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Il gran pasticcio delle Olimpiadi

di Ibis

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Il pasticciaccio delle Olimpiadi invernali conferma su Torino alcune cose di cui si è già scritto. Innanzitutto una premessa: non si può vivere di sole Olimpiadi, pensando di coprire così incapacità politiche e povertà manageriali. La città è a corto di idee e progetti in grado di supportare un’area metropolitana vera di un milione e mezzo di abitanti , ancora molto importante da punto di vista manifatturiero, culturale ed economico, sebbene molto indebolita negli ultimi dieci anni in diversi settori. Per farlo deve avere capacità di attrarre investimenti, creare aziende innovative, mantenere un livello di relazioni economiche e culturali internazionali, avere una rappresentanza politica all’altezza. Tutte cose che non si vedono, o non ci sono a sufficienza. Ma veniamo alle Olimpiadi invernali del 2026. Prima considerazione: ma Torino le voleva veramente? C’è da dubitarne fortemente , anzi si sa che la maggioranza del partito egemone in Comune, i 5 Stelle, era contraria. Si è fatto così finta di dire di sì, in realtà ponendo tante e tali condizioni per dire di no. Seconda considerazione: Milano non è e non sarà mai una città amica, alleata, “sorella”, e la debolezza della classe dirigente torinese, in tutti i settori, le consente di fare scorrerie, di sostenere scelte che danneggiano Torino e di non appoggiare quelle che potrebbero avvantaggiarla. L’elenco è lungo. Ne cito solo due: la linea ad alta velocità che collegherebbe Italia e Europa attraverso il corridoio Torino- Lione. Il governo Lombardo –Veneto – Meridionale non la ritiene un’opera prioritaria. Torino è stata lasciata sola a difendere questa opera . L’appello di Chiamparino al sindaco di Milano Sala ( per altro suo compagno di partito) a sostenerla ha raccolto un arrogante silenzio, per altro anche dal governatore del Veneto il leghista Zaia. La seconda che brucia ancora è la vicenda delle banche perdute con la nascita di Unicredit e Intesa San Paolo. Con Milano si deve competere , come è giusto che sia, non alzare le mani sconfortati e rinunciatari o abbassare la testa e subire. Il rinascimento torinese deve poggiare sull’orgoglio della sua classe dirigente , sull’ambizione e l’intelligenza, sulla discesa in campo dei suoi figli migliori. Il Movimento 5 stelle che governa la città non deve essere il partito dei no, delle piccole cose , delle piccole scelte a discapito di quelle più importanti per le quali evidentemente ci si sente inadeguati. Faccio solo tre esempi: Tav , linea 2 della metropolitana, rapporto con FCA.

Appendino: “Senza impegno economico niente Giochi”

La sindaca di Torino, Chiara Appendino, interviene sul tema Olimpiadi, dopo l’esclusione di Torino. “In Piemonte, senza il pieno sostegno e l’impegno economico del Governo non ci sono le condizioni per organizzare i Giochi”, afferma.  “Abbiamo lavorato a un dossier di candidatura che rispondesse  alle indicazioni e ai requisiti  di sostenibilità economica e ambientale richiesti dal comitato olimpico nazionale e dal Cio, che tenesse conto del know-how acquisito nell’ambito dell’organizzazione di grandi eventi sportivi e che considerasse gli interessi del territorio e del Paese e i cui costi non pesassero sulle nostre comunità. La scelta naturale a nostro parere era ed è tuttora Torino con le sue Montagne” La prima cittadina osserva che “non ci siamo tirati indietro rispetto alla possibilità di condividere con altri la sfida per ospitare i Giochi del 2026, chiedendo però pari dignità con le altre città e un chiaro impegno del Governo sui finanziamenti e sulla gestione organizzativa dell’evento. Oggi prendiamo atto che non ci sono le condizioni per presentare questa candidatura multipla e che il Governo non è disponibile ad assumersi gli oneri finanziari di altre candidature, che siano a una o due città”, e senza l’impegno economico del governo “non ci sono le condizioni per organizzare i Giochi”.

 

(foto: il Torinese)

Torino dice addio alle Olimpiadi

A dire stop al sogno olimpico di Torino e’ Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti: “ritengo che una cosa così importante come la candidatura olimpica deve prevedere uno spirito di condivisione che non ho rintracciato tra le tre città”. E il riferimento chiaro va ai sindaci Appendino e Sala. “Per questo il governo non ritiene che una candidatura così come formulata possa avere ulteriore corso. Questo tipo di proposta non ha sostegno del governo, è morta”. Le parole del sottosegretario con delega allo sport sono state pronunciate durante una comunicazione alla commissione Istruzione del Senato. Per Torino non ci sono più speranze, ma potrebbe profilarsi un tandem Milano-Cortina. Opposizioni all’attacco contro la giunta grillina torinese. Il presidente della Regione Sergio Chiamparino: “Non mi risulta che il Cio possa accettare candidature che non abbiano l’esplicito sostegno del Governo, ma se dovesse andare avanti una candidatura Veneto-Lombardia con il sostegno del Governo, saremmo di fronte a una manovra per tagliare fuori il Piemonte. Una manovra che la componente pentastellata non ha saputo fermare, neanche per difendere gli interessi di una città la cui sindaca è una esponente di primo piano del M5s”.

Bimbo senza vaccino in stanza a parte

Non sarebbe in regola con i vaccini e per questo  è stato isolato dal resto dei compagni di classe per iniziativa della dirigente scolastica, alla scuola dell’infanzia Camelot di Banchette di Ivrea. Il bambino sarebbe in realtà vaccinato per le profilassi obbligatorie, tranne quelle contro morbillo, rosolia e parotite per il quale, però,  la famiglia avrebbe una già la prenotazione per il  26 settembre. Non sarebbe stato quindi accettato in classe e ha trascorso la mattinata di ieri in una stanza della scuola con la mamma. La dirigente scolastica ha chiamato carabinieri, dopo le lamentele dei genitori. la situazione è simile al caso  verificatosi all’ asilo di Settimo Torinese alcuni giorni fa.

100 agenti di scorta, ma i tunisini non partono: aereo guasto

A causa di un guasto all’aereo i 15 tunisini che dovevano essere espulsi sono ora di fatto liberi, anche se con un foglio di via che li obbliga a lasciare l’Italia (cosa assai improbabile). Ne dà notizia il quotidiano romano  ‘Il Tempo”, il fatto è avvenuto la settimana scorsa.  Eugenio Bravo, segretario generale del sindacato di polizia Siulp di Torino spiega che nel  servizio erano impegnati cento agenti, di cui 18 provenienti Torino, partiti dal Cpr per scortare 7 tunisini. Il viaggio è durato 10 ore fino a Fiumicino. Ma il charter, che doveva essere diretto a Palermo e poi in Tunisia, non parte per un guasto . Due tunisini sono stati condotti al Cie, dove erano disponibili posti, mentre per gli altri 15 è scattato il foglio di via.

Un caso di Febbre del Nilo. Ma non è emergenza

Nessuna emergenza, secondo l’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, a proposito della febbre del Nilo causata dalle zanzare culex: “Gli inutili allarmismi  sono controproducenti”. Intanto un anziano residente a Chieri è ricoverato nel reparto di microbiologia e virologia dell’Amedeo di Savoia di Torino per  la West Nile. L’ospedale torinese è specializzato nella cura delle malattie infettive. Nella nostra regione dal primo giugno al 13 settembre si registrano 42 casi di febbre del Nilo, di cui 15 a Torino e Provincia.

Il CoNo contro le Olimpiadi: “Insostenibili”

Con una lettera inviata, scrive l’Ansa, alle redazioni di tutti i mezzi di comunicazione nazionali, il Coordinamento No Olimpiadi CoNo, chiede un “serio confronto” sulla candidatura olimpica per il 2026. Secondo gli oppositori dei Giochi invernali “ovunque vi sia stato un accurato dibattito pubblico è emersa la totale insostenibilità economica delle Olimpiadi per come oggi sono strutturate. Riconosciamo il valore culturale e sociale dello sport. Ma ill nostro – prosegue la lettera ai media – è un invito alla riflessione sulle priorità economiche di questo Paese, che non sono certamente quelle di realizzare una Olimpiade. L’Italia è l’unico e ultimo Paese del mondo a dichiararsi disponibile ad accogliere i Giochi”.

Sanità, dalla Regione 14 milioni per liste d’attesa

In arrivo dalla  Regione Piemonte per le aziende sanitarie 14 milioni di euro destinati all’abbattimento delle liste di attesa, al fine di fornire 385 mila prestazioni in più e per acquistare nuovi macchinari di ultima generazione. La Regione prevede così di  arrivare all’azzeramento, ovvero il rientro nei parametri di legge del Ministero della Sanità, entro il prossimo anno. Il presidente Sergio Chiamparino – dice che sulle liste d’attesa c’è da recuperare, a causa di “una situazione pesante, con la sanità commissariata. Adesso stiamo lavorando con grande impegno per lasciare un segno in un campo che ai cittadini sta giustamente molto a cuore”. La Giunta ha approvato i piani per l’abbattimento delle liste che le aziende sanitarie  hanno fornito, finanziandoli integralmente. Aggiunge l’assessore alla Sanità Antoni Saitta: “non ci sono più alibi. Faremo controlli rigorosi, verificando  vengono spese le risorse”.

In duomo Torino ricorda Marchionne

Celebrazione religiosa in memoria di Sergio Marchionne, questa mattina presso la cattedrale di Torino. “Gli è stato affidato un patrimonio glorioso, quando era più gravemente compromesso. C’era bisogno non solo di risanare conti economici ma pure di ricostruire il senso della fabbrica in rapporto alla città che con la fabbrica era cresciuta e sulla fabbrica aveva costruito il suo destino di metropoli”, ha detto nell’omelia l’arcivescovo Cesare Nosiglia. Erano presenti il presidente di Fca John Elkann e l’amministratore delegato Mike Manley, l’ex premier Matteo Renzi, la sindaca Chiara Appendino  e il presidente della Regione Sergio Chiamparino. Tanti anche gli operai e i dipendenti del gruppo automobilistico, oltre ai big dell’economia e della finanza.

Far west in Barriera: polizia aggredita per difendere pusher

Gli agenti di polizia sono stati accerchiati e presi a spintoni  perché avevano fermato un pusher. Ad essere aggrediti due poliziotti, in barriera di Milano. Contro di loro è stata lanciata anche una bici, e uno dei due è stato spinto contro la pensilina del tram. Se la sono cavata con lesioni e contusioni e ne avranno per 20 e 25 giorni. Il fatto è avvenuto nei giorni scorsi in corso Palermo. Gli agenti stavano svolgendo controlli di un edificio coinvolto in procedure di sfratto. Un cinquantenne italiano è stato processato per direttissima e sottoposto all’obbligo di firma per resistenza e violenza a pubblico ufficiale, favoreggiamento e lesioni personali. Una piccola folla di persone è uscita dalle case della zona in “soccorso” del  pusher, un giovane gabonese di 23 anni, ora sottoposto a misura cautelare in carcere per detenzione di sostanza stupefacente, resistenza e lesioni. La gente gridava “fascisti” ai due agenti.