POLITICA- Pagina 533

“Un altro mondo è possibile”

 E’ IL TITOLO DELLA FESTA IN ROSSO CHE SI TERRA’ A TORINO DAL 6 AL 14 SETTEMBRE

“Un altro mondo è possibile” è il titolo dato alla Festa in Rosso organizzata dal Partito della Rifondazione Comunista di Torino. La Festa si terrà dal 6 al 14 settembre  presso il Circolo Arci Anatra Zoppa, Via Curmayeur  5, a Torino. Nove giorni di musica, spettacoli, intrattenimenti vari ma anche tanti dibattiti con molti ospiti di rilievo. Per citarne alcuni: Mimmo Lucano, ex Sindaco di Riace, Giorgia Lunardi, portavoce italiana Sea Watch, Livio Pepino, ex Magistrato al dibattito sui temi che riguardano immigrazione, diritti sociali. Guido Montanari, ex vicesindaco di Torino, farà la sua prima uscita pubblica in città, dopo la revoca della deleghe da parte di Chiara Appendino, in un confronto con Eleonora Artesio, Consigliera Comunale. Corradino Mineo, già direttore di Rai News 24 si confronterà con Paolo Ferrero, Vicepresidente della Sinistra Europea sui tempi politici di attualità legati alla crisi di governo e alle alternative politiche. Enrica Valfrè, segretaria della Camera del Lavoro di Torino  si confronterà con Maurizio Acerbo, Segretario Nazionale Prc-Se sui temi del lavoro. Alla prima serata, dedicata alla situazione dell’America Latina, interverrà Lianio Gonzales Perez, console Generale della Repubblica di Cuba a Milano. E poi tanti interventi ancora. La chiusura politica sarà di Ezio Locatelli, segretario provinciale Prc-Se di Torino.

La cultura della sicurezza: appello ai ministeri competenti

Riceviamo e pubblichiamo

Nei giorni del cordoglio per la tragica scomparsa del giovane escursionista Simon GAUTIER, un
riconoscimento va a tutti i soccorritori che si sono prodigati nelle operazioni di ricerca. Il loro (e il
nostro) limite è vivere in un paese che non considera prioritaria la tecnologia al servizio della
collettività.

Riflettano coloro che sbandieravano l’efficacia della localizzazione come rimedio ai mali del mondo
e oggi, senza vergogna alcuna, ne ammettono il fallimento: la posizione esatta si può determinare solo
con l’intervista telefonica, quando si chiede aiuto è necessario fornire sempre un indirizzo o un
riferimento.

Dovrebbe essere un motivo sufficiente per evitare speculazioni, commenti di cattivo gusto o quegli
“interessi di bottega” che qualcuno in passato ci imputava in modo sprezzante.
Non si usi questa tragedia per esportare il modello organizzativo del 112 italiano, la presenza di una
Centrale Unica nella vicenda non avrebbe cambiato nulla, la tecnologia di localizzazione è la stessa.
Dotarsi di soluzioni moderne costerebbe un terzo rispetto al mantenimento di un inutile call center
laico del 112 e c’è più tecnologia nelle mani di un bambino in età scolare rispetto a quanta ne troviamo
nelle nostre Centrali Operative; riflettano soprattutto su questo i Ministeri competenti.

Quindici giorni fa si è appreso che una quindicenne stuprata e uccisa in Romania aveva chiamato
più volte il 112, ma la Polizia è arrivata diciannove ore dopo; la vicenda ha sconvolto il paese, sono
seguite le dimissioni dei Ministri dell’Interno, dell’Istruzione, delle Telecomunicazioni e
l’allontanamento del Capo della Polizia. È una lezione di responsabilità istituzionale lontana anni
luce da noi, in Italia probabilmente sarebbe stato licenziato l’operatore, reo di non aver seguito il
“protocollo”.

Esortiamo le Istituzioni ad adoperarsi per promuovere una vera cultura della sicurezza e ad aprire
un confronto scientifico sull’organizzazione dei soccorsi italiani, sui pericoli della doppia intervista
telefonica e sulla capacità di coordinamento tra i professionisti.
Perché tragedie come questa non accadano mai più!

Professioni Infermieristiche Vigili del Fuoco Polizia di Stato

NURSIND: F. Coppolella

CONAPO: A. Maglione

SIULP: E.Bravo

CONFSAL VVF: S. Astrella

SAP: A. Perna

FNS- CISL: A. Mazzitelli

UIL-PA: R. Molino

Il fallimento è un po’ colpa di tutti

Il Presidente del Consiglio Conte ha sentenziato:
questo governo è stata vanagloria. Meglio tardi che
mai. All’angolo Matteo Salvini balbuziente è apparso
un pugile suonato che si stava chiedendo che cosa
aveva combinato. Da Capitano si è dimostrato un
maresciallo furiere di una cambusa vuota. Mentre
Conte parlava le facce  di Matteo Salvini erano
eloquenti. Talmente eloquenti che passeranno alla
Storia. La giornata era cominciata in salita. Rambo ha
dovuto sgomitare per una sedia vicino a Conte.
Poi i suoi ministri o sottosegretari relegati in piedi.
Posto seduto riservato solo a Giorgetti. Solo per
lui l’ onore delle armi.
Salvini scappa al Ministero. Tra un po’ dovrà
traslocare. Una delle poche certezze in questo
momento. Non sarà lui che gestirà le prossime
elezioni: chi troppo vuole nulla stringe. Il
Toscanaccio sentitamente ringrazia. Del resto tra
Matteo ci si intende. Matteo il milanese che ha
bisogno di un po’ di riposo e Matteo il toscano: vi
piaccia o non vi piaccia sono tornato alla grande.
Addirittura l’ intervento da leader in Senato.
Persino simpatico e ricercato da tutti i giornalisti.
Dunque accordo fatto tra 5stelle e PD? Calmini,
dice il sornione Zingaretti. Prima la direzione Pd
dove ho la maggioranza e poi le consultazioni con Mattarella.

Consultazioni dove non ci sarà
Renzi e ci sarò io con Martucci e Delrio. Martucci
che conta come il due di picche quando briscola
è bastoni. Altra cosa è Delrio che avendo
conosciuto bene Renzi è molto timido sull’accordo
con il giullare Grillo. La vedo dura su un accordo tra
le forze politiche che si sono solo insultate in
queste anni. Di Maio ha di fatto indirettamente
riproposto Conte. Riconoscente con il professore
avvocato che con i toni e le dimissioni lo ha tolto
dall’impiccio e dall’ angolino in cui si era cacciato.
Se non erro sono i pentastellati che hanno reso
possibile l’approvazione del decreto sicurezza
bis. Se non erro erano tutti e tre che urlavano che
questo governo durava ancora 4 anni. Insomma
dire che questo fallimento è stato prodotto solo
dall’arroganza di Matteo Salvini è autoassolutorio.
Quando una società fallisce la colpa è del cda, del
Presidente ed amministratore delegato. Tant’ è che
quando arriva il curatore fallimentare nominato
dal tribunale i soldi mancanti li può chiedere agli
amministratori. Tecinacamente si chiama atto di
responsabilità civile e richiesta danni. Ma si sa  che
politica e politici sono un’ altra cosa. Hanno sempre
goduto di zone franche e continueranno. Mi sembra
difficile trovare un accordo. Una cosa improbabile
non vuol dire che sia impossibile. In Piemonte tra i
politici c’è clima di attesa tra chi auspica il ritorno alle
urne e chi ne farebbe a meno. “Siamo stati presi
alla sprovvista . Dateci il tempo di organizzarci
per essere rieletti”. Indecisi tutti tranne i leghisti e i
Fratelli d Italia. I primi con l’incrollabile fede verso il
Capitano, ed i secondi sicuri che ora tocca a loro.
Una sola raccomandazione: la logica di un uomo
solo al comando porta sfortuna a chi la vuole . In
Italia già ci sono stati tragici esempi. Purtroppo ha
ragione lo storico Alessandro Barbero: la Storia non
insegna nel non sbagliare. Lo studio della Storia
serve solo ad allargare la mente. Regola che vale
per chi studia . Ultimamente merce molto rara tra
la gente e tra i politici.

 

Patrizio Tosetto

Appendino tifa Conte: “Hai ridato dignità alle istituzioni”

La sindaca di Torino, Chiara Appendino, dopo il dibattito di ieri in Senato, che ha visto le dimissioni del premier, si schiera con Conte e scrive su Facebook: “Il discorso del Presidente Giuseppe Conte ha restituito la cifra del dibattito politico e istituzionale.  A lei, Presidente, il mio ringraziamento per quanto fatto sin qui e per quanto ci sarà ancora da fare.” E aggiunge: “Mi associo alle parole di Luigi Di Maio per ringraziare il Presidente del Consiglio: hai ridato dignità alle Istituzioni ricordando a tutte e tutti noi cosa significa rispettarle e servirle anziché servirsene. Forza, sono certa che qualsiasi scelta farai sarà quella giusta. Siamo con te!

Pd: no alle scissioni, sì al nuovo partito

Al di la’ del ribaltone che forse sta per nascere dopo la fallimentare gestione del governo giallo/ verde, quello che emerge in modo inequivocabile e’ che il nodo da sciogliere adesso nel campo del centro sinistra, alternativo alla destra e al movimento antisistema e populista dei 5 stelle, e’ quello di dar vita ad un partito “costituzionale” che recuperi il progetto e la cultura politica del centro democratico, riformista e innovativo che ha caratterizzato per molto tempo la miglior stagione politica italiana. E, senza entrare nelle dinamiche sempre più misteriose di una crisi di governo “folle” ed irresponsabile, il problema non è riconducibile a favorire, o meno, una scissione all’interno del Partito democratico. Anche perché sarebbe curioso pensare che questa scissione, e l’ennesima, favorisca la ripartenza del campo del centro sinistra. Che oggi, semplicemente, non c’è. Ormai è da mesi che tutti gli organi di informazione parlano e anticipano come imminente la “scissione” del Partito democratico e nel Partito democratico. Una operazione a mio parere inutile perché non contribuisce, se non in misura ridotta e quasi ininfluente, il tema di un credibile allargamento politico ed elettorale del campo riformista e di centro sinistra. E questo per un semplice motivo: oggi, molto più di ieri, c’è una esplicita richiesta di un nuovo spazio politico che vada a ridare voce ad un pezzo di società che oggi, di fatto, e’ orfano e senza rappresentanza. Uno spazio politico che prescinde da eventuali scissioni all’Interno del Pd o di altri partiti. Forse oggi, e proprio alla vigilia appunto di questa folle crisi di governo, emerge la necessità sempre più impellente di dar vita ad una nuova forza politica che rimetta in discussione i vecchi equilibri politici e cerchi di ridare una rappresentanza autorevole ed omogenea, nonché credibile, ad una consistente fetta di elettorato oggi spaesata e quasi attonita di fronte ad uno spettacolo semplicemente inguardabile.
La vera sfida, oggi, e’ quindi quella di saper costruire un luogo politico, saper intercettare un consenso sempre più liquido e disorientato, elaborare al contempo un progetto politico e di governo che non si faccia condizionare dalle plateali contraddizioni che caratterizzano molte forze politiche e, in ultimo, che sia anche in grado di ridare voce a spezzoni di classe dirigente, di interessi sociali e culturali che oggi sono stancamente presenti nel Pd, in Forza Italia e in altre piccole formazioni politiche e che, invece, sono disponibili a scommettere sul progetto di una nuova forza politica. Questa, quindi, è la vera sfida politica, culturale e forse anche etica. Ma non solo perché quasi tutti i sondaggisti indicano una strada favorevole per una formazione politica che imbocchi quella via, ma per la semplice ragione che e’ utile per la democrazia italiana, per la qualità del campo riformista e democratico e per le stessa credibilità delle istituzioni nel nostro paese.
Ecco perché è inutile, e anche un po’ riduttivo, continuare a parlare della scissione all’interno del Pd o di altri partiti. Quello che serve e’ altro, totalmente altro. Cioè un altro partito, con un nuovo progetto politico e una nuova cultura politica. Lo chiede la contingenza storica e politica italiana, e non un vecchio e stantio gruppo dirigente in preda alla conservazione del proprio seggio parlamentare.


Giorgio Merlo

Carlo Donat-Cattin. Il coraggio della politica

Rai 1, mercoledì 28 agosto, alle ore 23:50
La storia politica e umana di Carlo Donat-Cattin, leader Dc e uomo di governo, andrà in onda su Rai 1 mercoledì 28 agosto, alle ore 23:50. Un documentario di grande valore storico perché con le immagini delle Teche Rai ripropone i passaggi decisivi del suo impegno dall’autunno caldo allo Statuto dei lavoratori, dalle radici del cattolicesimo sociale al preambolo.
Documentario che lega la storia della famiglia a quella generazione di cattolici che uscita dalla Resistenza ha lavorato alla ricostruzione dell’Italia e all’affermazione della democrazia. Un documentario di Rai Storia di Roberto Fagiolo, ricco di immagini e avvincente come un romanzo.

Foibe, Montaruli-Marrone (FDI): “Scritte vergognose in zona San Paolo”

“Appendino  intervenga”

“Sono comparse in queste ore a Torino e nel quartiere San Paolo scritte ingiuriose e orrende contro la memoria e la dignità degli infoibati. Lo si apprende dal profilo fb dell’Unione degli istriani.
E’ vergognoso che qualcuno provi a minare la memoria condivisa. Non si tratta di mero vandalismo ma è istigazione all’odio e oltraggio
Il Sindaco Appendino condanni con noi l’episodio e provveda alla rimozione delle scritte. In caso di sua latitanza provvederemo noi perché attacchi come questi meritano di essere combattuti senza tregua” annuncia Augusta Montaruli, parlamentare di Fratelli d’Italia, insieme a Maurizio Marrone, capigruppo FDI in Consiglio Regionale del Piemonte, che aggiunge “Non è casuale che queste scritte vergognose appaiano in Borgo San Paolo dove sono attive occupazioni antagoniste che godono della vicinanza di consiglieri comunali e circoscrizionali grillini. Non accetteremo mai che i quartieri torinesi diventino zona franca per certi messaggi intollerabili”.

Lettera aperta del Sen. Berutti: “Cambiamo e costruiamo la nostra nuova casa”

“Voglio spiegare a chi mi ha dato la propria fiducia quello che sta succedendo in Forza Italia e al centrodestra”. Sono queste le parole che accompagnano in una nota la lettera aperta rivolta dal Senatore Massimo Berutti alle amiche e agli amici che, aggiunge Berutti, “meritano di sapere quali scelte ho assunto e le ragioni per cui chiedo loro di stare dalla mia parte”. Ecco il testo della lettera.

 

“Care amiche, Cari amici,

Come sapete, per Forza Italia gli ultimi mesi e le ultime settimane sono state piuttosto complicate. A partire da giugno, con l’amico Giovanni Toti ci siamo fatti avanti a viso aperto e lealmente per rinnovare democraticamente dall’interno, e dove necessario rivoluzionare, il nostro partito, la nostra casa. Una “casa” che avrebbe dovuto avere lo scopo di rappresentare nelle istituzioni e nel mondo l’Italia migliore, quella delle persone che ogni giorno lavorano, investono e si impegnano per se stesse e le proprie famiglie, e che invece ha di giorno in giorno perso la capacità di rappresentarci. La rigidità e la miopia di una certa classe dirigente di Forza Italia, che non ha saputo parlare con una voce chiara, unitaria e convincente, proponendo politiche utili alla vita quotidiana, a fare impresa, a guadagnare, ad aiutare quelli di noi che hanno bisogno, hanno ridotto il partito al fantasma di quello che era, dimezzando i consensi e portandolo sotto il 6%. Questa era la situazione, abbiamo provato a cambiare in meglio le cose dall’interno e ci hanno cacciato dal partito.

La scorsa settimana, infatti, un fantomatico Coordinamento di Presidenza di Forza Italia ha preso atto “della costituzione dell’Associazione “Cambiamo”, promossa da Giovanni Toti” (un’Associazione che abbiamo creato a vantaggio di Forza Italia e di tutto il centrodestra per rappresentare chi oggi non si sente rappresentato e vuole vederci uniti e vittoriosi contro le accozzaglie improvvisate di altri partiti e movimenti) e mi ha comunicato che devo considerarmi decaduto dai miei incarichi e che sono contestualmente espulso dal partito. Ne prendo atto.

Devo moltissimo al Presidente Berlusconi umanamente e politicamente, ma devo moltissimo soprattutto a tutti gli amici che mi hanno dato la loro fiducia sino a qui. È per loro, per voi, che devo continuare a lavorare con coerenza e massimo impegno come ho continuato a fare in tutti i ruoli che mi avete affidato, da Consigliere comunale a Sindaco, da Consigliere regionale a Senatore della Repubblica.

Sono consapevole di prendermi dei rischi, ma non fa per me scaldare la sedia senza darmi da fare. Come voi rischiate ogni giorno con le vostre imprese, il vostro lavoro, il vostro impegno nei confronti di chi di noi ha più bisogno, io sono certo che questo sia il momento per assumermi qualche rischio in più per portare nei territori, tra la gente, tutti i risultati che potrò. Per portare a casa questi risultati, il mio dovere, come persona impegnata in politica, è costruire strumenti concreti per dare gambe ad una visione che sia utile a realizzare i sogni e a soddisfare i bisogni delle persone che mi hanno dato o vorranno darmi la loro fiducia. Questo è quello che faccio tutti i giorni e che continuerò a fare nel futuro. Ho sperato sino all’ultimo che quello strumento potesse essere Forza Italia, spero che in futuro potrà essere un centrodestra unito, ma in questo momento sono certo che lo strumento concreto con il quale dare gambe alle domande delle migliaia di persone che incontro ogni mese è “Cambiamo”. L’Associazione fondata da Giovanni Toti si pone come compito prioritario quello di chiamare a raccolta tutti coloro che nel perimetro del centrodestra ritengono di poter collaborare alla formazione di un soggetto politico liberale popolare e riformista. È un’iniziativa politica che ha l‘obiettivo di proporsi come luogo di incontro e di aggregazione di esperienze politiche e civiche e di competenze culturali e scientifiche per dar vita ad una forte e solida area politico culturale nell’esperienza italiana liberal democratica e conservatrice con lo scopo di contribuire al rinnovamento del Paese; sviluppare la conoscenza delle trasformazioni economiche, sociali, politiche ed istituzionali in relazione ai nuovi scenari nazionali ed europei e di verificare le condizioni per la costituzione di un soggetto politico attraverso una forma democratica costituente garantendo la partecipazione diretta di tutti gli aderenti.

È da qui che possiamo ripartire per cambiare il centrodestra, la politica e il Paese. Aprendo a tutti coloro che vogliono aderire, nella consapevolezza che possiamo fare moltissimo a partire da tre parole d’ordine: Territori, Sostenibilità, Eccellenza.

Insieme, democraticamente, dal basso, Cambiamo e costruiamo la nostra nuova casa. Sono certo che sarete con me, per un futuro migliore per noi e per i nostri figli”.

+Europa: “Lettera della Lega a Mattarella invito a violare Carta”

Riceviamo e pubblichiamo la  dichiarazione di Igor Boni (Coordinatore Gruppo +EUROPA Torino): 

“Che degli assessori rivendicando il loro ‘ruolo istituzionale e democratico’ chiedano in questa fase al Presidente Mattarella ‘di dare la voce al popolo italiano affinché possa votare ed eleggere un nuovo parlamento” non è solo inusuale ma in palese contrasto con la nostra Costituzione. Se infatti oggi il Presidente della Repubblica sciogliesse le  camere senza attendere la sfiducia parlamentare e, soprattutto, senza verificare la possibilità della nascita di un nuovo Governo che abbia una maggioranza parlamentare, farebbe un’azione contraria al dettato costituzionale.  La  verità è che questa lettera ha l’obiettivo interno di ribadire al Presidente Cirio chi comanda e quello esterno di dare sostegno alla iniziativa sconsiderata di Salvini a Roma.  Una lettera da rispedire al mittente senza risposta”.

Sanità, Salizzoni: “Il governo non crede nei Parchi della Salute”

“A NOVARA E TORINO NON SI PUÒ TORNARE INDIETRO”

La mancata firma da parte della ministra Giulia Grillo al decreto sulla città della Salute di Novara è la dimostrazione che questo Governo non crede nei Parchi della Salute: se fosse per loro ci dovremmo tenere il Maggiore di Novara e le Molinette di Torino ancora per qualche secolo, fino al loro crollo. Fortunatamente per il Parco della Salute di Torino siamo ad uno stadio più avanzato della procedura, con risorse già stanziate e la manifestazione di interesse di tre gruppi. A settembre si potrà passare al dialogo competitivo e finalmente entrare nel vivo della progettazione. L’avversione dei 5Stelle e della ministra Grillo alla compartecipazione pubblico-privato non può diventare pretesto per ritardare o bloccare questo percorso. Siamo tutti concordi sul fatto che il pubblico debba mantenere un ruolo determinante nella gestione delle future strutture ospedaliere, ma ripensamenti su questo punto non sono accettabili, perché vorrebbe dire rinunciare a qualsiasi nuovo progetto. Per i Parchi della Salute di Novara e di Torino è ora che il Governo capisca che non c’è più tempo da perdere.

Mauro SALIZZONI

Vice Presidente Consiglio regionale del Piemonte