POLITICA- Pagina 668

Al tempo di Matteo

“Amate i vostri nemici, fate del bene a chi vi odia e pregate per chi vi perseguita e vi calunnia……” cit. San Matteo evangelista

 

Non so qual era l’attore o la serie televisiva che ha ispirato, a metà degli anni’70, i genitori , nel decidere il nome, di due dei più amati, detestati e contestati esponenti politici degli ultimissimi anni. Così diversi ma anche simili tra di loro. Dopo gli inizi giovanili il consolidamento e poi , sfruttando il momento di difficoltà dei rispettivi partiti, il Partito Democratico e la Lega Nord, la fulminea ascesa con risultati e pronostici mai accaduti in Italia. Per il primo anche la rapida discesa, anzi, caduta , fragorosa, rovinosa. La conseguenza , essendo diventati, quelli italiani, partiti personali, l’implosione dello stesso PD che non riesce a staccarsi dal suo ex segretario. Le similitudini tra i due Matteo sono molte, dal rivolgersi direttamente agli elettori, dalla concezione personale del ruolo, dal mostrare i muscoli con l’Europa, dal non rispettare le regole, dall’avere “fastidio” per l’azione della Magistratura, dal fare promesse mirabolanti, dal minacciare gli avversari , sia interni che esterni, , i dipendenti pubblici e privati, gli artisti, gli uomini di cultura ed i giornalisti, insomma a non tollerare il dissenso. Non deve stupire , quindi, che una parte dell’elettorato sia lo stesso e che si sia spostato più che da un partito all’altro da un Matteo all’altro . L’italico comportamento ” gli italiani corrono sempre in soccorso del vincitore” cit., è quanto mai attuale. Dalle donne di Genova , quelle del ” selfie” in Chiesa durante i funerali delle vittime del ponte Morandi, che l’avevano , il “selfie”, fatto anche con il primo dei due, ai cartelli , personalizzati, di benvenuto in alcune città del sud. . I cartelli sono sembrati gli stessi, riciclati , non c’è stato nemmeno il bisogno di cambiare il nome. In un periodo di crisi , risparmiare per cartone e pennarello non guasta. Stupisce semmai la reazione di molti meridionali, che non dimenticando l’atavico senso di sudditanza per non dire di servilismo verso il potente di turno, corsi ad osannare il Matteo padano. Hanno dimenticato le offese ricevute e le proteste conseguenti avvenute solo pochi mesi prima. In attesa dei risultati dell’azione del nuovo governo , che rischia di essere devastante per il nostro paese già fiaccato dai problemi pregressi e dalle “‘ riforme” fatte, purtroppo, dal primo Matteo, molti pronosticano un rapido tonfo anche del secondo. Intanto un rischio, un pericolo, si profila all’orizzonte , che dopo il primo Matteo, Renzi, ed il secondo Matteo, Salvini, possa arrivare anche il terzo Matteo, Richetti, in corsa per la segreteria del Partito Democratico . D’altronde si dice che ” non c’è due senza tre”. Se mai dovesse succedere sarebbe una punizione che, nonostante i tanti difetti e colpe degli italiani, sarebbe eccessiva. Verrebbe da chiedersi : cosa abbiamo fatto veramente di male per meritarci un simile flagello?

“Rete Bianca Piemonte: 2 giorni a Susa per il futuro del cattolicesimo politico”

“Due giorni di riflessione politica e culturale per rilanciare, laicamente, la tradizione del cattolicesimo politico italiano e per riscoprire quel ‘civismo’ politico che resta una carta decisiva anche in vista delle prossime elezioni regionali piemontesi. Al convegno di Susa, che si terrà presso la Casa San Francesco il 6 e 7 ottobre, intervengono politici, intellettuali, giornalisti ed esponenti del mondo associativo e professionale. ‘Le sfide della società contemporanea: globalizzazione, democrazia e cultura’ e’ il titolo del dibattito di sabato pomeriggio aperto da Giampiero Leo con gli interventi di Guido Bodrato, Alberto Chiara, Daniele Ciravegna e Alessio Ferraris. Il sabato sera sarà dedicato al confronto sul profilo politico e culturale di Rete Bianca, il movimento politico nato recentemente a Roma per avviare la ricomposizione dell’area cattolico democratica, popolare e sociale nel nostro paese dopo il tramonto dei partiti plurali e il ritorno delle identità. Domenica mattina il tema ruoterà attorno alla ‘sfida politica dei cattolici popolari nella società contemporanea dopo il voto del 4 marzo: per la presenza e oltre la rassegnazione’. Introdotti da Mauro Carmagnola, intervengono Valentino Castellani, Marco Follini, Giuseppe Sangiorgi e Paolo Viana. Conclude Giorgio Merlo. Il ritorno alla politica attiva dei cattolici democratici e popolari resta il punto centrale del convegno di Susa. E il contributo politico e culturale di Rete Bianca Piemonte rappresenta un momento decisivo ed importante per il rilancio pubblico di questa tradizione ideale”.

SANITA’, BATZELLA (MLI) E OTTRIA (LEU): STABILIZZAZIONE MEDICI PRECARI 118 E’ GRANDE VITTORIA.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMOAccogliamo con entusiasmo la decisione annunciata oggi dall’assessore alla Sanità, Antonio Saitta, di voler stabilizzare con contratti a tempo indeterminato gli 80 medici precari del 118. Finalmente la situazione si è sbloccata, segno che il lungo lavoro che abbiamo fatto finora accanto ai medici è servito”. Lo affermano in una nota congiunta i consiglieri regionali Stefania Batzella (Movimento Libero Indipendente) e Walter Ottria (Liberi e Uguali), che lo scorso marzo avevano presentato in Aula una mozione – a prima firma Batzella e sottoscritta anche da consiglieri di altre forze politiche – con cui si chiedeva alla Giunta di mettere in atto il percorso normativo più idoneo per arrivare alla stabilizzazione. “Con questo provvedimento – spiegano Ottria e Batzella – viene finalmente riconosciuto l’impegno e il lavoro svolto quotidianamente e con grande professionalità dai medici del 118, molti dei quali sono precari da 8-10 anni. Siamo felici di aver lavorato per lungo tempo e con determinazione accanto a loro e di aver contribuito attivamente affinché i loro diritti fossero riconosciuti e venisse garantita la continuità di un servizio essenziale per i cittadini”.

Alternativa, parola magica?

In politica l’alternativa non va predicata ma, di norma, va praticata e coltivata
La bella manifestazione organizzata dal Pd a Piazza del Popolo a Roma, al di là dei numeri annunciati un po’ a caso e come sempre capita, e’ stato comunque un momento importante che può invertire la tendenza politica disastrosa che ha guidato quel partito per oltre 4 anni. Con un accordo politico quasi unanime, come tutti sanno e come è bene sempre ricordare. Malgrado oggi molti fingano di non ricordare quello che è capitato concretamente per molto tempo. Ma, memori del vecchio detto “chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato e scordiamoci il passato”, adesso si tratta di capire se un’alternativa dichiarata ripetutamente dal segretario protempore di quel partito e ripetuta con forza di fronte agli iscritti accorsi a Roma, diventa la piattaforma concreta per dar vita realmente ad una alternativa politica, culturale e programmatica. Ci sono, al riguardo, 2 condizioni decisive per evitare gli errori del passato e, al contempo, per inaugurare una nuova fase della politica italiana.
Innanzitutto e’ tramontata definitamente la cosiddetta “vocazione maggioritaria” del Partito
democratico. Un partito che, al di là della convocazione pubblica degli iscritti, non è più in grado di porsi come un soggetto egemone e maggioritario nella politica italiana. Dovranno prendere atto, al di là dei sondaggi terrificanti che li raggiungono, che il Pd non è più quel soggetto politico capace di rappresentare la stragrande maggioranza dei cittadini italiani sotto le sue bandiere. E tutti sanno anche, al riguardo, che da quelle parti si confrontano, legittimamente, due strategie politiche alternative e difficilmente componibili, salvo silenziarne una delle due. E cioè, quella renziana e quella che va sotto il nome della rinascita della sinistra post comunista. Vedremo. La seconda considerazione, altrettanto importante e decisiva, riguarda la capacità delle culture
politiche riformiste e costituzionali di dar vita a soggetti politici capaci di contribuire a creare un‘alleanza politica riformista e di governo autenticamente alternativa a chi punta a radicalizzare lo scontro politico e a dividere il paese. A cominciare dalla tradizione cattolico democratico e cattolico popolare. Sarà solo il dibattito politico concreto a dirci se questa doppia sfida politica sarà perseguita sino in fondo o se, invece, prevarranno ancora una volta i vecchi difetti e le ormai
collaudate degenerazioni. Come sempre, sarà solo la politica a sciogliere i nodi.
Giorgio Merlo

SCONTRI TORINO, MONTARULI-MARRONE (FDI): “PERCHÉ NON VENGONO SGOMBERATE OCCUPAZIONI ABUSIVE?”

INTERROGAZIONE PARLAMENTARE AL MINISTRO SALVINI
“Il ritrovamento di droga nell’occupazione abusiva di corso Novara dove vive la maestra antagonista, celebre per aver minacciato di morte la polizia ad un corteo violento, segue di un giorno il sequestro di cocaina e hashish all’interno di un’altra occupazione, sempre antagonista e sempre nel quartiere Barriera, l’ex Dazio. Operazione in cui una donna ha aggredito con un coltello la polizia di fronte al figlio minorenne. Perché non vengono sgomberate le occupazioni abusive antagoniste dove le Forze dell’Ordine trovano droga e violenza?” Si domandano Augusta Montaruli, parlamentare torinese di Fratelli d’Italia, e Maurizio Marrone, dirigente nazionale FDI, che annunciano “Presenteremo alla Camera un’interrogazione al Ministro Salvini per capire come viene applicata a Torino la sua circolare sugli sgomberi. I centri sociali che nascondono spaccio di stupefacenti e violenza contro le divise dentro le occupazioni abitative dovrebbero essere in cima alla lista: non vorremmo mai che venissero risparmiati solo per le esplicite simpatie nei loro confronti da parte dei grillini torinesi, che in passato avevano solidarizzato anche con la maestra antagonista nota per minacce, violenza e oggi pure per droga”.

OLIMPIADI 2026 – VIGNALE (MNS): MOZIONE PER GARANTIRE ALLE VALLI ALPINE LA CANDIDATURA 

“Si impegna il Presidente Chiamparino a perseguire tutte le soluzioni utili per affermare la candidatura dei Comuni olimpici, disponibili a condividere l’organizzazione, per ospitare in Piemonte le Olimpiadi delle Alpi”, questa la richiesta dell’ordine del giorno presentato dal presidente del Movimento Nazionale per la Sovranità, Gian Luca Vignale e che oggi ha ottenuto il parere favorevole della giunta e dell’intera maggioranza consiliare. “Dopo che il Sindaco Appendino ha preferito rinunciare alle Olimpiadi del 2016 piuttosto che perdere la propria maggioranza – sbotta Vignale – diventa indispensabile il ruolo della Regione e dei sindaci dell’arco alpino olimpico piemontese”. “Nulla è ancora perduto – dichiara il presidente del gruppo consiliare MNS – e ora non bisogna perdere tempo prezioso in polemiche o giudizi. Le responsabilità sono evidenti, ma ora bisogna agire uniti per provare a dare al Piemonte un’occasione unica come i giochi olimpici. Per questo serve che Chiamparino, anziché stare alla finestra, tiri fuori la voce e assuma il ruolo di governatore che gli è stato affidato. Esattamente come Zaia è riuscito ad inserire Cortina, così il presidente della regione Piemonte oggi può ancora lavorare per sostenere la candidatura delle Valli Olimpiche”. “Nonostante in molte occasioni non ho mancato di attaccare lui e la sua Giunta –continua Vignale – se sarà necessario sarò al fianco suo e dei sindaci dei comuni olimpici”. “Il Coni può ancora modificare il documento – conclude -. Né Milano né Cortina hanno gli impianti oggi perfettamente operativi delle vallate olimpici. Perdere questo patrimonio e doverne costruire di nuovo sarebbe una scelta scellerata e dispendiosa. Ma serve una voce ferma e determinata che riesca a far capire al Coni per quale motivo il Piemonte può essere l’elemento più importante della candidatura italiana”.

L’ordine del giorno, infine, invita la città di Torino – senza alcun onere per le casse comunali – a mettere a disposizione gli impianti ex-olimpici per poter ospitare le discipline del ghiaccio.

Il testo sarà approvato nella prossima seduta consiliare.

 

 

 

Delrio, la riforma delle Province e il caso di Biella

Graziano Delrio è uno dei dirigenti di punta del Pd. É Presidente del gruppo dei deputati dem, un ruolo tra i più importanti. È stato Sindaco di Reggio Emilia, un incarico che credo abbia svolto con impegno, competenza, passione. Credo sia stato lui a chiedere e ad ottenere la fermata dell’Alta Velocità a Reggio Emilia. É stato uno dei principali collaboratori di Renzi e credo che  la sua serietà  e il suo stile, molto diversi da quello del Capo, abbiano  contribuito a dare credibilità alla prima fase del Renzismo. Se giudichiamo i fatti però, non penso proprio  che lo stesso giudizio possa essere espresso sulla sua esperienza di Ministro e di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Ne’ come Ministro dei Trasporti anche se fatto certamente meglio di  Maurizio Lupi ( ma ci voleva poco), né come artefice della riforma delle Province che è stata un fallimento. Era stata presentata come la prima di una serie di riforme che avrebbero dovuto segnare la stagione del renzismo e cambiare il volto delle istituzioni, ma si è rivelata un flop. Lo dimostrano i fatti.  Nelle intenzioni la riforma delle Province avrebbe dovuto liberarci da un Ente inutile, ridurre i costi della politica, liberare risorse da destinare non più ” alla casta” ( detto da un Partito che governava la maggioranza delle Province Italiane è il segno di quanto diffusa sia l’antipolitica ) ma ai servizi. I risultati concreti sono sotto gli occhi di tutti come dimostra l’esperienza Piemontese. Una parte del personale é passato alle dipendenze della Regione a seguito della ri-centralizzazione delle competenze. Un’altra a quelle della Agenzia Piemonte Lavoro. Alle Province, che non sono state abolite come tutti hanno potuto constatare e come invece si era cercato di far credere, sono state negate le risorse per gli investimenti necessarie per gestire le competenze residue che gli sono rimaste. La qualita’ dei servizi è peggiorata. Esagero? Mi si dimostri il contrario. Per effetto delle norme contenute nella Delrio, la Provincia di Biella rischia il Commissariamento. Il fatto é che tutto ciò era prevedibile, soprattutto da parte di chi come Delrio aveva cognizione della realtà rappresentata da Comuni e Province; oppure da parte di quegli amministratori Regionali e Locali che invece hanno preferito assecondare la narrazione renziana. Oggi ne paghiamo le conseguenze senza che nessuno tra coloro che ci spiegavano che ” non capivamo” abbia ancora avuto l’umiltà di dichiarare che si la riforma è stata un errore; presupposto per risalire la china.

 

Wilmer Ronzani

Pd in cerca d’autore

Matteo Renzi vuole ( desidera ) che l’onorevole Silvia Fregolent diventi segretaria regionale del Pd. Direi per il partito una  ottima scelta. Renziana della primissima ora, arriva da sinistra.  Partita dalla base dei vari partiti di sinistra è stata folgorata sulla via di Damasco dal Toscanaccio.  Capo segreteria dell’assessore all’ambiente Ruggero della giunta Bresso. Molti dei Ds sussurravano che era lei il vero assessore. Malelingue? Forse. Sicuramente è sempre stata attivissima.  Poi il grande balzo a Roma. Vinte le primarie è al secondo giro come parlamentare. Ha bone chances  per farcela. E’ anche amica di Gariglio, che non guasta mai. Matteuccio è tornato quello di una volta.  Incontenibile. Vola a Parigi per un accordo con Macron.  È di casa a Londra per conferenze e consulenze finanziarie. Documentarista e tuttologo su Firenze. Scatenato.  Anni fa chi lo conosce bene mi diceva: il suo più grande pregio e anche il suo più  grosso limite: il carattere. Anche il Pd tutto (o quasi) ha imparato a conoscerlo ed apprezzarlo.  Sul Piemonte solo una domanda suppletiva: ma è arrabbiato con Piero Fassino? In qualche molto gli rompe sempre le uova nel paniere. Gli contesta qualcosa ? Forse a Matteo non è andata giù la candidatura di Raffaele Gallo a segretario regionale, figlio d’arte di Salvatore Gallo. Grande patron di tessere già nel Psi di Bettino Craxi. Ora nel pd passando per la Margherita. Funzionario in pensione del gruppo Sitaf. Per capirci Gruppo Gavio. Incontrastati signori delle autostrade. O forse Matteo ha avuto delle sollecitazioni piemontesi contro questa candidatura. Non tutti sono contenti dell’opa lanciata dai lucani  indiscusso capo Mauro Laus e la comunità calabrese, storicamente intorno a Salvatore Gallo. Al provinciale c’ è Mimmo Caretta, nato in Puglia ma storicamente e saldamente Lucano. Lucani che hanno vissuto la diaspora della sinistra.  Roberto Placido è emigrato in Sel rimanendo poi profondamente contrariato dall’ invadenza di Grimaldi e Fratoianni . Punto di mediazione tra i due opposti schieramenti la famiglia di Prospero Cerabona. Che non si limita nel curarsi il suo gioiellino, la Fondazione Amendola. Prospero che non si dimentica mai di essere stato contadino, pastore ed operaio. “Sono un ” cafone” che ha studiato”. Fondazione diventata un avamposto di civiltà e cultura nella martoriata barriera. Gioacchino Cuntrò continua nelle sue consultazioni e i fassiniani  nel loro proselitismo. Fassiniani? Non si sa precisamente. Qualcosa sta cambiando. Come al solito l’ ” usato sicuro ” di Sergio Chiamparino insiste : compagni del Pd buttiamola in politica. In direzione Pd regionale sostiene che  un partito si sinistra per lottare contro la povertà si deve porre l’obbiettivo della ridistribuzione delle ricchezze. Ma cosa sta succedendo? Compagni? Redistribuzione della ricchezza ?Da Roma gli fa eco Martina. Orgogliosamente, davanti al suo popolo : dobbiamo rifondare la sinistra. Essere un’alternativa. Ammetto che ciò che sento mi stupisce. Ritorno alle origini? Per il passato recente qualcosa per il Pd non ha funzionato. Orgoglio indispensabile ma non sufficiente.  Intanto il nemico politico è individuato, principalmente in Matteo Salvini. Ed il fronte è almeno europeo. Così la sinistra difende l’ Europa come istituzione e la destra resta sovranista e populista. Con il gruppo dei Popolari, Merkel  e Berlusca che non stanno a guardare. Il capolavoro di Salvini è fatto: alle amministrative con Forza Italia e alle europee con la Lepen. In Piemonte Sergio Chiamparino non può più tirarsi indietro, incoronato dalla direzione regionale del Pd.. Fin qui la strategia mi sembra chiara: se si perde si perde con onore. Poi molte altre cose si vedranno. Chi verrà eletto al Parlamento europeo. Chi verrà eletto in consiglio regionale. Chi avrà la maggioranza nei comuni votanti. Chi verrà scelto come segretario regionale. Ed anche ( non di poco conto ) come verrà scelto.
Patrizio Tosetto
(FOTO: IL TORINESE)

158 milioni di euro per gli Enti locali

Domenico Ravetti (Pd): “Importanti investimenti per il Piemonte”

 “La Commissione Bilancio del Consiglio regionale ha dato parere favorevole alla delibera che prevede la realizzazione di nuovi investimenti destinati agli enti locali, a valere sugli spazi finanziari concessi dallo Stato per gli anni 2018-2020. Le linee di intervento individuate sono così ripartite: 3.000.000 di euro per interventi di ripristino ambientale, 64.030.000 per interventi di messa in

sicurezza del territorio, 4.000.000 di euro per interventi di edilizia scolastica, 12.000.000 di euro per interventi in ambito culturale turistico, per un totale di 83.030.000 di euro” ha spiegato il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti.  “Si tratta di investimenti importanti – ha proseguito il Presidente Ravetti – che denotano l’impegno della Giunta Chiamparino a favore del territorio piemontese. In un momento in cui il Governo gialloverde sta tagliando le risorse agli Enti locali (i fondi per le periferie rappresentano un chiaro esempio) noi investiamo sui Comuni del Piemonte. A questo stanziamento si aggiungono i fondi CIPE di 40 milioni per opere inerenti il dissesto idrogeologico e di 35 milioni per opere inerenti la viabilità”.

SMOG, FLUTTERO E TRONZANO (FI): DOMANI CHIEDEREMO INFORMATIVA SU CAOS BLOCCO DEL TRAFFICO

“Domani come Gruppo di Forza Italia chiederemo in Aula una informativa per cercare di chiarire il caos creato da Regione e Comune di Torino a causa delle differenti delibere in merito al blocco del traffico che stanno creando confusione tra gli automobilisti di Torino e Provincia”. Ad annunciarlo Andrea Fluttero e Andrea Tronzano, rispettivamente il capogruppo e il vice capogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte. Concludono i due esponenti regionali di Forza Italia: “E’ evidente che i due Enti non dialogano tra loro. Comprendiamo che ci vi siano divergenze politiche tra Pd e Movimento Cinque Stelle, con l’approssimarsi del rinnovo del Consiglio regionale. Queste tensioni però non possono essere scaricate sui cittadini, in particolare quando in gioco ci sono politiche che interessano in modo diretto la loro salute”.