POLITICA- Pagina 536

OMOFOBIA. BOETI: “ATTO VILE, SEGNALE DEL CLIMA CHE STA AVVELENANDO IL NOSTRO PAESE”

“Un episodio che indigna e rattrista”: con queste parole Nino Boeti, Presidente del Consiglio regionale del Piemonte e del Comitato Diritti Umani, commenta l’aggressione omofoba avvenuta nei giorni scorsi a Torino, in zona San Salvario. “L’omofobia appartiene ai vili e agli stupidi. Quanto accaduto è un ulteriore segnale del clima avvelenato che sta crescendo nel nostro Paese e che non lascia immune neppure una città da sempre aperta e tollerante come Torino”.

RAFFORZAMENTO DELLA SICUREZZA E DELLA LEGALITA’ NELL’EDILIZIA PUBBLICA E PRIVATA

Domenico Ravetti (Pd): “Ho impegnato la Giunta a creare un portale che consenta di verificare regolarità e legalità dei cantieri

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 RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO “Il Consiglio regionale ha approvato il mio ordine del giorno finalizzato ad impegnare la Giunta ad integrare nel più breve tempo possibile, sul modello della filiera edilizia bresciana, il Modello Unico Digitale dell’Edilizia, con il Sistema informativo SpreSAL (Servizi di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro) e ad attivarsi affinchè si possa firmare, tempestivamente, una convenzione per la gestione delle notifiche preliminari e il controllo sui cantieri” ha spiegato il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti“Il sistema delle Costruzioni – ha proseguito il Presidente Ravetti – rappresenta, da sempre, un settore strategico nel panorama produttivo del nostro Paese, ma è caratterizzato da una frammentazione delle attività che lo espone, più degli altri, a rischi derivanti dal mancato rispetto delle regole. Inoltre, la situazione di grave crisi che, ormai da anni, sta interessando questo settore potrebbe portare ad una recrudescenza di alcune forme di irregolarità e illegalità, quali fenomeni di elusione fiscale e contributiva, di infiltrazione malavitosa, di dumping sociale, attraverso la diffusa mancata applicazione del C.C.N.L dell’edilizia, nonché forme di lavoro irregolare”. “Ritengo fondamentale – ha concluso Domenico Ravetti – per preservare la legalità e la sicurezza nel settore dell’edilizia pubblica e privata che, come richiesto da molti attori del settore (ANCE, Confartigianato e principali sindacati dei lavoratori del Sistema Edile alessandrino), la Regione Piemonte si attivi per implementare il software dell’edilizia, creando un portale unico che consenta di verificare regolarità e legalità dei cantieri”

VIGNALE (MNS) SCRIVE AL MINISTRO GRILLO PER SUPERARE LA CARENZA DI MEDICI

La carenza di medici è un problema che da troppo tempo attende di essere affrontato e che, se non considerato nella sua completezza rischia di creare gravi ripercussioni sul sistema sanitario nazionale e sull’offerta territoriale e ospedaliera regionale. Per questo motivo ho scritto una lettera al ministro Grillo” lo dichiara il presidente del gruppo regionale del MNS, Gian Luca Vignale che stamane ha indirizzato una missiva al ministro della Salute e al presidente della Commissione Sanità della Conferenza Stato Regioni, Antonio Saitta.

 

“Secondo alcune stime – spiega Vignale – in Piemonte entro il 2030 ben 962.000 cittadini potrebbero non avere l’assistenza di base, mentre a livello nazionale tra pochi anni 14 milioni di italiani rimarranno senza medico di base e quasi 50 mila tra medici di base e ospedalieri lasceranno il lavoro per raggiunti limiti di età. È quindi evidente che serva un immediato, quanto concreto piano di intervento che riesca a programmare azioni che, se siamo fortunati, daranno i primi risultati entro il 2030”.

 

“Per questo ho solleciato il ministro Grillo – aggiunge – ad operare sostanzialmente due misure. Primo tra tutti chiedo di abolire un anacronistico e dannoso numero chiuso alle Facoltà di Medicina. Inoltre credo fondamentale rinnovare i percorsi formativi. Per questo serve l’istituzione di un Osservazione interdipartimentale e ministeriale finalizzato a verificare annualmente quante specializzazioni e figure mediche rischiano di essere senza un numero adeguato di coperture. Dai risultati emersi ciascuna Regione potrà programmare lo stanziamento delle borse di studio e decidere su quali figure puntare”.

 

“Infine – scrive Vignale – credo davvero importante dare seguito alla proposta avanzata dalle Regioni di dare l’opportunità ai laureati in medicina e chirurgia di accedere al servizio sanitario pubblico seguendo un percorso formativo finalizzato all’acquisizione della specialità presso le aziende sanitarie stesse”.

 

“ Mi auguro – conclude Vignale . che la mia lettera possa rappresentare un momento di riflessione per il ministro e dare spunti utili per un intervento immediato su quello che già oggi è un vero e proprio problema”.

CAPUTO (PD): “OGNI AZIONE POSSIBILE PER RISOLVERE LA GRAVE SITUAZIONE DEI BUONI PASTO”

“Nelle ultime settimane gli organi di stampa e numerosi programmi televisivi hanno dedicato notevole spazio alla situazione di insolvenza della Società “Qui Ticket Group”, fornitrice di ticket restaurant, nei confronti di moltissimi operatori, fatto che ha creato diffidenza da parte degli esercenti che, in parecchi casi, hanno deciso di non accettare più i buoni pasto emessi dalla società, causando, a loro volta, difficoltà ai consumatori già in possesso dei buoni” ha spiegato la Consigliera regionale del Partito Democratico Valentina Caputo.

“Qui Ticket – ha proseguito la Consigliera Caputo – in più di un’occasione, si sarebbe impegnata a rimborsare agli esercenti il debito mediante un’operazione di risanamento della Società. Tuttavia, fin dallo scorso mese, numerose catene della piccola e grande distribuzione piemontese hanno rifiutato questi tagliandi e i sindacati hanno sottoposto a Consip la problematica”.

“L’ordine del giorno del quale sono la prima firmataria – ha concluso la Consigliera Caputo – affronta questo problema molto grave sia per i cittadini che per gli esercenti coinvolti, notevolmente danneggiati dalla situazione, e impegna la Giunta regionale a “intraprendere ogni azione possibile, per quanto di propria competenza, in Conferenza Stato Regioni e nei confronti del Ministero del lavoro e dello sviluppo economico affinchè venga trovata, in tempi rapidi, una soluzione alla problematica sopra richiamata, arrivando al pagamento di tutti i debiti pregressi, in modo tale che gli esercenti coinvolti possano garantire gli attuali livelli occupazionali”.

Valsusa – Locatelli (Prc-Se): “basta raggiri. Proseguire la lotta contro il Tav”

“Insieme alla lotta contro il governo M5S-Lega”

Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Il Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli in un’intervista radiofonica è stato molto chiaro: l’Alta Velocità Torino –Lione “è un’opera che abbiamo ereditato … il nostro obiettivo sarà quello di migliorarla, così come scritto nel contratto di governo …”.  Dunque nessun blocco dei lavori per la realizzazione del Tav in Valsusa, così come per altre Grandi Opere previste in Italia, ma solo migliorie, ritocchi, se possibile abbattimento di costi. Un Tav infiocchettato da tante belle parole. Ora che qualche esponente locale del M5S continui a spacciare le parole del Ministro dei Trasporti per il loro contrario, per una sorta di stop o rallentamento del Tav, francamente è intollerabile, risulta essere una presa in giro. Il M5S, primo partito italiano al governo con la Lega, ha deciso di cambiare spartito. Ha deciso che non si vive solo di promesse elettorali ma del sostegno accordato dai poteri forti, gli stessi che non demordono dal perseguire la realizzazione del Tav in Valsusa. Contro questi poteri, contro un’opera inutile e dannosa occorre proseguire più che mai la mobilitazione e la lotta. Ma serve chiarezza non servono doppie parole. Nessuno pensi più di utilizzare il Movimento Notav per portare acqua al mulino del M5S e di un governo di destra il cui Ministro dei Trasporti, al pari di quello degli Interni, oltre che essersi convertito alle Grandi Opere non ha avuto ritegno alcuno nello sbarrare i porti italiani a quanti scappano dalle guerre e dalle violenze, ai disperati che muoiono a centinaia, a migliaia in mare. Ministri di questo genere e le forze politiche che lo sostengono meritano solo di essere cacciati a casa.

Ezio Locatelli Segretario provinciale

Popolari e Pd, una storia del passato

di Giorgio Merlo

Forse è giunto il momento per dirlo con chiarezza e senza tanti equivoci. Il voto del 4 marzo, e il dibattito che l’ha seguito, ha rappresentato un vero e proprio spartiacque nella politica italiana. Almeno su un altro punto, al di là dell’ormai noto rovesciamento politico alla guida del paese, non ci dovrebbero essere più dubbi. E cioè, l’esaurimento dei cosiddetti “partiti plurali”. E, nello specifico, il tramonto definitivo del Pd come “partito plurale”. Del resto, il Partito democratico da almeno 4 anni – cioè dall’irrompere di Renzi al comando di quel partito – e’ diventato a tutti gli effetti un “partito personale”, al punto che molti politologi e autorevoli commentatori, a cominciare dal bravo Ilvo Diamanti, lo avevano unanimemente definito come il “Pdr”, ovvero come il partito di Renzi. E il decollo del “partito del capo”, a prescindere dalla bontà o meno di quel nuovo modello politico ed organizzativo, aveva già di fatto archiviato e messo in soffitta l’intuizione dei fondatori di quel partito. Cioè di un soggetto politico che riunificava al suo interno culture e filoni ideali diversi che sino a qualche tempo prima erano alternativi e seriamente competitivi per la guida del paese. Quell’intuizione originaria e’ stata archiviata per un motivo molto semplice. Nei partiti personali, come tutta l’esperienza italiana e non solo italiana insegna, il pluralismo culturale e’ tollerato ad una sola condizione: e cioè, questa pluralità deve coincidere con le posizioni delineate dal “capo”. Altrimenti, come abbiamo sentito mille volte nel dibattito interno al Pd, ma non solo del Pd, il tutto viene liquidato come “gufi”, “rosiconi”, “perditempo” e via discorrendo. Ora, la fine prematura del renzismo e la caduta politica di Renzi potrebbe far pensare a qualche simpaticone che l’orologio della storia torna indietro e, come se nulla fosse, si riparte da zero. Ma, come tutti sappiamo molto bene, la storia non si ripete mai come prima. E se adesso il partito personale – ammesso che Renzi non comandi più in quel partito, cosa alquanto incerta e dibattuta visti i concreti risultati politici che emergono – potrebbe essere giunto al capolinea, nel Pd emerge un’altra valutazione politica, del tutto comprensibile e forse anche fondata. Ovvero, dopo la debacle storica della sinistra italiana, in tutte le elezioni amministrative dal 2015 in poi culminata con il tracollo del 4 marzo scorso, l’imperativo di larga parte di quel partito e’ uno solo: ricostruire il pensiero e la cultura della sinistra. Ovvero trasformare il Pd in un nuovo, rinnovato e moderno partito della sinistra italiana. Per capirci, un Pds rinnovato e moderno. E chi, ingenuamente, continua a blaterare che dopo il 4 marzo il Pd resta un partito plurale come se nulla fosse capitato o è un ingenuo, appunto o, nella migliore delle ipotesi, e’ semplicemente un ipocrita. Perché nega cio’ che è, ormai, sotto gli occhi di tutti. Ora, in un contesto del genere – e cioè, il ritorno legittimo e fondato delle identità politico e culturali, e quindi la trasformazione del Pd in un novello Pds – l’apporto del pensiero popolare o di ispirazione cristiana, della cultura cattolico democratico e del cattolicesimo sociale sarebbe destinato ad essere più un esercizio accademico o retorico che non un fatto politico. Credo che sia, questa, una osservazione altrettanto nota e scontata che non merita neanche di essere particolarmente approfondita se non per motivi protocollari e burocratici. Perché il ritorno delle identità nello scenario politico italiano vale per la destra come la Lega correttamente persegue, vale per il populismo dei 5 stelle, vale per la sinistra con il Pd ma deve valere, a maggior ragione, anche per la tradizione e la storia del cattolicesimo politico italiano. Del resto, non si capirebbe il perche’ questa operazione politica e culturale e’ consentita e giustificata per tutti tranne che per un filone ideale, culturale e politico che è stato decisivo in tutti i tornanti cruciali della storia democratica del nostro paese. Ecco perché, al di là della buona fede e della bontà delle intenzioni dei singoli, quel che rimane di questa cultura politica nel futuro del Pd non potrà che avere un ruolo del tutto ornamentale e periferico ai fini del progetto e del profilo politico di quel partito. Perché la ricostruzione della sinistra italiana non potrà che avvenire con coloro che rappresentano coerentemente e correttamente la sinistra italiana. E’ una inflessione talmente semplice e banale che non merita ulteriori commenti

TAV, MONTARULI (FDI): “CARO SALVINI QUANDO LO SGOMBERO DI ASKATASUNA?

“Caro Ministro Salvini a quando lo sgombero del centro sociale Askatasuna di Torino? In una sola settimana gli autonomi del centro sociale hanno collezionato misure cautelari per gli scontri del 1 marzo e oggi sono i protagonisti degli attacchi no tav  alle forze dell’ordine. Cosa aspetta il Ministro? Rifissi la sua visita a Torino e visto che di certo non sarà la pentastellata Appendino a chiedertelo te lo ricorderemo noi: Torino non può più tollerare che gli stabili pubblici siano il covo logistico da cui partono vere e proprie azioni di guerriglia. Con un’interrogazione parlamentare sollecitiamo Salvini ad occuparsi dello sfogo vero dello stabile. Se è davvero dalla parte delle forze dell’ordine questa e’ l’unica soluzione” afferma Augusta Montaruli, parlamentare di Fratelli d’Italia. Maurizio Marrone, dirigente nazionale FDI, aggiunge “Il movimento no tav stava progressivamente scomparendo, ora torna ad alzare la testa aggredendo le forze dell’ordine perché sente di avere copertura politica dal M5S al governo. Il ministro Salvini deve dimostrare con i fatti che lui sta con chi indossa la divisa e non con chi si travisa il volto con le bandane no tav”

Scontri a Chiomonte: solidarietà alle forze dell’ordine

Riceviamo e pubblichiamo

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TRONZANO (FI): “IL NO A TUTTO DEI GRILLINI BLOCCA LO SVILUPPO. NOI SEMPRE CON LE FORZE DELL’ORDINE”

“Sulla vicenda Tav – scrive in una nota il vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Andrea Tronzano – non è mai inutile ricordare come in questi anni l’ostruzionismo all’opera sia stato a volte violento, e a tale proposito la nostra solidarietà incondizionata va alle forze dell’ordine, che sono state bersaglio ancora ieri a Chiomonte di atti indegni e irresponsabili, frutto di un no preconcetto all’opera. Che cosa dicono i rappresentanti pentastellati delle istituzioni su questi episodi di guerriglia? Gli scontri che turbano l’ordine pubblico e mettono a rischio l’incolumità delle persone sono da condannare senza dubbi di sorta. No alla linea Tav, no alle Olimpiadi invernali, No alla Asti – Cuneo: Toninelli è il “ministro del no” che con le sue prese di posizione rischia di compromettere il futuro del Piemonte. Le sparate del cinque stelle contro tutto ciò che produce lavoro e sviluppo  non sono certo un aiuto per le popolazioni, i sindaci e le imprese piemontesi che cercano con difficoltà di uscire dalla crisi. La battaglia di Forza Italia in Consiglio regionale contro tali inaccettabili prese di posizione sarà durissima.”

 

ZANGRILLO (FI): SCONTRI INDEGNI QUANTO IL SILENZIO DEI MINISTRI GRILLINI

 

“Gli scontri avvenuti a Chiomonte sono indegni tanto quanto il silenzio dei ministri grillini che non hanno ancora trovato il tempo di condannare l’aggressione”. Ad affermarlo il deputato di Forza Italia Paolo Zangrillo. Conclude il parlamentare di Forza Italia: “Il Movimento Cinque Stelle continua a giocare con il fuoco convivendo con la parte violenta dei No Tav. Lo si capisce chiaramente quando i suoi ministri non prendono posizione contro l’ennesimo atto di guerriglia avvenuto ieri sera. Certo che se poi il ministro Toninelli da loro corda e fiato dimostrando – come fatto nei giorni scorsi – di parlare con una sola parte per la gestione del futuro dell’opera della Torino-Lione, indirettamente rinvigorisce la protesta. Credo che questo sia un problema di ordine pubblico che gli amici alleati della Lega Nord debbono affrontare nelle prossime settimane”.

 

CARRETTA E CONTICELLI (PD): SU VIOLENZA A CHIOMONTE SOLIDARIETÁ ALLE FORZE DELL’ORDINE. APPENDINO E TONINELLI SI ASSUMANO LE LORO RESPONSABILITÀ 

 

”Esprimiamo piena solidarietá, a nome del Partito Democratico, ai lavoratori delle Forze dell’Ordine per i gravi attacchi subiti a Chiomonte”, dichiarano il Segretario metropolitano Mimmo Carretta e la Consigliera regionale, presidente della Commissione Trasporti, Nadia Conticelli. “Ringraziamo gli agenti per il lavoro importante di tutela di un’opera pubblica che svolgono ormai da anni, in condizioni di tensione davvero pesanti – proseguono i due esponenti Dem -ma la politica e le istituzioni non possono limitarsi al pianto del coccodrillo. Questa volta la solidarietà ambigua da parte della Sindaca dell’area metropolitana, Appendino, non basta. Chi va prima a Roma a barattare lo stop al cantiere dell’Alta velocità deve poi prendersi la responsabilità della ripresa delle azioni violente. Cosí come il Ministro Toninelli che millanta, a giorni alterni, di fermare l’opera. I cantieri dell’Alta velocità sono in pieno svolgimento, stanno partendo le gare di appalto, questa situazione di incertezza e di ripresa di violenza é irresponsabile e mette l’Italia su un piano di debolezza a livello internazionale”.

Dieci piccoli indiani

È stato il più grande e famoso successo letterario, un vero capolavoro, di Agatha Christie, uno dei romanzi più venduto di tutti i tempi. Fu pubblicato a Londra , nel lontano 1939, con il titolo, ora  non politicamente corretto, di : Ten little nigger ( dieci piccoli negri). In Italia fu tradotto ed uscì  per la prima volta nel 1946 con il titolo “e poi non rimase nessuno”. Il capolavoro di Agatha Christie mi è ritornato alla mente nelle ultime settimane leggendo le candidature del centro-sinistra alla Presidenza della Regione Piemonte. Candidature proposte, lanciate, trapelate, sperate o temute : Federico Borgna, Alberto Valmaggia, Daniele Valle, Aldo Reschigna, Domenico (Mimmo ) Portas, Carlotta Salerno, Mauro Laus, Davide Gariglio, Gianna Pentenero , Nino Boeti. Appunto , ” dieci piccoli indiani” o ,meglio ancora ,con il primo titolo in italiano  ” e poi non rimase nessuno”.  Perché così , molto probabilmente se non sicuramente, sarà .

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Ambizioni  legittime o incredibili che non tengono assolutamente conto della realtà  e del “sentire” dei piemontesi verso la giunta uscente e che indicano , da tempo, un giudizio complessivamente negativo , tranne poche eccezioni , con alcuni assessori decisamente insufficienti se non inadeguati. Basta girare un po’ fuori dai palazzi  o dai “giri” autoreferenziali dei cortigiani adulanti  , sempre meno numerosi con l’approssimarsi della scadenza elettorale, per capire quale sarà l’esito delle prossime regionali. Manca meno di un anno alle elezioni e sul tema , purtroppo o meno male, ci tornerò senz’altro e mentre scrivo mi è venuto in mente un altro , grande e famoso, riferimento letterario. Ma per  tornare al nostro titolo ed ai nostri ” dieci piccoli indiani”  l’unica curiosità che mi rimane è quella di capire chi è , io e non solo io abbiamo più di un sospetto se non la certezza sul suo nome, il Lawrence Wargrave piemontese e se mai scriverà una lettera o, per adeguarci ai tempi moderni,  una mail ed a chi l’ affiderà dove spieghi la sua strategia che per fortuna non porterà , come nel romanzo, alla morte dei dieci protagonisti, ma di sicuro ad una netta e pesante sconfitta, salvo clamorose novità,  del centro sinistra alle elezioni regionali del 2019.

Rete Bianca Piemonte, costruire una rete civica per le regionali 2019

“Rete Bianca, il movimento politico e culturale nato a Roma dopo il voto del 4 marzo, ha l’obiettivo di ricomporre e rilanciare il cattolicesimo politico italiano dopo la sostanziale scomparsa in questi ultimi anni. Un obiettivo che raccoglie la vasta e diffusa domanda di partecipazione di molti settori dell’area cattolico democratica, popolare e sociale a livello nazionale. E questo anche perché le recenti elezioni politiche hanno decretato l’esaurimento dei ‘partiti plurali’ – Pd e Forza Italia in particolare – da un lato e la necessità di recuperare e valorizzare le identità politiche e culturali dall’altro. A cominciare, appunto, dalla cultura e dalla esperienza storica del cattolicesimo politico italiano. Al contempo, Rete Bianca a livello piemontese e’ impegnata a ricostruire e a rilanciare una ‘rete civica’, soprattutto in vista delle elezioni regionali del 2019. Cioè a riscoprire e valorizzare quel ‘civismo’ politico, culturale – cattolico e laico – amministrativo e territoriale lontano dai partiti tradizionali ma sensibile ad una rinnovata partecipazione politica. Una ‘rete civica’ che da un lato deve rilanciare la qualità della politica e, dall’altro, riscoprire una classe dirigente qualificata e diffusa nel territorio piemontese ma che nutre una profonda sfiducia nei confronti dei partiti attuali. Rete Bianca, con altre esperienze civiche, come ovvio, vuole contribuire a centrare questo obiettivo. A cominciare dalle prossime settimane con un documento appello a tutte le forze civiche della regione per poi aprire una seria e trasparente consultazione programmatica”.

 

Giorgio Merlo, Mauro Carmagnola, Giampiero Leo