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Stop alla microcriminalità, anche nel Torinese arriva il progetto "controllo di vicinato"

carabinieri

San Mauro Torinese, con i suoi quasi ventimila abitanti, non appena la mozione verrà adottata, sarà il primo comune del Piemonte di questa dimensione, ad aderire ufficialmente all’iniziativa

 

Il problema della microcriminalità (furti, truffe e relativi tentativi) è ormai “patrimonio comune” nell’area metropolitana di Torino. E la sensibilità dei cittadini verso questa tematica sale sempre più, come dimostra una recente assemblea pubblica che si è svolta a Pecetto. Queste considerazioni hanno portato  Ferdinando Raffero, consigliere comunale di San Mauro Torinese, che aiuta il sindaco Ugo Dallolio in materia di sicurezza, ad elaborare una mozione che verrà depositata nei prossimi giorni per l’approvazione del consiglio comunale. Si tratta della adesione al progetto “Controllo di vicinato”, facilitandone la divulgazione attraverso l’opera di volontariato. Il Controllo di vicinato, meglio conosciuto come “Neighbourhood watch” nasce negli anni Sessanta – Settanta, nei Paesi anglo – sassoni, Gran Bretagna, Stati Uniti, ma anche Canada, Australia, Nuova Zelanda e in Italia inizia ad avere una diffusione a partire dal 2008 in Lombardia.

 

“L’importatore” ed ideatore sul Patrio suolo di questo sistema è Gianfrancesco Caccia di Caronno Pertusella (Varese) che ha via via diffuso, con altri volontari, le tecniche sino alla creazione di una associazione, che si chiama appunto Controllo di Vicinato, che ha tra i suoi coordinatori, oltre allo stesso Caccia, anche Leonardo Campanale di Rodano (Milano). Il Controllo di Vicinato, che nulla ha a che vedere con il fenomeno delle “Ronde Padane” o pattugliamenti di cittadini sul territorio o la videosorveglianza (che è una scelta dell’amministrazione comunale d’intesa con le forze dell’ordine), è un progetto che tende a fare crescere, da un lato, la solidarietà tra i cittadini e a crescere una forma di osservazione “passiva” del territorio e delle persone che vi transitano. Il tutto, ovviamente, deve avvenire in stretta collaborazione – elemento imprescindibile – con le forze dell’ordine. In sostanza di far diventare sistema quello che,  probabilmente, molti fanno già spontaneamente (ad esempio togliere la posta al vicino quando è assente da casa per troppo tempo, naturalmente d’intesa con lui, oppure affacciarsi alla finestra quando si sente suonare un allarme, oppure ancora se si vede una persona sospetta o un’auto girare prenderne nota ed, eventualmente, avvertire le forze dell’ordine).

 

Il Controllo di Vicinato è una pratica che ha anche necessità, pur partendo spesso da gruppi spontanei, della collaborazione dell’amministrazione comunale. E in questo senso, dietro impulso del dinamico consigliere Raffero, c’è stato un primo contatto con il referente piemontese dell’Associazione Controllo di Vicinato, un secondo incontro con il sindaco Dallolio e le forze dell’ordine (polizia locale e carabinieri) che hanno dato il loro assenso all’iniziativa. Ora ci sarà il passaggio in aula consigliare, poi – una vota approvata la delibera – l’intenzione è quella di presentare il progetto ai cittadini per ottenerne il loro coinvolgimento e dare a formazione necessaria. “Il Controllo di Vicinato non deve creare degli eroi – dice Ferdinando Raffero, che intende anche seguire l’iniziativa da volontario, “svestiti” su questo tema i panni del consigliere comunale – ad arrestare e contrastare i malviventi ci sono già le forze dell’ordine”.

 

San Mauro Torinese, con i suoi quasi ventimila abitanti, non appena la mozione verrà adottata, sarà il primo comune del Piemonte di questa dimensione, ad aderire ufficialmente a questo progetto. Sinora il Controllo di Vicinato si è sviluppato in Lombardia, in Veneto, in Emilia, sta avendo una buona diffusione in Provincia di Lucca. Nella regione subalpina, dopo l’interesse manifestato – ma il processo non venne portato a termine – da Casale Monferrato, la prima adesione di un ente locale è stata quella di Casorzo in Provincia di Asti.

 

(Foto: il Torinese)

Massimo Iaretti

 

 

 

Cassazione choc: "Annullate le condanne per 'Ndrangheta dei 50 imputati di Minotauro"

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Il Pg ha chiesto che venga indetto  un nuovo processo

 

Una richiesta che ha fatto scalpore. E’ quella del procuratore generale della Corte di Cassazione che ha chiesto l’annullamento con rinvio alla Corte d’Appello di Torino di 50 condanne del maxi processo Minotauro, celebrato  per le presunte infiltrazioni della ‘Ndrangheta a Torino e nella  provincia. La decisione finale spetta alla Corte di Cassazione, il cui  pronunciamento è atteso per l’udienza del  prossimo 23 febbraio. La tesi dei difensori è che se sono stati commessi reati da singole persone, non è detto che fosse operativa una organizzazione di stampo mafioso. Ovvero, per il procuratore non sarebbe emerso, come riporta l’agenzia Ansa “il metodo mafioso come richiesto dall’articolo 416 bis del codice penale”. Proprio per questo motivo ha chiesto che venga indetto  un nuovo processo.

 

 

L'influenza che fa paura, 25 casi gravi e 4 morti: ma il picco è atteso nei prossimi giorni

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L’influenza è la causa dell’11% delle presenze ai Pronto Soccorso piemontesi e del 14% dei ricoveri totali

 

Nell’ultima settimana di gennaio sono circa 47 mila i piemontesi  ammalati di influenza. Ci sono 25 i casi gravi ricoverati nei reparti di terapia intensiva, 4 le persone morte: Queste ultime  erano comunque gravemente debilitate e soggette a complicazioni. I dati sono forniti dall’ assessorato regionale alla Sanità. L’incidenza è in aumento e si stima che il picco arrivi nella prossima settimana. L’influenza è la causa dell’11% delle presenze ai Pronto Soccorso piemontesi e del 14% dei ricoveri totali. l’incidenza totale è di 12,6 casi per 1000 assistiti. Informa la Regione:  “La copertura vaccinale raggiunta in Piemonte è stata inferiore a quella degli scorsi anni: dato lo scopo protettivo di tale pratica, è molto difficile prevedere l’impatto finale di questo calo sulla salute dei Piemontesi. Finora le caratteristiche generali dell’epidemia in corso non sono indicative di maggior diffusione o gravità rispetto agli anni scorsi. In particolare i casi più gravi sono così rari in numero da non consentire generalizzazioni o previsioni di impatto.” Nessun allarmismo – dicono all’assessorato – la situazione è sotto controllo.

"Bere il territorio", degustazione e premio speciale a Gambarotta

VINO PREGIATO

L’iniziativa proseguirà, fino alle 22.00, con il banco d’assaggio durante il quale sarà possibile degustare la selezione dei vini delle aziende italiane che compongono il comitato sostenitore del concorso

                                  

L’Associazione Go Wine dà il via alle manifestazioni del 2015 a Torino con una serata dedicata al Concorso Letterario Nazionale “Bere il Territorio” e a tutti coloro che hanno contribuito a rendere l’iniziativa un punto di riferimento per i giovani appassionati al mondo del vino e della scrittura. L’appuntamento è per mercoledì 4 febbraio dalle ore 17.00, presso la sala Vittoria dello Starhotels Majestic in Corso Vittorio Emanuele, 54 a Torino. Durante la serata, per l’ottavo anno, verrà consegnato il premio speciale “Vino d’Autore”, riservato a scrittori che, nella narrativa delle loro pubblicazioni e nella loro esperienza professionale, hanno dedicato riferimenti al vino e i suoi territori. L’ospite d’onore della serata a cui sarà assegnato il premio speciale è Bruno Gambarotta che alle ore 18.30 sarà intervistato dal giornalista Bruno Quaranta, del quotidiano La Stampa-Tuttolibri.

 

La serata proseguirà, fino alle ore 22.00, con il banco d’assaggio durante il quale sarà possibile degustare la selezione dei vini delle aziende italiane che compongono il comitato sostenitore del concorso e di quelle che sostengono il progetto culturale durante lo specifico evento di Torino. Bruno Gambarotta nasce ad Asti nel 1937, è uno scrittore, giornalista, conduttore televisivo e radiofonico e attore italiano. Regista di programmi per la radio e la televisione. Vive a Torino e, oltre alla scrittura, fra i suoi maggiori interessi figura la gastronomia, materia della quale si è occupato anche per i suoi scritti. Autore di libri e collaboratore di diverse testate (fra cui l’Unità, la Repubblica, La Stampa e la rivista Comix), come delegato alla produzione Rai, ha curato nella sua lunga carriera la produzione di alcune serie televisive di successo. Collabora tuttora con La Stampa curando la rubrica fissa “Storie di Città” per Torino 7. Recentemente ha pubblicato per Garzanti “Ombra di Giraffa”, libro ispirato al mondo e all’ambiente della televisione, dietro le quinte.  

 

Mercoledì 4 febbraio 2015, ore 17.00 – STARHOTELS MAJESTIC **** – Torino.

 

IN DEGUSTAZIONE I VINI DELLE AZIENDE:

Antica Distilleria Sibona – Piobesi d’Alba (Cn); Cantina Sociale di Castagnole Monferrato (At); Cantine del Barone – Cesinali (Av); Cantine del Notaio – Rionero in Vulture (Pz); Cantine dell’Angelo – Tufo (Av); Consorzio Tutela Vini Soave e Recioto di Soave – Soave (Vr); Gostolai – Oliena (Nu); Montalbera, Terra del Ruchè – Castagnole Monferrato (At); Poderi e Cantine Oddero – La Morra (Cn); Vietti – Castiglione Falletto (Cn); Ciccio Zaccagnini – Bolognano (Pe); ed inoltre Gruppo Giovani Confagricoltura Anga: Caudrina – Castiglione Tinella (Cn);  Cerruti Simone – Castiglione Tinella (Cn); Filippa Clario e Figli  – Castiglione Tinella (Cn);  Soria Matteo – Castiglione Tinella (Cn); Valdibà – Dogliani (Cn).

 

Per informazioni: Associazione Go Wine  Tel. 0173 364631 gowine.editore@gowinet.it  www.gowinet.it 

Omicidio Musy, condanna all'ergastolo per Francesco Furchì: per la Corte "Casco" era lui

+++FERITO MUSY: FERMATO IL PRESUNTO SPARATORE +++

Il collegio della difesa (Mariarosaria Ferrara e Gaetano Pecorella), aveva chiesto l’ assoluzione dell’imputato che afferma da sempre di essere innocente

 

Condanna all’ergastolo per Francesco Furchì, l’uomo accusato di essere “Casco”, l’uomo zoppicante e mascherato con un casco da motociclista, l’autore dell’omicidio del consigliere comunale Alberto Musy. E’ la sentenza della Corte di Assise di Torino. Musy venne preso alla sprovvista e ferito a colpi di pistola il 21 marzo 2012 all’ingresso della propria abitazione. Morì, senza aver ripreso conoscenza,  dopo un anno e sette mesi di agonia. “Sono innocente, è un’ingiustizia, non è giusto” ha detto Furchì prima di uscire dall’aula. La moglie di Musy, Angelica Corporandi: “Finalmente so che cosa dire alle mie bambine”. Il collegio della difesa (Mariarosaria Ferrara e Gaetano Pecorella), aveva chiesto l’ assoluzione dell’imputato che afferma da sempre di essere innocente.

 

A pronunciare la sentenza, il presidente della Corte d’Assise di Torino Pietro Capello.  I giudici hanno riconosciuto alla moglie di  Musy una provvisionale di un milione di euro. Alla madre e alla sorella una provvisionale di 100 mila euro ciascuna.  Furchì è stato inoltre dichiarato decaduto dalla responsabilità genitoriale. 

La sentenza del maxi processo ai No Tav: 140 anni di carcere, 47 condanne e 6 assoluzioni

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notav ovunqueSono 193 gli anni chiesti dalla procura della repubblica, dopo un processo durato due anni. Le accuse vanno dalle lesioni, al danneggiamento, alla violenza contro pubblico ufficiale

 

Un totale di 140 anni di reclusione per 47 condanne e sei assoluzioni. Nell’aula bunker delle Vallette si è chiuso il maxi processo ai no tav per gli scontri avvenuti 2011 in Valle di Susa. Il giudice Quinto Bosio ha letto la sentenza legata alle vicende degli scontri con le forze dell’ordine al cantiere di Chiomonte avvenuti nell’estate di 4 anni fa. Sono 193 gli anni di carcere chiesti dalla procura della repubblica, dopo un processo durato due anni. Le accuse vanno dalle lesioni, al danneggiamento, alla violenza contro pubblico ufficiale.

 

Dal pubblico il grido di “vergogna” dopo la lettura del dispositivo, quando  gli imputati hanno dato lettura di una dichiarazione che i giudici non hanno ascoltato, abbandonando l’aula. Alcuni dei presenti hanno intonato Bella Ciao, altri hanno protestato ad alta voce. Secondo gli avvocati della difesa si tratta di condanne spropositate: una sentenza già scritta e immaginabile la cui entità delle pene non ha alcun senso.

 

Scrive il sito notav.info: “Un regalo che viene chiaramente fatto all’oramai pensionato Caselli ex-procuratore capo di Torino e ideologo di questa persecuzione ai danni del movimento No Tav. Tutta la sua corte, e quella che lui serve da una vita, saranno pronti a dire che avevano ragione e che giustizia è stata fatta (dopo tutte le batoste che si sono presi in quest’ultimo anno). Volevano una condanna pesante per poter agitare ancora una volta il feticcio del Nemico Pubblico No Tav ma si sa, la credibilità agli occhi dei più se la sono oramai giocata da un pezzo e noi la nostra strada non abbiamo mai smesso di percorrerla, dimostrando che abbiamo ragione da vendere e loro torto marcio”.

 

(Foto: il Torinese)

Piano regolatore, i 20 anni che hanno trasformato Torino in capitale dell'innovazione

quadrante settimo

 

Nel 1995, l’approvazione del Piano Regolatore Generale firmato da Vittorio Gregotti e Augusto Cagnardi sancisce l’avvio di una stagione di profondo rinnovamento della città per decenni identificata come la città-fabbrica italiana. Da allora, Torino è diventata un’altra città

 

Un programma di eventi per festeggiare il piano regolatore e vent’anni di trasformazioni che hanno fatto di Torino “capitale universitaria, di cultura e di innovazione”. E’ quanto ha detto il sindaco, Piero Fassino,  all’Urban Center in occasione della presentazione delle iniziative. Un calendario fitto di incontri con ingegneri, architetti, esperti e progettisti ed esperti per rammentare il  passato e immaginare il futuro.

 

Torino è un’altra città

Nel 2015 Urban Center Metropolitano propone un programma di attività culturali per conoscere più da vicino la trasformazione vissuta da Torino negli ultimi 20 anni: da quando, nel 1995, l’approvazione del Piano Regolatore Generale firmato da Vittorio Gregotti e Augusto Cagnardi sancisce l’avvio di una stagione di profondo rinnovamento della città per decenni identificata come la città-fabbrica italiana. Da allora, Torino è diventata un’altra città. UCM racconta come essa è cambiata, in quali modi, con quali politiche e strumenti sia stato possibile trasformarsi, e quali siano gli scenari futuri che si aprono ora dinnanzi alla nuova città metropolitana. Un’occasione per ripercorrere alcuni dei nodi più significativi di un processo di cambiamento che ha riguardato la società locale nel suo complesso, ridefinendo gli assetti sociali, economici ed urbani del territorio torinese. Dibattiti a più voci, dove protagonisti e osservatori dalle professionalità diverse si confronteranno su temi che incrociano la storia recente della trasformazione urbana, le prospettive di sviluppo per la città metropolitana e le politiche pubbliche che guardano alla Torino futura.

 

(www.urbancenter.to)

 

Terrorismo, controlli della polizia a Porta Nuova: identificati in 56 di cui 22 stranieri

isis

Due stranieri espulsi abitavano in provincia di Novara. Il provvedimento di espulsione lo scorso mese di dicembre

 

Allerta terrorismo anche in Piemonte. Facendo seguito alle disposizioni del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, il prefetto di Torino Paola Basilone aveva già provveduto, nei giorni scorsi, dopo i fatti violenti di Parigi, ad aumentare le misure di sicurezza nei cosiddetti obiettivi sensibili. Monitorati dalla polizia, in particolare, l’aeroporto di Caselle, le stazioni ferroviarie, gli edifici di culto e le redazioni dei giornali.

 

In particollare a Polizia Ferroviaria di Torino ha intensificato le attività di controllo sui treni e all’interno della stazione Porta Nuova. La questura ha comunicato che la maggiore attenzione, mirata anche alla prevenzione di eventuali atti terroristici, ha portato negli ultimi giorni ad identificare 56 persone, 22 delle quali cittadini stranieri. Un marocchino che era sottoposto agli arresti domiciliari, è stato arrestato  perché si era allontanato dal proprio domicilio.

 

Si è appreso nei giorni scorsi che uno  dei nove stranieri espulsi dall’Italia lo scorso mese di dicembre, in quanto  sospettati di essere collegati al terrorismo islamico abitava a Novara.Si tratta di un tunisino, Ben Salah, di 41 anni. Recentemente era tornato nel suo paese d’origine per poi ma poi rientrare nel territorio italiano, a Romentino e Trecate, nel Novarese. Aveva sposato la prima donna ad essere multata in Italia perché indossava il burqa, nel 2010. Anche un secondo espulso, catturato dalle forze dell’ordine a Milano, frequentava la moschea di Castelletto Ticino, sempre in provincia di Novara.

E' la volta di un Presidente torinese sul Colle? La corsa di Fassino il "corazziere"

Italy Politics

fassino66IL GHINOTTO DELLA DOMENICA

E’ la prima volta da molto tempo che un piemontese se la gioca davvero e la sua elezione consentirebbe alla nostra regione di portarsi in testa nella speciale classifica dei Presidenti repubblicani che oggi vede appunto già tre piemontesi (Einaudi, Saragat e Scalfaro) in parità con tre campani (De Nicola, Leone, Napolitano), davanti a sardi (Segni e Cossiga) e toscani (Gronchi e Ciampi)

 

Ci saranno anche tre “grandi elettori” regionali del Piemonte, che affiancheranno deputati e senatori nell’elezione del nuovo inquilino del Quirinale. Oltre ai due presidenti, Chiamparino e Laus, eletti con 31 voti a testa, dall’urna è uscito, senza sorprese, il nome del leader dell’opposizione di centrodestra, Gilberto Pichetto, che ha ottenuto 16 voti, sei in più di quelli del suo schieramento. E’ stata la maggioranza piddina a dare una cortese spinta al forzaitalico Pichetto, temendo che il suo contendente, il pentastellato Davide Bono, vincesse la sfida. Ma quest’ultimo si è fermato a quota 10, due in più del suo gruppo, ottenendo probabilmente il “soccorso rosso” della coppia vendoliana.

 

I tre saranno a Roma per le votazioni, che iniziano giovedì 29, con un mandato ben preciso: votate chi volete ma non Chiamparino, la cui eventuale, ma improbabile elezione al Colle più alto farebbe interrompere anzitempo anche la decima legislatura regionale, costringendo tutti i 50 consiglieri di Palazzo Lascaris a rituffarsi in campagna elettorale.  In queste ore si sprecano le dichiarazioni a favore di candidati super-partes, autorevoli, arbitri… tutto fumo negli occhi, perchè in realtà ognuno sceglierà secondo le indicazioni del proprio schieramento, almeno su questo né Renzi né Berlusconi non avranno sorprese.

 

Certo, se nelle prime votazioni sarà data libertà di espressione (ma anche questo è in dubbio) qualcuno avrà forse la tentazione di votare per Piero Fassino, che in effetti è ancora nella short-list dei candidati possibili, anche se le sue quotazioni appaiono in calo. Ma il sindaco di Torino può indubbiamente contare dalla sua il fatto di essere un renziano di ferro, tra i pochi di provenienza diessina a essersi schierati per Matteo fin dall’inizio, e poi di essere anche un nome in qualche modo “appetibile” per la minoranza piddina, essendo stato l’ultimo segretario della “ditta”; accettò appunto di annegare i Ds nel contenitore del Pd, perdendo anche il posto di vertice che aveva ricoperto. Esempio raro di abnegazione, per la quale non ha avuto alcun riconoscimento, ma si sa che la gratitudine non è la virtù più praticata in politica.

 

Pur con tutti i limiti oggettivi e soggettivi della sua candidatura, che non ha certo lo standing di altre più quotate, la pattuglia piemontese (una sessantina, al netto dei “paracadutati” nelle diverse liste) farebbe bene a far blocco per il Lungo, per alcuni buoni motivi. In primo luogo, è la prima volta da molto tempo che un piemontese se la gioca davvero e la sua elezione consentirebbe alla nostra regione di portarsi in testa nella speciale classifica dei Presidenti repubblicani che oggi vede appunto già tre piemontesi (Einaudi, Saragat e Scalfaro) in parità con tre campani (De Nicola, Leone, Napolitano), davanti a sardi (Segni e Cossiga) e toscani (Gronchi e Ciampi). Un primato non così da poco, per chi ha fatto l’Italia unita e vedrebbe rafforzata la propria caratura istituzionale, in un momento in cui non abbiamo neppure un ministro.

 

A dire il vero anche Giuliano Amato, nato a Torino ma subito emigrato in Toscana, risponderebbe in parte a questo scopo. Però Fassino ha un merito in più: è l’unico candidato che messo vicino a un corazziere non farebbe brutta figura. Eppoi tutti i torinesi, di ogni colore e convinzione, dovrebbero essere contenti di “levarsi dai piedi” un sindaco di malavoglia che, in caso contrario, sarebbero costretti a sorbirsi per altri uno più cinque anni.

 

Ghinotto

 

 

Lotta al terrorismo e giustizia lumaca in primo piano all'inaugurazione dell'anno giudiziario

tribunale

E la giustizia lenta costa allo Stato 700 milioni di indennizzi

 

700 milioni di euro dal 2001, è questa la cifra in indennizzi costata allo Stato per la giustizia lumaca. Ne ha parlato a Torino, durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario Mario Barbuto, il capo del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria. “La stessa cifra investita nella giustizia potrebbe eliminare i ritardi ma per trovare soluzioni basterebbe adottare le tante buone pratiche esistenti in Italia”, ha dichiarato.

 

Al Palagiustizia si è parlato anche di altri temi importanti.  Marcello Maddalena, procuratore generale presso la Corte d’Appello di Torino, ha detto che per sconfiggere la minaccia del  terrorismo islamico non è necessaria una nuova Procura nazionale anti-terrorismo: sarebbe sufficiente ampliare i poteri della Procura nazionale antimafia. Ha anche aggiuntop che affinchè la Procura antimafia  funzioni “la si deve dotare non di nuove persone, ma di poteri operativi che oggi non ha o ha in misura limitata”.

 

(Foto: il Torinese)