Dal palazzo di giustizia il pm Guariniello ha fatto sapere che intende chiedere un aumento delle pene. Il verdetto della Cassazione prevede un ulteriore processo d’appello
Gli imputati per il rogo della Thyssen, costato la vita a sette operai, nella notte fra il 5 e il 6 dicembre 2007, “non sono stati favoriti in alcun modo e non è stato accolto alcun motivo di ricorso dei loro difensori” .
Lo affermano fonti della Cassazione che ha accertato le responsabilità degli imputati per la tragedia. I parenti delle vittime, accorsi a Roma in attesa della sentenza, hanno protestato contro il verdetto che prevede un ulteriore processo d’appello per ridefinire le pene degli imputati nella vicenda.
In occasione del nuovo processo le pene potrebbero aumentare e non sussiste il rischio di prescrizione. Dal palazzo di Giustizia di Torino (foto a lato), intanto, il pm Raffaele Guariniello ha infatti già fatto sapere che intende chiedere un aumento delle pene.
Secondo i Supremi Giudici la sentenza stabilisce che il reato di omissione dolosa delle cautele contro gli infortuni sul lavoro non è compreso in altri reati (omicidio colposo e incendio) ma si tratta di reato autonomo. Il rogo alla Thyssenkrupp resta negli annali delle cronache degli infortuni sul lavoro come uno dei casi più gravi a livello internazionale negli ultimi decenni.
Nelle immagini sottostanti, lo stabilimento Thyssen che oggi versa in stato di completo abbandono: tolte tutte le insegne, vetri in frantumi, rovi e cartacce ovunque.
(Foto: il Torinese)