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Per l’unità del “civismo” piemontese

Appello di Rete Bianca  alle forze civiche del Piemonte
“Il voto del 4 marzo scorso ha modificato profondamente gli equilibri politici del nostro paese. È nata una nuova maggioranza di governo; sono saltati, forse definitivamente, i profili politici dei partiti tradizionali ma, al contempo, e’ ancora profonda la sfiducia dei cittadini nei confronti della politica e delle stesse istituzioni democratiche. Ora, anche in vista delle elezioni regionali piemontesi del 2019, e’ indispensabile – soprattutto per una realtà sociale e politica come quella piemontese – promuovere una alleanza del “civismo piemontese” nelle sue multiformi espressioni. Il civismo amministrativo con le sue liste civiche disseminate in tutto il territorio; il civismo culturale cattolico e laico; il civismo territoriale con le associazioni e i mondi vitali sfiduciati dai partiti ma ansiosi di partecipare ad una rinnovata attività politica ed amministrativa. Superando la tradizionale distinzione tra centro destra e centro sinistra – oggi quantomai in crisi e senza un preciso baricentro politico, culturale e programmatico – va avviata da settembre la “ricomposizione” di questo giacimento di energie, di impegno, di cultura, di radicamento territoriale e di espressività sociale e culturale. Rete Bianca, nata per ricomporre l’area del cattolicesimo politico italiano in vista di un rinnovato protagonismo politico a livello nazionale dei cattolici democratici e popolari, e’ disponibile – ovviamente con l’apporto di altre esperienze che già lavorano concretamente sul territorio da anni – a favorire questa ricomposizione del civismo piemontese in vista delle elezioni del 2019. Senza primogeniture e senza condizionare l’approdo politico finale di questa operazione. Un processo, comunque sia, necessario per ridare qualità alla politica, autorevolezza alla futura classe dirigente e per dare forza e peso ad una rinnovata rappresentatività territoriale. Per questi motivi, semplici ma importanti, e’ sempre più indispensabile promuovere la ricomposizione del civismo piemontese e favorirne un suo effettivo rilancio politico ed amministrativo”.

Giorgio Merlo
Mauro Carmagnola
Giampiero Leo.

Cinque giorni per festeggiare la Lega Piemont

Nell’alessandrino a Capriata d’Orba, dal 1° al 5 agosto, si terrà la Festa Nazionale della Lega Piemont. Ospiti importantissimi e temi all’ordine del giorno, per parlare del presente e del futuro del Piemonte

 

Cinque giorni importanti per festeggiare la Lega Piemont: si terrà a Capriata d’Orba, dal 1° al 5 agosto, la festa nazionale della Lega Piemont. Un’iniziativa ricca di appuntamenti e di dibattiti interessanti, che coinvolgeranno militanti e ospiti illustri, in una cornice – quella delle Cantine Produttori Insieme – davvero d’eccellenza.La festa inizierà mercoledì 1° agosto, alle 18.30, con l’inaugurazione alla presenza dei consiglieri regionali della Lega Piemont, e poi, dalle 21, con l’intervento di Gianfranco Cuttica di Revigliasco, sindaco di Alessandria, e di Alessandro Canelli, sindaco di Novara. Il giorno dopo, giovedì 2 agosto, dalle 21, avrà luogo un importante dibattito sull’immigrazione. Alla presenza dei parlamentari della Lega Piemont, il dibattito sarà l’occasione anche per l’intervento della professoressa Anna Bono e di Marco Zacchera, che presenteranno i propri libri. A moderare l’incontro, il giornalista Ettore Grassano.

Venerdì 3 agosto, a partire dalle 21, si affronterà, in compagnia del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, l’onorevole Erika Stefani, il tema di Piemonte e Autonomia, mentre sabato 4 agosto il dibattito – sempre con inizio alle ore 21 – verterà sui temi dell’agricoltura e del turismo, futuro del Piemonte, in compagnia del Ministro all’Agricoltura, Gianmarco Centinaio e Paolo Massobrio. Ospite della serata anche l’onorevole Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. La festa si concluderà domenica 5 agosto: a partire dalle ore 20, con l’intervento dell’onorevole Riccardo Molinari, Capogruppo alla Camera per la Lega – Salvini Premier e Segretario Nazionale Lega Piemonte, e del senatore Matteo Salvini, vice Premier e Ministro dell’Interno, segretario federale. “Sarà una festa ambiziosa – commenta l’onorevole Riccardo Molinari – organizzata su cinque giorni, con approfondimenti politici di grande rilievo e ben tre ministri ospiti, fra cui Matteo Salvini. Sarà il coronamento di un percorso lungo e faticoso, che ha visto la Lega passo dopo passo, elezione dopo elezione, arrivare al Governo del Paese. È proprio quando si governa che diventa ancora più importante stare in mezzo alla gente per confrontarsi coi cittadini, noi questo lo abbiamo sempre fatto e continuiamo a farlo perché la presenza sul territorio resta la principale forza della Lega”. Un appuntamento imperdibile, in cui i momenti di riflessione e dibattito, con nomi autorevoli del panorama politico italiano, si alterneranno a quelli di musica e festa. tutdurat della festa sarà inoltre presente il servizio ristoro.

TAV, Tronzano (FI): “No alla demagogia. La Torino-Lione sarà opportunità di crescita per il Piemonte”

Sulla questione Torino-Lione abbiamo intervistato il vicecapogruppo di Forza Italia a Palazzo Lascaris, Andrea Tronzano. 
Gli Industriali torinesi hanno chiamato a raccolta tutte le forze pro-Tav. Che ne pensa?
Il Piemonte non può rischiare di essere tagliato fuori dall’Europa e il collegamento Tav  è una delle risposte per contrastare l’isolamento e il declino. Bene hanno fatto gli industriali  e con loro tutte le realtà produttive, sociali e politiche che da tempo sostengono la realizzazione dell’opera a schierarsi senza se e senza ma. Se vogliamo uscire dalla crisi dobbiamo creare le condizioni di crescita dell’economia e del lavoro, e la tav è’ una priorità per evitare l’impoverimento del Piemonte. Non è’ tempo di decrescite più o meno felici, bisogna puntare allo sviluppo.
Perché i pentastellati, oggi anche forti del loro ruolo al governo, si ostinano nel voler bloccare l’opera?
Mi sembra che la battaglia assurda e pericolosa di Di Maio e  Toninelli  sia demagogia allo stato puro. Se per dare un contentino al mondo grillino pensano di danneggiare Torino e il Piemonte, allora le loro azioni sono da irresponsabili. Ora che sono al governo devono occuparsi del bene di tutti, non solo dei loro sostenitori. Non pensano allo spreco delle risorse fino ad oggi impiegate, alle possibili sanzioni e al blocco di altri progetti futuri che potrebbe giungere dall’Unione europea? Al danno di non vedere compiuta un’opera necessaria, si aggiungerebbe una costosa beffa. Alla fine credo che la spinta che verrà dalla maggioranza della società piemontese li farà ravvedere.
E’ favorevole al referendum sulla Torino-Lione?
Non sarebbe necessario perché l’opera è già stata decisa e avviata, con  tutte le valutazioni, ricerche e autorizzazioni del caso.  Quel che è certo è che – referendum o meno – noi di Forza Italia non molleremo, in tutte le sedi, a sostegno di un’infrastruttura in cui crediamo fermamente.

TAV, Luca Cassiani (Pd): “E’ necessario mettere in campo tutte le azioni”

“Il Partito Democratico, insieme a tutti i suoi dirigenti ed eletti, deve mettere in campo tutte le azioni possibili per difendere la realizzazione della linea TAV Torino-Lione, un’opera irrinunciabile sulla quale l’Italia, la Francia e tutta l’Unione Europea hanno investito e scommesso. I cantieri Tav saranno, inoltre, nei prossimi due anni, strategici, per le nostre imprese che prevedono l’impiego di 8 mila operai, metà coinvolti direttamente e metà appartenenti all’indotto, con una ricaduta minima per le imprese del territorio di 250 milioni di euro nel breve periodo” ha dichiarato ilConsigliere regionale del Gruppo Pd Luca Cassiani. 
 
“Dobbiamo costituire un fronte comune che coinvolga la classe politica, quella imprenditoriale, i sindacati e la società civile – ha proseguito il Consigliere Cassiani – perché il blocco della Tav penalizzerebbe tutto il Nord Italia e farebbe perdere credibilità al nostro Paese di fronte all’Unione Europea. A tal proposito, aderisco convintamente all’iniziativa organizzata da Confindustria Piemonte, con l’Unione Industriale di Torino, Ance Piemonte, Collegio Costruttori di Torino e l’Associazione Impiantisti Torinesi di oggi”. 
 
“Non dobbiamo dimenticare – ha concluso Luca Cassiani – che, qualora, si portasse avanti la scelta sciagurata di rinunciare alla Tav, i costi economici per l’Italia sarebbero elevatissimi, quantificabili in oltre 2 miliardi di euro e pagheremmo un prezzo molto alto sul fronte economico e occupazionale. Occorre agire senza sprecare tempo perché nessuno può permettersi di perdere questa partita: è a rischio il nostro futuro”.

Salvini e Famiglia Cristiana, e i cattolici dove sono?

Di Giorgio Merlo

La recente polemica tra il capo della Lega Salvini e Famiglia Cristiana non e’ la sola che costella il confronto, articolato è difficile, tra il mondo cattolico e la nuova maggioranza di governo. Certo, questo è stata la più eclatante perché ha investito direttamente il vice Premier e un organo di stampa importante per il prestigio della testata e per l’autorevolezza delle tesi sostenute. Ma, al di là di questa polemica, quello che emerge in modo sempre più evidente da questo scambio di opinioni non è tanto la virulenza del confronto quanto l’assenza di un interlocutore politico che sappia interpretare, laicamente, una ispirazione, una cultura, un modo d’essere che in questi anni si sono pericolosamente seppur inconsapevolmente eclissati nella dialettica politica italiana. Perché se è positivo, nonché corretto, che la stampa cattolica nelle sue multiformi espressioni partecipi al dibattito sulle principali scelte politiche della maggioranza di governo di turno, e’ altrettanto importante per i cattolici riscoprire una partecipazione politica diretta, attiva, consapevole e incisiva. Del resto, e’ noto a tutti – e ormai lo diciamo da tempo, ma lo dicono anche tutti i principali osservatori delle cose politiche italiane – che questa presenza politica e culturale nei partiti tradizionali si è del tutto affievolita ed è radicalmente inespressiva sotto il profilo della progettualità e dell’incidenza politica.

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Tramontati i partiti plurali come il Partito democratico e Forza Italia, ridotti al lumicino e all’insignificanza le varie sigle elettorali come l’Udc, l’unico compito a cui i cattolici popolari e democratici debbono assolvere oggi è quello di attrezzare ed affinare una rinnovata presenza politica organizzata e diffusa territorialmente. Non ci sono più alternative realisticamente percorribili a questa prospettiva. Il tempo della testimonianza, delle divisioni pretestuose ed impotenti, della delega alla gerarchia per affrontare e cercare di risolvere i problemi sul tappeto appartengono ad una stagione che ormai è alle nostre spalle. È francamente imbarazzante, nonché singolare, continuare ad assistere ad un confronto tra le nuove formazioni politiche populiste, o di destra o di sinistra e il mondo cattolico senza la presenza di uno strumento politico pertinente, cioè un partito di quest’area culturale. È’ inutile continuare ad aggirare l’ostacolo. La priorità politica, dopo il voto del 4 marzo e dopo i pronunciamenti e le scelte concrete del governo pentaleghista, richiedono una rinnovata presenza cattolico democratica e popolare nello scenario politico italiano. Una presenza facilitata anche da un patrimonio culturale, politico, sociale e forse anche etico che affonda le radici in quel cattolicesimo politico che per troppi anni e’ stato sottovalutato o ritenuto ormai un pezzo di antiquariato. E proprio la rilettura di uno dei caposaldi di questo pensiero, e cioè il popolarismo di Luigi Sturzo, a cent’anni dal famoso “appello ai liberi e forti” può e deve rappresentare uno stimolo potente per recuperarlo e declinarlo nella società contemporanea. Sarebbe curioso, infatti, se in un clima di ritorno delle identità politiche e culturali solo il pensiero cattolico popolare brillasse per la sua assenza ed inconsistenza. Ci troveremmo in una situazione dove l’assenza dalla politica dei cattolici non avviene per una imposizione della gerarchia, ma per manifesta incapacità del laicato. Ecco perché, adesso, e’ opportuno esserci.

OLIMPIADI 2026. NAPOLI-RUFFINO (FI): “TORINO SI AFFIDI ALLA SAGGEZZA DI MALAGÒ”

Il presidente del Coni Giovanni Malagò ha opportunamente invitato per lunedì prossimo i sindaci delle città che si candidano a ospitare le Olimpiadi invernali 2026, e con loro i vertici delle rispettive Regioni. La candidatura di Torino arriva sul tavolo del Coni dopo un percorso che più tribolato non poteva essere, attraversato da polemiche e divisioni politiche che hanno avuto il loro epicentro nell’ambiguità del M5s e nella difficoltà del sindaco Appendino di portare a sintesi le diverse posizioni. Il primo agosto, quando sarà fatta la scelta definitiva della città italiana, Torino dovrà confidare molto nella saggezza del presidente del Coni. Non possiamo che fare nostro l’auspicio formulato l’altro giorno dallo stesso Malagò quando ha detto che ci sarà sicuramente un vincitore ma importante è che non ci siano vinti. Ecco un bell’esempio di realismo e di concretezza, che dovrebbe piacere ai sindaci della Via Lattea. Sono i Comuni delle Valli olimpiche, infatti, quelli che rischiano di pagare il prezzo più alto in caso di esclusione di Torino. Vogliamo credere, e auspicare, che alla fine la saggezza del Coni e del suo presidente sapranno evitare che rimangano degli sconfitti sul campo. Chi non potrà uscire vincitore è sicuramente la giunta di Torino e il suo sindaco.

 Osvaldo Napoli e Daniela Ruffino, deputati di Forza Italia

La fine di un’era

La morte di Sergio Marchionne ha segnato definitivamente la fine di un’era . L’era in cui la Fiat e la famiglia Agnelli  “regnavano ” su Torino. Una città nella città , con l’apice negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso, con le sue regole, la sua “mutua” la MALF ( mutua aziendale lavoratori Fiat) , i suoi ambulatori, asili, colonie estive e montane , case per i lavoratori, i suoi candidati alle elezioni , compreso i fratelli Umberto, candidato  Senatore eletto, e Giovanni Senatore a vita. La frase più famosa di  quell’era  : “quello che va bene alla Fiat va bene all’Italia”   e , sottinteso, prima ancora a Torino.  L’allentarsi del legame è avvenuto lentamente , fisiologicamente con la morte dei fratelli Giovanni ed Umberto, e tragicamente con la scomparsa di Edoardo ed ancora di più di Giovanni Alberto “Giovannino” l’ erede destinato a guidare la FIAT. E poi ancora le crisi industriali, la riduzione dei dipendenti, i licenziamenti , la marcia dei quarantamila. Vi fu un ultimo sussulto una sorta di contributo a Torino di Giovanni, Gianni, Agnelli , “l’avvocato” ad indicare e trovare una nuova via , una nuova vocazione , con il suo impegno , determinante, per l’assegnazione dei XX giochi olimpici invernali del 2006. Giochi che contribuirono a cambiare e rilanciare Torino. Tre anni prima , nel gennaio del 2003, la morte di Giovanni Agnelli con il “tributo”per giorni  dei torinesi alla sua salma al Lingotto. Quasi come per un Re. Ora poco più di dieci anni dopo  la scomparsa di Sergio Marchionne avviene a distanza nel silenzio , quasi un distacco, della città ed  in coincidenza con una nuova avventura olimpica invernale che se andrà bene, ma non penso proprio, vedrà Torino, ancora una volta ed in modo umiliante, comprimaria di Milano. Questo parallelismo con la morte  del “capo” della FIAT e dei giochi olimpici invernali rappresenta  e fotografa meglio e più di tante analisi la fine di un’era ed il declino della città di Torino.

Approvata la legge che istituisce le comunità energetiche

DA PALAZZO LASCARIS –  Nella seduta legislativa della III Commissione del Consiglio regionale, è stata approvata la proposta di legge che istituisce le comunità energetiche.“Il Piemonte è la prima regione ad incentivare la creazione di aree territoriali che sperimentano la produzione e lo scambio di energia generata da fonti rinnovabili” ha spiegato il Vicepresidente del Gruppo consiliare del Partito Democratico Elvio Rostagno, secondo firmatario del provvedimento.“La nuova legge, che prevede un primo stanziamento di 50 mila euro nel biennio 2018-2019 – ha concluso il Vicepresidente Rostagno – è un provvedimento innovativo e all’avanguardia che, se promosso e sostenuto nel modo corretto, porterà ad un rinnovamento in campo energetico e ad ottenere vantaggi in termini di costi, sostenibilità ambientale e sicurezza”.

FCA, Grimaldi (LeU): “Abbiamo scelto il silenzio nei giorni del lutto”

“Abbiamo, in estrema solitudine, denunciato gli esiti nefasti della strada apolide del gruppo FCA. Lo abbiamo sempre fatto per segnalare le ingenti entrate fiscali (IRAP in primis) che abbiamo perso in Piemonte in questi anni.

Siamo stati attenti, provando a non accontentarci degli annunci. Fabbrica Italia ci aveva già mostrato quanto “il referendum ricatto” e l’uscita dai contatti collettivi nazionali non avessero portato alla piena e buona occupazione. Successivamente, nel Piano industriale FCA 2014/2018, furono annunciati ventisette nuovi modelli fra FIAT, Alfa Romeo, Jeep e Maserati. Tuttavia a oggi ne sono stati realizzati solo 12. Nel 2017 FCA ha realizzato utili da record, 3,5 miliardi di euro, cui i lavoratori e la lavoratrici hanno partecipato in minima parte. L’obiettivo per il 2014 era una produzione di 6 milioni di auto, mentre si è passati dai 4,6 milioni del 2011 a 4,8 milioni a oggi. Nel gennaio 2018 FCA ha ribadito che entro giugno avrebbe presentato un Piano che includesse la piena occupazione e la cessazione della cassa integrazione a fine anno.  Tuttavia, allo stato attuale, da Mirafiori a Pomigliano ci sono 5.508 addetti al lavoro su 10.092, e anche negli Enti Centrali è tornata la Cig (non avete mica creduto alla favola che FCA non prende più un euro dallo stato. Fca ha poi chiarito a Balocco che il gruppo stava azzerando l’indebitamento, che avrebbe presto dato l’addio alle macchine utilitarie (tra i 19 nuovi modelli nessuna è di segmento A, tutti sono Premium) e che avrebbe comunicato, modello per modello, i lanci e le allocazioni produttive. Qualche suggestione sull’elettrico, l’addio al diesel nel 2021 e – unica certezza del piano per Torino – la fine a inizio luglio della produzione dell’Alfa Romeo Mito alla Carrozzeria di Mirafiori.

 

In questi ultimi giorni non siamo voluti intervenire, non siamo soliti prendere parola sulla vita o addirittura sulla malattia di una persona, né tantomeno avremmo potuto schierarci fra i nuovi agiografi o fra i malauguranti. Non avremmo mai scritto “Ciao Sergio”, così come, per rispetto verso il lutto della famiglia Marchionne, non ci sembrava il caso di tornare sulle ragioni che hanno portato alle divisioni, che tutti ben ricordano, nel mondo del lavoro.

 

Ci interessa invece dire la nostra sul futuro della produzione in questo paese. Per questo, insieme a Eleonora Artesio, ho chiesto (due mesi fa) e ottenuto un consiglio congiunto straordinario (a settembre) di Città e Regione con i sindacati e i vertici di Fca. All’incontro doveva essere invitato il responsabile delle attività europee del Gruppo, Alfredo Altavilla. A maggior ragione, dati i cambiamenti ai vertici del Gruppo, riteniamo urgente che il Governo e le istituzioni, a partire dal Comune di Torino e dalla Regione Piemonte, chiedano a Mike Manley di essere presente a quell’incontro. Crediamo che sia venuto il momento di verificare se le forze politiche, proprio su questa sfida, hanno ancora voglia di ribadire che in Italia si progettano e si producono auto. Quelle di oggi e quelle di domani: elettriche, senza pilota, condivise.  Abbiamo l’impressione che senza guida, sia sempre e solo la politica industriale del paese”.

 

Marco Grimaldi, Capogruppo Liberi e Uguali, Consiglio Regionale del Piemonte

Lega, nuovo responsabile enti locali Piemonte

Novità per il Direttivo Regionale della Lega del Piemonte: durante il Consiglio Nazionale svoltosi a Torino nella sede di Via Poggio, il Capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati, l’On.  Riccardo Molinari, in qualità di Segretario Nazionale, ha ufficialmente affidato ad  Andrea Cane, Consigliere Comunale di Ingria e militante leghista da oltre 20 anni, l’incarico di nuovo Responsabile Enti Locali della Lega del Piemonte
L’On.  Molinari commenta così la sua nomima: ” Andrea Cane in questi mesi ha seguito con passione e dedizione il tema enti locali, senza nessun incarico formale. Data la sua storica militanza, il suo lavoro costante sia nel movimento che nell’Amministrazione locale del suo Comune, è stato naturale per me e per tutto il Consiglio Nazionale della Lega Piemonte nominarlo Responsabile enti locali per tutta la Regione“.Commentano i due parlamentari della Lega eletti nel territorio Canavesano, dove il Consigliere Comunale di Ingria milita anche come Responsabile ufficio stampa: ” per la Lega del Canavese penso sia un orgoglio l’aver conquistato questo incarico strategico non solo a livello politico, ma soprattutto territoriale, dal momento che ritengo sia fondamentale che tutti gli eletti nelle istituzioni, dal Parlamento fino al Comune più piccolo, siano coordinati, organizzati ed informati nelle loro attività: il segnale che la Lega stia continuando a mettere al centro delle priorità tutti gli enti locali è proprio il fatto che Andrea Cane sia amministratore ad Ingria, l’attivissimo Comune della Val Soana che risulta anche uno dei più piccoli dell’intera nazione“, ha dichiarato il Senatore  Cesare Pianasso, precedendo il Deputato Alessandro Giglio Vigna che conclude: ” Felici ed orgogliosi, perché dal Consiglio Nazionale di ieri sera Andrea Cane è il nuovo Responsabile Enti Locali della Lega del Piemonte. Ancora un altro Canavesano scelto per un incarico regionale: quella di Andrea è una passione per l’Amministrazione coltivata giorno dopo giorno non solo nel suo Comune di Ingria, ma dal 2007 è stato in Amministrazione anche in altre realtà municipali; la sua esperienza è stata inoltre consolidata con il medesimo incarico di Responsabile enti locali svolto a livello provinciale negli anni 2010-2013. Penso che sia quindi un incarico guadagnato sul campo, ci sarà molto lavoro da fare visto che il territorio è ampio e gli eletti in Piemonte sono parecchi: 18 parlamentari, due consiglieri Regionali e circa 280 Amministratori tra Sindaci, Assessori e Consiglieri Comunali, numeri che penso che dopo le prossime elezioni Comunali e Regionali del 2019 siano destinati ulteriormente ad aumentare! Sono certo che Andrea saprà non solo coordinare tutti questi amministratori, ma anche diventare un punto di riferimento per i tanti piemontesi eletti negli enti locali che si sono avvicinati alla Lega in Piemonte durante questi ultimi mesi“.