcosa di ancora più importante e più prestigioso; quali saranno le motivazioni che ti spingeranno a continuare?

“Se adesso avessi tra le mani lo stesso diario che avevo in quinta elementare non scriverei più di voler fare il prodiere. Il desiderio che scriverei sarebbe di vincere la line honor alla Sidney Hobart con record, così da poter vincere e portare a casa il “triplete australiano”. Lo scorso anno, quando ho chiamato mio padre, mi sono messo a piangere, nel caso del “triplete” non so proprio cosa potrebbe succedere!”

 

Per quest’anno il lavoro in mare è terminato, cosa prevede il lavoro a terra fino all’inizio della prossima stagione?

“In verità non è ancora del tutto finita! Torniamo in australiana per difendere il titolo. Siamo più pronti e carichi dello scorso anno, il ricordo di quelle scariche di adrenalina nelle vene non lo dimenticherò mai. Ci rendiamo conto, però, che sarà più dura del solito, le variabili sono sempre troppe e troppo imprevedibili e il peso di essere defending champion si fa sentire.

La percezione di come potrebbe andare la gara arriva a pochi giorni dalla partenza, quando le condizioni meteo sono più chiare e ci rendiamo conto che potrebbe essere l’anno giusto.”

 

Tornando al “triplete”, termine principalmente calcistico, e smettiamo di parlare di vela: Juventus o Toro??

“So già che, su questo punto, non ci troveremo d’accordo ma sei seduto quindi non mi preoccupo più di tanto. Premetto che non sono mai stato un grande appassionato di calcio ma…. Toro tutta la vita! mio padre mi ha trasmesso la fede granata, quella vera e profonda. Conosco tutti gli inni.

Diverso discorso per la Nazionale in quanto credo nella mia bandiera, la stessa che vedo ballare con il vento sulle barche.

E poi dai, vuoi mettere il piacere dello sfotto a voi gobbi, certe emozioni non hanno prezzo!.”

 

Per fortuna sono seduto come hai detto tu, le tue risposte mi regalano sempre grandi emozioni! Cambiando discorso, da qualche tempo condividi il percorso della vita con una persona, come riesci a coniugare il tempo insieme a lei e le trasferte che abitualmente ti vedono impegnato in giro per il mondo, anche per dei lunghi periodi?

“E’ difficile per entrambe le parti, la persona a cui voglio bene mi manca, questo è fuori discussione, anche se a migliaia di km di distanza ci si pensa sempre. La parte più difficile per me non è tanto la distanza di per sè, quella oramai è relativa, quanto i fusi orari. Quando ad esempio sono in Australia per la Sidney Hobart o mi trovo sulla Costa pacifica degli Stati Uniti, i fusi orari iniziano ad essere importanti. Anche tu lo puoi testimoniare da grande viaggiatore, e non turista, quale sei. Le videochiamate e la tecnologia in generale hanno aiutato molto le coppie come le nostre! Ho avuto la fortuna di incontrare una persona che, fin da subito, è riuscita a capire e comprende, cosa rara, ciò che faccio e con cui condiviamo molti valori di coppia.

Quello che sicuramente pesa maggiormente è quando vengo chiamato magari per un mese e mezzo di seguito di trasferta.”

Grazie per il complimento Carpy, adesso però direi di cambiare completamente argomento e parlerei di vacanze, dove le preferisci passare: mare montagna o viaggiando?

“Montagna, tutta la vita. Non si discute, lo sai benissimo!

Sono nato sugli sci, la barca è stata successiva, io non ho mai avuto la passione per il mare inteso come luogo dove passare le vacanze. A me piace fare le regate, ovvio, e questo negli anni si è ancora piùenfatizzato. Essere al mare, però, non mi fa sentire in vacanza.

Per quanto riguarda il viaggiare, invece, io vivo in giro per il mondo tutto l’anno tra aeroporti, aerei, treni e taxi. Quando torno da lunghe trasferte il mio unico desiderio è solo vivere la casa, leggere un libro, vedere qualche amico, ma in generale uscire poco. Ti svelo un segreto: adoro fare le lavatrici!.”

 

Con tutte queste miglia percorse durante l’anno planando a pelo d’acqua, con o senza foil, qualche giorno libero per coltivare una tua grande passione, lo sci, insieme ai tuoi amici rimane?

“Certo che sì, sono una persona molto fortunata. Svolgo un’attività che mi lascia molto più tempo libero nella stagione invernale e mi dà la possibilità, quindi, di non rimanere solo per il fine settimana tra le nostre amate montagne, ma anche di prendere le pelli in settimana e salire fino a passo San Giacomo con in miei amici più cari.

Per me la montagna rappresenta uno di quei luoghi del cuore che ognuno di noi ha e alla quale non potrei mai fare a meno.

Ci vediamo alle 9 al Citroc, come sempre!”

 

Se desiderate farvi raccontare delle sensazioni, emozioni e delle paure che ha provato la prima volta che ha iniziato a navigare lungo lo stretto di Bass, che separa l’Australia meridionale dalla Tasmania, quando l’equipaggio ha ricevuto l’autorizzazione dal Race Control per passare, pur sapendo che in quella parte di mare i soccorsi rischiano di non arrivare a seconda delle condizioni meteo,  non vi resta che mettere gli sci ai piedi e sperare di fare una salita in seggiovia quest’inverno insieme a lui tra Sestriere e dintorni.

 

 

Emanuele Farina Sansone

 

La Juventus perde due punti importanti in casa

E alla fine, dai e ridai, è successo: la Juve si è fatta sorpassare dall’Inter, che ha prontamente approfittato del pari interno dei bianconeri contro un ottimo Sassuolo. Non si capisce cosa stia accadendo a questa squadra, che dopo una buona partita in Champions ieri ha sbagliato praticamente tutto.

Sarri parte con il solito 4-3-1-2, Bernardeschi trequartista e davanti Ronaldo e Higuain; rientrano Sandro e Cuadrado, in mezzo Bentancur e Can con Pjanic.

E dire che sembrava una Juve agguerrita: nei primissimi minuti già un’occasionissima, anche se Can non riesce a girare in porta un bel cross di Higuain, e dopo poco sempre Can non trova la porta; poi ci provano Bonucci di testa e Pjanic scodella per Higuain che però non è fortunato e la palla va fuori di pochissimo. Arriva finalmente il vantaggio bianconero al 21′ con un gran destro da fuori area di Bonucci, lo Stadium pensa di poter stare tranquillo.

Macchè: dopo appena due minuti  il Sassuolo pareggia con un Boga in giornata di grazia, che si mangia Sandro e fa lo sgambetto a Buffon.

La Juve riparte e stavolta ci riprova il Pipita, ma egoisticamente spara in curva, peccato che non veda CR7 liberissimo in area. La squadra di casa sembra confusa, Sandro non chiude mai su Boga, Can e Bernardeschi insufficienti, l’attacco non conclude: Ronaldo e Higuain fanno poco movimento e il Sassuolo ci va a nozze.

Tra l’altro una nota di merito va di sicuro al diciottenne portiere del Sassuolo, che ieri ha parato di tutto e di più, togliendo dall’angolino persino una punizione di Ronaldo. Dall’altra sponda, invece, Buffon sembra addirittura spaesato: il gol del vantaggio avversario al 47′ st è in gran parte una sua responsabilità, che si fa scappare dalle mani il tiro non irresistibile di Caputo. Certo, il primo a sbagliare è stato Cuadrado, che mette in difficoltà De Ligt, il quale sbaglia il disimpegno e l’avversario ne approfitta, ma la papera di Buffon non si può vedere. Non è da lui.

Comunque, agguantato il pareggio, il Sassuolo non dà segnale di accontentarsi e vuole il colpaccio, insiste e spinge: a questo punto Sarri corre ai ripari e fa entrare Matuidi per Can e Dybala, il suo uomo più in forma, per Bernardeschi (nullo): la partita magicamente cambia, perchè la Joya porta in campo idee ed entusiasmo, oltre a far ammattire la difesa del Sassuolo, ed al 69′ si procura un rigore, che Ronaldo non sbaglia: 2-2.

Sulla spinta del pareggio, la Juve ritrova un pò di coraggio e fioccano i tiri in porta, con buone combinazioni Dybala-Ronaldo, ma Turati para tutto, non c’è verso. Sarri tenta la carta Ramsey (togliendo Higuain) per dare velocità alla manovra: buoni scambi con Dybala, ci provano entrambi ad andare al tiro, però non vuole entrare, Turati è fantastico. L’ultima occasione è al 92′ st, sulla testa di CR7, che però manda di poco a lato.

Brutta Juve, opaca, senza idee. Ronaldo da recuperare, perchè il solo rigore non basta.

ovunqueecomunque#finoallafine#

Rugiada Gambaudo

Orange Cup, 4 medaglie per i nuotatori piemontesi

Nello stadio del nuoto di Eindhoven intitolato a Pieter Van Den Hoogenband si è svolta nel week end l’Orange Cup, tradizionale e importante manifestazione autunnale di nuoto per salvamento. Un appuntamento cui l’Italia ha partecipato come sempre con alcuni degli atleti più forti in ambito nazionale, tra cui i piemontesi Greta Pezziardi, Francesca Cristetti e Davide Petruzzi, tutti e tre tesserati per la Rari Nantes Torino e tutti saliti sul podio nella due giorni di gare.

Di seguito il riepilogo delle medaglie raccolte dai nuotatori piemontesi:
– Davide Petruzzi oro nei 100 manichino pinne e torpedo
– Davide Petruzzi argento nella 4×50 ostacoli con gli altri azzurri Edoardo Giuseppe Pirola, Mattia Ponziani e Mauro Ferro
– Francesca Cristetti e Greta Pezziardi argento nella 4×25 manichino con Livia Elisa Fiori e Sara Ongaro
– Greta Pezziardi argento nella 4×50 mista con Sara Ongaro, Livia Elisa Fiori e Federica Volpini

L’articolo completo a questo link

Il Toro vince a Genova

I Granata hanno vinto contro il  Genoa 1-0 (0-0) nel secondo anticipo della 14a giornata di campionato di calcio di Serie A nello stadio del capoluogo ligure.

A segnare Bremer al 32′ del secondo tempo, a riscatto della sconfitta in casa con l’Inter. Ora il Torino sale a quota 17 in classifica, e si piazza al decimo posto. In crisi il Genoa, terzultimo a 10 punti.

“Piemonte in Pista”, lo skipass gratuito per gli under 14

Presentato dall’assessore allo Sport e Politiche Giovanili Fabrizio Ricca voluto dalla Regione Piemonte

Piemonte in Pista è un’iniziativa promossa dall’assessorato allo Sport e alle Politiche Giovanili della Regione Piemonte, in collaborazione con l’Arpietm Associazione regionale piemontese delle imprese esercenti trasporto a fune in concessione (Arpiet), che permette agli under 14 di sciare gratuitamente nella stagione sciistica 2019/2020, un giorno a scelta, nei weekend indicati (Le giornate prenotabili sono: sabato 21 dicembre 2019, domenica 22 dicembre 2019, sabato 28 marzo 2020, domenica 29 marzo 2020). Per aderire all’iniziativa bisogna collegarsi al sito http://www.regione.piemonte.it/piemonteinpista (online dal 10 dicembre) e compilare il modulo di iscrizione.

Per promuovere questa iniziativa la Regione Piemonte ha stanziato 100 milaeuro. Le località sciistiche individuate per l’uso di questo skipass sonopiù di venti e sono distribuite in tutto il territorio piemontese.

«Portare i giovani sulle piste da sci, facendo scoprire loro, fin da piccoli, la bellezza degli sport sulla neve. È questo uno degli obiettivi che ci siamo prefissati con l’iniziativa “Piemonte in Pista”, una campagna su cui la Regione Piemonte ha deciso di investire 100 mila euro, proprio perché crede nell’importanza di sostenere il sistema neve piemontese e la promozione tra i più giovani di questi sport – afferma l’assessore regionale allo Sport e alle Politiche Giovanili, Fabrizio Ricca -. La nostra volontà, ovviamente, è anche quella di sgravare le famiglie da una spesa, quello dello skipass giornaliero, che può aiutarle a progettare più uscite sulla neve nel corso della stagione sciistica. Crediamo che le nostre montagne si meritino di essere popolate da giovani atleti piemontesi intenzionate a viverle».

Giampiero Orleoni, presidente di Arpiet, l’Associazione regionale piemontese degli impianti a fune che ha sede presso l’Unione Industriale di Torino, ha dichiarato: «Abbiamo accolto da subito con favore la proposta dell’assessore allo Sport, perfettamente in linea con le iniziative che da anni stiamo portando avanti come Arpiet per facilitare l’avvicinamento dei giovani alla pratica degli sport invernali. In questo periodo le nostre stazioni stanno lavorando intensamente per garantire un’apertura ottimale degli impianti, che in alcuni casi è già avvenuta grazie alle nevicate di questi giorni. Auspichiamo che “Piemonte in Pista” possa portare nelle oltre 20 stazioni piemontesi che hanno aderito tantissimi giovani desiderosi di trascorrere una giornata all’insegna dello sport e del divertimento, in completa sicurezza».

Pietro Pacini, direttore generale del Csi Piemonte, ha rilevato che «si tratta di una bellissima iniziativa per i ragazzi piemontesi. Il Csi e la Regione Piemonte hanno lavorato fianco a fianco per realizzare un servizio web, quello di “Piemonte in Pista”, semplice da usare e dal design piacevole e accattivante. Tutto questo grazie anche alla nostra competenza nel campo dell’Ux design, un settore chiave che il Csi ha scelto di valorizzare dedicandogli uno degli otto nuovi centri di competenza per progettare servizi web sempre più innovativi per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni».

Arriva la terza edizione di Corri con noi

A Torino ci si allena in gruppo nei parchi e in centro città

Una nuova e adrenalinica avventura per le runner e walkers, principianti ed esperte, si sta avvicinando. Torna anche a Torino la terza edizione di Corri con noi, l’iniziativa che dà la possibilità a tutte le donne appassionate di corsa e camminata di fare gruppo e allenarsi insieme in 11 città italiane. Dal fine novembre le ambassador e i coach di Corri con noi aspetteranno la crew per guiderla alla scoperta di nuovi, sfidanti percorsi nei parchi e tra le vie del centro. Il progetto, che nasce da un’idea del settimanale Donna Moderna del Gruppo Mondadori, in questi ultimi anni ha creato una vera e propria community sportiva al femminile di oltre 1000 runner in tutta Italia.

A Torino ci saranno tre gruppi di allenamento, ciascuno con coach dedicato: uno pensato per chi vuole praticare la camminata sportiva, uno per chi vuole prendere confidenza a piccoli passi con la corsa (corri e cammina) ed uno per le runner esperte che desiderano condividere la loro passione e la loro esperienza (ma anche migliorare tecnica e resistenza). Gli allenamenti, iniziati il 25 novembre, si svolgeranno ogni lunedì alle 19 con partenza da Palestre Torino, viale Ceppi 5.

Ogni iscritta riceverà il kit DM Corri con noi, composto da una canotta, una sacca e un braccialetto.

Come conclusione di un anno di running e divertimento, è in programma un’adrenalinica sfida finale in un luogo da sogno, ancora da svelare. Sarà possibile seguire l’iniziativa su tutti i canali social del brand con l’hashtag ufficiale #corriconnoi. Inoltre il magazine Mondadori racconterà gli allenamenti e le evoluzioni della community. Il sito, con lo speciale Donnamoderna.com/corriconnoi seguirà la crew fornendo contenuti legati al tema running a 360 gradi.

Tutte le informazioni e il programma completo con le date, i luoghi e gli orari degli allenamenti città per città si trovano su donnamodernaclub.it

Città coinvolte: Catania, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Parma, Pescara, Roma, Lecce, Firenze e Torino.

Iscrizioni online su donnamodernaclub.it: l’abbonamento comprende un giorno di training a settimana, alle 19 o 19.30, per 12 mesi. Costo 52 euro (assicurazione compresa).

Sulla Via Lattea si scia in anticipo

Incomincia in anticipo la stagione invernale nel comprensorio olimpico   della Via Lattea.

Le  nevicate  abbondanti dei giorni scorsi consentiranno infatti l’apertura di alcuni impianti sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre:  la seggiovia Cit Roc, la seggiovia Trebials, la sciovia Baby ed i tappeti Jolly. Si potrà sciare sulle piste del settore Alpette e scendere fino a Borgata. Il prezzo dello skipass giornaliero è di 20 euro, acquistabile nelle biglietterie Kandahar e Borgata. Gli impianti sciistici  rimarranno chiusi in settimana, per  riaprire sabato 7 dicembre.

Una Juve “sarriana”prevale sull’Atletico Madrid

Una Juventus decisamente più “sarriana” quella che si è vista in campo ieri sera a Torino, contro un avversario come sempre ostico: del resto, alla squadra di casa bastava un solo punto per il primato in classifica.
I bianconeri hanno fatto vedere tratti di bel gioco soprattutto nel primo tempo, perchè nel secondo l’Atletico ha tentato il tutto per tutto riversandosi in avanti e impegnando non poco la difesa bianconera, che però ha sfoderato un De Ligt superbo, un muro contro il quale sono andate ad infrangersi tutte le speranze di pareggio degli avversari.
Ma nel primo tempo, in effetti, tutta la Juventus ha giocato bene, partendo con il 4-3-1-2: sulle fasce De Sciglio a sinistra e Danilo a destra, centrocampo a rombo con Matuidi, Pjanic e Bentancur, Ramsey trequartista dietro a CR7 e Dybala.
Madama parte tranquilla, tanto fraseggio e ottimo possesso palla, tanto che l’Atletico non riesce a spezzare la trama della Juve e si limita a subire per lunghi tratti; nonostante la superiorità, però, la Juve fatica a trovare il tiro in porta, perchè CR7 è sempre defilato a sinistra e si limita a sponde e chiusure di triangoli, ma non va mai alla conclusione, mentre Dybala fa moltissimo movimento e cerca di inventare, però – tranne un tiro al minuto 9 – , non vede la porta sino all’azione del goal, che arriverà allo scadere del primo tempo: la sensazione è che manchi il finalizzatore, l’uomo da area di rigore, insomma là davanti mancava il Pipita.
La squadra di Simeone ci prova solo con due conclusioni di Saul, ma il centrocampista spagnolo prima non riesce a girare un colpo di testa da posizione invitante, poi impegna Szczesny con una rasoiata dai venticinque metri, bravo il portierone bianconero a non farsi sorprendere.
E veniamo al goal della Joya, un autentico capolavoro balistico: minuto 46′ pt, punizione defiliatissima alla sinistra del portiere avversario, palla che si va ad infilare nell’angolino alto a destra, dove Oblak non può arrivare (e neanche se lo aspettava, ci scommettiamo).
La ripresa inizia senza cambi, l’Atletico prova a reagire e al 49′ sugli sviluppi di azione d’angolo è il solito Saul a calciare verso la porta di Szczesny, che blocca in due tempi; Simeone allora tenta di forzare un po’ i tempi, toglie Vitolo e butta dentro Joao Felix: infatti l’Atletico diventa più propositivo rispetto al primo tempo e De Ligt è provvidenziale nel murare una conclusione proprio di Joao Felix.
La Juve ha più spazio per ripartire: al 60’st Ronaldo s’invola sul centrosinistra, salta Hermoso, ma poi dopo 40 metri di campo calcia alto. Sarri risponde con Bernardeschi per Ramsey e proprio lui sfiora il raddoppio al 66′ st con un’azione personale che finisce sul palo.
Nel finale, l’Atletico spinge a più non posso e prova a chiudere la Juve nella propria area di rigore, ma De Ligt è decisivo nel chiudere su Morata in area all’80’st, e poi all’83’st su Correa, pronto a battere a rete a pochi passi dalla porta di Szczesny: intervento che vale come un goal.
La Juve riparte, ma Khedira è in fuorigioco e sfuma l’azione del possibile raddoppio. Nel finale, è invece Morata a non agganciare l’assist di Joao Felix a due metri dalla linea di porta.
Riepilogo: buona Juve rispetto alle ultime prestazioni di campionato, si è visto il gioco di Sarri per alcuni tratti, ma la partita è stata decisa, ancora una volta, da una prodezza individuale: tutti contenti, ma c’è ancora da lavorare e ovviamente aspettiamo il miglior Cristiano Ronaldo, in difficoltà anche ieri sera.
Ovunqueecomunque #finoallafine
Rugiada Gambaudo

Pinerolo: riapertura della piscina con open day

Dopo i lavori di manutenzione, protrattisi oltre le scadenze prestabilite, finalmente
riaprirà la piscina di Pinerolo e il 2 Dicembre partiranno tutte le attività. Per festeggiare il nuovo inizio il 30 Novembre e il 1
Dicembre, la piscina sarà aperta e si potranno provare gratuitamente tutte le attività.
info 0121.377516