Piemonte, montagne in fiamme: la Regione chiede lo stato di calamità

Il presidente della Regione Piemonte, Chiamparino, assieme alla Giunta, ha incontrato poco fa Sergio Pirone, comandante Corpo Volontari A.I.B Regione Piemonte, Cristina Ricaldone, responsabile Area Incendi Boschivi del settore Protezione Civile Regione Piemonte, Franco Licini, dirigente Settore Protezione Civile della Regione Piemonte.  Dall’incontro è emerso che, dal 10 ottobre – quando è cominciato lo stato di massima allerta- sono state impiegate più di 2mila unità di personale e più di 500 mezzi. Al momento attuale sono oltre 2190 i volontari A.I.B., oltre a VVFF e protezione civile, presenti sui luoghi interessati, impiegati su 3 turni giorno e notte a presenza costante.  Purtroppo non si prevede un miglioramento significativo delle condizioni e resta lo stato di massima allerta fino a tutta la settimana entrante, una situazione che rende necessario mantenere la massima presenza di mezzi e persone. E’ stata a questo proposito formalizzata in giunta la copertura finanziaria atta a garantirla.  Il fronte complessivo di fuoco è di decine e decine di chilometri,  e migliaia di ettari di bosco bruciato, concentrati fra Valle Stura, Val Varaita, Pinerolese,  Val di Susa e Locana. Le forze di intervento operano con il criterio di isolare l’incendio, che non è solo nel torinese ma anche nel cuneese. In alta Val Stura è stato interrotto il traffico sulla statale del Colle della Maddalena. Le priorità di intervento riguardano l’incolumità delle persone, delle case, delle infrastrutture, degli animali e infine del bosco: da questo punto di vista, è chiaro che l’operatività dei mezzi è decisa dalla centrale operativa sulla base di criteri tecnici e di contesto, in ottica di gestione delle priorità dell’evento, non in base a richieste politiche o amministrative. “Sindaci e comunità – commenta Chiamparino – devono avere la tranquillità di essere in mano a un sistema integrato e coordinato che ha sempre funzionato, sta funzionando e funzionerà.  E’ stato inoltre formalizzato l’avvio della procedura di richiesta dello stato di calamità, che potrà concretizzarsi solo quando sarà possibile fare la stima dei danni. Ci permettiamo di sottolineare la necessità di una grande attenzione da parte del sistema delle Forze dell’Ordine, non tanto nell’attività operativa anti-incendio, ma in quella di prevenzione perchè c’è il sospetto che questa situazione possa dare adito a gesti dolosi che possano aumentare il fronte di intervento”.  Per quanto riguarda la qualità dell’aria, si legge nella nota della Regione ” è evidente che, bruciando boschi su aree così vaste, gli effetti sull’aria si sentono e provocano sensazioni sgradevoli e comprensibili preoccupazioni nella popolazione. Ma l’ARPA sta monitorando la situazione, e dal momento che brucia materiale vegetale non c’è propagazione di sostanze tossiche. Non sottovalutiamo gli effetti, ma il monitoraggio è attivo e costante”. 

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