 I medici non avevano lasciato speranze per Erika Pioletti, la 38enne di Domodossola che si trovava ricoverata all’ospedale San Giovanni Bosco di Torino da quel terribile 3 giugno, quando nella ressa infernale  di piazza San Carlo ha avuto un infarto causato da schiacciamento. Secondo gli esami effettuati era presente un gravissimo danno cerebrale e la prognosi era pessima. La morte è avvenuta questa sera poco prima delle 22. Una morte ingiusta, come tutte, più di tutte, per le circostanze che l’hanno provocata, per le quali devono essere individuate precise responsabiltà. Lo vuole la giustizia, lo chiedono i torinesi.
I medici non avevano lasciato speranze per Erika Pioletti, la 38enne di Domodossola che si trovava ricoverata all’ospedale San Giovanni Bosco di Torino da quel terribile 3 giugno, quando nella ressa infernale  di piazza San Carlo ha avuto un infarto causato da schiacciamento. Secondo gli esami effettuati era presente un gravissimo danno cerebrale e la prognosi era pessima. La morte è avvenuta questa sera poco prima delle 22. Una morte ingiusta, come tutte, più di tutte, per le circostanze che l’hanno provocata, per le quali devono essere individuate precise responsabiltà. Lo vuole la giustizia, lo chiedono i torinesi.
 
                    
 
 Le indagini proseguono a ritmo serrato ma non sono  ancora state individuate  le cause dell’ondata di terrore su piazza San Carlo la sera del 3 giugno
Le indagini proseguono a ritmo serrato ma non sono  ancora state individuate  le cause dell’ondata di terrore su piazza San Carlo la sera del 3 giugno


 Un San Giovanni blindato il prossimo 24 giugno a Torino, dopo il triste precedente di  piazza San Carlo
Un San Giovanni blindato il prossimo 24 giugno a Torino, dopo il triste precedente di  piazza San Carlo 
  Cresce per il secondo anno  la spesa dei torinesi,  ma la concessione agli sfizi e’ scarsa fino a toccare  i livelli pre-crisi. Più del 50% della cifra complessiva è legato ai costi dell’abitazione, che  in 20 anni sale del 14%. I consumi sono  più salutari con aumento  di frutta, verdura e pesce. Crescono i pasti da asporto e quelli consumati al ristorante, così come gli acquisti di seconda mano e l’e-commerce. A fornire questi dati e’  l’analisi annuale della Camera di Commercio sui consumi 2016 sotto la Mole. Purtroppo l’effetto della crisi e’ ancora evidente nei settori abbigliamento e calzature, consumi sanitari e culturali. Ma il calo potrebbe essere in parte spiegato con il ricorso a canali alternativi che offrono prezzi inferiori, oltre che con l’aumento di offerta culturale gratuita. Da sottolineare che, rispetto a 20 anni fa, si registra un forte calo delle famiglie che riescono a risparmiare.
Cresce per il secondo anno  la spesa dei torinesi,  ma la concessione agli sfizi e’ scarsa fino a toccare  i livelli pre-crisi. Più del 50% della cifra complessiva è legato ai costi dell’abitazione, che  in 20 anni sale del 14%. I consumi sono  più salutari con aumento  di frutta, verdura e pesce. Crescono i pasti da asporto e quelli consumati al ristorante, così come gli acquisti di seconda mano e l’e-commerce. A fornire questi dati e’  l’analisi annuale della Camera di Commercio sui consumi 2016 sotto la Mole. Purtroppo l’effetto della crisi e’ ancora evidente nei settori abbigliamento e calzature, consumi sanitari e culturali. Ma il calo potrebbe essere in parte spiegato con il ricorso a canali alternativi che offrono prezzi inferiori, oltre che con l’aumento di offerta culturale gratuita. Da sottolineare che, rispetto a 20 anni fa, si registra un forte calo delle famiglie che riescono a risparmiare.  La sindaca giura che “il rimpasto di giunta non c’entra proprio nulla con piazza San Carlo, da nessun punto di vista”. Sarà, ma l’annuncio di  Chiara Appendino, che attraverso un post su Facebook ha comunicato  gli aggiustamenti della squadra di Giunta a sette giorni dalla drammatica serata di Chanpions ha fatto pensare a molti che l’assessora Giannuzzi, “defenestrata”, sia stata presa come capro espiatorio  poiché, in qualità di (ex) assessore all’ambiente non avrebbe fatto ripulire piazza San Carlo dalle bottiglie di birra rivelatesi successivamente pericolose armi contro la folla. Alberto Unia, consigliere comunale M5S, sarà dunque il nuovo assessore all’Ambiente e ai Rapporti con il consiglio; le deleghe a Decentramento, Manifestazioni Culturali e Sicurezza, che erano sino ad oggi appannaggio della prima cittadina andranno  a Marco Giusta, Francesca Leon e Roberto Finardi. Si legge ancora nel post della sindaca:    “In questi mesi di amministrazione tutti noi siamo cresciuti e abbiamo imparato tanto. Assessori, consiglieri e io stessa. Ora la squadra è pronta ad assumersi nuove responsabilità. Io ho potuto lasciare qualche delega, come previsto sin dall’inizio e predisposto con la riorganizzazione”. Un tempismo davvero eccezionale.
La sindaca giura che “il rimpasto di giunta non c’entra proprio nulla con piazza San Carlo, da nessun punto di vista”. Sarà, ma l’annuncio di  Chiara Appendino, che attraverso un post su Facebook ha comunicato  gli aggiustamenti della squadra di Giunta a sette giorni dalla drammatica serata di Chanpions ha fatto pensare a molti che l’assessora Giannuzzi, “defenestrata”, sia stata presa come capro espiatorio  poiché, in qualità di (ex) assessore all’ambiente non avrebbe fatto ripulire piazza San Carlo dalle bottiglie di birra rivelatesi successivamente pericolose armi contro la folla. Alberto Unia, consigliere comunale M5S, sarà dunque il nuovo assessore all’Ambiente e ai Rapporti con il consiglio; le deleghe a Decentramento, Manifestazioni Culturali e Sicurezza, che erano sino ad oggi appannaggio della prima cittadina andranno  a Marco Giusta, Francesca Leon e Roberto Finardi. Si legge ancora nel post della sindaca:    “In questi mesi di amministrazione tutti noi siamo cresciuti e abbiamo imparato tanto. Assessori, consiglieri e io stessa. Ora la squadra è pronta ad assumersi nuove responsabilità. Io ho potuto lasciare qualche delega, come previsto sin dall’inizio e predisposto con la riorganizzazione”. Un tempismo davvero eccezionale. E’ toccato al prefetto di Torino, attraverso le colonne della “Stampa” ed oggi e’ la volta della sindaca Chiara Appendino. E’ il momento delle scuse ai torinesi per quanto accaduto – indipendentemente da effettive responsabilità o meno – in quella terribile notte nel salotto della città. Sul quotidiano e sul proprio blog la sindaca scrive che un primo cittadino  “rappresenta la comunità e deve quindi essere pronto ad assumersi anche responsabilità che vanno al di là del ruolo ricoperto Per questo, a nome mio, di tutta l’Amministrazione e della Comunità che rappresento, a prescindere dalle eventuali responsabilità civili e penali di ognuno, desidero porgere le mie scuse a tutte le persone coinvolte”. E aggiunge che “I feriti di sabato scorso  non sono solo quelli contati: ad essere ferita è un’intera città che per la prima volta ha conosciuto su se stessa gli effetti di un clima di instabilità globale e crescente incertezza, pur in assenza di un evento terroristico. Torino, però,  si è anche scoperta unita. E quello che ho visto, immediatamente dopo la paura, è stata la solidarietà. La sicurezza sarà una priorità ancora più forte”. Sui social le reazioni alle scuse della sindaca sono discordanti: chi apprezza il gesto e chi la critica aspramente .
E’ toccato al prefetto di Torino, attraverso le colonne della “Stampa” ed oggi e’ la volta della sindaca Chiara Appendino. E’ il momento delle scuse ai torinesi per quanto accaduto – indipendentemente da effettive responsabilità o meno – in quella terribile notte nel salotto della città. Sul quotidiano e sul proprio blog la sindaca scrive che un primo cittadino  “rappresenta la comunità e deve quindi essere pronto ad assumersi anche responsabilità che vanno al di là del ruolo ricoperto Per questo, a nome mio, di tutta l’Amministrazione e della Comunità che rappresento, a prescindere dalle eventuali responsabilità civili e penali di ognuno, desidero porgere le mie scuse a tutte le persone coinvolte”. E aggiunge che “I feriti di sabato scorso  non sono solo quelli contati: ad essere ferita è un’intera città che per la prima volta ha conosciuto su se stessa gli effetti di un clima di instabilità globale e crescente incertezza, pur in assenza di un evento terroristico. Torino, però,  si è anche scoperta unita. E quello che ho visto, immediatamente dopo la paura, è stata la solidarietà. La sicurezza sarà una priorità ancora più forte”. Sui social le reazioni alle scuse della sindaca sono discordanti: chi apprezza il gesto e chi la critica aspramente .    Alle ore 20 di questa sera scatterà la fatidica ora “x” che vedrà il subentrare della nuova ordinanza varata dalla Sindaca Chiara Appendino, sul divieto di vendere alcolici e superalcolici da asporto in alcune zone della città. La stretta sulla cosiddetta “malamovida” avrà inizio dalle 20 di questa sera e proseguirà fino al 30 settembre 2017, imponendo l’assoluto divieto da parte di tutti gli esercizi commerciali presenti nella zona centro di Torino (Vanchiglia, San Salvario, piazza Vittario, via Po) di vendere alcolici e superalcolici da asporto dalle ore 20.00 fino alle ore 6.00 del mattino. Questa misura – considerata da molti drastica – era stata annunciata più volte dall’assessore al Commercio Alberto Sacco, con il fine di assicurare decoro e tranquillità in quelle zone in cui -soprattutto nei weekend- la “malamovida” fa da padrona.
Alle ore 20 di questa sera scatterà la fatidica ora “x” che vedrà il subentrare della nuova ordinanza varata dalla Sindaca Chiara Appendino, sul divieto di vendere alcolici e superalcolici da asporto in alcune zone della città. La stretta sulla cosiddetta “malamovida” avrà inizio dalle 20 di questa sera e proseguirà fino al 30 settembre 2017, imponendo l’assoluto divieto da parte di tutti gli esercizi commerciali presenti nella zona centro di Torino (Vanchiglia, San Salvario, piazza Vittario, via Po) di vendere alcolici e superalcolici da asporto dalle ore 20.00 fino alle ore 6.00 del mattino. Questa misura – considerata da molti drastica – era stata annunciata più volte dall’assessore al Commercio Alberto Sacco, con il fine di assicurare decoro e tranquillità in quelle zone in cui -soprattutto nei weekend- la “malamovida” fa da padrona.  L’ordinanza n. 46/2017 emessa mercoledì dalla prima cittadina, si basa sui nuovi poteri che il decreto Minniti ha concesso ai sindaci e prevede norme restrittive riguardo al commercio di bevande con gradazione alcolica. Il provvedimento non inciderà sulla possibilità di servire tali bevande nei locali per il consumo sul posto ma implicherà che tutti i bar, i locali, i supermercati aperti 24 ore su 24 e i minimarket, se dovessero vendere o servire alcolici dopo le ore 20.00 potrebbero incorrere nel pagamento di una multa e nella chiusura dell’attività commerciale da un minimo di 7 ad un massimo di 30 giorni. << Si tratta della prima misura adottata dalla Città in vista della stagione estiva, per riportare alla normalità aree molto frequentate >> ha replicato l’assessore Alberto Sacco alle numerose proteste dei cittadini << Con l’ordinanza si invita alla moderazione,
L’ordinanza n. 46/2017 emessa mercoledì dalla prima cittadina, si basa sui nuovi poteri che il decreto Minniti ha concesso ai sindaci e prevede norme restrittive riguardo al commercio di bevande con gradazione alcolica. Il provvedimento non inciderà sulla possibilità di servire tali bevande nei locali per il consumo sul posto ma implicherà che tutti i bar, i locali, i supermercati aperti 24 ore su 24 e i minimarket, se dovessero vendere o servire alcolici dopo le ore 20.00 potrebbero incorrere nel pagamento di una multa e nella chiusura dell’attività commerciale da un minimo di 7 ad un massimo di 30 giorni. << Si tratta della prima misura adottata dalla Città in vista della stagione estiva, per riportare alla normalità aree molto frequentate >> ha replicato l’assessore Alberto Sacco alle numerose proteste dei cittadini << Con l’ordinanza si invita alla moderazione,  Dopo i tragici avvenimenti di Piazza San Carlo, la stretta sul “botellon”, cioè i raduni spontanei nelle varie piazze o vie dove i giovani consumano bevande alcoliche all’aperto, sembra quasi un provvedimento obbligatorio. L’interrogativo che nasce spontaneo è capire però come questa ordinanza potrà evitare il commercio di bottiglie di alcolici da parte di tutti quei venditori abusivi che ormai da anni, ogni sera, si aggirano per le piazze e le vie della movida torinese. Se al commerciante tocca la multa e la chiusura temporanea del locale, cosa si potrà fare contro quei venditori abusivi che hanno creato un vero e proprio business intorno alla vendita per strada di bottiglie di ogni genere? Forse, invece di tutte queste misure restrittive che il più delle volte vanno a penalizzare le masse senza davvero “punire” i veri responsabili, si potrebbe mantenere lo stesso un pugno duro intensificando maggiormente i controlli da parte delle forze dell’ordine, in modo da avere una città pulita, sicura, non eccessivamente rumorosa ma soprattutto vivibile in tutte le sue forme e sfumature, compreso il divertimento.
Dopo i tragici avvenimenti di Piazza San Carlo, la stretta sul “botellon”, cioè i raduni spontanei nelle varie piazze o vie dove i giovani consumano bevande alcoliche all’aperto, sembra quasi un provvedimento obbligatorio. L’interrogativo che nasce spontaneo è capire però come questa ordinanza potrà evitare il commercio di bottiglie di alcolici da parte di tutti quei venditori abusivi che ormai da anni, ogni sera, si aggirano per le piazze e le vie della movida torinese. Se al commerciante tocca la multa e la chiusura temporanea del locale, cosa si potrà fare contro quei venditori abusivi che hanno creato un vero e proprio business intorno alla vendita per strada di bottiglie di ogni genere? Forse, invece di tutte queste misure restrittive che il più delle volte vanno a penalizzare le masse senza davvero “punire” i veri responsabili, si potrebbe mantenere lo stesso un pugno duro intensificando maggiormente i controlli da parte delle forze dell’ordine, in modo da avere una città pulita, sicura, non eccessivamente rumorosa ma soprattutto vivibile in tutte le sue forme e sfumature, compreso il divertimento. Sul tema dell’erba alta nei giardini di Torino, con un post di qualche giorno fa sulla sua pagina Facebook, la sindaca Chiara Appendino propone la clip con la quale “l ‘Assessora all’ambiente
Sul tema dell’erba alta nei giardini di Torino, con un post di qualche giorno fa sulla sua pagina Facebook, la sindaca Chiara Appendino propone la clip con la quale “l ‘Assessora all’ambiente cittadina ha replicato:
cittadina ha replicato: 




























 Il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, il vicepresidente Aldo Reschigna e Carlo Zini, presidente della cooperativa CMB, hanno annunciato che da lunedì prossimo ripartiranno finalmente i lavori per la costruzione del palazzo unico della Regione Piemonte. Il grattacielo, progettato dall’architetto Massimiliano Fuksas nell’ ex area Avio del Lingotto di Torino, nell’autunno del 2015 aveva subito uno “stop” a causa del fallimento della Coopsette, lasciando la città senza quello che avrebbe dovuto essere un vero e proprio simbolo istituzionale. Grazie a diverse trattative che hanno visto il coinvolgimento di una nuova cooperativa subentrata nell’appalto, potranno finalmente essere portati a compimento i lavori previsti per la realizzazione del palazzo. L’intera struttura dovrà essere finita e funzionante entro 14 mesi, in modo da consentire l’inaugurazione del grattacielo nell’autunno del 2018. << Ci sono tutte le condizioni per rispettare i tempi >> ha dichiarato Chiamparino << la trattativa è stata complessa ma è meglio che ci sia voluto qualche mese in più piuttosto che rischiare delle ambiguità che avrebbero poi potuto avere delle ricadute nella rapidità del cantiere >>.
Il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, il vicepresidente Aldo Reschigna e Carlo Zini, presidente della cooperativa CMB, hanno annunciato che da lunedì prossimo ripartiranno finalmente i lavori per la costruzione del palazzo unico della Regione Piemonte. Il grattacielo, progettato dall’architetto Massimiliano Fuksas nell’ ex area Avio del Lingotto di Torino, nell’autunno del 2015 aveva subito uno “stop” a causa del fallimento della Coopsette, lasciando la città senza quello che avrebbe dovuto essere un vero e proprio simbolo istituzionale. Grazie a diverse trattative che hanno visto il coinvolgimento di una nuova cooperativa subentrata nell’appalto, potranno finalmente essere portati a compimento i lavori previsti per la realizzazione del palazzo. L’intera struttura dovrà essere finita e funzionante entro 14 mesi, in modo da consentire l’inaugurazione del grattacielo nell’autunno del 2018. << Ci sono tutte le condizioni per rispettare i tempi >> ha dichiarato Chiamparino << la trattativa è stata complessa ma è meglio che ci sia voluto qualche mese in più piuttosto che rischiare delle ambiguità che avrebbero poi potuto avere delle ricadute nella rapidità del cantiere >>.